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mercoledì 23 agosto 2023

Annunaki: tra Storia e Mito

Conferenza di Victor Nunzi a  Cagliari il 24 agosto 2023
di Patrizia Boi

Victor Nunzi, ricercatore indipendente romano, studioso della cultura sumera e dell’archeologia misterica, approderà in Sardegna, dove, a Cagliari (Via Adige 11), giovedì 24 agosto alle ore 20,30 terrà la Conferenza Tra Storia e Mito: Quando gli dèi Anunna camminavano sulla Terra, organizzata da Sa Defenza, alla quale saranno presenti per l’organizzazione Valter Erriu, La Poetessa Ecuadoriana Veronica Paredes, che eseguirà alcune Letture, la Scrittrice cagliaritana Patrizia Boi, come Moderatrice della serata. Nonostante sia ancora giovane, Victor, nato a Cochabamba, in Bolivia - un altro paese culla di misteriose civiltà -, ma vissuto a Civitavecchia fin dall’infanzia, è molto conosciuto, avendo presentato il suo libro La regalità degli dèi in molte webTv indipendenti tra le quali Facciamo Finta Che, Il Punto di Vista, Le ali del brujo, arcoiris.tv, Syusy Blady, Occhio alla storia, TVCITY, ecc.

Appassionato studioso di Zecharia Sitchin, ricerca nel campo dell’archeologia misterica sempre con un approccio storico basato sullo studio dei documenti con lo scopo di rivisitare le antiche cronologie per comprendere la successione degli eventi del passato. Il suo accanirsi nel ricercare fonti e testi, si spinge anche allo studio delle lingue antiche per evitare interpretazioni e traduzioni affrettate e superficiali.

La convinzione di molti studiosi di Mito è che dietro a un racconto mitologico sia possibile una base di verità storica, una sorta di “confusa e frammentata mente collettiva di fatti realmente accaduti”. La sua opera sugli dèi Anunna ci fa comprendere che molte culture antiche si assomigliano e sono spesso capaci di incantarci con le loro storie colme di mistero e di magia, come accade in Sardegna nei numerosi siti archeologici lasciati ai posteri dagli antichi nuragici.

Questo pantheon di divinità che fanno capo al dio dei cieli Anu, scendono sulla terra e si dividono i poteri tra il padre e i due figli Enlil ed Enki. Tutto ruota intorno a loro e ai loro discendenti che costituiscono l’Assemblea dei Grandi Anunna. Esiste poi una classe di divinità, gli Anunna, che possiedono un potere inferiore, al servizio dei primi, e una terza categoria di Anunna ancora inferiori, gli Igigi, ridotti in condizione di semi-schiavitù dagli altri. Stanchi di faticare si ribellano e chiedono alle divinità superiori una soluzione per la loro stanchezza. L’Assemblea decide di creare una classe di altri schiavi non divini “gli uomini dai capelli neri” che devono sostituire gli dèi nel lavoro: si tratta dell’umanità. Dopo varie ibridazioni sulla terra convivono gli dèi e gli umani con vario livello di sviluppo, gli ultimi esemplari creati rappresentano l’Adam o Adapa e i suoi discendenti, un’umanità civilizzata creata a immagine e somiglianza degli dèi, dalla quale nasceranno i Patriarchi. La regalità andrà a loro che regneranno ognuno per un certo numero di Sar (1 Sar=3.600 anni) fino a Noè che sopravviverà al grande diluvio. La cronologia è importante: parte da 475.000 anni fa e fino al diluvio arriva a circa 36.000 anni fa, mentre la datazione del diluvio attualmente vigente è pari a 11.000 anni fa, 25.000 anni di vuoto del tempo.

A grandi linee questo è il Mito degli Anunna o Annunaki, ma c’è un particolare interessante che Victor mette in rilievo nella sua opera, la presenza reale ancora oggi in Libano (a Ba'al-Bek) di una grande piattaforma che potrebbe far ipotizzare che i fatti del Mito bbiano radici storiche, ma facciamo una domanda a Victor Nunzi che ci darà ulteriori informazioni.
I megaliti di Ba’al-Bek in Libano
In un libro di letteratura di viaggi, La via per l'Oxiana (Capitolo dedicato a Damasco - Damascus, 18 September) Robert Byron afferma: «Baalbek è il trionfo della pietra, una magnificenza lapidaria il cui linguaggio, ancora visivo, riduce New York a una dimora di formiche. [...] Lo sguardo spazia oltre le mura, fino ai ciuffi verdi dei pioppi dai tronchi bianchi; oltre ancora, al Libano scintillante in lontananza di toni violacei, azzurri, oro e rosa. E poi scende seguendo le montagne fino al vuoto: il deserto, solitario mare di pietra. Bevi l'aria vibrante. Accarezza la pietra con mano delicata. Dà il tuo addio all'Occidente, se lo possiedi, quindi volgiti a Oriente, turista». Alla base del complesso di Ba'al-Bek esiste una gigantesca piattaforma in pietra (88 m x 48 m) che rappresenta un vero enigma in quanto neppure le attuali tecnologie potrebbero trasportare e posizionare pietre tanto colossali. Per questa piattaforma furono tagliati tre enormi blocchi di pietra che costituiscono, quelle oggi evidenti, il cosiddetto τρίλιθον (trilithon), un muro di pietre di dimensioni incredibili, tagliate e messe in posa con precisione millimetrica, tre colossali blocchi megalitici, i più pesanti mai costruiti. Nel tuo libro si legge che il dio Enlil fece realizzare una Piattaforma per l'arrivo dai cieli sulla terra di molti altri Anunna, insomma sembrerebbe un’opera costruita da civiltà molto evolute, come lo possiamo spiegare? 
«Ritengo si debba lasciare, almeno per ora, al fascino del mistero e dell’inspiegabile quanto oggi non siamo in grado di comprendere. Nelle sue pubblicazioni Sitchin ritiene che nell’area da sempre comunque sacra di Ba’al-Bek, che è traducibile come il luogo del “Signore della Fenditura/della Valle”, Enlil fece realizzare una piattaforma per l’“arrivo dai cieli” sulla Terra di molti altri Anunna. Sempre secondo l’autore azero la grande costruzione di Ba’al-Bek sarebbe l’unica opera antidiluviana oggi superstite. È bene precisare che il sito templare di Ba’al-Bek è situato vicino a quella che una volta era una immensa foresta di cedri sul versante occidentale dei Monti anti-Libano, in direzione nord-est-sud-ovest, presso la Valle della Bekaa. Accoglibili o meno le ipotesi avanzate dall’autore azero, si può mettere in luce una informazione comprovabile tramite la letteratura e direttamente connessa con la localizzazione dell’area sacra. Nell’Epopea di Gilgamesh si fa esplicito riferimento al primo viaggio che l’Eroe compie con il suo fidato compagno Enkidu. I due si recano alla foresta dei cedri, una località che nella Mesopotamia è localizzabile dove precedentemente affermato e nei pressi di Ba’al-Bek, si legge “Che Enkidu vada davanti a te; egli conosce la via della Foresta dei Cedri”. I due protagonisti dell’Epopea sanno che in quell’area si trova una delle dimore degli dèi e che nella foresta dei cedri dimora il feroce Khumbaba servo di Enlil e guardiano dei sacri alberi. Il luogo e la sua sacralità erano perciò già note, nel tempo del mito, all’Eroe Gilgamesh che è anche uno dei sovrani della “sempre mitica” prima dinastia della città di Uruk». 
E poi nella sua opera “La regalità dei dèi”, Victor fa riferimento alle numerose fonti consultate per lo studio della mitologia sumera nonché alla necessità di studiare i caratteri della scrittura cuneiforme per poter affinare il più possibile la traduzione dei testi a disposizione. Attraverso documenti e poemi, per esempio, possiamo osservare che le divinità hanno delle regole ben precise come possiamo farci spiegare da Victor al quale poniamo la seguente domanda. 
Nel Poema Enlil e Ninlil, si evidenzia una regola esistente tra le divinità, ossia non era consentito alcun rapporto che non fosse protetto da vincoli nuziale. Cosa sarebbe potuto succedere se non si fosse rispettata tale regola? «Il poema noto come Enlil e Ninlil, che è una ierogamia ma anche una teogonia, in quanto descrive sia il matrimonio tra Enlil e Ninlil, che la nascita di alcune divinità, rende chiaro che il codice di leggi non scritte del mondo delle divinità è inviolabile e ad esso non possono venir meno nemmeno le divinità più importanti. Quando Enlil, come racconta il mito, si unisce alla giovane dea Ninlil in assenza di vincolo matrimoniale, i cinquanta Grandi dèi e i Sette dèi che decidono i destini, si riuniscono nella città di Nibru per giudicare il suo operato. Enlil viene condannato ad un temporaneo esilio dalla sua città e nel suo peregrinare viene seguito dalla dea che poi diverrà sua sposa Ninlil».
Ma la particolarità dell’opera di Victor è la proposta di una nuova cronologia dei fatti che potrebbe avvicinare il Mito alla storia più antica di uno dei più antichi popoli della terra e che cambia il punto di vista su alcune certezze della storia ufficiale come per esempio la datazione del diluvio universale.
La regalità degli dei
Secondo la tua cronologia il diluvio universale sarebbe avvenuto circa 25.000 anni prima rispetto alla datazione proposta dalla ricerca indipendente, dedicherai i tuoi studi futuri a riempire questo buco nero del tempo? «Certamente, l’analisi sin qui condotta che ha avuto ad oggetto l’intero periodo antidiluviano sarà seguita da altrettanta analisi dei periodi successivi al 36.500 a.C.. Sempre con l’ausilio del maggior numero di fonti - e sempre tenendo a mente le intuizioni e ipotesi di Sitchin - i successivi e differenti approfondimenti avranno ad oggetto diverse fasi del periodo storico richiamato». 
Naturalmente, come afferma Nunzi stesso, i suoi studi si muovono a partire dall’opera di Zecharia Sitchin, uno scrittore azero naturalizzato statunitense nato a Baku nel 1920. Egli è Autore di molti libri sulla cosiddetta archeologia misteriosa il cui solo elenco dei titoli lascia intendere la vastità delle tematiche trattate. Ecco i suoi 16 volumi: Il pianeta degli dei; Le astronavi del Sinai; Guerre atomiche al tempo degli dei; Il codice del cosmo; Gli dei dalle lacrime d'oro; Gli architetti del tempo; L'altra Genesi; La Bibbia degli Dei; Il libro perduto del Dio Enki; L'ultima profezia; Il Giorno degli Dei. Il passato è il nostro futuro; Quando i giganti abitavano la terra; Le cronache terrestri rivelate - I segreti del passato sono la chiave del futuro; Il re che rifiutò di morire; Le cronache degli Anunnaki. 

Si tratta di un’opera assai suggestiva che Victor Nunzi ha letto e studiato dall’inizio alla fine ricercando tutti i testi e documenti citati e verificando tutte le traduzioni a disposizione sulle tematiche proposte da Sitchin, cercando di correggere le imprecisioni e ponendo in discussione le ipotesi non verificabili. 

Da questo studio emergono notizie importanti sulle origini dell’umanità che pian piano Victor svela ai lettori e che approfondirà nel corso della sua Conferenza cagliaritana.

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