Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query ambiente. Ordina per data Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di pertinenza per la query ambiente. Ordina per data Mostra tutti i post

martedì 5 novembre 2019

LA PLASTICA SOMMERGE IL PIANETA ...

LA PLASTICA SOMMERGE IL PIANETA ...


Vaturu Erriu Onnis 
Sa Defenza 


È innegabile ad ogni osservatore che ovunque ci giriamo siamo sommersi di plastiche , ogni settimana nella nostra differenziata almeno un giorno d'essa è dedicato al ritiro per smaltimento di plastiche, cestini dei rifiuti sono organizzati anch'essi per la differenziata e spicca anche lì quello delle plastiche.

Ciononostante, benché sia previsto il ritiro sotto casa , molte persone per inconsapevolezza o per distrazione o malafede  gettano le plastiche e rifiuti lungo le strade statali , extracomunali e di campagna... insomma una mancanza di etica che genera lo spettacolo osceno che spesso qui in Sardinya vediamo nei nostri territori, ma la cosa peggiore da sapere è che ci sono persone , per me troppe, che usano le plastiche per alimentare il loro caminetto  producendo fetide puzze nell'aria oltre all'inquinamento non salutare dovuto dalle sostanze incombuste e cancerose che poi respiriamo in casa e fuori, cosa ben peggiore degli inceneritori che almeno, si spera , hanno filtri di abbattimento di polveri , diossine e quant'altro si filtra  nel processo di incenerimento, ma è sicuramente più sicuro dell'incenerimento fatto da famiglie inconsapevoli e ignoranti nei caminetti dei paesi sardi.

Su questo punto il dito contro gli stessi abitanti ignoranti, ma sopratutto lo punto contro l'amministrazione regionale la RAS , incapace di educare all'uso equilibrato e normale dei riscaldamenti in Sardinya  in maggioranza a base di legna , sia per mancanza del metano  che di altre alternative.

Eppure se si è consapevoli del problema , visto le manifestazioni dei giovani per il cambiamento climatico , (che penso sia solo strumentale al sistema in quanto a detta della maggioranza degli scienziati indipendenti è dovuta all'attività solare e alla magnetosfera della terra che ciclicamente modifica le condizioni climatiche prospettive da analizzare su periodi di tempo in secoli e non come fanno gli pseudoscienziati pagati per avvalorare la tassa imposta sul CO2, che come sappiamo , ci è stato insegnato in terza elementare, è indispensabile alla fotosintesi   clorofilliana che trasforma oltre che in nutrienti per le piante anche in ossigeno,  studi fatti su brevi periodi di 30 anni sono inutili per capire le dinamiche dei cicli di Gaia) usiamo queste giovani energie espressa dai manifestanti come deterrente per rivendicare politiche che siano attente all'ambiente e al suo uso smoderato e inqualificabilmente contro natura.

Alla RAS (Regione Autonoma della Sardegna ) consigliamo visto l'incapacità di comunicazione , ma sopratutto l'incapacità di recepire problematiche prese per scontate come l'inquinamento da ignoranza sull'uso delle plastiche da gettare e riciclare, e per non considerare il notevole dispendio di energie gettate di conseguenza alla inerzia e responsabilità addosso alla sanità pubblica (quasi 4 miliardi) qui si vede l'importanza di combattere l'inquinamento cui sono assoggettati i paesi della Sardinya tutti gli inverni con questi fumi pestiferi scaturiti dal bruciare plastiche nei caminetti familiari. Consiglio alla RAS una campagna sui media di informazione  sugli effetti delle plastiche bruciate impunemente e altamente tossiche , insegnando a chi è ignorante che non vanno gettate  alle fiamme nei caminetti di casa,  spiegatene bene i motivi perché non si deve fare  così che la gente sappia a quali effetti dannosi incorre sia la sua famiglia che le altre vicine e lontane, e in caso di recidiva imporre multe dissuasorie dal continua a perpetrare il malcostume.






I problemi della plastica nell'ambiente oltre a dare una brutta immagine del nostro territori produce danni riparabili e irreparabili, intendo riparabili quando si può raccogliere e riciclare dovutamente questi abbandoni , ma irreparabili quando le plastiche per vari motivi entrano  a fare danni enormi alla fauna e all'ambiente in generale oltre a entrare nel ciclo di consumo umano con le particelle disciolte nei mari che poi mangiamo con il consumo di pesce.

I problemi correlati alle plastiche e al loro uso smodato e senza regole è dovuto a una cattiva amministrazione dei governi che non hanno pensato a benessere comune , ma hanno lasciato la gestione smodata e squilibrata dell'uso in ogni cosa e impacchettamento senza misura ne controllo; Si è lasciato chiudere la vetrerie che producevano bottiglie a basso costo per favorire le aziende amiche , vedi in Emilia dov'è localizzato il centro italiota più grande del business sulle plastiche, nessuna regola sulle plastiche usa e getta, invece di favorire  l'uso di materie biodegradabili o riciclabili o non dannose per l'ambiente, come le bottiglie in vetro, o di origine naturale come la canapa in tutti i settori industriali di produzione di cordame e tessuti di vario genere per tutti gli usi necessari delle famiglie e aziende a costi bassi com'era negli anni sessanta in Italia , la chiusura delle varie manifatture di lino e canapa messe fuori gioco dall'avanzata delle tecnologie non tassate delle materie plastiche ha distrutto queste aziende e manifatture ecologiche a favore di quelle plastiche altamente inquinanti per l'ambiente...

La Sardinya è circondata dal mare e abbiamo un patrimonio marino da difendere dall'inquinamento delle plastiche oltre che da tutti i vari rifiuti e liquami malgestiti dalle aziende metalmeccaniche energivore Eurallumina e Alcoa, minerarie di Furtei con l'inquinamento da arsenico e altro metalli pesanti e dalla raffineria di idrocarburi la SARAS altamente inquinate per la diffusione di ammine aromatiche policicliche, benzene e rifiuti di oli catramosi altamente inquinanti risultati dal ciclo produttivo  usati per la produzione di energia , (grazie a una legge per le energie da fonti rinnovabili è stata aggiunta l'aggettivo assimilati  approvata dal governo Prodi , così ha equiparato le fonti rinnovabili ai rifiuti di produzione delle raffinerie come gli oli catramosi usati per produrre energia, che sono estremamente  inquinanti  e cancerogeni definiti "assimilati" (maledetti) [1) e dalle produzioni di energia altamente inquinante a Fiume Santo condonata da politica e potere giuridico, aziende che non sono seguite come dovuto dai controlli dell'ARPA  Sardegna  libere e incontrollate e inquinanti . 
https://sadefenza.blogspot.com/2015/03/sardinya-aria-irrespirabile-e.html?m=1

Non c'è dubbio che vi è molto da fare in quanto a prevenzione e riforme per favorire il settore industriale senza quell'impatto ambientale negativo che necessita tutta la società postmoderna industriale e cybernetica è ora di favorire le aziende pulite e non inquinati.

Interessante lo studio della Università di Siena sul rischio plastiche in mare  che riportiamo a beneficio di tutti:
Il rischio delle plastiche in mare non è legato solo agli effetti che hanno sulla fauna marina, ma soprattutto al fatto che possono anche veicolare sostanze tossiche che vi si accumulano sopra.

Lo studio, primo nel Mediterraneo, apre la riflessione su un tema nuovo, anche alla luce degli effetti sulla catena alimentare legati all’ingestione delle plastiche in mare.
I risultati, seppure preliminari, tracciano una quadro complessivo poco roseo per il mare italiano. 
Il dato più importante che emerge riguarda la presenza di sostanze inquinanti: su tutti i campioni analizzati sono presenti contaminanti come mercurio, policlorobifenili (PCB), DDT ed esaclorobenzene (HCB). 
Il campionamento ha riguardato una sola tipologia di plastiche galleggianti le “sheetlike user plastic” (buste, fogli e teli), che rappresentano la frazione più abbondante del marine litter. A confermarlo anche i dati raccolti da Goletta Verde nel 2017, durante la navigazione lungo le coste italiane, affiancata dai ricercatori del progetto MEDSEALITTER che prevede la sperimentazione di metodologie per l’osservazione dei rifiuti galleggianti, con l’obiettivo di sviluppare protocolli comuni per la quantificazione del marine litter. 
Buste, teli e fogli di plastica, costituiscono il 65% dei rifiuti galleggianti monitorati e avvistati nel 2017 dall’imbarcazione ambientalista. Il 25% di questi è stato trovato nell’Adriatico centrale.  Studio di Legambiente e UniSi dove si analizzano le sostanze sui rifiuti plastici nel mare italiano  
https://www.controradio.it/legambiente-e-unisi-analizzano-sostanze-su-rifiuti-plastici-nel-mare-italiano/






Note 


1] Le fasi salienti della vicenda CIP6

• 1982 - Il I Governo Spadolini emana la Legge 308/82: nasce il concetto di “energia rinnovabile o assimilata”, in cui fonti di energia pulita vengono di fatto equiparate a sorgenti altamente inquinanti;
• 1991 - Il II Governo Andreotti promuove la Legge 10/91, che ribadisce la definizione di energia
“assimilata” alle rinnovabili, avvicinando i rifiuti organici ed inorganici al solare, eolico ed altre fonti;
• 1992 - Il Comitato Interministeriale Prezzi formula la delibera CIP6/92, istituendo corrispettivi
economici ai produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili ed “assimilate”: da questo momento,
gli inceneritori di rifiuti che producono energia iniziano a ricevere finanziamenti pubblici dallo Stato;
• 2001 - La Comunità Europea emana la Direttiva 2001/77/CE sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili: i rifiuti non sono contemplati nella definizione di “energia rinnovabile” e non è presa in considerazione alcuna forma di energia “assimilata” alle rinnovabili;
• 2003 - Il II Governo Berlusconi recepisce la Direttiva con il Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n.387, includendo tuttavia i rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare dei finanziamenti pubblici riservati alle fonti rinnovabili;
• 2007 - Durante il II Governo Prodi entra in vigore la Legge Finanziaria 2007: i soli soggetti in grado di accedere al conferimento dei CIP6 risultano i titolari di impianti già operativi, mentre per i futuri inceneritori di nuova costruzione non è previsto alcun finanziamento pubblico;
• 2009 - Per far fronte all’emergenza rifiuti in Campania, il IV Governo Berlusconi riapre la corsa agli inceneritori, garantendo l’accesso ai CIP6 anche agli impianti non connessi all’emergenza stessa.
1982: nascono le fonti di energia “rinnovabili o assimilate”
Nel maggio del 1982 il I Governo Spadolini introduce per la prima volta il concetto di fonte di energia “rinnovabile o assimilata”. La definizione è imposta con la Legge 29 maggio 1982, n. 308 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale in data 7 luglio 1982), che identifica le “Norme sul contenimento dei consumi energetici, lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia e l’esercizio di centrali elettriche alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi”. L’articolo 1, recante “Finalità ed ambito di applicazione della legge“, è esaustivo, utile a comprendere le origini della deriva culturale e tecnologica dei nostri giorni:
“La presente legge favorisce ed incentiva, anche in armonia con la politica energetica della comunità economica europea, il contenimento dei consumi di energia e l'utilizzazione delle fonti di energia rinnovabili anche attraverso il coordinamento fra le fasi di ricerca applicata, di sviluppo dimostrativo e di produzione industriale.
Agli effetti della presente legge sono considerate fonti rinnovabili di energia o assimilate: il sole, il vento, l'energia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la
trasformazione dei rifiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali. Si considerano, altresì, fonti rinnovabili di energia il calore recuperabile negli impianti di produzione di energia elettrica, nei fiumi di scarico e da impianti termici e processi industriali, e le altre forme di energia recuperabile in processi o impianti.
L'utilizzazione di tali fonti è considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità.”
L’articolo succitato verrà poi abrogato - assieme ai successivi 18 - dall’art. 23 della legge 9 gennaio
1991, n. 10, che ad oggi è lecito considerare quale il vero trampolino di lancio verso il dorato mondo delle incentivazioni statali riconosciute ai produttori di energia elettrica.

seguono ulteriori info sulla CIP6 al link sotto


*****
https://sadefenza.blogspot.com/2019/11/la-plastica-sommerge-il-pianeta.html


Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM

mercoledì 20 giugno 2018

Ingeriamo 114 Microplastiche a Ogni Pasto

Ingeriamo 114 Microplastiche a Ogni Pasto

Heather Callaghan

naturalblaze
Sa Defenza 







La persona media inghiotte fino a 68.415 fibre di plastica potenzialmente pericolose all'anno, secondo gli scienziati che hanno testato le particelle che vanno a finire sui piatti del pranzo e cena.

Abbiamo riportato i sorprendenti resoconti che descrivono in dettaglio come stiamo bevendo nanoparticelle di plastica nel rubinetto e nelle acque di balneazione , acqua in bottiglia , spiagge e vegetazione perché i rifiuti di plastica si sono infiltrati nel nostro suolo .

Mentre gli oceani sono sicuramente inquinati dalla plastica, c'è anche un nuovo tipo di problema: fast fashion e spreco di fibre sintetiche. Le microplastiche stanno nuotando l'aria che respiriamo.

Gli scienziati britannici  Heriot-Watt della University of Edimburg hanno concluso che potremmo ingerire più di 100 minuscole particelle di plastica con ogni pasto principale.


Report giornalieri :

Ancora una volta, mentre la maggior parte delle persone sa che la plastica entra nella vita marina attraverso l'inquinamento, c'è una nuova svolta nel problema.

Gli esperti avvertono che l'ingestione di particelle di plastica può danneggiare i polmoni, rovinare i reni e interferire con gli ormoni. Tuttavia, inizialmente si pensava che le persone fossero a rischio di esposizione da microplastiche mangiando pesce inquinato. Il Daily Mail continua [enfasi aggiunta]:

Un'indagine del giornale, che ha condotto una campagna di Turn The Tide on Plastic, ha rivelato all'inizio di questo mese che i filetti di pesce fresco provenienti da banchi aperti nei principali supermercati contengono fino a 139 pezzi di plastica per ogni 240 g
Le particelle erano troppo grandi per essere passate dall'intestino alla carne del pesce, così gli scienziati dell'University of Portsmouth che hanno supervisionato la nostra indagine credono che la plastica provenga dalla contaminazione aerea.
La plastica, che può provenire da arredi morbidi e tessuti sintetici, entra nella polvere domestica che cade sui piatti e viene consumata. 
Gli scienziati del Regno Unito hanno fatto la scoperta dopo aver messo piastre di Petri contenenti trappole di polvere appiccicose sul tavolo accanto ai piatti della cena in tre case durante i pasti. 
Alla fine di un pasto di 20 minuti sono stati trovati fino a 14 pezzi di plastica nelle piastre di Petri - l'equivalente di 114 fibre di plastica cadevano sul piatto da pranzo, di media, date le loro dimensioni molto più grandi.

Confrontando le quantità di plastica per i frutti di mare con le quantità giornaliere di pasti al chiuso, gli scienziati hanno scoperto quanto segue:
... meno di due microplastiche in ogni cozza, che potrebbero essere collegate all'ambiente marino, e concludere che la persona media può aspettarsi di consumare 100 particelle di plastica all'anno mangiando il mollusco
Ma ingeriranno qualcosa da 13.731 a 68.415 fibre in un anno durante i pasti a causa della polvere domestica.

L'autore  il Dr. Senior Ted Henry, ha dichiarato:
Questi risultati potrebbero sorprendere  alcune persone che si aspettano che le fibre di plastica nei frutti di mare siano più alte di quelle presenti nella polvere domestica. 
Non sappiamo da dove provengano queste fibre, ma,  è probabile che si trovino dentro  casa e nell'ambiente più ampio.

Sulla base di questi risultati, essi concludono che il problema è causato dalla polvere domestica. Sì, respiriamo attraverso la polvere. Proviene da mobili, pneumatici, moquette, abbigliamento, biancheria da letto, ecc.

Ecco alcune cose per aiutare a ripulire l'aria dalle microplastiche, in ordine di importanza:
  1. Apri le finestre in ogni occasione - fa specie tutto, inclusi gli agenti patogeni superbatteristici.
  2. Usa un kit di spolverini Swiffer 360 : sono fantastici! Usali tutte le volte che vuoi. Anche un panno in microfibra può essere buono.
  3. Aspirare / spazzare / lavare / asciugare regolarmente.
  4. Usa un ionizzatore d'aria o purificatore d'aria
  5. Candele di cera d'api (assicurarsi che abbia stoppini senza piombo)
  6. Diffusore e/o umidificatore (l'umidità potrebbe appesantire le particelle per facilitare l'aspirazione). Si potrebbe anche vaporizzare l'aria.
  7. Spruzza, nell'aria dell'ambiente domestico, acqua con aggiunta di un cucchiaio di bicarbonato di sodio. Rinfresca e disinfetta l'aria e, possibilmente, cattura e appesantisce le particelle. Anche Arm & Hammer ne fa uno, ma contiene profumo. Risparmia soldi e i polmoni.
  8. Rimuovi dalle scarpe le polveri prima di entrare in casa. Traccia tutti i tipi di detriti e residui chimici.

Ultimo ma non meno importante - in primo luogo evitate di acquistare materiali sintetici. Sono pericolosi in molti modi, come i fumi tossici e le allergie nelle persone sensibili. Acquista e usa  vestiti di cotone organico, se puoi perché ti aiuterà e manterrai i rifiuti fuori dall'ambiente. (Più facile a dirsi che a farsi, lo so!) Cerca di rendere la tua casa un ambiente confortevole e sereno senza doverti preoccupare di ciò che stai respirando.

Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli  ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM

martedì 3 maggio 2016

NO ALL'ACCORDO COMMERCIALE USA E UE TTIP CAVALLO DI TROIA delle mortifere MULTINAZIONALI MONSANTO &Co

NO ALL'ACCORDO COMMERCIALE USA E UE TTIP CAVALLO DI TROIA delle mortifere MULTINAZIONALI  MONSANTO &Co






Manifestazione anti TTIP a Roma il 7 Maggio



Procede a grande velocità il TTIP, l’accordo commerciale segreto tra USA e UE che mette a rischio l’ambiente, le piccole imprese e i posti di lavoro. Per questo motivo il 7 maggio invitiamo i lettori a partecipare a Roma alla manifestazione nazionale che porterà in piazza la voce della gente. E i Vip invitano in un video alla mobilitazione.


Moni Ovadia, Carlo Petrini, Luca Mercalli, Giulietto Chiesa, Luigi Ciotti e Alex Zanotelli supportano la Campagna Stop TTIP Italia con un invito alla manifestazione nazionale del 7 maggio 2016 a Roma. Vi aspettiamo: tutte e tutti insieme, possiamo fermare l’accordo più pericoloso di sempre.


Tutte le informazioni, costantemente aggiornate, le trovate qui http://www.progressi.org/stopttip7maggio e qui https://stop-ttip-italia.net/

Importante anche la partecipazione all’iniziativa “Fuori il TTIP dalla mia città”, petizione rivolta a sindaci e parlamentari che rivendica un confronto democratico e trasparente sui temi del trattato, che impatterà enormemente sulla vita dei cittadini.

«Vogliamo che l’adesione dell’Italia al TTIP sia discussa in ogni consiglio comunale e che ogni Comune esprima la propria preoccupazione e opposizione al trattato, come molte altre città europee e italiane hanno già fatto» spiega Elena Mazzoni, uno dei portavoce della Campagna. «Siamo preoccupati dell’impatto che questo trattato avrà sulla nostra economia e sulla nostra vita, perché questo accordo è concepito per favorire gli interessi delle grandi imprese multinazionali, soprattutto americane. Rischia di compromettere la qualità del nostro cibo, dell’ambiente, la nostra salute e i nostri posti di lavoro. Per questo motivo diciamo ai politici: fuori il TTIP dalla mia città! Le firme saranno consegnate ai sindaci, ai presidenti di Regione, ai parlamentari nazionali ed europei».

Bernie Sanders candidato democratico alle presidenziali USA ha commentato i documenti resi noti da Greenpeace sul TTIP:
"Le rivelazioni di oggi dimostrano che il cosiddetto accordo commerciale Usa-Ue ha poco a che fare con il "libero commercio" e molto a che fare con l'aumento del potere delle banche di Wall Street, delle aziende farmaceutiche e e delle grandi compagnie petrolifere. Liberarsi di norme che proteggono i lavoratori e l'ambiente può essere conveniente per i profitti delle imprese, ma sarebbe un disastro per il popolo americano. Un accordo commerciale con l'Europa potrebbe darci un'opportunità storica per migliorare i diritti dei lavoratori, dell'ambiente e la protezione dei consumatori. Purtroppo, le rivelazioni di oggi dimostrano che questo accordo commerciale causerebbe l'esatto contrario, continuando la corsa verso il fondo. In qualità di presidente, il senatore Sanders non sarà d'accordo con qualsiasi accordo commerciale che deregolamenta Wall Street, compromette le leggi americane a tutela dei consumatori, aumenta il prezzo dei farmaci da prescrizione, minaccia la sicurezza alimentare e consente alle aziende straniere di contestare le leggi che ridurrebbero le loro attese di profitti futuri di fronte a un tribunale internazionale. Il commercio è una cosa buona, ma deve essere onesto".


Ecco uno stralcio della lettera tradotta in italiano. Scarica l'originale.
"Egregio Ambasciatore Froman, Il Ttip dà agli Stati Uniti l'opportunità di abbassare le barriere commerciali e di aumentare le esportazioni nel campo dell'agricoltura. L'Unione europea è il primo importatore mondiale di cibo e prodotti agricoli, eppure la quota di mercato degli Stati Uniti si sta sempre più deteriorando a causa delle barriere tariffarie e non nel campo commerciale.... E' imperativo che l'eliminazione delle tariffe su tutti i prodotti - carne bovina, maiale, pollo, riso, frutta e verdura - resti una priorità.... Nel 2014, due lettere bipartisan dei senatori americani la sollecitavano a combattere contro l'indicazione geografica promossa dall'Unione europea...Fino ad oggi non ci sono rassicurazioni sul fatto che i negoziati sul Ttip abbiano accolto queste preoccupazione...Infine, gli Stati membri dell'Unione europea continua a ignorare le linee guida sull'assenso all'importazione dei prodotti biotecnologici...Noi sosteniamo fortemente la sua battaglia per un accordo sul Ttip che dia priorità all'agricoltura americana, includendo la rimozione delle barriere alle normative basate sulla non-scienza e la riduzione e rimozione delle tariffe sui prodotti agricoli. 
Cordiali saluti 

Firmato: Senator Pat Roberts, Senator Debbie Stabenow, Senator Michael Bennet, Senator Roy Blunt, Senator John Boozman, Senator Sherrod Brown, Senator Richard Burr, Senator Robert P. Casey Jr, Senator Thad Cochran, Senator John Cornyn, Senator Joe Donnelly, Senator Michael Enzi, Senator Joni Ernst, Senator Chuck Grassley, Senator Heidi Heitkamp, SenatorJohn Hoeven, Senator Johnny Isakson, SenatorAmy Klobuchar, Senator Claire McCaskill, Senator Mitch McConnell, Senator David Perdue, Senator Rob Portman, Senator Ben Sasse, Senator John Thune, Senator Thom Tillis, Senator Mark Warner".


Questa lettera dimostra una sola cosa: i negoziati sul Ttip non possono più andare avanti. Vanno sospesi. I documenti #TtipLeaks, pubblicati da Greenpeace, hanno mostrato la debolezza dei negoziatori europei che hanno calato le braghe rinunciando al principio di precauzione, quello che permette all'Europa di mettere al bando migliaia di sostanze chimiche. Con la lettera dei senatori americani il Re è nudo. Il Ttip è una Nato economica, uno strumento per regalare fette di mercato europeo alle multinazionali del cibo americane. Le conseguenze per la salute dei cittadini, per l'ambiente e per le imprese agricole europee sarebbero disastrose, un passo verso l'abisso.





mercoledì 18 marzo 2009

NO AL NUCLEARE


Sa defenza sotziali ribadisce il NO forte duro e deciso al nucleare.

Invitiamo tutti i cittadini Sardi a prendere una decisa presa di posizione contro il progetto nucleare di questo stato padrone e colonizzatore con istinto assassino che come un rullo compressore schiaccia i diritti dei popoli alla loro autodeterminazione e le scelte politiche economiche sociali alternative.

Questo stato italiota che dimostra che l'unica ragione a cui son soggetti a piegarsi è quella del rapporto di forza, avremo NOI l'ardire di contarci su queste basi?
Proprio per questo motivo dobbiamo affrancarci gli uni con gli altri ed essere pronti e determinati a respingere un attacco che non avveniva ormai da molto tempo.
E' evidente che non bisogna assopirsi lasciando che questi soggetti prendano campo con queste idee aberranti, diceva il buon Gesù, poichè "il ladro arriva nell'ora meno attesa" manteniamoci desti ed organizzati a respingere con determinata consapevolezza l'intento di questo nuovo attacco contro la nostra natzione e il futuro dei figli dei nostri figli.

A foras sos colonialistas a foras sas bases militares et nuclearis!

Aderiamo al Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia” costruendo anche qui un comitato per affrontare decisamente la mobilitazione dei nuclearisti e modernisti antisociali dello stato italiano.


Il sistema capitalistico cerca di uscire indenne dal crack provocato dal suo modello di produzione e consumi, scaricandone i costi e i danni sui lavoratori e i ceti popolari,sulla salute e l’ambiente.
La crisi generalizzata già pesa sui meno abbienti in termine di disoccupazione e perdita di diritti, di precarizzazione e impoverimento dell’esistenza, mentre il governo continua a regalare soldi pubblici ai banchieri,padroni e speculatori che l’hanno prodotta.

Invece di cambiare sistema sostenendo l’energia solare e le rinnovabili, il riassetto idrogeologico,i beni comuni e le infrastrutture sociali,l’alimentazione biologica a filiera corta, si continuano a finanziare progetti e opere devastanti come la TAV,il Ponte sullo Stretto,i rigassificatori,gli inceneritori e la riproposizione del nucleare in nome di una falsa autonomia energetica, ovvero le lobbies che lucrano e vivono di appalti pubblici e sovvenzioni statali.
Seveso-Bhopal , Acna-Farmoplant , Marghera-Priolo , Garigliano-Cernobyl - i rifiuti tossici sotterrati in particolare nell’agro campano o scaricati in mare - con il loro carico di inquinamento irreversibile,di malattie mortali,di innumerevoli lutti, dovrebbero far riflettere sui disastri sanitari e ambientali già procurati.

Invece si continua peggio di prima, attraverso ulteriori strumenti coercitivi e autoritari, quali la militarizzazione dei siti e l’esautoramento dei poteri di intervento dei cittadini e degli enti locali :le scorie radioattive ammassate nella discarica di Pitelli, i depositi nucleari di Saluggia e Rotondella-Trisaia , sono li a testimoniarlo !

A 22 anni dal referendum vincente che mise al bando le centrali nucleari , il governo Berlusconi si prepara a reintrodurre l’atomo nel nostro paese. Lo fa con un protocollo siglato il 24 febbraio 2009 a Roma con il presidente Sarkosy e sottoscritto da Enel e Edf , ponendo le basi per la costruzione di 4 centrali di terza generazione, per la prevedibile entrata in produzione a partire dal 2020 !
NON C’E’ TEMPO DA PERDERE !

Nonostante il nucleare sia anacronistico,dispendioso,ultrainquinante e che dispone in se una visione di società gerarchica e aggressiva. Stante la crisi , la scelta nucleare è oltremodo fuorviante e deprime le risorse da destinare alle emergenze sociali , alle innovazioni, al risanamento ambientale.
Abbiamo a che fare con una lobby trasversale al centrodestra e centrosinistra. Con questi boss non ci sono ragioni , riconoscono solo i rapporti di forza !
E’ L’ORA DI TORNARE A LOTTARE CONTRO IL NUCLEARE E L’ENERGIA PADRONA.

Dopo le assemblee e gli incontri tenuti in più regioni , che già vedono la nascita di comitati territoriali con l’adesione di scienziati – tecnici – lavoratori del settore e la condivisione di molteplici vertenze/resistenze ambientali e sociali , si è dato vita ad un organismo semplice,aperto,agile, il Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia”, in grado di affrontare immediatamente la battaglia comunicativa e di contribuire con iniziative via via più incisive alla rinascita di un movimento antinucleare , capace di fronteggiare e vincere questa altra sfida dell’energia padrona .



Coordinamento Antinucleare “salute-ambiente-energia”

venerdì 25 agosto 2017

NO AL DEPOSITO DI SCORIE NUCLEARI IN SARDINYA !

NO AL DEPOSITO DI SCORIE NUCLEARI IN SARDINYA !

Vaturu Erriu Onnis

La Sardegna, già nel 2011, si espresse a larga maggioranza nel Referendum Regionale con una forte contrarietà alla costruzione di Centrali Nucleari e a depositi di Scorie nucleari e residuati .



Ora, dopo la pubblicazione del 15 Luglio 2017 con l'avviso, in Gazzetta Ufficiale è stata avviata la procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) relativa al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, ci viene comunicato dall'Associazione Ecologica Gruppo d'Intervento Giuridico onlus, e continuano : "La Regione autonoma della Sardegna finora non ha detto nulla. Al termine della procedura complessa prevista dal Governo in qualche parte del territorio sarà individuato il sito unico nazionale per le scorie radioattive, dove i 90 mila metri cubi di materiali radioattivi (residui del ciclo energetico delle centrali nucleari dismesse, rifiuti industriali, residui di attività mediche, ecc.) devono esser custoditi a lungo termine in estrema sicurezza."

Inoltre , Domenica 27 agosto 2017 a Oristano presso Hotel Mariano IV alle 16.30 si ricostituisce il Comitato NoNucleNoScorie, espressione trasversale delle varie sensibilità politiche e civili sul problema nucleare in Sardegna, già estensore del Referedum Regionale, ove si discuterà sulle iniziative da prendersi da qui al 13 settembre , inoltre vi sarà un momento di discussione assembleare partecipata , su un documento in via di preparazione , da inviare poi al Ministero dell'Ambiente, con l'intento di ribadire il NO già espresso come detto nel referendum passato, e ribadire l'opinione negativa di tutta la società civile sarda sul deposito di scorie nucleari in Sardegna.

Mauro Pili, oggi 25 agosto 2017, ha lanciato in diretta video su facebook la campagna del suo partito UNIDOS per dire "NO alle scorie nucleari in Sardegna" e soprattutto per scongiurare l'ipotesi che questo sito sia individuato proprio in Sardegna. "Decine di assemblee territoriali e uno schema di ricorso che ogni cittadino e ogni Comune potranno inviare al ministero dell'Ambiente per bocciare sul nascere la procedura di scelta del deposito unico di scorie radioattive", spiega Pili, ricordando che per opporsi c'è tempo fino al 13 settembre.

Il modulo nella foto sotto che il deputato sardo Mauro Pili consiglia a tutti i cittadini sardi di compilare, in opposizione al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi al punto 23 è illustrata l’analisi di coerenza esterna condotta valutando quella dei criteri per la localizzazione del Deposito (di esclusione -approfondimento), di cui alla Guida Tecnica ISPRA n. 29 del 2014, con gli obiettivi delle diverse norme esaminate, e inviare all'indirizzo seguente:

Al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per le Valutazioni e le Autorizzazioni Ambientali - Divisione II Sistemi di Valutazione Ambientale, Via Cristoforo Colombo 44, 00147 Roma;

FAX numero: 06.5722.3040;

DGSalvaguardia.Ambientale@PEC.minambiente.it.





Peraltro oggi, è sopraggiunta la visita del ministro dell'Ambiente italiano Gian Luca Galletti che ha cercato di smussare le polemiche sulla ventilata ipotesi che la Sardegna possa ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari. "Non c'è nulla di vero", afferma il Ministro, intervenendo a Sassari alla sottoscrizione della RAS alla Carta di Partenariato "Pelagos" per la salvaguardia dei cetacei nei nostri mari.

Ovviamente da cittadino sardo mi auguro che quanto prefigurato, dal deputato Pili e dei vari Comitati spontanei che si raduneranno nel Coordinamento dei Comitati NoScorie domenica a Oristano, sulle intenzioni del governo italiano di trasferire queste mefitiche scorie non si adempia mai, vedremo quanto valgono le parole dette dal Ministro a Sassari, se son degne di fede oppure se sono solo parole gettate al vento, per imbonire noi sardi; è con questo pensiero che vi lascio e mi soggiunge il desiderio che si possa continuare a mantenere la nostra “terra pulita“, nonostante le già abbondanti invasive e inquinanti basi militari, perché le generazioni future possano usufruire di un territorio sano e vivibile in un mondo migliore, scevro da pericoli invasivi e duraturi, contrariamente a quello che prefigurerebbe invece un deposito di scorie nucleari.

A innantis!

giovedì 19 luglio 2012

Sardinya: Uranio, processo sui veleni di Quirra Aumentano le costituzioni di parte civile

il procuratore di Lanusei Domenico Fiordalisi
www.unionesarda.it

Tutti ammessi o quasi. Dal processo per i veleni di Quirra restano fuori solo le associazioni ambientaliste, i comitati e tutti gli enti portatori di interessi diffusi, ovvero coloro che secondo il giudice non hanno alcun titolo per chiedere un risarcimento in merito al disastro ambientale provocato, secondo il procuratore capo della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, dalle guerre simulate nel quadrato militare di Quirra.

VENTO DI VELENI 

La decisione del giudice dell'udienza preliminare, Nicola Clivio, è arrivata ieri pomeriggio, al termine di un'udienza fiume durante la quale sono state depositate ventiquattro nuove richieste di costituzioni di parte civile, tra le altre c'è anche quella del Comune di Escalaplano e quello di Ballao che avanza il diritto (riconosciuto dal gup) di poter chiedere i danni anche solo per le presunte polveri tossiche portate dal vento sul cielo del centro abitato. Nulla da fare, invece, per Sardigna Natzione, Legambiente, Wwf, il comitato Gettiamo le basi, Gruppo di intervento giuridico e Su Giassu, vale a dire le associazioni che avrebbero voluto partecipare al processo perchè parti in causa di un eventuale danno ambientale.
 
I MOTIVI 

«Spetta esclusivamente allo Stato (e, in particolare, al Ministero dell'Ambiente) la legittimazione a costituirsi parte civile per i reati contro l'Ambiente», spiega il giudice nel provvedimento letto nell'aula al terzo piano del palazzo di giustizia di Lanusei. Dal Ministero dell'Ambiente, (indicato dal pubblico ministero tra le parti offese), però, nessun segnale. Dunque, alla fine della seconda udienza dal gup, la vicenda giudiziaria sui veleni sprigionati nel poligono di Perdasdefogu e nel distaccamento di Capo San Lorenzo è a un punto cruciale. Se il giudice dovesse decidere di rinviare a giudizio tutti o una parte delle venti persone indagate, saranno più di cinquanta le persone fisiche e giuridiche autorizzate a chiedere i danni. Il prossimo appuntamento in aula, fissato per il 31 luglio, servirà proprio a individuare i nomi dei responsabili civili, vale a dire dei soggetti che in caso di condanna saranno chiamati a pagare il conto presentato dalle vittime. 



Non si sono ancora presentati la Regione Sardegna e Perdasdefogu.
Anche questa mattina nessun rappresentante della Regione Sardegna si è presentato davanti al Gup di Lanusei, Nicola Clivio, per chiedere la costituzione di parte civile al processo per i cosiddetti "Veleni di Quirra".


Nemmeno il comune di Perdasdefogu ha avanzato richiesta in tal senso, ma in questo caso ci sarebbero questioni di opportunità politica considerato il fatto che l'amministrazione è cambiata da poche settimane e la nuova maggioranza sta valutando l'intera vicenda anche perché fra gli indagati c'è l'ex sindaco. Intanto altri soggetti si sono aggiunti nelle richieste di parte civile ai 15 della prima udienza quando si costituirono la Provincia di Cagliari, alcuni Comuni, la Asl 4 di Lanusei, Legambiente, il Comitato Gettiamo le basi e un gruppo di pastori, alcuni aderenti alla Coldiretti.


Oggi hanno presentato l'istanza anche una decina di allevatori di Tertenia e Villaputzu (complessivamente ora gli allevatori sono 25) e alcune associazioni. Il giudice si è riservato, comunque, la decisione sulle richieste ed ha rinviato l'udienza al 25 luglio. Per quel giorno, però, è fissata un'astensione dai dibattimenti degli avvocati, per cui è presumibile che l'udienza slitti ad altra data. Il Gup del Tribunale ogliastrino dovrà decidere sui 20 rinvii a giudizio chiesti dal pm Domenico Fiordalisi al termine delle indagini per disastro ambientale nell'area del Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra.




COMUNICATO di SARDIGNA NATZIONE 


UDIENZA PELIMINARE PROCESSO PER I VELENI DI QUIRRA

Sardigna Natzione Indipendentzia che, come prevede lo statuto, è da sempre impegnata nella difesa della gente e del territorio della Sardegna, non solo dall’uso coloniale che ne fa lo stato italiano ma anche da ogni tipo di aggressione che possa comprometterne la salute dell’ambiente de dei cittadini, il 20 giugno, all’udienza preliminare del processo contro i 20 indagati per i veleni di Quirra, tramite l’avvocato Chicco Paolini, si era costituita parte civile.

Con le seguenti motivazioni:

1)      La gente sarda che si riconosce in SNI e tutto il popolo sardo hanno subito danni, alla salute, alle potenzialità economiche, alla stabilità psicologica per base-dipendenza, alla stabilità sociale per ingenerati contrasti all’interno delle comunità, per causa dell’uso indebito del poligono di Quirra che ha comportato accumulo sul territorio, e non solo, di imponenti quantitativi di rifiuti speciali di ogni tipo, l’accertata presenza di sostanze tossiche, di polveri generate dalle combustioni eseguite all’interno del Poligono, tali da ricondurre il fatto  all’ipotesi delittuosa del “disastro”.  

2)      Ogni abitante della Sardegna, anche non domiciliato nei territori prossimi al poligono di Quirra, può subire danni dall’uso indebito dello stesso, in quanto,  le polveri, contenenti anche uranio impoverito ed altri metalli pesanti,  generate dalle esplosioni di proiettili a frammentazione e sublimazione sono talmente sottili, nano particelle, che trasportate facilmente dal vento per molti chilometri e filtrate  negli alimenti prodotti nella zona e nelle acque, possono essere state respirate o ingerite da qualunque sardo.

Il GUP, giudice di udienza preliminare, ha rigettato la costituzione di parte civile di SNI,  Gettiamo le Basi, Su Zassu, WWF ed altri movimenti ambientalisti non ritenendoli direttamente coinvolti nei fatti oggetto di giudizio. 

SNI, ritiene che il GUP, non riconoscendo il coinvolgimento diretto di ogni cittadino sardo nel pregiudizio alla salute causato dall’uso indebito del territorio da parte del poligono di Quirra, abbia leso in modo grave il sacro diritto alla salute di ogni individuo nonché l’altrettanto sacro diritto   dei sardi, viventi e futuri, di tutelare del loro territorio.

In difesa e VARDIANIA di tali diritti SNI, preso atto del dispositivo di esclusione in sede preliminare, si costituirà nuovamente parte civile in sede processuale.  

NUGORO 20-07-2012        
  anno151° D.I.                                                

BUSTIANU CUMPOSTU
                                                                                                            COORDINADORE NATZIONALE




domenica 17 settembre 2023

RITORNANO CON “AUTUNNO COVID”. PAROLE E REALTA'. MENZOGNA E MONDO. UNA VERITA' PARALLELA E CONTRARIA AL BUON SENSO, ALLA LOGICA, ALLA SCIENZA, ALL'UMANITA

Antonello Boassa
Non è certo la prima volta nella storia che il Potere crei una fabula che nulla ha a che vedere con i fatti reali. Credo che l'originalità fatua dei nostri tempi tuttavia derivi dall'ampio seguito cha la menzogna istituzionalizzata ha presso il pubblico "colto" di scrittori, di magistrati, di artisti, di medici, di giornalisti, di politici, di "scienziati", di coloro che, in teoria avrebbero dovuto vigilare, non dico la Costituzione, ormai carta straccia per il Potere, ma almeno i diritti più elementari della cittadinanza

La pervasività mediatica dei giornaloni, dei telegiornali, dei talk show, dei dibattiti urlati mi sembra che abbiano una presa maggiore (come un cerchio che gira attorno a se stesso) proprio sugli intellettuali desiderosi di conformarsi al pensiero vincente, per non correre il rischio di perdita delle prebende, del successo ma anche per una ragione più sottile e più drammatica, di natura epocale, per la rigidità comunicativa ed interpretativa dovuta ad un apprendimento e da un ammaestramento impartito da accademie e da camarille culturali contrarie al pensiero creativo, alla riflessione laterale, alle novità destrutturanti in campo epistemologico, logico, filosofico, scientifico

sabato 22 marzo 2014

Sardinya: analisi su il POTERE, un'analisi sulla nostra società.

POTERE: un'analisi sulla nostra società.

Paulu Leone Cugusi Biancu

I RAPPORTI DI POTERE

Soggetti e Società, Complessità Organizzativa e Sistema.

Nonostante i suoi 30 anni leggere il libro "Potere e Complessità Sociale" di Niklas Luhmann, mi ha dato lo stimolo per presentare alcuni spunti d'analisi al fine di valutare l'attuale momento storico-politico:
Niklas Luhmann
NOI SARDI ci confrontiamo con questi temi  che hanno un impatto forte sull'idea di  "NATZIONE SARDA"

Assistiamo, nostro malgrado, al rapporto molto conflittuale (mio punto di vista) STATO/RAS, dove la maggioranza alla Regione dimostra una gestione amatoriale di fronte allo Stato, ma la Casta pluridecennale del Parlamento, di fronte all'Europa, non decide quasi niente perché totalmente non adeguata.....

Ma anche i tecnocrati Europei di Bruxelles sono inconsistenti di fronte al potere delle Agenzie di Rating americane, dimostrando di non saper affrontare la CRISI

La domanda é: PERCHE'succede questo ?

Riguardo alle situazioni descritte uso la "Metafora della Matrioska" , dove ogni crisi si  sdoppia in un altra - più piccola.
Ciò lo si deve al fatto che le varie crisi hanno comune origine; basta osservare le caratteristiche del rapporto di potere che le contraddistingue e che ne rende difficile la soluzione.

Per spiegare il perché delle crisi uso le categorie di Luhmann, sottolineando come nel Rapporto di Potere  la volontà  del subordinato non ha bisogno di venir sostituita dalla volontà di chi sta più in alto, ma ha solo bisogno di venir motivata adeguatamente senza ricorrere a alcuna violenza e/o coercizione; ......... Precisando e rafforzando meglio tale concetto.....si può affermare che ogni ricorso alla coercizione e/o violenza  segna non già il successo del Potere ma il suo smacco.



  • Le Crisi di oggi sono variabili dipendenti del Rapporto di Potere, basato sulla comunicazione (canale privilegiato), che fa arrivare la motivazione specifica fino all'ultimo gradino della scala sociale. 
  • Nella relazione di Potere, la Matrioska da cui il Potere emana ha un impatto tanto più forte e efficace sui subordinati se ottiene l'obbedienza spontanea  e la contemporanea rinuncia a altre possibili alternative.
  • Si determina una scala di obbedienza di segno discendente: quanto più il potere della finanza e delle banche convince chi sta in posizione inferiore a obbedire spontaneamente, questi convinceranno a loro volta gli altri livelli, posizionati immediatamente dopo, allo stesso tipo di obbedienza. 
  • Oggi, i Sistemi Politici - detti impropriamente democratici - sono sistemi funzionali (non ideologici) che hanno un'unica funzione: Produrre Potere.
  • Ogni Sistema Politico - nell'istante in cui produce Potere - legittima sé stesso assumendo il ruolo di "variabile indipendente" ; le procedure che lo legittimano (all'interno del Sistema Politico) sono delineate come funzioni, in modo da considerarle "variabili dipendenti" del sistema politico osservato.
  • Le Funzioni descritte con date procedure, delimitano il raggio/campo d'azione di ogni singola funzione ma anche i ruoli particolari di ogni soggetto; ogni singolo soggetto ha un margine di libertà, più/meno ampio a seconda della funzione, per soddisfare il singolo che la esercita, all'interno di regole codificate. 

  • Nessun Sistema Sociale Moderno  potrebbe stabilizzarsi per lunghi periodi se l'esercizio della forza (al suo interno) non avesse un ruolo marginale rispetto al flusso complessivo dei Rapporti di potere. 
    Vediamo cosa succede nella pratica.

    Il Sistema Elettorale e la Competizione fra partiti  sono 2  elementi di un sottosistema sociale più ampio, quello politico, che attribuisce ai partiti un grado molto elevato di Autonomia (il cui livello é comprensibile analizzando i casi negativi portati all'onore della cronaca) e di Indeterminatezza strutturale, con cui  si rideterminano le aspettative degli iscritti, creando le leadership  e riducendo la complessità generale degli interessi e la domanda politica che viene dall'esterno.
    • "Il Principio Elettorale" basato sui principi della generalità del suffragio, della eguaglianza del voto e della sua segretezza  é funzionale alla elezione politica di ALCUNI che, da quel momento, fanno e si comportano come vogliono, quasi senza impedimento.
    • Il Principio elettorale quindi, condizionato dall'Autonomia  e dall'Indeterminatezza strutturale, non ha la Funzione di affermare la volontà popolare e, tantomeno, di scegliere i migliori e/o i più competenti.
    • L'ELETTORE é inserito nel contesto d'una procedura particolare, che determina i limiti di competenza.
    • Solo "Classi di Elettori" ampie possono superare questi limiti .
    La LOGICA SISTEMICA delle nostre società complesse non viene spiegata dai vecchi paradigmi, frutto di altri tipi di organizzazione sociale, di una diversa struttura produttiva e di valutazioni di tipo meccanicistico, quando si analizzano dall'interno la relazione capitale/lavoro e il concetto di produttività/ora.

    Tale logica sociale, per Niklas LUHMANNnon è l'affermazione della democrazia secondo la nozione classica ma la Logica Sistemica dell'Economia del Consenso, da valutare come Obiettivo funzionale e come Gestione di un "consenso supposto e non di uno effettivo", fondato su convinzioni comuni dei cittadini che, quando diventano Elettori, rinunciano alle loro convinzioni, limitando le proprie competenze e accettando nuove procedure stabilite dal Partito e/o Movimento.

    Per andare oltre, si deve analizzare l'ormai introvabile fattore TEMPO, dipendente da vari motivi.
    Le odierne SOCIETA' COMPLESSE ci guidano condizionano con mille problemi: scadenze, impegni di pagamento, presenza a varie manifestazioni per avere visibilità, che non sono parte della libera scelta (se mai é esistita) dei singoli ma comportamenti dovuti, che definisco come "dei quasi obblighi". 
    • Fare altre scelte, leggittime o allettanti, é diventato quasi impossibile.
    • Se si vuol creare una SOCIETA' diversa in Sardegna, diventa indispensabile riappropriarsi del Tempo, semplificando tutte le nostre Strutture Sociali....
    POTERE: 2°parte di "Soggetti e Società, Complessità Organizzativa e Sistema. 

    L' INFLAZIONE DEL POTERE La prima parte dell'analisi sul Potere si é soffermata sul FATTORE TEMPO, di cui abbiamo esplicitato le caratteristiche seguenti: Le odierne SOCIETA' COMPLESSE ci guidano/ci condizionano con mille problemi: scadenze, impegni di pagamento, presenza alle più varie manifestazioni per avere visibilità, non fan parte della libera scelta dei singoli ma sono comportamenti dovuti, "dei quasi obblighi". Fare altre scelte, legittime o appartenenti agli interessi dei singoli, é diventato quasi impossibile. Per creare una nuova SOCIETA' SARDA, basata su altri obiettivi, dobbiamo riappropriarci del TEMPO. 

    PER capire come e dove cambiare si deve fare una sintesi sul funzionamento delle ISTITUZIONI POLITICHE. 

     Il periodo che viviamo si può definire "TARDO CAPITALISMO" o principio d'un CAPITALISMO FINANZIARIO che si dipana in maniera autonoma rispetto alle istituzioni Politiche, le sovrasta e le condiziona. 

    Le ISTITUZIONI sono una conseguenza diretta della "complessità funzionale" delle società moderne. 

    I SISTEMI POLITICI, come quelli occidentali che si limitano a garantire la propria stabilità, sono carenti in relazione alla capacità di prevenire certi disturbi potenziali della moderna complessità sociale, perché incapaci d' esprimere una Pianificazione Politica a 360° gradi. 

    BISOGNA ALLORA CHIEDERSI: 
    Che rapporti esistono e quali sono i legami tra "IL PROBLEMA della DEMOCRAZIA" e le "TEORIE" che sovrintendono l'organizzazione di qualunque complessità sistemica del CAPITALISMO FINANZIARIO ? 

    Si può osservare negli STATI MODERNI, quelli detti Stati di Diritto, che il dissenso Politico é sempre attivabile istituzionalmente ma SI SCONTRA: con LIMITI di compatibilità posti dalle regole dello sviluppo capitalistico-finanziario; con il FORMALISMO rappresentativo (che ha perso decisionalità ma non il denaro) che é funzionale allo Status. 

    Il MODELLO così detto "rappresentativo" può (a lungo andare) manifestare dei rischi di evoluzione del Potere e, perciò, bisognerebbe valutare: Il definitivo tramonto del vecchio "Laissez faire" liberista e la separazione tra Società Civile e Stato, in un quadro più generale di "Welfare" quotidiano. L'autonomia e l'indifferenza sociale di apparati tecno-burocratici dello Stato (Equitalia é l'esempio) verso gli interessi singoli e nei confronti dei bisogni socialmente emergenti e delle carenze da lavoro. 

    La manipolabilità della Opinione Pubblica da parte di POTENTI AGENZIE (pubbliche e/o artatamente private) per: 
    (a) - produrre consenso, 
    (b) - garantire la lealtà di massa, 
    (c) - neutralizzare il dissenso. 

     La perdita di efficacia garantista delle Procedure Legali e delle Tutele Giuridiche dei diritti soggettivi, ormai piegate a garantire: non la libertà dei Soggetti di fronte al Potere, ma la Libertà del Potere dalle interferenze del SISTEMA POLITICO dello STATO, che non esprime più la generalità dei cittadini. 

    La tendenziale subordinazione del Sistema dei Partiti (attraverso gli eletti) alla logica di stabilizzazione conservatrice delle BUROCRAZIE AMMINISTRATIVE (basta osservare i loro stipendi per capire la loro importanza di "ultimi decisori") con la progressiva omologazione dei "programmi e delle forme organizzative dei partiti". Infine, la vittoria per K.O del Capitalismo Finanziario (controllore), con la sparizione dell'Istituto Classico di ogni Democrazia : la Divisione del Potere.




    Note:

    Luhmann, Niklas, Sistemi sociali. Fondamenti di una teoria generale.

    Sistemi sociali. Fondamenti di una teoria generale è l'opera di Niklas Luhmann che dalla metà degli scorsi anni Ottanta ha suscitato un intenso dibattito tra sociologi e filosofi politici e del diritto. Rappresenta il contributo forse più denso e originale apparso in Europa in ordine ad una radicale trasformazione della sociologia.Molto opportunamente la casa editrice Il Mulino, che già lo aveva pubblicato nel 1990 con la cura e traduzione di Alberto Febbrajo, che firma anche l'introduzione, lo ha ripubblicato a distanza di 11 anni. Il pensiero di Luhmann, scomparso nel 1998, dopo aver speso una folgorante carriera di studioso dei sistemi sociali e del diritto e aver insegnato Sociologia nell'Università di Bielefeld, ha influenzato i successivi studi di teoria sociale e di filosofia politica proprio per il carattere puro della sua ricerca, vòlta a scoprire i fondamenti e le condizioni di possibilità e pensabilità della scienza sociologica nel XXI secolo.

    Il punto di partenza della teoria luhmaniana è lo stato di crisi della dottrina che, dopo Weber e Parsons, cioè lungo il XX secolo, ha inesorabilmente perso i propri paradigmi o, nella migliore delle ipotesi, li ha convertiti in un pensiero debole o settoriale che risente dell'ecceso di specialismo; d'altra parte, questione importante nell'indagine del concetto di sistema sociale, proprio questa crisi ha aperto in altre discipline, la filosofia politica, la teoria del diritto e la stessa antropologia, un'orizzonte di contaminazione sociologica, convertitasi in alcuni casi in scuola di pensiero – ad esempio le teorie radicali dell'operaismo italiano alla metà degli anni '60, o le teorie politiche "postmoderne" - incentivando la permeabilità e multidisciplinarietà della scienza politica. D'altra parte, come Luhmann afferma nella Prefazione, la sociologia ha dovuto acquisire dalle scienze strutturate e tecnicamente più avanzate, quali matematica e genetica, biologia e informatica, il quadro di riferimento della sua attività, vòlta più all'individuazione di modelli funzionali che a descrizioni fenomenologiche, a indagini strutturali più che a risposte critiche ai problemi posti dalle società complesse, in primo luogo occidentali.
    Il punto di partenza della teoria di Luhmann è condensato nella ricerca di una global theory, una teoria "universale" (pag.59), capace di dar conto non del singolo evento sul piano della composizione articolata di ciò che, anche dopo Parsons, continua a chiamarsi società, bensì dei fondamenti della disciplina. Questi, a partire dalla crisi degli opposti paradigmi ontologico-soggettivistici e critico-analitici, non risultano infatti avere una validità generale. Si tratta dunque di "valicare una soglia" (pag.60), quella improntata alla storia del pensiero, che dall'antichità greca ha mutato almeno tre volte paradigma. Dall'ipotesi tutto/parti, nella descrizione dei raggruppamenti sociali e umani, alle teorie gerarchiche medievali, al concetto di forma che si afferma nel XVII secolo, alla scoperta della differenza tra sistema e ambiente, la teoria sociologica è in effetti riducibile ad una successione di fondamenti, che hanno però lasciato ai margini il dato più evidente e complicato dell'imprevedibilità dei sistemi sociali. Per questo l'importanza dell'opera di Luhmann è stata messa in evidenza anzitutto dai suoi critici, siano essi fautori di una sociologia poststrutturale - per cui l'elemento oscuro e ignoto del legame sociale può sempre essere spiegato in termini di elementi discreti - , o sostenitori della critica sociale di derivazione marxista che, al pari dei filosofi dell'agire comunciativo (Habermas in primo luogo), tendono ad ontologizzare (e soggettivizzare) il concetto di sistema.
    Considerando l'essenziale e innovativo lavoro di Maturana e Varela in biologia, descritto soprattutto in Erkennen: "Die Organisation und Verkörperung von Wirklichkeit" (1982),Principles of biological authonomy, e da entrambi in L'albero della conoscenza (1987), Luhmann giunge invece alla definizione di sistema come entità autoreferenziale, in una ipotesi non dialettica basata sulla differenza tra sistema e ambiente. E di qui giunge al "passaggio, dalla teoria incentrata sul binomio sistema/ambiente alla teoria dei sistemi autoreferenziali" (pag.713). Non è il sistema in sé o l'ambiente in sé a costituire l'orizzonte di svolgimento della teoria, bensì la considerazione dell'insieme differenziale. Il dato che fonda qualsiasi sistema non è quindi la "cosa in sé", l'ente o il soggetto (non esiste un sistema senza un ambiente), bensì la loro relazione, che si riproduce in sottosistemi e ambienti relativi, in un’ incessante attività autoproduttiva. Lo sconvolgimento delle tradizionali categorie sociologiche è il frutto dell'approccio linguistico-funzionalistico, che deve esser considerato come il punto di svolta di ogni indagine sulla complessità delle civiltà e dei sistemi sociali pluridifferenziati.
    La complessità è infatti l' altro fondamento di una teoria non ontologica, pensabile a partire dal carattere differenziale di ogni operazione dei sistemi, essendo essa "informazione che manca al sistema per poter cogliere e descrivere compiutamente il proprio ambiente"(pag.99). E' importante il fatto che l'autopoiesi e in genere le operazioni sistemiche suppongono una desoggettivazione e che tutto si svolge nell'orizzonte di relazioni differenziali: gli elementi dinamici, le società, i loro confini e l'autoriferimento fondante ogni sistema. A differenza delle strutture, i sistemi autogenerano i propri confini ("self generated boundaries", pag.101) e sono indipendenti dall'osservazione altrui. Essi inoltre sono soggetti ad una costituzione multipla e alla compenetrabilità, cioè l'intreccio di relazioni intra ed extrasistemiche che denotano il rapporto con gli ambienti relativi, nonché quello dei singoli individui nella relazione sociale (la cosiddetta interpenetrazione).

    Tra i fondamenti di una teoria sociologica che pone in primo piano l'autoproduzione, il rapporto al tempo svolge una funzione essenziale; esso distingue la teoria luhmanniana dalle precedenti acquisizioni della sociologia, da Durkeim a Weber. Se si vuole aspirare alla costituzione di una teoria universale la dinamicità dei sistemi deve essere ammessa, poiché solo attraverso i concetti di reversibilità e irreversibilità e la scelta per la seconda ipotesi sono comprensibili non solo i mutamenti temporali, ma l'intera prospettiva evolutiva, per lo più assente in un' analisi funzionalistica. Il tema del tempo determina il rapporto tra complessità e selezione, quest'ultima essendo il parametro in base a cui il sistema comunica e riduce ad azione la comunicazione. Ma il tempo è da presupporre anzitutto per il fatto che non può mai esserci corrispondenza tra sistema e ambiente (e anzi la non corrispondenza crea sia il sistema che l'ambiente); dunque anche il tempo è da considerare un differenziale.
    Il tempo può essere "gestito" dai sistemi, secondo alcune metafore produttive (velocità, prudentia) utili a temporalizzare la complessità. Questa opera incessante distingue i sistemi come strutture reversibili dai processi, che sono irreversibili. In questo contesto poi si chiarisce perché l'analisi funzionale (come analisi dei problemi) è la più appropriata a svelare la dinamica sistemica; infatti il metodo funzionale inserisce la prospettiva evolutiva (fatta di discontinuità più che di nessi causali) nella statica di tipo strutturalista e in tal modo l'intero approccio autopoietico al sistema conserva la caratteristica olistica delle precedenti teorie sistemiche, "combinandola però con la capacità di attuare un'elevata specificazione dei problemi...". (pag. 127). Nella loro differenza costitutiva con i sistemi psichici (le cui metafore risultano centrali nella sociologia tra il XVIII e il XX secolo), i sistemi sociali hanno in comune con i primi la coevoluzione, che rappresenta il fattore di senso di entrambi. Infatti il senso è "il prodotto comune dell' evoluzione" (pag.147), ed è la qualità che differenzia il sociale da altri sistemi (meccanici) e strutture.
    Il senso è il fattore che dà luogo alla riduzione della complessità e soprattutto all'autoriferimento, che consente la chiusura dei sistemi (ed è essenziale che Luhmann abbia dimostrato come alla chiusura autopoietica corrisponda un' estesa apertura verso l'"esterno" e che anzi solo sistemi chiusi complessi e autoreferenziali possono "aprirsi"). Infatti solo attraverso una comprensione dell'ambiente e del mondo nelle tre dimensioni materiale, temporale e sociale, è pensabile l'autonomia della dimensione sociale, a partire dalle metafore interno/esterno (materiale), reversibilità/irreversibilità (temporale) ego/alter (sociale). Ulteriore elemento di desoggettivazione, che differenzia Luhmann dalla tradizione metafisica, consiste nell'aver egli individuato uno schematismo e una procedura di ricombinazione, e non leggi di natura, alla base dei processi sociali; come delle generalizzazioni simboliche e non dei segni, alla base dei processi di autocostruzione del senso. Su questo punto di svolta è il caso di insistere, se, successivamente alla concezione luhmaniana e lungi dalla sua indicazione di metodo, consistente in un' integrazione delle varie prospettive teoriche, confliggono da un lato le tendenze a concepire le società e i sistemi politici come entificazioni, in una prospettiva sostanzialistica (siano esse teorie postweberiane, soggettivistiche o dell'agire comunicativo); dall'altro le tendenze analitiche oggettualizzanti e riduzioniste, che declinano la teoria sociale in termini di struttura e funzione.
    In questo senso il superamento dell'ipotesi di Talcott Parsons, che ha comunque costituìto a lungo il riferimento obbligato per l'autore di Potere e complessità sociale avviene reinterpretando il concetto di "doppia contingenza" (pag.205), da cui non può discendere alcuna azione sociale in senso specifico; per Parsons infatti il tipo specifico di agire che si incontra nella società è il frutto di un tacito consenso che crea un orientamento normativo, mentre Luhmann afferma che proprio dalla particolare situazione di una relazione cieca (black box) tra due o più attori sociali proviene l'agire, come dinamica di interrelazione, creazione e distruzione di legame. La critica alla soggettivazione delle categorie di ego e alter come poli della relazione sociale e quella della comunicazione, come situazione oggettiva in cui un mittente e un destinatario risultano personificati, si rivelano produttive al punto da affermare, contro tutte le rassicuranti teorie della società come bisogno di ordine e necessità di controllo, che dalla "cecità", quindi dall' indeterminatezza della situazione nell'incontro tra un ego e un alter e dall' opacità e inaffidabilità reciproca iniziale, si costruisce il sitema sociale, tramite concessioni di libertà. Il contrario del calcolo, dice Luhmann, per cui l'"interesse egoistico nasce solo in un secondo momento" (pag.215).

    I sistemi sono impenetrabili e ciò spinge all'azione. Essi sono creati nell'istabilità.
    "La teoria descrive una realtà che è sospesa nel vuoto, una costruzione che si fonda da sola…Non potendo fondare la stabilità dell'ordine sociale né sulla natura né su norme né su valori validi a priori, la teoria deve individuare nuovi riferimenti…"(pag.227). Questa novità è rintracciata nell'orizzonte comune di ricerca che Luhmann ha condiviso con Habermas nel dualismo comunicazione/azione e nelle rispettive motivazioni come fondamenti dei sistemi sociali. La critica a Weber si lega a quella a Parsons perché se una qualche intenzionalità a priori dell'agire è smentita dalla configurazione stessa del sistema, anche la modalità analitica dell'azione in quanto tale è revocata in dubbio, non essendo essa a creare i sistemi bensì, al contrario, i sistemi a produrre azione. Il passaggio decisivo ad un nuovo paradigma è costituito dal considerare la comunicazione come elaborazione della selezione; in tal caso si avranno tre termini più un quarto, oltremodo necessario, che delinea l'unità dei sistemi: comunicazione, informazione, aspettativa di successo e codifica.
    Si tratta di una teoria riflessiva della comunicazione che, considerata dal punto di vista evolutivo si basa sulla non credibilità delle informazioni. La diffrenza tra comunicazione e informazione non permette di concepire la prima come azione. Inoltre nello sviluppo della comunicazione si possono rintracciare epoche successive, contrassegnate dall'efficacia del linguaggio, dei mezzi di diffusione e dei mezzi di comunicazione. In effetti il tipo di azione specifica dei sistemi sociali proviene dal fatto che per essere osservato un sistema deve preservarsi come sistema d'azione e deve avere al suo interno processi di imputazione delle azioni. Le azioni devono costituire un'autodescrizione del sistema, devono prodursi riconoscimenti interni ed esterni ad esso e tramite l'azione si avvia quell'asimmetria temporale dei rapporti sociali che ne consente l'esistenza; la modalità di creazione dei sistemi è del tipo "order from noise"(pag.287). Diversamente da Habermas dunque la comunicazione non può essere intesa come fenomeno che realizza consenso e integrazione, perché se così fosse: "…minerebbe le sue stesse premesse e riuscirebbe a mantenersi solo riscuotendo un sufficiente numero di insuccessi…"(pag.291).
    La teoria, anche in questo punto, è teoria del differenziale, del dislivello, dell' inadeguatezza. La differenza fondante sitema/ambiente consente l'aumento e insieme la normalizzazione dell'improbabilità su cui i sistemi sociali sono basati. La differenza mette in gioco anche la questione dei confini nel processo di differenziazione tra sottosistemi e relativi ambienti. Nel concreto della formazione dei sistemi e, in coerenza con una teoria non metafisica della società, "i confini territoriali sono un caso particolare di confini di senso"(pag.326), e allo steso modo l'azione collettiva non è una "cosa in sé" ma una possibilità, vagliata nell'evoluzione sociale; in questo senso ogni centro politico è di per sé problematico, per non dire arbitrario, e mette al centro questioni di legittimazione che, nel momento in cui vengono discusse, sono il segno che la conquista di istituzioni formali, di per sé improbalbile, è stata "accettata dai sistemi"(pag.333). Come si può osservare è in questo senso che la teoria viene a confronto con le tendenze più recenti della filosofia politica e del diritto "comunicative", di cui c'è traccia ad esempio nel testo di Habermas Morale, diritto, politica, che riprende alcune tematiche di Luhmann sulla questione del principio normativo e della legitimazione del diritto stesso; esiti e motivi che rimangono centrali soprattutto in questi anni.
    Il sistema di globalizzazione delle esperienze e delle relazioni sociali mette in scena e propone una finzione di legittimità dei comportamenti collettivi, politici ed etici; nonché del diritto, soprattutto internazionale, stabilito dalle sovranità nazionali, calpestato e reso inoperoso dalle forze imperiali e spersonalizzanti. In questo senso il diritto come previsione dei sistemi sociali e i movimenti sociali come eventi autoriflessivi che coniugano teoria e prassi nell'azione, intesi come sistemi immunitari della società, si "conciliano nella figura della disubbidienza civile" (pag.614), ciò che rimane forse uno degli esiti più illuminanti e fecondi del pensiero di Luhmann. Egli infatti considera che proprio nell'opera di destabilizzazione condotta nei conflitti, come nei processi di comunicazione e in genere nelle azioni di rifiuto, considerato in termini sociali, si manifesta un effetto di immunizzazione dei sistemi stessi; essi, come i movimenti sociali (ma con una specificazione diversa su cui è necessario tornare) emanano in tal modo segnali di allarme "distruggendo per un istante la pretesa globale del sistema di essere complessità già ridotta e ordinata"(pag.578). In questo senso il sistema giuridico, considerato nel suo valore comunicativo, più che essere l'elemento ordinatore del sistema sociale è il suo sistema immunitario; funziona come anticipazione di possibili conflitti; esso, diversamente dall'idea giusnaturalista, non è comprensione dell' essenza dell'agire, bensì modalità di trattamento delle informazioni; previene la società alimentando conflitti. E' autonomo nell'uso dello schema lecito/illecito.
    In generale le pratiche conflittuali, di rifiuto sociale, come i processi di comunicazione, in quanto sistemi immunitari non sono sistemi cognitivi (perché bloccano l'autoosservazione) e, nel caso dei movimenti, compiono un'osservazione autoreferenziale. Luhmann illustra l'origine delle forme di conflitto in tre condizioni dei sistemi sociali 1) l'allentamento dei legami interni 2) la specializzazione 3) la cumulazione di effetti di rifiuto. Tale configurazione permette di individuare una storia del mutamento dei conflitti a partire dalle concezioni naturalistiche e individualizzanti per giungere a quella produttiva concezione autopoietica dei movimenti in cui il movimento sociale muove se stesso. I movimenti sono autoreferenzaili e autoriflessivi non separando teoria e prassi. Così diritto e movimenti sociali si conciliano nella pratica della disubbidienza che è questa unità, poiché consiste insieme in un'azione di rifiuto immunizzante e in una nuova produzione di legalità, spostando il suo limite e ridisegnando il suo orizzonte. Anzi, in questi giorni in cui l'attesa di una guerra imperiale e unilaterale che ridisegna violentemente l'ordine mondiale sta mutando la stessa percezione del diritto e della democrazia, si può dire, seguendo Luhmann fino ad un certo punto, che la disubbidienza è la vera legalità e la vera produzione di diritto, in quanto immunizzazione che garantisce, dall'interno del sistema, la sua tenuta; ma che, concepita e praticata fuori dal suo orizzonte liberale, assume il vero potenziale come pratica autoconsapevole di moltitudini in movimento.

    ► Potrebbe interessare anche: