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sabato 9 dicembre 2023

Spy Story: Lituania, progetti europei ed agenti antirussi in un coagulo della NATO

Immagine tratta da:
«La segretezza avvolge lo scambio di spie “senza precedenti” tra Russia e Lituania»
Fonte: qui
Chris Barlati
Sa Defenza
“Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”
                                              Giovanni Falcone

Una dedica a chi mi ha pedinato, minacciato e controllato durante due mesi.

Alle autorità europee e a chi ha voglia di intraprendere qualsivoglia tipo di azione, legale o meno, a danno di soggetti che nulla hanno e hanno avuto a che fare con me; per preservare la loro incolumità dalle minacce che ho ricevuto, dai pedinamenti e dalle avvertenze di presunti appartenenti ai corpi di sicurezza e deterrenza lituani, esprimo quanto segue:
«Spero di non dover ricorrere ai tribunali, poiché non ho problemi a mostrare foto e video delle schifezze, della mancanza di igiene, del cibo scaduto e preparato nelle cucine e a contatto con gli escrementi di topo, dei messaggi delle ragazze che mi scrivevano timorose di prendere eventuali malattie per aver dovuto mangiare cibo contaminato e con posate sporche di feci animali, così delle innumerevoli violazioni dei codici europei a tutela della salute e dell’incolumità dei minori, e più in generale dei diritti delle minoranze disagiate, disciplinati dalle normative comunitarie e internazionali».
E aggiungo:
«Vorrei, altresì, ricordare dell’obbligo da parte delle associazioni di volontariato, e che si definiscono tali, di dover provvedere ad offrire condizioni dignitose in termini di alloggi ai lavoratori, ai volontari ed ai rifugiati. Si parla tanto degli ucraini; e infatti invito il lettore, che di sicuro è alla ricerca di informazioni sul mio conto, a meditare sulla condizione dei citati rifugiati, ivi presenti, oltre a quella dei volontari (che fu anche la mia). Le innumerevoli mancanze, le assenze volute e consapevoli delle normali e burocratiche procedure di selezione del personale, le manomissioni dei più semplici - ed inutili - processi stabiliti dal Corpo di Solidarietà Europeo potrebbero e dovrebbero bandire a vita un numero di circa 50 persone a conti fatti, e tirare in ballo istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee per la totale assenza di accertamenti e per la loro o totale incompetenza o assoluta collusione».
Se la legalità, principio che oramai non esiste più quando si parla di finanziamenti di matrice europea, è venuta meno come asse portante dell’Occidente, almeno che sia la vergogna a muovere ciò che resta di cristiano nell’animo di coloro che, sicuramente, leggeranno il mio scritto, e che spero si faranno un esame di coscienza: abbiate vergogna e cercate di migliorare. E voi che vi sentite rispecchiati dalla mia inchiesta, giovani e giovanissimi delusi da questo stupido mondo "europeo", denunciate con foto, video e quant’altro sui social ciò che vi succede; e non abbiate paura, poiché non esiste delitto disciplinato in materia, essendo l’intero macrocosmo dell’eramus un gigantesco e voluto vuoto legislativo, ove si può far tutto e niente, tant’è che già lo denunciai anni or sono (nel 2019), inviando 150 email circa anche ad istituzioni UE, e nulla è cambiato.

Il volontariato è una cosa seria, e non può essere utilizzato per fini politici, strategici e per levarsi sfizi del cavolo; tanto meno per regalare lasciapassare a figli di diplomatici o a chi ha come unico obiettivo divertirsi e non contribuire alla felicità di chi tenta di liberarsi da un destino fatto di povertà e miseria. Posso provare quanto dico, e malgrado potenziali ripercussioni (in fondo, non ho commesso reati poiché reati in tal senso e per tali fattispecie non esistono, non essendo stati disciplinati ancora) che lederanno la mia persona, voglio farvi – a voi che avete peccato - un regalo: non farò nomi, non tirerò in ballo nessuno, ma abbiate il coraggio di emendare i vostri errori.

A Natale regalate un sorriso a quei bambini che tanto dite di voler aiutare ma che parlano russo, dunque sono di "serie B".

Cacciate con un calcio in culo quelle tutrici psicopatiche che mi scrivevano, sì, a me, messaggi infuocati perché “sono buona solo ad essere sco***a, vieni qui e scop**i adesso”. Queste dementi e malate di mente non possono lavorare con dei bambini.

Allontanate chi abusa di psicofarmaci, e chi per invidia si permette di fare oggetto di “gossip” chi vi scrive queste righe. L’interessata da queste parole non è stata l’unica donna alla quale ho fatto un regalo di cortesia ed ho invitato a bere un caffè. Se ha avuto problemi di autostima, mi dispiace, ma cerchi di non dare fastidio agli altri. Se ha avuto un fidanzamento di un anno, sfociato in quasi realizzato matrimonio, con un uomo che poi si è scoperto omosessuale, mandando all'aria i suoi progetti per il futuro, non proietti i suoi desideri insoddisfatti sul primo che gli si pari davanti. La sfortuna tocca a tutti, la mancanza di acume mentale no (e se deve illudersi di avere una relazione con un ragazzo di quasi 10 anni più giovane di lei, che abbia il coraggio di rivelarsi o che le prescrivano le giuste medicine, così da evitare di farsi film nella sua testa).

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Assumete solo chi davvero è qualificato, e non ragazzi o ragazze poco più che maggiorenni privi di esperienza, lucidità, che perdono facilmente le staffe e non hanno mai operato con bambini, figuriamoci con giovanissimi che provengono da famiglie problematiche. I soldi per comprare piscine, oggetti inutile e farvi restaurare casa, facendoli passare per rimborsi dovuti alla manutenzione dell’associazione, questo sì lo fate. Il vostro lavoro, no.

Ritornando al discorso rifugiati: gli ucraini che vivevano nell’associazione dove operavo erano due famiglie; una con una bellissima bambina, piccolissima, neonata; e l’altra con due bambine, una di 4-5 anni e l’altra bebè. Queste due famiglie erano costrette a vivere in un appartamento senza porte di accesso e di ingresso, dentro un edificio attraversato da una scala interna che percorreva tre piani, ergo un vero e proprio frigorifero, poiché l’aria calda veniva aspirata dalla tromba delle scale e dispersa. E’ vero che gli ucraini sono abituati a vivere al freddo perché ucraini, ma vi è una cosa che si chiama “dignità”. Vi lamentate spesso del passato sovietico e della loro occupazione ai tempi della guerra fredda, ma almeno i russi hanno costruito case durature e vi hanno tolto da una realtà feudale, dandovi gas ed istruzione. Per quanto antichi e orrendi, i palazzi sovietici erano forniti di termosifoni e porte.

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Per tutta questa serie di vicende che saranno approfondite, vi lascio questo messaggio:

«Evitate di attaccare, specie chi non centra nulla. Alcuni sanno difendersi».

State scoprendo un mondo che non avete mai conosciuto, e venite inconsapevolmente sfruttati da una grande mafia chiamata Unione Europea.

Non ho nulla di personale contro di voi, nessun rancore, anzi ho passato dei momenti bellissimi e ho cercato veramente di aiutare quei bambini, insegnando loro a scrivere, e cercando di farli ridere. Cercate anche voi di non fargli perdere il sorriso. Se c’è qualcuno tra di voi che possiede un’anima, allora gli dico: sappiate che siete parte di una gigantesca montagna di merda, di un sistema criminale, di un meccanismo corrotto, e che siete circondati da persone incompetenti che stanno lentamente uccidendo quei bambini, negandogli lo sviluppo.
 
Frustrati, drogati, impasticcati, inutili parassiti privi di etica e morale. Questa è la realtà che ho visto nella mia infiltrazione in una determinata associazione di volontariato lituana. Aiutare le persone è una missione: è un sacrificio. Guadagnare uno stipendio, invece, è da funzionari; funzionari di un sistema corrotto.

Avete criticate tante volte l’Unione Sovietica per i suoi metodi, per i suoi insegnanti che non erano empatici, che propinavano propaganda dimenticando le emozioni: io non vedo differenza. Almeno con l’URSS si viveva nella guerra fredda, io di freddo e vuoto ho visto solo i vostri cuori.

Se vi state chiedendo il perché del mio "non fare nomi" è per ragioni di sicurezza, ma non nei miei confronti. Ho tutto pronto per essere pubblicato qualora qualcuno dovesse chiamarmi in causa o avallare procedimenti legittimi o illegittimi, legali o illegali, o porre in essere le minacce ricevute da presunti appartenenti ad apparati di sicurezza e d’informazione (impossibile da stabilire in questi casi). Nel dubbio o nel timore che potrebbero farla pagare a poveri ed innocenti creature (bambini provenienti da famiglie di alcolizzati, tossicodipendenti e prostitute), preferisco mantenere questo stato di deterrenza. E lo ribadisco, anche in questa occasione, perché ho potuto vedere che la comprensione non è il forte di certe istituzioni in Lituania, e neppure dei suoi rappresentanti, specie nel mondo delle forze di informazione e sicurezza, che sono ferme ad una logica poliziesca tipica degli anni '90.

«I bambini sono il futuro. Chi cerca di approfittarsi di loro, farà sempre, prima o poi, una brutta fine».


***NOTA BENE***

Per chi se lo sta chiedendo, non ho trovato prove di abusi, altrimenti avrei agito diversamente. Le informazioni che riporto sono riprese dalla cronaca lituana, e servono ad indicare l'esistenza di precedenti e presupposti inconfutabili per la scienza sociale ed antimafia. Il "materiale umano" da me trovato, i soggetti coinvolti, la loro totale incompetenza e il totale menefreghismo fanno ragionevolmente ipotizzare l'esistenza di un sistema criminale che si giova e si fonda sulla condizione di corruzione e di "legale illegalità", denunciata e da anni  sia a livello nazionale che internazionale da molti autori ed analisti.

Per l'articolo completo, pulsare qui

E poi sapete: a pensar male si fa peccato ma si indovina quasi sempre.

Mani fredde, cuore caldo

Tempo fa (novembre 2019) vi raccontai di una mia indagine portoghese nei progetti di volontariato europeo, dove denunciai una politica molto ma molto brutta e che prevedeva l’ "importazione" di presunti "volontari" dalla Turchia in odore di fanatismo islamico (senza avallare nessun controllo d’identità, nemmeno una videochiamata), per il mero fatto che determinate associazioni ricevevano più “finanziamenti” dalla Turchia che da altri paesi per la loro “accoglienza” (una strategia di Erdogan per liberarsi, e schedare, i figli della borghesia che poco o nulla avevano a che fare con le politiche neo-ottomane di predominio politico-culturale).

All’epoca, e tuttora, potei, e posso, contare con amicizie fraterne in Turchia; e fu in virtù di malesseri vissuti in situ, in Portogallo, che i miei "fratelli" mi consigliarono di partire e di indagare.

Nel caso della Lituania parliamo di qualche mese fa, ed ho messo per iscritto fatti, eventi e circostanze alle volte anche in tempo reale (senza mai fare nomi per tutelare la privacy degli “innocenti”) sui miei social, in modo da rendermi “visibile” agli occhi anche dei servizi di sicurezza lituani (ho utilizzato social russi che sono presi di mira dalle autorità atlantiche). Così facendo, ho fatto capire che non avrei disturbato e che non avrei voluto essere disturbato. Ho agito adottando siffatta metodologia anche su consiglio delle mie fonti che mi avevano attenzionato su strani movimenti dopo la mia ultima indagine sulla famosa “Sardegna Connection”, “Svizzera Connection” e “Loggia di Montecarlo” (che saranno oggetto, se c'arriviamo con vita, di una mia prossima pubblicazione).

Scopo di questa mia indagine era smascherare l’utilizzo dei progetti europei, veri e propri strumenti di intelligence adoperati da governi ed entità criminali per i seguenti fini:

1. Ripulire capitali illeciti (la Lituania è la Svizzera dei paesi dell'est);
Link consultabile qui

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2. Fungere da “passepartout” per i figli degli esponenti dell’esercito ucraino, per i figli di diplomatici, o di soggetti legati al mondo della politica internazionale; il tutto con il beneplacito consenso delle "associazioni di volontariato";

Articolo originale consultabile qui
Articolo consultabile qui

3. Aprire dei coaguli ricettivi per finanziamenti e quant'altro; centri di traffico non solo di esseri umani, droga e pedofilia dietro il paravento delle ONG, ma spesso e volentieri coperture di servizi segreti di paesi amici e nemici.

Articolo originale qui

Articolo consultabile qui

Vero è che, tra i tanti compiti che hanno, i servizi di sicurezza ed informazione hanno anche l'incarico di verificare e vigilare l'accesso al paese degli individui che provengono dagli stati esteri, specie se si tratta di paesi conflittuali. Il modo e il metodo con i quali detti controlli avvengono, e la loro più che ragionevole finalità, non hanno nulla a che vedere con il volontariato, bensì con lo spionaggio puro e crudo, l'esecuzione delle prerogative atlantiche e il lavaggio dei capitali destinati a finanziare: a) l’esercito ucraino; b) le bande mercenarie; c) gli stessi servizi; d) e molto altro ancora.

Articolo di Insider Over consultabile qui

Traendo le somme, oltre alla verifica di chi entra e chi esce, le ONG collegate al circolo miserabile dei finanziamenti europei (non tutte, ci mancherebbe) si occuperebbero potenzialmente, basandoci sui fatti di cronaca, nel peggiore dei casi anche di sfruttamento del lavoro, di traffico di bambini e riciclo di capitali.

Perché la Lituania?

Articolo consultabile qui

Era da tanto che cercavo un paese “adatto” e che rispondesse a certe “caratteristiche” per smascherare definitivamente la mafia dei progetti “eramus”. Le richieste di aiuto, dopo il mio primo resoconto sul Portogallo (all’epoca anche paese d’approdo della droga in Europa), erano arrivate numerose, seppur in formato anonimo, e mi descrivevano scenari che definire da denuncia sarebbe riduttivo e offensivo per la sensibilità delle vittime.

Molte delle testimonianze che ho avuto il piacere, o dispiacere, di ascoltare e leggere provenivano da chi lavorava per le succitate ONG. Occorre precisare che le persone che si prestavano ad esser parte di questo perverso meccanismo, benché consapevoli di animare un circuito perverso, non dimostravano nessuna intenzione di voler abbandonare il lavoro, ed in virtù dei “benefici” di cui erano destinatari: paga misera, ben al di sotto dello stipendio minimo, ma viaggi rimborsati e possibilità di visitare tanti paesi con relativa “bella vita”; bagni in piscina in hotel di lusso e sesso facile occasionale con persone di ogni genere ed età, facenti parte del circuito internazionale "eramus".

In cambio di 500 o 700 euro, a fronte di 1000 o 1200 al mese, questi indefinibili individui barattavano la sofferenza dei volontari, trattati ai più come animali, con la possibilità di poter viaggiare un paio di giorni in un altro paese e svolgere “attività di informazione sull’Unione Europea”; parafrasando, propaganda su quanto è bella l’Unione Europea, giochi “rompighiaccio” come “acchiapparella” o “nascondino”, e propaganda sulla distruzione dell'indentità sessuale, sulla normalizzazione dell'omosessualità, girotondi, prese per mano e canzoni sull’amicizia (oltre all'onnipresente e ben tollerato binomio droghe-alcol).

Precisiamo che detti progetti dovrebbero riguardare persone che vanno dai 18 ai 30 anni, cosa che poi non avviene mai, poiché infiltrare qualcuno più giovane o più vecchio è uno scherzo da ragazzi (non controlla nessuno e tutto si basa sul modello inglese della "buona fede"; inglesi che guarda caso dall'UE sono usciti in fretta e furia).

Nella scelta dei paesi che più offrivano spunti di demenza e contraddizione (esatto, parlo proprio di assurdità e stupidità), ve ne erano e di molti: Italia (sempre presente), Romania, Polonia (paese estremamente xenofobo e con derive ideologiche naziste), Estonia, Lituania (paesi totalmente nelle mani degli Stati Uniti); e tutti erano al limite della follia.

Per “accettare” un progetto di volontariato europeo, infatti, le associazioni devono inviarti un contratto da firmare, la cui valenza legale è pari a zero, poiché bisognerebbe che fosse ratificato da entità terze ufficiali legalmente riconosciute e che tenessero in conto di una verifica dell’identità per evitare spiacevoli sorprese, tanto più se urliamo al pericolo “spia russa” ogni due per tre (verifica, peraltro, che dovrebbe essere richiesta in determinati progetti per ‘lavorare’ con i bambini; ci riferiamo all’invio del casellario penale). Ma proseguiamo con il nostro argomento, poiché il contenuto dei contratti (uno dei quali – cose da pazzi - includeva la clausola “mi impegno a non fare sesso con i miei coinquilini”) verrà approfondito nei tempi e modi dovuti (se sarà necessario).

«I contratti di volontariato molto spesso includono clausole illegali, nelle quali il volontario si impegna a pagare l'affitto della casa o le spese, che dovrebbero essere incluse nel progetto di volontariato, come stabilito dal Corpo di Solidarietà Europeo. La scappatoia legale, e mafiosa, arriva dalla stessa entità che sancisce la libertà di gestione del programma da parte delle associazioni. Ergo, una mafia legale, un vuoto legislativo non disciplinato ed integrato a livello nazionale, con la totale consapevolezza di offrire il monopolio del volontariato alle associazioni criminali di stampo mafioso ed organizzato. Ritroviamo, per cui, contratti dove si obbliga a pagare una somma esagerata per ogni litro cubico di acqua che superi la media stabilita per individuo secondo le statistiche del paese ospitante, ma con un errore ovviamente casuale e che concerne una 'confusione' tra centimetro cubico e litro cubico, e che permette all'associazione di esercitare un enorme potere di ricatto, arrivando all'estremo di richiedere prestazioni sessuali ed omosessuali in cambio del soprassedere all'inutile ed illegale obbligazione contrattuale».

Ho scelto la Lituania per un’insolita richiesta di aiuto che mi è giunta da una “fonte”. Non ricordo bene di dove fosse questa ragazza (o ragazzo, chissà) ma era, stando al suo racconto, di origine russa e con madre ucraina, o il contrario. Venni contattato originariamente non ricordo su quale social, email o applicazione di messaggistica istantanea, ma dopo consiglio di quest’ultima, o quest'ultimo, ci spostammo su telegram per ragioni di sicurezza (ogni conversazione su telegram può essere cancellata ed essere il frutto di un profilo falso). Iniziò una interessantissima discussione, che fu alla fine eliminata dalla fonte (telegram permette questa funziona) ove mi venne mostrato un aspetto della Lituania da dover prendere in considerazione.

Cos'è la Lituania?

La Lituania è:

a) Un paese membro della NATO che ufficialmente non ha basi militari a capacità nucleare sul territorio, ma che viene sapientemente pilotato da tedeschi e Stati Uniti per provocare la Russia con scuse di invasioni e presenze militari ai confini;
Nonostante i timori, siamo a dicembre e Putin ancora non ha "invaso" i paesi baltici. Link qui

Link consultabile qui

Link consultabile qui

b) Un crocevia dei servizi segreti di ben tre paesi in conflitto (Russia, Bielorussia e Ucraina);

c) Un centro nevralgico strategico che conta con la presenza di agenti stranieri attivi a 360 gradi, dalle associazioni culturali alla ristorazione;

E se lo confermano gli stessi Servizi lituani sul proprio sito internet, cosa volete di più? Per maggiori approfondimenti, pulsare qui per collegarvi e leggere la descrizione completa

d)  Un paradiso per agenti, organizzazioni criminali organizzate e qualsivoglia personaggio che voglia investire. Costoro sono i benvoluti, a cambio dell’apertura di un conto bancario lituano e dell’investimento di una certa quantità di denaro nell’economia legale;

e) Uno stato caratterizzato da un sistema economico-bancario che conta con processi anti-tracciamento del tutto legali e pubblici: è possibile comprare schede telefoniche senza necessità di esibire un documento ed intestarle; puoi viaggiare da una punta all’altra del paese registrando il biglietto a personaggi di fantasia; puoi iscriverti, come consulente, negli elenchi ufficiali per “ufficializzare”, appunto, la tua presenza ed ottenere la relativa documentazione (falsa, certamente, ma originale allo stesso tempo).

Link originale consultabile qui

e) Un terreno fertile per un sistema criminale che si basa sul traffico di medicinali, droghe sintetiche, esseri umani con la contribuzione essenziale e fondamentale di medici, università e psichiatri.

Articolo completo consultabile qui
("libri medici" si riferisce ai libretti medici, è un piccolo errore del traduttore online)

In conclusione, la Lituania mi era stata presentata (seppur non così nello specifico) come una Svizzera post-sovietica, ed ho potuto approfondire e confermare (nelle suddette affermazioni) ogni singolo punto qui enunciato, vivendo, giorno per giorno, in quella realtà per ben due mesi.

Il mio messaggio ai dominus di quel sistema

Quali sono stati e sono i rischi? Ovviamente, un paese che adotti una simile politica ha come fine sottrarre ricchezza e manodopera specializzata a Russia, Ucraina e Bielorussia. Nel momento in cui spalanchi le porte a questi tre paesi, e in generale agli ex satelliti sovietici per eccellenza, devi poter contare con un servizio di intelligence adeguato e pronto a tutto, che deve poter scavare nel passato di chi entra e chi esce e che deve saper agire nei modi e tempi appropriati (in teoria). Il sottoscritto è stato avvicinato, sembrerebbe, da apparati di determinati sistemi di sicurezza lituani (non si può mai essere sicuri) ricevendo, forse, qualche minaccia nemmeno tanto velata, ma "simpatica", tenendo conto delle circostanze e della compagnia (la più "simpatica" è stata quella di una ragazza bellissima che parlava cinque lingue e con la quale mi sono anche divertito nel dialogare, che poi si è offesa perché le ho detto che dimostrava di essere più vecchia di quello che diceva di essere).

I rischi in questa circostanza possono essere la morte sociale del soggetto (accuse di violenze sessuali), la messa da parte (l'esclusione sociale per ritrovamento di droga) e, nel peggiore dei casi, la morte fisica (avvelenamento). Al riguardo, ho vissuto tre circostanze che definirei al limite, ma che, fortunatamente, non hanno avuto (per il momento) ripercussioni (tre incontri con individui che si sono limitati al dialogo, due in luoghi pubblici e uno in ascensore). La convivenza con altri volontari, invece, ha coinvolto soggetti che mi hanno fatto grandemente sospettare della naturalità dei loro comportamenti, poiché in odore di agenzie straniere, tanto per l’incompatibilità della loro natura (esperienza di vita e trascorso), quanto per le loro competenze (oltre a ciò che celavano o che decidevano di mostrare al pubblico).

La mia scelta di non fare nomi e cognomi anche in questo caso non è casuale: vi sono persone che davvero non c’entrano nulla e che non voglio che possano soffrire ripercussioni (torture o manipolazioni che li induca a "confessare" inesistenti abusi, ad esempio, su minori o donne per delegittimarmi). Ma per ciò che affetta altri esemplari, che so di per certo formar parte di un mondo che è meglio mettere per iscritto e riportarvi, malgrado l'anonimato è d’uopo lasciar traccia anche per lasciar loro un messaggio (il già pronunciato "non rompete e non vi romperò").

Ma davvero c'è da essere così guardinghi? Quando si tratta di spionaggio, l'impreparazione dei Servizi dei paesi baltici è enorme ed esplicita: basta connettesi ai loro siti internet per rendersi conto che seguono una logica violenta, arcaica, ed inutile da guerra fredda, infiltrata, dulcis in fundo, dall'idiozia dei sistemi atlantici. Gli strumenti adoperati per delegittimare qualcuno sono noti. Il più noto è quello di inventarsi false accuse o fare del male volontariamente ai bambini, alle ragazze e ai rifugiati ivi presenti al solo scopo di inviare un messaggio a chi di riguardo.

Rammento che possiedo prove e testimonianze che possono distruggere questa e altre organizzazioni; e che sputtanare il funzionamento del sistema nelle sue più intime definizioni non converrebbe a nessuno.

Di lavatrici ce ne sono tante nella città fatta oggetto delle mie indagini (ho omesso anche il nome della città, guarda che buono che sono), e non vorrei “attenzionare” l’unico punto di ricchezza di un paese che, tra mille sforzi, sta conoscendo un piccolo momento di euforia.

Anche uno ‘stupido’ articolo come questo potrebbe arrecare danni alla vostra economia, e se prima trovavate la pasta “Molisana” a 80 centesimi al pacco negli scaffali dei vostri market, alla prossima potreste non trovare nemmeno il riso e subire un tracollo incredibile del turismo e un blocco delle mobilitazioni, che, seppur temporaneo, infliggerebbe un danno mortale al vostro sviluppo ed alla vostra integrazione nel mercato europeo. In tempi di guerra fredda, se qualcuno si esponeva troppo veniva richiamato, e si inviava qualcun altro dopo previa dichiarazione di stima per aver giocato correttamente la partita. In Lituania ho visto solo superbia, e nessuna accettazione tacita, o esplicita, di messa da parte ed invito a non comparire (costava tanto parlar chiaro? Avete visto che temi trattiamo su Sa Defenza?).

Può anche darsi che le mie siano solo congetture, che in verità sia stato tutto un complotto organizzato dai russi e dal KGB bielorusso a danno di un paese che vuole affrancarsi dall’ex giogo sovietico. Benissimo. Sono stato fesso io. Ma non vorrei che qualcuno che conosco possa morire con un raffreddore, poiché fin troppi pedinamenti e strani giri di valzer ho visto e conosciuto. Dunque, approfitto di questo articolo affinché si presti a mo’ di buona dichiarazione di non belligeranza; dichiarazione che spero venga presa sul serio e ratificata di comune accordo.

E cosa c’entrano i volontari europei?

La Lituania è lo stato cuscinetto della NATO ai confini con la Bielorussia ed ha adottato una politica economica alla "Svizzera" con tanto di accordi militari con l’Alleanza Atlantica (nello specifico con Polonia e Ucraina per la formazione di una brigata antirussa). Tutto è calmo, tutto è tranquillo: “pace e quiete”, mentre viene rilasciato, speditamente, un quantitativo pantagruelico di visti agli ex cittadini degli stati sovietici per motivi di passaggio, studio o anche trasferimento.

La Lituania è il paese europeo che più è incline alla concessione dei visti, e siffatta politica ha una valenza puramente strategica. Bielorussi, ucraini, russi (con qualche riserva), georgiani, armeni, azeri: tutti in Lituania entrano, ed entrano anche i relativi servizi, che sono presenti, sotto copertura, a mo' di volontari, studenti e consulenti. E cosa meglio di un servizio di "volontariato europeo", considerando le già presenti e colluse “associazioni copertura” alle quali vengono mandati soldi senza il minimo controllo, per regalare ottime “vacanze pagate” ai figli dei diplomatici ed alle "spie" di quei paesi che, per timore od interesse, potrebbero lasciare l'orbita russa e vendersi all'Europa e alla NATO? Ed è qui che si spiega – come anche confermato dalla mia fonte e dagli articoli riportati – l’ordine tassativo di non verificare, in questi ultimi anni, le identità di chi arriva, ma di accettare tutti coloro che presentano di possedere determinati requisiti al solo scopo di “far numero” e giustificare, progressivamente, altri volontari ed altri finanziamenti. Che cosa voglio dire con questo? Vediamo meglio.

Una generazione di utili idioti: la “generazione erasmus”

La mia indagine sotto copertura (e nemmeno tanto) ha permesso di scoprire un gioco mefitico, fatto di ignoranza, mancanza di rispetto verso la salute di bambini, sfruttamento di volontari, razzismo ai danni delle minoranze russe e tentativi, anche un po' maldestri, di penetrare nella vita privata dei volontari, con contorni di illeciti che definirei deprimenti, senza dimenticare lo sperpero di denaro pubblico che va in barba ad ogni principio di volontariato (europeo o meno che sia).

Ma ritorniamo a noi. Sono tutte spie quelle che vanno in eramus? Assolutamente, no.

Non siamo più nella guerra fredda, malgrado valgano molte analogie col passato. Le metodologie di intelligence sono cambiate ma non i principi che ne stanno alla base. La teoria cambia, si sviluppa, si specifica, si evolve (o così si crede) e si applicano inevitabilmente nuovi processi e praticità. Non servono più militari super addestrati, orfani cresciuti a suon di letteratura classica e percosse, fedeli esecutori dell’ideologia di partito come raccontano molti film, romanzi e serie televisive di vecchia data; ciò che serve, invece, sono persone ancorate ad un interesse specifico, manipolabili e “riciclabili” al momento opportuno. Pedine, quindi, facili da gestire e con nessun contatto diretto con il dominus, oltre a non dover possedere la minima comprensione degli eventi e della realtà circostante.

La spia perfetta, in un contesto di mentalità europea, e che deve vivere in un ambiente turistico-universitario, deve essere una cavia del progetto “Manhattan”, insomma un ignaro contributore dello sviluppo della “bomba nucleare”, dedito esclusivamente al suo lavoro ed impossibilitato nel vedere, guardare, conoscere, comprendere e prevedere il disegno ultimo complessivo.

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Da un punto di vista “esterno” succitati soggetti possono essere “pescati” ovunque: in un’università, in una impresa privata o anche all’interno delle istituzioni di governo. L’avvicinamento può essere diretto, e può avvenire facendo credere al soggetto di dover partire per lavoro, ad esempio per scrivere una relazione ambientale, sociale o semplicemente per raccogliere informazioni da poter implementare come statistica per una determinata impresa (“scrivi questa relazione per noi, approfitta dell’esperienza e del viaggio 'pagato' - volontariato europeo - ; informati sulla nuova tipologia d’amministrazione della Lituania e sull’adozione della programmazione europea, e poi avrai un posto sicuro nell’impresa se riuscirai ad implementare i canoni d’efficacia e d’efficienza studiati”).

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Poniamo un esempio pratico. Prendiamo il caso del paese che ha dato i natali a Stalin: la Georgia.

La Georgia

La Georgia è un piccolo paese ai confini con la Russia, che soffrì una guerra di pochi giorni con la Federazione per gli stessi motivi della Crimea e dell’Ucraina: una presenza delle forze NATO che si stava infiltrando e che stava a punto d’innescare conflitti con armi biologiche, nucleari e terroristiche.

Dopo la vittoria dei russi, e la dichiarazione di indipendenza di due regioni, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, il governo georgiano si è visto condizionato enormemente dal lavaggio del cervello statunitense ma da una costante presenza russa nel territorio (fonti che ho conosciuto e che ci hanno vissuto hanno confermato la straordinaria "bipolarità" del Paese).

I governi georgiani che si sono succeduti da allora hanno sempre tentato di mantenere una certa neutralità, sebbene le proteste “colorate” finanziate dall’onnipresente Soros, testa d’ariete della finanza statunitense.

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Attualmente, una parte della classe dirigente georgiana studia come avvicinarsi all’Europa e trarre vantaggio per i propri interessi; mentre l’altra è convinta che bisogna rimanere, oggi più che mai, se non amici almeno alleati dei russi e non irritarli. Nel complesso, la Georgia studia se vale la pena rischiare ed entrare nella morente Unione Europea oppure rimanere neutrale. La propaganda occidentale nel paese è incessante e patetica: “Entra nell’U.E.; siamo un paradiso terrestre; ti riempiremo di soldi; potrai viaggiare e muoverti dove vorrai; diventerai ricco; se sei omosessuale sarai libero di fare quello che vuoi; siamo il continente più femminista del pianeta” (messaggi che ben sappiamo quanto siano lontani dalla realtà).

Eventuali “spie” georgiane non possono mai essere e provenire dall’antico credo militare di un servizio eredità del K.G.B., poiché sarebbero facilmente smascherate dalle autorità euroatlantiche. Vengono, dunque, preferite persone legate in qualche modo alla classe dirigente del paese, che siano figli, mogli o amanti di determinate personalità legate, a doppio filo, al mondo della politico filorussa o filoeuropea.

Un’eventuale ragazza, molto “aperta nei costumi”, con voglia di viaggiare e conoscere il mondo, magari amante del figlio di un politico locale (figlio un po’ fesso che si è lasciato abbindolare), sarà perfetta per lo scopo, poiché si farà la vacanza gratis, con un tornaconto personale più che soddisfacente, e terrà la bocca chiusa. Oltre a ciò verranno tenuti in considerazione, logicamente, altri elementi: a) convinzioni personali; b) lo sfondo familiare e culturale; c) le aspettative dell’ “agente” (nel senso che agisce); d) e il profilo psicologico (si tenterà d'optare per qualcuno che non tradisca la causa originaria e che porti a termine la missione senza “scappare”, lasciando il Servizio con il cerino in mano).

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In Lituania ho conosciuto diversi cittadini georgiani facoltosi ed anche persone che vi avevano lavorato. Due individui in particolare, un ragazzo e una ragazza, mi hanno colpito, e i due erano totalmente agli antipodi. Il primo mi aveva confessato che si trovava sul luogo per studiare le conseguenze di una possibile entrata nell’Unione Europea, se questa entrata avrebbe comportato una frattura irreparabile con la Russia e una de-culturizzazione della società (gli dissi di sì e che sarebbe stato meglio rimanere nell’orbita russa). La ragazza, invece, mi aveva detto di aver sofferto una perdita in famiglia, conseguenza delle cattive condizioni di lavoro in cui aveva vessato un suo familiare. Nel luogo di lavoro, il familiare subì un'esposizione ad elementi tossici che ne segnò la salute e che lo destinò, dopo una terribile agonia, alla morte. L'impresa, a detta della ragazza, era di un “amico di Putin”, e da ciò scaturiva il suo odio per tutto ciò che fosse russo o di razza slava.

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Sempre la ragazza parlava bene l’inglese, era sposata solo per motivi burocratici e in passato stava quasi per trasferirsi negli Stati Uniti (si sposò per facilitare il processo); ma poi la relazione con il marito finì e decise di cambiare momentaneamente vita (era col marito da 4 anni e da un anno circa gli faceva le corna). La ragazza in questione non mi ha né confermato né smentito di lavorare per entità terze, cosa che mi ha fatto alquanto dubitare (e che per me rappresentò una certezza). E se a ciò aggiungiamo che pensava che io fossi un agente russo, bé ecco a voi un’opera del teatro dell'assurdo di Samuel Beckett.

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Caratteristiche dell’infiltrato perfetto

Ricapitolando: per "spiare" nel migliore dei modi, in un contesto tipicamente europeo, l'agente deve possedere certe caratteristiche, poiché deve raccogliere informazioni provenienti dall'alta classe politica, sociale ed imprenditoriale del paese infiltrato. L'agente, per tanto, deve:
a) Appartenere ad una classe sociale molto alta, poiché se non finanziato dal governo (cosa quasi impossibile attualmente) deve potersi permettere il lusso di viaggiare, muoversi e raccogliere informazioni in autonomia, pagandosi il tutto di tasca propria (o dei genitori);

b) Condividere una ideologia che permetta di sopportare l’infiltrazione prolungata (sei mesi minimo) in un determinato territorio; malgrado il senso di nausea provato nello stare a contatto con la popolazione autoctona o dal ricoprire una posizione non gradita;

c) Avere i giusti canali ufficiali, essere in regola, incensurato, con una buona immagine pubblica, così da procedere senza inconvenienti al rilascio dei relativi visti diplomatici;

d) Provenire, in extremis, qualora le tre precedenti non fossero fattibili, dall'intelligence del proprio paese od esserne una diretta o indiretta proiezione, preferibilmente con una forte identità culturale o con un forte interesse nello svolgimento del proprio compito.
Delineiamo, pertanto, due casi estremi e chiarifichiamo perché i progetti eramus sono perfetti, da una decina d'anni a questa parte, per l'infiltrazione e lo spionaggio:

1. Nessuno sarebbe meglio dei figli di papà del ceto medio-alto o dei figli dei rappresentanti diplomatici, poiché rispecchiano per cultura e provenienza quella mentalità occidentale da "eramus" che fa della stupidità un valore e della vacuità un modello da seguire. Essendo, inoltre, i volontari dei progetti eramus rimborsati con una somma che va dai 100 ai 300 euro massimo al mese, ecco che comprendiamo come sia possibile che determinati soggetti facciano la "bella vita", viaggiando e muovendosi a piacimento, comprando e spendendo a più non posso. Se parliamo, poi, di ragazzi e ragazze provenienti da paesi poveri, dove lo stipendio medio si aggira intorno ai 300 euro mensili, ci spieghiamo anche da dove provengano computer, telefoni della apple, fisici scolpiti, eventuali rinoplastiche, protesi dentali e account netflix, amazon e instagram "premium".

2. E’ ragionevole ipotizzare che per “spiare” paesi, regioni o città dove il tenore sia relativamente alto bisogna attivarsi nel lavorare e allo stesso tempo nel conoscere usi, costumi, amministrazioni, politiche e consuetudini sociali. Ciò è imprescindibile, e può avvenire solo con la disponibilità di una buona rendita economica, come nell'esempio succitato, o partire dall'iniziativa di un addestrato agente o di un volenteroso cittadino (che rimarrebbe volentieri a casa rebus sic stantibus). Menzionata metodologia è rischiosa, poiché metterebbe a nudo l'incredibile differenza intercorrente tra il soggetto "anomalo" e l'idiota appartenente alla "generazione eramus", tanto più se si tiene in conto che non è possibile, stando al regolamento del Corpo di Solidarietà Europeo, lavorare e svolgere il volontariato in questione (ossia, è fatto apposto per i figli di papà e le spie, e non per chi ha voglia di uscire da una condizione di povertà).

In conclusione, è d’uopo e obbligatorio che siano i figli benestanti della classe dirigente ad essere spediti lì dove lo status sociale medio alto si presenti come condizione unica e fondamentale per la scoperta della realtà locale e l’integrazione nel tessuto socio-economico. Applicando il principio latino del similis cum similibus al modus vivendi, ecco la chiave di lettura del perché siano i figli di diplomatici e di famiglie più che benestanti, legati al mondo dell’economia e dell'imprenditoria di Stato, ad essere preferiti ed impiegati nei progetti di volontariato europeo (anche perché di poveri provenienti da paesi poveri non ve ne sono che possano permettersi di anticipare quasi 1000 euro tra documenti, viaggi in aereo, permessi e assicurazioni mediche).

E per quadrare il cerchio, secondo la mia fonte, dal dopo pandemia sono arrivate delle direttive non molto interpretative con delle indicazioni in base alle quali è "auspicabile" selezionare i volontari seguendo criteri prestabiliti (un omosessuale minimo, una lesbica, una persona dalla sessualità fluida, uno con problemi mentali ecc...). Non posso confermare per ovvie ragioni la validità della mia fonte, ma non posso smentirla, poiché in base alle evidenze raccolte posso testimoniare sull'esistenza di una percepibile e visibile equazione, che non è frutto della casualità ma della statistica e delle cronache a nostra disposizione. In aggiunta, per facilitare la mia selezione, mi sono finto un personaggio senza esperienza nel campo pratico-professionale, nonché appena uscito dall’università (un perfetto minchione), consapevole che avrebbero prediletto individui privi di carisma, esperienza e formazione lavorativa.

Ergo, o ho avuto ragione o sono stato solo fortunato. O forse, è stato solo un complotto dei russi.

Ah, zio Putin. Quante ne sai!

La strana difesa della magistratura atlantica della pedofilia e dei servizi in odore di traffico di bambini e deviazione è proverbiale. Non a caso, sono proprio i paesi baltici la meta preferita di certi "commerci".
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Punti focali

1. Sottolineiamo l'esistenza di un "clan di pedofili" come più volte denunciato dalla stampa lituana (nonostante i tentativi di ridicolizzazione) e di una corruzione che pervade i servizi di polizia, la politica delle più importanti città e la deviazione degli apparati di spionaggio, preoccupati più a spiare i giornalisti che gli eventuali pedofili. "Ogni città è paese". E ogni paese europeo è una colonia della NATO.
Consigliamo di effettuare la traduzione con "deepL":
"Sono i servizi segreti americani a tirare le fila del caso di pedofilia?"
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Traduzione alternativa: "Seimas, visto che il clan dei pedofili dimostra il suo potere non solo nelle Seimas, dove ostacola le iniziative anti-pedofilia, ma anche nell'ufficio del procuratore e nei tribunali, che spesso vanificano deliberatamente questi casi, proteggendo i pedofili dalle responsabilità e piantando in asso le vittime (...)"

2. La discussione che mi diede l'opportunità di dire "addio" all'associazione dove eseguivo il volontariato mi è stata offerta da Hallowen e dal mio travestimento per l'occasione. Avevo un buon rapporto con tutti, sebbene avessi rifiutato delle attività che ritenevo rischiose e contraddittorie (come tutte le persone normali di questo mondo avrebbero fatto). Tali attività prevedevano: a) accompagnare, in totale solitudine, un paio di bambini al museo con problemi di condotta e forse mentali non parlando, io, una mazza di lituano e loro nulla d'inglese; b) passare un'intera notte nell'ufficio utilizzato per giocare con loro, dormire in un sacco a pelo sempre in loro compagnia; c) andare in campeggio, o in giro per la città senza supervisione alcuna, o nei boschi da solo con i bimbi.

Fortunatamente, non mi sono mai fidato di queste proposte, che suonavano lontano un chilometro di trappola, special modo se provenivano da donne che non sbattevano le palpebre quando ti parlavano. Ho sempre passeggiato in compagnia dei bambini vicino ai centri privati abitati o nei pressi di cantieri ove erano situate telecamere, o svolgevo le attività di ripetizione in uffici adiacenti. Certamente, ero io quello strano, poiché per loro era tutto normale: "Ma sei italiano, non fa nulla che non parli la nostra lingua, con la tua mimica puoi comunicarti con loro" - "E se uno di loro si infila sotto una macchina e muore, poi la responsabilità è mia o tua?". In un paese civile, una "professoressa" del genere sarebbe da sbatterla in carcere, o meglio in un cavolo di manicomio.

Ma ritornando a noi: tutti sapevano che ad Hallowen mi sarei travestito da prete pedofilo. La scelta non fu casuale. Volevo valutare la reazione dei conoscenti (mi vestivo da prete e andavo in giro con un bambolotto in mano).

Il capo dell'associazione, con il quale avevo un buon rapporto, rise tantissimo all'idea e mi consegnò una grande e bella croce che aveva nel suo ufficio, e che si distingueva per la particolarità di possedere un occhio onniveggente sulla testa di Cristo (un po' strano, no?).

L'indomani la donna, che poi mi fu detto avesse un debole per me (quella che si doveva sposare e non si accorse che il ragazzo era omosessuale), mi contatta e mi accusa, a quanto pare, di aver rubato la croce, poiché un suo collega glielo aveva riferito (un altro che sembrava soffrire di ritardi mentali, da poco maggiorenne, che mai aveva avuto esperienza nel campo dell'educazione, e che lavorava come tutore con gli stessi bambini problematici con i quali io svolgevo il volontariato. Tutto molto normale e professionale, no?). Faccio notare alla donna in questione, molto educatamente, che si è sbagliata, che vi è sicuramente un malinteso, ma lei mi scrive e mi attacca dichiarando che non gli piace la mia idea di travestirmi da prete pedofilo per Hallowen (badate bene, lei era atea dichiarata). Le faccio nuovamente notare, con una diplomazia ammirabile, che la mia vita personale non è affar suo e che non dovrebbe utilizzare quel linguaggio, poiché va contro l'etica e il rapporto "lavorativo". Una volta che mi chiarisce che non gli piace il mio modo di essere e ciò che faccio nella mia vita personale, le dico che sarebbe meglio chiudere così i rapporti; e così fu (fossi stato omosessuale sarebbe andato bene?). Scrivo al direttore responsabile, colui che mi ha dato la croce, e gli comunico che non andrò al lavoro poiché il comportamento della donna è inspiegabile e inadeguato, avendo il giorno prima parlato ed apprezzato la mia idea (oltre ad essere una chiara manifestazione d'ira - ai limiti del bipolarismo - che non lascia presagire nulla di buono). Il direttore mi scrive di non preoccuparmi e che mi contatterà per organizzare una riunione faccia a faccia e discutere su quanto accaduto.

Passano tre giorni, passo una festa di Hallowen con i contro fiocchi, e non ricevo alcun messaggio. Non ricevendo notifiche per l'appuntamento sperato, prendo il primo volo e parto, sicuro che mi stavano preparando una qualche trappola approfittando delle feste. Il giorno 3 novembre, previe dimissioni inviate al direttore, lascio così la Lituania in fretta e furia.

3.Pochi giorni fa mi arriva un messaggio di ritorno dalla piattaforma europea nella quale vi è scritto che ho abbandonato il progetto il primo di novembre (che era festa rossa in quasi tutti i paesi del mondo occidentale) e che mi sono presentato con identità falsa, essendo più vecchio di quello che ho dichiarato. Le informazioni fornite da dove sono pervenute? Solo una persona era a conoscenza della realtà, e sapeva tra l'altro una mezza verità, e cioè che io fossi un giornalista antimafia (e lo sono) con un'altra identità che scappava da un imminente pericolo (alla faccia della solidarietà) poiché la criminalità mi voleva morto. Avevo raccontato questa storia per farmi confessare la verità sul suo conto, verità che poi è quella che vi ho sopra descritto, essendo questo individuo in odore di servizi segreti (cosa che mi ha in parte confessato). Ergo, sono stato venduto e cantato appositamente, essendo stato per tutto il tempo sotto stretta sorveglianza.

4.Il travestimento da prete pedofilo ha irritato qualcuno, che forse si è sentito chiamato in causa o ha avvisato chi immischiato in qualche strano traffico. Troppe le circostanze strane, inspiegabili, o meglio spiegabilissime, e anche le banalità, come la croce cristiano-massonica e il tentativo di farmi restare solo con i bambini: “Una volta eliminato l'impossibile ciò che rimane, per quanto improbabile, dev'essere la verità.” (Cit. Sir Arthur Conan Doyle)

Lascio a voi i commenti. E ai diretti interessati - mi riferisco ai dominus - dico: non tentatemi. Repetita iuvant: ho foto, messaggi ed email, con tanto di nomi e cognomi. Non voglio sputtanarvi, e rileggete meglio il paragrafo che vi ho dedicato. Magari vi siete già dimenticati, ma ve lo ricordo:

«Fatevi i cazzi vostri, ed io mi farò i miei. E cercate di trattare bene i bambini».

La Lituania è piccola, e la gente (o l'agente?) mormora.

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