venerdì 8 marzo 2013

Hugo Chávez, la leggenda del Liberatore del XXI secolo


Hugo Chávez, la leggenda del Liberatore del XXI secolo

Gennaro Carotenuto 



gennarocarotenuto.it/

Hugo Chávez non è stato un dirigente come tanti nella storia della sinistra. È stato uno di quei dirigenti politici che segnano un’intera epoca storica per il suo paese, il Venezuela, e per la patria grande latinoamericana. Soprattutto, però, ha incarnato l’ora del riscatto per la sinistra dopo decenni di sconfitte, l’ora delle ragioni della causa popolare dopo la lunga notte neoliberale.



L’America nella quale il giovane Hugo iniziò la sua opera era solo apparentemente pacificata dalla cosiddetta “fine della storia”. Questa, in America latina, non era stata il trionfo della libertà come nell’Europa dove cadeva il muro di Berlino. Era stata invece imposta nelle camere di tortura, con i desaparecidos del Piano Condor e con la carestia indotta dal Fondo Monetario Internazionale.

Il migliore dei mondi possibili lasciava all’America latina un ruolo subalterno e ai latinoamericani la negazione di diritti umani e civili essenziali. Carlos Andrés Pérez, da vicepresidente dell’Internazionale socialista in carica, massacrava nell’89 migliaia di cittadini inermi di Caracas per ottemperare ai voleri dell’FMI.

L’America che oggi lascia Hugo Chávez, ad appena 58 anni, è un continente completamente diverso. È un continente in corso di affrancamento da molte delle sue dipendenze storiche e rinfrancato da una crescita costante che, per la prima volta, è stata sistematicamente diretta a ridurre disuguaglianze e garantire diritti.

Non voglio tediare il lettore e citerò solo un paio di dati indispensabili. Nella Venezuela “saudita”, quella considerata una gran democrazia e un modello per l’FMI, ma dove i proventi del petrolio restavano nelle tasche di pochi, i poveri e gli indigenti erano il 70% (49 e 21%) della popolazione.

Nel Venezuela bolivariano del “dittatore populista” Chávez ne restano meno della metà (27 e 7%). A questo dato affianco la moltiplicazione del 2.300% degli investimenti in ricerca scientifica e il ricordo che, con l’aiuto decisivo di oltre 20.000 medici cubani, è stato costruito da zero un sistema sanitario pubblico in grado di dare risposte ai bisogni di tutti.

Oggi che il demonio Chávez è morto, è sotto gli occhi di chiunque abbia l’onestà intellettuale di ammetterlo cosa hanno rappresentato tre lustri di chavismo: pane, tetto e diritti. Gli osservatori onesti, a partire dall’ex-presidente statunitense Jimmy Carter, che gli ha rivolto un toccante messaggio di addio, riconoscono in Chávez il sincero democratico e il militante che si è dedicato fino all’ultimo istante «all’impegno per il miglioramento della vita dei suoi compatrioti». No, Jimmy Carter non è… chavista. Semplicemente è intellettualmente onesto ed è andato a vedere. Tutto il resto, la demonizzazione, la calunnia sfacciata, la rappresentazione caricaturale, è solo squallida disinformazione.

Chávez entra oggi nella storia ed è già leggenda perché ha mantenuto i patti e fatto quello che è l’essenza dell’idea di sinistra: lottare con ogni mezzo per la giustizia sociale, dare voce a chi non ha voce, diritti a chi non ha diritti, raggiungendo straordinari risultati concreti. In questi anni ha cento volte errato perché cento volte ha fatto in un paese terribilmente difficile come il Venezuela. Ha chiamato il suo cammino “socialismo”, proprio per sfidare il pensiero unico che quel termine demonizzava.

Chávez diventa così leggenda perché, in pace e democrazia, ha realizzato quello che è il dovere di qualunque dirigente socialista: prendere la ricchezza dov’è, nel caso del Venezuela nel petrolio, e investirla in beneficio delle classi popolari. Lo ha fatto al di là della retorica rivoluzionaria, propria di anni caldissimi di lotta politica, da formichina riformista.

Utilizzo il termine “riformista” sapendo che a molti, sia apologeti che critici, non piace pensare che Chávez non sia stato altro che un riformista, ma radicale, in grado di raggiungere risultati considerati impossibili sulla base di defaticanti trattative e su politiche basate sulla ricerca del consenso e sulla partecipazione.

Chávez è già leggenda perché ha piegato al gioco democratico un’opposizione indotta, in particolare da George Bush e José María Aznar (molto meno da Obama), all’eversione, esplicitatasi nel fallito golpe dell’11 aprile 2002 quando un popolo intero lo riportò a Miraflores e nella susseguente serrata golpista di PDVSA, la compagnia petrolifera nazionalizzata. È il controllo di quest’ultima ad aver garantito la cassaforte di politiche sociali generose.

È questo che la sinistra da operetta europea non ha mai perdonato a Chávez. Per la sinistra europea l’America latina è un remoto ricordo di gioventù, non un continente parte della nostra stessa storia. È troppo facile archiviare la presunta anomalia chavista, che è quella di un Continente, l’America latina dove destra e sinistra hanno più senso che mai, ed è necessario schierarsi, come un’utopia da chitarrate estive, Intillimani e hasta siempre comandante.

È troppo scomodo riconoscerne la prassi politica nelle due battaglie storiche che Hugo Chávez ha incarnato: la lotta di classe, che portò Chávez, il ragazzo di umili origini che per studiare poteva fare solo il militare o il prete, a scegliere di stare dalla parte degli umili, e quella anticoloniale che ha preso forma nel processo d’integrazione del Continente.

Il consenso, la partecipazione al progetto chavista, si misura proprio nella vigenza, nelle classi medie e popolari venezuelane, di un pensiero contro-egemonico rispetto a quello liberale dell’imperio dell’economia sulla politica.

I latinoamericani hanno maturato nei decenni scorsi solidi anticorpi in merito. Chávez ha catalizzato tali anticorpi riportando in auge il ruolo della lotta di classe nella Storia, la continuità della lotta anticoloniale, perché i “dannati della terra” continuano ad esistere e a risiedere nel Sud del mondo e non bastano 10 o 15 anni di governo popolare per sanare i guasti di 500 anni. Lo accusano di aver usato a fini di consenso la polemica contro gli Stati Uniti.

C’è del vero, ma non è stato Chávez a tentare sistematicamente di rovesciare il presidente degli Stati Uniti e non è il dito di Chávez ad oscurare la luna di rapporti diseguali e ingiusti tra Nord e Sud del mondo.

Si conceda a chi scrive il ricordo dell’intervista quasi visionaria che Chávez mi concesse a fine 2004 proprio sul tema della Patria grande latinoamericana. Sento ancora la forza del suo abbraccio al momento di salutarci. Con lui c’erano Lula e Néstor Kirchner, anch’egli scomparso neanche sessantenne nel momento di massima lucidità politica, dopo aver liberato l’Argentina dalla morsa dell’FMI e restaurato lo Stato di diritto in grado di processare i violatori di diritti umani.

Poi vennero Evo Morales e tutti gli altri dirigenti protagonisti della primavera latinoamericana. A Mar del Plata nel 2005 tutti insieme sconfissero il progetto criminale di George Bush che con l’ALCA voleva trasformare l’intera America latina in una maquiladora al servizio della competizione globale degli USA contro la Cina. Dire “no” agli USA: qualcosa d’impensabile!

Adesso, seppellita la pietra dello scandalo Chávez, tutti sono certi che l’anomalia rientrerà, che Nicolás Maduro non sarà all’altezza, che il partito socialista esploderà per rivalità personali e che la storia riprenderà il proprio corso come se Hugo non fosse mai esistito. Chissà; ma cento volte nell’ultimo decennio i venezuelani e i latinoamericani hanno dimostrato di ragionare con la loro testa.

Hanno dimostrato di non voler tornare al modello che hanno vissuto per decenni e che oggi sta divorando il sud dell’Europa. La forza del Brasile di Dilma come potenza regionale ha superato con successo vari esami di legittimazione.

Il processo d’integrazione appare un fatto irreversibile che fa da pilastro all’impedire il ritorno del «Washington consensus». No, una semplice restaurazione non è all’ordine del giorno anche se dovesse cambiare il segno politico del governo venezuelano, cosa improbabile sul breve termine, anche per l’enorme emotività causata dalla scomparsa di un leader così popolare.

Da oggi qualunque governo venezuelano e latinoamericano si dovrà misurare con la leggenda di Chávez, il presidente invitto, quattro volte rieletto dal suo popolo, in grado di sopravvivere a golpe e complotti, che aveva tutti i media contro e che solo il cancro ha sconfitto. Di dirigenti come lui o Néstor Kirchner non ne nascono tanti e il futuro non è segnato. Ma il suo lascito è enorme ed è un patrimonio che resta nelle mani del popolo.

giovedì 7 marzo 2013

ZONA FRANCA INTEGRALE - IL GRANDE BLUFF DELLA REGIONE


ZONA FRANCA INTEGRALE - IL GRANDE BLUFF DELLA REGIONE

CAGLIARI 07.03.13 Palazzo Regione Viale Trento ore 18.00

La Dott.ssa Randaccio e l'Avv. Scifo, sono saliti nell'ufficio dell'Assessore Zedda, per il tavolo tecnico definitivo riguardante le ultime formalità dell'iter necessario per la messa in funzione del Regime di Zona Franca Integrale. 

Sappiate innanzitutto che ho avuto conferma da parte dell'assessore Zedda, che seppure sul sito della Regione risultasse che la stessa aveva inviato quanto necessario alla CEE e al Ministero, in realtà non hanno mai spedito nulla. 

La risposta: Vi abbiamo detto che l'avevamo spedita per prendere tempo. Pertanto non basta solo inviare la comunicazione alla SARAS, ma serve anche inviare i documenti anche agli altri due enti.

BUGIE..... BUGIE....... BUGIE....... BUGIE....... BUGIE........ BUGIE. 

Strana coincidenza..... anche quella di aver nel frattempo dato ufficiale comunicazione ai Comuni aventi i siti Portuali, per l'approvazione di delibere di Giunta Comunale per le perimetrazioni di aree (fianco porto) da destinare a Zone Franche Portuali, vanificando la precedente attivazione già deliberata per la Zona Franca Integrale. 

Si fa presente che a Tortolì lunedì scorso c'è stata una manifestazione di numerosi partecipanti da tutta la Sardegna per contestare la riunione di Giunta ( che non si è svolta perchè ho parlato con l'Ass.re Zedda che l'ha stoppata chiamando il Sindaco). 

A questo punto la volontà della RAS non pare quella di voler arrivare alla conclusione dell'iter per la messa in funzione della Zona Franca Integrale, ma quella di insistere per le sole Zone Franche Portuali. 

Ci sentiamo pertanto offesi per le BALLE UFFICIALI dette dal Presidente Cappellacci e dall'Assessore Alessandra Zedda!! 

Il presidio alla SARAS è stato fatto per cercare di sollecitarle la messa in atto del nuovo prezzo dei carburanti scontato delle tasse non più dovute. 

Sarebbe bastato che la RAS gli avesse inviato una semplice comunicazione per avere all'indomani il prezzo diverso sulla colonnina dei distributori. 

E così sarebbe se veramente gli altri adempimenti fossero stati fatti con CEE e Ministero. 

INVECE CI HANNO DETTO SOLO UN SACCO DI PALLE!!!! 

E oggi alla conclusione dell'incontro in RAS l'Avv. Scifo e la Dott.ssa Randaccio ci hanno confermato le BUGIE dette dal Presidente e dall'Assessore con addirittura la possibilità che l'iter non possa avere esito finale prima dei tre mesi. 

Cari Amministratori dei miei stivali...... mi fate solo una gran pena...... poichè avete preso ancora una volta in giro il Popolo sardo che non siete assolutamente degni di rappresentare. 

VERGOGNA!!

Domani verrà pubblicato un'articolo sull'Unione sarda in riferimento al loro vergognoso e ignobile comportamento!!

QUESTI STANNO DIMOSTRANDO OGNI GIORNO SEMPRE DI PIU' CHE DELLA ZONA FRANCA INTEGRALE NON GLIENE INTERESSA UN PIFFERO!!



Giuseppe Marini (Movimento Terra Libera)










Zona franca, presidio alla Regione:
"Chiediamo agevolazioni sul carburante"

presidio a viale trento















Matteo Sau

I comitati chiedono l'attuazione immediata. L'azienda: rispettiamo le norme

Zona franca, presidio alla Saras

«Siamo in attesa di una risposta dal ministero delle Finanze sul quadro normativo per l'azzeramento delle tasse sul carburante». 

Giuseppe Marini, del movimento Terra libera, ha trascorso la giornata di ieri, con altre venti persone dei comitati per la zona franca, dentro la raffineria della Saras di Sarroch, in attesa di chiudere una partita che però è ancora bloccata: sarà il ministero competente a stabilire la quota di abbattimento di dazi, accise e iva. 

Motivo per cui dalla Saras fanno sapere che «l'azienda lavora e si impegna nel territorio nel pieno rispetto delle norme vigenti. Se dovesse concretizzarsi una modifica del quadro legislativo, Saras come sempre si adeguerà».

«Non ce ne andiamo finché non avremo certezze», ha detto Marini. La richiesta nei confronti della raffineria è arrivata dopo la comunicazione fatta dal presidente Cappellacci che «ha dato attuazione al decreto legislativo 75 sulla zona franca integrale». Una giornata lunga iniziata con una visita all'ufficio della Dogana «per verificare se avessero avuto comunicazione dalla Regione», ha detto il portavoce del movimento, «ma abbiamo scoperto che non era stato mandato nulla». 

Da segnalare anche la richiesta, protocollata da Marini alla presidenza della Regione, per «la riapertura dell'Agenzia sarda delle entrate e la chiusura immediata di Equitalia». I motivi addotti da Marini sulla necessità di questa azione stanno «nell'atteggiamento vessatorio da parte di Equitalia e nella possibilità di mantenere nell'Isola parte del gettito fiscale». La volontà espressa dal movimento Terra libera e dai comitati per la zona franca è «dare una speranza alle tante persone che soffrono e patiscono la crisi», ha sottolineato Marini, «la più importante è vedere la colonnina del distributore col prezzo abbassato». Il presidio all'interno della raffineria continua: «Non possiamo abbandonare fino a quando non arriveranno notizie positive da Roma».

Riprende la lotta per l'attuazione della zona franca integrale.


Dopo una notte in presidio da parte di quattro membri del Movimento Terra Libera dentro la raffineria della Saras, la protesta si sta spostando sotto il palazzo della Regione, in viale Trento, per un sit-in.

Si chiede l'azzeramento delle tasse sul carburante, come stabilito dal decreto legislativo 75 sulla zona franca integrale a cui la Regione ha dato attuazione il 12 febbraio scorso. Decine di cittadini e alcuni sindaci, da Dorgali a Tortolì, chiedono in intervento immediato. "Vogliamo vedere gli effetti della zona franca impressi nelle colonnine dei distributori- ha spiegato Giuseppe Marini del Movimento Terra Libera - ovvero i prezzi allineati a Livigno: 1,07 il gasolio e 1,15 la benzina, contro gli attuali 1,70 e 1,80".


Il pomo della discordia è la mancata comunicazione da parte della Regione. "Il 12 febbraio a seguito della nostra occupazione si è espressa a favore di questo diritto, sull'esempio di 280 Sindaci, ma poi tutto è fermo solo perché non arriva il documento con la comunicazione all'Ufficio della Dogana", ha aggiunto Marini. La Saras da parte sua ha fatto sapere che "da sempre lavora e si impegna nel territorio nel pieno rispetto del quadro normativo vigente. 

Qualora dovesse concretizzarsi una modifica del quadro legislativo, Saras, come sempre, si adeguerà alle nuove disposizioni di legge". "Per questo abbiamo abbandonato il presidio a Sarroch - ha precisato Marini - non è responsabilità della Saras ma della Regione, piuttosto che pensare solo al rimpasto in Giunta deve inviare subito la comunicazione e dare così attuazione immediata alla zona franca e agevolare i sardi martoriati dalla crisi".



lunedì 4 marzo 2013

Sardinya Zona franca: L'importante è che il processo di attuazione della legge continui. ATTENZIONE!! ASSALTO DEI SOLITI "SIGNORI DELLA POLITICA" SULLA ZONA FRANCA IN SARDEGNA!!


Zona franca: il presidente scrive al commissario per la fiscalità
E intanto dal governo arrivano i soldi per la cassa integrazione


Il decreto legislativo n. 75/98 individua espressamente i porti da perimetrare e prevede la possibilità per qualsiasi altro porto di chiedere di essere inserito nell'area franca, così pure, a termine di legge art. 1 dlgs. 75/98, qualsiasi comune dotato di area industriale collegato o collegabile (basta una strada) a uno qualsiasi dei porti indicati nella legge può chiedere alle dogane di essere inserito nell'area franca. 

Ciò precisato, l'assessore ha detto che intendeva procedere su due vie: perimetrare i porti indicati espressamente nella legge e insistere per la zona franca integrale. Ritengo che qualunque comune che ha deliberato la zona franca può perciò chiedere di essere inserito nelle aree franche. 

L'importante è che il processo di attuazione della legge continui.


ATTENZIONE!! ASSALTO DEI SOLITI "SIGNORI DELLA POLITICA" SULLA ZONA FRANCA IN SARDEGNA!! 

Giuseppe Marini


Un appello a tutti i Sardi: Prima ci siamo dovuti scontrare contro i "POTERI FORTI DI OLTREMARE", che non volevano che la Sardegna avesse la Zona Franca Integrale!! Siamo riusciti a far sì che questo diritto che ci spetta da decenni, non ci venisse a mancare. 


I Sardi sono riusciti a fare leva e a portare la Regione a metterlo in atto! Ora abbiamo però da combatterli per un altro importante motivo: Questi personaggi, avallati dai nostri Amministratori, vorrebbero gestire loro il regime di Zona Franca in Sardegna!! I punti chiave per far sì che questo loro progetto venga messo in atto, sono le Amministrazioni Comunali a cui appartengono tutti i "Siti Portuali". 


Con la scusa di dover delimitare e recintare aree per la creazione di "isole di Zona Franca", intendono collocarvi all'interno le sedi di società forti economicamente e già preparate per lo scopo, con cui gestire per i fatti loro i flussi delle merci in entrata e in uscita. Domani è prevista una RIUNIONE DI GIUNTA COMUNALE nel Comune di Tortolì, per deliberare proprio in questo senso. 


Vorrebbero approvare una delibera che vada ad individuare un'area di diversi ettari adiacente al Porto di Arbatax, per il suddetto scopo. 


Sono tantissimi i cittadini che si recheranno domani pomeriggio in presso il Comune di Tortolì, per impedire che questo avvenga. IL PORTO DI ARBATAX NON E' SOLO IL PORTO DI TORTOLI'-ARBATAX, MA E' LA "PORTA DELL'OGLIASTRA"!! 


Si chiede la massima partecipazione non solo ai Tortoliesi, ma a tutti gli Ogliastrini, alla Baronia, al Nuorese, al Sarrabus e al resto dell'isola, per dare un segnale forte a chi vuole fare di una cosa di tutti una cosa per pochi!! 


DOMANI TUTTI A TORTOLI' (alle ore 16.00), E POI SI PROSEGUIRA' IN CIASCUN COMUNE (avente le stesse intenzioni) INTERESSATO DA SITO PORTUALE!! ABBIAMO DIMOSTRATO DI ESSERE CAPACI DI TROVARE L'UNIONE PER L'OTTENIMENTO DEI NOSTRI DIRITTI E PERTANTO PROSEGUIAMO SU QUESTA STRADA!! TUTTI UNITI NELL'INTERESSE COMUNE DEL POPOLO SARDO A TUTELA DEL VERO FUTURO DEI NOSTRI FIGLI!! 


Sappiate inoltre che tutte le entrate fiscali derivanti dai vari flussi commerciali,

 andranno a finire nelle casse dell'Agenzia delle Entrate Nazionale. Mentre invece è necessario che venga istituita immediatamente l'Agenzia Regionale della Sardegna, per far sì che i denari che si avranno restino nella nostra terra!! 

Il Popolo Sardo composto da imprese, aziende e semplici cittadini, si saprà attrezzare ed organizzare per la costituzione di una Commissione di esperti (e non di soli politici), che predisporrà un "Regolamento Regionale per la ZF in funzione di quelle che sono le vere esigenze e prospettive di ciascun territorio dell'isola. 


I Sardi dovranno essere i "VERI PROTAGONISTI" di questo di questa storica ed importante pagina di storia. Diversamente altri prevarranno sula nostra terra, facendo sì che i Sardi restino ancora una volta a guardare i danni che gli altri faranno


Le società che vorranno venire ad investire in Sardegna, si dovranno confrontare con i Sardi, che valuteranno se e come farli accomodare in Terra Sarda!! 


Il popolo Sardo se no sarà destinato a diventare un popolo di camerieri e di manovali al servizio di chi verrà ancora una volta a fare i propri porci comodi calpestando la dignità del nostro popolo. 


Il nostro è un popolo che ha finalmente deciso di dire basta ai soliti "PRENDITORI" per aprirsi invece ad una grande collaborazione con i veri "IMPRENDITORI"!! SARDI!! UNITI PIU' CHE MAI!! 


Abbiamo cucinato qualcosa di molto buono ed appetibile....... non lasciamo che siano altri a mangiare per poi doverci accontentare dei loro avanzi!!




Giuseppe Meloni
www.unionesarda.it

Nel fine settimana Ugo Cappellacci archivia momentaneamente il file «azzeramento Giunta» e riapre quello «zona franca», anche per battere il ferro caldo di un tema che ha imposto al dibattito elettorale. La nuova iniziativa è una lettera al commissario Ue per la fiscalità (il lituano Algirdas Semeta) per chiedere un incontro urgente sulla questione. Il governatore mira alla modifica del codice doganale comunitario, inserendo la Sardegna tra i territori extra-doganali (esenti da Iva, dazi e accise) accanto ai Comuni di Livigno e Campione d'Italia. Un privilegio che spetta ad altre isole europee e non tutte piccole o piccolissime, visto che c'è pure la Groenlandia, la più grande del mondo benché popolata come l'Ogliastra.

L'APPELLO 

Cappellacci vuole accelerare: e non solo chiede un incontro al commissario Semeta, ma lo invita a visitare la Sardegna per «una puntuale comprensione della grave crisi che colpisce l'apparato produttivo e delle difficoltà economiche e sociali».
La lettera spiega che, con l'attivazione della zona franca (deliberata anche da molti Comuni), è stata assunta «una posizione di contrasto della palese violazione per i cittadini sardi dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana e dal Trattato di Lisbona». Un'altra lettera per comunicare le azioni della Regione è stata spedita agli enti energetici e petroliferi.


IL PD 

L'iniziativa continua a non convincere la vicesegretaria del Pd Francesca Barracciu, che se la prende con una frase («quel risultato non si ottiene con una letterina») detta dal presidente ai comitati per la zona franca: «Come volevasi dimostrare», scrive Barracciu su Facebook, «andate a leggere le mie note stampa di tre settimane fa. Ribadisco di non essere contro la zona franca ma contro chi, come Cappellacci, ne ha fatto strumento di becera propaganda elettorale. Oggi ammette candidamente che non basta una letterina e cosa fa? Ne scrive un'altra».
Anziché insistere su questa bufala, aggiunge la consigliera regionale in una nota firmata insieme ai colleghi Franco Sabatini e Pietro Cocco, il governatore «si colleghi con l'Europa per affrontare un'altra tragedia che potrebbe colpire l'economia della Sardegna e ha già colpito Sulcis e Ogliastra: la lingua blu», tema su cui «la Giunta è latitante».


CASSINTEGRATI 

Da domani Cappellacci riprenderà in mano l'azzeramento della Giunta (anche se molti assessori uscenti potrebbero poi scoprirsi rientranti). Da qualche giorno ha avviato consultazioni bilaterali con gli alleati, martedì incontrerà il gruppo consiliare Pdl, più in là dovrebbe convocare un vertice collegiale.
Tra gli assessori a rischio c'è Antonello Liori (Lavoro), che ieri però ha potuto annunciare di aver ricevuto dal ministero «l'autorizzazione al pagamento delle prime due mensilità di cassa integrazione 2012 ai circa 5.000 lavoratori rimasti esclusi, per il disatteso impegno del governo di completare il finanziamento per la copertura totale del 2012». Un risultato raggiunto «grazie all'azione della Regione e delle forze sociali».


MONTIANI 

Sul rimpasto incideranno anche le scelte dell'area che, alle Politiche, ha sostenuto Mario Monti. Pierpaolo Vargiu, unico deputato sardo della coalizione, annuncia per venerdì 8, a Oristano, la riunione di «tutti i candidati e i sostenitori di Scelta civica Sardegna, per dare testa e gambe al progetto di cambiamento dell'Isola».
Lo sguardo è già rivolto alle Regionali: Vargiu sottolinea che Scelta civica «anche nell'Isola nasce mettendo insieme appartenenze e sfumature diverse, cementate da un unico progetto serio per una Sardegna diversa e migliore». Un progetto che potrebbe non prevedere necessariamente alleanze con Pdl o Pd.

giovedì 28 febbraio 2013

Sardinya: RISULTATI ELEZIONI 2013 - NON SODDISFATTI NE DELUSI


RISULTATI ELEZIONI 2013

Non soddisfatti ne delusi. Non soddisfatti perchè pensavamo che la presa d’atto del disastro avrebbe portato più sardi a rendere evidente la loro consapevolezza nell’ambito indipendentista.
Non delusi perchè SNI non si è mai presentata alle elezioni con l’illusione di cambiare le cose avendo eletti nei parlamenti italiani ma solo ed esclusivamente per dare nella scheda elettorale uno spazio di espressione che potesse ospitare l’evidente del rifiuto del sistema politico del disastro e della sudditanza imposta dalla dominazione italiana.

L’obiettivo di SNI.  L’obiettivo di SNI è sempre stato quello di portare la gente sarda nell’ambito indipendentista e costruire la Casa Comune dei Sardi, quello che il nostro fondatore Angelo Caria, identificava come “il partito che non c’è”. Ebbene almeno in buona parte questo obiettivo è stato conseguito coinvolgendo commercianti, artigiani e gente sarda libera nella costruzione della casa comune IpS-SOBERANIA. Ci dispiace che altri indipendentisti sardi non abbiano capito il progetto ed invece di mettere al sicuro i voti indipendentisti nel simbolo di IpS-SOBERANIA li hanno lasciati alla mercé di vecchi e specialmente nuovi saraceni italici.

GRILLO ha vinto ma non ha conseguito l’obiettivo dichiarato. Grillo non ha mandato a casa nessuno dei politici che intendeva mandarvi, le corazzate del potere sono rimaste indenni ed il suo fuoco ha affondato solo le barche dei pescatori che si trovavano nelle vicinanze. I berluschini e i pdini sono non solo non si sono arresi ma hanno conservato consensi e potere.

Grillo ha solo istituzionalizzato la protesta italiana e italianizzato la protesta sarda. Tutte le lotte fatte dai sardi, e specialmente dagli indipendentisti, contro il nucleare, contro le servitù militari, contro i termovalorizzatori, le discariche, il galsi, le lotte operaie, le lotte delle partite iva, quella dei pastori, la vertenza entrate e zona franca, sono state espropriate e portate dentro un baronato monocratico, per spegnerle nel mare indistinto del populismo strumentale. Gente mai vista nei momenti di lotta andrà a rappresentare un contesto di coscienza e dignità costruito dai sardi liberi con sacrifici e impegno, subendo processi e prendendo manganellate.

SNI continuerà con il suo impegno non per avere gratificazioni o riconoscimenti ma perchè questo è il motivo della nostra esistenza, continueremo ad essere componente attiva di IpS-SOBERANIA  e la apriremo a tutta la gente sarda che non si è fatta incantare da vecchie e nuove sirene italiane.

Una considerazione sullo stallo di governo in Italia. Il PD ha necessità interne ed esterne di fare il governo e lo farà, ma non con le alleanze ma con la compravendita di eletti, che con la scusa della governabilità formeranno un gruppo autonomo per appoggiare il governo Bersani e così non solo si libereranno del dovere di tangente da versare al partito o al movimento ma potranno mettere la condizione che privilegi e mangiatoie non vengano toccate.


CAGLIARI 26-02-2013  anno 152° Dominazione Italiana                           IL COORDINATORE NAZIONALE
                                                                                                   Bustianu Cumpostu
                                                                      

mercoledì 27 febbraio 2013

INCONTRO IN REGIONE PER RITIRO COPIA DOCUMENTI INVIATI A SARAS ED ENEL PER L'EROGAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DEL CARBURANTE E DELL'ENERGIA ELETTRICA SENZA TASSE AGGIUNTE COME DA LEGGE SULLA ZONA FRANCA INTEGRALE.

Giuseppe Marini
G. Marini

INCONTRO IN REGIONE PER RITIRO COPIA DOCUMENTI INVIATI A SARAS ED ENEL PER L'EROGAZIONE E LA DISTRIBUZIONE DEL CARBURANTE E DELL'ENERGIA ELETTRICA SENZA TASSE AGGIUNTE COME DA LEGGE SULLA ZONA FRANCA INTEGRALE.

Oggi mi sono recato con la Dot.ssa Randaccio in Regione come da accordi ieri confermati dall'Assessorato all'Industria, per ritirare la documentazione attestante l'avvenuta comunicazione da parte del Presidente Cappellacci alla SARAS e all'ENEL, per ordinare l'erogazione e la distribuzione dei carburanti e dell'energia elettrica, senza accise, senza dazi doganali e senza IVA, come prevvisto dal D. lgs 75/98 per cui la Regione ha dichiarato in data 12.02.2013 l'ATTIVAZIONE della Regione Sardegna ad operare in regime di Zona Franca Integrale. 
Dopo aver spostato di alcuni giorni questo appuntamento, la Regione oggi per bocca dell'Ass.re Alessandra Zedda, ci comunicava che il Presidente non confortato da quanto a lui riferito dall'Ufficio delle Dogane di Cagliari (Tale Demuro che in precedenza ha sottoscritto le risposte positive ai Sindaci che in precedenza avevano già delibrato a favore della Zona Franca Integrale) ha oggi preso la decisione di non comunicare quanto dovuto (come per legge) alla SARAS e all'ENEL. 
Pare che prima di fare quest'ultimo passo per la definizione dell'iter necessario per il ribasso dei costi di carburanti ed energia elettrica a favore di tutti i Sardi, intenda valutare quanto consigliato dal Ministero delle Finanze (seppure non abbia voce in capitolo poichè siamo Regione Autonoma). 
E' inoltre giusto che tutti sappiate che oggi per "PURA COINCIDENZA" c'è stato un'incontro a Villa Devoto fra la Presidenza e l'ex Ministro Passera (colui che ha bloccato i fondi CIPE della CEE per i contributi da dare alle Zone Franche, girandoli per intero al Porto di Trieste che risulta la Zona Franca della Germania e dell'Austria). In poche parole non esiste la posibilità che entro breve la SARAS e l'ENEL possano ricevere alcuna comunicazione in merito. 
Sappiate inoltre che i Sardi hanno il sacrossanto diritto, dal giorno 12.02.2013 (data di attivazione) di avere i carburanti e l'energia elettrica senza alcuna tassazione. Pertanto i Sardi possono richiedere alla Presidenza della Regione il danno subito da tale data per aver pagato tasse non dovute. 
I nostri legali stanno procedendo in questo momento a presentare una "denucia penale nei confronti del Presidente Cappellacci, con l'accusa di Ommissione di Atti d'Ufficio a danno dell'intero Popolo Sardo. Stanchi di avere giorno dopo giorno, con imposizioni dettate dai Palazzi Romani, per far sì che la Regione Sardegna non possa godere del Diritto di poter operare in regime di Zona Franca Integrale, a vantaggio di altri. Il nostro è un diritto che la CEE ci ha concesso dal 1998 e che con l'attivazione comunicata dal Presidente Cappellacci, non può più essere negato. 
Fra circa un'ora sarò dall'Assessore Zedda per esprimere ancora una volta la delusione del popolo sardo per l'operato di chi rappresenta la Regione Sardegna con un servilismo meschino e fuorviante, che offende un popolo che stanco delle angherie dei Governi fino ad oggi avuti, sta morendo giorno dopo giorno. 
Tanta rabbia per l'accaduto mi è stata dimostrata da tantissimi sardi che con telefonate e sms hanno espresso la volontà di non sopportare più altre perdite di tempo per l'attuazione di un diritto che oggi risulta importante (VITA O MORTE DEL POPOLO SARDO) per via della forte crisi e dell'accanimento delle banche e di EQUITALIA!! 
La Sardegna non intende attendere ulteriormente e chiede con forza e rabbia che il Presidente Cappellacci invii immediatamente quanto dovuto alla SARAS e all'ENEL, per dimostrare di essere dalla parte del popolo Sardo che lui dice di rappresentare!! 

martedì 26 febbraio 2013

Non solo al mare: anche la Provincia di Nuoro deve essere Zona Franca

Non solo al mare: anche la Provincia di Nuoro deve essere Zona Franca 
 Mario Carboni  Martedì 26 febbraio 2013  


Perchè escludere sempre le zone interne? 
Le si vuole riserva indiana? 

La Regione pare abbia aperto dei tavoli tecnici per dare risposta al decreto di attuazione 75/98 dell'articolo 12 dello Statuto sardo che ha istituito le zone franche di Olbia, Cagliari, Arbatax, Porto Torre, Porto Vesme e Oristano. 

Si tratta di stabilirne le perimetrazioni, i contenuti e le modalità di gestione. Naturalmente per essere efficaci questi elementi indispensabili e caratteristici di ogni zona franca dovranno essere concordati fra Stato e Regione e deliberati con una successiva Norma di attuazione dello Statuto. 

Salta immediatamente agli occhi l'esclusione del Centro Sardegna dalla progettata ciambella di zone franche sul mare a fronte della situazione drammatica della Provincia di Nuoro che è nota a tutti e sinora nessun intervento tradizionale o straordinario è riuscito ad interromperne la spirale negativa. 

E' ineludibile intraprendere allora nuove strade speciali e d'emergenza e senza rinunciare alla richiesta di adeguamento infrastrutturale con rilevanti investimenti europei, statali e regionali. 

Come in tutte le zone europee meno sviluppate ed essendo un'isola nell'isola di Sardegna, anche la provincia di Nuoro deve avvalersi della fiscalità di vantaggio ai massimi livelli possibili. 

Bisogna iniziare una battaglia politica e culturale affinché l'intero territorio provinciale, ormai unico senza un porto industriale al contrario delle altre province sarde, possa diventare in forza di una nuova e particolare Autonomia provinciale, dovutale per molte ragioni storiche, geopolitiche, economiche, culturali ed identitarie, sempre in attuazione dell'Art.12 del vigente Statuto speciale sardo, un intero punto franco o zona economica speciale o free zone. 

L'intera provincia di Nuoro potrà quindi svilupparsi e dare lavoro come una complessiva “Zona franca provinciale” o “Nuoro Free Zone” interessando città e paesi e tutti i settori economici. 

Oltre ai tavoli di lavoro citati a mio parere la Giunta regionale si dovrebbe impegnare ad operare con un tavolo specifico per ridare speranza e futuro ad un'area della Sardegna condannata, se così non si facesse, all'emarginazione, alla povertà, allo spopolamento e con il perdurare dell'assistenzialismo al conosciuto ed esplosivo disagio sociale. 

La strada è ardua ma semplice e si basa sull'impegno politico affinché la Giunta proponga al Governo assieme ai testi dei decreti legislativi per le zone franche sul mare il seguente decreto legislativo aggiuntivo: D.Lgs. Giorno mese anno, n. Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Sardegna concernenti l'istituzione di zone franche. 

 Articolo 1. 1. In attuazione dell'articolo 12 dello statuto speciale per la regione Sardegna approvato con legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, e successive modificazioni, è istituita nella regione secondo le disposizioni di cui ai regolamenti CEE n. 2913/1992 (Consiglio) e n. 2454/1993 (Commissione) la Zona franca di Nuoro o Nuoro Free Zone, coincidente con l'intero territorio della Provincia di Nuoro. 

La determinazione della fiscalità di vantaggio per la produzione ed il consumo e di ogni altra disposizione necessaria per la sua operatività viene effettuata entro sei mesi, su proposta della regione, con decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri. 

 Se il decreto governativo dovesse essere emanato dopo il 24 giugno 2013, data di entrata in completo vigore del nuovo Codice doganale europeo rinnovato, i riferimenti ai Regolamenti europei dovrebbero essere cambiati citando solamente il Regolamento (CE) n.450/2008 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008.




domenica 24 febbraio 2013

“LA GRANDE TRUFFA” dei Gatti neri.


Un articolo un poco datato ma molto attuale che sa defenza ri-mette in circolo oggi che la consapevolezza  è ad un livello più elevato grazie all'impegno di persone come Paolo  che si  spendono per la nostra amata Sardinya 


Paolo Maleddu 

“LA GRANDE TRUFFA” dei Gatti neri.

… bla bla bla …
Noi non parleremo di politici… è tempo perso … eviteremo di parlar male di loro e delle loro ultimemalefatte …per quanto possibile, eviteremo anche di nominarli … c’è tanto lavoro da fare per eliminare i grossi gatti neri … sì, perché l’unica cosa che possiamo fare con loro è …
eliminarli !
Come?
Semplicissimo, proprio come indicato inMouseland: evitando di eleggere grossi e grassi gatti neri che non rappresentano noi, ma che sono sempre, unicamente ed obbligatoriamente dei semplici camerieriportaborse dei grandi gruppi di potere bancario, vere e proprie associazioni a delinquere, unici possibili finanziatori di dispendiose campagne elettorali. Non andare a votare in occasione delle elezioni dell’ormai inutile parlamento romano sarebbe già un forte segnale di ribellione, servirebbe a capire quanti siamo e gridare: a Roma non vogliamo essere rappresentati da nessun gatto nero.
Votare è abdicare. Il potere decisionale non deve emigrare a Roma e Bruxelles, è fondamentale che rimanga in Sardegna.
Per quanto riguarda le elezioni comunali, sosteniamo coloro che partono con il piede giusto candidandosi in una lista civica. Evitiamo di eleggere coloro che si presentano in liste stilate dai leader nazionali di Roma o Milano che non mettono mai piede in Sardegna (meno male ..) se non in occasione dellafarsa elettorale. Se questi nostri conterranei confusi ambiscono a diventareservitori… dei camerieri… di banchieri criminali, … nessun problema, che vadano però a servirli in casa loro, a Roma e Milano.
Iniziamo finalmente ad eleggere degli umili ma dignitosi topolini come noi,orgogliosi di rappresentarci, scegliendoli tra i nostri stessi figli, cheobbligheremo a partecipare attivamente alla costruzione del loro stesso futuro facendo i propri, e di conseguenza anche i nostri, interessi. Menti giovani, fresche, pulite, dinamiche, non ancora anestetizzate dal Pensiero Unico consumistico, aggressivo, violento, usuraio, prevaricatore eguerrafondaio che Tv, stampa e cinema di Hollywood cercano ossessivamente di imporci. Giovani intelligenti e socialmente impegnati che vivono tra noi e che potremo quindi guidare, consigliare e correggere se sbagliano, affinchè difendano giustamente gli interessi della società dei topolini dalla quale provengono.
Sarebbe un iniziale grande segnale di presa di coscienza.
Dobbiamo invertire il flusso del potere.
Attualmente arriva dall’alto, dall’autorità non discutibile al popolo passivo. Il centro comanda e impone alla periferia: ma quale è il centro e quale la periferia?
L’essere umano è il centro della società.
Noi.
I politici sono una nostra emanazione, semplici cariche sociali, revocabili in qualsiasi momento. Invertiamo il flusso: da noi devono partire gli input per scrivere le regole di comportamento a nostro beneficio e non sempre ed unicamente a beneficio di una elìte di fanatici malati di delirio di onnipotenza …
Sino al raggiungimento de s’Indipendentzia Sardalinee guida dai comuni verso Roma, non ordini ed imposizioni da Roma verso i comuni… liste di cittadini nominati da tutti noi, figli della nostra società, non liste calate e approvate da Roma.
Liste civiche locali, non apparati di arricchimento, sfruttamento e spartizione di potere manovrati da Roma.
Noi, il Popolo Sardo Sovrano, diamo le indicazioni a Roma, non il contrario. Più il centro del potere è distante da noi, più è difficile da controllare e più diventa dispotico, falso potere … non ci appartiene, è potere di altri… lontano, vago, sfuggente… si stacca da noi, diventa autonomo, indipendente…dittatoriale
Il cambiamento può avere inizio dalle elezioni locali. Il comune di Aristanis è qui, controllabile… Cagliari, sede del potere regionale, un po’ più lontano, ma ancora controllabile… Roma… uhmm … c’è un mare di mezzo, c’è da prendere una nave, un aereo, spendere tanti soldi che non ci sono con compagnie navali ed aeree che non ci amano… Se Roma è lontana, Bruxelles è su un altro pianeta.
Guardacaso, tutte le regole più odiose, quelle senza nessuna logica apparente, sembrano di un altro pianeta…ordini non contestabili anche quando (sempre!) ingiusti.
Chi emette queste disposizioni che nulla hanno a che fare con la nostra unica e meravigliosa Terra Sarda?
Abbiamo una almeno vaga idea di chi ci sta governando da Bruxelles?
No, la maggior parte di noi non ha la minima idea di come sia strutturato il potere centrale europeo. Fortunatamente, qualcuno c’è, proprio in Sardegna: si chiama Paola Musu, una coraggiosa ragazza sarda che il 2 Aprile scorso ha depositato presso la Procura di Cagliari una formale denuncia affinché l’Autorità Giudiziaria competente… identificati gli autori, in particolare nelle persone del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio dei Ministri, dei ministri, dei membri del Parlamento…persegua ai termini di legge per tutti i reati ravvisabili… attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato… associazioni sovversive… attentato contro la Costituzione dello Stato… attentato contro i diritti politici dei cittadini … Una rivoluzione pacifica, ormai inevitabile, sta muovendo i primi passi proprio in Sardegna.
Se noi sapessimo come il potere sovrano abbia preso il volo e sia atterrato lontano da noi, a Bruxelles, avremmo molto di che preoccuparci. I Trattati di Maastricht e di Lisbona e la dittattura dell’Unione delle Banche Europeesono argomenti che affronteremo presto in profondità, prima che sia troppo tardi.
Ci stanno sottraendo il futuro nostro e quello dei nostri figli, il che è ancora più grave. Gli Usurai senza volto nè nome e i loro burattini profumatamente remunerati con denaro rubato al popolo e con una volgare sovraesposizione nella società dell’apparire, sono gli attuali detentori del Potere solo perchè, badate bene, NOI LO ABBIAMO CONSEGNATO LORO CON IL NOSTRO VOTO.
VOTARE E’ ABDICARE… mettere la nostra vita in mani altrui… governa tu che sei intelligente perchè io non sono capace, dimmi tu cosa devo fare, cosa è meglio per me …
Questo è ciò che succede quando non partecipiamo alle decisioni da adottare ed andiamo ad eleggere grassi gatti neri…
Ma voi, quando i bla bla bla aprono bocca nelle loro logorroiche esternazioni nella società virtuale dell’apparenza televisiva, riuscite a cogliere qualcosa?
Aiutatemi, vi prego, perchè io vedo solo fumo, nebbia, nuvoloni neri in arrivo … Ma non sono poi così stupidi come sembrano (sarebbe il male minore), purtroppo per noi sono in perfetta malafede.
Infatti, con tanti soldi e tanto tempo a disposizione anche dei perfetti imbecilli sarebbero stati capaci di capire cosa non va in un sistema monetario che arricchisce unicamente una esigua percentuale della popolazione mondiale lasciandone invece una stragrande maggioranza (il 99,99 per cento) in estrema sofferenza o addirittura costringe una parte più indifesa a morire di fame nel pianeta dell’abbondanza.
Sono in malafede. Ci mantengono ignoranti e ci impoveriscono di proposito. Obiettivo: controllarci e manipolarci senza eccessivi problemi. Renderci schiavi. Cosa vogliamo subire ancora prima che ci rendiamo finalmente conto di essere governati dafanatici malati di delirio di onnipotenza?
Loro sono nostri nemici dichiarati: o noi eliminiamo loro, o loro eliminano noi.
Lo stanno già facendo. Ma non ci riusciranno.
Riprendiamo subito il comando che spetta di diritto al popolo sovrano, iniziando oggi, non domani, a pensare ad una partecipazione attiva per una riorganizzazione sociale nella quale poter mettere i nostri figli in cabina di regia con la nostra supervisione, per liberare finalmente la nostra SARDEGNA dagli estranei che non ci amano e dai loro servitori, che potranno andare a servirli a Roma …
Tutto da mettere in atto pacificamente, con la sola forza del nostro Diritto a una vita serena e la consapevolezza di essere gli unici detentori del Potere.
Pensateci bene prima di ripetere l’errore di eleggere per l’ennesima voltadei grossi famelici gatti neri, bianchi, o bianco/neri che logicamente, naturalmente e comprensibilmente continueranno ad emanare leggi buone solo per loro …

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