lunedì 4 maggio 2015

Prima fa crollare l’Italia, poi se la compra. Ma chi è BlackRock?

Prima fa crollare l’Italia, poi se la compra. 
Ma chi è BlackRock?

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Faccio scoppiare l’Italia con la crisi dello spread, la costringo a svendere i gioielli di famiglia e quindi arrivo io, col portafogli in mano, pronto a rilevare a prezzi stracciati interi settori vitali dell’economia italiana, messa in ginocchio dalla manovra finanziaria. 

Secondo “Limes”, l’architetto supremo del complotto non è la Germania, ma il colossale fondo d’investimenti statunitense BlackRock, azionista rilevante della Deutsche Bank che nel 2011, annunciando la vendita dei titoli di Stato italiani, fece esplodere il divario tra Btp e Bund causando la “resa” di Berlusconi e l’avvento di Monti, l’emissario del grande business straniero. 


La rivista di Lucio Caracciolo, riassume Maria Grazia Bruzzone su “La Stampa”, ha messo a fuoco un po’ meglio le dimensioni, gli interessi e il vero potere del primo fondo d’investimenti mondiale, fattosi sotto con l’ascesa di Renzi a Palazzo Chigi, dopo che ormai il Pil italiano era stato letteralmente raso al suolo dai tecnocrati nostrani, in accordo con quelli di Bruxelles. 

Il “Moloch della finanza globale” vanta la gestione di 30.000 portafogli, per un totale di 4.650 miliardi di dollari: non ha rivali al mondo ed è una delle 4-5 “istituzioni” che ricorrono tra i maggiori azionisti delle banche americane.

Con la globalizzazione dell’economia, il valore complessivo delle attività finanziarie internazionali primarie è passato dal 50% al 350% del Pil mondiale, raggiungendo i 280.000 miliardi di dollari, di cui solo il 25% legato agli scambi di merci.


E il valore dei derivati negoziati fuori dalle Borse (“over the counter”) a fine giugno 2013 aveva toccato i 693.000 miliardi di dollari, in gran parte legati al mercato delle valute: al Forex si scambiano in media 1.900 miliardi di dollari al giorno. 

Tutto ha avuto inizio col neoliberismo promosso da Margaret Thatcher e Ronald Reagan: deregulation e meno vincoli per le megabanche, autorizzate a “giocare” con sempre nuovi prodotti finanziari come gli “hedge fund”, i fondi a rischio speculativi e le società di investimento spesso collegate alle banche, innanzitutto anglosassoni. 

Il colpo di grazia porta la firma di Bill Clinton, che negli anni ‘90 rende assoluta la deregolamentazione della finanza, abolendo il Glass-Steagal Act creato da Roosevelt negli anni ‘30 per limitare la speculazione alle sole banche d’affari e tenere il credito commerciale al riparo dalla “ruolette” finanziaria di Wall Street che aveva causato la Grande Crisi del 1929.

A estendere al resto del mondo l’immediata cancellazione dei vincoli di sicurezza provvide il Wto, egemonizzato dagli Usa, su impulso delle megabanche, dell’allora segretario al Tesoro Larry Summers e del suo vice Tim Geithner, futuro ministro di Obama


Questo il clima in cui cominciò l’ascesa di BlackRock, autonoma dal 1992 e basata a New York, pronta a inserirsi in banche e aziende acquistando azioni, obbligazioni, titoli pubblici e proprietà, per un totale di oltre 4.500 miliardi, cioè pari al Pil della Francia sommato a quello della Spagna

BlackRock comincia anche a far politica: entra nel capitale delle due maggiori agenzie di rating, “Standard & Poor’s” (5,44%) e “Moody’s” (6,6%), ottenendo la possibilità di influire sulla determinazione di titoli sovrani, azioni e obbligazioni private, incidendo così su prezzo e valore delle attività acquistate o vendute. 

Quindi opera anche nell’analisi del rischio, vendendo “soluzioni informatiche” per la gestione di dati economici e finanziari, ed elabora dati che «incorporano anche pesanti elementi politici».

Naturalmente sfrutta appieno la crisi del 2007: due anni dopo, lo stesso Geithner consulta proprio BlackWater per valutare gli asset tossici di Bear Stearns, Aig e Morgan Stanley. 


Compiti che BlackRock esegue, «agendo alla stregua di una sorta di Iri privato». Nel 2009 fa anche un colpo grosso, acquistando Barclays Investment Group, col suo carico immenso di partecipazioni azionarie nelle principali multinazionali. 

Il colosso finanziario americano informa e «manipola i propri clienti, utilizzando tecniche e software non diversi da quelli impiegati da Google (di cui ha il 5,8%) o dalla Nsa per sondare gli umori della gente», scrive “Limes”. 

Si serve della piattaforma Aladdin, «con almeno 6.000 computer in 12 siti più o meno segreti, 4 dei quali di nuova concezione, ai quali si rapportano 20.000 investitori sparsi per il mondo». 

Il suo centro studi d’eccellenza, il “BlackRock Investment Institute”, esamina le variabili politico-strategiche: il maxi-fondo è interessato al profitto «ma anche alla stabilità, sicurezza e prosperità degli Stati Uniti». 

Il fondatore e leader, Larry Fink, è considerato «il più importante personaggio della finanza mondiale», eppure resta «virtualmente uno sconosciuto» a Manhattan, secondo “Vanity Fair”.
Proprio BlackRock, aggiunge “Limesè probabilmente il vero regista della crisi italiana del 2011, o meglio della capitolazione dell’Italia di fronte agli appetiti della grande finanza. 

Lo spread fra i Bund tedeschi e i nostri Btp iniziò a dilatarsi non appena il “Financial Times” rese noto che nei primi sei mesi di quell’anno Deutsche Bank aveva venduto l’88% dei titoli che possedeva, per 7 miliardi di euro. «Molti videro un attacco al nostro paese ispirato da Berlino e dai poteri forti di Francoforte», ma forse – secondo “Limes” – non era così. 

La rivista di Caracciolo rivela che il potente istituto di credito tedesco aveva allora un azionariato diffuso, il 48% del capitale sociale era detenuto fuori dalla Repubblica Federale, e il suo azionista più importante era proprio BlackRock con il 5,1%. 

Peraltro, aggiunge la Bruzzone sulla “Stampa”, oggi la “Roccia Nera” detiene in Deutsche Bank una quota ancor maggiore (il 6,62%) e ne è il maggior azionista, seguito da Paramount Service Holdings, basato alle Isole Vergini Britanniche.

«Si può escludere che il fondo non abbia avuto alcuna parte in una decisione tanto strategica come quella di dismettere in pochi mesi quasi tutti i titoli del debito sovrano di un paese dell’Ue?».
«Se attacco c’è stato non è detto che sia stato perpetrato dalle autorità politiche ed economiche della Germania: è un fatto che a picchiare più duramente contro i nostri titoli a partire dall’autunno 2011 siano proprio “Standard & Poor’s” e “Moody’s”». 

Un’ipotesi, quella di Limes, che getta nuova luce su tanta parte della narrazione di questi anni sulla Germania, l’Europa e i Piigs, a partire dalle polemiche di quell’agosto bollente, «con Merkel e Sarkozy fustigati da Giuliano Amato sul “Sole 24 Ore”», anche se Amato – ricorda la Bruzzone – in quel 2011 era fra l’altro “senior advisor” proprio di Deutsche Bank. 

«E chissà che senza la decisione di Deutsche Bank di vendere i titoli di Stato di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, la tempesta finanziaria non sarebbe iniziata». Un’ipotesi realistica, secondo la Bruzzone, che apre altri interrogativi: sugli intrecci fra potere finanziario e politico, sul “potere sovrano” degli Stati (anche della potente Germania) e sulla composizione azionaria di questi onnipotenti istituti

Banche, fondi, superfondi: di chi sono? Chi decide che cosa, al di là dei luoghi comuni ripetuti delle narrative ufficiali?

La fine della Deutsche Bank come motore sano dell’economia industriale tedesca risale all’epoca del crollo dell’Urss, quando l’attenzione della finanza angloamericana si concentra sull’Europa. 


E avviene a seguito di misteriosi omicidi, scrive la giornalista della “Stampa”, ricordando che Alfred Herrhausen, presidente della banca e consigliere fidato del cancelliere Kohl – un uomo che aveva in mente uno sviluppo della mission tradizionale e stilò addirittura un progetto di rinascita delle industrie ex comuniste, in Germania, Polonia e Russia, andandone persino parlarne a Wall Street – venne «improvvisamente freddato fuori dalla sua villa», a fine 1989. 
Si disse dalla Raf, o dalla Stasi, o da altri ancora. 

Stessa sorte toccò al suo successore, altro
economista che si era opposto alla svendita delle imprese ex comuniste elaborando piani industriali alternativi alla privatizzazione. Fu ucciso nel 1991 da un tiratore scelto.

Dopo di lui, alla sede londinese di Deutsche Bank arriva uno squadrone di ex banchieri della Merrill Lynch, compreso il capo, che diventa presidente, riorganizzando tutto in senso “moderno”. 


Anche lui però muore, a soli 47 anni, «in uno strano incidente del suo aereo privato». Va meglio al suo giovane braccio destro, Anshu Jain, un indiano con passaporto britannico, cresciuto professionalmente a New York, tutt’oggi presidente della banca diventata prima al mondo per quantità di derivati, spodestando Jp Morgan: la Deutsche Bank infatti è considerata fuori dalle righe “la banca più fallita del mondo”, «esposta per 55.000 miliardi, cioè 20 volte il Pil tedesco», a fronte di depositi per appena 522 miliardi. 

«Quanto è pericoloso il potere di mercato delle maggiori banche di investimento?». Se lo chiedeva due anni fa lo “Spiegel”, riportando un durissimo scontro fra Deutsche Bank e il ministro tedesco dell’economia, il super-massone Wolfgang Schaeuble.

Scriveva il settimanale: «Un pugno di società finanziarie domina il trading di valute, risorse naturali, prodotti a interesse. Migliaiaia di investitori comprano, vendono, scommettono. Ma le transazioni sono in mano a un club di istituti globali come Deutsche Bank, Jp Morgan, Goldman Sachs. Quattro banche maneggiano la metà delle transazioni di valuta: Deutsche Bank, Citigroup, Barclays e Ubs». 


Un’altra ragione che dovrebbe farci prestare attenzione alla “Roccia Nera”, aggiunge “Limes”, è che ha messo radici in molte realtà imprenditoriali nel nostro paese. Per “L’Espresso”, addirittura, «si sta comprando l’Italia». Se un altro colosso americano, State Street Corporations, ha acquistato la divisione “securities” di Deutsche Bank e nel 2010 ha comprato l’attività di “banca depositaria” di Intesa SanPaolo (custodia globale, controllo di
 regolarità delle operazioni, calcoli,amministrazione delle quote, servizi ausiliari, 
gestione dei cambi e prestito di titoli), è proprio BlackRock a far la parte del leone.


A fine 2011, il super-fondo americano aveva il 5,7% di Mediaset, il 3,9% di Unicredit, il 3,5% di Enel e del Banco Popolare, il 2,7% di Fiat e Telecom Italia, il 2,5% di Eni e Generali, il 2,2% di Finmeccanica, il 2,1% di Atlantia (che controlla Autostrade) e Terna, il 2% della Banca Popolare di Milano, Fonsai, Intesa San Paolo, Mediobanca e Ubi. E oggi Molte di queste quote sono cresciute e BlackRock è ormai il primo azionista di Unicredit (col 5,2%) e il secondo azionista di Intesa SanPaolo (5%). Stessa quota in Atlantia, mentre avrebbe ill 9,4% di Telecom. Ed ora anche Poste Vita...


«Presidi strategici, che permetteranno a BlackRock di posizionarsi al meglio in vista delle privatizzazioni prossime venture invocate da molti “per far scendere il debito», scrive “Limes”. E’ la nuova ondata in arrivo, dopo quella del 1992-93 a prezzi di saldo. «La crisi dei Piigs a che altro serve, se no?».
Chi è BlackRock? Il web rivela, più che altro, un labirinto. Secondo “Yahoo Finanza”, il maggiore azionista (21,7%) sarebbe Pnc, antica banca di Pittsburgh, quinta per dimensioni negli Usa ma poco nota. Azionisti numero uno e due sarebbero Norges Bank, cioè la banca centrale di Norvegia, e Wellington Management Co., altro fondo di investimenti, di Boston, con 2.100 investitori istituzionali in 50 paesi e asset per 869 miliardi di dollari. Poi ci sono State Street Corporation, Fmr-Fidelity e Vanguard Group, che a loro volta sono gli unici investitori istituzionali di Pnc. Sempre loro, i “magnifici quattro”, si ritrovano con varie quote fra gli azionisti delle principali megabanche: non solo Jp Morgan, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo, ma anche le banche d’affari come Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of Ny Mellon. A ricorrere nell’azionariato di questi istituti ci sono anche altre società e banche, ma i “magnifici quattro” non mancano mai.

Oltre ai soliti BlackRock, Vanguard, in Barclays – megabanca britannica che risale al 1690 – è presente anche Qatar Holding, sussidiaria del fondo sovrano del Golfo, specializzata in investimenti strategici. La stessa holding qatariota è anche maggior azionista di Credit Suisse, seguita dall’Olayan Group dell’Arabia Saudita, che ha partecipazioni in svariate società di ogni genere, mentre nell’altra megabanca elvetica, Ubs, si ritrovano BlackRock, una sussidiaria di Jp Morgan, una banca di Singapore e la solita Banca di Norvegia. Barclays Investment Group compariva tra i grandi azionisti di BlackRock, e viceversa, ma prima della crisi del 2008: dopo, non più – almeno in apparenza. Su “Global Research”, Matthias Chang mostra come nel 2006 “octopus” Barclays fosse davvero una piovra con tentacoli ovunque: 



Bank of America, Wells Fargo, WachoviaJp Morgan, Bank of New York Mellon,Goldman Sachs, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Lehman Brothers e Bear Sterns, senza contare un lungo elenco di multinazionali di ogni genere, americane ed europee, comprese le miniere, senza dimenticare i grandi contractor della difesa.

Dopo la crisi, che ha rimescolato le carte dell’élite finanziaria, il paesaggio cambia: Barclays Global Investors viene comprata nel 2009 da BlackRock. Il maxi-fondo, che nel 2006 aveva raggiunto il trilione di dollari in asset, dal 2010 al 2014 cresce ancora (fino ai 4.600 miliardi di dollari) insieme a Vanguard, presente in Deutsche Bank. Seguite i soldi, raccomanda il detective. 


Chi c’è dietro? «Attraverso il crescente indebitamento degli Stati – scrive la Bruzzone – megabanche e superfondi collegati, già azionisti di multinazionali, stanno entrando nel capitale di controllo di un numero crescente di banche, imprese strategiche, porti, aeroporti, centrali e reti energetiche. Solo per bilanciare l’espansione dei cinesi?». 

E’ un processo che va avanti da anni, «accelerato molto dalla “crisi” del 2007-8 e dalle politiche controproducenti come l’austerità, che sempre più si rivela una scelta politica». 

Tutto ciò è «evidentissimo nei paesi del Sud Europa, Grecia in testa, ma presente anche altrove e negli stessi Stati Uniti». Lo dicono blogger come Matt Taibbi ed economisti come Michael Hudson. Titolo del film: più che Germania contro Grecia, è la guerra delle banche verso il lavoro

Guerra che continua, dopo Thatcher e Reagan, nel mondo definitivamente globalizzato dai signori della finanza.



venerdì 1 maggio 2015

Jade Helm e il massacro americano...

Jade Helm e il massacro americano...

ZenGardner
Trd Sa Defenza

Anticipo le mie riflessioni con questo titolo provocatorio per una ragione. Ciò che viene perpetrata contro il popolo americano è praticamente una dissimulazione completa di tutto ciò che si suppone di più caro e che lo porterà alla distruzione definitiva. Un massacro nazionale delle infrastrutture, dei diritti di protezione personali, dei mezzi di sussistenza e della sicurezza alimentare, non è un gioco, ma è già in corso.

Lasciatemi annoverare i miei punti.

1. Jade Helm 15 è una esercitazione militare approvata dal governo americano e perpetrata sulla propria popolazione in completa violazione non solo del Posse Comitatus Act del 1878 , ma è un affronto complessivo ad ogni libertà civile sancita dalla Costituzione degli Stati Uniti e  di cui si suppone abbracci l'intento mantendone attiva la Dichiarazione dei Diritti .

2. Occupando il proprio territorio sovrano con l'esercito,  una nazione difende il suo popolo poiché il governo  è stato istituito un governo a tal fine, mentre oggi con queste esercitazioni può rivelarsi un nemico dichiarato.

3. La minaccia esterna precostituita 
è stata abilmente tradotta nel terrorismo , il che significa che chiunque sfida lo status quo, sia esso politico, economico o psico-spirituale, ne diviene automaticamente il nemico. I nemici non sono esterni, ma interni alla nazione,  è sempre stato così, e dichiarato apertamente dal primo cosiddetto Patriot Act. Il dissenso diviene illegale e così come qualsiasi pensiero concepito da un americano diviene un nemico dello Stato, con una litania di leggi, norme e regolamenti a loro disposizione, meccanismi messi in atto da tempo per la tutela dei diritti personali vengono cancellati, e per dirla in altro modo vengono eviscerati.

4. La dimensione enormemente grande di questa operazione è la grande quantità di materiale bellico messo in posizioni da poterlo distribuire in tutto il paese, indica che questa non è solo una esercitazione, ma un'occupazione militare nascosta, progettata per intimidire e acclimatarsi nella mentalità americana per vivere in condizioni di legge marziale virtuale, e nel mentre si intensificano i preparativi per condizioni sociali a venire sempre peggiori.

5. Le guerre infuriano  contro presunti terroristi all'estero, puntando sui cittadini di una nazione di tali misure draconiane da rendere assolutamente senza senso un governo indotto al "terrore" da un incidente procurato. Molti  sono morti per abusi medici e farmaceutici, altri morti per mano della polizia e anche gli scioperi ti fulminano, insieme a una serie di altre cause. Dov'è il coraggio e  la giustizia sui problemi reali?

6. Le dottrine intrinseche di libertà personale e di sovranità individuale vengono violati impunemente, un affronto ripugnante della dignità umana.

7. Ti fai la domanda: chi se ne accorge? Oltre a quelli che cadono vittime della presunta necessità di una tale esercitazione massiccia, quanti ignorano totalmente  ciò che sta anche accadendo?


E il potenziale esito di una tale manovra?

1. Tutto ciò potrebbe innescare l'operazione ed essere messa in atto  "dal vivo" come è accaduto più volte nella scena con tante operazioni sponsorizzate dal governo.

2. Una resistenza individuale, reale, o più plausibilmente determinata, potrebbe causare una reazione a catena di eventi che sarebbero devastanti.

3. Un tipico attacco false flag su queste forze governative eseguito da infiltrati sarebbe la facile giustificazione per una forte risposta armata, sia un incidente e una reazione solitaria, una messa in scena con un cecchino, una bomba piazzata su un veicolo militare, o qualcosa altro di molto peggio. Tali inneschi all'interno di un data scena o di nuove esercitazione hanno dimostrato di lavorare per tale tempo.

4. Problema-reazione-soluzione. Dal momento che hanno creato il problema di imporre il controllo militare e le sue intrusioni nelle libertà personali, la cosiddetta pratica o chiamata in altro modo, la reazione ci sarebbe senza dubbio. Una volta che la reazione si evince in qualunque parte dello stato, che siano reali o solo dei semplici segnali di insofferenza, per avere pieno successo, queste reazioni si prendono a giustificazione per la mobilitazione contro il popolo americano, progettato fin dall'inizio, entra in gioco. Sequestro di tutte le armi e possibili è chiaramente all'ordine del giorno come hanno praticato da anni nelle esercitazioni fatte a seguito di catastrofi naturali e innaturali. Metalli preziosi, grandi quantità di denaro, e cibo, accumulato, potrebbe essere sulla lista da sequestro preventivo assieme alle armi.


Conclusione

Questo operazione Jade Helm 15  non è una semplice esercitazione. Ma è il preludio che serve a  condizionare gli americani da un maggiore controllo, diminuiscono le libertà personali con uno stadio di sorveglianza in metastasi, e qualcosa di molto peggio nel prossimo futuro. Vien messo a nudo che molti cadranno e per questo motivo si ritirano per paura e obbedienza a falsi nuovi ordini, illegittimamente imposti dai controlli fascisti sostenuti con la forza bruta.
Il tempo  di revocare il consenso e la partecipazione a tale timore e riverenza dell'allarmismo, è ora. 
Prendi coscienza della realtà  che sta accadendo e valutalo per quello che è. 
E' l'allarme.
La nostra piena consapevolezza della natura di tali operazioni in atto e la trasmissione in lungo e in largo ci fa agire per respingerli con abbiamo già fatto tempo prima, e possiamo farlo di nuovo.
Lasciate che la vostra consapevolezza, l'indignazione e il rifiuto di accettare questo essere conosciuto sia in lungo che in largo non abbia il sopravvento su noi tutti.
E preparatevi. Non sono nulla di buono ed è tutto completamente messo in scena per motivi specifici. 
Non dare loro la risposta che vogliono.
Resta sempre acceso con la verità.
Spargete la voce, svincolatevi dai loro sistemi, e  mantenete la pace.
Amore, Zen


domenica 26 aprile 2015

MAPPATURA DELLA BATTAGLIA GLOBALE PER PROTEGGERE IL NOSTRO PIANETA...

MAPPATURA DELLA BATTAGLIA GLOBALE PER PROTEGGERE IL NOSTRO PIANETA...

Leah Temper
thischangeseverything
trd Sa Defenza



Questo post è stato scritto da Leah Temper, coordinatore e co-redattore a EJAtlas , e originariamente apparso su The Guardian il 3 marzo.

Nel 2012 le proteste scoppiate a Banja Luka, Bosnia-Erzegovina sulla demolizione di un gran parco locale amato per costruire un complesso commerciale. 


Un movimento sotto lo slogan " Questo parco è nostro "finalizzato originariamente a proteggere lo spazio verde ben presto ampliato in un movimento collettivo finalizzato alla corruzione, mancanza di trasparenza, la disuguaglianza economica e diminuzione dei servizi sociali. Centinaia di manifestanti provenienti da tutte le classi sociali e religioni si sono riuniti tutti i giorni nel parco in via di chiusura, entrando a far parte di una molla bosniaca che è divenuta la rappresentazione di una lotta per la dignità umana e la responsabilità in movimento civico più articolato nella guerra del 1992-1995.
Da Banja Luka a Gezi Park , in Turchia a Rosia Montana , in Romania alle guerre per la terra in tutta l'India , i conflitti sociali stanno sempre più giocando un ruolo attraverso battaglie intorno alle risorse ambientali e in difesa della terra comune.


Queste lotte hanno talvolta rovesciato governi, come il colpo di stato in Madagascar nel 2008 il problema di "terra-grabbing" ha portato  all'attenzione mondiale il contratto per produrre biocarburanti  per l'esportazione  dato in locazione a Daewoo sulla metà del terreno del paese. Ma la maggior parte del tempo è imposta dagli sfratti, i trasferimenti forzati e la repressione violenta colpite dalla contaminazione da miniere d'oro , l'estrazione del petrolio , le piantagioni e dell'agrobusiness operazioni che vengono raramente riportati dalla stampa. La violenza ecologica inflitta al povero spesso non è una notizia, ma considerata semplicemente come una parte dei costi del consueto  commercio il "business as usual".


Mentre le statistiche sulle azioni di sciopero sono stati raccolti nella memoria storica dalla fine del 19° secolo in molti paesi, ora è raccolta globalmente dalla Organizzazione internazionale del lavoro , non c'è istituzione alcuna che tracci la presenza e la frequenza di mobilitazioni e proteste legate all'ambiente. E' stato questo bisogno di capire meglio e di monitorare tale attività contenziosa che ha motivato il progetto l' Atlante della Giustizia ambientale, una mappa online interattiva che cataloga tutte le storie e azioni di resistenza  locali contro progetti dannosi: dai siti di rifiuti tossici alle operazioni di raffinazione del petrolio alle aree di deforestazione.

EJatlas mira a rendere i conflitti ecologici più visibili  per evidenziare gli impatti strutturali delle attività economiche sulle popolazioni più vulnerabili. Serve da riferimento per gli scienziati, giornalisti, insegnanti è uno spazio virtuale di informazione, messa in rete e condivisione delle conoscenze tra gli attivisti, le comunità e cittadini interessati.

EJatlas è stato ispirato dal lavoro di partecipare di organizzazioni per la Giustizia ambientale, come ad esempio sul grano , il Movimento Mondiale pluviale e Oilwatch internazionale ,OCMAL , l' Osservatorio latinoamericana di di conflitti sul Mining, la cui lotta è sostenere le comunità colpite da 20-30 anni, il lavoro ha aiutato da articolare un movimento globale per la giustizia ambientale. L'atlante globale della giustizia ambientale è un'iniziativa di Ejolt , un progetto europeo di ricerca sostenuto che riunisce 23 organizzazioni per catalogare e analizzare i conflitti ecologici. I conflitti sono inseriti da collaboratori  attivisti e ricercatori,  da un team presso l' Università Autonoma di Barcellona .

Al momento i documenti dell'atlante riferisce di 1.400 conflitti, con la possibilità di filtrare attraverso oltre 100 campi che descrivono gli attori, le forme di mobilitazione dai blocchi ai referendum, impatti e risultati. Assomiglia in molti modi ad una mappa del mondo medievale - mentre alcune regioni sono state mappate, altre rimangono "punti vuoti" ancora da riempire. Mentre molto lavoro resta ancora da fare, il lavoro fatto finora offre diverse intuizioni sulla natura e la forma di resistenza ambientale oggi.

In primo luogo, si evidenzia come quelli in prima linea di queste lotte, spesso non sono gli ambientalisti - sono le comunità che difendono i loro mezzi di sussistenza, il diritto di partecipare al processo decisionale e il riconoscimento dei loro progetti di vita. Né i governi ne le aziende cercano di dipingere un equilibrio tra sviluppo e conservazione. E' piuttosto il significato di sviluppo stesso, che viene sacrificato in nome dello sviluppo decisioniosta

L'inquinamento non è democratico, né è daltonico.

In secondo luogo, mostra come la globalizzazione dell'economia e del materiale e dei flussi finanziari viene seguita dalla globalizzazione della resistenza. Le mobilitazioni sono sempre più interconnesse tra loro: attivisti anti-incenerimento fanno alleanze con i movimenti per la raccolta dei rifiuti  a sostegno, attraverso il riciclo per "raffreddare la terra" Foil Vedanta , un gruppo di attivisti combattono nella miniera di bauxite su una montagna sacra in India, seguono la catena dei rifornimenti il "supply chain" dell'azienda in Zambia, Vedanta  ha come  scopo  le proteste fiscali e di strada . Nuovi punti di convergenza transnazionali  uniscono movimenti che lavorano su questioni come la sovranità alimentare il land grabbing, i biocarburanti e la giustizia climatica.

Questa globalizzazione delle preoccupazioni ha portato a una partecipazione più della società civile nella governance multilaterale, e i risultati sono spesso sulla base di linee guida volontarie. Mentre l'investitore cita lo Stato nei meccanismi di risoluzione delle controversie, come quelli incorporati in accordi commerciali, nella proposta TTIP dell'accordo commerciale UE-USA possono permettere alle aziende di citare in giudizio gli stati, non c'è modo di tenere a bada gli abusi delle aziende. Il caso Chevron , dove l'azienda è riuscita a eludere una multa di 9.500.000.000 € imposto dai tribunali dell'Ecuador per devastazione dell'Amazzonia è solo un esempio di questa sfida.

L'evidenza mostra che "la responsabilità sociale delle imprese" non è una panacea e che perfino le responsabilità delle imprese possono essere applicata con successo, e trasferire i costi il "cost-shifting" , rimarrà una caratteristica distintiva di fare business.

In terzo luogo, la diversità dei conflitti dimostra che le innovazioni tecniche e l'ecocompatibilità del capitalismo attraverso il "pricing nature" non risolveranno la crisi ambientale. Biocarburanti, off-shore dei progetti e anche geo-ingegneria del clima stanno portando a nuovi conflitti in quanto i consumatori del nord occupano sempre più spazio ambientale del sud - per assorbire le emissioni in atmosfera. Naomi Klein ha fortemente sottolineato come incombente il caos climatico può essere affrontata solo attraverso una ristrutturazione dell'economia globale, richiamando l'attenzione alla giustizia intergenerazionale e il mondo che si sta lasciando dietro di noi. Ma le migliaia di realtà esistenti e lotte localizzate di espropriazione ambientale nelle EJatlas sono una chiamata ancora più potente per il bisogno di cambiamento sistemico che affronta la distribuzione del potere e la mancanza di partecipazione democratica che sono alla radice di entrambi ingiustizia sociale e ambientale degrado.

Il pericolo di tali movimenti rappresentano  potenti interessi costituiti attestata dalla intensità della violenza e il gioco maneggiato per reprimerli, con oltre il 30% dei casi riportati nella mappa comporta arresti, omicidi, abusi e altre forme di repressione contro gli attivisti. Non è esagerato dire che in molti paesi si attua una "guerra contro i difensori dell'ambiente" è verità dimostrata dall
a realtà.


Inoltre, il numero di conflitti violenti è destinato ad aumentare perché il rimanente capitale naturale del mondo attualmente si trova sopra o sotto le terre occupate dai popoli indigeni e di sopravvivenza. Comunità che non hanno nulla da perdere sono disposti a usare le tattiche sempre più conflittuali per difendere il loro modo di vivere.

Al di là delle storie di disastri e degrado, le lotte documentate nell'atlante evidenziano come le comunità colpite non sono vittime indifese. Questi non sono solo battaglie difensive e reazionarie, ma lotte proattive
 per la terra comune, per l'energia e la sovranità alimentare, per Buen Vivir , modi di vita indigeni e per la giustiziaL'ambiente è sempre più un canale per le frustrazioni sulla forma dello sviluppo capitalistico. Il monitoraggio di tali spazi di resistenza ecologica attraverso la Giustizia Ambientale Atlas evidenzia sia l'urgenza che il potenziale di questi movimenti per innescare più ampi movimenti trascendentali che possono affrontare le relazioni di potere asimmetriche e muoversi verso sistemi economici veramente sostenibili.

La versione "up-to-date" dell'atlante è stato presentato alla riunione di chiusura del progetto Ejolt a Bruxelles il 3 marzo in cui il progetto ha portato l'attenzione sulla crescente persecuzione dei difensori dell'ambiente e ha invitato dell'Unione Europea politici e parlamentari a integrare la giustizia ambientale all'interno della propria agenda politica e di muoversi verso la riduzione dell'attuale atmosfera di impunità per i crimini ambientali.




Verificate le EJAtlas , e seguire EnvJustice su Twitter. Per una copertura  sul nostro blog di lavoro di Ejolt sui conflitti ecologici, con un focus sulla resistenza al fracking in Europa, clicca qui .



Note di SD:
In Sardinya vi sono attualmente tutta una serie di mobilitazioni di resistenza attiva che toccano molti campi toccati dalla mappa di EJAtlas, abbiamo azioni e assemblee diffuse su tutto il territorio nazionale sardo contro il nucleare, l'importazione delle scorie ed in un recente passato un referendum contro le centrali nucleari e le scorie nucleari da stoccare in Sardinya che il governo coloniale italiota ripropone a distanza di cinque anni, (vedi il manifesto in foto sopra); la lotta contro le basi militari è endemica  il furto di porzioni spropositate della nostra terra a fini militari  il land-grabbing, la lotta contro questa occupazione è attiva  fin dalla fine della anni cinquanta del secolo scorso ; la lotta contro la miniera d'oro di Furtei che ha lasciato un territorio distrutto e inquinato con un lago di cianuro che grava sulla popolazione tutta lasciata dalla SARDINIA GOLD MINING  l'azienda Australiana, l'attività contro le trivelle del progetto Eleonora della Saras, e il gasdotto GALSI, la lotta degli operai del Sulcis per l'occupazione e dei minatori contro l'uso improprio delle miniere e l'abbandono del loro sfruttamento; la volontà di politici e professori poco avveduti che propongono lo sfruttamento del terreno  per la produzione di cardi da trasformare in biocarburanti, la terra data ad aziende spregiudicate per lo sfruttamento del solare o eolico,  la lotta contro l'inquinamento del territorio da parte della industria chimica e delle centrali elettriche a carbone, vedi l'e.ON di Fiumesanto, e molte altre ancora che non stiamo a elencare.

venerdì 24 aprile 2015

Imminente il collasso economico, ambientale e sociale...

Imminente il collasso economico, ambientale e sociale...
trd Sa Defenza


Siamo tutti immersi in un mare di inganni e menzogne. L'élite di potere globali utilizzano tutti gli strumenti che hanno a disposizione per nascondere innumerevoli catastrofi convergenti alla vista del pubblico sino all'ultimo momento possibile. 
Dai dati economici e della disoccupazione completamente fittizie, a Fukushima, per un disattivato (altamente tossico) la manipolazione del sistema climatico del pianeta e molto altro ancora.

La macchina della propaganda dei media tradizionali è stata data la responsabilità di nascondere la realtà al pubblico a tutti i costi, ogni opzione di inganno e illusione a questo punto viene esercitata la struttura di potere. 

Perché? Perché il momento della delusione della precedente realtà si è frantumata (e la gravità di ciò che si sta svolgendo diventa chiaro a tutte le popolazioni), e il nostro paradigma è completamente da ribaltare. 

Le popolazioni sono costrette ad affrontare la realtà e il punto del panico si avvicina, per coloro che governano il mondo sarà più pericoloso che mai. 

Ci saranno molto probabilmente alcune importanti manovre da parte della struttura di potere e molto presto sono sempre più esposti a quello che è  un mondo di risveglio. 

Dovremmo essere preoccupati per le operazioni militari negli Stati Uniti continentali, come l'imminente "Jade Helm"? 

Cosa ne pensi? Quindi cosa c'è di così sbagliato nel mondo? E 'davvero sempre così male? 

Qui di seguito vi è un breve elenco di fatti.

"Jade Helm" esercitazioni militari US da effettuare sul suolo americano

Disordini civili negli Stati Uniti

Il Pentagono si sta preparando ad affrontare disordini civili in tutto il mondo

Il trasporto globale di merci e materiali calano e sono al ribasso

Un crollo del dollaro è imminente

Accordi commerciali globali vengono discussi e decisi a porte chiuse in preparazione del collasso

Crollo globale si trasforma in fascismo

Il dipanarsi del disastro climatico

Ghiaccio nell'artico è al minimo storico

Ingegneria del clima viene utilizzato per raffreddare gli Stati Uniti orientali, al fine di nascondere il vero stato della crisi globale sul clima

14 dei 15 anni più caldi del nostro pianeta si sono verificati a partire dal 2000

Innalzamento del livello del mare è Catastrofica 

Siamo attualmente in corsa per uno scenario del riscaldamento globale galoppante denominata "Sindrome di Venere"

Siamo già in caduta libera verso la sesta estinzione di massa sulla Terra

Un elenco di morie di massa di animali e di pesce in tutto il mondo (in costante aggiornamento)

Fukushima è al meltdown (la fusione)

Strato di ozono distrutto dall'ingegneria del clima

Il contenuto globale di ossigeno è in declino

Riduzione esponenziale di terre arabili seminative  in tutto il mondo


Tutto questo è solo un esempio di ciò che sta accadendo e svolgendo in tutto  il mondo intorno a noi. 
Quelle persone che non vogliono credere che tutto questo è vero, è facile per voi trovare fonti di informazioni che vi dicono che tutto è OK, tutto è a posto. 
Essi possono trovare nei media consenzienti, alle élite, che raccontano che coloro che stanno dando informazioni vere sulla realtà che viviamo e vediamo sono solo degli "allarmisti". 
Qualunque luogo scelgano di andare lungo la strada della negazione non potranno superare la tempesta che sta giungendo,  poiché non ci sarà per loro alcun nascondiglio sicuro.
Il mondo ha disperatamente bisogno di persone che sono determinate a prendere la strada stretta e meno battuta. 
Ha bisogno di coloro che scelgono di prendere il sentiero della decisione e di essere una parte della cura che rifiutano di soccombere alle malattie della paura, della negazione, dell'apatia, e dell'inazione. 
Quale strada sceglierai

Ascolta la voce della lotta per il bene comune, mentre c'è ancora tempo per fare la differenza, domani sarà troppo tardi.


lunedì 20 aprile 2015

WALMART E LA QUESTIONE “IDRAULICA” RELATIVA AI TUNNEL DEL NETWORK DHS: IN UNO SCENARIO DI LEGGE MARZIALE “QUESTA SITUAZIONE E' MOLTO REALE”

WALMART E LA QUESTIONE “IDRAULICA”
RELATIVA AI TUNNEL DEL NETWORK DHS: IN UNO SCENARIO DI LEGGE MARZIALE
“QUESTA SITUAZIONE E' MOLTO REALE”


theeventchronicle
trd Sa Defenza





(SHTF Plan) C’è stata molta speculazione circa le recenti chiusure di negozi Walmart in tutto il paese. Walmart sostiene che i loro negozi, chiusi quasi contemporaneamente in diverse città, è il risultato dovuto a problemi idraulici . Ma molti dipendenti e clienti sospettano che stia succedendo qualcosa, anche se nessuno, inclusi gli store manager, ha qualche idea di cosa potrebbe essere.

Diverse teorie sono spuntate fuori, sostenendo che si tratta di una questione economica e Walmart potrebbe aver chiuso quei negozi a causa di vendite poco brillanti, ma non vogliono annunciare il calo delle vendite al dettaglio in modo da evitare un colpo al prezzo delle loro azioni.

Il risultato è che “mentre WMT (o MCD o GAP o Target) amplifica il livello di vita dei suoi dipendenti per la più piccola delle frazioni, che paralizza la struttura dei costi e dei salari dell’intero ecosistema di fornitori che si alimentano d'esso, e ciò che accade è un effetto valanga vero e proprio, dove alcuni dei cento dollari di aumento per i lavoratori meno pagati MegaCorp risultano in una marea di licenziamenti per i fornitori di MegaCorp. ”
Se questo non risulta essere sufficienti a fronte di un’economia che non è veramente in ripresa e in cui gli acquirenti a basso reddito sono vincolati dal calo (e con questo intendiamo inesistente) della crescita dei salari, dei sacrifici che possono avere  fatto. Il problema è che l'aver mandato a casa il personale dei negozi due mesi dopo l'iniziativa dell'aumento salariale, non ispira molta fiducia e si trasforma in un problema di pubbliche relazioni, certo una cosa potreste fare ed è di essere creativi, e mentre ci sono come dite problemi idraulici, è curioso che cinque negozi Walmart  distinti sono stati chiusi la scorsa settimana tutti per “problemi idraulici  che richiedono vaste riparazioni.”
Fonte: Zero Hedge

Altri hanno suggerito che le chiusure possono avere qualcosa a che fare con le prossime esercitazioni militari e la possibilità che i negozi massicce potrebbero essere utilizzati come centri di detenzione per i cittadini americani.

In un rapporto pubblicato nel mese di luglio 2014 Intellihub.com, Shepard Ambellas ha delineato un piano da parte del Dipartimento della Difesa e FEMA da utilizzare “, abbandonati o inutilizzati i grandi magazzini, centri commerciali e magazzini sono campi per accogliere l’afflusso umano di massa dal Sud America. ”

Sebbene FEMA ha utilizzato il massiccio afflusso di immigrati come motivo per dover aprire centri di detenzione, il loro potere di controllare l’intero paese, nel caso di uno scenario di legge marziale porterebbe più facilmente ad utilizzare i centri di detenzione per custodirvi i cittadini americani. 
 Fonte: Intellihub via The Daily Sheeple

Ma una nuova teoria è stata esposta da un  ricercatore su Youtube Daboo777 , suggerisce che Walmart potrebbe lavorare direttamente per il Department of Homeland Security e le cosiddette problematiche idrauliche danno loro il pretesto di portare macchinari pesanti, senza doverne spiegare le ragioni specifiche a un pubblico troppo curioso.

Ma cosa sarebbero questi macchinari pesanti in essere?

Secondo una teoria, Walmart sta lavorando in collaborazione con DHS per espandere un sistema di tunnel sotterranei che il governo sta integrando con una grande rete, in caso, di emergenza nazionale progettata per spostare le forniture e le persone in caso di crisi:

In queste informazioni … sugli scavi … veniamo a scoprire che ci sono stati progetti in diverse aree … non specificatamente legati esattamente ai Walmarts che sono stati chiusi momentaneamente … ma possono benissimo esserci in corso scavi e attraverso loro e un processo di collegamenti unirli tra loro con una rete sotterranea. 
Questa è una situazione molto reale … questo è stato progettato anni fa .. ottenendo il finanziamento necessario a costruire questi tunnel  … della Homeland Security, al fine di garantire la sicurezza dei cittadini in caso di un fallout nucleare, biologico, chimico o altro attacco … questo è stata una joint venture tra la NSA, DoD, DHS 
Questi tunnel originariamente avevano lo scopo di servire da condotti per movimentare rapidamente forniture di qualsiasi genere e cosa di cui necessitasse questa o altra località.

Ci sono Walmarts che hanno collegamenti sotterranei? Non avrei dubbi neanche un po‘, soprattutto ora che sappiamo che DHS negli ultimi dieci anni ha stipulato un accordo non solo con Walmart, ma anche con grandi stadi sportivi e imprese.

Anche se potrebbe sembrarvi frutto di fervida immaginazione, sappiate che tutto questo è possibile, e che queste chiusure improvvise dei Wallmarts  hanno qualcosa a che fare con il Department of Homeland Security e l’integrazione delle imprese private con i piani di emergenza più ampi di governo...

Video per gentile concessione di DAHBOO777 / YouTube

Fonte: SHTF Plan
Via: Intellihub




Note di SD: 

Walmart e' la catena di supermarket più grande del mondo  ed e' famosa per i suoi prezzi bassi , la qualità del cibo è discutibile, e così anche il trattamento di dipendenti e fornitori.


sabato 18 aprile 2015

Loopwheel una nuova e innovativa tecnologia della sospensione ciclistica integrata per una guida futura più fluida...

Loopwheel una nuova e innovativa tecnologia della sospensione ciclistica integrata per una guida futura più fluida...

Kimberley Mok
treehugger
trd Sa Defenza

© Loopwheels


I ciclisti che precorrono strade sconnesse con buchi od obbligati a salire su marciapiedi lo sanno che causa loro qualche disagio - idem per i proprietari di sedie a rotelle e gli affezionati delle biciclette pieghevoli. Ma questo potrebbe cambiare, presto, con Loopwheels , un innovativo, ammortizzante della ruota che ha molle di sospensione "looping" integrate all'interno della ruota stessa. Il risultato: una guida più fluida con meno vibrazioni, e meno rumore della strada. 


Guarda il video:


© Loopwheels


© Loopwheels
© Loopwheels

Loopwheels utilizza anche un materiale di costruzione di proprietà per aumentare la durata e affidabilità. Lavorare nel circuito delle responsabili locali, il designer e inventore Sam Pearce ha ideato e studiato almeno 70 versioni di applicativi di sospensione prima di arrivare finalmente a quello giusto.

Secondo il sito web :
Le molle Loopwheel sono realizzate con un materiale composito di carbonio, accuratamente sviluppati e testati per dare la compressione, stabilità laterale, resistenza e durata ottimale, dettata dai rivoluzionari connettori appositamente progettati per le molle e il mozzo della ruota. Ci sono tre molle in ogni ruota, che lavorano insieme come un sistema di auto-correzione. La configurazione della molla consente alla coppia di trasferire la potenza uniformemente tra il mozzo ed il cerchio.

© Loopwheels


© Loopwheels


Loopwheels con un look elegante e moderno, e stato recentemente selezionato per  questo anno come la migliore progettazione per il premio dell'anno da Design Museum di Londra. Pearce spiega come gli è balenata l'idea di Loopwheels:

Nel 2007 la mia idea di una ruota a sospensione tangenziale è nata quando ero seduto all'aeroporto di Eindhoven in attesa del mio volo. Ho visto una madre spingere il passeggino con il suo bambino. Le ruote anteriori hanno urtato un leggero cordolo e il bambino è sobbalzato in avanti a causa dell'impatto. Mi sono chiesto perché una ruota non poteva avere la sospensione al suo interno, quindi ripensando al povero bimbo, gli si sarebbe ammorbidito l'impatto in qualsiasi direzione. Ho, così, abbozzato l'idea sul mio taccuino, durante il volo, senza curarmene più per un paio d'anni.


© Loopwheels


Ma l'idea continuava a riaffiorare nei miei pensieri, finché non mi impegnai nello sviluppo di Loopwheel.


Pearce ha definito questo nuovo modo, di technical know, la ruota a "sospensioni tangenziali," e attualmente, l'azienda ne costruisce una piccola versione da 20 pollici che è perfetta per le biciclette pieghevoli. Tuttavia, proprio di recente sono riusciti ad attirare un finanziamento pubblico Kickstarter per questo nuovo sistema costruttivo delle ruote che saranno fatte per sedie a rotelle, secondo Wired , la società intende costruire prossimamente ruote Loopwheels adatte anche per mountain bike. I Prezzi per una Loopwheel a tre velocità parete da USD $ 462, mentre per le Loopwheels pieghevoli da 1.493 dollari. Per ulteriori informazioni, consultate Loopwheels .


giovedì 16 aprile 2015

CONTRA A IS ISCORIAS NUCLEARIS IN SARDINYA... NO ALLE SCORIE RADIOATTIVE IN SARDINYA!

CONTRA A SAS ISCORIAS NUCLEARES IN SARDINYA ... NO ALLE SCORIE RADIOATTIVE IN SARDINYA!

DETERMINATI A LOTTARE CONTRO L'IMPORTAZIONE DI SCORIE NUCLEARI IN SARDEGNA...

HAI UNA RESPONSABILITA’ GENERAZIONALE DECIDI IL FUTURO DELLA SARDEGNA


  • Responsabilità generazionale:
La generazione sarda vivente non può permettere che altri vincolino la salute delle generazioni future e impongano alla Sardegna un ulteriore gravame che condanna la Sardegna al più grave disastro ambientale e alla più umiliante soggezione che abbia subito nella sua storia.

I SARDI HANNO GIA’ DECISO 

  • Referendum Popolare:
Il 15-16 maggio 2011, il Popolo Sardo ha sovranamente detto no alle scorie attraverso  il referendum d’iniziativa popolare “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti? ”, decretando, con il voto favorevole della quasi totalità dei votanti (il 97%), l'assoluta  indisponibilità del territorio sardo all'installazione di centrali nucleari e allo stoccaggio di scorie radioattive.

  • Legge Regionale del Parlamento Sardo: 
La Legge Regionale n.8 del 03.07.2003, pubblicata nel B.U.R.A.S. n. 20 del 8 luglio 2003, il Consiglio Regionale ha dichiarato la Sardegna Territorio Denuclearizzato, che se pur dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale, esprime  la volontà dei sardi ed è un atto ufficiale del Parlamento Sardo.

  • Altri atti ufficiali di contrarietà alle scorie nucleari: 
Diversi Ordini del Giorno approvati dal Consiglio Regionale.
Al Mondo, la paura per le scorie radioattive è al primo posto
LA SARDEGNA E’ IN PERICOLO!

  • Imposizione di smaltimento scorie radioattive altrui: 
Alla Sardegna potrebbe essere imposto IL DEPOSITO UNICO DEI RIFIUTI RADIOATTIVI e un Impianto per  lo Smaltimento di circa 75 mila mc di scorie nucleari di bassa e media attività e di circa 15 mila mc alta attività, prodotti fuori dall’isola e frutto della stagione nucleare italiana chiusa con il referendum del 1987.

  • La Sardegna è uno dei siti più probabili, anche se sulla base dei criteri individuati nella Guida Tecnica prodotta dall’ISPRA, la Sardegna non ha i requisiti geomorfologici, con la scusa della stabilità geologica, e principalmente perché da tempo individuata come territorio di smaltimento, lontana geograficamente dall’Italia, poco popolata, e ricattabile in termini occupazionali.
È in pericolo il tuo futuro e quello dei tuoi figli 
SEI CHIAMATO ALLA MOBILITAZIONE - NONUCLE-DIE  
IL 7 GIUGNO IN TUTTA LA SARDEGNA

ALCUNE RAGIONI DELL’ ESSERE CONTRO

  • Pericolo permanente:
Le scorie ad alto contenuto di radioattività richiedono tempi di decadimento che oscillano indicativamente dai 300 anni al milione di anni, ne deriva che il gravame nucleare sarebbe permanente e graverebbe anche sulle generazioni future per centinaia di anni;

  • Nessuno ha risolto il problema scorie radioattive:
Ad oggi, dopo anni di ricerche e consistenti investimenti, nessuno Stato al mondo è ancora riuscito a trovare un sito idoneo per lo stoccaggio definitivo delle scorie che garantisca l'incolumità dell'ambiente e della salute pubblica;

  • Danno all’immagine : 
Il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi arrecherebbe un forte danno d’immagine alla Sardegna, pregiudicando l’economia isolana che si basa sulla qualità dell'ambiente e delle produzioni agroalimentari e compromettendo i ricavi del settore turistico e delle esportazioni.

  • Una ulteriore servitù con nuovi vincoli sul territorio:
La Sardegna è già sottoposta all’insostenibile gravame delle servitù militari, con circa il 70% del demanio militare statale a terra e quasi tutto il mare e il cielo asserviti alle esigenze militari statali e straniere.

  • Militarizzazione e limiti alla libera circolazione:
Trasformerebbe la Sardegna in una grossa caserma, con una ulteriore occupazione militare  a protezione del Deposito,  che vincolerebbe la libera circolazione dei sardi e dei turisti.

  • Obiettivo sensibile in caso di guerra:
La Sardegna diventerebbe un obiettivo sensibile, con un aumento esponenziale dei rischi per la popolazione residente. 

  • I primi a pagare saranno i bambini:
I bambini che abitano nei pressi  dei depositi nucleari sono soggetti a leucemie 10 volte più che i loro coetanei che abitano lontano .

  • La Sardegna non ha neanche l’idoneità geomorfologica:
Secondo illustri e seri studiosi di Scienze della Natura e del Territorio la Sardegna non rientra minimamente nei criteri d’idoneità richiesti per essere sito di deposito scorie  radioattive.
La decisione più che tecnica sarà politica.


LE LORO ARMI: Ricatto occupazionale – Campagna di Convincimento –
 Sacrificio Nazionale – Le clientele politiche


LE NOSTRE ARMI: LA NOSTRA ARMA PIU’ FORTE SIAMO NOI STESSI, SE I SARDI SAPRANNO ESSERE POPOLO DECIDERANNO IL LORO FUTURO

Presto verrà pubblicato l’elenco dei siti

La SARDEGNA è in PERICOLO e anche il tuo futuro e quello dei tuoi figli 
SEI CHIAMATO ALLA MOBILITAZIONE
NONUCLE-DIE NONUCLE-DAY  IL 7 GIUGNO IN TUTTA LA SARDEGNA

GRANDE VITTORIA! I contadini di El Salvador cacciano la Monsanto...

GRANDE VITTORIA! I contadini di El Salvador cacciano la Monsanto...
Rifiutarsi dal prendere semi OGM della Monsanto

CHRISTINA SARICH

naturalsociety

trd Sa Defenza



Gli agricoltori di El Salvador fanno, molti lavori agricoli con il biotech,  tali lavori che sembrano l'opera di un gruppo di persone impazzite. Comunque a El Salvador si rendono anche conto dell'importanza del NON-GM alimentare e del patrimonio delle semenze. Infatti producono molto di più con i raccolti naturali da record e hanno gestito la sconfitta del gigante Monsanto impedendo alla società di OGM la fornitura a El Salvador di semenze trattate con i suoi veleni biotech.


Le colture biotech della Monsanto sono stati collegati con malattie renali, insufficienza epatica, problemi riproduttivi, e altro ancora. Più di recente, il composto chimico biotech chiamato glifosato , è il principale ingrediente chimico dell'erbicida della Monsanto Round Up, è 'probabilmente cancerogeno.'

La resistenza dei contadini di El Salvador è un'ottima notizia considerando il monopolio della Monsanto tra le aziende biotech che ha nella gran parte del resto del mondo. Monsanto negherà di influenzare il governo, compresi i giudici federali negli Stati Uniti - ma in realtà- riesce a farlo bene, anche se non hanno riescono ad avere il controllo ovunque. Mentre in  El Salvador gli agricoltori stanno lavorando con il ministro dell'Agricoltura per ridurre la dipendenza degli agricoltori locali dai semi biotech.

Juan Luna Vides, il direttore di produzione diversificata per il Mangrove Association , un'organizzazione non governativa che è stata creata per sostenere un movimento sociale di base per la conservazione dell'ambiente in El Salvador, dice :

"Ricordate che Monsanto insieme a DuPont,  Pioneer, e tutte le grandi aziende controllano il mercato delle sementi del mondo. Purtroppo, molti  governi in America Latina, e forse anche nel mondo, hanno relazioni troppo accondiscendenti con queste aziende. "
Il ministero dell'Agricoltura ha appena rilasciato un nuovo ciclo di contratti per fornire semenze di sussistenza agli agricoltori in tutto il paese.

Monsanto cerca di fare affari in altri mercati con altri nomi o marchi, ma la presa transnazionale è la stessa. E per non sbagliare, è gestito da Monsanto e le altre Big Six.

Ad esempio, le aziende come Pioneer immettono molti spot nei vari media in El Salvador commercializzando i loro prodotti chimici per l'agricoltura, esercitando grande influenza sugli agricoltori locali del paese.

Molti agricoltori vedono l'importanza di mantenere il loro approvvigionamento di semi locali,  su piccola scala il produttore 
Santos Cayetan di sementi   chiamate Truthout:
"Stiamo perdendo le tradizioni dei semi locali, così stiamo cercando di mantenerle qui. I semi nativi non hanno ciò che questi altri semi hanno modificati con sostanze chimiche."
Cayetan, che è un destinatario di seme di mais del programma di governo che usa, i semi OGM-free locali e mantiene colture di mais nativo, ha detto che la differenza tra l'utilizzo di seme locale contro quello di Monsanto è abbastanza sorprendente.
"[I semi nativi sono] sono sempre gli stessi, producono sempre, e sono sempre lì," ha detto. "[I semi nativi] sono resistenti alla siccità."
Questo e altri agricoltori commentano  il fatto che le sementi locali si sono adattate alle condizioni specifiche della regione, metre le sementi della Monsanto non lo sono. Il seme locale cresce bene anche in terreni asciutti. Gli agricoltori possono anche salvare e riutilizzare le sementi, senza doversi preoccupare di violare nessun brevetto, oltre ad non dovere riacquistare seme ad ogni stagione,  poiché la gran parte dei semi OGM Monsanto, Pioneer e altri in vendita sono destinati ad autodistruggersi dopo una sola stagione, è noto come seme sterile.

Come in molte aree del mondo, uno degli obiettivi della Monsanto è quello di forzare gli agricoltori ad acquistare i semi della società, ogni anno, a prezzi molto gonfiati. Questi semi si basano anche su fertilizzanti industriali tossici e l'erbicida più venduto, è il Round Up.

"[Utilizzando solo seme locale] è molto meglio [per gli agricoltori salvadoregni]; non devono acquistare semi ogni anno, " afferma Vides. "Ha a che fare con la generazione che promuove condizioni di sicurezza alimentare ... si può produrre ciò che si consuma ... produrre e consumare lo stesso prodotto."
Cayetan spiega che la maggior parte degli agricoltori in El Salvador non possono permettersi le semenze di biotech Monsanto.
"Se tutti i produttori comprassero prodotti  seminativi [importati], [i produttori locali] perderebbero il loro business ... e questo è ciò che  vuole la [Monsanto]."

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