IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Undicesima parte
Gli racconto ciò che mi è capitato, ed il lavoro che sto compiendo, ma sintetizzo al massimo l’esposizione, ho una dannata fretta di conoscere l’evoluzione degli avvenimenti che lo riguardano, e informarlo che per lungo tempo ero convinto che fosse morto o imprigionato, certo che tra gli organizzatori dell’attentato ci fosse anche lui.
“Appartengo ad un’organizzazione anarchica che ha deciso di eliminare il dittatore, e se in genere agiamo singolarmente, stavolta abbiamo deciso di non rischiare e organizzare per bene un attentato. Eravamo in sette, ma ancora prima di agire, due miei compagni sono stati picchiati e sequestrati dagli squadristi, che però erano sicuramente ignari della decisione presa, e noi abbiamo continuato ad organizzare l’azione, non è la prima volta che abbiamo avuto grosse noie senza andare a cercarcele. Per un motivo o per un altro, la decisione è stata rimandata più volte, a roma abbiamo deciso che là saremmo entrati in azione, aspettando un’occasione favorevole, ma ancor prima di agire, un mio compagno è stato arrestato, mentre un altro è stato ferito e bastonato, perché trovato in possesso di un’arma, un terzo, riconosciuto e inseguito, ma salvo, ha detto di voler espatriare in svizzera, un altro verso nord, ed io sono rientrato in questa zona, ma penso che sappiano esattamente chi siamo, infatti mi stanno cercando, anche se non ho avuto modo di compiere alcuna azione, evidentemente hanno deciso di arrestare tutti gli anarchici, a prescindere da eventuali colpe. Essere venuto qui proprio ora che ci sei tu penso sia un grosso rischio per entrambi, e infatti tra un po’ vado via, se ci dovremo vedere sarà in un altro posto”.