martedì 31 gennaio 2012

SARDEGNA, PATTUMIERA DELLA NATO E DEL COMPLESSO MILITARE-INDUSTRIALE

DI CARLA GOFFI E RIA VERJAUW
Mondialisation.ca



Il suo paesaggio da cartolina attira i turisti più fortunati. Le stelle del jet set vengono a bagnare gli yacht lungo le sue coste paradisiache. Ma la Sardegna nasconde una realtà davvero triste.

Sui bordi incantati del Mediterraneo, dietro la cortina invisibile delle radiazioni nucleari emesse dopo l’utilizzo di armi all'uranio, c'è un immenso paesaggio desolato, pieno di segreti maligni. Piantiamo lo scenario. È in Sardegna. Un territorio della superficie pari a 35.000 ettari è stato affittato alle installazioni militari. 

Sull'isola si trovano poligoni di tiro (Perdasdefogu), tratti di mare per le esercitazioni (capo Teulada), poligoni per le esercitazioni aeree (capo Frasca), aeroporti militari (Decimomannu) e depositi di carburante (nel cuore di Cagliari, alimentati da una conduttura che attraversa la città), senza contare le varie caserme e sedi di comando militare (Aeronautica, Marina). Si tratta di infrastrutture delle forze armate italiane e della NATO.

Alcune cifre: il poligono di Salto di Quirra - Perdasdefogu (Sardegna orientale) di 12.700 ettari e il poligono di Teulada di 7.200 ettari sono i due poligoni italiani più estesi, mentre il poligono NATO di Capo Frasca (costa occidentale) è pari a 1.400 ettari. 
A questi si devono aggiungere l'ex base NATO sull’isola della Maddalena, per sempre inquinata. Durante le esercitazioni militari, viene vietata la navigazione e la pesca su una superficie marina superiore ai 20.000 chilometri quadrati, una superficie quasi uguale a quella della Sardegna.

Che cosa si scopre? La valle di Quirra, una delle zone più belle e ancora selvagge della Sardegna, è stata trasformata in una cassaforte di veleni a cielo aperto. 
Nel corso degli anni si è messo il coperchio sulla pentola delle "polveri di guerra" che ha decimato un numero di abitanti e di militari che vivevano e lavoravano nel poligono e nei villaggi limitrofi. Ma adesso, grazie a un Procuratore, Domenico Fiordalisi, che è determinato a dare voce alle lamentele delle numerose vittime, la verità comincia a venire alla superficie. I "segreti" vengono alla fine portati alla luce della giustizia. 

Con l'accusa di "disastro ambientale", tre generali che sono stati al comando del poligono di Quirra, due tecnici e un ricercatore universitario sono accusati dal procuratore che sta indagando, da parecchi mesi, sui decessi per cancro di parecchi abitanti della zona di Quirra e sulle delle malformazioni dei neonati e del bestiame. Ci possiamo aspettare altri capi di accusa, visto il disastro ambientale e umano che, da anni, colpisce la Sardegna. 

Tutto è iniziato nel 1956, quando il governo italiano decise di installare, nel bel mezzo di una zona di incomparabile bellezza - dove nascono le viti, il mirto, gli aranci e che termina con una spiaggia ancora risparmiata dalle costruzioni -, un poligono di tiro, un centro di sperimentazione per i missili, un teatro per gli "war games" a grandezza naturale e per la distruzione a cielo aperto di armi obsolete delle ultime guerre. 

Il poligono è affittato anche ad aziende di armamenti private, alla NATO e a vari eserciti di tutto il mondo, particolarmente a Israele. Durante gli anni, gli abitanti affermano di avere visto misteriosi camion, provenienti dall’”estero", che sono entrati nel poligono e qui hanno scaricato armamenti dismessi che hanno fatto poi esplodere a cielo aperto. Durante gli anni, le guardie forestali hanno potuto constatare le malattie dei pastori e del bestiame, le pecore che saltavano in aria sulle bombe ancora funzionanti, sparse ovunque nei campi e sulla spiaggia.

Le più importanti aziende di armamenti (Aérospatial, Orlikon-contraves, Finmeccanica) ancora prendono in affitto questo spazio naturale per eseguire le loro sperimentazioni al prezzo di un milione di euro al giorno, somma che viene versata direttamente allo stato italiano. Alla Sardegna restano i tumori e i bambini malformati. Quando si parla di 28 bambini che sono al momento malati e di 36 militari deceduti nella base, le autorità militari negano sempre la realtà, facendo sfoggio delle ricerche eseguite dalle università che hanno rilasciato i certificati di "correttezza ambientale". 

Questi certificati non hanno convinto il Procuratore inquirente. Vista la gravità della situazione, ha pronunciato all'inizio dello scorso mese di novembre un’ipotesi di imputazione per falso in atto pubblico nei confronti delle persone responsabili di queste ricerche e al comandante della base che li ha "gestiti". Altri scienziati italiani “indipendenti” si sono messi a disposizione per eseguire proprie analisi sul posto. 

È già stata rinvenuta, nell'acqua e nel terreno, una grande quantità di torio, di tungsteno, di cesio, di arsenico, metalli pesanti che, con le parole di uno scienziato torinese, possono comparire solo grazie a una combustione a temperatura davvero elevata, come quella provocata dall'esplosione di armi all’uranio impoverito. Lo stesso scienziato ha rilevato tracce di uranio nelle ossa di un agnello morto per una malformazione genetica. Si stanno aspettando i risultati di analisi simili effettuate sui cadaveri riesumati di pastori deceduti per tumore.

A mano a mano che l'inchiesta avanza, le lingue si sciolgono. Alcuni veterinari hanno affermato, nel loro rapporto, che circa il 60% dei pastori che vive e custodisce il bestiame in prossimità o all’interno del poligono ha contratto vari tipi di tumore. Un militare, ora in pensione, ha testimoniato di fronte agli inquirenti che, nel corso degli anni, ha fatto esplodere circa 800 kg di esplosivi al giorno dopo aver scavato buche di 30 metri di diametro. 
Queste esplosioni rilasciavano nell'atmosfera nuvole nere e bianche che arrivavano fino ai villaggi vicini, spinte dal vento che soffia senza sosta. In queste buche andava a depositarsi l'acqua piovana che serviva per abbeverare il bestiame e che poi penetrava nelle falde acquifere sotterranee. 

Ha anche affermato che le esplosioni per distruggere gli armamenti si ripetevano per una ventina di giorni al mese, e questo per parecchi mesi consecutivi. Durante le esplosioni, lui e un suo collega dovevano rifugiarsi dentro ai camion. Questo collega è morto di tumore alcuni anni dopo. La stessa procedura ha avuto luogo a Capo Frasca (un campo per le esercitazioni ubicato più a sud). Si ritiene che ci sia un numero assai maggiore di militari e di lavoratori civili che sono deceduti a causa di tumori.

In base alle testimonianze, il Procuratore sta sempre più prendendo in considerazione l’ipotesi che la falda freatica che alimenta l’impianto dell’acqua potabile dei villaggi e delle città nei dintorni sia stata probabilmente contaminata. Un altro ex militare ha affermato che, tra il 1986 e il 2004, sono stati lanciati circa 1180 missili Milan (con l’ogiva al torio). Ogni giorno nuove testimonianze riportano notizie sempre più inquietanti che rendono manifesto un disastro dalle conseguenze probabilmente irreparabili da un punto di vista umano, e ancor più ambientale: per i geologi sarebbe impossibile ripristinare il terreno allo stato originario. Ma i militari e il Ministero italiano della Difesa continuano a negare. La salute delle persone costa cara, mentre gli armamenti portano invece soldi! 

Tutte queste constatazioni dovrebbero essere collocate in una cornice più vasta, quella della militarizzazione del Mediterraneo da parte della NATO per fini strategici, dell'interesse finanziario del complesso militare-industriale, del deficit di democrazia (segreto di stato), del disprezzo delle popolazioni locali, del controllo della popolazione civile e più precisamente dei migranti, della corruzione, del disprezzo per l'ambiente naturale, della mancanza di una visione politica a lungo termine, della legge del profitto, dei preparativi attuali per le guerre future e per il mantenimento delle guerre attuali (Afghanistan). Argomenti che i movimenti per la pace non smettono di trattare… fino a quando?


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Fonte: Sardaigne, poubelle de l’Otan et du complexe militaro-industriel
27.01.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

lunedì 30 gennaio 2012

Un cervellone dell’Air Force USA ricerca un ‘Social Radar’ per ‘guardare dentro i cuori e le menti’





Noah Shachtman


 http://www.wired.com/dangerroom

Tradotto da  Curzio Bettio



Gli importanti scienziati della Air Force degli Stati Uniti di solito spendono il loro tempo cercando di capire come costruire satelliti migliori o produrre jet che possano volare ad una velocità folle. Questo rende il dr. Mark Maybury, attualmente direttore delle ricerche, un caso un po' isolato. Costui vorrebbe costruire un apparato di sensori per scrutare attentamente all’interno dell’animo delle persone - e prevedere i conflitti prima che si scatenino.

Maybury ha battezzato questo suo allucinante progetto “Social Radar”. E il confronto con i sensori tradizionali non è casuale, egli rivela a “Danger Room”.
Maybury, che funge da capo consulente scientifico dei vertici dell’Air Force, afferma:
“L’Air Force e la Marina degli Stati Uniti, in questo e in altri paesi, hanno una storia di sviluppo di sonar per vedere attraverso l’acqua, radar per vedere attraverso l’aria, e IR [raggi infrarossi] per vedere nel buio della notte. Bene, ora vogliamo anche vedere all’interno dei cuori e delle menti delle persone. Ma il “Radar Sociale” non sarà l’unico sistema sensorio a scoprire le ansie segrete. Saranno più sensori virtuali, combinando una vasta gamma di tecnologie e discipline, che verranno impiegati per misurare il polso di una società e valutare la sua salute futura.

Questo fa parte di un più ampio sforzo da parte del Pentagono per dominare gli elementi sociali e culturali dei conflitti - uno sforzo che perfino molti al ministero della Difesa credono sia profondamente incrinato.
Primo passo: il mio Twitter fornisce già indicazioni su emozioni e turbamenti.”
Maybury continua, usando l’acronimo militare ISR per “ricognizione e sorveglianza di intelligence”:
“ Noi dovremmo fornire ISR, visto che gli elettori ci chiedono 'Cara Air Force, non darci solo le previsioni del tempo, forniscici anche previsioni sui movimenti del nemico.' E questo, cosa comporta? Questo interessa il comportamento umano. E così abbiamo bisogno di capire ciò che motiva gli individui, qual è il loro comportamento.”

Maybury, vestito nel suo abito preferito - un blazer doppio petto nero e occhiali rettangolari, argentei - ha discusso il suo progetto “Social Radar” all’interno di una intervista della durata di circa 90 minuti nel suo ufficio del Pentagono, il suo accento originario del Massachusetts diventava sempre più duro all’infittirsi della discussione.
Specialista di intelligenza artificiale e di elaborazione del linguaggio, ha collaborato con l’esercito, all’interno ed esternamente, dalla metà degli anni ‘80. Ma come gli agenti della contro-rivolta sono stati meno impegnati in Iraq e Afghanistan, Maybury è stato attratto sempre più in ciò che egli chiama la “sfera umana” di combattimento.
Nelle ultime settimane, il Pentagono potrebbe avere attribuito una minor importanza alla contro-insurrezione nella sua riorganizzazione della strategia.

Ma la necessità di individuare per tempo potenziali focolai di disordini - e di capire come le azioni usamericane potrebbero avere un impatto su quelle popolazioni recalcitranti - chiaramente non sta svanendo. Le forze speciali statunitensi stanno ancora addestrando eserciti stranieri (e stanno esercitando pressioni sulla gente di quei paesi).
Le “Shadow Wars”, i conflitti nell’ombra continuano - dallo Yemen al Pakistan al Messico. E la partita a scacchi geopolitica con la Cina richiederà una conoscenza approfondita di tutti i pezzi sulla scacchiera.
Nella sua originale pubblicazione del 2010 sull’argomento, per conto della “Mitre Corporation” finanziata dal governo, Maybury  ha indicato come “Social Radar” classificherà gli individui, mediante tecnologie biometriche.

Utilizzando la sociometria, verranno classificati con esattezza i gruppi. [La sociometria è la misurazione-rilevazione delle relazioni esistenti in un gruppo dato o in una comunità.]
Maybury scrive che le “timeline” (nuove forme di “diario” del profilo individuale) su Facebook, i sondaggi politici, le informazioni dai droni spia, i rapporti degli operatori umanitari, perfino gli allarmi di malattie infettive dovrebbero essere riversati su “Social Radar”, aiutando il sistema a tenere sotto controllo tutto, dai livelli di monossido di carbonio ai tassi di alfabetizzazione, ai prezzi al consumo.
E, “proprio come un sistema radar necessita di superare interferenze, mimetizzazioni, aggiramenti ed altre occlusioni, così anche Social Radar deve superare gli accessi negati, la censura, e i raggiri”.



Legenda
“Social Radar”: a)Strategic Communication: comunicazione strategica
                            b)Counter Insurgency: contro-insurrezione
                           c)Humanitarian Relief: soccorso umanitario
                       
Sources: Fonti
Newspapers, Radio, TV: giornali, radio, TV
Polls: sondaggi
Surveillance: sorveglianza

Geography: geografia
Demography: demografia  (scienza che studia quantitativamente i fenomeni che
concernono lo stato e il movimento della popolazione)
Econometrics: econometria (branca della statistica che si occupa dell’analisi dei fenomeni economici; in alternativa, può considerarsi un settore dell’economia dedicato alla verifica sperimentale di modelli formulati in ambito teorico)

Tools: [cassetta degli] attrezzi
A.    Sampling/Calibration: Campionamento/Taratura
B.    Topic Detect/Track: Ricerca/Rilevamento degli argomenti
C.    Author attribution: Attribuzione all’autore
D.    Conversation Analysis: Analisi dei discorsi sull’argomento
E.    Sentiment Analysis: Analisi dei sentimenti e delle opinioni
F.    Summarization: Sintesi
G.    Modeling: Creazione del modello
H.    Geotemporal Visualization: Rendere visibile geotemporalmente l’immagine mentale

Sul modello riportato: Topics: argomenti; Words: informazioni ; Groups: gruppi sociali

Methods: metodi
1.    Media Analysis: Analisi dei mezzi di informazione di massa
2.    Detect and Track Signatures: Ricerca e rilevamento delle firme e di indicazioni su autori
3.    Social Indicator Analytics: Analitiche di indicatori sociali

Il grafico minuto riportato indica l’andamento dell’attività dell’Aum Shinri Kyo, una setta apocalittica giapponese, che ha compiuto attentati con gas nervini.

Missions: missioni
Military: militari; Religious: religiose; Political: politiche; Economic: economiche;
Health: sanitarie
Collaborative Analysis/Assessment : Analisi/Valutazione d’insieme, in collaborazione

Tutto sembra di un’ambizione quasi ridicola. E Maybury conviene che l’idea può sembrare una “metafora organizzativa” più che un particolare programma. Ma, insiste Maybury, i mattoni della costruzione sono già stati posizionati.
Nella sua pubblicazione originale, Maybury osserva che vi sono in corso operazioni presso la “Mitre Corporation” che potrebbero contribuire a dare realtà al “ Social Radar”.
Per esempio, esiste il progetto “Forum e analisi critica sull’infiltrazione dei blog” (FABTAC), che analizza discussioni on-line “per attività ed operazioni di intelligence.”

Esiste l’“Exploring Soft Power in Weblogistan”, che ha sviluppato “strumenti fondamentali di elaborazione del linguaggio Farsi e Dari per permettere l’analisi di documenti voluminosi dal contenuto socio-mediologico” [Ufficialmente il Farsi è il Persiano parlato in Iran e il Dari è il Persiano parlato in Afghanistan.]
Ancora più importante, lo specialista in analisi del linguaggio ribadisce che stanno arrivando nuovi strumenti online per effettuare la cosiddetta “sentiment analysis” – l’individuazione se un aggiornamento di un particolare status emotivo sia positivo o negativo.
Analizzare tali sentimenti in forma aggregata, vedere se le persone sono generalmente contente, e associare questi sentimenti con specifiche aree geografiche, così Maybury ritiene che si abbia l’avvio di un “Social Radar”. Ha anche sviluppato un modello dimostrativo (mock-up) di un piano di “radar sociale”, completo di una “mappa del fervore” per la ricerca della relativa felicità.

Il direttore delle ricerche scientifiche dell’Air Force USA non è isolato in questo tentativo.
In tre anni, il Pentagono ha speso più di 125 milioni dollari su decine di progetti destinati a quantificare meglio, costruire modelli (sistemi HSCB), in buona sostanza per prevedere la dimensione umana, sociale, culturale, comportamentale dei conflitti .
Diversi di questi sistemi “HSCB” sono attualmente in uso nelle unità militari statunitensi in tutto il mondo. Per esempio,l’“Integrated Crisis Early Warning System” (ICEWS), un sistema integrato di pronto allarme di crisi della DARPA, la Defense Advanced Research Projects Agency, l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata per la difesa., è stato esteso a sei dei comandi territoriali del ministero della Difesa, che coprono 175 paesi diversi.
Eppure, all’interno del Pentagono, ci sono profonde divisioni sulla efficacia del programma.
“I sostenitori del progetto hanno raccolto prove per dimostrare la validità della loro ricerca,” viene fatto osservare in una recente revisione interna dei progetti HCSB, “mentre i critici hanno evidenziato carenze nel metodo di raccogliere e conservare i dati, per cui viene sovradimensionata l’accuratezza delle previsioni ICEWS.”

Generali in pensione di alto profilo e ufficiali al vertice dei comandi militari hanno respinto come senza speranza l’idea che si possano efficacemente configurare modelli delle società umane, o che il comportamento umano possa davvero essere previsto.
“Costoro stanno fumando qualcosa che non fa loro bene”, così si è espresso in modo canzonatorio il tenente generale in pensione Paul Van Riper alla rivista Science, quando ha avuto inizio questo sforzo progettuale.
“Noi facciamo di meglio che valutare preventivamente gli individui, ma non di molto”, ha ammesso un revisionista sul libro paga del Pentagono.
Maybury è pronto a respingere le critiche, e ribadisce: “ Proprio come nessuno poteva immaginare di vedere nel buio della notte o di scrutare attraverso l’acqua, ora nessuno riesce ad immaginare di vedere al fondo degli atteggiamenti. E, a mio avviso, questo rappresenta per il futuro sicuramente una realtà.”

E “Social Radar” è solo il punto più avanzato degli sforzi della Air Force in questa area di ricerche. Il servizio sta incrementando la sua conoscenza delle lingue straniere.
Maybury vuole i suoi sensori più tradizionali per arrivare meglio ad analizzare il comportamento umano: “Se ho un radar combinato con una telecamera, combinata questa con un sistema a raggi infrarossi, forse posso rivelare che tipo di azione un essere umano sta eseguendo”.
L’Air Force Research Lab, il laboratorio ricerche dell’Aeronautica Militare, sta finanziando uno studio al professore di psicologia alla San Francisco State University, David Matsumoto, (ex allenatore della squadra olimpionica di judo degli Stati Uniti), di trovare “marcatori universali di situazioni ingannevoli e menzognere”.

E in una relazione sui “contributi” dell’Air Force alle ricerche sui sistemi HCSB, Maybury elenca fra gli altri anche “Metropolitan Area Persistent Sensing”, un sistema di controlli costanti delle aree metropolitane, un sistema per spiare integralmente le città, e i programmi “armi non letali ad energia diretta”, e “micro-munizioni per limitare i danni collaterali”. Ha accompagnato le parole con una serie di foto dell’arma già presente nell’arsenale di armi presuntivamente non letali dell’Air Force. Si tratta di una pistola a raggi che spara fasci invisibili di microonde che fanno sentire le persone come se fossero fatte saltare su un forno a riverbero.
Maybury ammette che queste armi non sono, strettamente parlando, parte del programma di ricerche del ministero della Difesa per comprendere meglio gli aspetti umani dei conflitti. Ma in una e-mail afferma: “La salvaguardia della vita umana è un premio quando si sta tentando di apportare sostegno, stabilità e sicurezza alle popolazioni locali, senza ingenerare motivi di lagnanza.”

Forse un “Social Radar” pienamente funzionante sarà in grado di valutare l’impatto di una tale arma sulla fedeltà e obbedienza delle persone. Ma vale la pena notare che, nel 2010, quando le armi a raggio di calore sono state inviate in Afghanistan per i test, i comandanti le hanno rispedite a casa senza sparare un colpo.




Fonte: http://www.wired.com/dangerroom/2012/01/social-radar-sees-minds/

domenica 29 gennaio 2012

LA TRUFFA DA 489 MILIARDI DI EURO DI DRAGHI

DI MIKE WHITNEY
Counterpunch

http://blog.panorama.it/economia/files/2011/12/mario-draghi.jpg


La nuova struttura per i prestiti del presidente della BCE Mario Draghi – le Operazioni di Rifinanziamento A Lungo Termine - ha aiutato ad allontanare il sistema finanziario da un’altra catastrofe del genere Lehman, ma non ha risolto i problemi fondamentali che hanno creato la crisi (squilibri di conto, flussi di capitale). Il LTRO permette alle banche dell’UE di scambiare collaterali inaffidabili per ottenere prestiti illimitati a tre anni al tasso dell’1 per cento. La quasi metà di trilione di euro presa in prestito perpetua l’idea che le banche siano solvibili, fondamentalmente perché l’enorme quantità di asset a rischio che erano nei bilanci delle banche è stata trasferita al rendiconto patrimoniale della BCE. (La Fed ha realizzato un'operazione simile (QE1) quando acquistò 1,25 trilioni di dollari di titoli appoggiati sulle ipoteche dalle banche statunitensi nel 2009.) Quindi, in questo momento il sistema bancario dell’UE è inondato di liquidità e il tasso che le banche pagano per prendere in prestito è calato di parecchio. Tutto a posto, giusto?

No. Anche se i tassi per i prestiti interbancari hanno toccato il minimo da dieci mesi (questo lunedì), le banche stanno ancora parcheggiando i soldi presi a prestito presso la BCE. Venerdì scorso, i depositi overnight alla BCE hanno fissato il nuovo record di 528 miliardi di euro, che sono 39 miliardi in più rispetto ai 489 miliardi che le banche hanno preso in prestito grazie al LTRO. Come è possibile? Ciò significa che i soldi non vengono prestati ai consumatori e alle aziende come aveva predetto Draghi, ma vengono accumulati dalle banche per poter rinnovare i propri debiti e continuare a fare deleveraging per riuscire a ottenere i nuovi requisiti di capitale corrispondenti al 9 per cento.
Si tratta di uno specchietto per le allodole. Draghi sta solo iper-pagando asset che hanno perso gran parte del valore. Perché dovrebbe essere una cosa positiva? Pensate a quale potrebbe essere la reazione se la Fed dovesse avviare un programma simile per contrastare gli effetti della bolla immobiliare. Diciamo, il direttore della Fed Bernanke ha lanciato una struttura che sborserebbe la differenza di valore a ogni proprietario che ha perso soldi sul suo mutuo dal 2006 in poi. Pensate che ciò potrebbe ridurre il numero di famiglie angosciate e di case sgomberate?
Si, potrebbe. Ma la "gente comune" non ottiene benefici del genere. Si aspetta solo di fallire. Tutti i regali vanno a coloro che hanno già parecchi soldi. Questo è il LTRO. La BCE sta fornendo tonnellate di denaro a poco prezzo ai suoi amici su collaterali che non valgono i soldi che sta prestando. È fondamentalmente quindi, un sussidio (fregatura). E la BCE sta tentando di nascondere quello che fa, asserendo che il mercato di finanziamento per le banche non sta funzionando come dovrebbe. O, con le parole del signor Draghi, [le preoccupazioni sul mercato delle obbligazioni governative] ha "portato a severi disturbi nel normale funzionamento dei mercati finanziari".
Avete mai sentito una simile idiozia?
Quando i banksters gonfiano una bolla creditizia gigantesca che scoppia e annienta 8 trilioni di dollari di valore delle proprietà, nessuno dice che "il mercato non ha funzionato nel modo giusto", perché siamo solo noi ad aver perso. Ma ogni qualvolta i banchieri sono in pericolo, arrivano le scuse.
"Oh no, questo non può succedere", si lamentano. "Il mercato non ha funzionato nel modo corretto." Ma è una cosa priva di senso. Non c'è niente sbagliato nel mercato, stiamo parlando solo di acquirenti e venditori, non di qualche intricato meccanismo che richiede specialisti con le cartelle piene di appunti e il camice bianco. Il problema è che nessuno sta comprando le stronzate che le banche vogliono vendere, perché questa rumenta ha perso gran parte del valore nell'ultimo anno. Di questo si tratta.
Ecco come funziona il sistema: le banche non riescono a guadagnare soldi da Joe Blow e dal suo compenso che versa ogni settimana quando gli arriva la busta paga. Oggi le banche si stanno rifinanziando grazie a enormi quantità di soldi sotto forma di fondi che devono poi parcheggiare a breve termine, mentre cercano di capire come possono investirle. E quindi le banche emettono prestiti a breve termine abbinando i collaterali che hanno nei propri bilanci. Il mercato repo – quello di cui stiamo parlando – è solo un enorme e sregolato banco dei pegni.
Il problema che nasce inevitabilmente è che le persone che hanno tanti soldi (i manager dei fondi) diventano più riluttanti nel trattare con le banche quando comprendono che ci sia qualche dubbio sul valore reale dei collaterali offerti dalle banche. Quindi queste saranno costrette a sborsare ancora più collaterali per ottenere la stessa quantità di denaro. È l’equivalente di un haircut, e ciò significa che le banche stanno perdendo sempre più soldi da ogni transazione. Allo stesso tempo è sempre più difficile per le banche reperire fondi con l’emissione di azioni o vendendo obbligazioni. Perché? Perché da questo momento in poi, tutti sanno che le banche sono sedute su un’enorme e fetente castello di immondizia finanziaria che nessuno toccherebbe con un palo lungo tre metri.
Ma ciò significa che il mercato non funziona correttamente?
No, in effetti il mercato sta funzionando a meraviglia. Gli investitori stanno facendo quello che fanno da sempre. Stanno separando il grano dal loglio, niente di più, niente di meno. È Draghi che sta distorcendo il mercato, pompando centinaia di miliardi di euro in una bolla obbligazionaria che è scoppiata già da tempo. Avete dato ultimamente uno sguardo alla Grecia?
Facciamo un esempio che ci potrebbe essere di aiuto: diciamo che abbiamo bisogno di 500 dollari per pagare la rata del mutuo per l’auto. Decidiamo di andare a frugare in cantina per trovare qualcosa da poter vendere su Craig’s List per reperire questi soldi. Nel frattempo, troviamo un vecchio calcetto con tre gambe che è stato ben macchiato nel corso di una Oktoberfest di alcuni fa anni e mettiamo l’annuncio per 500 dollari. Poi ci sediamo, ci apriamo una bella birra fredda e aspettiamo che le chiamate arrivino copiose.
Ma il telefono non suona mai, e allora dobbiamo chiamare la concessionaria dell’auto che ci sta stressando per il pagamento mancante e dirgli, "Mi dispiace, ma non è colpa mia. Il mercato non sta funzionando correttamente!"
Quanta tregua pensate che vi darà il rivenditore?
Il fatto che nessuno voglia il vostro tavolo da calcino non è un segnale che il mercato non sta funzionando. La stessa regola si applica anche alle fetenti obbligazioni delle banche. Nessuno le vuole perché sono immondizia; tutto qui. Inoltre, c'è sempre un prezzo per gli asset finanziari; (anche per l'immondizia) è solo una questione di quanto la gente sia disposta a pagare. In questo caso, le offerte per le obbligazioni sovrane sono così basse che molte delle banche dell’UE andrebbero in malora se le vendessero e riportassero le perdite a bilancio. Ecco perché loro stanno contando su Draghi perché le salvi. E lui le ha salvate. Ma cosa sarebbe successo se le banche avessero dovuto ristrutturare il proprio debito, di modo che i contribuenti dell’eurozona non avessero dovuto pompare altri trilioni in questo regime di istituzioni zombie che un’altra volta saranno considerate troppo grandi per fallire?
Ma la gigantesca operazione di reflazione di Draghi è solo uno dei tanti problemi del LTRO. Un altro è dato dal fatto che lo stock di collaterali delle banche sta costantemente diminuendo, e ciò renderà sempre più difficile alla BCE prestare alle banche in difficoltà a febbraio quando la fase 2 (stimata in 400 miliardi di euro) verrà abbandonata.
Ma, davvero? Ciò vorrebbe dire che le banche non hanno né soldi né collaterali decenti, e che il moderno sistema bancario è solo un gioco delle tre carte.
Effettivamente, è un gioco delle tre carte. Vedete, le banche stanno prendendo in prestito mucchi di denaro con lo stesso collaterale più e più volte. Viene definita reipotecazione e, in alcuni casi, è perfettamente legale. Ma nasce un problema nei cicli di deleveraging quando il valore degli asset finanziari in cassaforte non corrisponde a quello presente in bilancio. E poi...? Come indicato dal blog del Financial Times, FT Alphaville: "Le banche possono facilmente esaurire i collaterali, e, in presenza di questo contesto, fallire (Dexia!)." (“Death sanitised through credit", FT Alphaville)
Tutto questo fa sorgere dei dubbi sull'efficacia dell’imminente Fase 2 dell’LTRO. Ci sono, dopo tutto, limiti anche per il grado di fetecchie che la BCE possa accettare per concedere prestiti.
Ci sono anche altri problemi con l’LTRO, come il fatto che stia poggiando su di sé tutto il sistema, sostituendo lo stato con le banche. Come è riuscito a farlo?
Fornendo alle banche garanzie implicite sul loro debito, mentre le obbligazioni sovrane hanno perso il sostegno generalizzato della BCE, portando così il debito statale al livello di un’obbligazione junk. Ciò è avvenuto perché Draghi ha segnalato al mercato che la BCE AGIRÀ da prestatore di ultima istanza per le banche, ma non per gli stati membri. Quindi, i rendimenti sulle obbligazioni governative sono saliti, mentre quelli sui debiti bancari sono calati. Ovviamente, ciò ha messo pressione sui bilanci statali proprio quando i deficit continuano a esplodere.
Chiedetevi questo: in che razza di mondo idiota viviamo quando gli istituti privati che agiscono per profitto (come le banche) possono prendere soldi in prestito a un tasso più conveniente rispetto agli stati? Lo stato assume decine di migliaia di lavoratori, fornisce programmi per lo stato sociale, per la polizia, per l’istruzione, la disoccupazione, per la salute e i servizi alla persona, la sicurezza, eccetera, e opera nell’interesse del pubblico, e invece – sotto il regime di Draghi – i banchieri senza scrupoli possono prendersi dalle banche centrali risorse illimitate a un tasso preferenziale. Me lo spiegate?
Chiaramente, questo è ciò che accade quando le nazioni rinunciano al potere di stampare la propria valuta. Perdono la capacità di controllare il proprio destino. E tutto questo crea una falla che consente alle élite finanziarie di penetrare e di afferrare le leve del controllo politico-economico, quello che ora sta avvenendo. La grande finanza ha preso possesso dell'Europa e sta facendo esattamente quello che la grande finanza fa ovunque, ovvero sta smantellando sistematicamente le istituzioni che offrono cure sanitarie, le pensioni e la sicurezza lavorativa a milioni di lavoratori comuni, riducendo grosse fette della popolazione a una miseria nera e abbietta.
Non è questa la tattica? Non è ciò che il losco Maestro Italiano ha davvero in mente?
Un'ultima cosa: il LTRO non ha un meccanismo di trasmissione. In altre parole, non c’è modo di convogliare la liquidità che si sta formando nel sistema bancario nella vera economia. Si è piazzata lì, come è successo con i trilioni di dollari di riserve del sistema bancario statunitense.
Quindi il prodigo regalo da 500 miliardi di euro di Draghi non verrà investito in edilizia residenziale o per costruire nuove fabbriche o per sviluppare nuovi farmaci o veicoli più efficienti dal punto di vista energetico. Infatti, non verranno assolutamente allocati in una qualsiasi attività di formazione sociale. Invece, verrà utilizzata allo stesso modo in cui le banche statunitensi usarono i 700 miliardi di dollari del TARP o i 1,25 trilioni di dollari dal primo giro di QE; turbo-addebitando asset rischiosi e mandando le azioni nella stratosfera per un anno o due. E questo renderà gli ombrosi compari investitori di Draghi davvero felici perché potranno rastrellare profitti record dalle azioni, mentre il resto dell'Europa languirà in una mini-Depressione prolungata.
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Fonte: Draghi’s 489 Billion Euro Fakery
26.01.2012
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

sabato 28 gennaio 2012

La Triplice Intesa Eurasiatica: Toccate l'Iran e sentirete la Russia e la Cina

by Mahdi Darius Nazemroaya
http://www.strategic-culture.org 
Nonostante le aree di differenza e la rivalità tra Mosca e Teheran,  i legami russo-iraniani si rafforzano. Sia la Russia che l’Iran hanno molto in comune. Sono entrambi grandi esportatori di energia, hanno interessi profondamente radicati nel Caucaso meridionale, si oppongono allo scudo missilistico della NATO e desidera tenere alla larga gli Stati Uniti e l’Unione europea dal controllo dei corridoi energetici nel bacino del Mar Caspio. Mosca e Teheran condividono anche molti alleati, dall’Armenia, Tagikistan e Bielorussia a Siria e Venezuela. Ma sopra ogni cosa, entrambe le repubbliche sono anche i due principali obiettivi geo-strategici di Washington.

 

 



La Triplice Intesa Eurasiatica e il valore dell’Iran per la Russia e la Cina
Con l’inclusione dei cinesi, la Federazione Russa e l’Iran sono ampiamente considerati alleati e partner. Insieme la Federazione della Russia, la Repubblica Popolare cinese e la Repubblica islamica dell’Iran formano una barriera contro gli Stati Uniti. I tre lo formano questo una triplice alleanza, il nucleo di una coalizione eurasiatica che resiste all’invasione di Washington dell’Eurasia e alla ricerca degli USA all’egemonia globale. I cinesi affrontano soprattutto l’invasione degli Stati Uniti nell’est asiatico e nel Pacifico, gli iraniani affrontano soprattutto l’invasione degli Stati Uniti nell’Asia sud-occidentale, e i russi l’invasione degli Stati Uniti dell’Europa orientale. Tutti e tre gli stati devono affrontare l’invasione degli Stati Uniti in Asia centrale e sono diffidenti nei confronti della presenza militare USA e NATO in Afghanistan.

L’Iran può essere caratterizzato come un perno  geo-strategico. L’intera equazione geo-politica in Eurasia cambierà in base all’orbita politico dell’Iran. Se l’Iran dovesse allearsi con gli Stati Uniti e diventare ostile a Pechino e Mosca, potrebbe seriamente destabilizzare la Russia e la Cina e devastare entrambe le nazioni. Ciò sarebbe dovuto ai suoi legami etnico-culturali, linguistici, economici, religiosi e geo-politici dal Caucaso all’Asia centrale.

L’Iran potrebbe anche diventare il più grande canale per l’influenza e l’espansione degli Stati Uniti nel Caucaso e in Asia centrale, perché l’Iran è la porta verso il ventre molle meridionale della Russia (o “estero vicino”) nel Caucaso e nell’Asia centrale. In tale scenario, la Russia come corridoio energetico verrebbe effettivamente sconvolta e sfidata, mentre  Washington sbloccherebbe il potenziale iraniano come corridoio energetico primario per il Mar Caspio e sostenitore delle pipeline iraniane. Parte del successo della Russia come via di transito dell’energia è dovuta agli sforzi statunitensi d’indebolire l’Iran, impedendo il transito dell’energia attraverso il territorio iraniano.

Se l’Iran cambiasse campo, anche l’economia e la sicurezza nazionale cinesi sarebbe tenute in ostaggio per due motivi. La sicurezza energetica cinese sarebbe minacciata direttamente per via del fatto che le riserve energetiche iraniane non sarebbero più sicure e sarebbero soggette agli interessi geopolitici degli USA. Inoltre, l’Asia centrale potrebbe anche ri-orientare la sua orbita se Washington dovesse aprire un canale diretto al mare aperto attraverso l’Iran.

Così, sia la Russia che la Cina vogliono una alleanza strategica con l’Iran, come mezzo per parare l’invasione  geo-politica di Washington. La “Fortezza Eurasia” sarebbe vulnerabile senza l’Iran. Questo è il motivo per cui né la Russia né la Cina potrebbero mai accettare una guerra contro l’Iran.  Se Washington dovesse trasformare l’Iran in un cliente, allora la Russia e la Cina sarebbero in pericolo.
Fraintendere  il sostegno di Cina e Russia alle sanzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
C’è un grande fraintendimento sul passato sostegno russo e cinese alle sanzioni ONU contro l’Iran. Anche se Pechino e Mosca permisero che le sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite passassero contro il loro alleato iraniano, lo hanno fatto per motivi strategici volti a mantenere l’Iran al di fuori dell’orbita di Washington. In realtà, per gli Stati Uniti sarebbe assai meglio cooptare Teheran come partner satellitare o minore, che correre rischi inutili e azzardati di una vera e propria guerra contro gli iraniani. Il sostegno russo e cinese alle passate sanzioni hanno consentito che una più ampia frattura emergesse tra l’Iran e Washington. A questo proposito, la realpolitik è all’opera. Mentre le tensioni irano-statunitensi aumentano, le relazioni dell’Iran con la Russia e la Cina diventano più strette e l’Iran consolida sempre più il suo campo con Mosca e Pechino.

Russia e Cina non avrebbero mai sostenuto delle sanzioni paralizzanti o qualsiasi forma di embargo economico, che potessero minacciare la sicurezza nazionale iraniana. Questo è il motivo per cui sia la Cina che la Russia hanno rifiutato di essere costrette da Washington a unirsi alle sue nuove sanzioni unilaterali del 2012. I russi hanno anche messo in guardia l’Unione europea dall’essere la pedina di Washington, perché sono autolesionistici nel giocare secondo gli schemi degli Stati Uniti. A questo proposito, la Russia ha commentato i piani impraticabili e praticamente inefficaci dell’UE per un embargo petrolifero contro l’Iran. Teheran ha anche fatto simili ammonimenti e ha respinto l’embargo petrolifero dell’UE come una tattica psicologica che è destinata a fallire.
La cooperazione russo-iraniana nella sicurezza e nel coordinamento strategico
Nell’agosto 2011, il capo del Consiglio supremo di sicurezza nazionale dell’Iran, il segretario generale Saaed (Said) Jalili, e il capo del Consiglio Nazionale di Sicurezza della Federazione Russa, il segretario Nikolaj Platonovich Patrushev, si incontravano a Teheran per parlare del programma energetico nucleare iraniano e della cooperazione bilaterale. La Russia ha voluto aiutare l’Iran ha respingere le nuove accuse con cui Washington si stava preparando ad attaccare l’Iran. Poco dopo Patrushev e il suo team russo sono giunti a Teheran, il ministro degli esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, sarebbe volato a Mosca.

Nel settembre 2011 sia Jalili che Patrushev si sarebbero incontrato di nuovo, ma questa volta in Russia. Jalili dovrebbe andare a Mosca e poi attraversare gli Urali per recarsi nella città russa di Ekaterinburg. L’incontro di Ekaterinburg tra i due ha avuto luogo a margine di un vertice sulla sicurezza internazionale, ed è stato importante, perché è stato annunciato che i vertici degli enti di sicurezza nazionale di Mosca e Teheran si sarebbero d’ora in poi coordinati, organizzando riunioni regolari, e un protocollo è stato firmato da entrambi a sostegno di ciò. A Ekaterinburg, sia Jalili che Patrushev hanno anche tenuto riunioni con la loro controparte cinese, Meng Jianzhu. Il risultato della riunione sarebbe che Jalili e Jianzhu richiederebbero misure analoghe da adottare da parte dei consigli di sicurezza nazionale dell’Iran e della Cina. Cinesi e iraniani avrebbero anche effettuato degli appelli per l’istituzione di un consiglio di sicurezza sovranazionale all’interno del Consiglio della Shanghai Cooperation Organization, per affrontare le minacce comuni a Pechino, Teheran, Mosca e del resto dell’organizzazione eurasiatica.

Sempre nel settembre 2011, Dmitrij Rogozin, l’inviato russo presso la NATO, ha annunciato che avrebbe visitato Teheran nel prossimo futuro per parlare del progetto dello scudo missilistico della NATO, a cui sia il Cremlino che l’Iran si oppongono; e subito compariva un articolo che affermava che la Russia, Iran e Cina stamno progettando la creazione di uno scudo missilistico congiunto. Rogozin, che nell’agosto 2011 aveva avvertito che la Siria e lo Yemen sarebbero stati attaccati per poter avviare il confronto con Teheran, avrebbe risposto agli articoli confutando pubblicamente i piani per la creazione di un programma per uno scudo missilistico congiunto sino-russo-iraniano.

Il mese seguente, nell’ottobre del 2011, i ministeri degli affari esteri di Russia e dell’Iran annunciavano che avrebbero ampliato i legami in tutti i campi. Poco dopo, nel novembre 2011, l’Iran e la Russia hanno firmato un accordo di cooperazione e di partnership strategica tra i loro rispettivi più importanti enti di sicurezza riguardanti economia, politica, sicurezza, intelligence e coordinamento. Questo era stato anticipato da un documento su cui russi e iraniani stavano lavorando da tempo. L’accordo è stato firmato a Mosca dal segretario generale del Consiglio supremo di sicurezza dell’Iran, Ali Bagheri (Baqeri), e dal Sottosegretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Russia, Evgenij Lukjanov.

Nel novembre 2011, il capo del Comitato per gli affari internazionali della Duma russa, Konstantin Kosachev, aveva anche annunciato che la Russia deve fare tutto il possibile per impedire un attacco al vicino Iran. Alla fine di novembre 2011 è stato anche annunciato, ancora una volta, che Dmitrij Rogozin avrebbe sicuramente visitato sia Teheran che Pechino nel 2012. E’ stato rivelato che Rogozin e un team di funzionari russi sarebbero andati in Iran e in Cina per delle discussioni strategiche sulle strategie collettive contro le minacce comuni.

   

La Sicurezza Nazionale della Russia e quella dell’Iran sono legate
Il 12 gennaio 2012, Nikolaj Patrushev ha detto ad Interfax che temeva che una grande guerra stesse per esplodere e che Tel Aviv stesse spingendo gli Stati Uniti ad attaccare l’Iran. Ha respinto le pretese che l’Iran stia fabbricando clandestinamente delle armi nucleari e ha detto che per anni il mondo aveva sempre sentito dire ad nauseam che l’Iran avrebbe avuto la bomba atomica la settimana prossima. I suoi commenti sarebbero stati seguiti da un terribile avvertimento da Dmitrij Rogozin.

Il 13 gennaio 2012, Rogozin, che il Cremlino annunciava sarebbe diventato viceprimo ministro russo, ha dichiarato che qualsiasi tentativo di intervento militare contro l’Iran sarebbe una minaccia alla sicurezza nazionale della Russia. In altre parole, un attacco a Teheran è un attacco a Mosca. Nel 2007, Vladimir Putin aveva sostanzialmente detto la stessa cosa, quando era a Teheran per un vertice sul Mar Caspio, provocando allarme presso George W. Bush Jr., avvertendo che la Terza Guerra Mondiale avrebbe potuto scoppiare per l’Iran. L’affermazione di Rogozin è semplicemente una dichiarazione di ciò che è stata la posizione della Russia per tutto questo tempo: se l’Iran dovesse cadere, la Russia sarebbe in pericolo.

L’Iran è un obiettivo dell’ostilità degli Stati Uniti, non solo per le sue vaste riserve di energia e  risorse naturali, ma a causa di importanti considerazioni geo-strategiche che lo rendono un trampolino di lancio strategico contro la Russia e la Cina. Le strade per Mosca e Pechino passano per Teheran, così come la strada per Teheran passa per Damasco, Baghdad e Beirut. Né gli USA vogliono controllare il petrolio e il gas iraniani per mere ragioni economiche o di consumo. Washington vuole mettere la museruola alla Cina attraverso il controllo della sicurezza energetica cinese e vuole che le esportazioni energetiche iraniane siano scambiate in dollari USA, per assicurare l’uso continuo del dollaro nelle transazioni internazionali.

Inoltre, l’Iran ha stipulato  accordi con partner commerciali come la Cina e l’India, in cui le transazioni commerciali non avranno luogo con gli euro o i dollari statunitensi. Nel gennaio 2012, sia russi che gli iraniani hanno sostituito il dollaro con le loro monete nazionali, rispettivamente il rublo russo e il rial iraniano, nei loro scambi bilaterali. Questo è un duro colpo economico e finanziario negli Stati Uniti.

  



La Siria è al centro delle preoccupazioni sulla sicurezza nazionale dell’Iran e della Russia
Russia, Cina e Iran supportano fermamente la Siria. L’assedio diplomatico ed economico contro la Siria è legato alla posta geo-politica in gioco per il controllo dell’Eurasia. L’instabilità in Siria è legata all’obiettivo di combattere l’Iran e, infine, di trasformarlo in un partner degli Stati Uniti contro Russia e Cina.

Il cancellato o ritardato dispiegamento di migliaia di truppe statunitensi in Israele per Austere Challenge 2012, era volto a far aumentare la pressione contro la Siria. Sulla base di frammenti di un rapporto di Voce della Russia, i media russi hanno riferito erroneamente che Austere Challenge 2012 si sarebbe tenuta nel Golfo Persico, venendo erroneamente ripresa dagli organi di informazione di altre parti del mondo. Ciò ha contribuito ha mettere in evidenza il collegamento iraniano a spese di quelli siriano e libanese. Il dispiegamento delle truppe statunitensi era rivolto principalmente contro la Siria, per isolare e contrastare l’Iran. Speculativamente, la cancellazione o il ritardo delle esercitazioni missilistiche israelo-statunitensi comprendevano probabilmente attacchi con missili e razzi non solo dall’Iran, ma anche da Siria, Libano e Territori palestinesi.

A parte i suoi porti navali in Siria, la Russia non vuole vedere la Siria utilizzata per re-indirizzare i coordinatori energetici del bacino del Caspio e del bacino del Mediterraneo. Se la Siria dovesse cadere, tali rotte verrebbero sincronizzati in modo da riflettere la nuova realtà geo-politica. A spese dell’Iran, l’energia dal Golfo Persico potrebbe anche essere dirottata verso il Mediterraneo attraverso Libano e Siria, nel Levante.

  

Mahdi Darius Nazemroaya è un sociologo e un autore pluripremiato. È ricercatore associato presso il Centre for Research on Globalization (CRG), Montreal. È specializzato sul Medio Oriente e l'Asia centrale. E' stato collaboratore e ospite sul più vasto Medio Oriente in numerosi programmi e reti internazionali come Al Jazeera, Press TV, teleSUR e Russia Today. Nazemroaya è stato anche testimone della "primavera araba" in azione nel Nord Africa. Mentre era in Libia durante la campagna di bombardamenti della NATO, ha relazionato da Tripoli per diversi media. Ha inviato dispacci dai punti chiave della Libia per Global Research ed è stato inviato speciale per il programma investigativo della Flashpoints, trasmesso da Berkeley, California. I suoi scritti sono stati pubblicati in oltre dieci lingue. Scrive anche per Strategic Culture Foundation (SCF) a Mosca, Russia.
Traduzione di Alessandro Lattanzio - 23 gennaio 2011:
Testo originale in inglese - Strategic Culture Foundation - 22 gennaio 2011:
The Eurasian Triple Entente: Touch Iran in a War, You Will Hear Russia and China.
Ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.

Ripubblicazione è gradita con riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.

mercoledì 25 gennaio 2012

L’arte della guerra : I moderni tagliatori di teste


by Manlio Dinucci
 globalresearch.ca

 

Come dono emblematico della rinnovata «amicizia italo-libica», ad opera dei nuovi governi dei due paesi, il premier Mario Monti ha riportato in Libia la testa di Domitilla, che qualcuno aveva rubato vent’anni fa decapitando un’antica statua. Di teste tagliate, Monti in effetti se ne intende.

Prima di ricevere l’investitura dal presidente Napolitano, ha fatto parte per anni della banca statunitense Goldman Sachs, le cui speculazioni (tra cui la truffa dei mutui subprime) hanno provocato tagli di posti di lavoro e di vite umane (con l’aumento dei prezzi dei cereali).

Come consulente, scrive Le Monde, egli aveva «l’incarico di apritore di porte, per sostenere gli interessi della Goldman Sachs nei corridoi del potere in Europa». Interessi non solo economici ma politici: i padroni della banca fanno parte della onnipotente élite finanziaria, organizzata quale governo ombra transnazionale, nelle cui stanze segrete si decidono non solo le grandi operazioni speculative, come l’attacco all’euro, ma anche quelle miranti a sostituire un governo con un altro più utile. È qui che è stato deciso di far cadere policamente la testa di Berlusconi: un affarista molto utile per lo smantellamento della cosa pubblica e le «liberalizzazioni», resosi però inviso per i suoi accordi economici con la Libia di Gheddafi e la Russia di Putin.

Divenuto scomodo quando, come rivela il Washington Post, si è infuriato per la mossa della Francia di attaccare per prima la Libia il 19 marzo, minacciando di togliere agli alleati l’uso delle basi italiane. Richiamato dalla Clinton, è rientrato nei ranghi e l’Italia, stracciato il trattato di non-aggressione con la Libia, ha svolto «con onore» il suo ruolo nella guerra.

Ciò non ha però salvato Berlusconi: abbandonato e deriso dagli alleati, ha dovuto mettere lui stesso la testa sotto la ghigliottina quando, con la regia del governo ombra transnazionale, i «mercati» hanno minacciato di far crollare il suo impero economico. E in queste stesse stanze segrete è stato deciso di far cadere la testa di Gheddafi, materialmente, demolendo lo stato da lui costruito e assassinandolo.
 Non a caso la guerra è iniziata con l’assalto ai fondi sovrani, almeno 170 miliardi di dollari che lo stato libico aveva investito all’estero, grazie ai proventi dell’export petrolifero che affluivano per la maggior parte nelle casse statali, lasciando ristretti margini alle compagnie straniere.

Fondi investiti sempre più in Africa, per sviluppare gli organismi finanziari dell’Unione africana (la Banca di investimento, il Fondo monetario e la Banca centrale) e creare il dinaro d’oro in concorrenza al dollaro. Progetto smantellato con la guerra, decisa, prima che dai governi ufficiali, dal governo ombra di cui fa parte la Goldman Sachs.
Nella quale oggi non ha più, formalmente, alcun incarico quel Mario Monti che, in veste di capo del governo italiano, è sbarcato a Tripoli, accompagnato dall’ammiraglio Di Paola, oggi ministro della difesa, che, come presidente del Comitato militare della Nato, ha svolto un ruolo di primo piano nella guerra alla Libia. Hanno portato in dono la testa di Domitilla a un «governo» creato artificiosamente dalla Nato, con il compito di tagliare (materialmente) le teste di quanti vogliono una Libia indipendente dal nuovo colonialismo.       


Manlio Dinucci is a frequent contributor to Global Research.  Global Research Articles by Manlio Dinucci

martedì 24 gennaio 2012

Il cibo come merce

Per concessione di Resistenze


Fonte: 
http://monthlyreview.org/2012/01/01/food-as-a-commodity


FRED MAGDOFF


Il cibo soddisfa uno dei bisogni umani basilari. L'accesso stabile a una dieta equilibrata è fondamentale sia per la crescita che lo sviluppo dei giovani, così come per la salute nel corso di tutta la vita. Anche se il cibo è in linea generale abbondante, la malnutrizione è ancora comune. La contraddizione tra la disponibilità di abbondanti scorte di cibo a livello mondiale e la malnutrizione e la fame diffusa, deriva principalmente dal considerare i prodotti alimentari alla stregua di qualsiasi merce.
Per molti millenni dall'origine della nostra specie, gli esseri umani sono stati cacciatori e raccoglitori, un'esistenza che si potrebbe pensare fragile. Tuttavia, a giudicare da evidenze archeologiche, corroborate da esempi recenti, i cacciatori e raccoglitori in genere hanno seguito una dieta varia che ha fornito una nutrizione adeguata. Per esempio, gli studi nei decenni 1960 e '70 sui Kung dell'Africa meridionale, raccoglitori per letteralmente migliaia di anni, dimostrano che, nonostante mangiassero la carne che cacciavano, traevano circa i due terzi del loro nutrimento da una base vegetale - noci (per oltre un terzo del consumo calorico), frutta, radici e bacche - con un apporto di circa 2.400 calorie al giorno. I gruppi di cacciatori-raccoglitori erano egualitari e tutti partecipavano all'approvvigionamento del cibo.
L'agricoltura, che si è sviluppata tra i 7 e 10.000 anni fa, ha procurato le eccedenze alimentari che hanno consentito lo sviluppo delle città e l'affermazione delle civiltà e delle gerarchie connesse (agricoltori, artigiani, sacerdoti, re, guerrieri, scribi e altri funzionari). Ma il solo fatto che esistesse un surplus alimentare non implicava che le persone fossero meglio nutrite dei cacciatori-raccoglitori. Di fatto, si pensa che la dipendenza in particolare dai cereali per l'apporto calorico a scapito della grande varietà di alimenti disponibili nelle diete dei cacciatori-raccoglitori, abbia causato il detrimento della salute dei primi agricoltori - come indicato dalla riduzione della statura rispetto quella dei cacciatori-raccoglitori. In queste società agricole le eccedenze alimentari erano destinate principalmente alle classi produttive non agricole. Nella maggior parte delle società agricole pre-capitaliste vi erano molti più produttori rispetto alle classi non-produttive.
In alcuni imperi antichi, i tributi assumevano la forma del cibo spedito a lunghe distanze dal luogo di produzione. Il Nord Africa, per esempio, era il granaio di Roma. Gran parte della storia cinese fu impegnata nella costruzione di infrastrutture per immagazzinare e fornire cibo lontano dalle coltivazioni. Tuttavia, in gran parte del mondo (inclusa l'Europa feudale) il cibo veniva prodotto dai contadini e consumato dalle loro famiglie oppure se ne appropriavano le aristocrazie terriere su una base locale. I mercati esistenti scambiavano sul baratto e il commercio di cibo avveniva in natura, senza diventare merce.
La situazione è cambiata con il capitalismo o la produzione di merci generalizzata. L'accumulazione senza fine di profitti, forza motrice del sistema capitalista, avviene attraverso la produzione di beni o servizi da vendere a un prezzo superiore ai costi di produzione. La produzione a scopo di vendita e di profitto, invece che per l'uso, è una caratteristica distintiva del capitalismo e sostanzialmente tutti gli scambi di materie prime avvengono sui mercati. Durante le prime fasi del capitalismo, quando la maggior parte delle persone viveva ancora e lavorava sul territorio, una parte significativa del cibo era prodotta per essere consumata a livello locale nelle aree rurali e non esisteva come merce. Tuttavia, gli agricoltori nei pressi delle città in crescita e/o prossimi ai trasporti via acqua iniziarono a spedire cibo ai centri urbani in fase di industrializzazione.
La natura del cibo come merce divenne più pronunciata quando il capitalismo crebbe e conquistò la maggior parte delle società del mondo. Le potenze imperiali imposero ai contadini delle loro colonie l'economia monetaria, estraendo da loro denaro anziché tasse in natura. La necessità di ottenere denaro per pagare le tasse avviò il processo per trasformare una parte del cibo prodotto in merci.
La fase industriale del capitalismo determinò la diminuzione delle popolazioni rurali in Europa, Nord America e Giappone. La gente era costretta ad abbandonare la terra e cercare lavoro nelle città, trasferendosi nei centri urbani in crescita industriale. (Molti emigrarono dall'Europa al Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e altrove.) Lo sviluppo di canali, ferrovie e reti stradali ha permesso il trasporto su lunghe distanze di prodotti alimentari. I progressi nel trasporto via mare hanno peraltro notevolmente ridotto i costi del commercio internazionale dei prodotti alimentari.
Quasi tutte le colture e gli animali allevati utilizzando scala e approccio dell'agricoltura industriale sono venduti come merci indistinte. Gli agricoltori vendono i loro raccolti agli acquirenti, che rivendono i prodotti grezzi da lavorare o che essi stessi trasformano in semilavorati, rivenduti poi alle industrie di trasformazione finale/confezionatrici, le quali vendono ai grossisti, che poi vendono ai rivenditori e che finalmente vendono il cibo al dettaglio. Quindi, gli agricoltori che producono la maggior parte del cibo per i paesi ricchi risultano del tutto separati dal pubblico che acquista i loro prodotti, non solo fisicamente, ma anche attraverso la lunga catena di intermediari tra aziende agricole e la tavola del consumatore. La meccanizzazione agricola ha aumentato la produttività del lavoro e affermato un minor numero di aziende agricole di più grandi dimensioni. Con l'applicazione dei metodi industriali per aumentare i raccolti e gli allevamenti, il settore che rifornisce l'agricoltura è cresciuto notevolmente, concentrandosi altamente, con relativamente poche aziende che producono e vendono macchine agricole, fertilizzanti, pesticidi e sementi. Il sistema alimentare industrializzato ha visto anche la concentrazione e la centralizzazione della produzione e del crescente potere dei monopoli. Per esempio, le grandi aziende delle "proteine" (animali) ora contrattano con gli agricoltori per la produzione di pollame e maiali in strutture di grandi dimensioni in brutali condizioni di sovraffollamento.
In effetti l'agricoltura, il miglioramento reale delle colture e degli animali, è solo una parte del sistema alimentare. La natura di merce di tutte le parti del settore agro-alimentare - forniture per la produzione, l'acquisto e la trasformazione dei prodotti agricoli, la vendita all'ingrosso e al dettaglio - implica che molti beni siano prodotti e venduti. L'agricoltura stessa è stata ridotta a una componente di un sistema più grande del business agro-alimentare, con molti piccoli agricoltori che negli Stati Uniti diventano sempre più di frequente, subappaltatori delle grandi società. Il settore delle forniture per l'agricoltura è stato uno degli ultimi settori dell'economia a passare attraverso la concentrazione della proprietà, portando a un numero ridotto di produttori di macchine agricole, aziende "agro-chimiche" (fertilizzanti e pesticidi) e aziende sementiere. Pochi colossi sono in grado di esercitare un potere quasi di monopolio. Uno degli sviluppi più recenti nel settore delle forniture per l'agricoltura è stata la creazione degli organismi transgenici (geneticamente modificati, o OGM). Il consolidamento del settore è stato stimolato dal maggior controllo esercitato sui prezzi (e sugli agricoltori), e oggi circa il 40% dell'intero mercato mondiale delle sementi è controllato da tre aziende: Monsanto, DuPont e Syngenta.
A livello globale c'è ancora una parte significativa di alimenti prodotti in piccole proprietà per uso personale o mercati locali in America Latina, Africa e Asia. Tuttavia, negli Stati Uniti, Europa occidentale e in Australia (e ora in Brasile, e anche più recentemente, in Argentina, Paraguay e Bolivia) le colture sono sempre più spesso impiantate in grandi fattorie altamente meccanizzate per la vendita sia nazionale che internazionale. La maggior parte di questi paesi promuovono attivamente la produzione su larga scala per l'esportazione, sia per ottenere valuta estera sia per aiutare la loro bilancia internazionale dei pagamenti. 

Implicazioni
Esiste una serie di importanti implicazioni sulla natura di merce della produzione, della trasformazione e del consumo alimentare. Nelle economie capitalistiche, come è noto, quasi tutte le imprese hanno lo scopo di produrre beni per la vendita, sia che il "prodotto" costituisca una necessità imprescindibile come il cibo e l'assistenza sanitaria, sia che costituisca un lusso, come un jet privato o una casa enorme. In misura sempre crescente gli elementi della natura, comprese le forniture di acqua e i geni della vita, vengono attratti sotto il controllo del privato con l'obiettivo di fare profitti, piuttosto che soddisfare i bisogni delle persone.
Tuttavia, emerge una contraddizione fondamentale quando ogni bisogno basilare dell'uomo viene prodotto e venduto come merce, si tratti di cibo, di assistenza sanitaria, di acqua potabile o di un'abitazione. Il capitalismo produce naturalmente una stratificazione di ricchezza che comprende i disoccupati, i lavoratori poveri, una classe più abbiente, una classe media e un gruppo relativamente ristretto di individui molto ricchi. Gli strati bassi della società sono assolutamente essenziali per il buon funzionamento del sistema. Includono i membri di quello che Marx chiamava l'esercito di riserva, che consente un facile accesso al lavoro quando l'economia si espande e aiuta a mantenere i salari bassi, perché i lavoratori sono consapevoli che possono essere facilmente rimpiazzati (1). Anche in un paese ricco come gli Stati Uniti, i numerosi disoccupati e i lavoratori a bassa retribuzione non possono permettersi il prezzo di tutto ciò di cui avrebbero bisogno per vivere: affitto, elettricità, trasporti (un irrazionale modello di sviluppo coniugato all'inadeguatezza dei mezzi pubblici, significa che l'auto diventa spesso necessaria per andare al lavoro), vestiti, cure mediche, cibo, ecc…
 
Dato che la povertà negli Stati Uniti non è miseria assoluta, i poveri a volte hanno delle opzioni: possono acquistare prodotti alimentari con un più o meno alto valore nutrizionale, saltare i pasti, ottenere buoni pasto (ora denominati SNAP, Supplemental Nutrition Assistance Program), o ricevere assistenza alimentare da enti di beneficenza. I poveri hanno in genere poco denaro per il cibo, dopo aver pagato l'affitto e le bollette. Nell'estate del 2011, circa 46 milioni di persone hanno ricevuto assistenza alimentare attraverso i programmi federali. Eppure, nonostante l'abbondanza di cibo, un reddito pro capite medio elevato e varie forme di assistenza, circa 50 milioni di persone negli Stati Uniti sono considerate a rischio di "sicurezza alimentare". Di questi, oltre 12 milioni di adulti e 5 milioni di bambini hanno un livello "molto basso" di sicurezza.
In alcune parti del Sud del mondo, naturalmente, le condizioni sono ben peggiori. La natura di merce degli alimenti determina livelli di prezzi superiori ai pochi mezzi di sussistenza di molte persone, determinando una mancanza di una nutrizione adeguata. Le Nazioni Unite stimano che ci sono quasi un miliardo di persone nel mondo che soffrono di malnutrizione. Ciò comporta gravi problemi di salute o la morte per milioni di persone. La privazione del cibo, anche se non determina una seria malnutrizione, costituisce una condizione molto grave. Quindi, il senso di ingiustizia associato all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e alla disparità di accesso al cibo è stato un fattore determinante nelle rivolte nel mondo arabo nel corso dell'ultimo anno.
Poiché i prodotti alimentari sono merci e l'intero sistema è imperniato sull'accrescimento delle vendite per accumulare maggiori profitti, attorno al cibo fiorisce una massiccia industria pubblicitaria, soprattutto nel settore più redditizio degli alimenti trasformati. I cibi ad alto tasso calorico, ma a basso valore nutrizionale, come i cereali zuccherati per la colazione, sono sollecitati per i bambini. E poiché questi alimenti sofisticati sono relativamente poco costosi e disponibili nei supermercati economici in cui mancano spesso cibi di qualità superiore, come frutta e verdura, la natura di merce del cibo diventa parte integrante della spiegazione dell'aumento dell'obesità, soprattutto tra i poveri.
Le colture alimentari possono avere usi diversi dal consumo umano. Possono essere trasformati in una varietà di forme: pane (focacce, tortillas), patatine, piatti surgelati pronti, pasta, gelati, ecc.. Il grano è comunemente elaborato per ottenere amido per uso industriale e zuccheri (ad alto contenuto di fruttosio). Una percentuale relativamente alta di mais e soia coltivata negli Stati Uniti è destinata all'alimentazione del pollame, dei maiali e delle vacche da carne e da latte (che, da un punto di vista ambientale, dovrebbero mangiare erba e foraggi). E sulla spinta di ridurre la dipendenza dalle importazioni di petrolio e di avere una fonte apparentemente più "verde" di combustibili liquidi, mais, soia, colza, canna da zucchero, olio di palma e di jatropha vengono coltivati per produrre etanolo o biodiesel (le colture non alimentari sono aumentate solo per produrre biocarburanti).
Negli Stati Uniti e in Europa, incentivi e aiuti statali incoraggiano la produzione delle colture alimentari e non alimentari, da utilizzare come materie prime per la produzione di biocarburanti. Questo spiega in buona parte i mercati ristretti e i prezzi alti del mais e delle oleaginose. Un rapporto della FAO dice: "Generando una nuova domanda di prodotti alimentari che possono garantire i paesi poveri e le popolazioni contro l'insicurezza alimentare, i biocarburanti industriali evidenziano la tensione tra una domanda potenzialmente illimitata (in questo caso per l'energia) e i vincoli di un mondo con risorse limitate." (2) E' stata la ricerca di un altro mercato per il mais che ha indotto Dwayne Andreas, amministratore delegato della Archer Daniels Midland (ADM), azienda acquirente di grano per la trasformazione in cereali da foraggio conglomerato, a cercare influenza tra i politici e a finanziare generosamente entrambi i partiti, democratico e repubblicano. ADM è stato il principale sostenitore dell'industria di trasformazione del mais in etanolo e può ben essere considerato il fautore del regolamento che consente di mescolare una certa percentuale di etanolo con la benzina (in fase crescente dal 10 al 15 per cento).
La natura di merce degli alimenti limita il suo accesso ai poveri. Pressioni del mercato e incentivi contribuiscono all'interscambiabilità delle colture alimentari chiave che possono essere utilizzate anche per gli animali o la produzione di combustibile, favoriscono la possibilità di impiantare colture per uso strettamente industriale invece che alimentare, se il prezzo è giusto, ed enormi accaparramenti e speculazioni sui prodotti agricoli (vedi sotto). La terra può essere utilizzata per coltivazioni con finalità diverse: il cibo per le persone, le colture alimentari che sono anche potenzialmente nutrizionali per gli animali e le materie prime industriali (cotone, jatrohpa, mais per fare lo zucchero o altri prodotti strettamente per gli animali). I prezzi di mercato orientano la produzione degli agricoltori. Quando i prezzi dell'etanolo aumentano, più terra va in mais per l'etanolo. Se aumentano i prezzi del cotone, una porzione maggiore di terra invece che coltivata a mais e soia, sarebbe coltivata a cotone. I prezzi di mercato guidano anche l'utilizzo finale di colture che hanno usi molteplici. Per esempio, i semi di soia possono diventare olio vegetale per uso umano, mangime per gli animali o essere convertiti in combustibile biodiesel. La necessità di nutrire gli affamati non entra nel calcolo.
Quando un paese povero (cosiddetto "in via di sviluppo") tenta di risolvere il suo problema alimentare soprattutto incoraggiando gli agricoltori a produrre di più, i raccolti abbondanti tendono a deprimere i prezzi, favorendo in tal modo l'accesso al cibo per i più poveri. Tuttavia, i prezzi bassi possono essere problematici per gli agricoltori, molti dei quali sono essi stessi poveri. Questo è successo recentemente in Zambia, dove "la produzione di massa può far crollare i prezzi. Gli agricoltori più piccoli, che sono i meno produttivi, soffrono doppiamente producendo poco e venendo pagati una miseria per il raccolto." (3) Così, i raccolti straordinari nell'agricoltura capitalista tendono a favorire i grandi agricoltori, specialmente quelli che utilizzano le tecnologie più avanzate, come l'irrigazione e i fertilizzanti, che contribuiscono a produrre a rendimenti elevati. Tuttavia, i prezzi bassi che ne derivano possono costringere un gran numero di piccoli agricoltori nella più profonda povertà, perché molto meno capaci di proteggere i loro raccolti dai capricci della natura e privi delle risorse finanziarie per affrontare le intemperie.
È stata aggiunta una nuova dimensione al fenomeno del cibo come merce: l'ennesimo furto della terra, con capitali privati e fondi sovrani per l'acquisto o la locazione di terreni in Africa, Asia e America Latina per produrre cibo e biocarburanti per i mercati dei paesi d'origine degli investitori. (4) Come per il cibo, il fattore di base per la sua produzione, il terreno, diventa una merce, buona sia per la speculazione che per andare al miglior offerente. In molti paesi del Sud del mondo, i sistemi tradizionali di godimento della terra vengono messi da parte quando un terreno è acquistato o affittato a lungo termine da parte del capitale privato o da fondi sovrani. Lo scopo è far soldi o produrre cibo o carburante (jatropha o altre colture per combustibile) per i mercati "interni". Ciò comporta una ancor più rapida "deruralizzazione" poiché sempre più agricoltori sono spinti fuori dalle terre verso i quartieri poveri delle città che non hanno nulla da offrir loro. Si stima che circa 20 milioni di ettari (50 milioni di acri) sono stati venduti o sono in affitto a lungo termine verso nazioni e capitali stranieri. "In Africa lo chiamano furto di terra o nuovo colonialismo. Nazioni fameliche di assicurarsi il loro approvvigionamento alimentare - comprese Arabia Saudita, Emirati, Corea del Sud (il terzo importatore più grande al mondo di mais), Cina, India ed Egitto - sono in prima linea in una corsa frenetica per divorare i terreni agricoli di tutto il mondo, ma soprattutto nell'Africa, assetata com'è di liquidità." (5)
"L'uso conveniente" di ogni merce è quello di ottenere il miglior prezzo, senza considerare le conseguenze sociali, ecologiche o umanitarie. Un piccolo esempio delle contraddizioni che nascono da quest'assioma è evidente nella crescita nel Nord America di un mercato per la quinoa, un cereale coltivato nelle Ande che è particolarmente nutriente grazie al suo equilibrio di aminoacidi. Gli agricoltori traggono benefici dall'aumento dei prezzi delle colture, ma allo stesso tempo, questo cibo tradizionale e nutriente sta diventando troppo costoso per le popolazioni locali. (6)
Un'altra implicazione della natura di merce del cibo è che è sempre più soggetto alle variazioni dei prezzi speculativi. Le materie prime come i metalli e le colture alimentari sono diventati un obiettivo primario degli speculatori che preferiscono scommettere sulle variazioni di prezzo di prodotti tangibili, piuttosto che affidarsi completamente agli "strumenti finanziari". Il Chicago Board of Trade (CBOT, di proprietà del Chicago Mercantile Exchange), aperto nel 1848, è la più antica borsa merci. Durante la maggior parte della sua storia, il CBOT e le altre borse merci sono state utilizzate principalmente dagli operatori del settore: agricoltori, acquirenti e trasformatori di alimenti. Era un modo sano per proteggere l'azienda dalle intemperie del tempo e dalla concorrenza.
Ma con la finanziarizzazione dell'economia tutto è diventato un facile bersaglio per la speculazione, per cui il cibo e gli altri prodotti agricoli (così come altre materie prime) sono diventate oggetto di nuove scommesse. Con il cosiddetto "Commodity Futures Modernization Act", i mercati delle materie prime sono stati liberalizzati nel 2000 e sono stati sviluppati prodotti finanziari "strutturati" per consentire vari tipi di speculazione. Oltre alle scommessesui singoli prodotti, i commodity index funds (fondi di investimento in derivati legati a diverse merci, introdotti da Goldman Sachs) hanno iniziato a monitorare i prezzi delle materie prime. La quantità di denaro in questi fondi è aumentata da 13 miliardi di dollari nel 2003 a 317 miliardi di dollari nel 2008. Come manager di hedge fund statunitensi, Masters Mike ha spiegato: "Gli speculatori oggi hanno circa il 70% degli interessi aperti sui mercati delle materie prime. Dieci anni fa, controllavano all'incirca il 30% del mercato." (7) Con così tanto denaro che scorre nei mercati dei beni alimentari, i prezzi sono guidati dagli aumenti speculativi. Questo, naturalmente, non significa che i prezzi delle materie prime siano destinati solo a salire, poiché oscillano secondo le condizioni economiche, i livelli delle scorte alimentari nel mondo, i raccolti, le voci e le mode. Ma la speculazione fa salire e scendere i prezzi in maggior misura e più velocemente, contribuendo di conseguenza alla fame per molti, a volte milioni, quando i prezzi sono a picco, e alla rovina dei piccoli produttori, quando i prezzi crollano.
Quando il cibo, una necessità fondamentale per la salute umana e la sopravvivenza, attualmente prodotto in quantità sufficiente per sfamare tutti nel mondo in base a una dieta nutriente, è una merce, i risultati sono di norma la fame, la malnutrizione, le morti premature e le carestie, quando scarsi approvvigionamenti determinano prezzi eccezionalmente elevati. Vi sono esempi di agricoltori e di metodi alternativi organizzati dal pubblico di produrre cibo per le persone al posto del mercato, come ad esempio le Community Supported Agriculture (CSA), aziende in cui le persone acquistano (spesso su una scala mobile in base alle capacità di pagare) una quota dellaproduzione durante la crescita, durante la stagione. Questi tipi di accordi tra gli agricoltori e il pubblico sono incoraggianti perché dimostrano un approccio alternativo al cibo. Tuttavia, l'unico modo per garantire che il cibo raggiunga tutte le persone in qualità e quantità sufficiente è di sviluppare un nuovo sistema che consideri l'alimentazione un diritto umano e non lo consideri una merce. Solo allora saremo in grado di soddisfare il motto: "Cibo per le persone, non per il profitto."



Note  
1. Per una discussione sull'esercito riserva vedere Fred Magdoff e Harry Magdoff, Disposable Workers: Today’s Reserve Army of Labor,Monthly Review 55, no. 11 (2004): 18-35. 
2. Gruppo ad alto livello di esperti sulla Sicurezza Alimentare e sulla Nutrizione, Price volatility and food security, Comitato sulla sicurezza alimentare mondiale, Roma, luglio 2011, http://fao.org. 
3. Samuel Fromartz, The Production Conundrum, The Nation, 3 ottobre 2011, 20-22. 
4. Grain, The New Farm Owners: Corporate Investors and the Control of Overseas Farmland, in Fred Magdoff e Brian Tokar, eds, Agriculture and Food in Crisis: Conflict, Resistance, and Renewal (New York: Monthly Review Press, 2010) . 
5. Margareta Pagano, Land Grab: La Race for the World Farmland, The Independent, 3 maggio 2009, http://independent.co.uk. 
6. Simon Romero e Sarah Shahriari, Quinoa’s Global Success Creates a Quandary at Home, The New York Times, 19 marzo 2011, http://nytimes.com. 
7. Deborah Doane, As food speculators make money, the world’s poorest suffer, CNN Opinion, 22 giugno 2011, http://cnn.com. 

lunedì 2 gennaio 2012

A FORAS DE S'ARROPA DE IS BANCHIERIS E MULTINATZIONALIS!! FUORI DA QUESTA EUROPA AL SERVIZIO DEI BANCHIERI E DELLE MULTINAZIONALI!


A FORA DE CUSTA ARROPA DE IS BANCHIERIS E DE IS MULTINATZIONALIS ISFRUTADORIS DE IS OMINIS!!

ESSIRI PATRIOTA EST LOTTAI PRO SA LIBERTADE DE SA TERRA NOSHTA E IS DERTUS DE IS POPULUS, SI DEPIT  ACCIUVAI IS ACCABADORIS: IS POLITICUS TZARACUS DE BILDEBERG E TRILATERAL!!

FUORI DA QUESTA EUROPA DEI BANCHIERI E DELLE MULTINAZIONALI DELLA SFRUTTAMENTO DELL'UOMO SULL'UOMO!


ESSERE PATRIOTI SIGNIFICA LOTTARE PER LA LIBERTA' DELLA TUA TERRA E DEI DIRITTI UMANI DEI POPOLI, E' NOSTRO DOVERE AFFONDARE COLORO CHE CI VOGLIONO FINIRE: I  POLITICI SERVI DI BILDEBERG E TRILATERAL!!

i politici ITALIOTI deviano l'attenzione, con la LORO finanziaria, su categorie di farmacisti e taxisti come fosse la soluzione di tutti i problemi , ma in verità, è solo una scusa per NON far INTENDERE nulla a noi tutti, la realtà è che la casta politica ha fatto un PUTSCH (golpe) instaurando la tecnocrazia con  Monti a capo  del governo fallimentare GOLDMAN SACHS; distraggono COSI' la nostra attenzione dal  VERO punto in questione da  indurci a pensare ad altro, mentre DOBBIAMO essere DETERMINATI ad ABBATTERLI e levarceli di torno come loro fanno con noi con le gabelle che ci pongono sulle nostre teste , attraverso le LORO leggi finanziarie ci depredano e ci affannano mentre loro la fanno da padroni senza essere disturbati da alcunchè questi putridi ladri e sfruttatori della buona volontà popolare!

Ecco cosa dobbiamo essere decisi a fare per canbiare la realtà che ci attanaglia: ABBATTERE LA CASTA POLITICA E ALLONTANARCI DALLA LORO CREATURA: L'EUROPA LA MALEFICA!!
 cari amici compagni e patrioti se vogliamo darci da fare a cambiare la nostra storia, abbiamo di che da fare , se vogliamo veremante vincere.. :))


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