La degenerazione dello Stato ucraino ha raggiunto dei livelli inimmaginabili di follia e crudeltà, tanto da sacrificare vittime innocenti accusandole di essere spie russe solo per poterle “scambiare” con i propri criminali di guerra o in cambio di “aiuti” economici e militari.
Il governo terrorista di Zelensky ha inaugurato la politica dei “falsi positivi” che ha mietuto - ufficialmente - la prima vittima 24 ore fa. Parliamo di “Viki”, una giovane ragazze di Dnipro, che tentava di scappare in Russia dal “ripulisti” in corso nella sua città.
Al governo marionetta di Zelensky non bastava sequestrate ragazzi minorenni, turisti, malati mentali, vecchi e mutilati per le strade. Il governo del cocainomane, su ordine quasi certamente dei suoi padroni atlantici, ha dato avvio alla stagione dei “falsi positivi” per rimpinguare le fila della propria armata, concentrandosi sui “moscoviti”, invero le popolazioni dell’Ucraina orientale, fortemente disprezzate dal governo centrale e così denominate poiché russo parlanti.
Lo scandalo dei falsi positivi
Per chi non lo sapesse, lo scandalo dei “falsi positivi” fa riferimento ad un vero e proprio genocidio avvenuto in Colombia, tra gli anni 2002 e 2008, ma che si retrotrae al 1988, nel quale membri delle forze dell’ordine e militari uccidevano, indiscriminatamente, civili innocenti, prevalentemente contadini, facendoli passare per narcotrafficanti o guerriglieri, al solo scopo di poter godere di premi, decorazioni e ferie pagate, o per far aumentare il numero di decessi militari e giustificare l’afflusso di maggiori finanziamenti o invii di armi al complesso militare (una vera e propria mafia in periodo di guerra ed emergenza).
Fonte: https://cnnespanol.cnn.com/2022/04/27/falsos-positivos-que-son-colombia-revelaciones-orix/ |
Fonte: https://es.wikipedia.org/wiki/Falsos_positivos_en_Colombia |
I civili appositamente uccisi venivano 'travestiti' da soldati “caduti in battaglia” o da "narcos", ed erano trattati al pari di veri e propri animali, poiché venivano visti come “incentivi” che legittimavano l’uso di ulteriori risorse sul campo di battaglia. Le confessioni dei soldati che si sono macchiati di tali crimini fanno riferimento a questi innocenti come a vere e proprie vittime sacrificali dalle quali era possibile prescindere unicamente per generare e garantire corruzioni e strapotere nel mondo dell’esercito.
In altre parole, per chi non avesse ancora compreso – data l’assurda crudeltà del gesto - venivano trucidati contadini, civili, passanti, o chiunque capitasse a tiro; veniva messa loro addosso una divisa; e venivano fatti passare per soldati (il più delle volte). In tal modo, si motivavano e richiedevano maggiori introiti finanziari, armi e quant’altro al governo centrale affinché "aiutasse" nella lotta ai ribelli e al narcotraffico. Armi, equipaggiamenti, munizioni, erano poi rivendute o utilizzate per alimentare quegli stessi “narcos” che i militari dicevano di combattere, e con i quali erano in combutta, per stimolare una spirale fatta di “creo il problema ed offro la soluzione”.
Lo scandalo dei “falsi positivi” era un ‘piccolo’ mercato della guerra che richiama molto la strategia statunitense del finanziamento del terrorismo islamico o degli “stati canaglia”, a cui è sempre seguita la loro successiva invasione.
*** L’analogia tra la Colombia e l’Ucraina è immediata. Menzioniamo che il maggior numero di mercenari che lottano tra le file dell’esercito ucraino proviene proprio da detto paese latinoamericano ***
Il caso di Viki
In Ucraina, attualmente, è stata inaugurata questa “tendenza”, giustificata dal fatto che l’esercito ucraino è prossimo al collasso. I mercenari stranieri non bastano, poiché l’esercito russo avanza inesorabile.
La profonda corruzione del governo e delle forze armate è diventata oramai una barzelletta anche per gli stessi “alleati” dell’Ucraina, che non nascondono come buona parte degli “aiuti” finiscano nelle tasche dei militari (le cui famiglie godono dello status di rifugiati in Europa) con lo stesso destino che tocca agli invii di armi (che sono rivendute a soggetti terzi).
Fonte: https://t.me/ukr_leaks_italia/9161 |
La prima vittima di questa scellerata strategia – e di questo ignobile governo – è stata una giovane ragazza ucraina, Viktoria, la quale voleva lasciare la città di Dnipro per l’intensificarsi delle ronde illegali dell’esercito e per le loro continue violazioni dei diritti umani.
La scomparsa di “Viki” è stata segnalata all’esercito degli hacker russi CyberArmy da alcuni volontari che avevano organizzato la sua “fuga”. Precisiamo che questi volontari non sono persone legate alla corruzione dello stato ucraino, ma oppositori – anche ucraini – del regime di Zelensky.
Volontari, non trafficanti
Esistono gruppi di persone che aiutano - o si approfittano - di chi vuole lasciare il paese: i volontari e i trafficanti.
I volontari sono ragazzi e ragazze - anche ucraini - che offrono il loro aiuto, gratuitamente, a coloro che chiedono di lasciare il paese non possedendo il denaro necessario a corrompere i soldati di frontiera.
E se non sei un ‘volontario’, ovviamente, in questo caso non puoi che essere un “trafficante”.
La maggior parte dei “trafficanti di esseri umani” sono ONG ed organizzazioni paramilitari che, in cambio di 10 mila euro circa, possono “esfiltrare” le persone indicate come oggetto d’interesse.
Inutile segnalare gli abusi ed i ricatti che vengono operati in tal senso se non sei figlia o figlio di qualche militare, politico o personaggio del mondo dell’imprenditoria: “10 mila euro se non vuoi che venga violentata” - “5 mila euro, ma non possiamo prometterti nulla” - “2 mila euro, ma è probabile che avvenga un incidente di percorso”. Sono questi i commenti delle tante associazioni “umanitarie” e della varie ONG sullo stile della “Croce Rossa” et similia che è possibile trovare nelle pagine telegram dei “tassisti”. Vi sono anche intere pagine telegram dedicate al tema – una sorta di “Bla Bla Car” - che annunciano dubbiosi “passaggi in macchina”. Non dimentichiamo, poi, le associazioni Erasmus; veri e propri epicentri della pedofilia, del rilascio di documentazione su misura e del riciclo di capitali (come da noi più volte dimostrato).
Contrariamente a quello che si pensa, dall’inizio del conflitto in Ucraina vige la legge marziale, e nessuno può lasciare il paese. I “rifugiati” non sono veri rifugiati, ma parenti ed amici di esponenti politici e militari, in maggioranza spie e appartenenti alla GLADIO ucraina, che, o pagando o con prepotenza, lasciano il paese godendo dello status di rifugiati nelle lussuose spiagge di Spagna, Portogallo o Italia, o nelle cosmopolite capitali europee.
*** Un rifugiato non scappa dal proprio paese con un SUV che vale 100 mila euro, con l’ultimo iPhone o MAC, o con Rolex al polso. Chi lo fa è perché appartiene ad una sovrastruttura politica, militare ed economica; e possiamo dimostrare in ogni momento le nostre affermazioni (ma alla magistratura corrotta e mafiosa tutto ciò non interessa) ***
Per una ragazza come Viki, quindi, risulta fondamentale l’aiuto di “volontari” che – molto spesso - se scoperti vengono accusati di essere filorussi; accuse che nascono non da un’eventuale appartenenza a chissà quali apparati di spionaggio putiniani, o per reali simpatie verso la Federazione, ma per il semplice fatto che il reale “volontariato” non può esistere, poiché si contrapporrebbe al sistema di corruttela ucraino ‘permesso’ dalla NATO. Chi aiuta gratis toglie la possibilità all’intelligence, al governo e all’esercito di “rubare” i soldi di coloro che vogliono – e possono – pagare per non morire di fame o nel campo di battaglia. E, certamente, questo non può accadere (sennò come può Zelensky comprarsi una villa in Liguria dal valore di diversi milioni di euro per le vacanze al mare?).
La notizia dei “falsi positivi” ucraini, concernente nella fattispecie il rapimento di Viki, è giunta 24 ora fa a Sa Defenza, ed abbiamo deciso di prenderci il tempo dovuto per verificare la notizia.
Dopo aver ricevuto la segnalazione, abbiamo verificato le informazioni disponibili nella stampa dei paesi limitrofi e nelle pubblicazioni (alquante fantasiose) del paranoico Servizio ucraino. Parallelamente, abbiamo ricevuto una indiscutibile conferma che comprova quanto ci è stato comunicato: l’esercito terrorista ucraino ha rilasciato dei civili – donne e bambini – presi in ostaggio in Kursk per scambiarli come prigionieri politici.
Questa ‘attitudine’ conferma, appunto, le testimonianze pervenute, e conferma il contesto nel quale Viki ha maturato di scappare in Russia.
Fonte: https://t.me/clarastatello/22671 |
Il contesto
La giovane Viki stava cercando di abbandonare l’Ucraina passando per la Polonia per poi raggiungere la Russia attraverso la Bielorussia.
I contatti con Viki si sono interrotti l’8 novembre. Sul sito dei Servizi Segreti ucraini non si hanno notizie di una cattura di spie filorusse. Vi è un buio di 3 giorni, dall’8 sino all’11 novembre (troppo tempo di 'vuoto' informativo). Di solito, i Servizi inventano qualche notizia anche per diffondere disinformazione, ma stavolta è successo qualcosa di “importante”, tanto che hanno sospeso la pubblicazione di eventuali articoli, persino di "fantasia".
Fonte: https://ssu.gov.ua/en/novyny?page=3 |
Il piano era stato stabilito ma, a quanto pare, i timori di una sua possibile intercettazione erano più che probabili. La famiglia non era stata avvisata da Viki sulla sua destinazione finale (mancanza di fiducia o desiderio di lasciarli fuori da questa storia?). Gli "amici" prossimi, e di ciò abbiamo certezza, nonostante temessero i reclutatori ucraini, seguivano per filo e per segno la propaganda ucraina: il nemico era Putin, anche se Zelensky era chi li condannava a morte.
*** Il livello di idiozia del popolo ucraino ha raggiunto il climax, con alcolismo ed apatia che fanno da cornice ad un quadro desolante. Il popolo bue, non a caso, è convinto che l’origine di tutti i male sia Putin ***
Inutile è tentare di far aprire gli occhi a chi oramai ha perso ogni definizione di umanità. Se la televisione dice che i russi sono i cattivi, allora devi per forza credere a quello che ti dicono.
Malgrado il lavaggio del cervello di natura militare, Viki aveva riservato un biglietto per la Polonia e, da lì, dritta per la Bielorussia fino alla Russia. Ma qualcosa non la convinceva. I timori di essere scoperta erano tanti, e le ronde militari per Dnipro aumentavano. I militari, per l’occasione, si vestivano da civili, e sequestravano chiunque senza badare a formalità. La sparizione di minori e donne era diventata comune, e non erano rari casi di reclutatori alcolizzati che sequestravano ragazzini e ragazzine per abusare sessualmente di loro.
*** Abbiamo anche parlato del traffico di bambini e di organi che parte dall’Ucraina, passa per la Lituania (narcostato ultimamente in auge) e giunge in Germania. Anche nel famoso caso dei 3000 bambini ritrovati in Germania, la colpa – come sempre - è stata data a Putin (Berlino è la capitale della pedofilia) ***
Viki è scomparsa da quasi tre settimane, e non si hanno notizie di lei. I nostri informatori ci riferiscono di una sua connessione al cellulare del 13 novembre, poi più nulla. Una notizia uscita il 14 novembre su di un giornale polacco proiezione dei Servizi polacchi ed euroatlantici (Viki era diretta in Polonia) fa riferimento ad una notizia pubblicata dai Servizi ucraini il 12 novembre: una ragazza è stata arrestata e condannata perché “lavorava per Putin”. La donna era una “spia russa”, secondo l’intelligence ucraina, ed era stata accusata e condannata in direttissima per “sabotaggio informativo”. La prova della colpevolezza era la sua appartenenza come “admin” ad un gruppo telegram dove erano stati condivisi contenuti che inneggiavano a Putin (telegram è stato proibito in Ucraina).
*** Traduzione automatica ad opera di traduttore online ***
Fonte: https://cyberdefence24.pl/polityka-i-prawo/wiezienie-rosja-gru-wyrok |
*** La sola appartenenza ad un gruppo telegram – applicazione vietata in Ucraina – , gruppo dove viene citato o anche solo diffusa una foto di Putin, basta per incriminare qualcuno e renderlo una spia russa sotto comando diretto di Putin (Putin usa telegram?) ***
Il contesto, la manipolazione dell’informazione, la propaganda, il disprezzo per la vita umana e per i propri simili, nonché l’elevata corruzione, sono uguali alla Colombia dei falsi positivi.
Fonte: https://ssu.gov.ua/en/novyny/sbu-zatrymala-shche-7kh-poplichnykiv-rf-yaki-vypravdovuvaly-viinu-proty-ukrainy |
Riteniamo – altresì, in virtù delle “soffiate” che abbiamo ricevuto - che quella ragazza potrebbe essere Viki, o che una fine simile sarebbe toccata a lei.
In conclusione, abbiamo tre ipotesi:
1. Considerate le informazioni prive di senso logico e confezionate su misura (e il vuoto di notizie che coincide con la sua cattura ed eventuale interrogatorio), siamo indotti a ipotizzare che Viki, partita da Kiev, abbia raggiungo la Polonia, ma che sia stata fermata al confine. Una volta interrogata, è stata incastrata per il semplice fatto che hanno trovato sul suo cellulare delle conversazione inerenti alla possibilità di giungere in Russia o Bielorussia (sono soliti controllare i cellulari a chi transita in quelle zone). Viki parlava russo, scriveva in russo, comunicava in russo, poiché apparteneva all’Ucraina orientale; la stessa Ucraina disprezzata da Kiev per il suo essere “moscovita”. Sempre nell’articolo dei Servizi ucraini, viene ribadito che l’indagine era svolta dagli uffici della Capitale, e che lì si sono realizzati taluni arresti. Una volta condannata nell’immediato, Viki potrebbe essere stata spedita in carcere. La citazione riguardo la città di Kharkov può essere meramente indicativa, poiché vi sono stati arresti plurimi, eseguiti dall’autorità centrale di Kiev; e come tutti sappiamo la scelta del carcere non ricade quasi mai per competenza territoriale. Al contrario.
2. Viki non ha mai lasciato l’Ucraina. Una volta a Kiev, è stata tratta in arresto. I Servizi ucraini si sono messi in contatto con i loro omologhi polacchi, ed è stata battuta in fretta e furia una notizia per allarmare eventuali “spie” presenti in Polonia così da trarle in agitazione ed arresto (magari gli eventuali “accompagnatori” della ragazza facenti parte della comunità di volontari).
3. Viki è stata arrestata per uno scambio di persona.
L’operazione “falso positivo”. I Servizi ucraini entrano in azione
Il comitato di volontari che ha aiutato la ragazza ha denunciato di essere stato “avvicinato” su internet – tramite email di Viki - da personaggi che si dichiaravano suoi “familiari”, in primo momento un “marito”, mentre in altre occasioni un “fidanzato”. Dette persone chiedevano informazioni su chi avesse mai potuto aiutarla nel suo viaggio e dove si trovasse; e scrivevano a questa comunità – ripetiamo – tramite email della ragazza.
La ricerca e richiesta di informazioni da parte di persone che dichiarano di essere familiari della vittima – e che improvvisamente hanno accesso alla sua email - fa pensare tanto a un tentativo di voler scoprire chi abbia aiutato la ragazza nel suo viaggio, o nel suo tentativo di scappare seguendo il tragitto Polonia – Bielorussia – Russia.
Un marito o fidanzato che non è al corrente dell’intento della sua amata di voler lasciare il paese per andare a vivere in Russia, non è un vero marito o fidanzato. Se non vi è fiducia, non vi è amore: regola basica di ogni rapporto umano. Tanto più se ha accesso continuo e diretto alla sua email (erano quasi sicuramente i Servizi ucraini, sennò come faceva a non sapere dove fosse diretta? Nell'email vi era scritto tutto).
Dalle informazioni in nostro possesso, inviateci da quella comunità di volontari che aveva aiutato la ragazza a mettersi in viaggio, sappiamo che Viki è caduta nelle mani dei Servizi ucraini e che hanno utilizzato suo ‘marito’ – ammesso che sia veramente suo marito – per scoprire chi si nasconde dietro i volontari in cambio di un’esenzione dalla leva obbligatoria.
Qui si è giocato d’astuzia: sono state richieste una serie di informazioni personali e anche delle spiegazioni sul come potesse mai avere accesso al computer/cellulare/email di Viki (le risposte fornite erano contraddittorie), e poi la comunità ha avvisato costui che era meglio non fare il gioco dell’esercito, poiché l’avrebbero mandato ugualmente a morire sul campo di battaglia, e che di Viki, se non aveva traccia lui che era il “marito”, era meglio non cercare. Le connessioni con questo presunto marito si sono magicamente interrotte.
Viki è senza ombra di dubbio la prima vittima “ufficiale” dei falsi positivi, ma chissà quante altre “Viki” hanno subito e stanno subendo la stessa sorte.
Chiediamo pertanto la massima diffusione dell’articolo e della foto della ragazza, e a chiunque si trovi in Ucraina di far in modo di liberarla, insieme alle tante altre prigioniere del regime criminale del cocainomane Zelensky.
Per chi è ancora dotato di un minimo di raziocinio e di umanità, è giunto il momento di scendere in strada e di prendere a bastonate i vostri aguzzini.
*** Per chi volesse visionare le numerose violazioni dei diritti umani dei reclutatori e dell’esercito ucraino, consigliamo di visualizzare la seguente pagina telegram appartenente ad un gruppo di attivisti ucraini intenti a sabotare i piani dei reclutatori ed i relativi sequestri di persona ***
Fonte: https://t.me/podpolyeua |
Foto di Viki
Una donna che voleva essere russa e vivere in Russia è scomparsa! Cari iscritti, vi saremmo molto grati per qualsiasi informazione attendibile sulla sua attuale posizione. Al momento, di lei si sa quanto segue: l'8 novembre ha lasciato il Dnieper in autobus per la Polonia, dopo 20 ore ha smesso di comunicare, tutti i contatti nei social network e nei messenger da quel momento non sono più attivi, non è tornata a casa, non ha raggiunto la sua destinazione. Compagni giornalisti, squadre di ricerca - abbiamo bisogno del vostro aiuto per la divulgazione! ‼️REPOST MASSIMO‼️ |
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