lunedì 3 luglio 2017

POROSHENKO FRA TRUMP E MACRON

POROSHENKO FRA TRUMP E MACRON

southfront.org
Sa Defenza 









Vento del cambiamento

La famosa “ maledizione di Assad ” indica il corollario che dice “Poroshenko deve rimanere” è allo stesso modo il tempo di questo mondo politico. Dopo tutto, il cambio di regime forzato in Ucraina è stato parte integrante della stessa strategia che ha spinto le guerre in Libia, Siria e altrove. Quindi se i leader occidentali che sono responsabili di questi conflitti vengono estromessi, non solo non è una buona notizia per i jihadisti in Siria, significa anche che i giorni dei neo-nazisti ucraini stanno altresì volgendo al termine.

I recenti viaggi di Poroshenko negli Stati Uniti e in Francia sono stati probabilmente calcolati per misurare il livello di supporto alla sua amministrazione, su quanto ancora può contare nel mutato contesto politico. Mentre noi, come membri del pubblico, non siamo a conoscenza di quanto è stato detto a porte chiuse, gli indicatori esterni dicono che Poroshenko non ha ricevuto quello per cui era venuto.

L'incontro con Trump è stato estremamente breve, ha avuto luogo durante una pausa durante il briefing di Trump con altri alti funzionari dell'amministrazione, ed è stato tutto il tempo aperto alle telecamere. Non c'era la cena e nemmeno una disponibilità di stampa. Poroshenko è stato ridotto a mettere in scena la propria conferenza stampa  fuori del recinto della Casa Bianca.

Non è stato certo meglio con Macron. Mentre Macron ha fatto ripetere il solito standard in materia di “aggressione russa”, Poroshenko non è stato nemmeno invitato alla cena tutti i giorni che Macron ha con il suo Primo Ministro. Anche in questo caso, la visita di Poroshenko sembra essersi verificata su iniziativa del Poroshenko, con i padroni di casa che l'accettano principalmente al fine di evitare la comparsa di una sorta di spaccatura con l'Ucraina. A parte questo, è stato dato a Poroshenko lo spazio delle minime cortesie e nulla altro al di sopra e al di là di questo.

L'unico successo della politica estera di Poroshenko è l'abolizione delle restrizioni sui visti per i cittadini ucraini per i viaggi verso l'UE. Tuttavia,  la liberalizzazione avrà ben poco impatto positivo sull'economia ucraina, e al massimo consentirà a un maggior numero di ucraini di recarsi in UE, con l'inganno, al fine di trovare un lavoro illegale. Se questo, risulta essere il caso, avrà un impatto negativo sulle relazioni UE-Ucraina, come gli stati membri adottano misure sulla questione limitano anche quest'altra fonte di migranti economici.

Dimostrazione di forza o di debolezza?


Il cambiamento più visibile negli ultimi mesi è il giro di vite su diversi tipi di supporti, a partire dai divieti sui social network e siti di notizie russi e termina con incursioni della SBU sulle agenzie di stampa indipendenti, come su strana.ua la cui copertura degli eventi in Ucraina ha spesso deviato dalla linea ufficiale di propaganda per Poroshenko.

Ad esempio, strana.ua ha pubblicato informazioni sui recenti combattimenti nel Donbass che non solo rappresentato correttamente le forze ucraine come gli aggressori, ma ha anche descritto il numero  delle vittime, che è di gran lunga superiore alle cifre ufficiali indicate. Gli uffici di Strana.ua sono stati perquisiti dalla SBU, che è il gruppo più affidabile degli esecutori di Poroshenko, e,  il suo redattore capo è stato messo sotto interrogatorio.

Mentre l'azione su strana.ua non è che il più recente di una serie di politiche simili, in questo caso Poroshenko ha in realtà intimidito pubblicamente un mezzo di comunicazione relativamente indipendente. Questo non vuol dire che i media ucraini in passato hanno goduto la libertà di scrivere quello che volevano. Tuttavia, di solito la pressione contro i giornalisti o media eccessivamente scettici sulla “scelta europea” dell'Ucraina vengono esercitate azioni “spontanee” di “cittadini preoccupati”, come ad esempio il Pravi Sector (neonazisti), o il Civico Battallion Azov, o un qualsiasi numero di battaglioni di volontari che hanno deciso di attaccare i giornalisti, è un modo piuttosto sicuro per combattere le forze della Novorossia.

La domanda, su tutte queste azioni che provocano, naturalmente è se si tratta di una dimostrazione di forza o di una dimostrazione di debolezza di Poroshenko, lo scenario dell'uno più probabile è quest'ultimo. Un governo fiducioso nella sua legittimità e sostegno popolare, come ad esempio della Russia, non avrebbe alcun motivo di reprimere i media, se il punto di vista viene esposto solo dai margini della società. Per questo motivo la cosiddetta “opposizione dei media non-sistemica” in Russia gode di una notevole libertà di azione, anche quando riceve finanziamenti esteri ed è aggressiva nel diffondere disinformazione.

Nel caso di Poroshenko, tuttavia, la situazione è molto diversa. L'economia del paese è in costante peggioramento, il "blocco al Donbass" non fa che spostare la regione verso l'indipendenza e possibilmente all'integrazione con la Russia , mentre invece, il settore energetico, la metallurgia dell'Ucraina e l'economia sono gravemente danneggiati . Gli aiuti occidentali a questo punto equivalgono a poco più di prevenire l'inadempienza del debito dell'Ucraina . Gli investimenti diretti esteri sulla produzione tendono ad essere poco qualificati, e anche questi numeri sono relativamente modesti, in quanto l'Ucraina non può esattamente avere la meglio sulla Cina quando si tratta di costi del lavoro.

Non c'è onore per il ladri


La contrazione della torta economica a sua volta mette in pericolo la coalizione di Maidan che è stata messa insieme nel 2014. Mentre alcuni dei suoi membri, come Yatsenyuk e Kolomoysky,  sono stati costretti a lasciare negli anni precedenti dopo aver ricevuto adeguato " trattamento di fine rapporto", ora il conflitto ha raggiunto i giocatori che non sono così disposti (o neanche lontamnamente intelligenti) per salvarsi, mentre loro possono. Essi includono il ministro degli Interni Arsen Avakov e i battaglioni di volontari sotto il suo controllo e un certo numero di responsabili politici che sperano di organizzare chi deve sostituire Poroshenko, come Mikhail Saakashvili e, in particolare, Yulia Tymoshenko che ha dimostrato di essere una sopravvissuta indistruttibile della grezza e istintiva scena politica dell'Ucraina.

L'attrito tra le restanti fazioni della coalizione è suggerita dalla maggiore frequenza di episodi di violenza che non coinvolgono cittadini ordinari o addirittura veterani ATO, ma alti rappresentanti di vari servizi di sicurezza, militari e organizzazioni paramilitari che fanno parte del regime. Ad esempio, i membri del Battaglione Aidar sono stati arrestati e picchiati dalla SBU mentre protestavano fuori della sede dell'amministrazione presidenziale. Poco dopo due colonnelli, uno della SBU e uno della UAF Main Intelligence Directorate, sono stati uccisi da esplosivi piazzati sulle loro auto, il giorno dopo. Un altro colonnello, un ufficiale dei servizi segreti, è stato ucciso in circostanze sospette nel Donbass.

Anticipando la resa dei conti

Quella resa dei conti arriverà sotto forma di un'elezione presidenziale, e può arrivare prima di quanto previsto se gli avversari di Poroshenko riescono a porvi forza. Il giro di vite sui media con il pretesto della “lotta alla cyber-aggressione russa” darebbe a Poroshenko un vantaggio sui suoi avversari, sebbene questo potrebbe rivelarsi non sufficienti a compensare il suo indice di impopolarità abissale.

L'altra risorsa che può usare Poroshenko se si sente sufficientemente disperato è il metodo già provato un vero e proprio escalation del conflitto nel Donbass. Per questo motivo il prossimo vertice del G20 che si terrà il 07-08 LUGLIO ad Amburgo, e durante la quale i presidenti Putin e Trump si prevede si incontrino faccia a faccia, presenta un'occasione d'oro per lanciare un attacco e poi accusare la Russia di invadere l'Ucraina con il  fine ultimo di garantirsi il sostegno estero, e a sua volta ridurrebbe la pressione politica interna. Se il vertice del G-20 passa senza un incidenti, significa che le potenze occidentali hanno escogitato un pacchetto sufficiente di incentivi positivi e negativi per impedire a Poroshenko di trascinarli in un confronto con la Russia. Se, tuttavia, vediamo il focolaio sul Donbass, la questione sarà poi se Poroshenko agiva per volere di, o in barba, ai suoi protettori occidentali.

domenica 2 luglio 2017

LA BANALITÀ DEL CAPITALE

LA BANALITÀ DEL CAPITALE

Di comidad  
Le sortite del Super-Buffone di Francoforte (in arte Mario Draghi) esibiscono sempre quell’eccesso di stupidità che le rende molto più rivelatorie rispetto alle intenzioni dell’autore. Nella sua ultima relazione al Consiglio Europeo Draghi se l’è presa con i sindacati, rei, a suo parere, di preferire la stabilità del posto di lavoro agli aumenti salariali. 

Storicamente i sindacati sono strutture il cui effettivo peso non corrisponde affatto alla sovraesposizione di cui sono oggetto. Ciò rende gli stessi sindacati dei facili bersagli di pretestuose recriminazioni, il cui modello è la famosa frase “i sindacati hanno rovinato l’Italia”. Nonsenso per nonsenso, con altrettanta attendibilità si potrebbe dire che l’Italia ha rovinato i sindacati.

Draghi ha fatto ricorso a questi mezzucci perché doveva spiegare al suo uditorio come mai, nonostante la liquidità con cui ha inondato il sistema, non vi sia stata una ripresa dei consumi. Ma i consumi non potevano ripartire proprio perché la ripresa dell’occupazione è stata di scarsa qualità, a base di precariato; e i precari non hanno né il potere contrattuale per ottenere aumenti salariali, né la tranquillità che consenta loro di pianificare consumi di una certa consistenza.

Nel 1976 i sindacati furono indicati come responsabili degli attacchi speculativi alla lira, ciò a causa dell’accordo sulla scala mobile ottenuto l’anno prima. L’altro colpevole additato dai media fu il segretario del partito Socialista, Francesco De Martino, il quale aveva scritto un articolo che sembrava anticipare una crisi di governo. Quaranta anni fa i media non si regolavano diversamente da adesso. In realtà il crollo della lira fu dovuto alla politica di credito facile alle esportazioni operata dal Tesoro: i finanziamenti alle esportazioni di merci diventarono in effetti finanziamenti all’esportazione dei capitali, mettendo in crisi la bilancia dei pagamenti. Nel 1976 la circolazione internazionale dei capitali non era affatto libera, anzi, in Italia era considerata addirittura reato. Sta di fatto che l’import-export di merci è sempre stato un canale di esportazione di capitali più o meno occulto.

Il dominio ideologico del “neoliberismo” (in effetti paleo-liberismo) fa sì che venga liquidata come complottismo qualsiasi attenzione agli squilibri strutturali del capitalismo. Sarebbe perciò interessante se qualche storico dell’economia rileggesse finalmente la storia italiana, compresa la meno recente, dall’angolazione dell’esportazione di capitali. Si spiegherebbero forse tante cose, a cominciare dal mito dell’Italia Paese senza materie prime; dato che l’importazione di materie prime costituisce un canale surrettizio di esportazione dei capitali.


La finanziarizzazione è stata una tendenza preminente persino quando la circolazione dei capitali non era libera come adesso. Figuriamoci quindi quanto possano prevalere le considerazioni produttive oggi che non c’è nessun ostacolo alla mobilità dei capitali. Draghi quindi sapeva bene che aprire i rubinetti della liquidità a banche e imprese non si è mai risolto in aumento della produzione e dei consumi, bensì in speculazioni finanziarie. Se i tassi più attraenti sono all’estero, ciò comporta fuga dei capitali. La banalità del capitale sta tutta qui: se si può fare profitto facendo a meno di produrre, è tutto grasso che cola.

Il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha detto che è il caso di sorvolare sullo sgravio dell’Irpef per diminuire invece le tasse alle imprese. Calenda ignora, o finge di ignorare, che questi sgravi fiscali, ad eccezione di qualche raro imprenditore innamorato del suo prodotto, non comporteranno affatto aumento degli investimenti, bensì delle speculazioni finanziarie, con tutti i rischi che ciò comporta in termini di fuga di capitali. 

Anche in questo caso “conforta” l’esempio del 1976-1977, quando in Italia i governi di Unità Nazionale ricoprirono le imprese di sgravi fiscali e sussidi. Quel denaro pubblico non pagò affatto la reindustrializzazione, bensì la prima grande deindustrializzazione italiana. La FIAT utilizzò i sessantamila miliardi di lire ricevuti dal governo per attuare la prima grande ondata di licenziamenti e tagli produttivi a Mirafiori. Il potere contrattuale dei sindacati era ridotto a zero perché la FIAT aveva investito le sue nuove risorse finanziarie in titoli del Tesoro. Lo Stato aveva elargito denaro pubblico alle imprese per farselo poi riprestare, ad interesse, dalle stesse imprese. Sino a quel momento la fabbrica era stata considerata il vero luogo dello scontro di potere. Si constatò invece che non era così, che il conflitto sul luogo di produzione poteva essere aggirato con manovre finanziarie. Così si concluse malinconicamente la fiaba, in voga negli anni ’60 e ’70, sul “potere dei sindacati”.


In questi mesi dagli USA sono giunte molte chiacchiere sul rilancio dell’economia reale. CialTrump ha riconosciuto però che il valore del dollaro è troppo alto per favorire le esportazioni americane. CialTrump ha detto che è “colpa sua”, poiché la stima internazionale di cui gode (sic!) avrebbe spinto molti investitori stranieri a rifugiarsi nei titoli USA. Queste pagliacciate sono servite al nuovo buffone della Casa Bianca per cercare di coprire il fatto che la politica monetaria USA è interamente gestita dalla Federal Reserve. La Fed sta aumentando i tassi di interesse dei titoli del Tesoro e ciò dovrebbe provocare una ulteriore rivalutazione del dollaro.

Il Fondo Monetario Internazionale ha già previsto che queste scelte della Fed comporteranno una fuga di capitali dai Paesi più poveri verso gli USA, a causa dei più alti rendimenti dei titoli del Tesoro americano. Lo stesso FMI ha annunciato delle “contromisure”, non per limitare i movimenti di capitali ma i danni collaterali. Anche queste presunte contromisure rappresentano una ulteriore frode ai danni dei Paesi più poveri, in quanto consisterebbero nell’agevolare la possibilità per i Paesi in difficoltà di approvvigionarsi di dollari rivolgendosi ai prestiti del FMI. Insomma, un bel cappio al collo.

venerdì 30 giugno 2017

LA SINISTRA E LA NAZIONE

LA SINISTRA E LA NAZIONE 

Pier Paolo Dal Monte
sollevazione




«Ed è per questo che bisogna cominciare, a parlare di sovranità e di nazione. La democrazia ha bisogno di un luogo geografico e di un luogo politico. Non può esistere una democrazia nel non-luogo del cosmopolitismo o del globalismo, non può esistere in uno spazio commerciale, privo di comunità e definito dalle élite, quale è l’Unione Europea, concepita come luogo di sottrazione della sovranità agli stati e, quindi, alla comunità che costituisce la Nazione».

«C’è una lotta di classe, è vero, ma è la mia classe, la classe dei ricchi che ha scatenato questa guerra, e la stiamo vincendo
». 
Warren Buffett
«Immaginate un mondo nel quale la maggior parte delle persone lavori più di 60 ore alla settimana solo per sopravvivere.
Immaginate un mondo nel quale la più parte di voi debba offrire i propri servizi al prezzo più basso possibile
Immaginate un mondo nel quale la gente lavori con un ritmo irregolare: cambi di turni orari, giornalieri, diurni o notturni, senza preavviso
Immaginate un mondo nel quale il datore di lavoro decida quale parte del vostro lavoro retribuire e quale dovete svolgere gratuitamente.
Immaginate un mondo nel quale potete essere licenziati con un’email o una telefonata
Quel mondo è qu
i». 
Michael Belzer, Sweatshop on wheels


Le frasi riportate in epigrafe, nella loro spietata asciuttezza, descrivono piuttosto accuratamente la situazione dei nostri tempi.

Stiamo assistendo al collasso delle vecchie strutture, quelle nelle quali si è svolta la gran parte della nostra esistenza: lo Stato sociale, i diritti del lavoro, la sanità universalistica, finanche il diritto di scegliere da chi essere governati (democrazia rappresentativa tramite suffragio universale).

Oggi tutto questo sta venendo meno sotto i colpi di quella che potremmo definire, con termini alquanto enfatici, “l’offensiva finale del capitale” che si manifesta nell’egemonia di ciò che potremmo chiamare il “globalismo neoliberale”.

Nella situazione attuale pare quasi inutile cercare di stabilire il terreno dello scontro nel campo sociale: in quest’ambito il capitale ha ottenuto una vittoria schiacciante. Ed ha vinto perché è riuscito progressivamente ad imporsi in alcuni ambiti di importanza strategica che andremo a descrivere. Questa vittoria ha comportato la radicale trasformazione della dialettica politica, nei paesi industrializzati, e la cancellazione di quelle forze che rappresentavano le istanze dei ceti popolari, del demos.

È importante comprendere le modalità di questa vittoria, non solo per poter sperare di intravvedere e, quindi di delineare le forme di lotta più opportune per superare questo stato di cose, ma anche per capire quale possa essere il terreno di scontro rimasto.

La globalizzazione ha rappresentato lo spostamento di quest’ultimo in un non-luogo virtuale, quasi metafisico (i “mercati globali”) nel quale vigono esclusivamente le regole della mobilità del capitale e della forma-merce, nonché i rapporti di forza internazionali.

Pertanto, la resistenza, il katechon, può manifestarsi, in questa fase, solo a livello dello Stato-Nazione.

Possiamo individuare tre elementi fondamentali che hanno portato alla vittoria di cui sopra in quanto il capitale:

1) Il “capitale” è riuscito a modellare le istituzioni non soltanto secondo la propria convenienza ma, soprattutto, a sua immagine
2) È riuscito ad annullare lo spazio della politica
3) È riuscito a vincere la guerra ideologica (costruzione del neoliberal self)


Pier Paolo Dal Monte


1) Modellare le istituzioni

La sfera di governo/regolamentazione globale è nelle mani di istituzioni configurate secondo criteri imperiali e interamente plasmate dall’ideologia neoliberale, alle quali, le nazioni che non siano al centro dell’impero devono sottostare (usiamo questo termine nel senso di Braudel, Arrighi e Samir Amin, non certo in quello di Toni Negri). Ci riferiamo, nella fattispecie, a entità quali il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, l’Organizzazione Mondiale del Commercio e la stessa ONU che, apparentemente sono enti di regolamentazione o di risoluzione dei conflitti ma che, in realtà, non sono altro che l’espressione di rapporti di forza internazionali, sia politici che economici.
Per quello che riguarda più da vicino il nostro Paese, il “braccio armato” di questi rapporti di forza1è rappresentato dall’Unione Europea. È bene, a questo punto, sgombrare il campo da qualsivoglia illusione sul fatto che quest’entità possa essere riformata, in senso “migliorativo”, secondo istanze politiche: un “altra Europa” non è possibile2, se lo fosse, il processo di integrazione europea avrebbe seguito un percorso totalmente diverso e si sarebbe svolto in maniera dialettica e trasparente.

Invece la costruzione voluta da Jean Monnet (il reale architetto di tutto il progetto3) è stata, in ogni sua fase, portata avanti in maniera “furtiva” (“by stealth”, secondo le parole di Giandomenico Majone4), in modo tale che i vari Paesi membri addivenissero, man mano, a cessioni di sovranità crescenti, delle quali le stesse classi politiche non erano ”pienamente” consapevoli (per usare un eufemismo)
Certamente non lo erano le popolazioni dei paesi interessati che non sono mai state adeguatamente informate delle conseguenze dei passi compiuti e, soprattutto, non sono mai state chiamate ad esprimersi in proposito. Tuttavia, neppure i governanti avevano piena coscienza di ciò che stavano facendo, data la complessità dei trattati e dei corpus normativi ai quali decidevano di aderire5.

Questo modo di procedere è stato concepito e attuato in modo da mettere i governi e le popolazioni di fronte ai fatti compiuti, le cui implicazioni e conseguenze potevano essere comprese solo a posteriori (un chiaro esempio di questo è l’adozione della moneta unica)

Ciò che, invece, è stato studiato a fondo, ed è stato davvero efficace e pervasivo, risulta essere la mendace propaganda (“il sogno europeo”, ”l’Europa ci ha dato 60 anni di pace” e avanti con corbellerie di questo genere) con la quale questa costruzione distopica è stata sostenuta.

Se si distoglie lo sguardo dai bamboleggiamenti apologetici la realtà che si scorge è assai meno confortante. L’intera costruzione europea è edificata su fondamenta ideologiche che sono direttamente riconducibili a quel vasto fenomeno che si autodefinì “neoliberalismo”6, i cui concetti sono riscontrabili finanche nel Trattato che istituisce l’Unione Europea (“Trattato di Maastricht”) che, all’articolo 3, recita testualmente: che lo sviluppo economico dell’Europa deve essere basato su “un'economia sociale di mercato fortemente competitiva”. È significativo il fatto che questa definizione sia stata coniata, molti anni prima, da Alfred Müller-Armack, uno dei principali esponenti della scuola ordoliberale tedesca, uno dei filoni principali che dopo il 1938, confluirono nel grande fiume del neoliberalismo.

Ancora più significativo è il fatto che nella “costituzione economica” e i Trattati non si riscontri alcuna traccia dei principi di solidarietà e sviluppo sociali che informano la nostra Carta costituzionale, anzi, a questo proposito, ne sono in palese contrasto. E, a rigor di logica, ciò dovrebbe essere sufficiente ad affermare l’incostituzionalità dell’adesione del nostro Paese a tali trattati.


Purtroppo, la comprensione di queste semplici evidenze è fortemente ostacolata dal fatto che, quando si parla di Unione Europea, si sconfina sempre su un terreno sentimentale o, addirittura, onirico nei quali il discorso deraglia verso fantasiosi pargoleggiamenti o speranze infondate, evitando di rimanere su quello, più solido, dei fatti e degli argomenti logici. L’Unione Europea non rappresenta affatto un luogo ideale, una Gerusalemme Celeste, un Regno millenaristico ma, semplicemente, uno spazio amministrativo fondato su rapporti di forza, che si è dato regole congeniali ai vantaggi di alcuni e che comportano svantaggi per altri. Il tutto in un modo così miope e fallimentare da poter ben figurare nel teatro dell’assurdo.

Non vi è nessuna speranza, anche con la migliore volontà e cooperazione (entrambe, peraltro, assenti) che sia possibile rimettere il carrozzone sui giusti binari (che nessuno è in grado di spiegare quali dovrebbero essere). Non si può sperare di erigere una cattedrale su fondamenta mal costruite anzi, è necessario abbattere al più presto questa costruzione pericolante prima che l’inevitabile crollo possa cagionare più vittime e danni di quelli già provocati.

2) L’annullamento dello spazio della politica

Viviamo in un sistema oligarchico sovranazionale, nel quale il potere assume l’aspetto di una congerie di “vincoli esterni” che assumono varie forme: quella dei “mercati finanziari”(entità prepolitica e metafisica), la “globalizzazione”, la “comunità internazionale” e, soprattutto, per quello che ci riguarda, l’ Unione europea e la moneta unica.

È chiaro che i vincoli, quando sono molto coercitivi, impediscono qualsiasi dialettica politica che non sia il mero scontro di “opposte tifoserie” che smaniano per la vittoria della propria squadra nel “campionato elettorale”. Tutto questo è, naturalmente assai distante da dalla politica intesa in senso proprio, ossia come autogoverno della comunità.

Così l’attività di governo diventa una banale amministrazione del “condominio Italia”, il quale, nelle condizioni imposte dai vincoli europei, potrebbe indifferentemente essere governato da un Che Guevara o da un Adolf Hitler( per usare un paradosso) che poco cambierebbe, visto che la reale possibilità di governo è stata completamente svuotata e procede con una sorta di “Pilota automatico” (secondo le parole di Mario Draghi), la cui rotta viene impostata dalla Commissione e dalla Banca Centrale europee.

I ceti politici professionali devono semplicemente gestire il proprio sottosistema amministrativo nazionale garantendo l’esecuzione di politiche già stabilite altrove, ovvero come semplici governatori di provincie dell’impero centrale.
Dovrebbe essere, ormai, evidente a tutti che non vi sia spazio per alcuna politica reale all’interno della “gabbia d’acciaio” dei vincoli europei, tantomeno per quelle politiche che possano perseguire i dettati della Carta costituzionale: politiche del lavoro, politiche sociali, tutela del territorio, istruzione e sanità. Vi è solo spazio per la distruzione di questi elementi medianti tagli di bilancio sempre più cospicui. Già l’introduzione del famigerato Articolo 81 (pareggio di bilancio), in Costituzione è un vulnus eterodiretto, introdotto per soddisfare i desiderata di Bruxelles, il cui scopo era quello di inficiare de facto ciò che è prescritto nei primi articoli (in specie gli articoli 3 e 4) e dovrebbe (e, per questo motivo, dovrebbe essere dichiarato incostituzionale).

3) La vittoria del “capitale” nella guerra ideologica

Questa vittoria si è realizzata tramite un integrale trasformazione ideologica di quella che, un tempo, era chiamata “sinistra7, e che ora è tale solo nell’indicazione della collocazione dei seggi parlamentari. È difficile pensare ad una vittoria politica più cruciale di questa. Per spiegare quest’asserzione dobbiamo fare qualche piccolo passo indietro nella storia.

Il capitalismo, creazione borghese-mercantile, era incompatibile con l’assolutismo e le oligarchie della proprietà terriera: il liberalismo economico doveva quindi essere accompagnato dal liberalismo politico. Il problema che le élites del capitale si sono sempre trovate a fronteggiare è proprio quello risultante dal liberalismo politico che, giocoforza deve esprimersi con qualche forma di suffragio. Tuttavia, questo metodo non garantisce la conservazione del potere da parte delle elite medesime8 (specie il suffragio universale) , perché le classi popolari sono numericamente prevalenti. Siccome il capitalismo si basa su una disuguaglianza strutturale (detentori del capitale/mezzi di produzione e forza lavoro che non detiene capitale sufficiente per non esserlo) a favore delle élites economiche, le classi popolari, che sono numericamente prevalenti, potrebbero esprimere, col loro voto, classi politiche contrarie agli interessi delle prime. Vanno quindi “convinte” (e sarebbe più appropriato il termine “manipolate”) a legittimare col suffragio poteri politici che agiscono contro i loro interessi di classe.

Uno dei mezzi più usati, a questo proposito, è il controllo esercitato da queste ultime sui mezzi di comunicazione di massa, del quale non è appropriato parlare in questa sede.
Un altro è quello del già citato “vincolo esterno”, che si potrebbe esemplificare con queste parole: «Avete eletto chi, teoricamente, potrebbe rappresentare i vostri interessi. Purtroppo, però, i vostri rappresentanti sono vincolati a rispettare certe condizioni (Globalizzazione, “mercati”, regole dell’Unione Europea) che impediscono loro di perseguire politiche a vostro vantaggio».

Un terzo, più sottile, è quello, per così dire, di “svuotare i differenti orientamenti ideologici dall’interno”, ossia di trasformarli, di fatto, in un’unica ideologia che, per comodità, potremmo definire, con le parole di Margareth Thatcher, “T.I.N.A” (there is no alternative/non c’è alternativa), secondo la quale i processi socio-economici sono da considerarsi come determinati da una sorta di meccanismi naturali che non si possono controllare né, tantomeno, modificare.9

In questo modo si riesce ad annullarla concezione stessa di dialettica politica, in primo luogo quella classica tra capitale e lavoro. La scomparsa della dialettica politica è, nei fatti, il risultato del processo di annichilimento o delegittimazione delle ideologie (di qualsiasi ideologia) che si è progressivamente verificato negli ultimi decenni, poiché tale è sempre stata determinata dallo scontro tra Weltanschauung (o “ideologie”) diverse. Questo processo, alla fine, ha portato all’annullamento della sfera politica tout court, che è stata sostituita dal tecnicismo economico neoclassicheggiante (che, peraltro, segue pur sempre un’ideologia, ma un’ideologia mascherata da legge di natura).

Per ciò che riguarda la politica “realmente esistente”, il segno più evidente di questo fenomeno, è stata l’assunzione (dopo la cosiddetta la “stagione di mani pulite”), da parte del nostro paese, di sistemi elettorali, definiti “più moderni”, di tipo maggioritario, nei quali i partiti o le coalizioni, che hanno possibilità di imporsi nelle competizioni elettorali, si contendono, di fatto la supremazia sull’elettorato “moderato”, convergendo, per così dire, verso un “centro” ideologico, caratterizzato da una mancanza di ideologia che non sia quella del “male minore”.10

In questa condizione l’unico spazio rimasto è quello della retorica prepolitica espressa tramite mitologemi dicotomici quali “onestà/disonestà” o di finzioni di conflitti, come quelli per i diritti “cosmetici” (che fanno parte dello Zeitgeist del globalismo neoliberale). Oppure una generica avversione per il potere di tipo “foucaltiano-negriano” che si esprime tramite formazioni deidelogizzate che rivendicano istanze prepolitiche.

Così, quella che oggi viene definita “sinistra” è diventata, in realtà, per usare una felice espressione di Costanzo Preve, “destra” sul piano economico, in quanto ha sposato in toto le posizioni neoliberali; centro sul piano politico, ovvero l’area dello scontro in cui si contendono le preferenze dell’elettorato “moderato”; e “sinistra” sul piano “culturale (per usare un eufemismo) , ossia “girotondi”, bamboleggiamenti “gender” e diritti cosmetici di vario tipo.: «la liberazione crescente della sfera privata consegnata ormai al self-service generalizzato»11.

Ed è proprio qui lo snodo che è indispensabile analizzare, per comprendere che, oggi, la “sinistra realmente esistente” non è soltanto inutile ma è, soprattutto, dannosa per il perseguimento di quella giustizia sociale che è inscritta nella nostra Costituzione e che è finita nel tritarifiuti del globalismo neoliberale e delle politiche europee.
Il processo che ha portato a questo tipo di deriva ideologica è iniziato alla fine degli anni ’60 (col ’68 come data simbolica)12 e, nel tempo, ha condotto la cosiddetta “sinistra” alla completa rinuncia ad una critica sociale a favore di quella che i sociologi francesi Luc Boltanski ed Eve Chiapello hanno definito “critica artistica”.13

Il primo tipo di critica è quello nei confronti delle disuguaglianze create dalla società capitalista e la rivendicazione di una maggiore giustizia sociale; il secondo, invece, aveva rappresentato, fino al recente passato, la critica del’alienazione dell’essere umano nel modo di produzione capitalistico. Sin dagli scritti di Marx, questi due tipi di critica hanno sempre proceduto di pari passo (per la verità, con una certa prevalenza della prima) mentre, a partire dal periodo summenzionato la seconda ha preso il sopravvento, soprattutto presso gli “intellettuali” cosiddetti “progressisti”, prendendo la forma di una critica nei confronti della “morale della società borghese”, identificando così, erroneamente, il capitalismo con la borghesia (con perfetto tempismo, proprio quando la borghesia era in procinto di essere distrutta dal capitalismo globalizzato), e la morale capitalistica14con i vecchi valori civili e religiosi.

Questo secondo tipo di critica ha preso rapidamente il sopravvento sulla prima, sino ad estinguerla completamente. Così, la “sinistra” non solo ha rinunciato alla critica sociale, ma ha aderito pienamente alla costellazione ideologica che ha caratterizzato il capitalismo negli ultimi quarant’anni, ovvero il neoliberalismo. E, infatti, si fa orgogliosamente portabandiera del cosmopolitismo, del globalismo e, non ultimo, di quello che Jean Francois Lyotard definì “post-modernismo”, pseudo ideologia caratterizzata dal pensiero debole della ”post-verità” (detestiamo l’uso di tutti questi “post”, ma è ciò che la neolingua del pensiero filosofico “debole” ha saputo coniare).


Questa sedicente “sinistra” arriva persino a caldeggiare quello che Philip Mirowski (eminente ermeneuta del pensiero neoliberale) ha denominato “neoliberal self”, che individua l’uomo col suo “capitale umano15, ossia col suo essere/dover essere “imprenditore di se stesso” che, come tale, deve aspirare a liberarsi dalle rigide burocrazie delle organizzazioni lavorative. Un atomo solitario in un universo competitivo (la qual cosa, usando parole più terra-terra si potrebbe anche definire “precariato” permanente, ma detto così non sembra à la page).

Ben venga quindi un mondo di “capitali umani” in lotta tra loro (divide et impera), di privatizzazione dei fenomeni sociali e di ablazione dello Stato, a patto che rimanga allo Stato il ruolo di garante del mercato (come propugnano gli ordoliberali tedeschi e la loro “economia sociale di mercato” abbracciata dai Trattati europei).

Ben venga l’abolizione dell’assistenza pubblica (lo Stato sociale) perché è di ostacolo all’afflato verso la carità privata16 (altrimenti, come fanno i ricchi a far “bella figura”?)

Ciò che, quindi, deve essere chiaro una volta per tutte, è che, per poter iniziare a concepire un tipo di iniziativa politica che torni a porre al centro i diritti sociali, e a pensare alla ricostruzione di una comunità, a partire dalla dispersa accozzaglia di individui atomizzati, accomunati soltanto dall’essere forma-merce (ancora il “neoliberal self”),che pare essere l’unica “forma sociale” rimasta, è necessario rigettare con fermezza e in maniera definitiva questo tipo di “sedicente sinistra”, e la dicotomia destra-sinistra secondo il clivaggio definito dalla “critica artistica” , perché questa è una finzione esiziale che serve soltanto ad evocare retaggi illusori facendo perno sulla sfera emotiva (appartenenza al popolo di sinistra). Ossia quanto di più populistico possa esservi.

Una “sinistra” con queste caratteristiche è l’alleato più utile per l’ideologia e la prassi neoliberale (il capitale). Il suo ruolo è soltanto quello di alimentare la falsa dicotomia di schieramenti politici che sono, oramai, solo espressione di identità prepolitiche che, senza differenze sostanziali concorrono per l’amministrazione del “condominio Italia”.

A costo di crearci parecchie antipatie, dobbiamo chiaramente affermare che, non solo, è perfettamente inutile conservare l’identità di un cosiddetto “popolo di sinistra” con siffatte caratteristiche ma è dannoso, perché è una finzione che serve soltanto a perpetuare una menzogna (che oggi chiamano “post-verità”) che scambia le lotte politiche con una critica inconsistente che non può scalfire il potere vigente e, allo stesso tempo, impedisce la formazione di forze politiche che possano dare un impulso reale alle lotte sociali, di cui vi sarebbe reale bisogno per dare voce agli sconfitti del globalismo neoliberale.

Ed è per questo che bisogna cominciare, a parlare di sovranità e di nazione. La democrazia ha bisogno di un luogo geografico e di un luogo politico. Non può esistere una democrazia nel non-luogo del cosmopolitismo o del globalismo, non può esistere in uno spazio commerciale, privo di comunità e definito dalle elites, quale è l’Unione Europea, concepita come luogo di sottrazione della sovranità agli stati e, quindi, alla comunità che costituisce la Nazione.

Pertanto non bisogna più aver paura di parlare di Nazione. Oggi, nell’epoca del globalismo neoliberale, nell’epoca della forma-merce senza confini, la nazione è l’unico katechon rimasto per difendere la democrazia e la comunità tutta.
NOTE

1 In questo caso più economici che politici, in quanto, nella fattispecie, l’espressione politica è evidentemente vassalla delle forze economiche

2 Come ha potuto constatare lo sprovveduto promotore della forza politica che porta questo nome

3 Cfr. J. Monnet, Memoirs, Doubleday & Company, New York 1978;
C. Booker, R. North, The great deception, Continuum, London, 2005;
C. Quigley, Tragedy and hope, McMillan, New York, 1966

4 Cfr. G. Majone, Dilemmas of European integration. Oxford University Press, 2005

5 Quando aderirono I paesi dell’ex blocco orientare, dovettero sottoscrivere un corpus di acquis communautaire di più di 100.000 pagine (97000 pagine di legislazione comunitaria, più decine di migliaia di pagine di direttive). Cfr. Commission press release, 11 February 2003

6 Temine coniato da Alexander Rüstow, appartenente alla scuola “ordoliberale” di Friburgo, in occasione del Colloque Walter Lippmann del 1938.
Per una corretta disamina del neoliberalismo si consiglia la lettura di:
M. Foucault, La Naissance de la biopolitique. Cours au Collège de France (1978-1979), Gallimard, Paris 2004
P. Mirowski, D. Plehwe, The road from Mont Pèlerin. The Making of the Neoliberal Thought Collective, Harvard University Press, Cambridge, Ma 2009
P.Mirowski, Never Let a Serious Crisis Go to Waste: How Neoliberalism Survived the Financial Meltdown, Verso, London 2014
D.S.Jones, Masters of the Universe. Hayek, Friedman, And The Birth Of Neoliberal Politics, Princeton University Press, 2012

7 Spiegando questa asserzione con un ossimoro, potremmo dire che i partiti che predicavano il liberalismo economico erano già, legittimamente e dichiaratamente, “liberali”

8 Oggi non è più molto di moda il diritto di suffragio per censo

9 Esempi di ciò sono la globalizzazione, i mercati, l’ingiustizia sociale, le disuguaglianze, ecc.

10 Costringendo, di fatto, gli elettori a votare non per chi rappresenta le loro idée o istanze, ma contro chi essi ritengono il “male maggiore”

11 C. Preve, Storia critica del marxismo, La Città del sole, Napoli, 2007, p. 219.

12 Citiamo, a titolo di curiosità, la “coincidenza significativa” che Givanni Arrighi individual nella crisi iniziale del quarto ciclo sistemicoo di accumulazione capitalistica (I cui protagonisti sono gli Stati Uniti), che egli situa a alla fine degli anni ’60 del secolo scorso. Cfr. G. Arrighi, Il lungo XX secolo, Il Saggiatore, Milano, 2014

13 L. Boltanski, E. Chiapello, “Le nouvel esprit du capitalisme, Gallimard, Paris 1999.

14 Che non esiste, in quanto il processo di accumulazione capitalistica è amorale per definizione. Il che non significa che non possa agire in modo immorale, ma non è questo il suo scopo

15 Cfr. Gary Becker, Human Capital, The University of Chicago Press, Chicago, 1993

16 « Nell’immaginazione neoliberale le associazioni caritatevoli sono state “fatte fuori” dall’avvento dello stato sociale (welfare State) a potrebbero crescere ancora […] se il governo riducesse il proprio intervento o si astenesse del tutto dall’intervenire» (Cfr. P. Mirowski, Never let a serios crisis go to waste, cit, p. 195)


giovedì 29 giugno 2017

“E' LA PRESSTITUTES, NON LA RUSSIA, CHE HA INTERFERITO NELLE ELEZIONI PRESIDENZIALI DEGLI STATI UNITI”




mercoledì 28 giugno 2017

Gli ologrammi non sono più cose da fantascienza

Gli ologrammi non sono più cose da fantascienza 

Peter Rejcek
singularityhub.com


Il mondo sembra essere pieno di illusioni, e non stiamo parlando di false notizie dalla Macedonia.

Gli ologrammi sembrano essere tutti intorno a noi. Il rapper, scomparso, Tupac Shakur presentò alla edizione 2012 del festival musicale di Coachella.HoloLens di Microsoft sembra simile ad una versione ponte prêt à porter come gli ologrammi di Star Trek, che permette ai suoi utenti di interagire con oggetti 3D in realtà aumentata. Start-up come, quella di Edimburgo, Holoxica possono creare ologrammi in 3D digitali di organi umani con scopo di visualizzazione medica.

Mentre alcuni di questi giochi di luce sono ben lungi dall'essere semplici trucchi da salotto, nessuno di questi sforzi compiuti sono ologrammi nel senso come rappresentato nel famoso film Star Wars. La  verità sulla tecnologia ologramma è in gran parte ancora una finzione da fantascienza, ma all'inizio di quest'anno gli scienziati hanno rivelato innovazioni per spostare in avanti la tecnologia di qualche anno luce.

Uno studio pubblicato online su Nature Photonics da un gruppo di ricercatori in Corea ha sviluppato un display olografico 3D che dicono sia più di 2.600 volte migliore rispetto alle tecnologie esistenti . Nel frattempo, ricercatori guidati da un team in Australia hanno affermato sulla rivista Optica di aver inventato un dispositivo in miniatura che crea immagini olografiche di altissima qualità . I documenti sono stati pubblicati a tre giorni l'uno dall'altro il mese scorso.

L'olografia è un campo ampio, ma nella sua forma più semplice, si tratta di una tecnica fotografica che registra la luce diffusa da un oggetto. La luce viene poi riprodotta in un formato 3D. L'olografia è stata sviluppato nel 1940 dal fisico ungro-britannico Dennis Gabor,  vincitore del premio Nobel per la fisica, nel 1971,  per la sua invenzione dello sviluppo del metodo olografico.

La maggior parte degli ologrammi sono immagini statiche, ma gli scienziati stanno lavorando su sistemi più dinamici per riprodurre l'enorme quantità di informazioni incorporate in un'immagine 3D.
La differenza è nella diffusione

Prendete il lavoro svolto dai ricercatori del Korea Advanced Institute of Science and Technology (KAIST).

La capacità di riproduzione dinamica, ad alta risoluzione di ologrammi della Principessa Leia che supplica aiuto a Obi-Wan Kenobi lo Jedi è attualmente limitato da quello che si chiama modulatori del fronte d'onda. Questi dispositivi, come modulatori spaziali di luce o dispositivi di microspecchi digitali, possono controllare la direzione di propagazione della luce.

Un sistema di imaging con una breve lunghezza focale dell'obiettivo può creare solo una piccola immagine che ha una gamma di visione. Viceversa, un sistema con  lunghezza focale può generare un'immagine più grande ma con un campo visivo molto ristretto. La migliore tecnologia modulatrice wavefront e è stata in grado di creare un'immagine che è della dimensione di  un centimetro con un angolo di visione di soli tre gradi.

È possibile fare meglio creando un sistema complesso e poco maneggevole utilizzando più modulatori spaziali di luce, per esempio. Ma, il team di KAIST si è avvicinato con una soluzione più semplice.

Questo problema può essere risolto ... semplicemente inserendo un diffusore” spiega YongKeun Park, professore del Dipartimento di Fisica del KAIST. Poiché un diffusore diffonde la luce, sia la dimensione dell'immagine e l'angolo di visione possono essere notevolmente aumentati di un fattore di qualche migliaio, secondo Park.

Ma c'è ancora un altro problema da superare: la luce si arrampica nel diffusore.
Pertanto, al fine di utilizzare un diffusore come ' lente olografica,' si ha la necessità di calibrare attentamente le caratteristiche ottiche di ciascun diffusore”, afferma Park via e-mail. “Per questo scopo, usiamo la 'tecnica del fronte d'onda-plasmata,' che fornisce informazioni sul rapporto tra luce incidente su un diffusore e luce uscente.”

La squadra di Park è riuscita a produrre un'immagine olografica 3D migliorata con un angolo di visione di 35 gradi in un volume cubico di due centimetri.
La valorizzazione degli angoli di scala, la risoluzione e la visualizzazione con il nostro metodo è facilmente scalabile,”, osserva. “Dal momento che questo metodo può essere applicabile a qualsiasi modulatore di fronte d'onda esistente, può aumentare ulteriormente la qualità dell'immagine migliore come modulatore di fronte d'onda che viene fuori [nel] mercato.
L'applicazione a breve termine della tecnologia, una volta matura include display head-up per un'automobile o proiezioni olografiche di interfaccia per l'utente di un telefono intelligente, dice Park. 
[Gli ologrammi] porteranno nuove esperienze e noi otteniamo informazioni dai dispositivi elettronici, che possono essere realizzati con un minor numero di pixel rispetto allo schermo olografico in 3D.”
Per le persone tecnologiche, il fisico e divulgatore scientifico Chris Lee, scrivendo per Ars Technica, fornisce una descrizione approfondita di come funziona il sistema KAIST .

L'ottica di una nuova era

Nel frattempo, i fisici della Australian National University hanno presentato un dispositivo costituito da milioni di piccoli pilastri di silicio, ciascuno d'essi fino a 500 volte più sottili di un capello umano. Il materiale trasparente è capace di manipolazioni complesse della luce,  scrivono.
La nostra capacità di strutturare i materiali a livello di nanoscala consente al dispositivo di raggiungere nuove proprietà ottiche che vanno oltre le proprietà dei materiali naturali,” dice Sergey Kruk, co-leader della ricerca, in un comunicato stampa dall'università . “Gli ologrammi, che abbiamo fatto, dimostrano la forte potenzialità di questa tecnologia per essere utilizzati in una vasta gamma di applicazioni.”
I ricercatori dicono che si sono  ispirati al film Star Wars. “Stiamo lavorando con gli stessi principi fisici che una volta hanno ispirato scrittori di fantascienza,” afferma Kruk,  in una video intervista .

Kruk dice che il nuovo materiale potrebbe un giorno sostituire ingombranti e pesanti lenti e i prismi utilizzati in altre applicazioni.
Con il nostro nuovo materiale, possiamo creare componenti con le stesse funzionalità, ma che sarebbe essenzialmente piatta e leggera,” dice. “Questo porta molte applicazioni, partendo da un ulteriore restringimento per i consumatori di telecamere e telefoni intelligenti, tutta nella strada che giunge fino a tecnologie spaziali riducendo le dimensioni e il peso dei complessi sistemi ottici dei satelliti.”

E ora qualcosa di completamente diverso

Parlando di esplorazione spaziale: cosa succede se l'intero universo è un ologramma? Che cosa significa questo per i pseudo-ologrammi di Tupac Shakur? Per non parlare del resto di noi come esseri vivi in 3D ?

Fisici teorici, ritengono di aver osservato con prove , sostengono una teoria relativamente nuova nella cosmologia che dice che l'universo noto è la proiezione di una realtà 2D. In primo luogo galleggiava , così pensavano negli anni 1990, l'idea è simile a quella di ologrammi ordinari in cui un'immagine 3D è codificato su una superficie 2D, come quella dell'ologramma su una carta di credito.

I sostenitori della teoria sostengono che si possa conciliare le due grandi teorie della cosmologia. La Teoria generale  della relatività  di Einstein spiega quasi tutto in larga scala dell'universo. La Fisica quantistica spiega meglio le piccole cose: atomi e particelle subatomiche. I risultati di un universo olografico sono stati pubblicati sulla rivista Physical Review Letters.

Il team ha utilizzato i dati raccolti da strumenti in grado di studiare la radiazione cosmica di fondo (cosmic microwave background CMB) . La CMB, come è noto, è il residuo del Big Bang da quasi 14 miliardi di anni fa.  La prova della CMB, la puoi vedere , è simile se hai mai notato il rumore bianco creato da un televisore non-sintonizzato.

Dallo studio è emerso che alcune delle più semplici teorie in campo quantistico potrebbe spiegare quasi tutte le osservazioni cosmologiche dell'universo primordiale. Il lavoro riferito potrebbe portare ad una teoria della gravità quantistica  funzionante, fondendo la meccanica quantistica con la teoria della gravità di Einstein.
La chiave per comprendere la gravità quantistica è la teoria della compressione di  un campo in una dimensione inferiore,” dice l'autore Niayesh Afshordi , professore di fisica e astronomia presso l'University of Waterloo, in un comunicato stampa. “L'olografia è come la stele di Rosetta, la traduzione di teorie note di campi quantistici senza gravità e il territorio sconosciuto della gravità quantistica stessa.”
Roba pesante,  non importa da quale dimensione viene.

http://sadefenza.blogspot.it/2017/06/gli-ologrammi-non-sono-piu-cose-da.html

Immagine di credito: Shutterstock


lunedì 26 giugno 2017

BENJAMIN FULFORD: Il vecchio ordine implode, nel mentre, avvengono cambiamenti storici nel centro dell'Europa, Asia e altrove.

BENJAMIN FULFORD: Il vecchio ordine implode, nel mentre, avvengono cambiamenti storici nel centro dell'Europa, Asia e altrove.

26 Giugno 2017




A volte i cambiamenti storici sono annunciati in titoli oscuri come questo: “I ministri della Difesa di sei paesi della Cooperazione , si è svolta a Praga” .

(ndt. Trattasi dei sei paesi [Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria, Slovenia, Ungheria e Croazia] del Raggruppamento per la cooperazione europea per la difesa centrale (CEDC) )

http://www.radio.cz/en/section/news/defence-ministers-from-six-countries-focus-on-cooperation-in-prague

Un titolo più accurato sarebbe leggere “ L'impero Austro-Ungarico si rianima dopo 100 anni di pausa.” La storia dice che la Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria Slovenia e la Croazia si preparano a svolgere un'applicazione congiunta a difesa dei loro confini. I loro confini comuni sono quasi gli stessi vecchi confini dell'impero austro-ungarico,  all'interno di questi confini le autorità civili, di polizia e i militari stanno lavorando insieme. Di solito, con una frontiera esterna comune, in questo caso si opera in modo indipendente dall'Unione europea, è la definizione di un paese.

https://visegradpost.com/en/2017/06/23/the-central-european-defence-cooperation-commited-against-mass-migration/


E' anche interessante notare che la dinastia degli Asburgo rovesciata dopo la prima guerra mondiale era rivale delle dinastie della Sassonia-Gotha-Rothschild che hanno vinto la guerra;  può essere il motivo per cui l'Ungheria ha espulso dalla sua banca centrale i Sassoni-Gotha-Rothschild. 

Si tratta di una buona congettura di Karl von Habsburg (foto a dx), capo dell'Unione Paneuropea ed erede al trono degli Asburgo, vede la possibilità di rilanciare impero del suo antenato, ora che i suoi rivali Sassonia-Gotha-Rothschild hanno perso così tanto del loro potere. 

https://en.wikipedia.org/wiki/Karl_von_Habsburg

Altrove in Europa, stiamo assistendo a una spaccatura crescente tra la Germania e gli Stati Uniti con le persone in Germania ora parlano apertamente della UE imporre sanzioni agli Stati Uniti come rappresaglia per i loro sforzi per fermare i tedeschi di acquistare più a buon mercato del gas russo.

http://www.theaegisalliance.com/home2/theaegis/WP/2017/06/21/germany-threatens-sanction-us-new-sanctions-russia-imposed/

Gli europei  spingono per creare un esercito congiunto con la capacità di operare all'estero come ennesima rottura con l'America del presidente americano Donald Trump.

Inoltre, lo schiavo dei Rothschild, presidente francese Emmanuel Macron  si è  pubblicamente schierato con la Russia sulla Siria. Questa è una chiara indicazione opportunista dei Rothschilds che capiscono con chi devono soffrire adesso se vogliono proteggere i loro interessi.

L'ascesa di influenza della Russia, tuttavia, ha portato ad una enorme lotta di potere con i Cavalieri di Malta alla continua ricerca di prenderne il controllo, secondo fonti FSB. I seguenti russi sono stati premiati della croce dei Cavalieri di Malta:

Il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, BABerezovsky, Pavel Borodin, GEBurbulis, Mikhail Gorbachev, Boris Yeltsin, VV. Ilyushin VVKostikov, M.Yu.Lesin, SFLisovsky, Yevgeny Primakov, AVRutskoy, SAFilatov, Shaimiev, SMShahry, VBYumashev, e SVYastrzhembsky, secondo fonti russe del FSB.
Perché le persone coinvolte in questa un'organizzazione hanno promosso la distruzione della Russia (o ciò che resta di essa), il crollo dell'industria, della scienza e l'istruzione, l'estinzione del popolo russo e l'impoverimento spirituale della nazione?”.  Una fonte FSB in collegamento con White Dragon Society. “L'Ordine Massonico, dei Cavalieri Crociati,  lo assegna da dietro le quinte, per favoreggiamento nella distruzione dello Stato russo, della sovranità e il potere dello Stato” continua questa fonte .
La fonte dice, anche, che i Cavalieri di Malta stanno cercando di controllare tutte le società russe di sicurezza privata. Stanno facendo di fare questo attraverso un'associazione di guardie del corpo in Russia guidati da un certo signor Fonareff che è “un piccolo burattino dell'Ordine di Malta.” L'organizzazione genitrice è la International Bodyguard and Security Services Organization.

http://www.ibssa.org
Quando si legge il loro sito web è sufficiente rimuovere  ‘anti-human’... perché sento gli Hospitalier  e la Croce Rossa sono coinvolti in un traffico di esseri umani e furto di organi”, secondo la fonte, che è di alto livello nel governo russo. 
L'intera organizzazione è guidata dal professor George Popper, (foto sopra sx) un anziano cavaliere di Malta.

http://www.ibssa.org/static/about_us/curriculum_vitae/popper.html

Un Massone italiano della Loggia P2 (LZ),  satanista e reo confesso , ha affermato di adorare il sole nero ed aver impartito ordini ai Cavalieri di Malta.

Questo non significa che la maggioranza dei membri dei Cavalieri di Malta siano satanisti, solo che alcune persone chiave nel vertice della gerarchia lo sono.

In ogni caso, il tentativo della Ibssa di voler controllare tutte le società di sicurezza private in Russia è tipico della loggia massone fascista P2, perché vogliono creare una dittatura assoluta centralizzata mondiale. La fazione russa del WSD si oppone al controllo monolitico centralizzato e si aspetta di vincere la lotta per il potere.

Anche altrove, la lotta per il potere , si profila essere contro i satanisti. In Medio Oriente,  re Salman ha messo il figlio Mohammed Bin Salman come principe ereditario e ha rimosso il fratellastro Nayef, che è ben collegato alla costituzione degli Stati Uniti. Dal momento che re Salman è apparso recentemente in pubblico visibilmente più giovane del senile Salman che ha assunto il trono è lecito ritenere che lui sia solo un controfigura e che il 31enne Salman Jr. ora è Re dell'Arabia Saudita.

Tuttavia, fonti del Pentagono dicono che “questo è solo un futile tentativo di ritardare il ripristino della valuta globale”. Inoltre, “L'Arabia Saudita è isolata dal cartello russo / iraniano / qatariorta, e potrebbero presto essere costretti a vendere quel poco di petrolio che hanno ancora in Yuan e non più in Dollari “, dicono le fonti. In questo momento solo gli Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Egitto e Israele sostengono il regime saudita.


Fonti del Pentagono affermano, inoltre,  che  il genero, del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, di diritto Jared Kushner è stato inviato per ordine del establishment militare / intelligence degli Stati Uniti in Israele per incontrare il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e chiedere un cambio di regime. Non è un caso che le forze iraniane e di Hezbollah, protetti da una nuova base aerea russa, sono arrivati ​​al confine con Israele per comunicare al regime criminale di Netanyahu  che è militarmente isolato dal mondo. L'esercito americano non ha intenzione di combattere per proteggere il regime criminale di Netanyahu, dicono le fonti del Pentagono.

Una mossa simile è stata fatta in Ucraina dove il presidente Petro Poroshenko è stato convocato a Washington “per discutere il cambiamento di regime”, dicono le fonti. Queste mosse sono parte di uno sforzo mondiale per porre fine a tutti i conflitti e preparare la strada per un nuovo sistema finanziario, dicono.

E' anche probabile che sarà un cambio di regime negli Stati Uniti, continuano le fonti. Ecco gli ultimi sviluppi mostrano che l'intera campagna di voler “incolpare la Russia” del vecchio establishment sta fallendo. Invece la “Cabala fa un passo indietro mentre Bernie Sanders e la moglie Jane sono sotto inchiesta della FBI per frode bancaria mentre l'ex procuratore generale Loretta Lynch è indagata dal Dipartimento di Giustizia per ostruzione alla giustizia,” dicono le fonti del Pentagono.

Trump stesso dovrebbe essere finalmente rimosso dal momento che i veri Stati Uniti richiedono un cambiamento di regime, mentre Trump rappresenta solo la fazione minoritaria del vecchio regime, continuano le fonti.
Così, anche in  Asia, ci un molte cose. La scorsa settimana il presidente sudcoreano Moon Jae-in ha avuto un colloquio con il suo omologo nordcoreano Kim Jon Un con cui ha concordato di unificare la penisola coreana in un futuro prossimo , secondo fonti di destra giapponese vicino all'imperatore. Questa mossa, come la rinascita incipiente dello Stato asburgico, è ora possibile, perché il governo segreto del governo post al 1913 della Federal Reserve Board è in collasso, affermano le fonti WDS in Asia.


In Giappone, nel frattempo è accaduto un bizzarro incidente all'USS Fitzgerald, allo stato il Cacciatorpediniere lanciamissili, è stata speronata da una nave cargo filippina, fonti del Pentagono ipotizzano che “potrebbe essere stato un false flag e dirottamento da parte di Israele, in grado di utilizzare i suoi sottomarini, per inquadrare la Corea del Nord solo pochi giorni dopo il 50° anniversario dell'attacco israeliano del 1967 alla USS Liberty.

L'altra possibilità, dicono le fonti, è che il “Fitz potrebbe essere stato immobilizzato da emp o guerra elettronica (vedi video sotto), costringendo le forze armate Usa di rivelare la loro base su Marte, la tecnologia soppressa, e il programma spaziale segreto (SSP),  è un bene per l'umanità “.



C'è stata sicuramente una sorta di tecnologia futuristica segreta distribuita in Giappone negli ultimi anni. Le riserve militari giapponesi sotterranee di hardware nelle basi a Kyushu sono state distrutte recentemente da qualche arma segreta. Inoltre, la radiazione attorno Fukushima è scomparsa dopo che una enorme flotta di aerei sconosciuti ha sorvolato la regione, secondo l'intelligence militare giapponese.
Il regime fascista del Primo Ministro Shinzo Abe è sotto crescente assedio. I giornali locali stanno segnalando uno scandalo, ovvero, che Abe abbia utilizzato indebita influenza, per aiutare la scuola Kake Gakuen nella Prefettura di Okayama, per aprire una nuova scuola medicina veterinaria.

http://www.japantimes.co.jp/news/2017/05/29/reference/brewing-kake-gakuen-scandal-points-alleged-abe-favoritism/

Quello che i giornali non riportano è che Kake Gakuen è gestito dalle stesse persone che sono state coinvolte in una  famosa unità del Giappone , sono 731 biologici e chimici di una scuola di guerra mentre la cosiddetta “scuola veterinaria” era solo una copertura per lo sviluppo di armi biologiche e chimiche, dicono fonti vicino all'imperatore. In altre parole, invece i media “spacciano e influenzano” con termini impropri, mentre invece, i giornali dovrebbero parlare di crimini di guerra. In ogni caso, Abe sta morendo, dicono le fonti e il cambiamento di regime fondamentale, ovvero la rimozione dei fascisti, in Giappone è solo una questione di tempo.


immagine relativa alla conferenza stampa  sullo scandalo  Kake Gauken


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