mercoledì 23 luglio 2014

Antoni Simon Mossa, l’Indipendenza e la lingua sarda

Antoni Simon Mossa, l’Indipendenza e la lingua sarda
Antoni Simon Mossa
Simon Mossa è un architetto di talento, arredatore, urbanista e artista di genio, insegnante dell’istituto d’arte e scenografo, intellettuale dagli interessi pressoché enciclopedici e dalla forte sensibilità artistica, viaggiatore colto e curioso del nuovo e del diverso tanto da spaziare con gusto e competenza nell’ambito di una pluralità vastissima di arti: dalla letteratura alla pittura e alle arti popolari. 

Ma è anche brillante ideologo indipendentista e di un nuovo Sardismo, giornalista e polemista ironico e versatile, viaggiatore colto e aperto alle problematiche delle minoranze etniche mondiali, ma soprattutto europee. 
Conoscendole direttamente, si rende conto della drammatica minaccia di estinzione che pesa su di loro: oramai sul bilico della scomparsa. 
Contro di esse è in atto infatti un pericolosissimo processo di “genocidio”, soprattutto culturale ma anche politico e sociale. Si tratta di “minoranze” che “l’mperiale geometria delle capitali europee vorrebbe ammutolire”.
Simon Mossa aveva infatti verificato la tendenza del genocidio culturale e non solo, dei popoli senza stato, delle piccole patrie, incorporate e chiuse coattivamente nei grandi leviatani europei e mondiali, “entro un sistema artificioso di frontiere statali, sottoposti a controllo permanente, con evidenti fini di spersonalizzazione, ridotti all’impotenza e di continuo minacciati delle più feroci rappresaglie, se mai tentassero di rompere o indebolire la sacra unità della Patria”.
All’interno di tali minoranze colloca la Sardegna che considera una “unità o comunità etnica ben distinta dalle altre componenti dello Stato Italiano” Per annichilire l’identità etno-nazionale dei Sardi è in atto –secondo Simon Mossa– “un processo forzato di integrazione che minaccia l’identità culturale, linguistica ed etnica”, anche con la complicità di molti sardi che “si lasciano comprare”.
Uno degli elementi che per Simon Mossa devasta maggiormente l’Identità di un popolo è l’attacco alla cultura e alla lingua locale: in Sardegna dunque il divieto e la proibizione della cultura e della lingua sarda, segnatamente dell’uso pubblico del Sardo.
L’ideologo nazionalitario e indipendentista sa bene che un popolo senza Identità, in specie culturale e linguistica, è destinato a “morire”: Se saremmo assorbiti e inglobati nell’etnia dominante e non potremmo salvare la nostra lingua, usi costumi e tradizioni e con essi la nostra civiltà, saremmo inesorabilmente assorbiti e integrati nella cultura italiana e non esisteremo più come popolo sardo. Non avremmo più nulla da dare, più niente da ricevere. Né come individui né tanto meno come comunità sentiremo il legame struggente e profondo con la nostra origine ed allora veramente per la nostra terra non vi sarà più salvezza. Senza Sardi non si fa la Sardegna. I fenomeni di lacerazione del tessuto sociale sardo potranno così continuare, senza resistenza da parte dei Sardi, che come tali, più non esisteranno e così si continuerà con l’alienazione etnica, lo spopolamento, l’emarginazione economica. Ma questo discorso è valido nella misura in cui lo fanno proprio tutti i popoli parlanti una propria originale lingua e stanzianti in un territorio omogeneo, costituenti insomma una nazione che sia assoggettata e inglobata in uno Stato nel quale l’etnia dominante parli una lingua diversa”.
      Poliglotta e appassionato studioso di lingua e di linguistica – fra l’altro traduce in Sardo il Vangelo e scrive ottave deliziose – ritiene che “Il sardo lungi dall’essere un dialetto ridicolo è già, ma in ogni modo può e deve essere una lingua nella misura in cui sia parlato e scritto da un popolo libero e capace di riaffermare la propria identità”. A questo proposito pone questo interrogativo “Hai mai meditato su ciò che significa l’esclusione della nostra lingua madre dalle materie di insegnamento delle scuole pubbliche e il divieto di farne uso negli atti “ufficiali”? Ci regalano insegnanti di un italiano spesso approssimativo e zeppo di provincialismo e noi non abbiamo il diritto di esprimerci adeguatamente nella nostra lingua! Ci hanno privato del primordiale e più autenticamente strumento di comunicazione fra gli uomini!”.
   Sostiene ciò nel Luglio del 1967, molto prima che in Sardegna la questione del “Bilinguismo perfetto” diventasse oggetto di discussione prima e di iniziativa politica poi: a buona ragione possiamo perciò considerare Simon Mossa, il vero profeta e anticipatore delle proposte prima e della Legge regionale 26 sul Bilinguismo poi. Con acume e perspicacia aveva capito che il problema della Lingua sarda non era tanto o soltanto parlarla, magari nell’ambito familiare, ma scriverla e soprattutto insegnarla nelle Scuole e usarla nella Pubblica Amministrazione: il problema era cioè la sua ufficializzazione.
Oggi noi nel 2014 sappiamo bene che la Lingua sarda, al di fuori di questa prospettiva è destinata a morire o, al massimo, a vivacchiare e languire, marginalizzata e ghettizzata. Simon Mossa questo lo aveva capito ben più di 45 anni fa.

martedì 22 luglio 2014

L'IPOCRISIA DI TANTI APPELLI ALLA PACE . QUALE PACE SE L'ESERCITO OCCUPANTE SOTTOPONE A QUOTIDIANE VESSAZIONI TUTTO UN POPOLO ?

L'IPOCRISIA DI TANTI APPELLI ALLA PACE . QUALE PACE SE
L'ESERCITO OCCUPANTE SOTTOPONE A QUOTIDIANE
VESSAZIONI TUTTO UN POPOLO ?


Cagliari , manifestazione a sostegno di Gaza e della Palestina
A. Boassa

PACE significa che miei figli possano andare a scuola con il materiale didattico necessario , che i miei cari possano essere ricoverati in ospedali che dispongano delle strutture necessarie e dei farmaci indispensabili , che si possa andare a lavorare senza una perquisizione ,che si possa andare a trovare un amico che dista lontano . E sopratutto che io sia padrone della mia terra dove sono sono nato e vivo


Tutti coloro che invitano alla pace ,che pregano per la pace intendono lottare per una tale pace ? Oppure la pace per loro è un "cessate il fuoco"(espressione ambigua perchè dà il senso della guerra mentre si dovrebbe dire "cessate l'aggressione") e l'accettazione dopo la tempesta di un ripetuto e quotidiano servaggio , di altre umilianti vessazioni , di essere bersaglio di omicidi mirati (gli omicidi mirati sono per tutti i Palestinesi) e poi di una futura "punizione collettiva"


Coloro che invitano "le parti" a riprendere i dialoghi sono o degli idioti o degli astuti ingannatori perché i "dialoghi" sono serviti solo a dare l'immagine fittizia di un Israele tollerante e ben disposto verso le richieste palestinesi mentre continua era la violenza ,la prepotenza dell'esercito , l'ingresso di coloni ,l'abbattimento della case...


Chi si appella alla pace se vuole essere coerente deve pretendere la fuoruscita di Israele dalle terre occupate , l'abbattimento del Muro, il risarcimento dei danni fisici e morali provocati , il diritto al ritorno di profughi ,la fine dell'apartheid nello stato di Israele ...
E mentre in "occidente" deve continuare la lotta contro la propaganda sionista che si avvale di una molteplicità di strumenti per valorizzare il suo brand ( non solo stampa e tele ma anche musica ,arte e letteratura ...- consapevolmente usate come propaganda dal governo) E così anche il boicotaggio . E così anche la pressione di massa per sanzioni e disinvestimento .

E frattanto registriamo episodi di ribellione e di scontro in molte aree della Cisgiordania che sembrano dar vita ad una nuova intifada .


Movimenti giovanili hanno lanciato degli appelli per la formazione di comitati popolari che sappiano far fronte agli assalti dei coloni . 

Sta per nascere una nuova leadership che sappia chiudere con un'inconcludente ANP ? I partiti che sono stati alla guida delle precedenti intifada sapranno interpretare il malessere contro il nefasto status quo ?

E' un pò presto per dire se nascerà una terza intifada ma certo è che non si è sopita per niente la rabbia e l'aspirazione a buttare fuori di casa i colonizzatori sionisti

lunedì 21 luglio 2014

Mail del chirurgo norvegese Mads Gilbert dallo Shifa hospital, Gaza.

Mail del chirurgo norvegese Mads Gilbert dallo Shifa hospital, Gaza.

Mads Gilbert
Carissimi amici,

La notte scorsa è stata estrema. L'"invasione di terra" di Gaza ha provocato decine e vagoni di mutilati, lacerati, insanguinati, tremanti, moribondi - tutti i tipi di palestinesi feriti, di tutte le età, tutti civili, tutti innocenti.

Gli eroi nelle ambulanze e in tutti gli ospedali di Gaza stanno lavorando in turni di 12-24 ore, grigi dalla fatica e dai disumani carichi di lavoro (senza paga tutti quelli dell?ospedale Shifa da 4 mesi), si prendono cura, fanno il triage delle emergenze, cercano di capire qualcosa nell'incomprensibile caos di corpi, organi , taglie, arti, esseri umani che camminano, che non camminano, che respirano, che non respirano, che sanguinano, che non sanguinano. Esseri umani!

Ora, ancora una volta trattati come animali dall'"esercito più morale del mondo" (sic!).
Il mio rispetto per i feriti è infinita, nella loro contenuta determinazione in preda a dolore, agonia e shock; la mia ammirazione per il personale e i volontari è infinita, la mia vicinanza al "sumud" [resilienza] palestinese mi dà forza, anche se a occhiate voglio solo urlare, tenere qualcuno stretto, piangere, sentire l'odore della pelle e dei capelli del bambino caldo, coperto di sangue, proteggerci in un abbraccio senza fine - ma non possiamo permettercelo, né possono loro.

Volti grigio cenere - Oh NO! non un altro carico ancora di decine di mutilati e insanguinati, abbiamo ancora laghi di sangue sul pavimento nell'Emergency Room, mucchi di bende insanguinate gocciolanti da spazzare via - oh - addetti alle pulizie, ovunque, in fretta spalano sangue e tessuti di scarto , capelli, vestiti, cannule - gli avanzi della morte - tutto portato via ... per essere pronti ancora una volta, per ripetere tutto da capo. Più di 100 casi arrivati allo Shifa Hospital nelle ultime 24 ore, già? tanto  per un grande ospedale ben attrezzato con tutto, ma qui - quasi nulla: elettricità, acqua, materiale monouso, medicine o tavoli, strumenti, monitor - tutto arrugginito e come se preso da musei di vecchi ospedali. Ma non si lamentano questi eroi. Vanno avanti così? come guerrieri, a testa bassa, immensamente risoluti.

E mentre vi scrivo queste parole, da solo, su un letto, le mie lacrime scorrono, lacrime calde ma inutili, di dolore e di pena, di rabbia e di paura. Questo non sta accadendo!

Ed ecco, proprio ora, l'orchestra della macchina da guerra israeliana inizia la sua macabra sinfonia di nuovo, proprio ora: salve di artiglieria dalle navi della marina appena giù sulla spiaggia, gli F16 che ruggiscono, i droni nauseanti  (in arabo 'Zennanis', che mugolano), e gli Apache che creano scompiglio. Tutto fatto e pagato dagli Stati Uniti.

Obama - ce l'hai un cuore?

Ti invito - passa una notte - solo una notte - con noi nello Shifa Hospital. Travestito da addetto alle pulizie, magari. Sono convinto al 100% che cambierebbe la storia.  Nessuno con un cuore E potere potrebbe mai allontanarsi da una notte nello Shifa senza essere determinato a porre fine al massacro del popolo palestinese.

Ma i senza cuore e i senza pietà hanno fatto i loro calcoli e pianificato un altro assalto "dahyia" [la dottrina elaborata dal generale israeliano Gadi Eizenkot dell'infliggere la massima sofferenza alla popolazione civile come metodo di deterrenza] a Gaza.

I fiumi di sangue potranno continuare a scorrere la notte a venire. Posso sentire che hanno sintonizzato i loro strumenti di morte.

Per favore. Fate quello che potete. Questo, questo non può continuare.

Mads
Gaza, Palestina Occupata

Mads Gilbert MD PhD
Professor and Clinical Head
Clinic of Emergency Medicine
University Hospital of North Norway
N-9038 Tromsø, Norway
Mobile: +4790878740


Shifa Hospital, Gaza


Dearest friends -
The last night was extreme. The "ground invasion" of Gaza resulted in scores and carloads with maimed, torn apart, bleeding, shivering, dying - all sorts of injured Palestinians, all ages, all civilians, all innocent.
The heroes in the ambulances and in all of Gaza's hospitals are working 12-24hrs shifts, grey from fatigue and inhuman workloads (without payment all in Shifa for the last 4 months), they care, triage, try to understand the incomprehensible chaos of bodies, sizes, limbs, walking, not walking, breathing, not breathing, bleeding, not bleeding humans. HUMANS!
Now, once more treated like animals by "the most moral army in the world" (sic!).
My respect for the wounded is endless, in their contained determination in the midst of pain, agony and shock; my admiration for the staff and volunteers is endless, my closeness to the Palestinian "sumud" gives me strength, although in glimpses I just want to scream, hold someone tight, cry, smell the skin and hair of the warm child, covered in blood, protect ourselves in an endless embrace - but we cannot afford that, nor can they.
Ashy grey faces - Oh NO! not one more load of tens of maimed and bleeding, we still have lakes of blood on the floor in the ER, piles of dripping, blood-soaked bandages to clear out - oh - the cleaners, everywhere, swiftly shovelling the blood and discarded tissues, hair, clothes,cannulas - the leftovers from death - all taken away...to be prepared again, to be repeated all over. More then 100 cases came to Shifa last 24 hrs. enough for a large well trained hospital with everything, but here - almost nothing: electricity, water, disposables, drugs, OR-tables, instruments, monitors - all rusted and  as if taken from museums of yesterdays hospitals.But they do not complain, these heroes. They get on with it, like warriors, head on, enormous resolute.t

And as I write these words to you, alone, on a bed, my tears flows, the warm but useless tears of pain and grief, of anger and fear. This is not happening!
An then, just now, the orchestra of the Israeli war-machine starts its gruesome symphony again, just now: salvos of artillery from the navy boats just down on the shores, the roaring F16, the sickening drones (Arabic 'Zennanis', the hummers), and the cluttering Apaches. So much made and paid in and by US.
Mr. Obama - do you have a heart?
I invite you - spend one night - just one night - with us in Shifa. Disguised as a cleaner, maybe.
I am convinced, 100%, it would change history.
Nobody with a heart AND power could ever walk away from a night in Shifa without being determined to end the slaughter of the Palestinian people.
But the heartless and merciless have done their calculations and planned another "dahyia" onslaught on Gaza.
The rivers of blood will keep running the coming night. I can hear they have tuned their instruments of death.
Please. Do what you can. This, THIS cannot continue.
Mads
Gaza, Occupied Palestine



Mads Gilbert MD PhD
Professor and Clinical Head
Clinic of Emergency Medicine
University Hospital of North Norway
N-9038 Tromsø, Norway
Mobile: +4790878740

Malaysian Airlines MH17: Gli Stati Uniti intensificano le minacce alla Russia per il crash Ucraino

Malaysian Airlines MH17: Gli Stati Uniti  intensificano le minacce alla Russia per il crash  Ucraino
By Alex Lantier 
wsws.org
tradusiu editau
de Sa Defenza

L'amministrazione Obama sta intensificando la sua campagna di propaganda contro la Russia e i separatisti filo-russi dopo l'abbattimento del volo MH17 del Malaysian Airlines. Anche se è chiaro che gli Stati Uniti non sa come sia accaduto il crash  dell'MH17, ne conosce  il ruolo che la Russia ha giocato nella tragedia, i funzionari dell'amministrazione Obama stanno usando la crisi per emettere ripetuti ultimatum al governo russo.


Il Segretario di Stato americano John Kerry ha fatto più apparizioni televisive Domenica, rilasciando dichiarazioni bellicose e minacciose. L'abbattimento della compagnia aerea è stato un "il momento della verità" per il presidente russo Vladimir Putin, ha detto a Fox News.
Kerry ha accusa la Russia di aver fornito le armi per il "caso" ai ribelli filo-russi dell'Ucraina  orientale che avrebbero potuto essere utilizzati per abbattere l'MH17.
"C'è stato un convoglio diverse settimane fa, di circa 150 veicoli corazzati da trasporto truppe, lanciarazzi multipli, carri armati, artiglieria, ognuno dei quali è passato dalla Russia alla parte orientale dell'Ucraina ed è stato consegnato al separatisti", ha detto Kerry  alla CNN . "Quindi c'è una quantità enorme di prove, ancora più di quanto ho appena documentato, che punta al coinvolgimento della Russia nella fornitura di questi sistemi, e della formazione del personale su loro."
Anche se le affermazioni di Kerry fossero vere e la Russia avesse fornito armi in grado di abbattere MH17, ciò non prova che le forze dell'est ucraino abbiano abbattuto l'aereo. Citando Mark Galeotti del "New York University's Center for Global Affairs", ha detto alla CNN che "le prove sono in gran parte indiziarie. Le immagini della NATO non hanno mostrato che i carri armati effettivamente attraversano l'Ucraina".
Alla domanda della CNN se la Russia fosse "colpevole" nello schianto MH17, Kerry ha rifiutato di rispondere. "Sai, la colpevolezza è un termine giudiziario, e la gente non può farsi dei giudizi solo su ciò che leggono. Ecco perché abbiamo chiesto una indagine vera e propria," ha detto.
L'avventatezza delle affermazioni di Kerry è sconcertante. Il Top diplomatico degli Stati Uniti insinua che la Russia potrebbe aver aiutato l'abbattimento del MH17, e allo stesso tempo si emettono minacce di sanzioni internazionali contro la Russia e si soffia sull'escalation della guerra civile in Ucraina in una più larga guerra globale. Mentre avanza queste accuse,  ammette anche, che, l'amministrazione in realtà non sa cosa sia accaduto.
In realtà, l'amministrazione Obama, non ha elementi di fatto, su che cosa è realmente accaduto e  su chi ha abbattuto l'MH17. L'evento è stato usato per raggiungere obiettivi politici di vecchia data. Washington ha continuato a sfruttare i problemi del passato, sulla pressione della Russia sugli alleati degli imperialisti USA in Europa  per far coincidere con la linea politica estera degli Stati Uniti.
Parlando alla CNN, US Senate Intelligence Committee il Presidente Dianne Feinstein (Democratico della California) ha chiesto "all'uomo" Putin di confessare se hanno abbattuto l'MH17. Ha detto, "Penso che il nesso tra la Russia e i separatisti sono stabiliti in modo molto chiaro. Quindi il problema è: dove è Putin?  Si dovrebbe parlare al mondo. Si dovrebbe dire se questo è stato un errore come dicono, e cosa che mi auguro sia'".
Feinstein ha anche invitato l'Unione europea a imporre sanzioni economiche profonde contro la Russia: "Penso che l'Europa deve associarsi a Noi. Penso alla Germania, in particolare, deve guidare l'iniziativa per continuare con le sanzioni. E 'difficile per Lei, perché ha bisogno delle esportazioni russe, ma è necessario . "
La Gran Bretagna, Germania e Francia hanno annunciato che avrebbero aumentato le sanzioni contro la Russia per l'incidente aereo, lo decideranno in un incontro europeo tra i ministri degli Esteri, UE, Martedì.
Ministro degli Esteri britannico Philip Hammond ha detto, Domenica, che la Russia "rischia di diventare uno Stato paria, se non si comporta correttamente."
Alludendo alle divisioni in Europa sulla politica verso la Russia, e in particolare, la riluttanza di settori dell'establishment politico tedesco a seguire di pari passo gli USAHammond ha detto: "Alcuni dei nostri alleati europei sono meno entusiasti, e spero che lo shock di questa incidente li vedrà ora più impegnati, più disposti a intraprendere le azioni necessarie contro i russi, che imparino che quando si fanno questo genere di cose ne devono subire le conseguenze. "
Mentre preme per la sua campagna di propaganda, contro la Russia, gli Stati Uniti sembrano porre la copertura su ciò che è realmente accaduto. Nei commenti di Venerdì in cui si denunciava la Russia, Obama ha fatto riferimento particolare alla "disinformazione" sul crash del MH17, dicendo che era necessario per la gente di "vagliare ciò che è basato su cose oggettive e ciò che è semplicemente speculazione."
Gli USA ritengono che la Russia è politicamente responsabile per l'incidente di MH17Se l'aereo è stato abbattuto da un missile sparato dalle forze armate ucraine o da quelle vicino ai russi, la responsabilità fondamentale di questa tragedia incombe su Washington, Berlino e dei loro alleati europei. La guerra civile che infuria nella zona est dell'Ucraina, in cui l'uno o l'altro dei lati ha abbattuto l'aereo di linea, è stato provocato da loro sostegno all'instaurazione di un regime di estrema destra ucraino, filo-occidentale, attraverso il golpe nazista del 22 febbraio a Kiev.
Da allora, funzionari della CIA, mercenari della ditta precedentemente conosciuto come Blackwater, e agenti dei servizi segreti europei hanno lavorato a stretto contatto con le milizie naziste ucraine, come Praviy Sector  o Azov Battallion, ad attaccare e terrorizzare città ucraine dell'est. Non è chiaro quanto la Casa Bianca, che ha già affermato che la CIA spiava funzionari tedeschi e le agenzie di intelligence senza dire nulla a Obama, conosca queste attività.
In queste condizioni, è impossibile porre la fiducia in qualsiasi dichiarazione proveniente da parte dell'amministrazione Obama circa l'incidente MH17Mentre le forze filo-russe avrebbero sparato verso il basso, è anche possibile che le forze armate ucraine o milizie fasciste, in collaborazione con le unità di intelligence occidentali o gruppi mercenari, abbiano abbattuto l'aereo e dato la colpa alle forze filo-russe.
Significativamente, quali relazioni sono emerse in merito a batterie di missili attivi nella regione al momento del punto di caduta del MH17, non coinvolgimento della Russia, ma del regime sostenuto dagli Stati Uniti a Kiev.
L'Intelligence Usa ha sostenuto che i satelliti spia statunitensi sull'Ucraina hanno rilevato una batteria di missili SA-11 Buk sparare un missile poco prima che l'MH17 si schiantasse al suolo. Sia le unità russe che ucraine dell'esercito hanno in campo batterie di missili BUK, che sono stati originariamente concepiti in Unione Sovietica. Il regime di Kiev ha successivamente rilasciato un video clip di una batteria di missili Buk, cui afferma  sia stato ricoverato verso il confine con la Russia dopo l'attacco, in apparenza in modo da sottrarli all'individuazione dopo la ripresa della caduta del MH17.
Secondo la televisione russa, riportato dalla NBC News, il numero di serie sul lanciamissili in questione -312-, ha dimostrato che è gestito dall'esercito ucraino.

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte sadefenza e l'autore della traduzione Vàturu   

Obama decreta la morte del Mediterraneo con l’affondamento delle armi chimiche siriane

Obama decreta la morte del Mediterraneo con l’affondamento delle armi chimiche siriane

gloria.tv

Questo è l'episodio dell'iprite affondata nel porto di Bari alla fine della II Guerra Mondiale, di cui Lannes parla nel suo articolo:

di Gianni Lannes

Finalmente una bella notizia. Le armi chimiche siriane saranno trattate con l’idrolisi e poi affondate tra Malta, Grecia e Italia. Prima però saranno stoccate in Calabria, l’area a maggior rischio sismico e idrogeologico d’Italia che trema quotidianamente sotto i colpi del bombardamento chimico (chemtrails) e delle iniezioni ionosferiche di onde Elf nella parte superficiale della crosta terrestre. Tranquilli: l’approdo dell’arsenale bellico sarà a Gioia Tauro, area di pertinenza esclusiva della ‘Ndrangheta, la più pericolosa organizzazione criminale italiana al soldo spesso dello Stato tricolore per il lavoro sporco commissionato dai nostrani servizi segreti, ...

... come ha rivelato qualche anno fa un generale dei carabinieri (operativo nel servizio di intelligence), durante un’audizione sottoposta ovviamente a segreto di Stato.

Dunque, una miriade di ordigni tossici estremamente pericolosi per l’ambiente, minaccia la salute pubblica e l’economia delle nazioni mediterranee. L’arsenale chimico della Siria inizialmente era destinato a essere neutralizzato in Albania ma, dopo le forti proteste pubbliche il governo di Tirana è stato costretto – suo malgrado rinunciando ad un cospicuo gruzzoletto in dollaroni dello zio Sam – a declinare l’offerta, e cosi questo arsenale proibito dalle convenzioni internazionali, delle normative nazionali nonché del buon senso biologico, sarà affondato nella zona di mare ad ovest di Creta, con la connivenza criminale delle autorità di Grecia, Italia e Malta. Tra l’altro in Europa è in vigore la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con legge 108 nel 2001) che sulla carte dovrebbe consentire alle popolazioni interessate di arrestare questa pericolosa manovra degli Stati Uniti d’America.

Il primo allarme è stato lanciato dagli scienziati di Democritos (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) di Atene e del Politecnico di Creta che parlano di «completa distruzione dell’ecosistema e del turismo». Secondo il collaboratore scientifico di Democritos ed ex presidente dell’Unione dei Chimici Greci, Nikos Katsaros, «se una tale neutralizzazione delle armi chimiche verrà effettuata tramite il processo di idrolisi, si può parlare di uno scenario da incubo. Si tratta di un metodo estremamente pericoloso con conseguenze imprevedibili per l’ambiente mediterraneo e i popoli vicini». Questi effetti saranno la necrosi completa dell’ambiente interessato e l’inquinamento finale del Mediterraneo. Il pesce sarà avvelenato dalla contaminazione così come la popolazione che lo consumerà. Solitamente le sostanze chimiche vengono distrutte mediante combustione in aree specifiche, dotate di opportune infrastrutture presenti in: Stati Uniti, Germania, Francia, Russia e Cina. In questo caso però, trattandosi di un problema politico, nessuno vuole assumersi la responsabilità. Così ricorrono al metodo di idrolisi in mare aperto nonostante, per ammissione indiretta dei nordamericani stessi, questo metodo sia particolarmente pericoloso: infatti, il mare Mediterraneo è stato scelto proprio perché chiuso. Di un grave rischio parla il professor Evangelos Gidarakos del Politecnico di Creta, che ha lanciato l’allarme alle indifferenti autorità elleniche:«Queste sostanze chimiche sono miscele di sostanze pericolose e tossiche, che non sono in grado di essere inattivate in modo da non causare danni agli organismi viventi solo con questo metodo».

Secondo annunci ufficiali, le armi chimiche, dopo essere trasportate dalla Siria, saranno caricate in Italia nella nave battente bandiera U.S.A. Cape Ray e saranno inabissate tra Malta, Libia e Creta. La procedura per l’occultamento dell’arsenale chimico della Siria dovrebbe durare circa tre mesi. Non vengono forniti ulteriori dettagli. Secondo il professor Gidarakos «L’armamento chimico della Siria consiste di due parti. Esistono 1.250 tonnellate di armamenti ‘principali’ come i gas sarin e i gas mostarda ed altre 1.230 tonnellate di sostanze precursori che sono utilizzate per la fabbricazione delle armi vere e proprie. Queste sostanze, principalmente composti chimici di cloro e fluoro, sono di per sé altamente velenose e tossiche. E poi esiste una gamma di altre sostanze acquistate dalla Siria dopo l’embargo per cui sono sia di provenienza sia di natura ignota. Anche prendendo per buone le 1.500 tonnellate ufficialmente dichiarate, non credo che tutto possa essere concluso in soli tre mesi. Ci vorrà probabilmente il triplo di questo tempo, sempre che non succedano degli spiacevoli imprevisti Tutta questa storia ricorda molto un’operazione militare ed ha poco di scientifico».
Il professor Gidarakos sostiene che l’idrolisi di tutto questo quantitativo pericoloso produrrà una terza componente tossica che sarà formata direttamente.



domenica 20 luglio 2014

L'esperto: poteva anche non esserci lo scontro diretto tra "Buk" e Boeing

L'esperto: poteva anche non esserci lo scontro diretto tra "Buk" e Boeing

L'esperto: poteva anche non esserci lo scontro diretto tra "Buk" e Boeing

Giovedì scorso tutti sono stati colpiti dalla notizia del disastro aereo del Boeing-777 della compagnia aerea Malaysia Airlines, a bordo del quale si trovavano 280 passeggeri e 15 membri dell'equipaggio.

L'aereo, secondo i dati ufficiali, è stato abbattuto da un missile "Buk" nell'area a ridosso del confine tra l'Ucraina e la Russia sulla rotta dall'Olanda in Malesia. Di questo missile stiamo parlando oggi con Nelson Francisco During, ingegnere e giornalista, redattore del sito Defesanet, specialista nel campo degli armamenti.
- Che cosa è il missile "Buk" che ha abbattuto l'aereo malese?
- Il Missile “Buk” è un’evoluzione dei missili “Kub”, diventati famosi durante la guerra nel Medio Oriente. I missili “Buk” possono colpire bersagli alle quote fino a 12 mila metri. Quindi, con la massima gittata il missile è in grado di abbattere un aereo che vola alla quota di crociera degli aerei di linea, cioè, appunto, alla quota di 12-14 mila metri.
- Lo scontro di questo missile con un velivolo è fatale?
- Poteva anche non esserci stato uno scontro diretto. Molti ritengono che un missile deve obbligatoriamente scontrarsi con un velivolo. E' dotato di rilevatore d'avvicinamento. Se il rilevatore segna che il bersaglio è vicino allora il missile esplode, lanciando frammenti metallici in tutte le direzioni. I frammenti e l'esplosione stessa sono sufficienti per far precipitare un velivolo commerciale indifeso.
- Molti si pongono la domanda se il comandante avesse potuto cambiare la rotta visto che per tutta la settimana circolavano le notizie sugli scontri al ridosso del confine tra l'Ucraina e la Russia, sugli spari e sui proiettili finiti sul territorio della Russia. In questo caso il comandante del velivolo avrebbe potuto autonomamente cambiare la rotta?
- Non so se avesse ricevuto la notifica dalle autorità aeree internazionali o da una fonte legata all'ONU, che sulla rotta si trovasse un'area problematica. Anche se però su un determinato territorio è in corso un conflitto un aereo vola a una determinata quota. Si sapeva di lanciamissili mobili. Questi missili hanno la gittata fino alla quota di 2-4 mila metri e non avrebbero potuto abbattere l'aereo che volava alla quota di 12-14 mila metri. Dunque c'era uno spazio sicuro abbastanza grande. Non ci sarebbero dovuti essere dei problemi. Se per qualche motivo il comandante avesse cambiato rotta ne avrebbe dovuto notificare le autorità locali. In tal caso sarebbe stato adottato un piano particolare per il cambio di rotta poiché esistono delle aree sopra le quali i voli sono vietati per motivi di sicurezza. Si tratta di reattori nucleari oppure dei territori utilizzati per garantire la sicurezza militare, i movimenti di carattere militare. Il comandante del velivolo ha un preciso piano di volo, la rotta, le quote, che lui deve seguire. L'intera identificazione dell'aereo, il numero di bordo, il segno identificativo Malaysia Airlines, tutto ciò si riflette nel modo ottimale sui radar.
- Se invece l'aereo avesse seguito la rotta diretta, in quel caso avrebbe potuto evitare il volo sopra i territori dell'Ucraina e della Russia?
- Quando noi guardiamo il cielo ci sembra che sia limpido e che non vi succeda nulla. Invece non è così. Esiste una moltitudine di forti correnti d'aria che hanno un impatto sulla navigazione aerea. Il caso più famoso sono attraversamenti dell'Oceano Pacifico quando gli aerei decollano, ad esempio, nel Giappone o a Vladivostok, dirigendosi negli USA, fanno la deviazione, allungando la rotta quasi fino al Polo Sud o al Polo Nord per poi ritornare. Poiché sopra l'Oceano Pacifico prevalgono venti che soffiano dagli USA nella direzione dell'Asia. Qualcosa di simile avviene in diverse regioni. Esiste anche la questione delle aree di supporto. In alcune regioni il supporto dei radar non è così forte oppure non sono sufficienti le piste ausiliari di decollo e di atterraggio. Esistono anche le considerazioni politiche: un paese può chiudere il proprio spazio aereo per i voli e allora dovrà essere sorvolato. Cosicché esistono le condizioni meteorologiche e politiche per via delle quali a volte i voli sulla traiettoria diretta sono impossibili.

THE WAR OF GAS IS EXTENDED TO THE EAST.. LA GUERRA DEL GAS SI ESTENDE AL LEVANTE

 THE WAR OF GAS IS EXTENDED TO THE EAST

Thierry Meyssan
English version of
Mihaela Bruja
editau de Sa Defenza





.......(a very interesting analysis)

After three years of war against Syria, the "West" have deliberately extended their offensive against Iraq and then to Palestine. Behind the apparent contradictions between political parties, religious and lay solid economic interests explain this strategy. In the Levant, numerous groups have changed several times the field, but the gas fields are always the same.
Since every war is waged by a coalition, it is natural that it has multiple objectives, so as to meet the specific interests of each member of the coalition.
From this point of view, the fighting now raging in Palestine, Syria and Iraq have in common the fact of being led by a block formed by the United States against the peoples that are resistant to them, the fact of pursuing the restructuring plan of the "Broader Middle East" (Greater Middle East), as well as the fact to change the global energy market.
About this last point, two things can change: the gas pipeline route and the exploitation of new deposits.

The war for the control of pipelines in Iraq

Since the beginning of the war against Syria, NATO seeks to cut the line Tehran-Damascus (NIORDC, INPC) for the benefit of the paths that allow to carry on the Syrian coast and the gas from Qatar (Exxon-Mobil), and that of 'Saudi Arabia (Aramco).
A decisive step in this direction was taken with the offensive in Iraq, the Islamic Emirate, which has the country divided longitudinally and separated Iran on one side and Syria, Lebanon and Palestine on the other.
This objective visible determines who will sell its gas to Europe and, depending on the extent of the supply, the price at which you can sell it. This is enough to explain why the three major gas exporters (Russia, Iran and Qatar) are involved in this war.

The war of conquest of the Syrian gas

NATO has added a second goal: the control of gas reserves in the Levant and their exploitation. If all known for decades that the Southern Mediterranean contains vast deposits of gas in the territorial waters of Egypt, Israel, Palestine, Lebanon, Syria, Turkey and Cyprus, only the "West" since 2003 knew how these deposits were distributed and how were extended under the continent.
As revealed by Professor Imad Fawzi Shueibi . At the time, a Norwegian company, Ansis, legally conducted in Syria a survey of the country, in collaboration with the national oil company. Ansis has also worked with another Norwegian company, Sagex. Both have a corrupt intelligence officer, secretly conducted research in three directions and have discovered the incredible extent of the Syrian reservation. They are more important than those of Qatar.
Subsequently, Ansis was acquired by Veritas SSGT, a Franco-American company based in London. The data were immediately revealed to the French, American, British and Israeli, who soon ended their alliance to destroy Syria and steal its gas.
After transferring, in 2010, France and the United Kingdom, the task of re-colonize Syria, the United States has created a coalition called "Friends of Syria". It convened a "Working Group on economic reconstruction and development," which met in May 2012 in the United Arab Emirates, under the German Presidency.
Sixty countries were divided on that occasion cake that had not yet conquered. Naturally, most of the participants ignored the discoveries Ansis and Sagex. The Syrian National Council was represented in the working group, Osama al-Kadi, already responsible for the implementation of military strategy in the energy market at the British Gas.
Only in the summer of 2013, the Syrian government has been informed of the findings of Ansis and SOGEX, including the way in which Washington was able to compose the coalition that sought to destroy the country. Since that time, President Bashar al-Assad has signed contracts with Russian companies for the future exploitation of mineral deposits.

The gas in Israel, Palestine and Lebanon

For its part, the British Gas explored deposits Palestinians, but Israel was opposed to their exploitation fearing that serve the proceeds to buy weapons.
In July 2007, Tony Blair, the new special envoy of the Quartet (UN, EU, Russia, the United States), negotiated an agreement between Palestinians and Israelis that allowed to exploit the deposits Marine-1 and Gaza Marine-2. The prime minister of the Palestinian Authority, Salam Fayyad, agreed that British Gas would pay the royalties owed to the Palestinian Authority to a bank account controlled by London and Washington, ensuring that this money was used for economic development.
At the time, the former chief of staff of the Israeli army, General Moshe Ya'alon, published a sensational speech on the website of the Jerusalem Center for Public Affairs, in which he observed that this agreement did not resolve the problem, because in ultimately Hamas would still tap a portion of that money as long as he remained in power in Gaza. He concluded that the only way to make sure this does not manna financed the resistance was to launch a "global military operation to uproot Hamas from Gaza."
In October 2010, things are further complicated by the discovery, by Noble Energy Inc., a mega-gas field offshore Leviathan, in Israeli territorial waters and Lebanese deposit to be added to the discovered by British Gas in 2001, Tamar.
Lebanon, at the suggestion of Hezbollah, he immediately engaged the United Nations and asserted his rights of exploitation. However, Israel has started extracting gas from these reserves ignoring common objections Lebanese.

The war for the Palestinian gas

The current Israeli offensive in Gaza responds to different objectives. First, the Mossad has organized the announcement of the kidnapping and death of three young Israelis to prevent the Knesset to enact a law that prohibits the release of "terrorists." Then, the current defense minister, Gen. Moshe Ya'alon, he used the pretext of the abduction to launch an offensive against Hamas, applying its own analysis in 2007.
The new Egyptian president, General Abdel Fattah al-Sisi, was hired as a consultant Tony Blair, however, shall resign from his position as representative of the Quartet. In line with the defense of the interests of British Gas, then suggested a "peace initiative" totally unacceptable to the Palestinians, who have in fact declined, while Israel has accepted it. This move is clearly intended to provide an opportunity for the IDF to continue its offensive to "uproot Hamas from Gaza." It is not irrelevant that Tony Blair, for this work, is not remunerated from Egypt, but the United Arab Emirates.
As always, Iran and Syria have supported the Palestinian Resistance (Hamas and Islamic Jihad). So they have also been shown to Tel Aviv to have the ability to hurt him in Palestine as much as it has done to them in Iraq with the intrusion of the Islamic Emirate and the Barzani clan.
Only by reading the events in key energy enables to understand them. Why is not politically in Israel's interest to destroy quell'Hamas that it has itself helped to create to resize Al-Fatah. Nor is it in the interest of Syria to help him resist, since it is allied with NATO and has sent jihadists to fight against the country. The time of the "Arab Spring", which was to bring to power the Muslim Brotherhood (of which Hamas is the Palestinian branch) in all Arab countries, has passed. Ultimately Anglo-Saxon imperialism is increasingly driven by economic ambitions in defiance of logic that requires local policies. The split that characterizes a stable Arab world is not between secular and religious parties, but between the resistant and Collaborators imperialism.
(by Thierry Meyssan)



LA GUERRA DEL GAS SI ESTENDE AL LEVANTE
megachip
Traduzione di Luisa Martini


Dopo tre anni di guerra contro la Siria, gli "Occidentali" hanno deliberatamente esteso la loro offensiva all'Iraq e poi alla Palestina. Dietro le apparenti contraddizioni politiche tra partiti religiosi e laici, solidi interessi economici spiegano questa strategia. Nel Levante, numerosi gruppi hanno cambiato più volte campo, ma i giacimenti di gas sono sempre quelli.Poiché ogni guerra è intrapresa da una coalizione, è naturale che essa abbia molteplici obiettivi, in modo da soddisfare gli interessi specifici di ciascun membro della coalizione.
Da questo punto di vista, i combattimenti che ora infuriano in Palestina, in Siria e in Iraq hanno in comune il fatto di essere guidati da un blocco formato dagli Stati Uniti contro i popoli che a loro resistono, il fatto di perseguire il piano di ristrutturazione del "Medio Oriente Allargato" (Greater Middle East), nonché il fatto di modificare il mercato globale dell'energia.


A proposito di questo ultimo punto, due cose possono cambiare: il tracciato dei gasdotti e lo sfruttamento di nuovi giacimenti.


La guerra di controllo delle condutture in Iraq

Dall'inizio della guerra contro la Siria, la NATO cerca di tagliare la linea Teheran-Damasco (NIORDC, INPC) a beneficio dei percorsi che permettano di trasportare sulla costa siriana sia il gas del Qatar (Exxon-Mobil), sia quello dell'Arabia Saudita (Aramco).
Un passo decisivo in tal senso è stato compiuto con l'offensiva in Iraq dell'Emirato islamico, che ha diviso longitudinalmente il Paese e ha separato l'Iran da una parte e Siria, Libano e Palestina dall'altra.


Questo obiettivo visibile determina chi venderà il proprio gas in Europa e, a seconda dell'entità della fornitura, a quale prezzo potrà venderlo. Questo basta a spiegare come mai i tre principali esportatori di gas (Russia, Qatar e Iran) siano coinvolti in questa guerra.


La guerra di conquista del gas siriano

La NATO ha aggiunto un secondo obiettivo: il controllo delle riserve di gas del Levante e il loro sfruttamento. Se tutti sanno da decenni che il Mediterraneo meridionale contiene vasti giacimenti di gas nelle acque territoriali di Egitto, Israele, Palestina, Libano, Siria, Turchia e Cipro, soltanto gli "Occidentali" sapevano fin dal 2003 in che modo questi giacimenti erano distribuiti e come si prolungavano sotto il continente.

Come ha rivelato il professor Imad Fawzi Shueibi , all'epoca, una società norvegese, Ansis, ha legalmente condotto in Siria un sondaggio del Paese, in collaborazione con la compagnia petrolifera nazionale. Ansis ha lavorato anche con un'altra società norvegese, Sagex. Entrambe hanno corrotto un funzionario dell'intelligence, hanno condotto segretamente ricerche in tre direzioni e hanno scoperto l'incredibile estensione delle riserve siriane. Sono più importanti di quelle del Qatar.


Successivamente, Ansis è stata acquisita da Veritas SSGT, una società franco-statunitense con sede a Londra. I dati sono stati immediatamente rivelati al governi francese, statunitense, britannico e israeliano, che hanno ben presto concluso la loro alleanza per distruggere la Siria e rubare il suo gas.


Dopo aver affidato, nel 2010, alla Francia e al Regno Unito il compito di ricolonizzare la Siria, gli Stati Uniti hanno creato una coalizione denominata «Amici della Siria». Essa convocò un «Gruppo di lavoro sulla ricostruzione economica e lo sviluppo» riunitosi nel maggio 2012 negli Emirati Arabi Uniti, sotto la presidenza tedesca.


Una sessantina di Paesi si sono di
visi in quell'occasione la torta che non avevano ancora conquistato. Naturalmente, la maggior parte dei partecipanti ignorava le scoperte di Ansis e Sagex. Il Consiglio nazionale siriano era rappresentato, in quel gruppo di lavoro, da Osama al-Kadi, già responsabile dell'applicazione di strategie militari nel mercato dell'energia presso la British Gas.

Soltanto nell'estate 2013 il governo siriano è stato informato delle scoperte di Ansis e Sogex, compreso anche il modo in cui Washington era riuscita a comporre la coalizione che tentava di distruggere il Paese. Da quel momento, il presidente Bashar al-Assad ha firmato contratti con società russe per il futuro sfruttamento dei giacimenti.

Il gas in Israele, in Palestina e nel Libano

Da parte sua, la British Gas esplorava i giacimenti palestinesi, ma Israele si opponeva al loro sfruttamento temendo che i proventi servissero per acquistare armi.

Nel luglio 2007 Tony Blair, nuovo inviato speciale del Quartetto (ONU, Unione Europea, Russia, Stati Uniti), negoziò tra Palestinesi e Israeliani un accordo che permetteva di sfruttare i giacimenti Marine-1 e Marine-2 a Gaza. Il primo ministro dell'Autorità palestinese, Salam Fayyad, accettò che la British Gas pagasse le royalties dovute all'Autorità palestinese su un conto bancario controllato da Londra e da Washington, a garanzia che questo denaro fosse utilizzato per lo sviluppo economico.


All'epoca, l'ex capo di stato maggiore dell'esercito israeliano, il generale Moshe Ya'alon, pubblicò un intervento clamoroso sul sito web del Jerusalem Center for Public Affairs, in cui osservava che questo accordo non risolveva il problema, perché in ultima analisi ad Hamas sarebbe comunque toccata una parte di quel denaro finché fosse rimasto al potere a Gaza. Concludeva che l'unico modo per assicurarsi che questa manna non finanziasse la Resistenza era di lanciare una «operazione militare globale per sradicare Hamas da Gaza».


Nell'ottobre 2010 le cose si sono ulteriormente complicate con la scoperta, da parte della Noble Energy Inc., di un mega-giacimento di gas off- shore, il Leviathan, in acque territoriali israeliane e libanesi, giacimento che va ad aggiungersi a quello scoperto da British Gas nel 2001, Tamar.


Il Libano, dietro suggerimento di Hezbollah, ha immediatamente coinvolto le Nazioni Unite e fatto valere i suoi diritti di sfruttamento. Tuttavia, Israele ha iniziato l'estrazione di gas da queste riserve comuni ignorando le obiezioni libanesi.

La guerra per il gas palestinese

L'attuale offensiva israeliana in corso a Gaza risponde a diversi obiettivi. In primo luogo, il Mossad ha organizzato l'annuncio del rapimento e della morte di tre giovani israeliani in modo da impedire alla Knesset di adottare una legge che proibisca di liberare dei "terroristi" . Poi, l'attuale ministro della Difesa, il generale Moshe Ya'alon, ha usato il pretesto del rapimento per lanciare un'offensiva contro Hamas, applicando proprio la sua analisi del 2007.

Il nuovo presidente egiziano, il generale Abdel Fattah al-Sisi, ha ingaggiato come consulente Tony Blair, senza tuttavia che questi si dimettesse dalla sua posizione di rappresentante del Quartetto. In linea con la difesa degli interessi di British Gas, ha poi suggerito una "iniziativa di pace" totalmente inaccettabile per i Palestinesi, che infatti hanno rifiutato, mentre Israele l'ha accettata. Questa mossa mira chiaramente a fornire l'occasione a Tsahal di continuare la sua offensiva per «sradicare Hamas da Gaza». Non è irrilevante il fatto che Tony Blair, per questo lavoro, non sia remunerato dall'Egitto, ma dagli Emirati Arabi Uniti.


Come sempre, l'Iran e la Siria hanno sostenuto la Resistenza palestinese (Jihad islamica e Hamas). Così hanno anche mostrato a Tel Aviv di avere la capacità di fargli male in Palestina tanto quanto esso ne ha fatto a loro in Iraq con l'intromissione dell'Emirato Islamico e del clan dei Barzani.


Soltanto la lettura degli avvenimenti in chiave energetica permette di comprenderli. Perché non è politicamente nell'interesse di Israele distruggere quell'Hamas che esso stesso ha contribuito a creare per ridimensionare Al-Fatah. Non è nemmeno nell'interesse della Siria di aiutarlo a resistere, dal momento che si è alleato con la NATO e ha inviato jihadisti a combattere contro il Paese. Il tempo della "primavera araba", che doveva portare al potere i Fratelli Musulmani (di cui Hamas è il ramo palestinese) in tutti i paesi arabi, è passato. 


In definitiva l'imperialismo anglosassone è sempre mosso da ambizioni economiche che impone in spregio alle logiche politiche locali. La scissione che caratterizza stabilmente il mondo arabo non è quella tra partiti religiosi e laici, ma quella tra Resistenti e Collaboratori all'imperialismo

NOTE:
[1] «La guerre en Syrie : une guerre pour l'énergie?» di Alexandre Latsa, RIA Novosti/Réseau Voltaire, 18 settembre 2013.
[2] «Jihadismo e industria petrolifera», di Thierry Meyssan, Al-Watan/Rete Voltaire , 23 giugno 2014.
[3] L'obiettivo non è nuovo, si vedano: "L'arte della guerra. Siria: la NATO mira al gasdotto"; "Siria: la corsa all'oro nero" di Manlio Dinucci, Il Manifesto/Rete Voltaire, 10 ottobre 2012 e 2 aprile 2013.
[4] "Syrie: 10 ans de résistance", un programma in sei puntate ideato e prodotto da Thierry Meyssan, TV satellitare siriana, giugno 2014 La versione disponibile in rete è quasi intermanete in francese o sottotitolata in francese, tranne gli interventi del generale Wesley Clark, di Alfredo Jalife e del generale Leonid Ivashov. Altrimenti, il professor Shueibi aveva già fornito una panoramica della questione prima di essere informato delle scoperte di Ansis e Sagex: "La Siria, al centro della guerra del gas in Medio Oriente," di Imad Fawzi Shueibi, Rete Voltaire, 8 maggio 2012.
[5] «Les «Amis de la Syrie» se partagent l'économie syrienne avant de l'avoir conquise» ("Gli 'Amici della Siria' si spartiscono l'economia siriana prima di averla conquistata", NdT) a cura del German Foreign Policy, Horizons et débats/Réseau Voltaire, 14 giugno 2012.
[6] «Does the Prospective Purchase of British Gas from Gaza Threaten Israel's National Security ?» ("Il futuro acquisto di British Gas da Gaza minaccia la sicurezza nazionale di Israele?", NdT), a cura del tenente-Gen. (in congedo) Moshe Yaalon, Jerusalem Center for Public Affairs, 19 Ottobre 2007. «Ya'alon : British Gas natural gas deal in Gaza will finance terror» ("Ya'alon: L'accordo British Gas sul gas naturale a Gaza finanzierà il terrorismo", NdT) di Avi Bar-Eli,Haaretz.
[7] "Gas e petrolio, il bacino di Levante" Di F. William Engdahl, Rete Voltaire, 14 marzo 2012.
[8] «Le chef du Mossad avait prédit l'enlèvement de trois jeunes Israéliens» ("Il capo del Mossad aveva predetto il rapimento di tre giovani israeliani", NdT) di Gerhard Wisnewski, Réseau Voltaire, 8 luglio 2014.
[9] «L'assalto della IDF a Gaza mira a controllare il gas palestinese: òa soluzione alla crisi energetica in Israele» di Nafeez Ahmed, The Guardian, 9 Luglio 2014 (tradotto da ComeDonChisciotte.org) "Gaza: il gas nel mirino", di Manlio Dinucci, Il Manifesto / Rete Voltaire, 17 luglio 2014.
[10] "Il presidente al-Sissi ha scelto Tony Blair come consulente economico", Rete Voltaire, 7 luglio 2014.

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