lunedì 16 aprile 2012

Il principe “Sardus Pater”, l'emiro si vedrà



carta sardegna
Da mezzo secolo il racconto sulla Costa Smeralda si replica sull'onda della prima compiaciuta versione dei fatti: il principe venuto per caso dal mare, che si innamora della Sardegna e via dicendo, la favola che inorgoglisce i sardi ai quali il cuore batte forte se il continentale gli dice che l'isola è bella e ospitale. Di più se dichiara passione, vera o complimentosa, per la pecora bollita.
E' resistente il patto per non rompere l'incantesimo. Basta conservare intatta l'astuta risorsa narrativa. Sorvolando sugli aspetti che possono guastare l' aura aristocratica, già messa a dura prova da mediocri billionaire. Meglio non fare troppo caso alla prosa dei bilanci: anche se Costa Smeralda come tutte le imprese si basa sui conti, che o tornano o non tornano. E che scompaiono sovrastati dal mito avvincente della vacanza (com'è in molta letteratura tra Otto e Novecento che ha come scenario i luoghi di villeggiatura).
I conti sono da sempre dettagli trascurabili nelle rappresentazioni di Costa Smeralda. E i passaggi di mano - da Aga Khan a ITT, Starwood, a Colony Capital di Tom Barrack - sono abilmente presentati come normali avvicendamenti tra ricchi-ricchi adeguati a curare l'amministrazione della leggenda: i debiti ereditati sono il giusto fardello per chi assume il prestigioso compito. Non importa se chi lascia si dimentica di spiegare in modo circostanziato gli scricchiolii del bilancio.
E' antipatico – lo so – chi ricorda che Karim Aga Khan è stato costretto ad abdicare per un buco notevole nei conti, come hanno scritto i giornali all'epoca. Se ha perso il controllo di Costa Smeralda è perché Ciga Immobiliare era gravata da uno scoperto di molte centinaia di miliardi di lire, per cui il patrimonio è passato in maggioranza a ITT Sheraton con l'assistenza di Mediobanca. Nello sfondo la protesta dei soci Fimpar contro la gestione dell'impresa, culminata nella infuocata assemblea di Milano del febbraio 1994.
Parlarne non toglie nulla ai meriti del principe e ai bei ricordi anni Sessanta, e l'appello accorato “ torni l'Aga Khan o almeno la principessa”, rilanciato ciclicamente, è immemore – occorre dirlo – e per molti versi incomprensibile. Come il titolo “Sardus Pater” che la Regione gli ha consegnato l'anno scorso in una cornice surreale.
Ecco la sintesi più recente di questo pensiero-vassallo su “La Nuova Sardegna” di qualche giorno fa. «Siamo soddisfatti dell’arrivo del Qatar in Sardegna, dice Luigi Crisponi, assessore regionale al Turismo, ma qui non si sta parlando di una squadra di calcio ma della Costa Smeralda, un territorio verso il quale la sensibilità e l’attenzione devono essere altissime. Proprio come aveva fatto l’Aga Khan. E se fosse vero che dietro l’operazione ci possa essere anche lui, o sua figlia, ne saremmo felicissimi». Una roba d'altri tempi: quando si facevano celebrare messe per chiedere la grazia di un erede al trono più buono e più indulgente del re.
Tom Barrack esce di scena con oltre 200 milioni di euro di debiti. Nessuno gli chiede di restare o di lasciare qualcuno dei familiari a proseguire la sua missione in terra sarda. Non è stato amato il libanese figlio di un fruttivendolo che compra e vende debiti, cacciatore di business malgestiti; una filosofia - “il debito è il nuovo capitale” - spiegata a “Panorama” nel 2010. E che chiarisce in qualche modo il suo rapporto con Costa Smeralda. «Certo comprare i debiti a sconto è sempre un ottimo affare, ristrutturare è sempre un business, la leva finanziaria resta fondamentale». Non sono piaciuti i toni da guascone di Barrack, che dopo il passivo di Karim ha comprato molti altri debiti ( tra cui il ranch di Michael Jackson indebitato), e ha perso al casinò un miliardo di dollari. Conosceva, da buon giocatore, il rischio quando è arrivato in Sardegna: Costa Smeralda è un'impresa turistica che ha più di un occhio volto all'intrapresa immobiliare, una ambiguità che riguarda il turismo in Sardegna.
L'emiro del Qatar Al Thani subentra, e soddisfa - pare - l'attesa di continuità almeno sul piano simbolico. A un principe succede un emiro, una guida monarchica nel suo Paese, dopo la parentesi che è già acqua passata. Nuovo giro senza un chiarimento però, non un piano industriale, per dirla con il linguaggio sindacale, ma neppure una lettera d'intenti, per ora. Alle istituzioni locali basta sapere che il nuovo padrone è uno degli uomini più ricchi del pianeta, confermando la tradizione; mentre c'è chi ricorda che il presidente della Regione Cappellacci è stato in Qatar con l'ex ministro degli Esteri nel novembre 2010 ( e ci è tornato alla fine del 2011, pare).
L'incitamento di Frattini del febbraio 2011 rivela di un piano che riguarda l'isola e che oggi è molto eloquente (http://www.aise.it/esteri/diplomazia/69460-frattini-ambasciate.html).
«Nelle Missioni in Cina, Kuwait, Qatar - dichiara Frattini- ho incontrato i capi dei Fondi Sovrani di quei Paesi. Gli abbiamo presentato le opportunità per creare joint venture e promuovere investimenti infrastrutturali sui sistemi portuali, nel settore impianti turistici. A dicembre, al primo ministro del Qatar, che è anche il capo del Fondo, abbiamo presentato un piano di sviluppo con centri turistici, commerciali e congressuali della Sardegna che vale un miliardo di dollari. Mi auguro che il governatore sardo Ugo Cappellacci voglia rapidamente seguire la presentazione di questo progetto agli interlocutori qatarini che sono sembrati estremamente interessati». Aspettiamo con curiosità.
La cifra versata non è poca cosa, nonostante la solidità dell'emiro che difficilmente compra Costa Smeralda per amore, specie se si considera che il valore stimato del patrimonio è circa tre volte il debito accumulato. Una valutazione che si capirà col tempo: se e in che misura hanno influito gli ottimi indicatori sul ricavo medio per camera venduta e le voci sulle destinazioni urbanistiche che interpretano annunci spavaldi, sentenze, impugnative del governo.
Sarebbe insomma interessante sapere se e come è stato rassicurato l'emiro che si impegna a ricapitalizzare. E da chi. E se per caso sia entrata nella trattativa la solita ipotesi di riavviare il ciclo edilizio nei 23mila ettari di proprietà. Se si disponesse di un' analisi del bilancio previsionale dell'impresa, svolta da specialisti, potremmo capire il senso del nuovo corso, che immaginiamo stia, grosso modo, tra buone intenzioni di potenziamento della ricettività e confuse promesse di modifiche del Ppr; quindi con il solito rischio che si chieda al paesaggio sardo di sacrificarsi per aiutare l'investimento del Qatar.

venerdì 13 aprile 2012

15 aprile SIT-IN mensile a Cagliari, piazza del Carmine, ore 10


Comitato sardo Gettiamo le Basi , tel 3467059885 ; Famiglie militari uccisi da tumore , tel 3341421838
  Comitato Amparu (Teulada) , tel 497851259;            Comitato Su Sentidu (Decimo) tel  3334839824
                                                                                    
15 aprile SIT-IN mensile a Cagliari, piazza del Carmine, ore 10

SU NURAXI CUN SU POPULU GHERRADORI

VERITA’ e GIUSTIZIA
per gli uccisi da veleni di guerra e di poligono
FERMARE la STRAGE di STATO

.  Dal 15 luglio 2011 il rappresentante del Governo ci offre molte parole di umana comprensione ,ma non la soluzione il Governo permane in silenzio tombale.

LA VERITA’ sulla STRAGE di STATO , nota a tutti, è stata ormai dimostrata dalla Procura di Lanusei con prove inoppugnabili(rese note dai media a partire dal 24 marzo). Con un lavoro durato poco più di un anno ha risolto “il mistero” - che da 11 anni si vuole tale - del disastro ambientale e sanitario causato dal poligono Quirra-Perdasdefogu. Ha trovato alcune delle “armi del delitto”: lo smaltimento della spazzatura bellica Italia-Nato, sia in discariche fuorilegge, sia con i brillamenti fuorilegge, e conseguente contaminazione di aria, suolo, acque; le emissioni radar; il torio radioattivo sparso dai missili, accumulato e conservato nelle povere ossa degli uccisi. Ha messo sotto accusa:
* alcuni degli intoccabili in divisa, otto generali, un maggiore, due colonnelli, il tenente ex sindaco di Perdasdefogu;
* alcuni complici di alcuni dei depistaggi, i sei responsabili di due indagini “scientifiche” truffa approntate dal ministero della Difesa;
* due esponenti della vasta “zona grigia” dedita all’ostinata rimozione dell’evidenza. Il sindaco di Perdasdefogu e l’epidemiologo  medico competente del poligono sono indagati per ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento aggravato.
Nulla toglie alla dimostrazione oggettiva del nesso causale tra le attività militari e la strage l’ipotesi, purtroppo realistica,  che “gli intoccabili” evitino l’accusa di omicidio plurimo volontario. I meandri e i mille rivoli della catena di comando, la distribuzione di responsabilità in un groviglio inestricabile di livelli (dal soldato che ha eseguito l’ordine al Capo Supremo delle Forze Armate Italiane, ai vertici Nato) garantiscono l’anonimato, rendono improbabile individuare gli assassini con nome e cognome, quindi procedere contro

  BLOCCARE la STRAGE di STATO 
esige una decisione politica immediata, non è demandabile né subordinabile ai tempi biblici del sistema giudiziario dell’Italia, ripetutamente condannata dall’UE per questo motivo. Il Governo ha l’obbligo impellente di sospendere subito le attività dei poligoni che devastano la Sardegna, non solo in base al principio di precauzione, ma anche in osservanza degli atti parlamentari d’indirizzo per l’Esecutivo, datati 23/2/2011, che gli hanno impartito la direttiva di chiudere i poligoni “ove emergessero oggettive situazioni di rischio” o “qualora risultasse un collegamento con l’alta incidenza dei tumori registrata”. Le due mozioni complementari del centrodestra e del centrosinistra, approvate dal Senato all’unanimità, sono un punto fermo. L’indagine della Procura, con la forza dell’evidenza sostenuta da prove inconfutabili, ha fatto cadere “ogni ragionevole dubbio” sul nesso causa/effetto. Non esistono più scappatoie. Ricordiamo le parole pronunciate in aula il 23/2/11 dal firmatario della mozione della maggioranza Pdl a sostegno  della chiusura dei poligoni in Sardegna: “C’è un dato ormai acclarato. In quei territori abbiamo un’incidenza particolarmente alta di tumori (..) vi sono anomalie nella nascita degli animali allevati. Insomma il nesso esiste ed ormai non possiamo procrastinare una decisione”. . 

Dal PARLAMENTO ESIGIAMO che:
* difenda le sue prerogative incalzando il governo affinché esegua le direttive impartite il 23/2/011 e rientri nell’ambito della legalità provvedendo all’equa distribuzione sul territorio nazionale dei gravami militari scaricati sulla Sardegna in misura abnorme (il 60% del demanio a terra, non ci sono termini di raffronto con le altre Regioni sull’enormità delle zone aeree e marittime militarizzate);
* si attivi per fugare il sospetto feroce di avere inteso affidare la “scoperta della verità indiscutibile” all’ennesima puntata della farsa ricerca scientifica infinita mirata a NON trovare. Il sospetto è avvalorato dalla scelta furbesca dello strumento inadeguato, l’indagine epidemiologica N°3 in programma e dall’ultima trovata bipartisan, entusiasticamente sostenuta dal sindaco indagato, di potenziamento del poligono della morte Salto di Quirra in cambio della chimera della  liberazione di Teulada e Capo Frasca;
  Dalla REGIONE ESIGIAMO 


che apra una vertenza forte con lo Stato e faccia valere in tutte le sedi e con tutti gli strumenti di sua competenza:


* la cessazione dei “giochi di morte” del ministero della Difesa e delle FF.AA.; * il diritto alla salute e all’ambiente salubre;


* il diritto all’equa distribuzione dei gravami militari; * l’obbligo di chi ha inquinato a disinquinare e farsi pieno carico dei danni.  



Dal GOVERNO PRETENDIAMO

     S     Sospensione delle attività dei poligoni dove si sono registrate le patologie di guerra;
     E      Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomanno-Capo Frasca, Quirra   .   .                         . .                                                                                                                                                          …                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  
      R     Ripristino ambientale, bonifica seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare;
      R     Risarcimento ai malati e alle famiglie degli uccisi, Risarcimento al popolo sardo del danno inferto all’isola.
    A      Annichilimento , ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in misura iniqua;
I       Impiego delle risorse a fini di pace .





Comitato sardo Gettiamo le Basi , tel 3467059885 ; Famiglie militari uccisi da tumore , tel 3341421838
  Comitato Amparu (Teulada) , tel 497851259;            Comitato Su Sentidu (Decimo) tel  3334839824


Il 02/11/2011 10:36,  Dessì Vitalia ha scritto:

Si trasmette in allegato la lettera inviata alla stampa sarda relativa al Salto di Quirra.
                                        Per il Coordinamento
                                                Paolo Pisu

giovedì 12 aprile 2012

Torio, i pastori sono i più esposti ai veleni nebulizzati dai missili a Quirra


Paolo Carta
scritu Sa defenza
Anche se il fisico di Brescia Evandro Lodi Rizzini precisa: "La scienza oggi non è ancora in grado di dimostrare il nesso diretto tra esposizione a torio e uranio e insorgenza dei tumori". E' destinata quindi a cadere l'accusa di omicidio doloso per i comandanti del poligono di Perdasdefogu. Restano invece le altre accuse a carico dei venti indagati per disastro ambientale, falso e omesso controllo.
Agnello nato deforme sequestrato in un ovile di Villaputzu


Le indagini hanno rilevato che i pastori sono più esposti ai veleni nebulizzati dai missili ma il nesso tra radioattività e tumori non è dimostrabile. 
A caccia di verità nelle ossa di chi è morto  di tumore nel Salto di  Quirra. Monica Utzeri era figlia  di un bidello, Mario Atzori  come tecnico alla Vitrociset ed Ennio Zucca non frequentava i pascoli all'interno del poligono. In Quel che resta dei loro scheletri il fisico dell'Università di Brescia, Evandro Lodi Rizzini, ha trovato quantità di Torio inferiori a quelle rinvenute negli atri cadaveri esaminati, tutti appartenenti ad allevatori che conducevano quotidianamente il bestiame a la pascolo nel poligono. In particolare all'interno dell'area utilizzata dal 1956 ad oggi per guerre simulate , test di armi, brillamenti di munizioni e altre sperimentazioni.
LA PROVA
Secondo il Procuratore di Lanusei D. Fiordaliasi, che indaga sul presunto rapporto tra attività svolte nella base tra Perdasdefogu e Villaputzu,il danno ambientale e l'insorgenza di malformazioni e malattie su uomini e animali, il risultato delle analisi di Lodi Rizzini è una prova decisiva chi  ha frequentato i pascoli di Quirra più a lungo è stato maggiormente esposto alle contaminazioni delle polveri della guerra.  
Perchè nelle ossa di Alessio Melis , Giovanni Meloni, Luigino Piras, Giovanni Codonesu, Gesuino Piras, Giovanni Marongiu, Paolo e Piero Vacca, Luigi Codonesu, Antonio Porcu, Egidio Melis ed Ezio Corda, la qantità di Torio radioattivo è superiore rispetto a quella trovata nelle ossa di Monica Utzeri, Mario Atzori ed Ennio Zucca. Rilevante anche la contaminazione di Cerio, sostanza usata nella produzione dei missili.
AL TORIO
Un'ulteriore conferma arriverebbe da un'altra osservazione contenuta nella relazione tecnica firmata il 20i i poveri resti  Marzo scorso dal prof . Lodi Rizzini, alla fine delle analisi triangolari effettuate nei laboratori di Brescia e Pavia:"la quantità di Torio trovato nelle ossa aumenta in rapporto all'età: Alessio Melis deceduto all'età di 24 anni , è stato meno esposto rispetto agli altri allevatori del Slato di Quirra che sono morti in età più avanzata."
LA RICERCA. 
La riesumazione delle salme alla ricerca di tracce di elementi nocivi e radioattivi è un fatto pressochè inedito in campo giuridico e scientifico internazionale. Soltanto in Francia qualche anno fà erano stati esaminati i poveri resti di un soldato reduce da una missione nei Balcani, in cui venne riscontrata la presenza di Uranio Impoverito in quantità però non ritenuta compatibile con la patologia  che ha portato alla morte il  soldato transalpino.
LA MALATTIA
Ma il parere firmato da uno dei fisici italiani più conosciuti in ambito internazionali dice anche altro. Per esempio che non è possibile stabilire un nesso  di casualità diretto tra esposizione al Torio Radioattivo e l'insorgenza di determinate patologie. "L'incidenza è stocastica" spiega il prof. Lodi Rizzini, "cioè non tutti quelli che vengono a contatto con la radiazioni alfa emesse dal Torio poi si ammalano". Proprio per questo motivo il docente universitario Bresciano, è un convinto sostenitore dell'assoluta inutilità delle indagini epidemiologiche sullo stato di salute delle popolazioni che abitano o lavorano attorno al Salto di Quirra, commissionate a vario titolo e da diversi anni da ASL, Regione e adesso con il coinvolgimento dell'Istituto Superiore di Sanità tra l'altro chi ha frequentato il Salto di Quirra è stato esposto anche ad altre fonti potenzialmente cancerogene: i radar("necrotizzano i tessuti in sei minuti", ha detto il Prof. Fiorenzo Marinelli al Procuratore Fiordalisi) , e i combustibili dei razzi.
CADE UN'ACCUSA .
 Da quì anche una conseguenza anche giudiziari nel procedimento che per adesso vede  venti  indagati nell'ambito dell'inchiesta del poligono di Quirra: per alcuni generali comandanti del poligono di Perdasdefogu e Capo San Lorenzo è destinata a cadere l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale, in un primo momento ipotizzata dal Procuratore Fiordalisi in una tranche dell'inchiesta separata da quella per disastro ambientale. Proprio perché non si puà provare dal punto di vista scientifico il rapporto di causa ed effetto tra Torio e tumore. Pur nella convinzione pressoché unanime della letteratura scientifica "sul fatto che il Torio sopratutto se inalato, sia almeno cinque volte più pericoloso dell'Uranio e che la sua nocività raggiunge il culmine dopo 20 anni dal suo utilizzo", come ha dichiarato Evandro Lodi Rizzini nella sua consulenza.
IL NESSO
"Provare il nesso di causalità tra l'esposizione a sostanze radioattive come Uranio impoverito o Torio e l'insorgenza di determinate malattie -commenta Mariella Cao, anti-militarista inserita nel Comitato territoriale  incaricato di convalidare i controlli ambientali effettuati nel poligono di Quirra- sarebbe una scoperta scientifica da premio Nobel per la medicina. Oggi la scienza non è in grado di provare il nesso inoppugnabile per una malattia. Ma a Quirra una incontestabile contaminazione  da metalli pesanti e sostanze radioattive come il Torio è stata accertata da diversi esperti. Ora è necessario che la classe politica  assuma certi provvedimenti. Come la sospensione di ogni attività sperimentale o militare e l'mmediata bonifica di uno dei territori più belli della Sardinya, contenuta in due mozioni approvate in Parlamento un anno fa: ora bisogna applicarle".
LA CONTAMINAZIONE
In pratica Mariella Cao chiede l'applicazione del cosiddetto principio di precauzione , citato anche da una recente sentenza del Tar di Cagliari, con la quale i giudici amministrativi hanno negato l'accesso ai pascoli per gli allevatori residenti nel comune di Villaputzu.
 Proprio la zona del paese costiero della Provincia di Cagliari ospita il  maggior numero di morti sospetti, se si scorre l'elenco di 169 persone compilato dalla squadra mobile di Nuoro e dalla Forestale di Lanusei  a corredo delle indagini della Procura di Lanusei.
La spiegazione di tutto questo arriva da uno dei consulenti della Procura attraverso lo studio dei venti dominanti, maestrale scirocco avrebbero spinto le particelle nocive diffuse nell'aria da test e guerre simulate verso Villaputzu oppure verso ml'abitato di Escalaplano dove, si è registrato un numero assolutamente anomalo di bambini nati malformati (14 tra il 1988 e i 1993). 
GLI INDAGATI
Restano in piedi le accuse contenuto nell'avviso di conclusione di indagini recapitate a venti indagati. Entro una decina di giorni il Procuratore di Lanusei D. Fiordalisi formulerà le richieste di rinvio a giudizio. Poi la parola passerà al Gup del tribunale Ogliastrino.

mercoledì 11 aprile 2012

L’arte della guerra : Le ali bipartisan dell’F-35



Sul caccia F-35, in parlamento, «il ministro Di Paola ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco»: lo assicura Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace. Il ministro della difesa ha dovuto dunque piegare la testa di fronte a una maggioranza parlamentare, che decide di ridurre il numero dei caccia? 
Dagli atti parlamentari risulta esattamente l’opposto. Di Paola è andato in parlamento ad annunciare la decisione, già presa dal governo Monti, di «ricalibrare» l’acquisto degli F-35, da 131 a 90. A questi si aggiungeranno 90 Eurofighter: in tal modo l’Italia disporrà di 180 cacciabombardieri «molto più performanti». In altre parole, molto più distruttivi dei Tornado usati un anno fa per bombardare la Libia. 
Più che sufficienti ad assicurare la capacità di proiezione del «potere aereo», uno dei cardini del concetto strategico pentagoniano enunciato da Di Paola nel 2005. L’Italia non solo si impegna ad acquistare 90 F-35 (numero aumentabile in caso di «necessità»), ma partecipa al programma della Lockheed Martin con l’impianto dell’Alenia a Cameri.  Realizzato,  precisa Di Paola, in un aeroporto militare perché «gli americani e la Lockheed Martin hanno preteso delle condizioni di sicurezza e di segretezza: o in una base militare a certe condizioni o non si faceva». 
Qui saranno non solo assemblati i caccia, ma realizzati «gli aggiornamenti, perché gli aerei nel tempo hanno degli upgrade» (con continue spese aggiuntive). Ne trarrà vantaggio l'industria militare, «elemento tecnologico importante di questo Paese e che oggi più che mai punta sull'esportazione». Il costo unitario dell’F-35 è ancora nelle nuvole. «Oggi si parla di un'ottantina di milioni di dollari, ma ci si aspetta che la cifra sia sempre più bassa», racconta il favolista Di Paola ai piccoli onorevoli. 
E, per tranquillizzarli, aggiunge: «Se sapeste quanto è costato l'Eurofighter, vi spaventereste; parliamo, per capirci, del doppio della cifra». Nessuno ha osato chiedergli a quanto ammonta la spaventosa cifra. E neppure la Idv – che nella sua mozione (bocciata) chiedeva al governo di valutare la possibilità di uscire dal programma F-35 – ha osato mettere il dito sulla piaga: questo caccia di quinta generazione serve non alla difesa dell’Italia, ma alla  strategia offensiva Usa/Nato cui partecipa l’Italia; serve a mantenere gli alleati sotto la leadership degli Stati uniti, non solo sul piano militare. 
Il programma F-35 è uno dei volani dell’economia statunitense: vi partecipano oltre 1.300 fornitori da 47 stati Usa, creando 130mila posti di lavoro che potrebbero raddoppiare. Tutto questo viene ignorato dal parlamento italiano. Il programma F-35, illustrato da Di Paola, è stato così approvato con un sostanziale consenso bipartisan di PdL e Pd. 
Non c’è da stupirsi: per far partecipare l’Italia al programma, si sono coerentemente impegnati, dal 1998 ad oggi, i governi D’Alema, Berlusconi 1, Prodi, Berlusconi 2 e Monti. E dopo che l’F-35 sarà stato usato dall’Italia in una azione di guerra, ci sarà un Flavio Lotti che, alla Perugia-Assisi, riprenderà a marciare a fianco del capo del governo. Come fece nel 1999 col presidente del consiglio D’Alema che, dopo aver inviato gli aerei italiani a bombardare la Jugoslavia, partecipò, su invito, alla marcia per la pace. 

Manlio Dinucci est un collaborateur régulier de Mondialisation.ca.  Articles de Manlio Dinucci publiés par Mondialisation.ca

martedì 10 aprile 2012

Lagarde ha avvertito che la Grecia è ancora in grado di rompere e guardare al di fuori dell'UE


elpais.com

tradutzioni de Sa Defenza

Il direttore del FMI ha avvertito che i tagli fiscali draconiani potrebbero non essere sufficienti

I timori minaccia le condizioni del salvataggio le elezioni portano un governo 

 la Grecia accusa la Germania di utilizzarla come un "capro espiatorio"



Christine Lagarde, a Washington  SCOTT APPLEWHITE (AP)
Il direttore generale del Fondo monetario internazionale (FMI), Christine Lagarde, ha paura che il pericolo di  bancarotta della Grecia ,  non è stato completamente evitato, nonostante le misure di austerità adottate dal governo ellenico. Lo ha affermato in un'intervista con l'emittente statunitense CBS che andrà in onda questa Domenica, in cui la Grecia non esclude di andare in  default, e di, essere costretti ad abbandonare l'euro e l'Unione europea (UE .)
Queste dichiarazioni rappresentano l'ultimo allarme della situazione in cui è possibile finisca la Grecia,  dopo le elezioni anticipate che si terranno il 6 maggio, un cambiamento delle forze politiche di  governo potrebbe mettere in serio pericolo l'attuazione delle condizioni che Atene ha accettato nel piano di salvataggio .
Non ci volle più di una settimana dopo l'adozione del pacchetto di salvataggio per la Grecia, che secondo il commissario agli Affari economici Olli Rehn ha fatto capire che Atene potrebbe essere costretta ad accettare un  terzo salvataggio a causa dello stato delle finanze pubbliche. Da allora, molti leader europei hanno espresso questo intendimento, così anche il primo ministro, Lucas Papademos, che non ha rinunciato a tale opportunità.
Molto più critico è mostrato il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, il quale, in un'intervista con la stessa catena CBS , critica la Grecia,  accusandola della situazione di malattia in cui versa, mentre in realtà è un "capro espiatorio" di Berlino.
"Quando le nazioni intere vivono al di sopra dei propri mezzi e sono quindi costretti ad adottare misure di austerità, è logico che la colpa si dà agli altri ', dice Schuble. "E 'normale che le persone che soffrono gli errori che essi stessi hanno commesso, cercano di incolpare gli altri", aggiunge.

Da sinistra a destra, i leader in Gran Bretagna (Gordon Brown), Germania (Angela Merkel), Francia (Nicolas Sarkozy) e Italia (Silvio Berlusconi) nel febbraio 2009. /REUTERS


La Germania stringe l'area dell'euro

La rigidità che la Germania ha mostrato nella gestione della crisi greca ha finito per ritorcersi contro se stessa. Il deficit fiscale della Grecia, ha deliberato in un modo o nell'altro, e nascosto un altro squilibrio che emerge con più forza ogni giorno: la sfida di mantenere una forte il surplus esterno della Germania a spese dei suoi partner della euro-zona. La Germania basa il suo successo sul consumo degli altri paesi UE  rendendo-la grande esportatore , a differenza  de l'austerità economica  che è imposta  al resto degli stati europei.


La crisi chiama "differenze di competitività e squilibri macroeconomici" acquisito una nuova dimensione, il 15 marzo con le manifestazioni del ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, ha detto al Financial Times,  riconosco che la Germania ha fatto "un lavoro enorme " nella moderazione dei costi unitari del lavoro. Allo stesso tempo avverte: "Sono sicura che questo è valido come modello a lungo termine."


Proprio per questa idea il professor Lapavitsas Costas di Ricerca su Economia e Finanza (RMF), denuncia il cattivo funzionamento dell'unione monetaria. La sua tesi è che "l'unione monetaria ha eliminato o limitato la libertà di impostare la politica fiscale o la pressione monetaria costringendo la regolazione è stata effettuata sul mercato del lavoro." A suo parere, i paesi della zona euro, guidati dalla politica dell'Unione europea, "hanno iniziato una corsa verso il basso promuovere la flessibilità del lavoro, moderazione salariale e di lavoro a tempo parziale."



Lapavitsas ha illustrato con numerosi dati che la Germania ha vinto con la competitività all'interno della zona euro "per la sola ragione che è statala sola in grado di spingere i lavoratori ". L'idea essenziale è "che la zona euro dovrebbe trasformare l'euro a servire gli interessi dei lavoratori attraverso la politica fiscale, un aumento del budget e salari minimi. Resta da vedere se ciò sia fattibile. E 'possibile che in pratica, la zona euro si spezzi e dei paesi periferici continuino la loro strada per conto loro. "
L'esperto sottolinea che "una politica di aumento sostenuto dei salari sarebbe un bene per la Germania, che ha i salari congelati da 15 anni".Essa "stimola la domanda interna e riduce il suo surplus commerciale con i paesi periferici". E ricorda che "i salari reali in Spagna sono stati congelati durante questo periodo." E ha detto che la Spagna ha sofferto per la produttività estremamente bassa, e raccomanda quindi anche "un aumento dei salari reali, ma anche di produttività."
A questo proposito, osserva pure che il congelamento e la caduta dei salari reali nell'ultimo decennio,ne ha beneficiato la Spagna ed ha migliorato la sua competitività.Una politica di austerità e tagli dei salari potrebbe esacerbare la crisi e persino contribuire ad una maggiore disoccupazione.
Tilford segnala che  l'euro resta stabile, così come per il rigore delle normative fiscali sono necessarie tre  cose: "Gli Stati membri dell'UE del Sud devono stimolare la crescita della produttività, quelli del Nord, specialmente in Germania, rafforzare la domanda interna e ridurre il suo surplus di conto corrente e dovrebbe avere una maggiore integrazione istituzionale ".
Le probabilità che la Germania modifichi la sua politica di esportazione è praticamente nulla, la cosa peggiore è nella loro volontà di promuovere un coordinamento economico, quello che viene chiamato  governo economico  della governance economica.






domenica 1 aprile 2012

Euro Vegas: il futuro; La " zona franca" senza legge..


tradutzioni de: Sa Defenza

Per realizzare il suo progetto in Spagna EuroVegas - un enorme complesso dedicato al gioco - il miliardario americano Sheldon Adelson ha inviato alle autorità spagnole, l'elenco dei requisiti per il buon fine dell'opera: l'esenzione da: IVA, tasse sul gioco d'azzardo, sui contributi sociali, la riforma Codice del Lavoro, nonostante un regime di deroga legale  per 30 anni, le sovvenzioni europee, terreni devono essere donati, permesso al gioco ai minori, permesso di fumo negli edifici, ecc ... 
Il cinismo brutale del promotore di questa zona senza legge - che è ferocemente ambito da Madrid e Barcellona, ​​è una misura di ciò che è stato abbandonato dalle nazioni europee che effettuano il ringraziamento dei mercati e della ricchezza privata: non solo con la loro sovranità, ma anche con la loro dignità.
15 miliardi di euro di investimenti, 260.000 posti di lavoro diretti e indiretti creati: questo è l'affare che penzolava alle regioni di Barcellona e Madrid Sheldon Adelson, con una fortuna da 16° posto nel Patrimonio Mondiale stimato a più di $ 21 miliardi e anche presidente e principale azionista della società Las Vegas Sands, "l'impero del gioco."

Il suo progetto? Creare in Spagna una "zona gioco" simile a quelli che già si trova in Nevada, Singapore e Macao: 6 casinò, 18.000 slot machine, tre campi da golf, teatri e cinema, una dozzina di alberghi, centri commerciali ... 

Insomma, ogni aspetto di un "paradiso" in un paese dove la disoccupazione ha raggiunto il record (oltre il 20% della forza lavoro), dove la recessione ha colpito duro nel 2012 e nel 2013, dove la crisi degli alloggi, nato la speculazione sul prezzo dei beni e delle condizioni dei prestiti deliranti (prestiti fino a 50 anni), alla velocità della luce impoverisce le classi medie che hanno avuto la cattiva idea di acquistare alloggi.

Come nel calcio, Madrid e Barcellona, ​​rivali tradizionali, si sfideranno per il gruppo Las Vegas Sands affinchè questa cittadella del gioco si costruisca nel loro territorio. E, come nel calcio, dove Real e Barca sono disposti a pagare somme stravaganti per attirare i migliori giocatori del mondo, entrambe le città sono pronti a fare concessioni per convincere Las Vegas Sands e promuovere la sua scelta.

Tutte le concessioni richieste?
 Date un'occhiata. Diviso in cinque temi dal quotidiano spagnolo El Pais che aveva accesso ai documenti di lavoro dei negoziati in corso, il lungo elenco dà un'idea della lotta di potere che ora è stato stabilito tra potere privato e (im)potenza pubblica:
1. Diritto del lavoro
● Modifica del codice del lavoro per ammorbidire "la rigidità dei contratti collettivi", in particolare nei settori presenti nel complesso di casinò (alberghi, ristoranti, shopping, gioco d'azzardo ...);
● Riduzione dei tempi per ammettere i lavoratori stranieri (extra UE) in Spagna, attraverso la creazione di un regime speciale che permetterà di accelerare il rilascio dei permessi di lavoro;
● l'esenzione totale per due anni di imposte sulla Social Security, il 50% di sconto nei prossimi tre anni. Partire dal quinto anno, i lavoratori non spagnoli possono essere collegato al sistema sociale del loro paese di origine;
● Creazione di un MBA (laurea) nel settore dei giochi;
● sostegno governativo per l'assegnazione di aiuti a favore dell'occupazione per oltre 25 milioni di euro dalla Banca Europea per gli Investimenti;
● Il finanziamento da parte delle autorità pubbliche il 60% dei costi di formazione per i dipendenti assunti da Las Vegas Sands;
● Percezione da Las Vegas Sands di sussidi all'occupazione, sia per quanto riguarda posti di lavoro diretti e indiretti creati durante la costruzione del complesso.
2. Infrastruttura
● supporto delle autorità spagnole per la costruzione di una nuova stazione della metropolitana, una interconnessione con il TGV (treno alta velocità francese), nuove linee di autobus, nuove strade e autostrade ...
● L'autorizzazione per i voli in elicottero tra l'aeroporto e il complesso gioco d'azzardo, la costruzione di uno o più piazzole di eliporto nel complesso;
● Rimuovere regole per interrare infrastrutture gas e di discarica, acqua ed elettricità, la costruzione di servizi di emergenza (incendio, ambulanza, ecc.) Nel complesso ...
3. Urbanistica
● Transfer gratuito a Las Vegas Sands, di tutte le terre che le autorità pubbliche hanno nella zona;
● Espropriazione di terreni privati ​​nel settore, in modo che Las Vegas Sands di prendere possesso in anticipo;
● Rimozione delle norme urbanistiche, compresi i criteri di progettazione, in modo che Las Vegas Sands ha la flessibilità di costruire.
4. Regolamento
● Voto per una legge specifica, che non possa essere cambiata per almeno 30 anni, dichiarando il progetto di interesse pubblico, crea una deroga per quanto riguarda il gioco e il commercio, la rimozione dei limiti sugli investimenti stranieri nei casinò e la necessità di un'autorizzazione preventiva, per più del 5% di cambiamento di mano del capitale ;
● Consentire l'accesso ai casinò ai minori, bandito dal gioco;
● Modifica della legge sul riciclaggio di denaro, compresa l'autorizzazione per trasferire fondi senza limiti;capaci
● Autorizzazione  ai casinò, a fare prestiti ai giocatori, la rimozione del divieto di pubblicità del gioco, la modifica della legge sulla debiti di gioco che riserva al momento l'esecuzione delle sanzioni a l'unico sistema di giustizia civile di legalizzazione intermediari e "procacciatori " per incoraggiare i potenziali giocatori a visitare il complesso;
● Approvazione automatica de giochi già autorizzati in altri paesi dell'Unione europea o degli Stati Uniti, facoltà a Las Vegas Sands di approvare nuovi giochi e definire  le parti amministrative;
● Creazione di una commissione di gioco, composto da membri del governo regionale e da "esperti indipendenti";
● E 'permesso fumare in spazi chiusi all'interno del complesso, completa libertà di orario apertura a tutti i negozi.
5. Tasse
● rimborso dell'IVA a tutte le imprese,  status di "zona franca" (vale a dire, nessun pagamento dell'IVA o delle imposte) per soggetti extracomunitari;
● Esenzione delle tasse e semplificazione per tutti i prodotti importati che rientrano all'interno del complesso;
● Cambiare le regole di ammortamento fiscale, una deduzione dal reddito imponibile, l'imposta non residenti e impatriates;
● Esenzione 10 anni di imposta di gioco;
● riduzione del 95% dell'imposta sui trasferimenti di capitale, e le tasse di proprietà;
● riduzione del 50% dell'imposta sulle attività economiche;
● La negoziazione preventiva obbligatoria con Las Vegas Sands prima dell'entrata in vigore di nuove tasse.
Sembrano sfrontate e impressionanti, le pretese di Las Vegas Sands, non di meno, hanno ricevuto la  simpatia totale sia a Madrid che a Barcellona. I rappresentanti di Adelson non hanno nascosto che favoriranno la città che darà maggiori concessioni, da ciò la dichiarazione del presidente della regione di Madrid: "se si dovranno eseguire modifiche legislative che siano coerenti con i  principi di Adelson, lo faranno. "
Questo accordo è stato concluso tra un leader GIP (grande società d'impresa  privata) e i responsabili politici di  regione e di uno Stato,  mostra il trasferimento dei poteri e delle responsabilità delle autorità pubbliche al privato GIP. Esso contiene infatti la maggior parte delle caratteristiche del declino degli stati-nazione:
● sostituire la legge con il contratto, che acquista così un super-potere legislativo, in totale disprezzo della piramide delle norme giuridiche, dalla semplice legge per le multe sino alla Costituzione;
● "liquefazione" di tutti gli individui, fuori dalle loro radici culturali e nazionali: Las Vegas Sands non ha neppure nascosto la sua intenzione di cercare i dipendenti nei paesi con bassi salari e con nessuna protezione sociale da recepire "così com'è" nel cuore dell'Europa, pedine che vengono spostati su una scacchiera globale, e che sarà sostituito al più presto ai primi segni di usura;
● creare una zona di "non diritto", ovvero una zona sotto la giurisdizione di un quasi-GIP (grande società d'impresa privata). Vediamo qui un indicatore di evoluzione abbiamo tracciato i contorni in: Dopo il capitalismo; la legge del più forte: aziende private prendono il controllo de facto con la forza di un'area geografica. Siamo molto lontani: la presenza di milizie private garantirà in futuro  l'ordine pubblico nella zona dei casinò e confermerà, se necessario, la confisca dei poteri pubblici che si sta per operare in Spagna.
Inoltre, è significativo che questa "spogliarsi" della nazione-Stato in opera dia beneficio a un'attività - il gioco - che non aggiunge valore alla comunità. Troviamo qui  una caratteristica della caduta dell'impero romano: quando il sistema si rompe, si deve tenere  occupato il popolo e distogliere la sua attenzione dalla gravità della situazione, sia moltiplicando i giochi del circo o delle slot machine.

Si potrebbe  comprendere i vantaggi del tipo richiesto dalla Las Vegas Sands concessi per costruire una specie di Silicon Valley europea che avrebbe lo scopo di attirare imprese ad alta tecnologia e ricercatori da tutto il mondo. Ma qui si ricrea un surrogato del Circo Massimo, un mondo di illusione e l'oblio della realtà.

L'impresa spagnola è un precedente che potrebbe essere emulato, da uno Stato membro dell'Unione europea: si installerà una "zona franca", dove le aziende come Foxconn individuerà le loro fabbriche come parte di un contratto che si può riassumere così: "noi non paghiamo le tasse,  facciamo rispettare la legge e l'ordine con i nostri standard all'interno della zona di "non diritto" ,che  grazie  al fatto di proporre un pò di lavoro nel vostro paese, alle nostre condizioni .....», un  contratto per esemplificare: da servi della gleba del ventunesimo secolo.




El Païs : Leyes a medida para la capital del juego (liste des exigences)


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