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domenica 5 novembre 2023

FINO A CHE ESISTERA' UN SOLO PALESTINESE VIVO IL DOMINIO SIONISTA SARA' IN PERICOLO

Antonello Boassa
E' un'illusione il dominio perpetuo sulla Palestina come fu quella di Mussolini di avere il dominio sull'Italia a tempo indeterminato.
Senz'altro illusione fu quella del “duce” che ci credette in modo particolare quando fu osannato dalla folla festante all'annuncio il 5 maggio 1936 dell'ingresso ad Addis Abeba delle "truppe vittoriose" del maresciallo Badoglio. "L'Etiopia è italiana". La popolazione italica che si era innamorata del duce e del fascismo certo non si immaginava allora che sette anni dopo sarebbe stata bombardata brutalmente dalla "perfida Albione" e dagli States.

Solo dopo le bombe, i generosi e coraggiosi partigiani che avevano tenuto acceso il lumicino dell'eversione contro il duce e il fascismo, durante la barbarie culturale e politica della dittatura, poterono avere più spazio, scontrarsi contro la repubblica di Salo' e condurre il Paese verso la democrazia.

Sarà così anche per Israele? Oggi, ad occhi che non sanno vedere, la strage operata dal sionismo potrà apparire segno di un progetto demoniaco invincibile che non conoscerà ostacoli insormontabili. Conquista della Palestina, mantenimento dell'occupazione del Golan siriano, perpetuazione infinita del suo essere pilastro del dominio occidentale tra Africa orientale e Asia occidentale.

L’ideologia psicopatica del sionismo è arrivata addirittura a colpire gli ospedali che ora nella possibile mancanza totale di gasolio possono diventare degli” obitori” come appunto dichiarato dal personale medico. Mentre i coloni sguazzano nell’odio e nella barbarie incendiando convogli e magazzini in Cisgiordania, nella piena libertà d’azione concessa loro dall’esercito. Più di mille bambini sotto le macerie. Si sono superate oramai nei decessi le 9.000 unità. Non azioni contro combattenti. Contro la popolazione. Crimini contro l’umanità. Uno stato terrorista. Hamas e la resistenza palestinese terroristi? Decapitazione di 40 bambini? Ma dove e quando? Ricordo le menzogne sulle atrocità dei partigiani palestinesi. E ricordo anche l’attentato di via Rasella che comportò la morte di 33 soldati tedeschi. Un gesto grave ma giusto. Un’azione di guerra. Mentre non fu giusta ma un crimine la reazione furiosa dei nazisti. 335 i civili giustiziati. Non solo la resistenza palestinese ma anche quella italiana in guerra può comportare rappresaglie feroci. La rappresaglia è infatti un’azione vile tipica del nazismo. Non contro i combattenti ma contro la popolazione. E ovviamente tipica del sionismo. Così è stato in Italia durante il nazifascismo. Così oggi in Palestina dove governo e forze di repressione sono in grande difficoltà.

Non c’è stato in Italia solo l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Molte altre stragi. Marzabotto (tre comuni). I morti 1830. Non solo la Wermacht ma anche fascisti italiani che collaborarono al massacro. Ma quando si parla dei terribili anni ’43-’45 si deve parlare anche delle azioni dei partigiani, delle loro vittorie come anche delle loro sconfitte. Così allo stesso modo dovremo incaricarci di parlare delle azioni giudicate terroristiche dai media mainstream e da molti militanti inconsapevoli della tragica necessità delle operazioni di difesa cui sono costretti i partigiani palestinesi. Citare le manovre, le iniziative di Hezbollah, degli Houthi, dei volontari iracheni, siriani…le manifestazioni degli ebrei antisionisti anch’essi partigiani di una Palestina libera e democratica che sappia accogliere diverse etnie, diverse religioni, diverse culture.

E non stare sempre dietro la variegata moltitudine di intellettuali e di giornalisti che parlano delle stragi ora come causate dall’azione dei partigiani e non da una programmata politica di emarginazione e di espulsione che cercava solo un pretesto (l’azione di guerra palestinese derubricata immediatamente come terrorista con menzogna aggiunta di atrocità). Zitti, davanti all’ingresso di 700.000 coloni e alla conseguente perdita di terra, ai pogrom degli stessi, all’abbattimento degli ulivi, alle percosse e alle torture che subiscono i civili e i prigionieri (gran parte con accuse “amministrative” degne di un Paese nazista), alle uccisioni “casuali”

Cosa è che non va bene ai molti che si schierano con “cautela” oggi? L’idiozia e l’incapacità politica della dirigenza sionista che oggi con la strage, si è data una mazzata sul proprio futuro di carnefice. Prima, quando perseguiva la sua azione di terrore e di persecuzione, aveva l’abilità di centellinare il suo nazismo. Ora ha sbracato. Gli ipocriti, prima sordi e muti, ora parlano. Per chi ama libertà e Palestina va bene perché anche l’ignavia dinanzi all’umiliazione quotidiana di tutto un popolo ora, timidamente, si schiera contro la furia nazista. Che sempre di più conduce Israele verso l’isolamento internazionale. Anche il Bahrein ha ritirato il suo ambasciatore.

Lo “stato ebraico” ha dentro di sé giovani che si pronunciano pacificamente contro, opponendosi alla leva militare, allo spirito da caserma, ad una educazione militarista, al fanatismo religioso. L’isolamento internazionale e il crollo di carisma di potenza invincibile (crollo il cui merito è da addebitare alla resistenza non solo dei militanti ma di tutto il popolo palestinese) favoriranno l’azione politica degli israeliani che lavorano contro, dentro la fortezza sionista. E che nei prossimi decenni vedranno nascere lo stato della Palestina assieme a tutti gli abitanti dell’area

Nel prossimo scritto, a breve, accluderò la lettera che 60 studenti israeliani nel 2020 avevano inviato a Benny Gantz, ministro della difesa, a Avi Kochavi, Capo delle forze di difesa (IDF), a Yoav Galan, titolare del dicastero dell’Istruzione. Risulterà dalla lettera il clima di critica e di opposizione che si sta creando in Israele, in una fascia ancora ristretta ma destinata a crescere.

Pubblico un'ora prima del discorso del segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah, molto atteso da milioni di persone nei Paesi arabi...

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