domenica 2 novembre 2014

I PIANI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE DENUNCIATI NEL 1969 DA UN INSIDER...

I PIANI DEL NUOVO ORDINE MONDIALE DENUNCIATI NEL 1969 DA UN INSIDER...

nexus

Dr. Richard Day
Quella che segue è la trascrizione ricavata da due di tre nastri inerenti al “Nuovo Sistema Mondiale”; i due nastri in questione vennero registrati nel 1988 e costituiscono i ricordi del Dr. Lawrence Dunegan riguardanti una conferenza cui egli assistette il 20 marzo 1969 nel contesto di un convegno della Pittsburgh Paediatric Society. Il conferenziere di suddetto raduno di pediatri (identificato nel terzo nastro registrato nel 1991) era il Dr. Richard Day (deceduto nel 1989), il quale all’epoca era docente di Pediatria presso la Mount Sinai Medical School di New York; in precedenza aveva rivestito l’incarico di direttore medico della Planned Parenthood Federation of America.

Il Dr. Dunegan era un ex studente del Dr. Day presso la University of Pittsburgh e, per quanto non a fondo, conosceva abbastanza bene il suo docente, che egli descrive come un insider dell'“Ordine” e, quantunque la sua memoria sia stata in un certo qual modo offuscata dal passare degli anni, il Dr. Dunegan è in grado di fornire sufficienti dettagli della conferenza, tali da consentire a qualsiasi individuo avveduto di discernere i veri obiettivi a monte delle tendenze dei nostri tempi. La trascrizione concerne un monologo reso in modo libero e colloquiale che rende meglio all’ascolto piuttosto che alla lettura.



Nuovo Sistema Mondiale

RIPETIZIONE DEI DUE PARAGRAFI PRECEDENTI

Le trascrizioni dei nastri 1 e 2 sono state leggermente ritoccate/rivedute onde eliminare alcuni manierismi verbali e migliorare la leggibilità. La trascrizione originale non ritoccata/riveduta è reperibile tramite il seguente link: HYPERLINK "http://100777.com/node/19" <http://100777.com/node/19> HYPERLINK "http://100777.com/node/19" http://100777.com/node/19.

Il nastro 3 è un’intervista con il Dr. Larry Dunegan condotta da Randy Engel, direttore della U.S. Coalition for Life, registrata in data 10 ottobre 1991 a Pittsburgh, Pennsylvania; è possibile ordinare il set dei tre nastri presso il Florida Pro-family forum, P.O. Box 1059, Highland City, FL 33846-1059 (al costo di 20$).

  • CONTENUTI
  • ESISTONO UN POTERE, UNA FORZA O UN GRUPPO DI UOMINI CHE ORGANIZZANO E REINDIRIZZANO IL CAMBIAMENTO?
  • ORA TUTTO È IN ORDINE E NESSUNO PUÓ FERMARCI
  • LA POPOLAZIONE DOVRÀ ABITUARSI AL CAMBIAMENTO
  • GLI OBIETTIVI REALI E GLI OBIETTIVI DICHIARATI
  • CONTROLLO DEMOGRAFICO
  • AUTORIZZAZIONE AD AVERE FIGLI
  • REINDIRIZZARE LA FINALITÀ DEL SESSO
  • CONTRACCEZIONE GLOBALMENTE DISPONIBILE PER TUTTI
  • EDUCAZIONE SESSUALE COME STRUMENTO DI GOVERNO MONDIALE
  • ABORTO FINANZIATO A LIVELLO FISCALE COME CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE
  • FAVORIRE L’OMOSESSUALITÀ
  • TECNOLOGIA
  • DIMINUZIONE DELL’IMPORTANZA DELLE FAMIGLIE
  • EUTANASIA E ‘PILLOLA DELLA DIPARTITA’
  • LIMITARE L’ACCESSO A VISITE MEDICHE ACCESSIBILI
  • PIANIFICARE IL CONTROLLO SULLA MEDICINA
  • ELIMINAZIONE DEI MEDICI PRIVATI
  • NUOVA DIFFICOLTÀ DI DIAGNOSI E MALATTIE INCURABILI
  • SOPPRESSIONE DELLE CURE ANTICANCRO COME METODO DI CONTROLLO DEMOGRAFICO
  • INDUZIONE DI ATTACCHI CARDIACI COME FORMA DI ASSASSINIO
  • EDUCAZIONE COME STRUMENTO PER ACCELERARE L’INSORGENZA DELLA PUBERTÀ ED EVOLUZIONE
  • FUSIONE DI TUTTE LE RELIGIONI, LE VECCHIE RELIGIONI DOVRANNO SCOMPARIRE
  • MODIFICA DELLA BIBBIA TRAMITE REVISIONI DELLE PAROLE CHIAVE
  • LE CHIESE CI AIUTERANNO
  • RISTRUTTURAZIONE DELL’ISTRUZIONE COME METODO DI INDOTTRINAMENTO
  • PIÚ TEMPO TRASCORSO A SCUOLA, MA GLI ALLIEVI NON IMPARERANNO NULLA
  • CONTROLLO SU CHI HA ACCESSO ALLE INFORMAZIONI
  • SCUOLE COME PERNO DELLA COMUNITÀ
  • I LIBRI SCOMPARIRANNO DALLE BIBLIOTECHE
  • MODIFICA DELLE LEGGI
  • INCORAGGIAMENTO ALL’ABUSO DI DROGHE ONDE CREARE UN’ATMOSFERA DA GIUNGLA
  • ABUSO DI ALCOLICI
  • LIMITAZIONE DEI VIAGGI
  • NECESSITÀ DI PIÚ CARCERI E UTILIZZO DEGLI OSPEDALI COME PRIGIONI
  • FINE DELLA SICUREZZA
  • CRIMINALITÀ IMPIEGATA PER GESTIRE LA SOCIETÀ
  • RIDUZIONE DELLA PREMINENZA INDUSTRIALE STATUNITENSE
  • SPOSTAMENTO DI POPOLAZIONI ED ECONOMIE - RIMOZIONE DELLE RADICI SOCIALI
  • SPORT COME STRUMENTO DEL CAMBIAMENTO SOCIALE
  • SESSO E VIOLENZA INCULCATI TRAMITE SPETTACOLI DI INTRATTENIMENTO
  • LIMITAZIONI DEI VIAGGI E DOCUMENTI DI IDENTITÀ IMPIANTATI
  • CONTROLLO ALIMENTARE
  • CONTROLLO METEOROLOGICO
  • CONOSCERE LE REAZIONI DELLA POPOLAZIONE - INDURLA A FARE QUEL CHE SI DESIDERA
  • RICERCA SCIENTIFICA FALSIFICATA
  • TERRORISMO
  • CONTROLLO FINANZIARIO
  • SORVEGLIANZA, IMPIANTI E TELEVISORI CHE VI OSSERVANO
  • PROPRIETÀ DELL’ABITAZIONE COME RETAGGIO DEL PASSATO
  • AVVENTO DEL SISTEMA TOTALITARIO GLOBALE


ESISTE UN POTERE, UNA FORZA O UN GRUPPO DI UOMINI CHE ORGANIZZANO E REINDIRIZZANO IL CAMBIAMENTO?
Molto è stato scritto e detto da alcuni individui i quali hanno osservato tutti i cambiamenti avvenuti nella società statunitense nel corso dell’ultimo ventennio nonché, retrospettivamente, la precedente storia degli Stati Uniti e, naturalmente, del mondo, quindi sono giunti alla conclusione che esiste una cosiddetta cospirazione che influenza, invero controlla, i principali eventi storici non solo negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo.

Tale interpretazione complottista della storia si basa su osservazioni effettuate dall’esterno da alcuni soggetti i quali hanno raccolto prove e tratto la conclusione che, per l’appunto dall’esterno, intravedono una cospirazione; le loro prove e conclusioni si fondano su riscontri desunti in retrospettiva. Intendo ora descrivere quanto mi è capitato di ascoltare da un oratore nel 1969, vale dire quasi un ventennio fa. L’oratore in questione non parlava in termini di retrospettiva ma, piuttosto, prediceva cambiamenti che sarebbero stati determinati in futuro; costui non osservava dall’esterno verso l’interno, convinto di individuare una cospirazione, ma, invece, si trovava egli stesso all’interno, ammettendo che invero esistevano un potere, una forza, un gruppo di uomini che esercitavano un’influenza sufficiente a determinare eventi di primaria importanza implicanti nazioni di varie parti del mondo. Inoltre prediceva, o per meglio dire esponeva, cambiamenti pianificati per la parte restante di questo secolo. Se ascoltando riuscite a rammentare, almeno per quanto riguarda gli Stati Uniti, la situazione nel 1969 e negli anni immediatamente successivi e quindi ricordare i cambiamenti avvenuti da allora ai giorni nostri, a distanza di quasi vent’anni, sono convinto che rimarrete colpiti dal grado in cui le circostanze che secondo quanto pianificato si sarebbero dovute presentare siano già state realizzate. La realizzazione di alcuni degli eventi esaminati non era prevista entro il 1988 [nota: l’anno di questa registrazione], bensì entro la fine del secolo. Esiste una tabella di marcia e durante quella sessione accadde che ne venissero enunciati alcuni elementi. Chiunque rammenti i primi tempi della campagna di Kennedy ricorderà che egli parlava del progresso nel decennio degli anni Sessanta: all’epoca era una sorta di cliché - “il decennio dei Sessanta”. Bene, nel 1969 il nostro oratore parlava degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Prima di quel periodo non ricordo nessuno che parlasse del “decennio degli anni Quaranta o Cinquanta, quindi ritengo che il piano e la tabella di marcia complessivi avessero assunto una forma rilevante verso la fine degli anni Cinquanta. Si tratta di una mia ipotesi. In ogni caso, l’oratore disse che il suo scopo era erudirci sui cambiamenti che sarebbero stati apportati nel successivo trentennio, cosicché prima del volgere del secolo sarebbe stato operativo un nuovo sistema su scala mondiale. Come riferito da costui, “Progettiamo di addentrarci nel ventunesimo secolo con una partenza lanciata.”



ORA TUTTO È IN ORDINE E NESSUNO PUÓ FERMARCI
Mentre ascoltavamo quel che era in procinto di presentare, l’oratore disse “Alcuni fra voi penseranno che io stia parlando del Comunismo; bene, quello a cui mi riferisco è assai più importante del Comunismo!” All’epoca egli fece notare che fra Est e Ovest esiste molta più collaborazione di quanto comunemente compreso. Nelle note introduttive commentò che in quel momento era libero di parlare e che solo alcuni anni addietro non gli sarebbe stato concesso di esprimere quanto stava per esporre. In quel periodo era libero di parlare poiché a quel punto, citando le sue parole, “ora tutto è in ordine e nessuno può fermarci”. Proseguì affermando che i più non comprendono il modo di operare dei governi e persino individui che ricoprono alte cariche nei governi, compreso il nostro, non capiscono davvero come e dove si prendono le decisioni. Disse che coloro che esercitano realmente un’influenza sulle decisioni rispondono in gran parte a nomi familiari alla maggior parte di noi, ma che non avrebbe usato nominativi di individui o nomi di qualsivoglia organizzazione specifica. Se, tuttavia, lo avesse fatto, in massima parte i nominativi in questione sarebbero risultati noti all’uditorio nel suo complesso. Continuò dicendo che principalmente non si trattava di soggetti che ricoprivano cariche pubbliche, bensì di individui importanti noti per le loro occupazioni o incarichi privati. L’oratore era il Dr. Richard Day, medico nonché docente presso una grande università della zona orientale del paese, e si rivolgeva a un gruppo di circa un’ottantina di medici. Probabilmente il suo nome non dirà nulla a chiunque ascolti questo nastro, la cui registrazione ha come unico scopo l’eventualità di fornire a coloro che lo ascoltano una prospettiva in merito ai cambiamenti già apportati nell’ultimo ventennio nonché un’anticipazione di quanto alcuni di costoro stanno pianificando per la parte restante di questo secolo, in modo da entrare nel ventunesimo secolo confortati da una partenza lanciata. Alcuni di voi potrebbero non entrare in quel secolo. Il suo scopo nell’informare il nostro gruppo in merito ai cambiamenti in procinto di realizzazione era rendere a noi più agevole adattarci a essi. Invero, come sottolineò con precisione, “si sarebbe trattato di cambiamenti assai sorprendenti e, in alcuni casi, difficili da accettare per la popolazione” e confidava che, in veste di suoi ‘amici’, noi avremmo reso l’adattamento più agevole se avessimo in qualche modo saputo in anticipo cosa aspettarci.



LA POPOLAZIONE DOVRÀ ABITUARSI AL CAMBIAMENTO
Nelle note introduttive insistette sul fatto che nessuno dovesse disporre di un registratore né prendesse appunti; una tale pretesa rivolta da un professore al suo uditorio era cosa assai inconsueta. Qualcosa, nelle sue note, suggeriva che se si fosse venuto a sapere che aveva, per così dire, vuotato il sacco, egli avrebbe potuto subire ripercussioni negative. Quando inizialmente sentii tale affermazione pensai che forse si trattava di una specie di autocelebrazione, di un individuo che esaltava la propria importanza. Tuttavia, con il susseguirsi delle rivelazioni, cominciai a comprendere il motivo di sue eventuali premure in merito a evitare un’ampia diffusione di quanto veniva esposto, nonostante la natura pubblica della tribuna nel cui contesto parlava. Nondimeno, chiese che non venissero presi appunti né impiegati registratori, a indicare che se tali rivelazioni avessero avuto ampia eco pubblica egli avrebbe potuto correre qualche rischio personale. Ancora una volta, mentre le note si susseguivano e udivo le scandalose questioni esposte, mi risolsi a cercare di ricordare quanto più possibile di quello che Day diceva e di collegare i miei ricordi a semplici eventi circostanti nel caso decidessi di fare quanto sto facendo ora – registrare questo nastro. Intendevo altresì provare a mantenere una prospettiva su quello che si sarebbe sviluppato, se invero avrebbe seguito lo schema prefigurato – come è accaduto! A questo punto, onde evitare di scordare di inserirle in seguito, includerò alcune dichiarazioni rese di volta in volta nel corso della presentazione. Una di queste aveva a che vedere con il cambiamento. Tale dichiarazione recitava “La popolazione dovrà abituarsi all’idea di cambiamento, dovrà essere talmente avvezza al cambiamento da aspettarselo. Nulla avrà un carattere permanente.” Questo si è spesso manifestato nel contesto di una società in cui gli individui sembravano non avere radici od ormeggi, ma risultavano passivamente disposti ad accettare il cambiamento per il semplice fatto che era tutto quello che avessero mai conosciuto, in contrasto con generazioni di persone, sino al periodo attuale, nel cui ambito ci si aspettava che determinate cose accadessero e si mantenessero stabili come punto di riferimento della propria esistenza. Quindi il cambiamento era in procinto di essere determinato, doveva essere anticipato e atteso, accettato, senza porre domande. Un altro commento che fece capolino nel corso della presentazione fu “Le persone sono troppo fiduciose, non pongono le giuste domande.” A volte essere troppo fiduciosi veniva equiparato a essere troppo ottusi. Talora, tuttavia, quando Day affermava che “Le persone non pongono le giuste domande” lo faceva quasi con un tono di rammarico, come se si trovasse a disagio nel contesto di cui faceva parte, e desiderasse che la gente lo mettesse in discussione e magari non fosse così fiduciosa.



GLI OBIETTIVI REALI E GLI OBIETTIVI DICHIARATI
Un altro commento ripetuto di tanto in tanto, in particolare in relazione alla modifica di leggi e usanze, recitava “Ogni cosa ha un duplice scopo. Il primo è lo scopo apparente che la renderà accettabile alla popolazione e il secondo è lo scopo reale che promuoverà gli obiettivi utili alla costituzione del nuovo sistema. Spesso rimarcava “Non vi è proprio altro modo, non vi è proprio altro modo!” Tale affermazione pareva giungere coma una sorta di apologia, specialmente al termine di descrizioni relative ad alcuni cambiamenti particolarmente sgradevoli. Ad esempio, la promozione della dipendenza dalle droghe, che affronteremo più avanti.



CONTROLLO DEMOGRAFICO
Il Dr. Day era assai attivo nei gruppi per il controllo demografico, ovvero il movimento per il controllo demografico, argomento che costituiva il vero momento di accesso a questioni specifiche a seguito dell’esposizione introduttiva. Affermò che la popolazione aumentava troppo rapidamente. Il numero di individui che abitano in contemporanea il pianeta va limitato, oppure esauriremo lo spazio vitale. Eccederemo la disponibilità delle risorse alimentari e inquineremo il mondo con i nostri rifiuti.



AUTORIZZAZIONE AD AVERE FIGLI
Alla gente non verrà concesso di avere figli solo perché lo desidera o perché è imprudente. Per lo più alle famiglie verrà imposto il numero massimo di due figli; alcuni ne potranno avere soltanto uno, quantunque si contempli l’eventualità di selezionare individui eccezionali e concedere loro tre figli. Tuttavia ai più verrà concesso di avere solo due figli, in quanto il tasso di crescita di popolazione zero corrisponde a 2.1 bambini a famiglia completa; di conseguenza, circa una famiglia ogni dieci potrebbe beneficiare del privilegio di un terzo figlio. Sino a quel punto per me la locuzione ‘controllo demografico’ connotava essenzialmente la limitazione del numero di nuovi nati, tuttavia il riferimento a quali persone avrebbero avuto la ‘concessione’ e quanto seguì chiariva che quando si intende ‘controllo demografico’ questo comporta ben altro che il semplice controllo delle nascite; significa il controllo di ogni impresa della popolazione del mondo intero; un significato assai più ampio di quanto mi fosse mai capitato di annettere alla locuzione prima di ascoltare le parole del Dr. Day. Ascoltando e riflettendo su alcune delle questioni che udite, inizierete a ravvisare in che modo un aspetto combacia con altri aspetti in termini di controllo delle imprese umane.



REINDIRIZZARE LA FINALITÀ DEL SESSO
Naturalmente, la fase successiva al controllo demografico era il sesso. Il Dr. Day disse che il sesso va separato dalla riproduzione. Il sesso è troppo piacevole, e gli stimoli troppo intensi, per aspettarsi che la gente vi rinunci. Sostanze chimiche negli alimenti e nell’acqua potabile finalizzate a ridurre lo stimolo sessuale non costituiscono una soluzione pratica. Quindi la strategia non comporterà la diminuzione dell’attività sessuale bensì il suo incremento, ma in modo tale che la gente non abbia bambini.



CONTRACCEZIONE GLOBALMENTE DISPONIBILE PER TUTTI
In questo ambito la prima premura riguardava la contraccezione, che verrebbe fortemente incoraggiata e nelle menti delle persone risulterebbe strettamente connessa al sesso; pensando o apprestandosi al sesso le persone penserebbero automaticamente alla contraccezione, la quale verrebbe resa disponibile a livello globale. I contraccettivi verranno esposti in modo assai più evidente negli empori, assieme a sigarette e gomme da masticare, in bella vista piuttosto che nascosti sotto la cassa, dove gli acquirenti dovrebbero richiederli e magari provare imbarazzo. Questo genere di evidenza era un modo per suggerire che i contraccettivi fanno parte della quotidianità come qualsiasi altro articolo venduto nell’emporio; verranno pubblicizzati e distribuiti nelle scuole unitamente a educazione sessuale!



EDUCAZIONE SESSUALE COME STRUMENTO DI GOVERNO MONDIALE
L’educazione sessuale è finalizzata a suscitare nei ragazzini l’interesse, operando la connessione fra sesso e necessità della contraccezione in una fase precoce delle loro vite, ancor prima che diventino veramente attivi sotto il profilo sessuale. A questo punto mi vennero in mente alcuni miei insegnanti, in particolare della scuola superiore, e ritenni del tutto incredibile pensare che costoro fossero d’accordo, e men che meno vi prendessero parte, con un’iniziativa volta alla distribuzione di contraccettivi agli studenti, tuttavia tale riflessione rispecchiava solo la mia mancata comprensione del modo in cui questa gente opera. Questo accadeva prima che fossero avviati programmi di corsi nelle scuole. Ormai numerose città degli Stati Uniti hanno già predisposto corsi nelle scuole, che vertono principalmente su contraccezione, controllo delle nascite e controllo demografico. L’idea quindi è che la connessione fra sesso e contraccezione introdotta e rafforzata a scuola si estenda al matrimonio. Ovviamente, se, una volta maturi, i giovani decidessero di sposarsi, il matrimonio stesso perderebbe importanza. Il Dr. Day in qualche modo ammise che probabilmente nel complesso le persone avrebbero desiderato sposarsi, ma certamente questo non sarebbe stato più considerato necessario per svolgere un’attività sessuale.



ABORTO FINANZIATO A LIVELLO FISCALE COME CONTROLLO DELLA POPOLAZIONE

Non sorprende che l’argomento successivo fosse l’aborto. E, tornando al 1969, quattro anni prima di Roe vs. Wade, egli disse, “l’aborto non sarà più reato.” L’aborto verrà accettato come prassi normale e coloro che non se lo potranno permettere beneficeranno di contributi statali. I contraccettivi verranno resi disponibili grazie a denaro derivato dalle tasse, affinché nessuno debba rinunciarvi. Se i programmi di educazione sessuale a scuola dovessero determinare un maggior numero di gravidanze nei minori, nessun problema; i genitori che si ritengono contrari all’aborto per motivazioni etiche o religiose cambieranno idea quando a restare incinte saranno le proprie giovani figlie, quindi quest’aspetto contribuirà a vincere l’opposizione all’aborto. Fra non molto solo alcuni irriducibili rifiuteranno di considerare accettabile l’aborto e costoro non avranno più alcun peso.



FAVORIRE L’OMOSESSUALITÀ
Stando a quanto dichiarato, “Le persone avranno il permesso di essere omosessuali”. Non dovranno nascondersi. Inoltre, gli anziani verranno incoraggiati a mantenere una vita sessuale attiva sino a tarda età, al limite delle loro possibilità. Chiunque potrà far sesso, comunque gli vada a genio. Tutto è lecito. Questo era il tenore della discussione. Inoltre, ricordo di aver pensato “Quanto è tracotante questo individuo, o chiunque egli rappresenti, per concepire di poter concedere o negare alle persone l’autorizzazione a fare determinate cose!” Nondimeno la terminologia impiegata era quella descritta. A tale riguardo si parlò del vestiario, le cui fogge sarebbero state rese più eccitanti e provocanti. Il 1969 era l’epoca delle minigonne, assai corte e ‘rivelatrici’. Il Dr. Day disse, “Non è solo la quantità di pelle esposta a rendere un vestito sessualmente seducente, ma spesso risultano stimolanti aspetti più raffinati.” Movenze, taglio dell’abito, tipo di tessuto, posizione di accessori di abbigliamento. “Se una donna ha un corpo attraente, per quale motivo non dovrebbe esibirlo?” Non si entrò nel dettaglio riguardo a cosa si intendesse con ‘abbigliamento provocante’, ma se si considera il cambiamento delle fogge del vestiario da allora in poi, si nota che i blue jeans sono confezionati in modo da risultare più attillati al cavallo; formano grinze, le quali sono indicatori essenziali, che indirizzano lo sguardo di un soggetto verso determinate aree anatomiche. Quella era all’incirca l’epoca del ‘brucia il reggiseno’. Day suggerì che molte donne non dovrebbero rinunciare al reggiseno, di cui hanno bisogno per risultare attraenti, quindi invece di bandirli e bruciarli, i reggipetti sarebbero tornati in auge. Non lo si menzionò specificamente, ma di sicuro, rispetto ai più spessi modelli in voga sino a quel periodo, un reggiseno di tessuto assai fine rivela in maggior misura il capezzolo e il resto.



TECNOLOGIA
In precedenza il Dr. Day aveva affermato che sesso e riproduzione sarebbero stati distinti. Sarebbe stato possibile sesso senza riproduzione e quindi la tecnologia corrispondeva a riproduzione senza attività sessuale, realizzata in laboratorio. Indicò che erano già in corso numerose ricerche relative al concepimento in laboratorio; l’argomento venne approfondito, tuttavia non ne ricordo i dettagli. Quanta di quella tecnologia ha da quell’epoca riscosso la mia attenzione; non riesco a ricordare in modo da distinguere quanto venne detto in quell’occasione da quanto ho appresso successivamente in forma di informazioni mediche generali.



DIMINUZIONE DELL’IMPORTANZA DELLE FAMIGLIE
Le famiglie sarebbero state ridotte di dimensioni. Abbiamo già accennato all’autorizzazione ad avere un massimo di due figli. Il divorzio sarebbe stato reso più agevole e diffuso. Per la maggior parte coloro che si sposeranno lo faranno più di una volta. Un maggior numero di individui non si sposerà, e costoro risiederanno in albergo e vivranno persino assieme; sarà una prassi comune - nessuno si porrà nemmeno domande in merito. Sarà comunemente accettato in quanto per nulla diverso da coppie sposate conviventi. Più donne lavoreranno fuori casa, più uomini verranno trasferiti in altre città, cambieranno lavoro e viaggeranno. Di conseguenza, per le famiglie mantenersi unite risulterà più arduo, il che tendenzialmente renderà il matrimonio meno stabile e, quindi, renderà gli individui meno propensi ad avere figli. Le famiglie estese saranno più ridotte e distanti. I viaggi saranno più agevoli e meno costosi, per un periodo, in modo che gli individui che dovessero viaggiare percepiscano di poter tornare presso le rispettive famiglie e non di essere stati allontanati recisamente da esse. Tuttavia, uno degli effetti finali di leggi più permissive sul divorzio combinate con la promozione degli spostamenti, nonché il trasferimento delle famiglie da una città all’altra, era quello di creare instabilità nelle famiglie. Se ambedue i coniugi lavorano e uno di essi viene trasferito, l’altro potrebbe non ottenere un altrettanto agevole trasferimento; ben presto, o uno/a rinuncia al lavoro e rimane nel luogo originario mentre l’altro/a se ne va, oppure abbandona l’impiego rischiando di non trovarne un altro nella nuova località. Un approccio decisamente diabolico!



EUTANASIA E ‘PILLOLA DELLA DIPARTITA’
Chiunque ha diritto a vivere solo fino a un certo punto. Gli anziani non sono più utili, diventano un onere. Bisognerebbe essere pronti ad accettare la morte. I più lo sono. Si potrebbe stabilire un limite di età arbitrario. In fin dei conti, nella vita si ha diritto a tante cene a base di carne, a tanti orgasmi e a tanti piaceri. Dopo che se ne sono avuti abbastanza e non si è più produttivi, operosi e fiscalmente attivi, allora bisognerebbe essere pronti a farsi da parte a favore delle nuove generazioni. Il Dr. Day menzionò svariate questioni che avrebbero contribuito a far comprendere alla gente di aver vissuto abbastanza; non le ricordo tutte, ma ne propongo alcune, l’impiego di inchiostro molto chiaro su moduli che i cittadini sono tenuti a compilare; gli anziani non riuscirebbero a leggere facilmente l’inchiostro sbiadito e dovrebbero chiedere aiuto a individui più giovani. Piani del traffico automobilistico, vi sarebbero più corsie destinate ad alte velocità, in cui gli anziani, con i loro riflessi rallentati, incontrerebbero difficoltà a circolare e quindi perderebbero in parte la propria indipendenza.



LIMITARE L’ACCESSO A VISITE MEDICHE ACCESSIBILI
Un argomento discusso a fondo fu il costo dell’assistenza medica, gravosamente elevato. L’assistenza medica sarebbe strettamente connessa al lavoro di un individuo ma anche resa talmente costosa da risultare inaccessibile a individui oltre una certa soglia temporale; a meno di non disporre di una famiglia facoltosa a sostegno, costoro dovrebbero rinunciare all’assistenza. L’idea era che se tutti sostenessero “Basta! Che fardello per i giovani cercare di mantenere gli anziani”, allora i giovani diventerebbero disponibili ad accompagnare mamma e papà lungo il percorso, posto che ciò venga eseguito con umanità e dignità. Si fece un esempio - si potrebbe celebrare una premurosa festa di addio, un vero rito. Mamma e papà avevano svolto un ottimo lavoro. Poi, al termine della festa, assumono la ‘pillola della dipartita’.



PIANIFICARE IL CONTROLLO SULLA MEDICINA
L’argomento seguente è la medicina, in prospettiva suscettibile di profondi cambiamenti; nel complesso, sarebbe sottoposta a controlli assai più stringenti. Nel 1969 si osservò che “il Congresso non concorderà sull’assicurazione sanitaria nazionale, questo appare del tutto evidente. Tuttavia non è necessario, disponiamo di altri metodi per tener sotto controllo l’assistenza sanitaria.” Tali misure verrebbero introdotte più gradualmente, ma tutta l’erogazione dell’assistenza sanitaria sarebbe sottoposta a stretto controllo. L’assistenza sarebbe strettamente connessa al lavoro; se non lavorate o non siete in grado di farlo, non vi avrete accesso. I giorni degli ospedali che erogano cure gratuite diminuiranno gradualmente, sino a divenire virtualmente inesistenti. I costi saranno aumentati al punto da costringere le persone a non poterseli permettere senza un’assicurazione. La gente paga, voi ne avete diritto. Solo in seguito iniziai a comprendere la misura in cui non la paghereste; la vostra assistenza medica sarebbe pagata da altri. Di conseguenza, accetterete in ginocchio quanto vi è stato offerto come un privilegio. Il vostro ruolo di responsabilità per la vostra assistenza risulterà diminuito. Come digressione, non si tratta di qualcosa elaborato all’epoca, quando non me ne resi conto.

Funziona così: ognuno si è reso dipendente dall’assicurazione e se non ce l’avete allora pagate direttamente; il costo dell’assistenza sanitaria è enorme. Ad ogni modo, la società di assicurazioni che paga le vostre cure non corrisponde il medesimo ammontare. Se, poniamo, vi addebitano 600 dollari per l’uso di una sala operatoria, la società assicurativa non corrisponde l’intera cifra, ma solo 300 o 400 dollari. Tale differenziale nell’addebito ottiene l’effetto desiderato: consente alla società assicurativa di pagare quello che non vi sareste mai potuti permettere e di beneficiare di uno sconto a voi precluso. Quando osservate la fattura siete grati che la società assicurativa abbia potuto pagare e in tal modo siete dipendenti, virtualmente tenuti ad avere l’assicurazione. L’intera fattura è fraudolenta. L’accesso agli ospedali sarà rigidamente controllato e per accedere all’edificio sarà richiesta un’identificazione. Si istituiranno e intensificheranno gradualmente misure di sicurezza all’interno e all’esterno degli ospedali affinché nessun individuo non identificato possa accedere o spostarsi all’interno della struttura. Si ‘consentiranno’ ed enfatizzeranno furti di attrezzature ospedaliere, quali macchine per scrivere, microscopi e così via; i rapporti relativi verranno ingigantiti come pretesto necessario a determinare la necessità di una rigida sicurezza, fino a quando gli utenti non vi faranno l’abitudine. Chiunque transiti in ospedale sarà tenuto a esibire un tesserino di identificazione, munito di fotografia e indicante la funzione del portatore, ovvero dipendente, tecnico di laboratorio, visitatore o quant’altro. Questa procedura verrà attuata gradualmente, rendendo tutti avvezzi all’idea di identificarsi - sino a quando la prassi non venga accettata. Tale esigenza di identificazione per spostarsi inizierà in ambiti ristretti: ospedali, alcune aziende, ma si estenderà gradualmente sino a contemplare chiunque, ovunque! Si osservò che è possibile utilizzare gli ospedali per confinare soggetti e per la cura di criminali, il che non significava necessariamente cure mediche. All’epoca non conoscevo la locuzione “psico-prigione, presente in Unione Sovietica, tuttavia, senza tentare di ricordare i particolari, essenzialmente Day descriveva l’utilizzo degli ospedali sia per la cura dei malati sia per l’internamento di criminali per motivi diversi dal benessere medico di questi ultimi. La definizione di criminale non venne fornita.



ELIMINAZIONE DEI MEDICI PRIVATI
La figura del medico cambierebbe. Non verrebbe più considerato un singolo professionista al servizio di singoli pazienti, bensì gradualmente riconosciuto come un tecnico altamente specializzato - e il suo lavoro cambierebbe. La faccenda concerne includere azioni quali esecuzioni tramite iniezione letale. L’immagine del medico quale individuo potente e indipendente dovrebbe andare soggetta a modifiche. Il Dr. Day giunse ad affermare che “i medici guadagnano troppo; dovrebbero reclamizzarsi come qualsiasi altro prodotto.” Altrettanto dicasi per gli avvocati. Rammentate che l’uditorio era composto da medici, come l’oratore, ed era interessante che costui rivolgesse alla platea alcune dichiarazioni ingiuriose senza tema di inimicarsela. Il medico singolo diventerebbe un retaggio del passato. Alcuni intransigenti potrebbero cercare di resistere, ma nel complesso i medici verrebbero assunti da un istituto di qualche tipo. Verrebbero favorite la pratica della professione di gruppo e le società di servizi e quindi, una volta diventata gradualmente più accettabile l’immagine aziendale dell’assistenza sanitaria, i medici diventerebbero sempre più lavoratori dipendenti piuttosto che professionisti indipendenti.

Di pari passo, naturalmente, vige la prassi, non dichiarata ma necessaria, secondo cui il dipendente è al servizio del suo datore di lavoro, non del paziente.

Abbiamo dunque già visto molto di quanto avvenuto nell’ultimo ventennio e, a quanto pare, all’orizzonte vi è ben altro. All’epoca non si usava l’acronimo HMO (Health Maintenance Organization, compagnia di assicurazione sanitaria, ndt), ma prendendo in considerazione tali società assicurative si deduce che questa è la modalità secondo cui l’assistenza medica diventa terreno di conquista da quando la questione dell’assicurazione sanitaria nazionale non è più passata attraverso il Congresso. Alcuni medici intransigenti potrebbero fare un tentativo, mantenendo l’esercizio della professione individuale e rimanendo indipendenti, come per inciso il sottoscritto, ma subirebbero un’ingente diminuzione degli introiti; forse riuscirebbero a sbarcare il lunario, ma non vivrebbero mai nell’agiatezza propria di coloro disposti a diventare dipendenti del sistema. Infine, una volta consolidato il sistema, per il medico singolo non resterebbe alcuno spazio di manovra.



NUOVA DIFFICOLTÀ DI DIAGNOSI E MALATTIE INCURABILI
Il titolo seguente di cui occuparci riguarda salute e malattia. Day affermò che sarebbero comparse nuove patologie mai viste in precedenza, assai difficili da diagnosticare nonché incurabili - almeno per un certo periodo. L’argomento non venne approfondito, tuttavia ricordo che, non molto tempo dopo aver ascoltato suddetta esposizione, quando mi capitava di fare una diagnosi complicata mi domandavo, “Si tratta di un caso relativo a quello di cui parlava il Dr. Day?” Alcuni anni più tardi si sviluppò l’AIDS, che ritengo quantomeno un esempio di quanto descritto da Day. Ora penso che l’AIDS sia stata probabilmente una malattia fabbricata.



SOPPRESSIONE DELLE CURE ANTICANCRO COME METODO DI CONTROLLO DEMOGRAFICO
Cancro. Il Dr. Day disse “Al momento siamo in grado di curare pressoché qualsiasi tipo di cancro. Le informazioni sono archiviate presso il Rockefeller Institute, se mai si decidesse di doverle divulgare. Tuttavia considerate - se le persone smettessero di morire di cancro, con quale rapidità si verificherebbe una sovrappopolazione. È possibile morire di cancro così come per qualcos’altro.” Gli sforzi inerenti al trattamento del cancro verrebbero adeguati più al lenimento che alla cura. Si dichiarò che in definitiva le cure per il cancro nascoste presso il Rockefeller Institute sarebbero venute alla luce poiché alcuni ricercatori indipendenti avrebbero potuto divulgarle, nonostante le iniziative volte a occultarle. Tuttavia, almeno in quel momento, lasciare che la gente morisse di cancro era una valida opzione in quanto avrebbe rallentato il problema della sovrappopolazione.



INDUZIONE DI ATTACCHI CARDIACI COME FORMA DI ASSASSINIO
Un’altra questione assai interessante concerneva gli attacchi cardiaci. Il Dr. Day disse, “Ora esiste un modo per simulare un vero attacco cardiaco; lo si può utilizzare come metodo per assassinare.” Solo un patologo assai esperto, consapevole di cosa cercare esattamente durante un’autopsia, era in grado di distinguere l’attacco simulato da uno reale. Ritenni assai sorprendente e sconvolgente udire tali parole proferite proprio da quell’uomo in quel frangente specifico. Tale questione, e quella relativa alle cure anticancro, si stagliano ancora nella mia memoria, poiché erano talmente sconvolgenti e, all’epoca, mi apparivano non da lui. Quindi Day proseguì parlando di nutrizione ed esercizio fisico quasi nella medesima cornice. Per vivere a lungo come in precedenza gli individui dovrebbero alimentarsi correttamente e praticare un’adeguata attività fisica. I più non lo faranno. Quanto alla nutrizione, non ricordo alcuna dichiarazione specifica relativa a particolari elementi nutritivi inadeguati o in eccesso. In retrospettiva, mi viene da pensare che egli intendesse dire che regimi alimentari a elevato contenuto di sale e grassi avrebbero predisposto a ipertensione e cardiopatie arteriosclerotiche precoci; e che se le persone erano troppo pigre o troppo stupide da non praticare una debita attività fisica allora i grassi in circolazione sarebbero aumentati e avrebbero predisposto alla malattia. Disse inoltre qualcosa in merito all’ampia disponibilità di informazioni dietetiche ma i più, in particolar modo gli stupidi, i quali non avevano comunque alcun diritto di continuare a vivere, avrebbero ignorato suddette informazioni e continuato a cibarsi di prodotti a portata di mano e di sapore gradevole. In merito al cibo si delinearono altri aspetti sgradevoli, che non riesco proprio a rammentare. Tuttavia ricordo di aver riflettuto sull’intenzione di allestire un orto in giardino, onde evitare gli alimenti contaminati, quali che fossero. Mi rammarico di non ricordare i particolari relativi alla nutrizione e ai rischi a essa connessi.

Quanto all’esercizio fisico, Day proseguì affermando che un maggior numero di persone avrebbe praticato una maggiore attività fisica, specialmente la corsa, visto che chiunque è in grado correre; non servono attrezzature o spazi speciali, si può correre ovunque ci si trovi. Come disse Day, “la gente correrà dappertutto.” E, su questa falsariga, sottolineò come l’offerta produce la domanda, riferendosi alle attrezzature e all’abbigliamento per atleti; dato che tali prodotti verrebbero resi maggiormente disponibili e accattivanti, soprattutto le scarpe da corsa, questo stimolerebbe le persone a sviluppare un interesse per la corsa come parte di un complesso tipo di campagna di propaganda pubblica; la gente verrebbe indotta ad acquistare allettanti attrezzature sportive e a praticare esercizio fisico. In merito alla nutrizione Day accennò anche al fatto che i luoghi pubblici destinati al consumo di alimenti sarebbero rapidamente aumentati, il che avrebbe comportato ricadute anche sulla famiglia. Man mano che un numero sempre maggiore di persone mangia fuori, il consumo casalingo dei pasti perde rilevanza. Le persone sarebbero meno dipendenti dalla propria cucina e, in prospettiva, questo era connesso anche all’ampia disponibilità di cibi pronti - da poter infilare nel microonde; pasti completi prefissati. Naturalmente siamo stati testimoni di tutto questo. Tuttavia all’epoca si prefigurò l’affermazione di tale approccio radicalmente diverso rispetto alla prassi di mangiar fuori e consumare a casa pasti già preparati. Gli alimenti già preparati rientrerebbero nella categoria dei rischi. Chiunque fosse abbastanza pigro da preferire cibi pronti piuttosto che prepararsi i propri farebbe meglio ad avere abbastanza energia per praticare attività fisica, poiché se fosse talmente pigro da evitare di fare esercizio fisico e di prepararsi i pasti, allora non meriterebbe di vivere molto a lungo. Questa considerazione venne presentata come una sorta di giudizio morale sulle persone e su come avrebbero dovuto impiegare le proprie energie. Coloro che sono avveduti, informati sulla nutrizione e abbastanza disciplinati da alimentarsi e praticare attività fisica in modo adeguato sono individui migliori - nonché il genere di persone che si desidera vivano più a lungo.



EDUCAZIONE COME STRUMENTO PER ACCELERARE L’INSORGENZA DELLA PUBERTÀ E L’EVOLUZIONE
Nel mezzo della discussione vi fu anche qualche accenno alla possibilità di accelerare l’insorgenza della pubertà, in connessione con la salute e in seguito con l’educazione, nonché con l’accelerazione del processo di mutamento evolutivo. Secondo un’affermazione, “riteniamo di poter far procedere l’evoluzione più rapidamente e nella direzione che ci prefiggiamo.” La ricordo come un’affermazione di carattere generale, ma non rammento se vennero forniti ulteriori dettagli.



FUSIONE DI TUTTE LE RELIGIONI, LE VECCHIE RELIGIONI DOVRANNO SCOMPARIRE
Altro ambito di discussione fu la religione. Chi parla è un ateo convinto. Day disse, “la religione non è necessariamente un fattore negativo. Molti sembrano averne bisogno, corredata dei relativi misteri e riti - quindi l’avranno. Tuttavia le principali religioni dei nostri tempi vanno modificate, in quanto non compatibili con i cambiamenti a venire. Le antiche religioni dovranno scomparire, specialmente il Cristianesimo. Una volta abbattuta la Chiesa Cattolica, il resto della Cristianità ne seguirà facilmente le sorti. Quindi sarà possibile far accettare in tutto il mondo una nuova religione utile, la quale incorporerà qualcosa da tutte quelle antiche per renderne più agevole l’accettazione e la familiarità da parte della popolazione. I più non si occuperanno granché di religione; comprenderanno di non averne bisogno.”



MODIFICA DELLA BIBBIA TRAMITE REVISIONI DELLE PAROLE CHIAVE
Per conseguire tale scopo, la Bibbia verrà modificata, riscritta per adattarsi alla nuova religione. Parole chiave verranno gradualmente sostituite da nuovi vocaboli dotati di varie sfumature di significato. Quindi l’accezione ascritta al nuovo vocabolo potrà risultare affine a quella del vecchio termine - e col passare del tempo si potranno accentuare altre sfumature di tale accezione e quindi sostituire gradualmente tale vocabolo con un altro.” Non so se la sto rendendo, ma l’idea è che non tutto quanto presente nella Scrittura va riscritto, solo alcune parole sostituite da altre parole. La variabilità del significato ascritto a ciascun termine è utilizzabile come strumento per modificare l’intero significato della Scrittura e quindi lo rende accettabile nel contesto della nuova religione. I più non noteranno la differenza e questo fu un altro dei casi in cui Day disse, “i pochi che noteranno la differenza non saranno abbastanza da avere una qualche rilevanza.”



LE CHIESE CI AIUTERANNO
Poi seguì una delle più sconcertanti dichiarazioni dell’intera presentazione: Day disse, “Alcuni di voi probabilmente penseranno che le Chiese non sosterranno questo sviluppo”, e proseguì, “le chiese ci aiuteranno!” Non approfondì la questione, non era chiaro cosa avesse in mente quando affermò “le chiese ci aiuteranno!” In retrospettiva credo che alcuni di noi possano capire cosa Day abbia inteso all’epoca. Rammento solo che pensai, “no, non lo faranno!”, ricordando le parole di nostro Signore rivolte a Pietro, “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.” Ebbene sì, alcuni membri delle Chiese potrebbero aver dato il loro apporto, e nel ventennio successivo abbiamo visto in che modo. Sappiamo tuttavia che il Verbo del Signore resisterà, e le porte degli inferi non prevarranno.



RISTRUTTURAZIONE DELL’ISTRUZIONE COME METODO DI INDOTTRINAMENTO
Altro ambito di discussione fu l’istruzione. In connessione con l’istruzione e ricordando quanto detto in merito alla religione, oltre a modificare la Bibbia Day disse che altrettanto valeva per la letteratura classica. Mi sembra di ricordare che come esempio si citarono le opere di Mark Twain, tuttavia Day affermò che un lettore distratto che avesse letto una versione riveduta di un classico non avrebbe mai sospettato l’apporto di qualche modifica; sarebbe stato necessario esaminare parola per parola per individuare un qualche cambiamento effettuato in questi classici, dato che le modifiche sarebbero state assai sagaci ma, al contempo, tali da favorire l’accettabilità del nuovo sistema.



PIÚ TEMPO TRASCORSO A SCUOLA, MA GLI ALLIEVI NON IMPARERANNO NULLA
Quanto all’istruzione, Day rilevò che i ragazzi trascorrerebbero più tempo a scuola ma in molte scuole non imparerebbero alcunché. Impareranno alcune cose, ma non tanto quanto in precedenza. Scuole migliori, situate in aree migliori con gente migliore, i cui ragazzi impareranno di più; in tali scuole l’apprendimento sarà accelerato. Un’altra occasione in cui Day affermò, “Riteniamo di riuscire a far procedere l’evoluzione.” Stimolando i ragazzi ad apprendere di più egli sembrava suggerire che i loro cervelli si evolverebbero, che la loro prole si evolverebbe; una sorta di stimolo all’evoluzione nel cui contesto i ragazzi apprenderebbero e risulterebbero più intelligenti a un’età più precoce, come se lo stimolo in questione alterasse la loro fisiologia. Soprattutto, l’educazione scolastica verrebbe prolungata, vale a dire durante l’anno scolastico. Non sono sicuro di cosa disse in merito a una giornata scolastica prolungata, ricordo che affermò che si prospettava di far durare la scuola tutta l’estate, che le vacanze scolastiche estive diventerebbero un retaggio del passato. Non solo per le scuole, ma per altre ragioni. La gente inizierebbe a pensare a periodi di vacanza tutto l’anno, non solo d’estate. Nel complesso gli studenti impiegherebbero tempi più lunghi per completare la propria istruzione. Per conseguire quella che in origine era una laurea di primo grado a questo punto richiederebbe diplomi superiori e maggiore scolarizzazione, cosicché una gran parte di tempo scolastico risulterebbe solo tempo sprecato. Le buone scuole diventerebbero più competitive. Quando ha descritto la questione ho dedotto che includeva tutte le scuole - dalle elementari al college - ma non ricordo se lo abbia affermato davvero. Gli studenti dovrebbero decidere in più giovane età cosa intendono studiare e quale percorso intraprendere; una volta iniziatolo, risulterebbe più arduo passare a un altro ambito di studio. Gli studi verrebbero concentrati in modo molto più approfondito ma delimitato. Non sarebbe possibile, senza autorizzazione, avere accesso a materiale di altri ambiti esterni alla propria area di studio. Mi sembra di ricordare che Day abbia parlato di accesso limitato ad altri ambiti di studio soprattutto a livello di college. I soggetti risulteranno assai specializzati nella propria area di competenza, ma non riusciranno a conseguire un’istruzione generale né a comprendere quanto accade nel suo complesso.



CONTROLLO SU CHI HA ACCESSO ALLE INFORMAZIONI
Day preconizzava già l’impiego di computer a livello educativo e disse che chiunque desiderasse avere accesso a un computer, oppure a testi non direttamente correlati al proprio ambito di studi, dovrebbe avere una ragione assai valida per richiederlo; diversamente, l’accesso verrebbe negato.




SCUOLE COME PERNO DELLA COMUNITÀ
Altra prospettiva concerneva il fatto che le scuole assumano maggiore importanza nella vita complessiva delle persone. Oltre all’attività accademica i ragazzi dovrebbero dedicarsi ad attività scolastiche, a meno di non volersene sentire del tutto esclusi. Attività spontanee fra ragazzi: nel sentirlo mi venne in mente - squadre amatoriali di football e baseball che costituimmo da ragazzini in fase di crescita. Mi dissi che i ragazzi desiderosi di qualsivoglia attività esterna alla scuola sarebbero pressoché costretti a praticarla attraverso la scuola stessa; all’esterno resterebbero ben poche opportunità. Ora, le pressioni del programma scolastico accelerato, le più rapide richieste per cui i ragazzi avvertirebbero di dover far parte di qualcosa - l’uno o l’altro club sportivo o qualche attività scolastica - secondo quanto ammesso da Day tali pressioni logorerebbero alcuni studenti. Egli disse, “I più avveduti impareranno a sopportare le pressioni e a sopravvivere. Saranno disponibili alcuni ausili per aiutare gli studenti a gestire lo stress, tuttavia quelli inadatti non riusciranno a farcela, quindi si dedicheranno ad altro.” A tale riguardo, e in seguito in rapporto ad abuso di alcol e droghe, Day evidenziò che i servizi psichiatrici di sostegno aumenteranno drasticamente. Nel contesto dello stimolo verso il rendimento si ammetteva che molti avrebbero avuto bisogno di aiuto e coloro degni di restare riuscirebbero ad accettarlo e trarne vantaggio, rimanendo super vincenti. Coloro i quali non riuscissero si arrenderebbero e risulterebbero quindi superflui - credo che il termine adatto sia ‘sacrificabili’. L’istruzione durerebbe per tutta la vita e gli adulti frequenterebbero la scuola; per essi vi saranno sempre nuove informazioni da aggiornare. Quando questo non è più possibile, si è troppo vecchi. Un altro espediente per comunicare ai più anziani che per loro è giunto il momento di passare oltre e prendere la pillola della dipartita. Se stare al passo con l’istruzione vi affatica troppo, oppure siete troppo vecchi per apprendere nuove informazioni, allora questo è il segnale - iniziate a prepararvi per farvi da parte.



ALCUNI LIBRI SCOMPARIRANNO DALLE BIBLIOTECHE
Oltre alla rivisitazione dei classici, cui ho accennato in precedenza e con la revisione della Bibbia, Day disse, “Alcuni libri scompariranno semplicemente dalle biblioteche.” Il tenore dell’affermazione era che alcuni libri contengono informazioni o idee che non dovrebbero restare in circolazione; di conseguenza, questi libri spariranno. Non rammento con precisione se Day spiegò in che modo avrebbero realizzato tale iniziativa, ma mi sembra che la faccenda includesse il furto; determinati individui incaricati di recarsi in determinate biblioteche a prelevare determinati libri per poi eliminarli. Non necessariamente una linea programmatica - semplici furti. Ancor più oltre, non tutti saranno autorizzati a possedere libri, mentre il possesso di alcuni libri sarà precluso a chiunque.



MODIFICA DELLE LEGGI
Altro argomento di discussione riguardò leggi che andavano modificate. All’epoca numerosi Stati prevedevano leggi che regolamentavano l’apertura degli esercizi commerciali e determinate attività nella giornata di domenica. Day disse che tali leggi [blue laws, leggi della domenica] verrebbero abrogate. Le leggi inerenti al gioco d’azzardo verrebbero riconfermate o attenuate, in modo da aumentare tale pratica; Day affermò che i governi sarebbero entrati nel settore del gioco d’azzardo; da allora in tutto il paese sono spuntate numerose lotterie di Stato e all’epoca eravamo già stati informati che questo sarebbe accaduto, in base al seguente ragionamento: “Per quale motivo tutto quel denaro del gioco d’azzardo dovrebbe restare in mano a privati quando lo Stato potrebbe trarne profitto?” Nondimeno la gente, se lo desidera, dovrebbe poter scommettere. Quindi, invece di un’attività privata o illegale, il gioco d’azzardo diventerebbe un’attività pubblica/statale. Le leggi sulla bancarotta sarebbero state modificate; non rammento i dettagli, solo l’iniziativa, e so che in seguito è successo. Le leggi antitrust verrebbero modificate, o interpretate diversamente, o ambedue le cose. In rapporto con le leggi antitrust si affermò che la competizione sarebbe stata in un certo senso incrementata, ma nella cornice di circostanze altrimenti controllate; quindi non si tratta di libera concorrenza. Ricordo di aver avuto l’impressione che si trattasse di qualcosa di analogo alla competizione, ma nella cerchia dei membri di un club, al cui esterno non vi sarebbe stato nessuno in grado di competere. Come le squadre che competono in una lega di professionisti; se siete la NFL o le American National Baseball Leagues - competete all’interno della lega ma la lega concorda sulle regole della competizione stessa - non è davvero una competizione libera.



INCORAGGIAMENTO ALL’ABUSO DI DROGHE ONDE CREARE UN’ATMOSFERA DA GIUNGLA
L’uso di droghe e alcol verrà incrementato, così come lo saranno le iniziative volte all’applicazione delle leggi contro la droga. A prima vista appariva una prassi contraddittoria. Per quale motivo incrementare l’abuso di droghe e al contempo l’applicazione delle leggi contro di esso? Nondimeno il concetto prevede che, in parte, l’accresciuta disponibilità di droghe determinerebbe una sorta di legge della giungla nel cui contesto i deboli e gli inadatti verrebbero emarginati. La dichiarazione del caso fu: “Prima che la Terra divenisse sovrappopolata sussisteva una legge della giungla secondo cui solo il più adatto sopravviveva. Tuttavia ora siamo diventati assai civilizzati - fin troppo civilizzati - e agli inadatti viene consentito di sopravvivere solo a spese dei più adatti.” L’abuso di droghe ripristinerà, in un certo senso, la legge della giungla e la selezione naturale del più adatto alla sopravvivenza. Notizie relative all’abuso di droga e alle iniziative di repressione del fenomeno da parte delle forze di polizia manterranno presente la questione nell’opinione pubblica, tendendo altresì a ridurre l’infondato autocompiacimento statunitense secondo cui il mondo è un luogo sicuro e piacevole.



ABUSO DI ALCOLICI
Altrettanto accadrà con l’alcol. L’abuso di alcolici verrà al contempo favorito e stigmatizzato. I vulnerabili e i deboli reagiranno alle stimolazioni e quindi lo useranno e ne abuseranno in maggior misura. La guida in stato di ebbrezza diventerà un problema assai serio; si promulgheranno leggi più restrittive in relazione alla guida sotto l’influenza di sostanze alcoliche, cosicché un numero sempre maggiore di individui si vedrà sospesa o ritirata la patente. Ancora una volta, saranno resi disponibili molti più ausili psicologici per aiutare i soggetti dipendenti da alcol e droghe. Il concetto prevede che per favorire tale situazione - droga e alcol vengono impiegati per selezionare ed escludere alcuni inadatti - anche gli individui altrimenti più validi andrebbero soggetti alla dipendenza e, se davvero idonei, avrebbero sufficiente discernimento da cercare appoggio psicologico e trarne vantaggio. Quindi i pianificatori presentarono la questione come una sorta di valore positivo; era come se Day affermasse, “Pensate che siamo malvagi a incoraggiare tutte queste brutte cose - ma osservate quanto siamo bravi - forniamo anche una via d’uscita!”



LIMITAZIONE DEI VIAGGI
Anche questo era connesso a qualcosa su cui torneremo più avanti in merito alle limitazioni complessive dei viaggi. Nessuno dovrebbe essere libero di spostarsi all’interno degli Stati Uniti come accade attualmente. La gente non ha bisogno di spostarsi in tal modo. Si tratta di un privilegio!



NECESSITÀ DI PIÚ CARCERI E UTILIZZO DEGLI OSPEDALI COME PRIGIONI
Saranno necessarie più prigioni e gli ospedali potrebbero svolgere tale funzione. La costruzione di alcuni nuovi ospedali verrebbe progettata in modo tale da renderli adattabili a un impiego come luogo di detenzione.


Fine del nastro 1


NASTRO 2


FINE DELLA SICUREZZA
Nulla ha un carattere di permanenza. Le strade verranno ridenominate e modificate nel percorso. Aree che non vedete da qualche tempo diventeranno poco familiari. Fra l’altro, questo contribuirebbe a instillare negli anziani la sensazione che è giunto il momento di passare oltre, consapevoli di non riuscire nemmeno a stare al passo con i cambiamenti in aree un tempo familiari. Si consentirà che edifici restino vuoti e si deteriorino, prassi riservata anche alle strade di determinate località. Lo scopo di tale iniziativa sarebbe quello di creare per gli inadatti l’atmosfera depressa, da giungla. A tal riguardo Day menzionò il fatto che edifici e ponti saranno costruiti in modo tale da crollare dopo un certo periodo, si verificherebbero in maggior numero incidenti aerei e stradali. Tutto questo andrebbe a favorire la sensazione di insicurezza, nulla sarebbe sicuro. Non molto tempo dopo la conferenza, e forse ancor prima in uno o due casi nell’area in cui vivo, si verificò la rottura di un ponte di recente costruzione; si scoprì un difetto di un altro ponte recente prima che anch’esso crollasse. Ricordo altresì di aver letto di incidenti sparsi in tutto il paese, in cui centri commerciali crollavano proprio quando erano zeppi di acquirenti. Rammento inoltre uno dei centri commerciali della nostra area, il primo edificio in cui ero stato dove si poteva percepire questa vibrazione in tutto l’edificio quando era affollato di clienti, nonché di essermi chiesto se tale centro non fosse uno degli edifici di cui parlava Day. Consultati, architetti e addetti alle costruzioni replicavano, “Oh no, quando l’edificio vibra così è un buon segno, significa che è elastico e non rigido.” Mah, sarà! Staremo a vedere. Altre aree saranno soggette a efficiente manutenzione; non tutti i quartieri della città saranno degradati.



CRIMINE IMPIEGATO PER GESTIRE LA SOCIETÀ
Si creeranno quartieri degradati e altre aree ben tenute. Coloro che saranno in grado di abbandonare i quartieri degradati per spostarsi in aree migliori impareranno a meglio apprezzare l’importanza della realizzazione umana. Vale a dire che se avranno lasciato la giungla e saranno arrivati, per così dire, al mondo civile, potranno essere orgogliosi del traguardo raggiunto. Mancava qualsiasi solidarietà nei confronti di coloro rimasti nella giungla della droga e nei quartieri allo sfascio. Quindi giunse una dichiarazione sorprendente, “Riteniamo di riuscire a circoscrivere efficacemente alle aree degradate le attività criminali, affinché non si propaghino molto nelle aree migliori.” A questo punto forse dovrei sottolineare che, a distanza di un ventennio, ovviamente quanto esposto non lo è parola per parola, ma quando dico che sto citando esprimo il senso generale di quanto affermato, quantunque forse non proprio alla lettera. Ricordo di essermi domandato come Day potesse essere così sicuro che gli elementi criminali sarebbero rimasti confinati dove egli desiderava restassero. Poi proseguì dicendo che nelle aree migliori sarebbe stato necessario intensificare le misure di sicurezza, vale dire più polizia e relative attività meglio coordinate. Non si espresse così, ma all’epoca mi chiesi quali iniziative fossero in corso per consolidare tutti i dipartimenti di polizia delle periferie delle principali città. Credo fu la John Birch Society a dire, “Sostenete la polizia locale, non lasciate che i criminali si rafforzino.” Ricordo che mi domandai se quella fosse una delle cose che Day aveva in mente riguardo alla sicurezza, per quanto non dichiarato esplicitamente. Comunque sia, egli proseguì affermando che era previsto lo sviluppo di un’intera nuova industria di sistemi di sicurezza residenziale con allarmi, serrature e allarmi collegati alle stazioni di polizia, affinché le gente potesse proteggere sé stessa e i propri beni. Dato che parte dell’attività criminale si estenderebbe dalle aree degradate a quelle migliori, le aree dall’aspetto più opulento diventerebbero quelle più soggette ai furti in casa. Ancora una volta, ciò fu spacciato come una qualità positiva: guardate, stiamo generando tutte queste attività criminali ma considerate quanto siamo bravi - stiamo generando anche i mezzi con cui potete difendervi da esse. Una sorta di tiritera durante la presentazione riguardò il male riconosciuto e l’auto-indulgenza, “Vedete, vi abbiamo dato una via d’uscita.”



RIDUZIONE DELLA PREMINENZA INDUSTRIALE STATUNITENSE
Si giunse a discutere dell’industria statunitense - era la prima volta che sentivo la locuzione interdipendenza globale o il concetto relativo. Il piano dichiarato prevedeva che nella cornice di un sistema unificato globale a diverse parti del mondo sarebbero stati assegnati ruoli differenti nell’ambito del commercio e dell’industria. La costante preminenza e relativa indipendenza e autosufficienza degli Stati Uniti dovevano subire modifiche. Questa fu una delle svariate occasioni in cui Day disse che allo scopo di creare una nuova struttura prima bisogna abbattere quella precedente; l’industria statunitense ne costituiva un esempio. Il nostro sistema doveva essere limitato per fornire ad altri paesi l’opportunità di approntare le proprie industrie, poiché altrimenti non sarebbero stati in grado di competere con gli Stati Uniti; questo valeva in particolare per l’industria pesante, che sarebbe stata ridotta mentre un’industria analoga veniva sviluppata in altri paesi, specialmente in Giappone. A quel punto si discusse di acciaio e in particolare di automobili - ricordo affermazioni secondo cui dal Giappone si sarebbero importate autovetture in condizioni di parità con quelle prodotte a livello interno, ma quelle giapponesi si sarebbero rivelate migliori. Si sarebbero organizzate le cose in modo tale che le vetture statunitensi andassero soggette a guasti e si sfasciassero, cosicché la gente avrebbe optato per le auto d’importazione e ciò avrebbe dato slancio alla concorrenza straniera.

Un esempio riguardava il Giappone. Non ricordo se nel 1969 si vendessero automobili giapponesi negli USA, ma certamente non godevano di grande popolarità. Il concetto era di indurre nei proprietari di Ford, GM o Chrysler un lieve disgusto causato da episodi quali manovelle dei finestrini che si staccavano con maggior frequenza e componenti di plastica che si rompevano ma che, se fossero stati in metallo, avrebbero resistito. Il patriottismo statunitense avrebbe ben presto ceduto il passo alla praticità costituita dall’acquisto di una vettura giapponese, tedesca o di importazione, che sarebbe durata più a lungo con maggiore soddisfazione, anche delle vostre tasche. Il patriottismo sarebbe finito nel lavandino. In altre occasioni si citarono prodotti realizzati anch’essi per sfasciarsi presto; non ricordo gli articoli specifici o se ne vennero indicati altri oltre alle automobili, tuttavia rammento l’impressione, frutto della mia immaginazione, di un chirurgo a cui si sfasciava qualcosa in mano in un frangente critico in sala operatoria. Includeva qualcosa del genere nella sua discussione? Tuttavia, come rilevato in qualche punto del discorso relativo all’intenzionale realizzazione di prodotti difettosi e inaffidabili, tale prassi non solo avrebbe inficiato il patriottismo ma anche suscitato l’irritazione degli utenti finali di tali prodotti. Ancora una volta il concetto di non sentirsi molto sicuri, a confortare la nozione che il mondo non è un luogo granché affidabile. Gli Stati Uniti erano destinati a mantenersi forti nei settori relativi a informazione, comunicazioni, alta tecnologia, istruzione e agricoltura, nonché considerati ancora una sorta di chiave di volta del sistema globale. Tuttavia, l’industria pesante sarebbe stata trasferita altrove. Uno dei commenti relativi all’industria pesante fu che avevamo subìto abbastanza danni ambientali derivanti da ciminiere e scorie industriali; altri potevano farsene carico per un certo periodo. Anche in questo caso si presumeva che questa fosse una prospettiva positiva da accettare. Si è trasferita la nostra industria ma si è salvato l’ambiente, così in realtà non ci abbiamo rimesso.



SPOSTAMENTO DI POPOLAZIONI ED ECONOMIE - RIMOZIONE DELLE RADICI SOCIALI
In tale solco si parlò di persone che perdevano il lavoro a causa dell’industria e di opportunità di riqualificazione, e in particolare di futuri trasferimenti di popolazione. Una digressione, che esaminerò prima di dimenticarmene. Gli spostamenti di popolazione avevano come destinazione la Sun Belt, nuove località in cui la gente non avrebbe avuto radici; rispetto a luoghi in cui gli abitanti sono cresciuti, hanno famiglie allargate e messo radici, risulta più agevole cambiare le tradizioni lì dove vi sono numerosi individui trasferiti. Prendiamo questioni come i nuovi sistemi sanitari. Se vi trasferite da una città industriale nord-orientale e traslocate nella South Sunbelt o nella zona sud-occidentale sarete più disposti ad accettare, ad esempio, qualsiasi tipo di assistenza medica vigente in loco, mentre non sareste altrettanto disposti a farlo in un sistema di assistenza medica nel luogo in cui siete radicati e avete il sostegno della famiglia. Analogamente si citò (il Dr. Day usava il pronome plurale noi) che prima assumeremo il controllo delle città portuali - New York, Seattle, San Francisco - secondo la strategia che se si controllano le città portuali con la propria filosofia e stile di vita, il territorio centrale compreso nel mezzo dovrà cedere anch’esso. Non posso approfondire, ma è interessante. La zona centrale, il Midwest, sembra aver preservato il proprio conservatorismo; ma se si portano altrove industrie e lavoro e si trasferisce la popolazione, tale strategia è finalizzata a disgregare il conservatorismo. Quando si porta via l’industria, gli abitanti sono disoccupati e i poveri accetteranno qualsiasi cambiamento prospetti loro di offrire la sopravvivenza, i loro valori morali e la loro dedizione alle cose cederanno il passo alla sopravvivenza. Non è la mia filosofia, bensì le filosofia dell’oratore. Ad ogni modo, tornando alla questione industria, parte dell’industria pesante rimarrebbe, appena sufficiente a preservare una sorta di vivaio di competenze industriali passibili di ampliamento qualora il piano non funzionasse secondo le previsioni, cosicché la nazione non resterebbe priva di risorse e manodopera qualificata. Si trattava comunque di un piano di emergenza; si sperava e ci si attendeva che il processo di specializzazione estesa a livello mondiale venisse portato avanti. Tuttavia, forse sarò ripetitivo, uno degli esiti di tutto ciò è che con questa ‘interdipendenza globale’ le identità nazionali tenderebbero a perdere rilievo. Ciascuna area dipenderebbe da ogni altra area per questo o quell’elemento della propria sussistenza; diventeremmo tutti cittadini del mondo piuttosto che cittadini di una singola nazione.



SPORT COME STRUMENTO DEL CAMBIAMENTO SOCIALE
Continuiamo nella medesima direzione parlando di sport. Negli Stati Uniti gli sport dovevano subire cambiamenti, in parte come metodo per attenuare il nazionalismo. Il calcio, in quanto sport diffuso a livello mondiale, doveva essere enfatizzato e promosso negli USA, territorio in cui, aspetto interessante, all’epoca era virtualmente sconosciuto. A suo tempo avevo alcuni amici che frequentavano una scuola elementare diversa dalla mia, in cui giocavano a calcio e costituivano una vera novità; stiamo parlando degli anni Cinquanta. Quindi sentir parlare questo tizio di calcio in quest’area era sorprendente. Ad ogni modo, il calcio è considerato uno sport di livello internazionale e verrebbe promosso, mentre lo sport statunitense tradizionale, il baseball, verrebbe minimizzato e forse eliminato in quanto potenzialmente considerato troppo americano. Day discusse di tale eventualità. La prima reazione di qualcuno sarebbe - be’, si pagano poco i giocatori e questi non intendono giocare per un compenso scarso, quindi abbandonano il baseball e si dedicano ad altri sport o altre attività. Tuttavia Day disse che in realtà la cosa non funziona così. Di fatto, il modo per affossare il baseball sarebbe quello di aumentare moltissimo gli ingaggi, secondo il concetto in base al quale in concomitanza con compensi assurdamente elevati si manifesterebbe un certo malcontento e antagonismo da parte della gente risentita verso atleti pagati così tanto, mentre gli atleti inizierebbero a prendersela con sé stessi per i compensi degli altri giocatori e tenderebbero ad abbandonare lo sport. Gli elevati ingaggi potrebbero altresì ledere i proprietari e alienare le simpatie dei tifosi, i quali quindi sosterrebbero il calcio e i campi da baseball potrebbero essere utilizzati come campi da calcio. Non si descrisse tale processo come ineluttabile, ma se l’atmosfera internazionale non fosse cambiata abbastanza rapidamente la cosa era fattibile.

Vi furono commenti analoghi in merito al football, per quanto mi sembra di ricordare l’affermazione di Day secondo cui smantellare il football sarebbe risultato più arduo, in quanto sport praticato nei college e nei campionati professionisti, quindi più difficile da affossare. Vi fu qualche accenno anche alla violenza che nel football soddisfaceva un bisogno psicologico percepito, e la gente ha bisogno di violenza delegata; quindi, per tale ragione, il football sarebbe forse sopravvissuto per soddisfare suddetta esigenza. Altrettanto vale per l’hockey, sport dai connotati più internazionali cui si sarebbe dato rilievo. Si prefigurava una certa concorrenza internazionale fra hockey e, in particolare, calcio; all’epoca la dimensione internazionale dell’hockey riguardava Stati Uniti e Canada. Rimasi sorpreso poiché pensai che l’oratore non mi colpì come appassionato di hockey, quale io sono; infatti non lo era, conosceva appena il gioco e cosa esso avrebbe apportato al cambiamento del programma sportivo in questione. In ogni caso la chiave di volta era il calcio, in quanto sport mondiale già praticato in Sud America, Europa e parti dell’Asia, e gli Stati Uniti avrebbero dovuto seguire la moda. Tutto questo favorirebbe la competizione internazionale in modo da farci diventare tutti cittadini del mondo ancor più che cittadini delle rispettive limitate nazioni.

Si parlò di caccia, il che non sorprende. La caccia richiede armi e in questi piani il controllo delle armi è un elemento di grande importanza. Non ricordo granché i particolari, tuttavia il concetto è che il possesso di armi è un privilegio e non tutti dovrebbero possederne. La caccia è un pretesto inadeguato per il possesso di armi, che dovrebbe essere limitato a tutti quanti. Invece di possedere armi proprie, i pochi privilegiati autorizzati a praticare la caccia potrebbero magari affittarle o prenderle a prestito presso sedi ufficiali. In fin dei conti, secondo quanto espresso, non tutti hanno bisogno di un’arma. In ambito sportivo grande importanza rivestivano gli sport femminili, destinati a sostituire le bambole, che sarebbero ancora disponibili, in quantità limitata e non in grande varietà. Le bambole non andrebbero promosse in quanto le ragazze non dovrebbero pensare a bambini e riproduzione, bensì stare all’aperto negli impianti sportivi come i ragazzi. In realtà ragazzi e ragazze non devono essere poi così diversi. I servizi da tè avrebbero fatto la fine delle bambole e tutte le cose tradizionalmente ritenute appannaggio delle femmine verrebbero sminuite man mano che le ragazze si dedicano ad attività più maschili. Ricordo altresì che le cronache sportive, assieme a quelli delle squadre maschili, avrebbero ospitato i punteggi delle squadre femminili, come a distanza di vent’anni si è iniziato a vedere nei giornali locali. Quindi tutto questo è destinato a modificare il modello del ruolo cui le ragazze dovrebbero ambire; mentre cresce, una ragazza dovrebbe ambire a diventare un’atleta piuttosto che una futura madre.



SESSO E VIOLENZA INCULCATI TRAMITE SPETTACOLI DI INTRATTENIMENTO
Intrattenimento. I film verranno resi gradualmente più espliciti quanto a sesso e linguaggio. In fin dei conti sesso e turpiloquio sono reali, quindi per quale motivo fingere che non lo siano? In televisione e al cinema proietteranno film pornografici. All’epoca non erano diffusi videoregistratori, ma Day indicò che le videocassette sarebbero state disponibili, così come videoregistratori domestici e film pornografici, da vedere presso il cinema locale o in televisione. Day disse qualcosa tipo: “nei film vedrete gente fare tutto quello che riuscite a immaginare”, aggiungendo che tutto questo ha lo scopo di far uscire allo scoperto il sesso; altra locuzione utilizzata in svariate occasioni - “sesso allo scoperto”. La violenza era destinata a diventare più vivida, con lo scopo di desensibilizzare la gente a essa. Si poteva preconizzare un periodo in cui la gente sarebbe stata testimone di atti di violenza reale e vi avrebbe preso parte. In seguito diverrà chiaro dove si va a parare. Quindi nell’intrattenimento ci sarebbe più violenza realistica, il che renderebbe più agevole per le persone abituarvisi. L’atteggiamento delle persone verso la morte cambierebbe; non la paventerebbero più così tanto, anzi la accetterebbero in misura maggiore e non sarebbero così atterrite alla vista di morti o feriti. Non ci serve una popolazione leziosa, paralizzata da quel che potrebbe vedere. La gente imparerebbe a dire, be’, non voglio che accada a me. Questa fu la prima dichiarazione indicante che il piano prevede numerose vittime umane, che i sopravvissuti vedrebbero. Questo particolare aspetto dell’esposizione mi ritornò bruscamente alla memoria alcuni anni dopo, quando uscì un film su Lone Ranger e portai mio figlio, molto piccolo, a vederlo. Già all’inizio vi erano alcune scene assai violente. Una delle vittime veniva colpita alla fronte, quando il proiettile penetrò vi fu una specie di spiaccichio corredato da sangue, quindi ricordo di essermi pentito di aver portato mio figlio e di aver provato rabbia verso il Dr. Day. Non che avesse realizzato lui il film, ma accettava di far parte di questo movimento; rimasi disgustato dal film, che fece riaffiorare distintamente nella mia memoria quell’aspetto della conferenza.

Per quanto concerne la musica, Day fece una dichiarazione alquanto schietta: la musica peggiorerà. Nel 1969 la musica rock stava diventando via via più sgradevole. Interessante il modo in cui espresse il concetto, “peggiorerà”, riconoscendo che era già brutta. I testi avrebbero assunto connotati esplicitamente più sessuali. Non si sarebbe più pubblicizzata melliflua musica romantica come quella composta prima di quel periodo. Tutta la vecchia musica sarebbe stata relegata a determinate emittenti radiofoniche e dischi destinati all’ascolto degli anziani, i quali avrebbero avuto a disposizione le proprie emittenti radiofoniche da seguire, come peraltro i giovani. Day sembrava suggerire che un gruppo non avrebbe ascoltato la musica dell’altro. Le persone più mature avrebbero rifiutato di ascoltare la spazzatura spacciata ai giovani, i quali a loro volta la avrebbero accettata poiché li identificava come generazione e li aiutava a sentirsi diversi e separati dalla generazione più vecchia. All’epoca ricordo di aver pensato che la cosa non sarebbe durata a lungo perché anche i giovani non avrebbero apprezzato la spazzatura; avendo l’opportunità di ascoltare la più gradevole musica precedente si sarebbero rivolti a essa.

Malauguratamente mi sbagliavo sul fatto che quando i ragazzi attraversano l’adolescenza ed entrano nel terzo decennio di vita alcuni fra loro affinano il proprio gusto musicale, invece purtroppo Day aveva ragione; si abituano alla spazzatura ed è tutto ciò che vogliono. Molti di loro non riescono a sopportare musica davvero valida. Day proseguì affermando che la musica avrebbe convogliato un messaggio destinato ai giovani e nessuno se ne sarebbe accorto, ritenendola solo di musica fracassona. All’epoca non compresi quel che intendeva, ma in retrospettiva ritengo che ora conosciamo quali messaggi sono contenuti nella musica destinata ai giovani.

E, ancora una volta, aveva ragione. Questo aspetto venne compendiato con il concetto secondo cui l’intrattenimento sarebbe stato uno strumento per influenzare i giovani, privo di effetto sui vecchi, già consolidati nelle proprie abitudini; i cambiamenti verrebbero indirizzati verso i giovani nel mezzo della loro formazione, mentre la generazione più vecchia verrebbe trascurata; non solo non la si potrebbe cambiare, ma riveste comunque un’importanza relativa. Una volta esaurite le vite dei più vecchi, sarebbe la generazione più giovane in fase di formazione a essere importante per il ventunesimo secolo. Day indicò anche tutti i vecchi film che sarebbero stati riportati alla ribalta e ricordo che la mia memoria ne passò rapidamente in rassegna un certo numero; mi chiesi se sarebbero stati inclusi quelli che avrei gradito rivedere. Oltre a vecchi film e vecchia musica, agli anziani sarebbero stati riservati altri privilegi: trasporto gratuito, acquisti d’occasione, sconti, agevolazioni fiscali - una serie di privilegi dovuti all’età avanzata. Tale prassi venne definita come una sorta di ricompensa per la generazione cresciuta attraverso la depressione e sopravvissuta ai rigori della Seconda Guerra Mondiale. Se la erano meritata e sarebbero stati ricompensati con tutti questi benefici, mentre la riproposizione di vecchi film e vecchia musica avrebbe contribuito ad alleviare nel comfort i loro ultimi anni. Quindi il discorso iniziò a diventare alquanto sinistro, poiché una volta passata quella generazione, alla fine degli anni Ottanta e all’inizio dei Novanta, in cui ci troviamo ora, la maggior parte di quel gruppo sarebbe scomparsa e quindi le cose si sarebbero irrigidite gradualmente, in modo sempre più rapido, in concomitanza con il ritiro di vecchi film, vecchia musica e intrattenimento più garbato.



LIMITAZIONI DEI VIAGGI E DOCUMENTI DI IDENTITÀ IMPIANTATI
I viaggi, invece di essere agevolati per gli anziani, verrebbero assai limitati. Per viaggiare le persone dovrebbero avere un permesso e una buona ragione, senza la quale non sarebbe consentito spostarsi; ognuno dovrebbe avere un documento d’identità. Inizialmente sarebbe una carta d’identità da portare al seguito e da esibire su richiesta. Si era già stabilito che in una fase successiva sarebbe stato elaborato un congegno da impiantare sotto la cute, codificato appositamente per identificare l’individuo, il che eliminerebbe la possibilità di documenti identificativi falsificati nonché l’eventualità che qualcuno sostenga di averli smarriti. La difficoltà di questi impianti ID sottocutanei concerneva l’ottenimento di qualche materiale transcutaneo o sottocutaneo che non provocasse reazioni allergiche risultanti in rigetto o infezioni e su cui fosse possibile registrare e recuperare informazioni tramite uno scanner. Si accennò al silicio, che all’epoca si riteneva fosse ben tollerato; si utilizzava per aumentare le dimensioni del seno, le donne che ritenevano di avere un seno troppo piccolo si sottoponevano a impianti al silicone [composto del silicio],prassi che immagino sia tuttora in auge. Ad ogni modo, all’epoca il silicio era considerato il materiale promettente per ambedue gli scopi: rimanere nel corpo senza rigetto e riuscire ad archiviare informazioni recuperabili tramite congegni elettronici.



CONTROLLO ALIMENTARE
Le derrate alimentari verrebbero sottoposte a rigidi controlli. Se l’aumento della popolazione non rallentasse, si creerebbe in fretta penuria di derrate e la popolazione comprenderebbe i rischi della sovrappopolazione. In definitiva, che il tasso di crescita della popolazione rallenti o meno, le forniture alimentari vanno sottoposte a un controllo centralizzato in modo che la popolazione sia ben nutrita, ma non abbastanza da appoggiare qualche fuggiasco dal nuovo sistema; in altri termini, un parente o un amico che non ha sottoscritto. Coltivare o allevare in proprio sarebbe illegale. Questo verrebbe realizzato con qualche pretesto. All’inizio ho accennato al fatto che vi era un duplice scopo per ogni cosa - lo scopo apparente e lo scopo reale; in questo caso lo scopo apparente riguarderebbe il fatto che coltivare vegetali in proprio non sarebbe sicuro, diffonderebbe malattie o qualcosa del genere. Quindi l’idea accettabile era di tutelare il consumatore, mentre quella reale era limitare le forniture alimentari; coltivare in proprio sarebbe illegale e persistere in attività del genere vi renderebbe un criminale.



CONTROLLO METEOROLOGICO
Quindi Day accennò al tempo, con un’altra dichiarazione davvero sconcertante, “Siamo o saremo presto in grado di controllare il tempo atmosferico. Non mi riferisco semplicemente alla già consolidata prassi di disseminare le nubi di cristalli di ioduro per indurre precipitazioni, bensì a controllo REALE.” Il tempo atmosferico era considerato un’arma bellica, un’arma per influenzare le politiche pubbliche. Si poteva far piovere o meno per influenzare determinate aree e ricondurle sotto il proprio controllo. Due aspetti della questione risultavano alquanto sconcertanti. “Da una parte è possibile provocare siccità durante la stagione della crescita in modo che nulla cresca, dall’altra scatenare piogge assai intense durante la stagione dei raccolti i modo che i campi risultino troppo fangosi per procedere al raccolto stesso, e invero sarebbe possibile fare entrambe le cose.” Non vi furono indicazioni sul metodo utile a conseguire tale scopo, ma solo accenni al fatto che la procedura era già possibile o assai prossima a esserlo. Politica. Day disse che ben pochi sanno davvero come funziona il governo. Qualcosa del tipo che funzionari eletti vengono influenzati in modi di cui nemmeno si accorgono e portano a termine progetti allestiti per loro convinti di esserne gli ideatori; di fatto, però, vengono manipolati in modi di cui non si rendono conto.



CONOSCERE LE REAZIONI DELLA POPOLAZIONE - INDURLA A FARE QUEL CHE SI DESIDERA
A un certo punto Day fece due dichiarazioni che adesso desidero inserire. Non rammento il frangente, ma sono valide in termini di prospettiva generale complessiva. La prima, “Le persone riescono ad avere in mente due idee contraddittorie allo stesso tempo e ad agire in base a esse, posto che tali idee contraddittorie vengano mantenute debitamente separate.” La seconda, “Si riesce a prevedere con notevole accuratezza quanto razionalmente gli individui reagiranno a determinate circostanze e informazioni in cui dovessero imbattersi. Quindi, per determinare la reazione desiderata serve soltanto esercitare il controllo sul genere di dati o informazioni presentati o le varietà di circostanze in cui gli individui vengono a trovarsi; essendo individui razionali, faranno quello che volete che facciano, magari non comprendendo appieno cosa stanno facendo o perché.”



RICERCA SCIENTIFICA FALSIFICATA
In questo ambito Day ammise che alcune ricerche scientifiche potrebbero essere falsificate, e invero lo sono state, allo scopo di conseguire gli esiti desiderati. “Le persone non pongono le giuste domande. Alcuni sono troppo fiduciosi.” Una dichiarazione interessante, dal momento che l’oratore e l’uditorio erano medici e presumibilmente assai obiettivi, spassionatamente scientifici e interamente dediti al metodo scientifico. Falsificare la ricerca scientifica in quell’ambiente è come essere blasfemi in chiesa, non si fa e basta. Ad ogni modo, da tutto questo sarebbe derivato il Nuovo Organo di Governo Internazionale, probabilmente, ma non necessariamente, tramite la Nazioni Unite e con una Corte Mondiale. All’epoca l’accettazione delle Nazioni Unite non era ritenuta diffusa come sperato; sarebbero proseguite iniziative volte ad aumentarne l’importanza. La gente si sarebbe sempre più abituata all’idea di cedere parte della sovranità nazionale; l’interdipendenza economica avrebbe favorito tale obiettivo secondo una prospettiva pacifica, l’elusione della guerra secondo una prospettiva improntata al timore delle ostilità. Si riconobbe operare pacificamente era meglio che farlo con la guerra, a quel punto definita “obsoleta”.

La considerai una frase interessante, dato che l’aggettivo obsoleto definisce un qualcosa un tempo ritenuto utile ma ora non più tale. La guerra è obsoleta, a causa degli ordigni nucleari, la guerra non è più controllabile. In precedenza i conflitti erano controllabili, ma se ordigni nucleari finissero in mani sbagliate si potrebbe verificare un disastro nucleare non preordinato. Le “mani sbagliate” non vennero identificate. Eravamo liberi di dedurre che forse si intendevano terroristi, ma in anni più recenti mi domando se fra le mani sbagliate si potessero annoverare anche elementi che ritenevamo disponessero di armamenti nucleari, ma magari non li hanno. Proprio come si affermò che negli Stati Uniti l’industria sarebbe stata preservata - in piccola parte, giusto nel caso in cui i piani di respiro mondiale non fossero andati a buon fine, giusto nel caso in cui qualche paese o altra personalità influente avesse deciso di sganciarsi dal branco e procedere per proprio conto, viene da domandarsi se altrettanto varrebbe per le armi nucleari. Quando Day accennò all’eventualità che cadessero in mani sbagliate, accennò altresì al fatto che il possesso di armi nucleari era stato tenuto sotto stretto controllo, come a implicare che chiunque ne fosse in possesso era designato ad averle, il che avrebbe necessariamente incluso l’Unione Sovietica, se davvero ne era in possesso. Ricordo tuttavia di aver domandato, “Sta dicendo o sottintendendo che questo paese ha intenzionalmente consegnato armi ai Sovietici?”

All’epoca sembrava una cosa impensabile da farsi, ancor meno da ammettere. Tuttavia i leader dell’Unione Sovietica sembrano così dipendenti dall’Occidente che viene da domandarsi se, posto che disponessero di tali armi, si sia temuto che avrebbero cercato di rivendicare indipendenza. Non saprei, qualcosa su cui riflettere. Chi intendeva Day dicendo “se questi ordigni finissero in mani sbagliate”? Forse solo terroristi. Comunque sia, il nuovo sistema verrebbe insediato, se non tramite pacifica collaborazione con ognuno disposto a cedere parte della sovranità nazionale, allora portando la nazione sull’orlo di una guerra nucleare. Data l’isteria creata dall’eventualità di un conflitto nucleare, tutti ne sarebbero talmente spaventati da scatenare una pubblica protesta volta a negoziare una pace pubblica, per conseguire la quale la gente sarebbe disposta a cedere la sovranità nazionale, il che introdurrebbe il ‘Nuovo Sistema Politico Internazionale’. Fu impressionante sentire che “Se nei posti chiave vi fossero troppe persone contrarie al processo, forse si presenterebbe la necessità di utilizzare uno, due o più ordigni nucleari.” Per come fu esposta, tale eventualità avrebbe forse convinto la gente che “Facciamo sul serio”, a cui seguì l’affermazione, “Una volta esplosi uno o due ordigni chiunque, anche il più riluttante, si arrenderebbe. Tale pace negoziata risulterebbe assai convincente”, come in una cornice o contesto secondo cui l’intera faccenda era stata simulata ma nessuno lo sapeva.

La gente, sentendone parlare, sarebbe convinta che si tratta di un autentico negoziato fra nemici ostili giunti infine alla conclusione che la pace è preferibile alla guerra. In tale contesto di discussione sulla guerra, considerata obsoleta, si affermò che alcuni aspetti della guerra erano positivi. Ad esempio, prima o poi si deve morire e talvolta in guerra le persone hanno la possibilità di dimostrare grande coraggio ed eroismo; se muoiono sono morte dignitosamente e se sopravvivono beneficiano di apprezzamento. Quindi, comunque vada, le sofferenze della guerra per i soldati valgono la candela, poiché è questa la ricompensa ottenuta dal loro impegno bellico. Altra giustificazione espressa in merito alla guerra fu che se si pensa che i molti milioni di caduti delle due guerre mondiali fossero sopravvissuti e avessero generato figli allora saremmo già sovrappopolati; le due guerre mondiali hanno dunque avuto un risvolto positivo nel ritardare il sovrappopolamento. Ora, però, esistono a disposizione di individui e governi mezzi tecnologici utili a tenere sotto controllo suddetto fenomeno, quindi la guerra risulta obsoleta, non più necessaria, obsoleta anche perché gli armamenti nucleari potrebbero distruggere l’intero universo; la guerra, un tempo controllabile, potrebbe sfuggire al controllo e per questi due motivi è obsoleta.



TERRORISMO
Si parlò del terrorismo, che sarebbe stato ampiamente usato in Europa e in altre parti del mondo. All’epoca si riteneva che il terrorismo non sarebbe stato necessario negli Stati Uniti, ma lo sarebbe diventato se gli USA non avessero proceduto ad accettare rapidamente il sistema. Tuttavia, almeno nell’immediato futuro, non era previsto, molto benevolmente da parte loro. Forse qui il terrorismo non risulterebbe necessario, implicando comunque che se lo fosse vi si farebbe senz’altro ricorso. Assieme a tali considerazioni giunse il velato rimprovero che sino ad allora gli Statunitensi se l’erano passata fin troppo bene e una lieve sventagliata di terrorismo li avrebbe convinti che il mondo è davvero un luogo pericoloso, o che lo può diventare se non cediamo il controllo alle autorità pertinenti.



CONTROLLO FINANZIARIO
Denaro e sistema bancario. Secondo un’affermazione, “L’inflazione è infinita. È possibile posporre a qualsiasi cifra un numero infinito di zeri e collocare i decimali ovunque si desideri”, a indicare che l’inflazione è uno strumento in mano ai controllori. Il denaro diverrà prevalentemente credito, come già accadeva. Il denaro è fondamentalmente credito, tuttavia lo scambio di denaro non avverrà tramite contanti o mezzi palpabili, bensì tramite un segnale di credito elettronico. La gente porterà con sé contanti in quantità assai ridotta, solo per quisquilie quali gomme da masticare e dolciumi. Qualsiasi acquisto di qualsiasi importo rilevante sarà effettuato elettronicamente. Gli stipendi e i pagamenti verranno accreditati elettronicamente sul vostro conto. Vi sarà un unico sistema bancario, che forse apparirà come più di uno ma in definitiva e fondamentalmente sarà unico, in modo tale che quando sarete pagati la somma verrà accreditata sul vostro conto e quando acquisterete qualcosa l’importo verrà dedotto dal conto al momento della transazione, sicché non porterete con voi alcuna somma. Sarà possibile tenere archivi informatici su qualsiasi vostra transazione, cosicché se steste acquistando troppo di uno specifico articolo e qualche funzionario volesse sapere cosa state facendo con il vostro denaro costui potrebbe riesaminare i vostri acquisti e determinare cosa stavate comprando.

Qualsiasi acquisto di importo rilevante, quale un’automobile, una bicicletta, un frigorifero, una radio, una televisione o altro sarà dotato di targhetta identificativa tracciabile, in modo tale che le autorità saranno in grado di risalire molto rapidamente a chi e quando ha effettuato l’acquisto, nonché a qualsiasi cosa ceduta o rubata - qualsiasi. Saranno i computer a consentirlo. La facoltà di risparmio verrà seriamente decurtata; la gente non riuscirà più a risparmiare ricchezze in quantità considerevole. Secondo quanto riconosciuto dall’oratore la ricchezza è potere e la ricchezza in mano a numerose persone non conviene a chi comanda, quindi se avrete troppo verrete tassati; più risparmierete, più elevata sarà l’aliquota fiscale sui vostri risparmi, che così non potranno mai giungere a importi troppo considerevoli. Inoltre, se iniziaste a manifestare la tendenza a risparmiare troppo potreste andare soggetti a una decurtazione dello stipendio. Diremmo, “Risparmi invece di spendere. In realtà tutto quel denaro non ti serve.”

Questo è fondamentalmente il concetto di impedire alla gente di accumulare qualsivoglia ricchezza che potrebbe avere un influsso distruttivo di ampia portata sul sistema. La gente verrà indotta a utilizzare il credito per avere prestiti e quindi a non onorare i propri debiti così da distruggere il proprio credito. Se siete troppo stupidi per gestire saggiamente il credito, questo conferisce alle autorità l’opportunità di punirvi severamente una volta abbattuto il vostro credito. Inizialmente i pagamenti elettronici si baseranno di tipi diversi di carte di credito, già utilizzate in qualche misura nel 1969. Non ora, ma la gente disporrà di carte di credito dotate di banda elettronica e quando vi avrà fatto l’abitudine si evidenzieranno i vantaggi di avere tutto concentrato in una singola carta di credito, al servizio di un unico sistema monetario, e non dovrà portarsi appresso tutta quella plastica.



SORVEGLIANZA, IMPIANTI E TELEVISORI CHE VI OSSERVANO
La fase successiva alla carta unica sarà sostituire quest’ultima con un impianto cutaneo. La carta unica potrebbe essere smarrita o rubata, creando problemi, o scambiata con qualcun altro per confondere l’identità. L’impianto cutaneo, d’altronde, non sarebbe soggetto a smarrimento o contraffazione o trasferimento ad altro soggetto, quindi voi e i vostri conti verreste identificati senza possibilità di errore. Gli impianti andrebbero collocati in qualche punto adatto; ad esempio la mano destra o la fronte. All’epoca, quando ascoltai tutto questo, non avevo dimestichezza con il Libro della Rivelazione. L’oratore disse, “Ora alcuni di voi che leggono la Bibbia vi annetteranno un significato”, ma poi escluse qualsiasi senso biblico. Si tratta solo di buon senso e di come il sistema potrebbe e dovrebbe funzionare, e non vi è alcuna necessità di cogliervi connessioni bibliche. Ribadisco, all’epoca non avevo una gran dimestichezza con il testo della Rivelazione.

Qualche tempo dopo la acquisii e il significato del discorso di Day divenne sensazionale. Non lo dimenticherò. Si menzionarono anche impianti che si sarebbero prestati a svolgere funzioni di sorveglianza emettendo radiosegnali. Un tale congegno potrebbe essere collocato sotto la cute o in un dente, come un’otturazione, cosicché fuggiaschi o altri cittadini potrebbero essere identificati tramite una determinata frequenza emessa dal rispettivo trasmettitore personale, nonché localizzati in qualsiasi luogo o momento da qualsivoglia autorità desideri scovarli, una prerogativa particolarmente utile nel caso di evasi. Si discusse ulteriormente della sorveglianza personale, tanto che “Guarderete la televisione e al contempo qualcuno vi osserverà presso una stazione di monitoraggio centrale.” Gli apparecchi televisivi saranno dotati di un dispositivo apposito per tale funzione e per essere operativi non dovranno stare accesi; inoltre, il televisore sarà utilizzabile per controllare quello che guardate; gli addetti riusciranno a sapere cosa guardate alla televisione e come reagite, mentre voi non sapreste di essere osservati mentre guardate lo schermo. In che modo potremmo far accettare alla gente tali cose all’interno della propria abitazione? Bè, gli acquirenti le compreranno assieme al televisore e inizialmente non ne saranno a conoscenza.

Questo venne descritto come quella che ora conosciamo come TV via cavo, al posto di quella con antenna. Acquistando un televisore il monitor farebbe parte del blocco e i più non avrebbero sufficienti conoscenze per capire che era lì sin dall’inizio. Il cavo rappresenterebbe quindi il mezzo per trasportare al monitor il messaggio di sorveglianza. Quando la gente scoprisse l’attivazione di tale monitoraggio sarebbe altresì ormai dipendente dalla televisione sotto vari aspetti, così come lo è oggi dal telefono. La televisione verrebbe utilizzata per effettuare acquisti senza dover uscire di casa; basterebbe accendere il televisore e selezionare il canale apposito interagendo con il negozio prescelto; potreste saltare da un luogo all’altro per scegliere un abito o un frigorifero, il che sarebbe conveniente ma vi renderebbe dipendenti dal televisore, al punto di non poter fare a meno del monitor interno.

Si discusse anche di monitor audio, nel caso le autorità desiderassero ascoltare cosa succedeva in altre stanze diverse da quella in cui c’era il televisore. A tal riguardo, “Qualsiasi cavo connesso alla vostra abitazione, ad esempio quello del telefono, potrebbe essere sfruttato a tale scopo.” Ricordo tale questione in particolare poiché coincise con la fase finale della presentazione e mentre ce ne stavamo andando dal luogo del convegno dissi a un mio collega qualcosa in merito al fatto di andarmene a casa e strappare tutti i fili, salvo che sapevo di non poter tirare avanti senza telefono; il collega sembrava inebetito. Ora ritengo che egli non ricordi nemmeno di cosa parlammo o cosa ascoltammo all’epoca, perché glielo ho chiesto; ma in quel momento sembrava stordito. Si menzionò il fatto che prima di attuare tutte le modifiche inerenti al monitoraggio elettronico si sarebbero visti ovunque furgoni di servizio, con addetti a lavorare sui cavi e posizionare quelli nuovi. Questa attività rappresentava il modo in cui coloro a conoscenza della faccenda avrebbero saputo come procedevano le cose.



PROPRIETÀ DELL’ABITAZIONE COME RETAGGIO DEL PASSATO
La casa di proprietà diventerà un retaggio del passato. I costi delle abitazioni e dei mutui diverranno gradualmente così elevati che i più non potranno permetterseli. Coloro che già possedevano la propria abitazione avranno la facoltà di tenerla ma, col passare degli anni, per i giovani sarà sempre più difficile acquistare un casa. I giovani diventeranno in misura sempre maggiore inquilini in affitto, in particolare in appartamenti e condomini. In numero sempre più consistente le case resteranno invendute e sfitte; le persone non potranno permettersele, ma i prezzi non scenderanno. Verrebbe giustamente da pensare, casa sfitta, prezzo in ribasso, la gente acquista. Tuttavia vi furono alcune dichiarazioni indicanti che i prezzi verrebbero mantenuti elevati nonostante la grande disponibilità, in modo da paralizzare il mercato. La gente non riuscirebbe ad acquistare queste case e gradualmente una fetta sempre più consistente della popolazione si ritroverebbe costretta in piccoli appartamenti, non in grado di ospitare molti bambini. Poi, con la diminuzione dei proprietari di abitazioni, questi diventerebbero una minoranza. Costoro non riscuoterebbero alcuna simpatia da parte della maggioranza insediata in appartamenti, quindi le case di proprietà verrebbero sottratte/pignorate a causa di tasse sempre più elevate o altri regolamenti che risulterebbero deleteri per la proprietà e accettabili dalla maggioranza. Infine, alla gente verrebbe assegnato lo spazio in cui abitare, dove sarebbe comune convivere con individui estranei alla propria famiglia. Questo tramite il non sapere fino a che punto fidarsi potersi fidare di qualcuno. Tutto ricadrebbe sotto il controllo di un’autorità centrale per gli alloggi. Tenetelo presente nel 1990 quando vi chiederanno, “Quante stanze da letto ci sono nella sua abitazione? Quanti bagni? Dispone di una stanza per i giochi?” Queste informazioni sono personali e in base alla Costituzione vigente non rivestono alcun interesse per il governo. Tuttavia ve le richiederanno, quindi deciderete se e in che modo fornirle/come replicare.



AVVENTO DEL SISTEMA TOTALITARIO GLOBALE
Quando il novo sistema prenderà il sopravvento si prevede che i cittadini sottoscrivano un documento di fedeltà, indicando di non avere riserve o remore rispetto al vecchio sistema. “Non vi sarà spazio alcuno”, disse il Dr Day, “per coloro che non saranno d’accordo. Non possiamo permetterci tal genere di individui ingombranti, che quindi verranno trasferiti in luoghi appositi”, e qui non rammento le parole esatte, tuttavia trassi la conclusione che in questi luoghi appositi dove sarebbero stati condotti non sarebbero sopravvissuti a lungo. Forse Day disse qualcosa del tipo “eliminati con umanità”, ma non ricordo con precisione, solo l’impressione che il sistema non li avrebbe sostenuti se costoro non si fossero adeguati al sistema stesso; l’unica alternativa sarebbe stata la morte.

In tale contesto Day disse che non vi sarebbero martiri. Nel sentire tale affermazione inizialmente pensai che intendesse dire che non sarebbero state uccise persone, ma con il procedere della trattazione in realtà voleva dire che non sarebbero state uccise o tolte di mezzo in modo tale da servire come ispirazione ad altri, come accade con i martiri. Dichiarò piuttosto qualcosa del tipo, “La gente si limiterà a scomparire.” Propongo qui alla fine solo alcuni ulteriori spunti che ho scordato di inserire dove sarebbero più appropriati. Day affermò che probabilmente l’insediamento del nuovo sistema sarebbe avvenuto in un fine settimana d’inverno. Il venerdì sera si sarebbero interrotte le attività lavorative e il lunedì mattina vi sarebbe stato l’annuncio dell’insediamento del nuovo sistema.

Durante il processo di preparazione degli Stati Uniti a tali cambiamenti tutti sarebbero più impegnati, con minor tempo libero e minori opportunità di guardarsi intorno e constatare cosa sta accadendo. Inoltre, vi sarebbero ulteriori cambiamenti e difficoltà a tutelare i propri investimenti, i cui strumenti cambierebbero. I tassi d’interesse si modificherebbero in modo tale rendere arduo preservare quanto avevate già guadagnato. Interessante la questione automobili: sembrerebbe che ne esistano numerose varietà, ma a un sguardo più attento risulterebbe una grande reiterazione; verrebbero rese esteriormente diverse con cromature, copricerchi e simili, ma esaminando con attenzione si vedrebbe la medesima automobile fabbricata da più di un produttore.

Tale questione mi è saltata all’occhio quando mi trovavo in parcheggio e ho visto una piccola Ford - non ricordo il modello - e un’utilitaria giapponese, identiche salvo una serie di particolari quali il numero di fori nel copricerchio, le cromature attorno alla lamiera e la forma della griglia. A un esame più attento però, le componenti fondamentali risultavano identiche. Casualmente erano parcheggiate una di fianco all’altra, hanno attirato la mia attenzione e fatto riaffiorare alla memoria quanto esposto molti anni fa. Sto finendo il nastro e devo affrettarmi. Riassumendo, rilevo tutte le questioni esposte da un individuo in una specifica occasione e inerenti a così diverse imprese umane; quindi osservo come molte di tali previsioni si siano di fatto avverate. Intendendo i cambiamenti realizzati fra allora e adesso [1969 - 1988] e quelli pianificati per il futuro, credo sia innegabile che si tratta di un processo controllato e che esiste una cospirazione.

Il quesito che si pone a questo punto è cosa fare. Penso che per prima cosa dobbiamo riporre la nostra fede in Dio, pregare e chiedere la sua guida. In secondo luogo, fare quel che ci riesce per informare altri quanto più possibile, quanto più suscita il loro potenziale interesse. Alcuni se ne disinteressano, impegnati a perseguire i propri personali obiettivi. Tuttavia ritengo che dovremmo cercare di informare per quanto possibile tutti gli individui potenzialmente interessati, quindi riporre nuovamente la nostra fede in Dio e pregare costantemente per avere la sua guida e il coraggio di accettare quel che potremmo trovarci ad affrontare nel prossimo futuro. Invece di accettare la pace e la giustizia di cui sentiamo parlare così tanto di questi tempi - si tratta di un cliché! - insistiamo su libertà e giustizia per tutti.



Fonte: HYPERLINK "http://www.rense.com/general94/nwoplans.htm"http://www.rense.com/general94/nwoplans.htm

Traduzione per NEXUS: Rick Bosco

sabato 1 novembre 2014

LE RDIE , TRIBUNALI INTERNAZIONALI PER BYPASSARE NAZIONI DEMOCRAZIA VOLONTA' POPOLARE

LE RDIE, TRIBUNALI INTERNAZIONALI PER BYPASSARE NAZIONI DEMOCRAZIA VOLONTA' POPOLARE


Una parola contro le guerre
A. BOASSA

Le RDIE ( ovverossia regolamento delle controversie tra "investitori" e stati ) è , come osserva Danièle Favari , " un meccanismo di arbitraggio privato tra investitori e stati che prenderà il posto delle giurisdizioni esistenti , permettendo agli investitori privati di affrancarsi da qualsiasi legge e in tal modo aggirare le decisioni per loro di intralcio e di sancire in modo definitivo la privatizzazione del potere legislativo "

Perché questo é lo stato delle cose . Tramite un conflitto di classe portato avanti in questi decenni con determinazione , furore e cinismo dalle classi dominanti contro le conquiste di civiltà realizzate dal movimento operaio e dalle sinistre , l'orologio della storia é ritornato indietro , facendoci precipitare nel Medioevo prossimo futuro con "la privatizzazione del potere legislativo" .

Una élite ristretta si riunisce di tanto in tanto e decide sugli orientamenti generali che stati e governi dovranno portare avanti gradualmente a piccoli passi mediante leggi ,normative ,regolamenti... 

La stampa padronale o mainstream ne é del tutto consapevole ma raramente e di sfuggita ne parla , innanzitutto perché in sostanza é favorevole ed in secondo luogo per non risvegliare sinistre sonnolenti, pigre, distratte.

Contro le sentenze di tali moloch giurisdizionali né gli stati né i governi né i parlamenti (figuriamoci Regioni e Comuni) potranno opporsi ad una legislazione che avrà una valenza internazionale , sotto la tutela degli States che provvederanno a dare indicazioni sui criteri di scelta dei giudici .

E non stiamo parlando solo del domani ma anche dell'oggi . Nel 2012 , sempre secondo Daniéle Favari , " le rivendicazioni degli investitori privati sono state accolte nel 70% dei casi " con sanzioni e indennizzi "riconosciuti per i ,77 miliardi di dollari" . 

Con il TTIP e con TISA si chiuderà perfettamente il cerchio come è negli auspici della UE e del governo Renzi che sta agendo con grande sagacia nella manipolazione ideologica con la quale gli riesce a far passare un progetto reazionario , di ultra destra (come era nei desiderata di Licio Gelli ) come una proposta di avanzamento sociale e di crescita economica .

E dunque secondo i modernisti stile PD con tali tribunali si impediranno le discriminazioni contro le multinazionali che potrebbero essere imposte da comunità locali per difendere beni comuni , ambiente , salute ...in spregio alla libera concorrenza ,alla libertà dei mercati .

La democrazia , la partecipazione popolare ? Arnesi di un tempo che fu. 

Ma già David Rockfeller ce lo aveva detto " I governi dovranno essere rimpiazzati e il potere privato mi sembra l'entità adatta allo scopo "

venerdì 31 ottobre 2014

COME LA PSYWAR RIDICOLIZZA IL DISSENSO

COME LA PSYWAR RIDICOLIZZA IL DISSENSO

comidad






Sorprendentemente, si è sgonfiata in meno di un giorno la falsa notizia della settimana scorsa sui calciatori della nazionale della Corea del Nord, di cui si è narrato che sarebbero stati arrestati con la prospettiva di essere condannati a morte; ciò a causa della sconfitta nel derby con la Corea del Sud nell'ambito dei Giochi Asiatici. 

La sorpresa ovviamente non sta nella scoperta che si trattasse di un falso, ma nel fatto che il sito di Rainews abbia ammesso l'errore, ricordando anche altri casi di fiabe-horror sulla Corea del Nord, rivelatesi poi del tutto infondate; ad esempio, la storia dello zio del "dittatore" dato in pasto ai cani. 

Se da un lato è notevole che, almeno stavolta, una smentita sia prontamente arrivata, rimarrebbe comunque da spiegare come mai i precedenti non abbiano consigliato maggiore prudenza, anche considerando l'evidente inconsistenza della fonte della notizia sui calciatori nord-coreani, e cioè l'associazione "Nessuno tocchi Caino", di area radicale. 

Il punto è che le smentite non hanno mai la stessa risonanza delle "notizie" che sono state "sparate" all'inizio con tanta evidenza. Rimane così nell'opinione pubblica quell'impressione di fondo per la quale in Corea del Nord qualsiasi crudeltà sarebbe possibile; perciò, se l'alternativa sarebbe quella di cadere nelle mani di un dittatore sanguinario, allora tanto vale tenersi Goldman Sachs. 

Pseudo-notizie poi smentite, o non confermate, rimangono comunque nell'aria a radicare pregiudizi e luoghi comuni. 

Le tecniche della guerra psicologica non sono necessariamente molto sofisticate, ma si basano spesso su tecniche elementari come la ripetizione, la cui efficacia è stata ampiamente teorizzata da Goebbels. 

Il nazismo non ha inventato nulla; la sua originalità è consistita solo nell'applicare all'Europa le tecniche coloniali già sperimentate dai Britannici in Africa ed in Asia, compresi gli schemi della propaganda. Le cose attualmente non sono poi molto cambiate. 

I decapitatori dell'ISIS di oggi sono i pronipotini degli strangolatori Thug della propaganda britannica dell'800. Quelli dell'ISIS sarebbero islamici, mentre la setta Thug era presentata come indù, ma le fiabe si somigliano.

Non tutto il sistema delle comunicazioni è arruolato nell'apparato delle PSYOPS (Operazioni di Guerra Psicologica) del Pentagono, ma è lo stesso evidente la passività dei giornalisti nel riprendere notizie incontrollate o di fonte inattendibile. 

Ad esempio, riportare che i servizi segreti tedeschi avrebbero provato la responsabilità dei guerriglieri filo-russi nell'abbattimento dell'aereo malese, risulta sufficiente ad ottenere l'effetto, tanto più se ciò viene presentato come una "rivelazione"; come se la NATO non lo propagandasse già da mesi. 

Il sistema della Psywar sviluppa anche delle contromisure verso le perplessità e i dubbi, assegnando a personaggi improbabili la parte della difesa del buonsenso. 

Era accaduto quando fu affidato al Buffone di Arcore il compito di mettere in evidenza le ragioni della Russia ed i torti della NATO nella vicenda ucraina. 

Associare l'immagine del Buffone a quella di Putin è comunque un punto a sfavore di quest'ultimo, al di là del realismo degli argomenti adoperati. 

Analogamente, a difensore delle ragioni della Corea del Nord i media hanno eletto addirittura il deputato Antonio Razzi, l'uomo oggi messo più in caricatura dalla satira; uno sforzo davvero inutile, dato che l'uomo si pone già come una caricatura. 

I media ci narrano in lungo e in largo presunti viaggi del deputato di Forza Italia in Corea del Nord, con tanto di altolocate frequentazioni. 

Per la verità, le argomentazioni di Razzi a favore del regime nord-coreano risultano piuttosto banali, invocando a prova della bontà di quel regime la pulizia delle strade, che ricorderebbero a Razzi la sua Svizzera. 

Dei settanta anni di aggressione statunitense, neanche a parlarne. L'effetto comunque è raggiunto: dubitare delle nefandezze della Corea del Nord diventa improponibile, poiché rischia di associarti all'immagine di personaggi come Razzi, che fanno tesoro e lucro del discredito in cui vivono ed operano. 

La vera notizia offerta indirettamente, è però la "elveticità" di Razzi, che è un abruzzese molto poco DOC, dato che si esprime abitualmente in tedesco a causa dei suoi quaranta anni di permanenza a Lucerna in Svizzera, dove conserva tuttora la sua residenza. 

Un personaggio un po' troppo internazionale per essere credibile come icona autorazzistica della degenerazione italica; però funziona ugualmente, poiché si tende a guardare più alla vernice del personaggio che al suo retroterra. 

Esistono quindi personaggi "politici" fabbricati esclusivamente in funzione della provocazione mediatica: attori di una messinscena o, per meglio dire, testimonial pubblicitari in negativo. 

A tutti è noto l'uso dei testimonial in pubblicità: l'immagine di personaggi di successo viene usata per accreditare un prodotto presso il pubblico. 

Ma la stessa tecnica pubblicitaria può essere adoperata in modo rovesciato, per mettere preventivamente in ridicolo il dubbio e il dissenso, associandogli l'immagine di personaggi disprezzati. 

La ridicolizzazione preventiva del dubbio viene largamente usata anche nell'attuale campagna pubblicitaria sull'emergenza-Ebola. 

Ad esempio, un giornale liberiano ha sparato ipotesi complottistiche del tutto prive di pezze d'appoggio sull'origine dell'emergenza Ebola, attribuendola a sperimentazioni statunitensi. 

Con discorsi del genere si contribuisce a determinare nell'opinione pubblica un clima sfavorevole ad accogliere anche i dubbi ed i sospetti dotati di più fondatezza. 

Tanto più se si considera che in tal modo il giornale liberiano indirettamente riconferma ciò che più conviene al business delle multinazionali farmaceutiche, e cioè l'impressione della realtà dell'emergenza, quale che sia la responsabilità della presunta diffusione del virus.



nota di  sa defenza 

 PSYWAR
Per secoli il più potente servizio di intelligence e raccolta dati è stato il rito cattolico della “confessione”, con cui milioni di persone rivelavano informazioni vitali al Pontefice riguardo i loro atti di colpevolezza e grazie ai quali, quindi, potevano essere ricattati assieme ai loro amici peccatori 
Ma saremmo in errore se pensassimo che il problema è stato risolto con Lutero e la sua Riforma Protestante. I preti-spia della nuova chiesa quali Google e Facebook hanno preso il posto del confessionale. 
Per approfondimenti ulteriori:http://rt.com/op-edge/psywar-internet-nsa-media-309/

giovedì 30 ottobre 2014

Così le Nazioni dell'Europa stanno perdendo la loro sovranità

Così le Nazioni dell'Europa stanno perdendo la loro sovranità


Discorso del Presidente Vladimir Putin durante la sessione plenaria finale della undicesima sessione del Valdai International Discussion Club

Vladimir Putin


"Servono nuove regole internazionali o rischiamo il caos  globale. Le ingerenze di Washington riportano il mondo alla  Guerra Fredda"

Un discorso programmatico, da vero capo di Stato. Quello tenuto dal presidente russo Vladimir Putin il 24 ottobre scorso, alla sessione plenaria del Forum internazionale del «Club Valdai» (la fondazione no-profit che da anni si occupa del ruolo geopolitico della Russia nel mondo), non è una dichiarazione di guerra, ma un duro messaggio all'Occidente e in particolare agli Stati Uniti. Dagli errori in Medio Oriente alla lotta al terrorismo, dalle sanzioni dopo la crisi ucraina alle ingerenze economiche e politiche, Putin spiega perché la Russia non cambia posizione. E anzi, rilancia il suo ruolo di superpotenza.


Egregi colleghi! Signore e signori! Cari amici! (...)


Non intendo deludervi e parlerò in modo diretto, franco. Qualche dichiarazione potrà, probabilmente, apparire esageratamente aspra.


Ma se non parliamo in modo chiaro e diretto esprimendo i nostri pensieri reali e veri, allora non avrebbe alcun senso fare incontri di questo tipo. Si potrebbe, in quel caso, convocare dei raduni diplomatici dove nessuno parla in modo essenziale, in quanto, ricorrendo alle parole di un noto diplomatico, la lingua è stata data ai diplomatici solo per non dire la verità.


Noi ci riuniamo invece per altri scopi. Ci riuniamo per parlare senza mezzi termini. La rettitudine e la durezza nel formulare delle valutazioni servono oggi non per punzecchiarci reciprocamente, ma per cercare di comprendere che cosa veramente sta accadendo nel mondo, perché esso diventa sempre meno sicuro e meno prevedibile, perché ovunque aumentano dei rischi.


Il tema dell'incontro di oggi è ben definito ormai: «Nuove regole del gioco oppure gioco senza regole?». Formulato così, il concetto descrive puntualmente quel bivio storico in cui ci troviamo, la scelta che dovrà essere compiuta da tutti noi. L'idea che il mondo contemporaneo cambi precipitosamente non è nuova. Infatti, rimane difficile non notare le trasformazioni nella politica globale, nell'economia, nella vita sociale, nell'ambito delle tecnologie industriali, informatiche e sociali (...). Ma nell'analizzare la situazione attuale non dobbiamo dimenticare le lezioni della storia. In primo luogo, il cambio dell'ordine mondiale (e i fenomeni che osserviamo oggi appartengono proprio a questa scala), veniva accompagnato, di solito, se non da una guerra globale, da intensi conflitti locali. In secondo luogo, parlare di politica mondiale significa affrontare i temi della leadership economica, della pace e della sfera umanitaria, compresi i diritti dell'uomo.


Nel mondo si è accumulata una moltitudine di contrasti. E bisogna chiedersi in tutta franchezza se abbiamo una rete di protezione sicura. Purtroppo, la certezza che il sistema di sicurezza globale e regionale sia capace di proteggerci dai cataclismi non c'è. Questo sistema risulta seriamente indebolito, frantumato e deformato. Vivono tempi difficili le istituzioni, internazionali e regionali, di interazione politica, economica e culturale. Molti meccanismi atti ad assicurare l'ordine mondiale si sono formati in tempi lontani, influenzati soprattutto dall'esito della Seconda guerra mondiale. La solidità di questo sistema non si basava esclusivamente sul bilanciamento delle forze e sul diritto dei vincitori, ma anche sul fatto che «i padri fondatori» di questo sistema di sicurezza si trattavano con rispetto, non cercavano di «spremere fino all'ultimo» ma cercavano di mettersi d'accordo. Il sistema continuava ad evolversi e, nonostante tutti i suoi difetti, era efficace per - se non una soluzione - almeno per un contenimento dei problemi mondiali, per una regolazione dell'asprezza della concorrenza naturale tra gli Stati.

L'ARROGANZA DEI VINCITORI

Sono convinto che questo meccanismo di contro-bilanciamenti non potesse essere distrutto senza creare qualcosa in cambio, altrimenti non ci sarebbero davvero rimasti altri strumenti se non la rozza forza (...). Tuttavia gli Stati Uniti, dichiarandosi i vincitori della «Guerra fredda», hanno pensato - e credo che l'abbiano fatto con presunzione - che di tutto questo non v'è alcun bisogno. Dunque, invece di raggiungere un nuovo bilanciamento delle forze, che rappresenta una condizione indispensabile per l'ordine e la stabilità, hanno intrapreso, al contrario, i passi che hanno portato a un peggioramento repentino dello squilibrio.


La «Guerra fredda» è finita. Però non si è conclusa con un raggiungimento di «pace», con degli accordi comprensibili e trasparenti sul rispetto delle regole e degli standard oppure sulle loro elaborazione. Par di capire che i cosiddetti vincitori della «Guerra fredda» abbiano deciso di «sfruttare» fino in fondo la situazione per ritagliare il mondo intero a misura dei propri interessi. E se il sistema assestato delle relazioni e del diritto internazionali, il sistema del contenimento e dei contro-bilanciamenti impediva il raggiungimento di questo scopo, veniva da loro immediatamente dichiarato inutile, obsoleto e soggetto ad abbattimento istantaneo (...).


Il concetto stesso della «sovranità nazionale» per la maggioranza degli Stati è diventato un valore relativo. In sostanza, è stata proposta la formula seguente: più forte è la lealtà a un unico centro di influenza nel mondo, più alta è la legittimità del regime governante. (...). Le misure per esercitare pressione sui disubbidienti sono ben note e collaudate: azioni di forza, pressioni di natura economica, propaganda, intromissione negli affari interni, rimandi a una certa legittimità di «infra-diritto» (...). Recentemente siamo venuti a conoscenza di testimonianze di ricatti non velati nei confronti di una serie di leader. Non è un caso che il cosiddetto «grande fratello» spenda miliardi di dollari per lo spionaggio in tutto il mondo, compresi i suoi stretti alleati.


Allora facciamoci la domanda se tutti noi troviamo la nostra vita confortevole e sicura in questo mondo, chiediamoci quanto sia giusto e razionale il mondo (...). Forse il modo in cui gli Usa detengono la leadership è davvero un bene per tutti? Le loro onnipresenti interferenze negli affari altrui implicano pace, benessere, progresso, prosperità, democrazia? Bisogna semplicemente rilassarsi e godersela?

Mi permetto di dire che non è così. Non è assolutamente così. 

LOTTA COMUNE AL TERRORISMO

Il diktat unilaterale e l'imposizione dei propri stereotipi producono un risultato opposto: al posto di una soluzione dei conflitti, l'escalation; al posto degli Stati sovrani, stabili, l'espansione del caos; al posto della democrazia, il sostegno a gruppi ambigui, dai neonazisti dichiarati agli islamisti radicali (...). Continuo a stupirmi di fronte agli errori ripetuti, una volta dopo l'altra, dei nostri partner che si danno da soli la zappa sui piedi. A suo tempo, nella lotta contro l'Unione Sovietica, avevano sponsorizzato i movimenti estremisti islamici che si erano rinvigoriti in Afghanistan, fino a generare sia i talebani sia Al Qaida. L'Occidente, pur senza ammettere il suo sostegno, chiudeva un occhio. Anzi, in realtà sosteneva l'irruzione dei terroristi internazionali in Russia e nei Paesi dell'Asia Centrale attraverso le informazioni, la politica e la finanza. Non l'abbiamo dimenticato. Solo dopo i terribili atti terroristici compiuti nel territorio degli stessi Usa siamo arrivati alla comprensione della minaccia comune del terrorismo. Vorrei ricordare che allora siamo stati i primi a esprimere il nostro sostegno al popolo degli Stati Uniti d'America e abbiamo agito come amici e partner dopo la spaventosa tragedia de l'11 settembre.


Nel corso dei miei incontri con i leader statunitensi ed europei ho costantemente ribadito la necessità di lottare congiuntamente contro il terrorismo, che rappresenta una minaccia su scala mondiale. Non possiamo rassegnarci di fronte a questa sfida (...). Una volta la nostra visione era condivisa, ma è passato poco tempo e tutto è tornato come prima. Si sono verificati in seguito gli interventi sia in Irak sia in Libia. Quest'ultimo Paese, tra l'altro, (...) ora è diventato un poligono per i terroristi. E soltanto la volontà e la saggezza delle autorità attuali dell'Egitto hanno permesso di evitare il caos e lo scatenarsi violento degli estremisti anche in questo Paese-chiave del mondo arabo. In Siria, come in passato, gli Usa e i loro alleati hanno cominciato a finanziare apertamente e a fornire le armi ai ribelli, favorendo il loro rinforzo con gli arrivi dei mercenari di vari Paesi. Permettetemi di chiedere dove i ribelli trovano denaro, armi, esperti militari? Com'è potuto accadere che il famigerato Isis si sia trasformato praticamente in un esercito? Si tratta non solo dei proventi dal traffico di droga, (...) ma la sovvenzione finanziaria proviene anche dalle vendite del petrolio, la cui estrazione è stata organizzata nei territori sotto il controllo dei terroristi. Lo vendono a prezzi stracciati, lo estraggono, lo trasportano. Qualcuno lo compra, lo rivende e ci guadagna, senza pensare al fatto che così sta finanziando i terroristi, gli stessi che prima o poi colpiranno anche nella sua terra.


Da dove provengono le nuove reclute? Sempre in Irak, dopo il rovesciamento di Saddam Hussein sono state distrutte le istituzioni dello Stato, compreso l'esercito. Già allora abbiamo detto: siate prudenti e cauti (...). Con quale risultato? Decine di migliaia di soldati e ufficiali, ex militanti del partito Baath, buttati sulla strada, oggi si sono uniti ai guerriglieri. A proposito, non sarà nascosta qui la capacità di azione dell'Isis? Le loro azioni sono molto efficaci dal punto di vista militare, sono oggettivamente dei professionisti. La Russia aveva avvertito più volte del pericolo che comportano le azioni di forza unilaterali, delle interferenze negli affari degli Stati sovrani, delle avance agli estremisti e ai radicali, insistendo sull'inclusione dei raggruppamenti che lottavano contro il governo centrale siriano, in primo luogo dell'Isis, nelle liste dei terroristi. Tutto inutile. 

IL BIPOLARISMO «COMODO»
L'accrescimento del dominio di un unico centro di forza non conduce alla crescita del controllo dei processi globali. Al contrario, (...) è efficace contro le vere minacce costituite dai conflitti regionali, terrorismo, traffico di droga, fanatismo religioso, sciovinismo e neonazismo. Allo stesso tempo ha largamente spianato la strada ai nazionalismi (...) e alla rude soppressione dei più deboli. Il mondo unipolare è la celebrazione apologetica della dittatura sia sulle persone sia sui Paesi. Ed è un mondo insostenibile e difficile da gestire anche per il cosiddetto leader autoproclamatosi.


Da qui nascono i tentativi odierni di ricreare un simulacro del mondo bipolare, più «comodo» per la leadership americana. Poco importa chi occuperà, nella loro propaganda, il posto del «centro del male» che spettava una volta all'Urss: l'Iran, la Cina oppure ancora la Russia. Adesso assistiamo di nuovo a un tentativo di frantumare il mondo, fabbricare delle coalizioni non secondo il principio «a sostegno di», ma «contro»; serve l'immagine di un nemico, come ai tempi della «Guerra fredda», per legittimare la leadership e ottenere un diritto di diktat (...). Durante la «Guerra fredda», agli alleati si diceva continuamente: «Abbiamo un nemico comune, è spaventoso, è lui il centro del male; noi vi difendiamo, dunque abbiamo il diritto di comandarvi, di costringervi a sacrificare i propri interessi politici e economici, a sostenere le spese per la difesa collettiva, ma a gestire questa difesa saremo, naturalmente, noi». Oggi traspare evidente l'aspirazione a trarre dividendi politici ed economici tramite la riproposizione dei consueti schemi di gestione globale (...). Tuttavia il mondo è cambiato (...). 

SANZIONI CON IL BOOMERANG
Le sanzioni hanno già cominciato a intaccare le fondamenta del commercio internazionale e le normative del WTO, i principi della proprietà privata, il modello liberale della globalizzazione, basato sul mercato, sulla libertà e sulla concorrenza. Un modello i cui beneficiari, lo voglio rilevare, sono soprattutto i paesi occidentali (...). A mio parere, i nostri amici americani stanno tagliando il ramo su cui sono seduti. Non si può mescolare politica ed economia, ma è proprio questo che sta accadendo. Ho sempre ritenuto e ritengo ancora che le sanzioni politicamente motivate siano state un errore che danneggia tutti quanti. Comprendiamo bene in che modo e sotto quale pressione siano state adottate. Ma ciò nonostante la Russia non intende, e lo voglio mettere ben in chiaro, impuntarsi, portare rancore contro qualcuno o chiedere qualcosa a qualcuno. La Russia è un Paese autosufficiente. Lavoreremo nelle condizioni di economia esterna che si sono create, sviluppando la nostra industria tecnologica (...). La pressione esterna non fa altro che consolidare la nostra società, ci obbliga a concentrarci sulle tendenze principali di sviluppo. Beninteso, le sanzioni ci ostacolano: stanno cercando di danneggiarci, di arrestare il nostro sviluppo, di ridurci all'auto-isolamento e all'arretratezza. Ma il mondo è cambiato radicalmente. Non abbiamo alcuna intenzione di chiuderci nell'autarchia; siamo sempre aperti al dialogo, compreso quello sulla normalizzazione delle relazioni economiche, nonché quelle politiche. In questo contiamo sulla visione pragmatica e sullo schieramento delle comunità imprenditoriali dei Paesi leader.


Affermano che la Russia avrebbe voltato le spalle all'Europa, cercando partner economici in Asia. Non è così. La nostra politica in Asia e nel Pacifico risale ad anni fa e non è affatto legata alle sanzioni (...). L'Oriente occupa un posto sempre più importante nel mondo e nell'economia e non possiamo trascurarlo. Lo stanno facendo tutti e noi continueremo a farlo, anche perché una parte notevole del nostro territorio si trova in Asia. (...).


Se non sapremo creare un sistema di obblighi e accordi reciproci e non elaboriamo i meccanismi per gestire le situazioni di crisi, rischiamo l'anarchia mondiale. Già oggi è aumentata repentinamente la probabilità di una serie di conflitti violenti con il coinvolgimento, se non diretto, ma indiretto, delle grandi potenze. Il fattore di rischio viene amplificato dall'instabilità interna dei singoli Stati, in particolar modo quando si parla dei Paesi cardine degli interessi geopolitici e si trovano ai confini dei «continenti» storici, economici e culturali. L'Ucraina è un esempio - ma non l'unico - di questo genere di conflitti che dividono le forze mondiali.


Da qui scaturisce la prospettiva reale della demolizione del sistema attuale degli accordi sulle restrizioni e il controllo degli armamenti. Il via a questo pericoloso processo è stato dato proprio dagli Usa quando, nel 2002, sono usciti unilateralmente dal Trattato sulla limitazione dei sistemi di difesa antimissilistica per avviare la creazione di un proprio sistema globale di difesa. Non siamo stati noi a iniziare tutto questo. Stiamo di nuovo scivolando verso tempi in cui i Paesi si trattengono dagli scontri diretti non in virtù di interessi, equilibri e garanzie, ma solo per il timore dell'annientamento reciproco (...). È estremamente pericoloso. Noi insistiamo sui negoziati per la riduzione degli arsenali e siamo aperti alla discussione sul disarmo nucleare, ma deve essere seria, senza «doppi standard». Che cosa intendo dire? Oggi le armi di precisione si sono avvicinate alle armi di distruzione di massa. Nel caso di rinuncia assoluta o diminuzione del potenziale nucleare, i Paesi che si sono guadagnati la leadership nella produzione dei sistemi di alta precisione otterranno un netto dominio militare. Sarà spezzata la parità strategica, comportando così il rischi di una destabilizzazione: affiora così la tentazione di ricorrere al cosiddetto «primo colpo disarmante globale». In breve, i rischi non diminuiscono ma aumentano.


Un'altra minaccia evidente è l'ulteriore proliferazione dei conflitti di origine etnica, religiosa e sociale, che creano zone di vuoto di potere, illegalità e caos, in cui trovano conforto terroristi, delinquenti comuni, pirati, scafisti e narcotrafficanti. I nostri «colleghi» hanno continuato i tentativi, nel loro esclusivo interesse, di sfruttare i conflitti regionali: hanno progettato le «rivoluzioni colorate», ma la situazione è sfuggita a loro di mano, alla faccia del «caos controllato» (...). E il caos globale aumenta.


Nelle condizioni attuali sarebbe ora di cominciare ad accordarsi sulle questioni di principio. È decisamente meglio che non rifugiarsi nei propri angoli, soprattutto perché ci scontriamo con i problemi comuni, siamo sulla stessa barca. La via logica è quella della cooperazione tra i Paesi e la gestione congiunta dei rischi, sebbene alcuni dei nostri partner si ricordino di questo solo quando risponde al loro interesse. Certo, le risposte congiunte alle sfide non sono una panacea e nella maggioranza dei casi sono difficilmente realizzabili: non è per niente semplice superare le diversità degli interessi nazionali, la parzialità delle visioni, soprattutto se si parla dei paesi di diverse tradizioni storico-culturali. Eppure ci sono stati casi in cui, guidati dagli obiettivi comuni, abbiamo raggiunto successi reali. Vorrei ricordare la soluzione del problema delle armi chimiche siriane, il dialogo sul programma nucleare iraniano e il nostro soddisfacente lavoro svolto in Corea del Nord. Perché allora non attingere a questa esperienza anche in futuro, per la soluzioni dei problemi sia locali sia globali? (...) Non ci sono ricette già pronte. Sarà necessario un lavoro lungo, con la partecipazione di una larga cerchia di Stati, del business mondiale e della società civile (...). Bisogna definire in modo nitido dove si trovano i limiti delle azioni unilaterali e dove nasce l'esigenza di meccanismi multilaterali. Bisogna trovare la soluzione, nel contesto del perfezionamento del diritto internazionale, al dilemma tra le azioni della comunità mondiale volte a garantire la sicurezza e i diritti dell'uomo e il principio della sovranità nazionale e non intromissione negli affari interni degli Stati (...). Non c'è bisogno di ripartire da zero, le istituzioni create subito dopo la Seconda guerra mondiale sono abbastanza universali e possono essere riempite di contenuti più moderni (...). Sullo sfondo dei cambiamenti fondamentali nell'ambito internazionale, della crescente ingovernabilità e dell'aumento delle più svariate minacce abbiamo bisogno di un nuovo consenso delle forze responsabili per dare stabilità e della sicurezza alla politica e all'economia (...). 

IL CASO UCRAINA
Vorrei ricordarvi gli eventi dell'anno passato. Allora dicevamo ai nostri partner, sia americani che europei, che le decisioni frettolose, come ad esempio quella sull'adesione dell'Ucraina all'Unione Europea erano pregni di seri rischi. Simili passi clandestini ledevano gli interessi di molti terzi Paesi, tra cui la Russia, in quanto partner commerciale principale dell'Ucraina. Abbiamo ribadito la necessità di avviare una larga discussione. Una volta realizzato il progetto dell'associazione dell'Ucraina, si presentano da noi attraverso le porte di servizio i nostri partner con le loro merci e i loro servizi, ma noi non lo abbiamo concordato, nessuno ha chiesto il nostro parere a riguardo. Abbiamo dibattuto su tutte le problematiche inerenti all'Ucraina in Europa in modo assolutamente civile, ma nessuno ci ha dato ascolto. Ci hanno semplicemente detto che non era affar nostro, finito il dibattito e la faccenda è deteriorata fino al colpo di Stato e alla guerra civile. Tutti allargano le braccia: è andata così. Ma non era inevitabile. Io lo dicevo: l'ex presidente ucraino Yanukovich aveva sottoscritto tutto quanto, aveva approvato tutto. Perché allora bisognava insistere? Sarebbe questo il modo civile per risolvere le questioni? Evidentemente coloro che «producono a macchia» una rivoluzione colorata dopo l'altra si ritengono degli artisti geniali e non ce la fanno proprio a fermarsi (…).


Voglio aggiungere che avremmo gradito l'inizio di un dialogo concreto tra L'Unione Eurasiatica e l'Unione Europea. A proposito, fino a oggi ci è stato praticamente sempre negato: e di nuovo è poco chiaro per quale motivo, cosa c'è di spaventoso? Ne ho parlato spesso in precedenza trovando l'appoggio dei molti nostri partner occidentali, almeno quelli europei: è necessario formare uno spazio comune di cooperazione economica e umanitaria, lo spazio che si stenda dall'Atlantico al Pacifico. La Russia ha fatto la sua scelta. Le nostre priorità sono costituite dall'ulteriore perfezionamento degli istituti di democrazia e di economia aperta, l'accelerazione dello sviluppo interno tenendo conto di tutte le tendenze positive nel mondo, il consolidamento della società sulla base dei valori tradizionale e del patriottismo. La nostra agenda è orientata all'integrazione, è positiva, pacifica (...). La Russia non vuole ricostituire un impero, compromettendo la sovranità dei vicini, e non esige un posto esclusivo nel mondo. Rispettando gli interessi altrui vogliamo che si tenga contro anche dei nostri interessi, che anche la nostra posizione sia rispettata (...). Abbiamo bisogno di un grado particolare di prudenza, di evitare passi sconsiderati. Dopo la «Guerra fredda» i protagonisti della politica mondiale hanno perduto in certo senso queste qualità. È giunto il momento di ricordarli. Nel caso contrario le speranze per uno sviluppo pacifico, sostenibile si riveleranno una nociva illusione, mentre i cataclismi di oggi significheranno la vigilia del collasso dell'ordine mondiale (...). Siamo riusciti a elaborare le regole di interazione dopo la Seconda guerra mondiale, siamo riusciti a trovare un accordo negli anni 1970 a Helsinki. Il nostro obbligo comune è trovare un soluzione per questo obiettivo fondamentale anche nel contesto di una nuova tappa di sviluppo.

mercoledì 29 ottobre 2014

LA DURA VERITA' SULL'ITALIA: INTERVISTA A PAOLO CARDENA'

LA DURA VERITA' SULL'ITALIA: INTERVISTA A PAOLO CARDENA'



Ospitiamo con immenso piacere una intervista a Paolo Cardenà, blogger di straordinario spessore - www.vincitorievinti.com - e consulente finanziario, per analizzare la situazione economica italiana attuale, cercare di fare il punto su quali sono le aspettative per i prossimi 6-12 mesi e soprattutto per dire con estrema chiarezza di cosa avrebbe bisogno il paese per uscire dalle secche in cui si è cacciato da anni e cosa invece il governo Renzi - sulla falsariga di quelli che l'han preceduto, Letta e Monti - sta facendo. dal team di tradingnetwork


Come vedi la situazione economica generale al momento?
Paolo Cardenà: Gli ultimi indicatori forniti dall'Istat confermano che la situazione economica italiana si sta ulteriormente deteriorando. Cosa che, a dire il vero, ci aspettavamo. Purtroppo l'Italia è caduta in uno stallo che si protrae ormai da diversi anni, e sembra che stia percorrendo un sentiero molto pericoloso, nel quale, con ogni probabilità, nella migliore delle ipotesi, si troverà ad alternare periodi di recessione con periodi di bassa crescita, in un percorso distruttivo fortemente allarmante. C'è da dire anche che, per il momento, le esportazioni sembrano aver offerto un sostegno significativo alla tenuta del PIL. Più o meno tutte le più grandi economie occidentali, dopo il periodo di burrasca successivo alla scoppio della bolla dei mutui subprime e al fallimento della banca americana Lehman Brothers, seppur con molte difficoltà e con altrettanti elementi di fragilità, hanno conosciuto una ripresa dell'attività economica che, in un certo qual modo, ha contribuito a sostenere l'export italiano, che a sua volta ha dato e continua a dare un ottimo contributo all'attività economica italiana, compensando in parte il crollo della domanda interna dell'Italiana.

Quindi, quali sono le aspettative per i prossimi 6-12 mesi?
Paolo Cardenà: E' evidente che queste economie si trovino in una fase di ciclo economico molto più avanzata rispetto all'economia italiana che sta ancora combattendo con la crisi che si protrae dal 2008. In alcune di queste aree, stanno già incubando i prodromi per una prossima crisi. Non possiamo dire quando scoppierà: se tra sei mesi, un anno, oppure due. Ma è certo che scoppierà, e quando avverrà, è chiaro che si assisterà ad una contrazione del commercio internazionale che aggredirà anche le dinamiche della componente export dell'Italia, che a quel punto si troverà ancora in condizioni di estrema fragilità e, in assenza di una domanda interna sostenuta (che non appare all'orizzonte) tale da contribuire ad arginare la contrazione dell'export, ne verrà travolta pagandone il prezzo più alto.

Il Fondo Monetario Internazionale che, nel World Economic Outlook pubblicato ieri, pone particolare attenzione ai fattori di rischio al ribasso per l'economia globale, non dimenticando di segnalare come l'intensificarsi e il persistere di rischi di natura geopolitica, potrebbero riflettersi sui prezzi dei prodotti petroliferi, sull'intensità del commercio internazionale, e potrebbe portare ad ulteriori difficoltà economiche. Non solo, ma il FMI afferma anche che nelle economie avanzate, la stagnazione secolare e la bassa crescita potenziale continueranno ad essere rilevanti fattori di rischio, nonostante tassi di interesse molto bassi. Aggiunge anche che il protrarsi di fenomeni deflattivi o deflazione vera e propria, in particolare nell'area dell'euro, potrebbero rappresentare un rischio per l'attività e la sostenibilità del debito in alcuni paesi. E qui il richiamo sembra essere rivolto proprio all'Italia, per via del debito pubblico in continua ascesa, e anche per via delle condizione di estrema fragilità dell'economia nazionale: fattori che incidono significativamente sulla sostenibilità del debito pubblico, peraltro aggravata -nel lungo periodo- anche da un deficit demografico che si sta ulteriormente deteriorando per via del fatto che molti giovani italiani stanno abbandonando l'Italia per cercare fortuna in luoghi ove esistono condizioni più favorevoli per realizzarsi e costruire un futuro migliore. Che l'Italia possa trovarsi nella condizione di operare una ristrutturazione del debito pubblico è una possibilità che non va esclusa a priori. Come non va esclusa la possibilità che si possa arrivare a qualche forma di imposizione patrimoniale straordinaria, proprio finalizzata a rendere più sostenibile il debito pubblico. Ma in questo caso, a mio avviso, gli affetti distruttivi sarebbero enormi.

Di che cosa ha bisogno l'Italia per uscire dal limbo in cui si è cacciata?
Paolo Cardenà: Finora si è affrontata questa crisi - che di rituale ha assai poco - con manovre di politica economica del tutto rituali, che hanno miseramente fallito e aggravato la situazione. Quello che non comprendono i nostri governanti (e anche molti economisti) quando azzardano previsioni di crescita del Paese (sistematicamente fallite), è un fatto molto semplice, anzi banale.

Ossia, loro, più o meno colpevolmente, pensano che l’Italia, considerate le diverse componenti del Pil, possa crescere esprimendo per ciascuna componente lo stesso potenziale di contribuzione espresso nel periodo precedente la crisi, ignorando la distruzione intervenuta in questi anni.

Mi spiego: se prima dalla crisi 100 persone producevano 1000 euro di ricchezza, oggi, ad esempio, le stesse persone esprimono un potenziale di contribuzione alla crescita non più di 1000, ma magari di 900, o forse meno.
Questo perché, quelli che gli economisti chiamano "agenti economici", per via della crisi, hanno subìto una forte riduzione della potenzialità di contribuzione alla generazione di ricchezza. E ciò per diversi fattori.
Solo per citare alcuni esempi: dall’inizio della crisi sono risultati insolventi nei confronti del sistema bancario oltre un milione di soggetti, tra famiglie e imprese. Costoro, allo stato attuale (ma anche futuro) non hanno alcuna possibilità di accesso al credito, né per effettuare investimenti in beni durevoli, né per finanziare qualche ipotetica iniziativa imprenditoriale. Anzi, nei casi più eclatanti vivono in condizioni di miseria o povertà assoluta. Quindi minori investimenti corrispondono a un minor PIL.


Altro esempio. Sempre per via della crisi, molti soggetti (oltre a quelli sopra citati) hanno accumulato ingenti debiti tributari, perché non sono riusciti ad adempiere all’obbligazione tributaria, seppur legittimamente dichiarata nella denuncia dei redditi. Questi soggetti saranno costretti a vivere in condizioni di clandestinità fiscale e, anche in futuro, dovranno comprimere i consumi o rinunciare ad investire in beni durevoli, in case, o automobili, che altrimenti verrebbero aggrediti da Equitalia.


Pensi, ancora, alla pressione fiscale, notevolmente aumentata dall’inizio della crisi, nonostante redditi reali in diminuzione. Un minor reddito, peraltro gravato da un maggior onere fiscale, corrisponde ad un minor reddito disponibile per sostenere i consumi.
In parole più semplici, questi fattori e molti altri ancora, contribuiscono a comprimere le potenzialità di crescita del paese, con soggetti in ostaggio (e vittime, allo stesso tempo) della crisi e di un sistema fiscale che dovrebbe essere profondamente riformato.
Si potrebbe andare avanti per ore, ma il risultato sarebbe sempre lo stesso. Cioè che, ad oggi, alla produzione della ricchezza nazionale auspicata (sognata) dal governo deve contribuire una platea considerevolmente più ristretta rispetto al passato, sulla quale grava anche un onere fiscale maggiore.
Fino a quando questi soggetti non verranno in qualche modo riabilitati o reintegrati nella sfera economica e sociale, qualsiasi previsione di crescita del Paese sarà destinata a fallire miseramente, sotto i colpi di posizioni ideologiche (da parte della politica) ancora ben lontane dal comprendere la profondità di questa crisi.
Ecco, l’ho detto in maniera semplice e banale. Ma qui, di teoria economica c’è ben poco, e il ragionamento osservato è solo di logica e buonsenso.

E di Renzi, cosa ci dici?
Paolo Cardenà: Il mio giudizio è assai negativo sull'operato del governo Renzi, per tutte le ragioni di cui abbiamo abbondantemente discusso sul blog. Quando Renzi afferma che siamo all'ultima spiaggia, sostanzialmente lo dice per proprio tornaconto. Perché a lui e alla nomenclatura politica trincerata dietro alle sue spalle, fa comodo che l'opinione pubblica si convinca che leadership di Renzi sia l'unica soluzione possibile, l'unica in grado di fare qualcosa per il paese, l'unica capace di invertire il declino italiano. E nel frattempo loro rimangono saldamente ancorati allo STATUS QUO, godendo di tutti i benefici che ne conseguono.

Ecco perché gli italiani, alle scorse europee, hanno rovesciato una valanga di voti a favore di un partito dai connotati genetici discutibili, guidato da un tizio che sta dimostrando la sua inerzia intellettiva dinanzi alle condizioni drammatiche del paese. Perché hanno creduto (e credono tutt'ora) che quella di Renzi, magari anche per via della sua giovane età, sia l'unica alternativa possibile ad un vuoto politico che, se colmato, rischierebbe di produrre altrettanti cialtroni, non meno distruttivi rispetto a quelli del passato.

D'altra parte, quello italiano, per lo più, è un popolo naturalmente incline a cedere al fascino delle lusinghe di chi promette la gloria. Quindi, perché non concedere fiducia ad un ragazzotto per bene che sembra avere le idee chiare? si saranno detti chi lo ha votato.

Ecco, il punto è proprio questo: quello delle idee chiare. Che, ahimè, non appartengono affatto al patrimonio intellettivo di Renzi, visto che ha una cognizione del tutto asimmetrica rispetto alla realtà delle cose, e alle tragiche condizioni del paese.

Al netto del fatto che siamo già abbondantemente "spiaggiati", non è assolutamente vero che Renzi sia l'unica alternativa possibile. Anzi, a dire il vero, lo stesso Renzi, in quanto espressione dei soliti interessi partitici e lobbistici, rappresenta un ostacolo alle vere alternative. L'Italia non è quella di Renzi, quella che vogliono i partiti, o peggio quella disegnata da un vecchio signore di novant'anni, che sta progettando il futuro dei prossimi 20/30 anni di 60 milioni di persone, nascituri compresi.
E' tutt'altra cosa rispetto a come la vorrebbero loro, che continuano ad affannarsi nel rincorrere spasmodicamente soluzioni finalizzate a comprimere dignità, diritti e libertà. E lo stato di polizia tributaria in cui siamo reclusi ne costituisce l'espressione più autentica.

L'evasore è il capro espiatorio del declino italiano, cioè colui per mezzo del quale è possibile giustificare ogni repressione delle libertà individuali, come quella (ormai prossima) della riduzione dell'uso del contante. Ma queste sono solo le ultime cartoline da basso impero, almeno spero.

Nonostante tutto, l'Italia, ancora oggi, può contare su uno straordinario patrimonio culturale in ogni campo, in ogni disciplina. E non mi riferisco solo al patrimonio culturale consegnatoci dalla storia. L'Italia è piena di eccellenze: dalla scienza, alla fisica, all'imprenditoria, alla medicina, fino ad arrivare all'economia, e così via.

L'Italia dispone di grandissime intelligenze, di menti acute, perseveranti ed eccellenti. Sono persone che, con il proprio lavoro, con la propria dedizione e con altrettanto sacrificio, ogni giorno combattono la disfatta che costoro vorrebbero infliggerci, dopo averci appiattito nel modo di pensare, di ragionare, di essere autentici, di essere individui, inteso nella forma più alta del termine.

Esistono ancora condizioni per uscire da limbo?
Paolo Cardenà: Più che dibattere senza costrutto e accusarsi tutti, l’un l’altro, per ciò che non è stato fatto negli anni o decenni trascorsi e a proporre improbabili ricette a favore di qualche sparuta categoria o peggio ancora clientela, bisogna amaramente ma consapevolmente ammettere, che l’ITALIA ha fallito nel suo proposito di diventare un paese virtuoso, come ci era stato prospettato al momento dell’entrata nell’EURO.

Purtroppo l’ITALIA, a questo punto e con la classe politica e dirigente che si ritrova, non ce la può fare più a competere all’interno di un sistema economico finanziario con regole tedesche. Insomma l’ITALIA dovrebbe pensare a come poter uscire dall’EURO con i minori danni possibili per sé e per gli altri, se vuole avere una ragionevole speranza di uscire dal lunghissimo tunnel in cui è entrata e riprendere, dopo un breve calvario, la strada della crescita. L’alternativa, nella situazione attuale, è quella che abbiamo iniziato a sperimentare, ovvero:
Declino inarrestabile del sistema produttivo manifatturiero italiano 
Aumento della disoccupazione e crescita del paese da sognare per lungo tempo 
Impoverimento continuo delle famiglie, della classe media e poi anche degli altri 
Collasso del welfare attuale perché insostenibile

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