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giovedì 30 novembre 2023

GAZA IN MACERIE. COME SI VOLEVA IN OCCIDENTE. MA NON RITORNERA' AD ISRAELE

Antonello Boassa
La Striscia è in macerie. I sionisti sono entusiasti. Pensano di essere vicini all'annientamento della Resistenza e all'espulsione del popolo. Stanno riavendo gli ostaggi civili e mentre liberano gli ostaggi palestinesi prigionieri nelle carceri ne trasferiscono molti altri. in particolare, dalla Cisgiordania.

Gran soddisfazione malcelata anche nelle cancellerie occidentali. La strage è finita (almeno per ora) con la tregua. Gaza in mano ad Israele significa massima tranquillità per la costruzione del canale Ben Gurion che congiungerebbe il porto di Ashdod al porto di Eliat nel mar Rosso, attraverso il golfo arabico. Un progetto politicamente alternativo alla Belt and road cinese, come voluto dal padrone statunitense. Un corridoio che unisca Europa-Asia occidentale-India. Un canale che rasenta la Striscia è bene per l'Occidente che finisca in buone mani. Tra l'altro, il giacimento di gas offshore pare estremamente ricco. Sarebbe un delitto lasciarlo in mano ai Palestinesi, ad Hamas.

Gaza tuttavia non è proprio in mano ai soldati sionisti che ora batteranno a tappetto tutta la Striscia, convinti di fare piazza politica. Non hanno intenzione di seguire le aspettative del ministro degli esteri del Qatar di un Cessate il fuoco permanente. Il ministro israeliano della Difesa Ganz infatti ha dichiarato che al termine della tregua" l'operazione di terra si estenderà a tutta la Striscia"

E credo che ne verrà molto male per l'esercito sionista che già lamenta la perdita di uomini e di mezzi corazzati, tenuti celati ufficialmente, ma di cui si sa grazie a video e a testimonianze.

Sbucheranno i resistenti dai sotterranei (centinaia di chilometri) a piccoli gruppi e colpiranno velocemente e puntualmente, come è tipico dei guerriglieri che combattono un nemico dotato di maggiore forza negli armamenti. Guerra asimmetrica, almeno fino a quando non interverrà Hezbollah, il cui leader Nasrallah aveva sentenziato l'intervento contro Israele qualora si fosse superato la linea rossa, e cioè la minaccia dell'annientamento di Hamas.

La guerra continuerà con esiti difficilmente prevedibili, date le tante variabili interne e internazionali che entrano in gioco. Il mio parere è che Israele continuerà furiosamente e vigliaccamente la sua rappresaglia contro i civili ma nel campo di battaglia è destinato a soccombere, dopo le prime illusorie vittorie, ma, come è accaduto ad Hitler, conoscerà la sconfitta e la fine del suo “stato ebraico” che mi auguro, come detto più volte, sia distrutto in alleanza con gli israeliani antisionisti.

La guerra continuerà e se ciò appare ovvio per Israele, lo è anche per la Resistenza palestinese. Pace ora con edifici, negozi, scuole, ospedali, strade distrutti, con un solo ospedale funzionante nel nord di Gaza, con la perdita di più della metà di posti di lavoro, con la gente che dorme per strada, che cerca sotto le macerie i propri cari?

La pace si può costruire con la giustizia sociale e per ottenerla i Palestinesi devono continuare a soffrire e a combattere contro un nemico spietato. Difficilmente vi sono guerre giuste. Ma a fronte della guerra criminale, di offesa del sionismo internazionale, la guerra dei Palestinesi è una guerra giusta, di difesa delle proprie famiglie, della propria cultura, della propria terra, della propria dignità

P.S. foto da Pagine esteri: Khader Adnan morto nelle carceri israeliane per sciopero della fame

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