venerdì 7 giugno 2019

PUTIN: Trump Ha Sbagliato, La Russia Potrebbe Inviare Più Specialisti Militari In Venezuela

PUTIN: Trump Ha Sbagliato, La Russia Potrebbe Inviare Più Specialisti Militari In Venezuela
 





MOSCA - La Russia è pronta ad aumentare il numero di specialisti militari in Venezuela per adempiere agli obblighi contrattuali, se necessario, ha detto un alto rappresentante del Ministero degli Esteri russo.

Aleksandr Schetinin, capo del dipartimento latino americano del MRE russo, ha dichiarato a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo che la Russia è pronta a espandere la presenza di specialisti militari in Venezuela.

"Se avremo bisogno di più personale, invieremo altri [specialisti militari], tanto quanto basta ", ha detto il diplomatico russo, e sottolineato:
"Se la quantità [presente oggi in Venezuela] non è necessaria, torneranno tutti. Questo è un problema assolutamente tecnico relativo all'adempimento di contratti specifici per eseguire un volume specifico di lavoro ".

Aleksandr Schetinin ha annunciato una nuova fornitura di aiuti umanitari al paese dei Caraibi e ha ricordato la nuova fase dei colloqui di Oslo tra i rappresentanti dell'opposizione venezuelana e il governo.

Ciò contraddice le precedenti dichiarazioni di Washington secondo cui la Russia avrebbe affermato di non aumentare il loro coinvolgimento e forse di ridimensionarlo.

In precedenza, il presidente russo Vladimir Putin ha riferito che la Russia ha ufficialmente fornito forniture militari al Venezuela e che ora deve essere effettuata la manutenzione dell'attrezzatura fornita.

L'ex ambasciatore della Russia in Venezuela, Vladimir Zaemsky, ha detto che non si parlava di ridimensionamento del paese. Inoltre, ha sottolineato che il mantenimento delle attrezzature è stato effettuato in conformità degli obblighi della Russia con il Venezuela.

Parlando giovedì a un forum economico a San Pietroburgo, il presidente russo Vladimir Putin ha rivelato alcuni dettagli delle relazioni tra Russia e Venezuela, inclusi aspetti economici e militari.

"I vicini del Venezuela, anche quelli che condannano Maduro", ha detto, "sono un disastro totale. Per quanto posso immaginare, secondo le informazioni che ho, degli alleati degli Stati Uniti, nessuno, sostiene un intervento militare ", ha detto Putin.
Inoltre, la Russia non approva l'imposizione di sanzioni contro il Venezuela, osservando che sia i cittadini ordinari che l'economia mondiale ne soffrono.
"Non si può interferire negli affari interni di altri paesi, e ancora meno applicare sanzioni, perché, di norma, chi soffre sono milioni di semplici cittadini che non hanno nulla a che fare con le autorità governative", ha detto. 
"Se consideriamo, per esempio, che il Venezuela ha dimezzato la produzione di petrolio negli ultimi anni, se teniamo conto della situazione in cui vivono milioni di persone in Venezuela,  ci rendiamo conto di che cosa significa? Con Maduro o con la popolazione? Ecco perché non approviamo, ma,  al contrario, condanniamo tali azioni ", ha aggiunto.

Putin ha anche avvertito che il debito di Caracas con Mosca è attualmente di circa $ 3,5 miliardi e, secondo il presidente, il Venezuela sta pagando il suo prestito alla Russia in modo costante senza ritardi.

Il presidente ha aggiunto che Mosca non sta creando alcuna base militare in Venezuela. Ha spiegato che gli esperti tecnici russi sono in Venezuela per installare e mantenere attrezzature militari russe e che sono obbligati a farlo per contratto.

"Non stiamo costruendo nulla a tal proposito, non stiamo costruendo basi militari, non stiamo inviando truppe - questo non è mai successo, ma abbiamo adempiuto e continueremo a soddisfare i nostri obblighi contrattuali nell'ambito della cooperazione tecnico-militare" ha detto il leader russo.
Ha ricordato che la Russia ha ufficialmente venduto armi al Venezuela e, secondo i contratti, è obbligata a installare e fare manutenzione a queste armi. "E i nostri esperti lo fanno", ha aggiunto Putin.


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martedì 4 giugno 2019

Ultimo Capitolo. Erasmus+: La grande truffa del volontariato Europeo

Ultimo Capitolo. Erasmus+: La grande truffa del volontariato Europeo

Chris Barlati
Sa Defenza 


Da infiltrato e articolista ho conosciuto un mondo mefitico, fatto di commistioni di ruoli, di depravazioni sessuali, di violenze psicologiche, di accuse create ad hoc per screditare chi portava alla luce i tentativi quasi 'mafiosi' di servirsi del denaro dell'Unione Europea a discapito del benessere dei ''volontari'' e del loro percorso lavorativo. Non esiste professionalità, etica, preparazione. Solo sfruttamento, anche sessuale, di giovani reclute, maschi o femmine, a danno e beffa di un'elaborazione teorica che avrebbe potuto portare benefici, ma che, come sempre, nelle mani di proto criminali, arreca più danni che vantaggi.

Dalla pubblicazione del mio primo articolo ho ricevuto solo offese e accuse. Nonostante abbia inviato le mie inchieste ai relativi uffici di competenza, nulla si è mosso e nessuno, tuttora, mi ha contattato per avere chiarimenti in merito l'associazione portoghese della provincia di Gondomar. Nessuno ha avuto il coraggio di interrogarmi in merito la mia infiltrazione nella suddetta associazione, tanto meno riguardo le prove che ho raccolto; prove che evidenziano la poco professionalità di chi è addetto a trattare con i presunti volontari, nonché le reali intenzioni che si nascondono dietro l'avallo dei progetti europei: l'esclusiva ricezione di finanziamenti.











Aggiornamenti
Giorni fa, ironia della sorte, giunge alla mia casella email la domanda di partecipazione al progetto dell'associazione nel quale mi sono ''infiltrato''. Terminati i volontari, ora le associazioni nazionali e quelle estere ne ricercano altri per non dover restituire i finanziamenti ricevuti. Riprova che gli uffici nazionali hanno preferito chiudere occhio e lasciar correre. Gli uffici nazionali e le associazioni di invio, sia la mia che quella di ''Pedro'', sono a conoscenza dello schifo di cui siamo stati testimoni e, come il loro non agire dimostra, hanno preferito ignorare che attuare.

Ho inviati gli articoli pubblicati su Sa Defenza all'associazione nazionale che mi ha spedito la domanda di partecipazione. Risultato? Nessuna risposta. Per loro è più importante ricercare altri volontari da far sfruttare, e far minacciare, che dirimere il rapporto con l'associazione portoghese, per timore di dover restituire i finanziamenti ricevuti(a quanto pare).

La ''minaccia''
Visto che tutto potrebbe apparire agli occhi dei maligni come un qualcosa di minaccioso e  omofobo, vorrei tenere al corrente il lettore che da qualche anno subisco costantemente attacchi informatici. In particolare quando critico il M5S o parlo della Falange Armata e del suo collegamento con il blocco politico-intellettuale post Pci.
Potrebbe capitare che, in uno di questi attacchi, vengano rubati i miei dati e diffuse le immagini ed i nominativi di coloro che ho, con tanta cura e dedizione, censurato. Naturalmente, spero che le relative autorità si attivino prima, poiché non vorrei essere, indirettamente e senza colpa, partecipe di uno ''sputtanamento'' di tal genere. Se ciò accadrà, provvederò a denunciare il tutto alla polizia postale ovviamente. Sperando che, comunque, ciò non accada.

Qualcuno ha cantato
A pensarci bene, l'unica risposta ricevuta è stata da Nina, la quale mi ha ''ringraziato'' per l' ''eccellente lavoro''. Prego, Nina. Mi raccomando, continua ad inviare volontari presso Majin Bu in modo che possano essere sfruttati. Tu, al contempo, continua ad andare in Africa sperando di trovare quello che non trovi qui.
Per quanto riguarda Tuffì, ha cambiato immagine di whatsapp. Segno questo che ha letto gli articoli.

Attento. Preparano qualcosa
Alcuni amici del settore mi hanno avvisato che ''stanno preparando qualcosa''. Non temo denunce, sarei felice di andare in tribunale. Spero solo che si muovano ad attuare ''queste cose''. Ma che non siano le solite accuse becere di omofobia, razzismo e di essere, non so, figlio di Putin.

Au revoir
Il mio punto di contatto con la realtà occulta dell'associazione è stata Tuffì.
Tuffì mi ha confessato che le situazioni disdicevoli dell'associazione erano dovute alla condotta di Majin Bu che, come le mie fonti mi hanno rivelato, importava qualsiasi genere di volontario dalla Turchia, senza adeguati controlli ed interviste, al solo scopo di poter usufruire di maggiori finanziamenti.
Come già ho avuto modo di spiegare, la Turchia offre finanziamenti maggiori rispetto alle altre nazioni, Così facendo, spedisce fuori i confini nazionali gli appartenenti a quella classe europeista che potrebbero danneggiare le politiche ultranazionalistiche di Erdogan. Nessuna persecuzione vige, tuttavia, in Turchia nei confronti di europeisti ed omosessuali, poiché siffatte sovrastrutture esercitano un'influenza notevole nel contesto statale, ed Erdogan punta a tutto fuorché allo scoppio di una guerra civile(come diceva il presidente Turco Ataturk ''Pace in casa, pace nel mondo''). In molti casi, a partire sono fanatici e giovani con condanne sospese. I genitori di siffatta categoria di personaggi, appartenenti alla medio alta borghesia, li spediscono fuori, in attesa che i processi si ''aggiustino'' e le condanne, in cambio di denaro, vengano sospese. Ed ecco fenomeni di fondamentalismo e minacce nei confronti di donne o maltrattamenti vari(di cui Tuffì mi raccontò anche alcuni episodi). Naturalmente, con adeguati e semplici controlli ciò non accadrebbe. Ma chi mai rinuncerebbe ad una siffatta somma di denaro? Nessuno, come dimostra la noncuranza sia delle associazioni nazionali che internazionali. Le associazioni turche sono consce di tutto ciò, e trovano man forte nell'avarizia di molti incompetenti e disonesti.

Tuffì tutto questo me lo aveva esplicitato, ma era impotente. In fondo, non aveva nemmeno il controllo del suo lavoro, poiché le sue competenze venivano perennemente esautorate da Majin Bu. Cosa assolutamente irregolare da un punto di vista legislativo, poiché la coordinatrice di un'associazione non può impedire l'esercizio delle funzioni della mentor.

''Sei un maschilista pezzo di merda''
Non voglio rovinare Tuffì, assolutamente no. Non ho voluto in nessun modo registrare le sue parole. Ma ho dovuto ingannarla a fin di bene, seguendo un copione teatrale. La mia esperienza con lei è stata un film di Massimo Troisi, di Vittorio De Sica o di Totò, dove gli attori si ritrovano ad interpretare, stando al loro carattere, la parte in linea con la loro personalità. In tal modo, non si finge: si recita, poiché si rimane sempre se stessi. Ma lo si fa per uno scopo. Ed io ho fatto questo.
Meglio lavorare per un'associazione farabutta e per gente senza scrupoli, pieni di omertà o ''vendersi'' a fin di bene?

Gli illeciti
Tuffì ha contribuito ai seguenti illeciti:

  • Sapeva che lavoravo in nero
  • Non ha provveduto a risolvere i problemi con il turco
  • E' stata testimone della violenza psicologica esercitata su ''Pedro'' e dei ricatti impliciti avallati nei riguardi della nostra persona
  • Non ha provveduto all'assicurazione Cigna e ad aiutarmi, e controllare, per l'iscrizione presso il sito dell'Unione Europea
  • Ha mentito alla referente dell'organizzazione di invio
  • Ha intrattenuto una relazione con un volontario generando un chiaro conflitto di 'posizioni' e di interessi
  • Non ha attuato le dovute risoluzione alle evidenziate problematiche, anzi se ne è lavata le mani ''rinunciando'' di nascosto al ruolo di mentor
In aggiunta, nei giorni successivi la mia partenza, è stata a conoscenza dell'elaborazione delle finte accuse di Majn Bu nei miei riguardi. Majin Bu parlerà con Nina dell'associazione di invio nazionale, dicendole: ''abbiamo comunicato la fine del volontariato all'agenzia nazionale, ma non vogliamo problemi con Chris''.

Majin Bu era all'occorrente di tutto, del fatto che lavorassi in nero e della mancanza di coperture assicurative, youth card e registrazione presso il sito dell'unione Europea. A lei non è mai importato nulla, fino a quando non le scrissi una email dicendo che avrebbe dovuto prendere provvedimenti con il turco altrimenti avrei riferito il mio malcontento all'agenzia nazionale portoghese.

Il turco e la macchietta di Majin Bu per non perdere i finanziamenti
Se per soli 3 mesi la Turchia invia un quantitativo maggiore di denaro rispetto al budget complessivo di 1 anno di 2 volontari italiani, è ovvio che conviene eliminare il problema degli italiani e tenersi buona l'associazione turca di invio, nonostante i fanatici islamici che picchiano le loro compagne o gli omosessuali ventenni ai quali piace dormire tra i propri escrementi.

Il''puppo'' e il finocchio
All'inizio il rapporto con il turco era ''normale''. Io, lui e Pedro uscivamo, ballavamo e alle volte facevamo anche i ''finti finocchi'' per ridere e trovare loro un fidanzato. Alle volte, io e Pedro ci divertivamo a vedere quale ''animale'' potesse conoscere il turco, poiché aveva una predisposizione per gli incontri su ''tinder'', sito dove tutti gli iscritti appaiono come fantastici in foto, ma delle chimere impensabili di bruttezza nella realtà.
Tra di noi ci chiamavamo ''troia'', ''frocio'' o ''puppo''. La troia, logicamente, ero io.
 Il turco assieme a Pedro mi davano della ''puttana'', perché asserivano che sapevo ''vendermi'' bene alle persone, specialmente alle milf 40enni. In Porto ho stretto simpatia con molti spacciatori e anche con persone che incontravo semplicemente per la strada e tutto questo aveva contribuito alla mia fama di ''intrattenitore''. Avevamo addirittura un gruppo whatsapp nel quale ci chiamavano ''bitches'' (''troie'') e ciò accadeva anche in pubblico (l'esistenza del gruppo stesso, e le foto, lo dimostrano). Ergo, come si fa ad essere omofobi e razzisti in un contesto internazionale mentre si è in relazione di amicizia con due omosessuali? Naturalmente, sarei potuto essere omofobo e xenofobo solo nei confronti del turco, ma uno xenefobo praticherebbe mai sesso orale alla proprio mentor portoghese? O Majin Bu è ''ignorante'' come un asino, nel senso che ignora completamente la definizione della parola ''xenofobia'', o non è il suo campo formulare accuse per coprire la propria incompetenza(io penso entrambe).


Io in un chiaro atto di ''omofobia'' e ''xenofobia'' mentre per scherzo mi ''violento'' il turco con Pedro che ci riprende. Dalle risate di entrambi si capisce nettamente il livello di violenza psicologica e di razzismo al quale il soggetto era sottoposto(sono ironico, eh, che c'è sempre qualche idiota che capisce male)

Ho addirittura dei video dove ballo il reggaeton con il turco,
che mostrerò all'occorrenza(che serate all'insegna del degrado...)


Mi chiedo: potrei io accusare il turco di razzismo nei confronti
del mio essere italiano ed etero, visto
che mi chiamava sempre puttana? Potrei accusarlo di ''sessismo'' e ''maschilismo''?
Il turco ha scritto che avrebbe ucciso la Profumiera perché aveva comprato uno yougurt a fragola, perché deviare le mie parole e non prendere sul serio le sue?


Nell'associazione al turco gli davamo della ''gattina'', pussycat,
eppure era il fidanzato di Majin Bu che si divertiva a prenderlo a sberle, ed ho il video. Eppure, lui non è mai stato accusato di razzismo

Che puzza di merda

Il turco ed io, in teoria, dovevamo condividere la camera. Ma, all'inizio, io soffrivo, come già detto, di mal di schiena, e preferivo dormire per terra nel salotto. Avevamo tanti materassi e coperte, e nei mesi precedenti mi ero abituato a dormire, a Torino, in un sacco a pelo, poiché condividevo una stanza con altre persone. Pochi giorni dopo, dopo aver informato Tuffì della condizione igienica disastrosa della camera dove ora risiedeva il turco, lei comprese la situazione e, anzi, ci rise su. Tuffì informò Majin Bu, ma lei, come prassi, non mosse un dito. Per chi se lo fosse dimenticato, il turco aveva lasciato preservativi e carta igienica sporca di feci in camera. Una puzza immane aveva pervaso la camera, ed io da quel momento decisi di trasferire le mie cose nella stanza di Pedro. Tuffì era stata informata, e non si era fatta problemi anche perché la stanza non veniva mai pulita. Né dalla puzza di cibo marcio, né da quei fetentissimi fazzoletti sporchi di merda.





























Che preferivo dormire solo era risaputo anche da Pedro, il quale non si è mai fatto problemi al riguardo. Alle volte ho dormito anche nella camera di Pedro, poiché vi erano due letti, di cui uno matrimoniale(quello dove mi ''violento'' il turco). Non ho mai avuto problemi a condividere la stanza con Pedro, e ricordiamo che Pedro era, ed è, bisessuale con tendenze più omo. Cosa divertente era che, tra di noi, chiamavamo ''frocio'' il turco, specialmente quando lo sentivamo cantare a notte fonda e ballare le canzoni o i video delle pop star. Un gay che dà del frocio ad un altro gay può essere catalogato come omofobo e razzista?

Le distanze
Un giorno, parlando con Tuffì, proposi di far partecipare alcune amiche al volontariato.
Dopo le prime gelosie di Tuffì, ricevo il consenso di Majin Bu. Invio un messaggio ai ragazzi avvisandoli di assumere, di lì in poi, una condotta migliore, poiché con ragazze in casa avremmo dovuto comportarci in una maniera consona al contesto(alla faccia del sessista), e il turco risponde che avrebbe portato in casa una sua ''amica'' a dormire. E io lì mi incavolo.
La discussione nasce perché lui dice a Majin Bu di aver ricevuto il nostro permesso: cosa assolutamente non vera.
Il turco conosceva strani ''animali'', come li definivamo io e Pedro, su ''Tinder'', il sito di incontri. Capitò due volte che il turco portò gente a casa. La prima un ragazzo, con il quale ebbe un rapporto, quello dei fazzoletti sporchi di feci, che rimasero nella sua stanza per una buona decina di giorni impuzzolendo la casa. La seconda volta fu una ragazza, che mi sono pure limonato, un'altra turca ''turista'' che stava facendo il giro del mondo. Il turco aveva detto che era una sua ''amica'', in realtà si erano conosciuti su Tinder parlando delle relazioni sessuali avute. Lei era la sua amica del cuore, e lui il suo amico gay. Fatti loro, penserete, ma portare un' ''amica'' è cosa ben diversa dal portare un'estranea conosciuta su di un sito di incontri.
Il turco aveva preso l'abitudine a mentire, e ciò non mi andava bene, specialmente se tirava noi in ballo. Avvisai Majin Bu e le dissi la verità, e le riferii anche che ciò che aveva fatto, mentire, era una mancanza di rispetto. Di risposta il turco, nella discussione, mi disse che io avevo un problema con la sua sessualità(ecco l'accusa), ma io gli ricordai che mai mi ero fatto problemi di questo genere. Anzi, gli dissi pure che era qui per essere volontario e non turista, e che avevo l'intenzione di contattare la sua ambasciata per avvisare le autorità della sua condotta, poiché se non lavorava nel volontariato e rompeva le scatole, era giusto se ne tornasse a casa. In più, se portava gente sconosciuta a casa, avevo il diritto di difendere il mio spazio personale(visto che già non puliva mai e che aveva un problema con l'igiene, figuriamoci chi portava a casa come sarebbe stato). La sua libertà non doveva cagionare la nostra chiaramente, e gli dissi ''Erdogan ama gli omosessuali?''. Rispettare chi rispetta, è segno di civiltà. Se voleva fare schifo, poteva farlo benissimo a casa sua. Si chiama adattamento e rispetto dell'igiene personale. Se viene in Europa, rispetta la nostra pulizia. In Turchia non mi pare siano così comprensivi con noi europei; comprensivi come io e Pedro fin a quel momento.
Non avevo problemi nel far una cosa del genere, poiché il volontariato è tale solo se esistono volontari e non persone che, al pari di animali, lasciano le loro feci in giro. Se voleva tutto ciò, poteva benissimo ritornare a casa sua, dove Erdogan tollera l'omosessualità delle famiglie ricche e borghesi, e dove le donne, almeno quelle povere, sono abituate a vivere in un contesto maschilista e patriarcale e a pulire l'immondizia dei ricchi figli di papà.

 

 

 


 



 

 



Quanto possano essere fanatici e volontariamente malvagi nella loro illusione di superiorità e vittimismo determinati reietti della società, non solo aveva mentito dissimulando un nostro consenso, ma non aveva portato con se' nemmeno le chiavi di casa, perse da oltre una settimana, e chiedeva pure che lo aprissimo a tarda notte. Io ero andato a scopare con Tuffì, e dopo il lavoro lo feci aspettare più di 20 minuti appositamente(forse qualche ora, non so'. Io ritornai tardissimo). A brigante, come direbbe Pertini, brigante e mezzo. Tuffì e Majin Bu furono avvisate quella stessa notte della mia intenzione di avvisare l'ambasciata turca, ma mi consigliarono per il ''bene dell'associazione'' di non far nulla. Quindi, ancora una volta si sono sbugiardati da soli asserendo indirettamente a Nina che io ''avevo minacciato'' il turco, quando sarà proprio quest'ultimo a smentire ogni mala interpretazione.






Come se non bastasse, l'incuranza dell'igiene era una pratica costante. Anche dopo la mia sviolinata.

Il turco iniziò a mentire spesso, anche dopo il casino che era successo.
Il turco non era solito ''lavorare'' e preferiva stare seduto a guardare video
di transessuali turchi, programmi televisivi trash delle sue emittenti(alla faccia della repressione).
Ho riportato a Majin Bu che la cosa non mi piaceva affatto, e che ero pronto ad abbandonare il progetto, visto che a lei stavano a cuore i ''turisti'' e non i volontari, e che avevo ben capito che era una questione solo di soldi e finanziamenti. Se io dovevo essere volontario, allora anche io e Pedro potevamo e dovevamo ''non fare un cazzo'' come il turco. E se non le stava bene, avrei riportato il tutto all'agenzia nazionale ed abbandonato il progetto. Che scelse secondo voi Majin Bu? Di far rispettare le leggi o di salutare gli italiani che, con il loro progetto, non apportavano gran ché in denaro in confronto al turco?
  

L'idiozia del turco era ogni giorno più evidente. Addirittura arrivò ad essere incapace di comprendere
e riportare parole scritte. Già il personale dell'associazione, quando dovevano compraci da mangiare, se lamentavano qualcosa, qualche comportamento scorretto dell'associazione per esempio, per punirci si ''dimenticavano'' di portarci il cibo e ci facevano aspettare diversi giorni, alle volte addirittura saltavano di rifornirci del necessario. Dispetti stupidi, ma infami. In più, oltre a ciò, il turco prestava loro gioco facile, essendo quasi sempre incapace di qualsiasi relazione sociale e di adeguarsi al contesto.


Il bluff di Majin Bu
Stando a quanto detto da Nina, Majin ha riferito che io mi ero comportato da razzista ed omofobo perché avevo ricattato il turco. Majin Bu aveva addirittura deciso di allontanarlo perché ''temeva per la sua incolumità''. Il turco, di tutto ciò, non era stato informato, e pensava di dover cambiare momentaneamente associazione per un progetto(parliamo di 15 giorni dopo la cessazione di ogni relazione con lui, e solo il giorno dopo l'invio della mia email (''o prendi o lascia''). Ciò mi fu riportato da Pedro il quale gli domandò cosa fosse successo. Pedro parlò anche con Tuffì, la quale affermò che il tutto fu un piano elaborato da Majin Bu. Il turco nemmeno sapeva che me ne fossi andato e Nina, nel parlare con me, mi diede, diciamo, ragione, riportandomi un'esperienza negativa che le capitò sempre con un ragazzo o ragazza turca, la quale aveva inviato un rapporto all'agenzia europea riferendo che Nina la stava schiavizzando: ''Questi hanno imparato la cantilena, appena non possono fare il cavolo che gli pare inventano razzismi e omofobie. Addirittura, uno di loro mi ha pure minacciato!'' - ''Stavolta però il boss ha inventato la cazzata, il turco finocchio no. E mettici che mi sono bombato pure la mia mentor, e questa non ha detto niente''.
Fatto sta che, a Nina, ho inviato numerose prove di quanto successo. Eppure, non mi ha risposta e non si è sognata nemmeno lontanamente di prendere i provvedimenti necessari. Anche Nina, come Majin Bu, ha preferito pensare al finanziamento e non all'etica del volontariato.
Ritornando al discorso ''minaccia'', se fosse stata vera:
1 non se lo sarebbe dovuto ricordare 15 giorni dopo
2 non dopo avergli detto, anche tramite Tuffì, che avevo intenzione di riferire il tutto all'agenzia nazionale portoghese
3 non dopo la mia email del ''o prendi o lascia''
4 e, cosa più importante, se ci fosse stato un caso del genere, avrebbe dovuto avvisare immediatamente le autorità. Invece nulla. E' stata informata, proprio come Tuffì, di tutto fin dall'inizio. E sapevano bene che le mie parole, come il mio diritto a vivere in un contesto igienico e civile, erano sacrosante. Anzi, Majin Bu all'inizio dava anche ragione a me e a ''Pedro'', anche se non voleva entrare nel merito per non perdere il contatto con l'associazione turca.
Majin Bu e Tuffì dallo stesso turco non aveva ricevuto lamentele e preoccupazioni. Anzi, come dimostrano gli screenshot il turco voleva riallacciare i rapporti con me perché gli piacevo come coinquilino, ma ero io a non voler più avere a che fare con lui. Ergo, smentita anche un'altra banale accusa. In più, il motivo della mia infiltrazione nell'associazione vicino la città di Porto era verificare lo sfruttamento dei volontari e la condotta depravata dei propri membri, special modo l'utilizzo che facevano dei volontari turchi a discapito di quelli europei.
 

 
 

 

 
 

 

Stranamente nella nuova ricerca hanno ri-utilizzato la parola ''tollerante''. Non è la prima volta che accusano
di poca tolleranza chi mette l'associazione in condizione di scegliere. E' stato questo il motivo che ha spinto i miei contatti a lanciarmi la soffiata, chiedendomi di indagare. Tuffì si dimostra complice di un gioco perverso, ove di fronte alle necessarie risoluzioni di simili problematiche, si sceglie il denaro e l'indifferenza.
Tuffì mi dava ragione, ma mi ripeteva sempre di ''stare calmo'' e di non commettere sciocchezze che potessero pregiudicare l'associazione


Per chiarire contro ogni mala interpretazione, o strumentalizzazione politica di chi lavora in tali tipologie di associazioni, se il lettore volesse ricevere l'intero pacchetto di messaggi whatsapp, che mi contatti via email per riceverlo e farsi un'idea della questione. Nessun problema. Sarò pronto ad inviarlo.
Un giorno dopo la mia email del ''prendi o lascia'',
Pedro comunica che se ne sarebbe andato perché aveva trovato lavoro.
Da subito in associazione iniziano a rispondergli male e a trattarlo
con freddezza. In occasione di un evento, addirittura, gli dicono di aspettare in macchina, sotto il sole, per un paio di minuti. Majin Bu ed il ragazzo, quello di 20 anni più piccolo di lei, lo fanno aspettare 40 minuti(altri 20 dal messaggio) per puro divertimento. Pedro ritornerà a casa arrabbiatissimo, lamentando la condotta puerile di Majin Bu e del ragazzo, e l'assoluta mancanza di rispetto. Si erano ''vendicati'' solo perché aveva deciso di andarsene, e di questo conservo dichiarazioni di Pedro che esporrò in opportuna sede(Pedro ha sempre assunto un comportamento omertoso, per questo preferisco usarle al momento giusto, poiché potrebbe mentire per timore che i genitori, sicialiani vecchia scuola, scoprano la sua omosessualità).
Tuffì non ha mai voluta parlare esplicitamente del lavoro. Solo una volta, in lacrime, mi confessò mezza verità.
E i numerosi messaggi che ci invieremo a posteriori confermeranno i miei sospetti... Tuffì era sotto scacco, dal mio punto di vista, ma al tempo stesso complice di quelle azioni mafiose condotte dall'associazione. Le motivazioni? Personali. Posso solo affermare che lei voleva restare vicino alla famiglia. Ma ciò non basta. Uno stupido attaccamento familiare non giustifica l'ipocrisia nel mondo del volontariato con persone disabili.


Essendo abituato a viaggiare, molte volte lascio e prendo vestiti ed accessori. In questo caso, ho lasciato dei capi invernali in Porto. Ho detto a Tuffì di darli in beneficenza, ma a lei ho lasciato una felpa a cui tenevo come ricordo. In fin dei conti, è stata, seppur brevemente, la mia ragazza. E volevo lasciarle qualcosa di mio.

L'arma dell'omofobia, del razzismo e del ricatto. Perché lo Sve si configura come una proto associazione a delinquere

Stando a Nina, Majin Bu dichiarerà: ''Non vogliamo problemi con Chris''. Sapendo che avevo la passione della scrittura, Majin Bu aveva comunicato, senza specifiche, l'unilaterale rescissione dal volontariato all'agenzia nazionale, senza manco rimborsarmi il biglietto di ritorno. Sicuramente, perché aveva il timore che potessi montare uno scandalo. Inoltre, a quanto pare, hanno ancora intenzione di ''importare'' turchi, poiché tra le ''caratteristiche'' che dovrebbe possedere il volontariato, il sito dello Sve ha pubblicato la seguente descrizione:

Mi domando: tollerante... nei confronti di chi lascia feci in casa? E interessato a che? Se non esistono progetti per disabili ma il solo partecipare, al pari dei ragazzi con handicap, ad attività loro dedicate?


Fate schifo
Specifichiamo.
Nel periodo della mia infiltrazione ho verificato che:
1- Non esistono riabilitazioni, poiché non vi sono persone qualificate in tal senso, né nell'ambito fisico motorio, né nell'ambito artistico
2 - I volontari partecipano alle stesse attività dei disabili, e non svolgono attività per disabili
3 - Il volontariato è del tutto inesistente, perché di mattina non si fa assolutamente nulla, a parte spostare qualche tavolo, mentre il pomeriggio bisognerebbe partecipare alle attività non come personale di riabilitazione, ma come ragazzo... disabile (perché dovrei partecipare ad una sessione soft di yoga per personale disabili e non avallare un progetto specifico per qualcuno di loro?
4 - L'intero personale è da far esaminare psicologicamente. A. La Profumiera non parlava; B. La segretaria decantava energie e poteri magici dichiarando che una paziente cieca e ridotta in carrozzina si astraeva spiritualmente dal proprio corpo per lanciare maledizioni ai dipendenti(proprio così); C. Majin Bu aveva ed ha una relazione con un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. D. Tuffì che ci faceva lezioni sull'onestà e la sincerità, ma era la prima a chiudere gli occhi e a vendersi per questo parassitario meccanismo.
Il tutto è troppo insolito per un'associazione di volontariato. O Majin Bu recluta casi umani per pagarli una miseria, o ignoro in Portogallo che concezione abbiano del lavoro.

Finale
Un giorno, nella cucina dell'associazione, sorprendo il turco a fare il cretino mettendo le mani nel cibo per spizzicare. Dopo avergli allontanato la pentola dalle mani, sporche della sua saliva, lo sgrido ad alta voce. Quando poi, preparata la tavola, sgrido anche Pedro e il ragazzo di Majin Bu, dicendogli di prestare attenzioni perché non siamo animali e nemmeno bambini, e che è una grave mancanza di rispetto permettere queste cretinate. Gli ignoranti potrebbero rispondere ''ma è un fatto culturale''. No. Il turco facevo il cretino infilando le mani nel frigorifero ed ovunque ci fosse cibo per fare semplicemente l'idiota. Tutto qua. A tavola mangiava con le posate ed è sempre cresciuto in un contesto occidentale,in una scuola dove si parla solamente inglese. Non ha mai mangiato con le mani, e in quell'occasione faceva l'idiota. Come sempre.

Quando iniziamo a mangiare, invito ad assumere un comportamento corretto e a non fare cazzate. Il turco mi risponde ''Ma vabbe', le mie mani sono pulite'', al che sbatto il pugno sul tavolo(è stata una manata medio forte per ribadire il concetto) rivolgendogli a voce alta le parole ''noi non siamo animali!''. Nessuno apre bocca, Pedro se la ride insieme al ragazzo di Majin Bu, e il turco sta zitto. Incavolato nero, finisco di mangiare e me ne vado. Nessuno si era curato di provvedere un minimo, ancora una volta, a mettere i paletti nei confronti di determinate condotte.
Contatto Tuffì e decido di troncare i rapporti. Mando un messaggio a Majin Bu, aspettando la sua email di addio, e mi organizzo per partire.

Era questa la prova che aspettavo. Dopo i fazzoletti sporchi di merda, la mancanza di igiene, il comportamento da volontario inesistente e le violenze psicologiche esercitate contro Pedro all'annuncio della sua partenza, attendevo l'atto finale. Tuffì si tira indietro, cerca di ''calmarmi'', ma è finita. Lei mi scrive che vuole restare con me, ma al tempo stesso non vuole prendere posizioni. Anzi, chiederà di rinunciare di essere la mia tutor. ''E che cambierebbe questo? Se sono un volontario e la mia tutor rinuncia, che succede se ho un problema con l'organizzazione come in questo caso? Visto che anche Nina se ne fotte altamente.'' Lei muta. ''La colpa è mia?'' - ''No, non è tua.''
La colpa era di Majin Bu, chiaro, ma non voleva dirlo. Tuffì era cauta, forse aveva capito le mie intenzioni. Ma non era nemmeno onesta. E sincera.

Le email
Decido così di scrivere una bella email cazzuta, dopo aver mandato a quel paese Tuffì.
A Tuffì dico che si è comportata sia come ragazza, che come tutor, ''una merda''. O meglio, glielo dico anche personalmente quando, la sera, ci vediamo; la stessa sera nella quale, in lacrime, mi dirà che ''la situazione non può cambiare''. Lei ci rimarrà male ''per le mie parole''. Ma la verità viene prima di tutto, cara Tuffì. Se fai un lavoro di merda come mentor, sei una mentor di merda. Se parli di onestà, ma sei la prima a nascondere le cose, sei una bugiarda. Se lavori per gente senza scrupoli, e cerchi riconoscimenti per il tuo lavoro nel sociale, sei un'ipocrita. Le cose hanno un nome, ed una definizione.
Nella mia mail di ''o prendi o lascia'', visto che a nessuno piaceva fare nulla, ho proposto di ridurre la mia partecipazione in associazione al minimo, di prestare servizio, in compenso, in centri dove potessi ''lavorare'' con bambini e di aiutare, quelle poche volte che sarei dovuto andare in associazione, un signore sordo muto di circa 50 anni con la passione per il disegno. Un tempo me la cavavo con i ritratti a mano libera, ed avevo un buon feeling con questo signore con il quale, gesticolando, riuscivo a comunicare.

Come è andata finire? Già lo sapete. Majin Bu ha preferito ''eliminare'' l'italico problema. Il caro signore sordo muto continua a pagare un centro di riabilitazione solo per... disegnare, non più in casa sua, ovvio, ma tra i banchi dell'ufficio dell'associazione(insomma, paga per fare esattamente quello che faceva a casa). Capisco Majin Bu che fa tutto questo per un obiettivo(i soldi), ma tu, cara mentor, cara Tuffì, tu che hai lavorato nella Croce Rossa, hai mai sentito parlare dei principi universali del volontariato? Come ti senti di fronte a tutto questo? E voi associazioni italiane che chiudete gli occhi? Sapete che fate semplicemente schifo? Continuate a ''divertirvi'' nelle vostre vuote e stupide vite andando a letto con ragazzini, mentre mendicate qualche finanziamento europeo. La dignità è un qualcosa che vale più di qualche mi piace messo ad una foto facebook: è un qualcosa che vale più di qualche progetto copiato in giro su internet. Siete e sarete dei morti di fame. Tutto qui. E sono felice di essere riuscito a confermare le voci dei miei contatti di quella miserevole associazione della provincia di Gondomar.


Nella metodologia di classificazione della capacità di comprensione di una lingua straniera vi è livello minimo, secondo cui si rientra in tale categoria se si riesce a leggere e copiare, correttamente, una parola. E parliamo di una lingua straniera. Quando non si riesce nemmeno in questo, è il caso di avanzare l'ipotesi di disabilità mentale?
Majin Bu dice che non aveva potuto leggere il messaggio. Invece Tuffì smentisce, dicendo che l'aveva chiamata e che si erano sentite. Una scusa per ''pararsi il culo''.

Conclusioni 
Un po' mi dispiace. In questi quasi due mesi sono successe tante cose:
1. Ho lavorato in nero in un ristorante di romani che era da chiudere. Cucina pessima, comportamento pessimo e condizioni qualitative pessime. Un ristorante che fa pagare una carbonara 20 euro e che utilizza la pasta De Cecco: da far arrestare. In più il titolare si fregava i soldi delle mance, e poi andava in giro con jeans di 200 euro. L'unico ristorante italiano serio, di cui ho visto dall'interno le cucine e gli ingredienti utilizzati per gentile concessione del proprietario, è quello di Mattia. E consiglio, qualora vi trovaste a Porto, di andare a mangiare da lui: pizzeria-ristorante Da Mattia.
2. Avevo intenzione di fare una piccola inchiesta riguardo il traffico di droga. Volevo chiarificare se la rotta degli stupefacenti nascesse dal Marocco per quanto riguarda le droghe leggere, mentre dall'atlantico per quelle pesanti. Volevo scoprire se uno dei porti di arrivo fosse Porto, assieme a Lisbona.
3. Cara Tuffì, mi dispiace. Con te sono sempre stato sincero. In tutto. Quello che non ho detto è perché, al momento, non potevo dirtelo. Ma spero tu possa trovare il coraggio di diventare padrona delle tue decisioni(anche se liberi, spesso volte, si nasce non si diventa). In questi giorni ho cercato di contattarti, con la scusa di essere ubriaco(e lo ero davvero), perché aspettavo una qualche risposta a tutto ciò, un motivo per non continuare a pubblicare. Ma, probabilmente, insieme a Majin Bu, stai elaborando qualche altra accusa di maschilismo, di razzismo o, chissà, che sono pagato in rubli, da Salvini, su commissione di Putin, per screditare l'Europa. Sappi solo che, seppur sbadato, non mi dimentico mai delle persone. E che, se destino vorrà, mi piacerebbe rivederti lontano da tutto questo, non come articolista autonomo o viaggiatore, ma come quello che eravamo quando eravamo soli. In quel momento, spero di ritrovarti. Ritrovarti libera di essere te stessa. Altrimenti, meglio che sprofondi as\sieme alla gente per la quale lavori.
4.Cari organismi europei, e persone che lavorano per essi, è passato quasi un mese ma nulla ancora si è mossa. C'è bisogno di ribadire altro?
5. Naturalmente, il racconto è molto più lungo e con molte più trappole, canzoni d'amore e vicissitudini. Il tutto aspetta solo il momento giusto per essere portato alla pubblica opinione. Sperando che qualcosa si muova.


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