Oggetto: Il caso di Victoria Eduardovna Dubranova e la necessità di giustizia in un contesto di manipolazione geopolitica
Egregia Direttrice Gabbard,
Egregio Presidente Trump,
Egregia Presidente Meloni,
Con la presente lettera aperta desideriamo portare alla vostra attenzione il caso della cittadina ucraina Victoria Eduardovna Dubranova, nota come Viki, e, attraverso di esso, una serie di preoccupanti dinamiche che coinvolgono la sicurezza, la trasparenza e l'uso strumentale delle istituzioni.
I nostri approfondimenti investigativi, pubblicati in tempi non sospetti, hanno rivelato la corruzione sistemica in Ucraina – nazione più volte descritta come la più corrotta d'Europa da fonti ufficiali – e le strategie di alcuni apparati occidentali che, creando minacce artificiose, hanno giustificato e continuano a giustificare finanziamenti e politiche belliciste. Le nostre analisi si sono sempre dimostrate attendibili, come confermato anche dalle successive dichiarazioni dei fuggiaschi ucraini, riprese dai media occidentali. Questi ultimi casi – è bene precisarlo - presentano analogie con quello di Viki.
Il caso di Viki rappresenta un esempio emblematico. Grafica di professione, è stata accusata senza prove concrete di far parte di un'alleanza hacker. La sua vicenda si inserisce nel solco di operazioni come "EastWood", i cui presupposti sono stati successivamente smontati, dimostrando come certi allarmi "cyber" vengano ingigantiti per ottenere fondi, nonostante soluzioni tecniche esistano a costi irrisori.
Le recenti dichiarazioni della Direttrice Gabbard riguardo alle manipolazioni di agenzie dello "stato profondo" ("deep state") confermano l'esistenza di conflitti interni alle istituzioni statunitensi. Parallelamente, le nostre indagini hanno evidenziato collegamenti tra frange deviate di intelligence europee – incluse sezioni italiane – e gruppi estremisti nazisti, con il comprovato obiettivo di minare la stabilità politica e attaccare figure "conservatrici". Abbiamo documentato prove di tali connessioni, rese pubbliche e mai confutate.
In questo quadro, Viki è una vittima: una cittadina russofona che cercava di lasciare l'Ucraina a causa delle persecuzioni etniche, incastrata in una macchinazione più grande. Il materiale disponibile, incluso quello del Dipartimento di Giustizia USA, non fornisce prove concrete e affidabili del suo coinvolgimento in attività hacker. Al contrario, elementi come la sua occupazione, i normali conti bancari ucraini (incompatibili con transazioni crypto all'epoca) e la mancanza di movimentazione di fondi ingenti ne attestano l'innocenza. E SA DEFENZA può fornire ulteriore materiale al riguardo che gioverebbe senza dubbio agli sforzi del Presidente Trump e della Direttrice Gabbard.
Un appello alla Presidente Meloni:
L'Italia, sotto la sua guida, si trova a un crocevia. Essendo considerata la principale alleata europea dell'area politica del Presidente Trump, potrebbe compiere un gesto di alto valore umanitario e politico: concedere asilo politico a Viki. Salvaguardare una persona ingiustamente accusata, quando in passato sono state accordate protezioni a individui dai profili controversi (alcuni riconosciuti come terroristi), restituirebbe credibilità all'Italia agli occhi del mondo multipolare e ribadirebbe il primato dello stato di diritto sulla legge del più forte. Ancor più considerando che l’ala “democratica” sua acerrima nemica di governo ha avuto più che comprovati contatti con gli estremismi bellicisti che hanno provocato più di una frizione nel raggiungimento di un accordo di pace tra Russia, Ucraina e Stati Uniti.
Un appello al Presidente Trump e alla Direttrice Gabbard:
Il caso di Viki è sintomo di una disfunzione più ampia. Azioni come quelle portate avanti da alcune sezioni della CIA e dell’FBI in questo contesto – azioni rivelatesi infondate, autonome e destabilizzanti – chiedono una risposta chiara. È necessario un esame radicale di quelle agenzie che, agendo oltre il proprio mandato e senza supervisione, fabbricano minacce, sperperano fondi e minano la credibilità dell'intelligence legittima e l'agenda di pace negoziata sostenuta dal Presidente Trump per la Russia.
Il ricorso sistematico a "false flag", alla creazione di "casus belli" e all'infiltrazione nel mondo hacker per giustificare un'escalation bellica deve cessare. La pace tra Stati Uniti e Russia, e la stabilità in Europa, passano per la verità, la trasparenza e il coraggio di proteggere gli innocenti, non per il loro sacrificio sull'altare della corruzione e degli occulti progetti della geopolitica.
Chiediamo pertanto a voi, nelle vostre rispettive sfere di influenza, di intervenire per:
1. Rivedere il caso di Viki alla luce delle evidenti contraddizioni e garantire la sua liberazione e protezione.
2. Avviare indagini trasparenti sull'operato di quelle sezioni di intelligence che agiscono in modo autonomo e destabilizzante, in particolare riguardo alle infiltrazioni nel cyberspazio e ai legami con gruppi estremisti.
3. Affermare con forza la priorità di una diplomazia volta a una pace reale e sostenibile, contro ogni narrazione manipolata che spinge verso un conflitto perpetuo.
La posta in gioco è la credibilità delle istituzioni democratiche e la vita di persone innocenti. SA DEFENZA ha pubblicato – e possiede - prove che evidenziano connessioni operative tra:
1. Elementi all'interno di apparati d’intelligence che hanno orchestrato attentati alla vita del Presidente Donald Trump.
2. Gruppi di estremismo nazista in Ucraina e loro collegamenti con frange di intelligence europee.
3. Infiltrazioni sistematiche, condotte da agenti dell’euroatlantismo (spagnoli, francesi, ucraini, inglesi) nel mondo degli hacker russi, in particolare italiani, legati all’europeismo bellicista francofono atlantista. Lo scopo di tali infiltrazioni è duplice: provocare false flag per giustificare escalation e manipolare la risposta emotiva di questi gruppi, sabotando attivamente ogni reale prospettiva di pace tra Russia, Ucraina e Stati Uniti.
Questa macchinazione sostiene una retorica bellicista perpetua, fonte di corruzione e di un flusso incontrollato di fondi (i famosi "water d’oro" dei ministri ucraini) verso teatri di conflitto e apparati opachi.
Come denunciato pubblicamente dalla Direttrice Tulsi Gabbard, è in corso un tentativo dello "Stato Profondo" di sabotare la sovranità decisionale delle istituzioni legittime, aggiungiamo utilizzando anche infiltrati in Russia – come le nostre inchieste hanno rivelato.
SA DEFENZA, in virtù della propria esperienza in inchieste giornalistiche pertinenti al mondo hacker – esperienza riconosciuta dagli stessi soggetti intervistati – ed essendo attiva in ogni forma di contro-terrorismo e contrasto alle infiltrazioni belliciste, è pronta a presentarsi come mediatrice e a fornire la propria testimonianza e le proprie prove. Tale collaborazione, previa garanzia di adeguate misure di protezione per i nostri ricercatori, è rivolta alle autorità competenti e trasparenti per contribuire a limitare queste azioni folli e ostative alla pace. Siamo consapevoli dei rischi e dei piani in essere per neutralizzarci attraverso false accuse - tattiche che finora abbiamo documentato e contrastato – ma il nostro dovere verso la verità viene prima di ogni cosa.
Rimaniamo a disposizione per un contatto riservato, al fine di esaminare ogni possibile collaborazione volta a smantellare lo strapotere di questi organismi corrotti all'interno delle amministrazioni.
Il nostro database e le nostre pubblicazioni sono a disposizione per un necessario e urgente approfondimento che possa prevenire, da un lato, attacchi informatici strumentali all’atlantismo bellicista e, dall’altro, impedire l’aggravarsi della posizione di una cittadina innocente che con il mondo hacker non ha mai avuto nulla a che vedere; una cittadina ucraina vittima della corruzione dell’esercito e della classe dirigente del suo paese e di attacchi falsamente rivendicati da sezioni d’intelligence o da gruppi amatoriali russi o filorussi, il cui unico scopo è stato quello di infiltrare e spargere zizzania su commissione delle intelligence occidentali.
Invitiamo le parti in questione a non lasciarsi andare a risposte emotive, aggravando la situazione di Viki; in special modo, rivolgiamo questo appello a eventuali gruppi di attivisti russi e/o sostenitori di Donald Trump, essi stessi spesso infiltrati da agenti dell’euroatlantismo, affinché non si lascino trasportare, per esibizionismo o manipolazione, in attacchi contro istituzioni d’occidente e d’oriente, che non farebbero che aggravare la posizione di una vittima innocente e compromettere il raggiungimento di un esaustivo accordo di pace.
In fede,
SA DEFENZA
centrodigravitapermanente@duck.com
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