domenica 2 dicembre 2018

Mosca riprende il dialogo, con gli Stati Uniti, non appena Washington è pronta - Lavrov

Mosca riprende il dialogo con gli Stati Uniti non appena Washington è pronta - Lavrov

© Sputnik / Alexey Druzginin / Anton Denisov / Ufficio stampa presidenziale russo
Mosca riprende il dialogo, con gli Stati Uniti, non appena Washington è pronta - Lavrov

Sputnik 
Sa Defenza 


In precedenza, il presidente russo Vladimir Putin ha espresso disappunto per la decisione del Presidente Trump di cancellare il loro incontro programmato al G20 in Argentina, dicendo che i due paesi hanno molto di cui discutere su questioni come la stabilità strategica nucleare alla luce del discorso degli Stati Uniti di ritirarsi dal Trattato  nucleare "Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty".


La Russia è pronta per la normalizzazione del dialogo con gli Stati Uniti non appena i suoi colleghi americani sono pronti a farlo, ha annunciato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.

"Il Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti al presidente John Bolton ha contattato Yuri Ushakov, assistente del presidente russo per questioni di politica estera, e ha confermato che la parte americana vorrebbe riprendere e normalizzare il dialogo", ha detto Lavrov durante un'intervista con la televisione russa.

"Siamo pronti per questo appena i nostri colleghi lo sono ", ha osservato Lavrov.

Alla domanda se avesse incontrato il suo omologo americano Mike Pompeo al G20, che si è concluso sabato a Buenos Aires, Lavrov ha detto di no. "No, naturalmente, non l'ho rincorso, e lui non mi si è avvicinato."

"Ad essere onesti, non so nemmeno se fosse lì o no, perché non ho visto l'intera delegazione degli Stati Uniti", ha aggiunto Lavrov.

Alla domanda sul prossimo incontro tra Putin e Trump, il ministro degli Esteri russo ha detto di non sapere quando si farà, e che non si azzarda, nemmeno, a indovinare alcuna data.

Ha aggiunto che non poteva escludere che l'incidente della scorsa domenica nello Stretto di Kerch, che ha visto la Russia arrestare tre navi della Marina ucraina e due dozzine di marinai dopo aver violato i confini marittimi russi, potrebbe essere stato solo un pretesto per interrompere il previsto incontro tra Putin e Trump.

"Non sono un sostenitore delle teorie del complotto e di tutti i tipi di speculazioni cospirative, ma ultimamente ci sono state troppe coincidenze di casi in cui, alla vigilia di eventi significativi, si verifica una sorta di provocazione,  vengono immediatamente utilizzati per intensificare le sanzioni retoriche ", Ha spiegato Lavrov.

"Giochi pericolosi degli Stati Uniti in Siria"

Commentando l'attuale situazione in Siria, il ministro degli Esteri russo  accusa gli Stati Uniti di provare a giocare la "carta Kurda" a est del fiume Eufrate, e  afferma che questo "gioco" è molto pericoloso.

"Parte delle azioni [degli Stati Uniti] ad est dell'Eufrate e in altre zone della Siria, dove hanno le loro forze speciali e consiglieri, sta giocando  la" carta Kurda ".Questo è un gioco molto pericoloso, data l'urgenza della questione curda in diversi paesi della regione - non solo in Siria, ma anche in Iraq, in Iran e, naturalmente, in Turchia ", ha spiegato Lavrov.

Secondo il ministro degli esteri, sta diventando "ovvio" che le potenze occidentali coinvolte nel conflitto siriano non hanno una strategia alternativa. Ciò è stato evidenziato dal fatto che gli Stati Uniti si sono impegnati a "cercare di formare strutture quasi-statali" nei territori controllati dai curdi, "versando centinaia di milioni di dollari per ricostruire  queste aree in modo che le persone potessero riprendere vite normali e pacifiche, mentre si rifiutano di far ripristinare l'infrastruttura nei territori controllati dal governo siriano ", ha detto Lavrov.


Nessun Meeting Tra Putin e Trump 
Il Presidente Donald Trump ha inaspettatamente cancellato il suo incontro con il Presidente Putin al G20 a Buenos Aires giovedì dopo essere stato informato sull'incidente dello Stretto di Kerch. Trump ha twittato che avrebbe rimandato un incontro ad alto livello con il suo omologo russo fino a quando "la situazione" che circonda le navi e i marinai ucraini detenuti non sia "risolta". Putin ha espresso delusione per la decisione di Trump, affermando che ci sono importanti "questioni di stabilità strategica" da discutere "alla luce dell'annuncio del presidente secondo cui intende far ritirare gli Stati Uniti dal Trattato INF".


Trump ha annunciato l'intenzione di ritirarsi dal trattato sulle forze nucleari di intermedio  intervallo  a ottobre, accusando la Russia di violare le sue disposizioni. Il trattato sul controllo degli armamenti, firmato dagli Stati Uniti e dall'URSS nel 1987, proibiva ai due paesi di sviluppare e mettere in campo missili balistici e da crociera nucleari a terra nell'intervallo 500-5.500 km. La Russia ha negato di aver violato il trattato e ha sottolineato le palesi violazioni del trattato da parte di Washington, incluso lo spiegamento di componenti di scudo di difesa missilistica a duplice uso in Romania e Polonia. Insieme a Mosca, gli alleati europei di Washington hanno espresso preoccupazione per le intenzioni degli Stati Uniti nel voler demolire l'INF.
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sabato 1 dicembre 2018

"Storie di Prima Repubblica"

"Storie di Prima Repubblica"  

Sa Defenza 


Chris Barlati
Chris Barlati è un collaboratore attivo per Sa Defenza che ama scrivere su temi quali Servizi Segreti, interessi finanziari e, più in generale, politica internazionale. Il
multipolarismo è sempre stato il suo principale interesse, ma questa volta ha ben pensato di scrivere un libro inerente la Prima Repubblica.

In un periodo di rifacimenti, nostalgie e definizioni errate della politica, il nostro collaboratore ha tentato di ristabilire i vecchi significati degli schieramenti, nonché

terminologie quali "destra" ,"sinistra";"criminalità" e "sovranità". Incontrando personaggi un tempo detentori dei meccanismi decisionali del nostro Paese, Barlati
ha potuto conoscere, parlare, discutere degli eventi, le strategie ed i segreti che hanno cambiato per sempre le sorti d'Italia. "Storie di Prima Repubblica" è il risultato di un percorso di studi che parte da una semplice tesi di laurea, ma che approda alla rielaborazione dei principali misteri d'Italia, nonché degli omicidi di Falcone e Borsellino, per offrire una verità che ancora oggi deve essere metabolizzata dalla pubblica opinione e che svela l'esistenza di chi si è sempre celato dietro Cosa Nostra, Gladio, Uno Bianca e le privatizzazioni postume al crollo del muro di Berlino. Abbiamo così deciso di intervistare il nostro collaboratore e di porgli alcune domande.


Partiamo Subito con la prima domanda. Mani Pulite fu un'operazione d'oltre oceano?

«Mani Pulite fu una conseguenza del crollo del Muro di Berlino. Le inchieste della
magistratura rappresentano il naturale divenire delle indagini allora in corso che,
non essendo più ostacolate dalle manine atlantiche, manine abituate agli omicidi ed
alle destabilizzazioni, poterono scardinare l'intera struttura dirigente. Mani Pulite
deflagra anche in Giappone, Francia, non solo in Italia e in maniera del tutto simile.
Mani Pulite, in sintesi, è una delegittimazione dei vecchi sistemi politici, protrattasi
a livello internazionale.»

Per quale motivo ciò avviene?

«Perché non ha più senso difendere e sostenere un immenso e dispendioso esercito
anti comunista. Mi riferisco alla Dc, al Psi e all'immunità di cui godeva l'Italia, come
altri paesi, sia nei rapporti con la mafia che per i numerosi finanziamenti illeciti.
Dunque, il ragionamento fu allo stesso tempo economico e politico. Diciamo che la
presenza statunitense, in questo caso, si esplica attraverso il proprio non intervento.
Mi spiego meglio: mentre in passato l'alleato era pronto a coprire eventuali
compromissioni, sia con l'utilizzo di qualche agente spregiudicato, sia con qualche
finanziamento ad personam, da quel momento in poi nessuno più si attivò a difesa dei
vecchi alleati. Anzi, ben accetta fu la scoperta di tutte le tangenti afferenti il Psi o la
Dc. Per eliminare l'oramai inefficiente e corrotta macchina pentapartitica, si pensò di
lasciar fare alla magistratura il suo corso naturale. Socialisti e democristiani inoltre
avevano fin troppo infastidito con la loro politica filo araba inglese e statunitense. Lo
stesso Andreotti con la sua equidistanza si era messo in cattiva luce, irritando le 
intelligence anglosassoni e francesi.»

Quale fu il ruolo di Gladio nella prima Repubblica, nell'omicidio di Falcone e

Borsellino e nei confronti dell'Unione Sovietica?
«Gladio ufficialmente fu un apparato militare di intervento dedito alla prevenzione di
ogni possibile minaccia sovietica. Lo studio di Gladio era principalmente di natura
programmatica e strategica, e solo nel peggiore dei casi d'attuazione di guerra non
convenzionale. Alcuni critici collegano una partecipazione Gladio al rapimento e
omicidio di Aldo Moro, mentre dal mio punto di vista ciò non avrebbe avuto molto
senso nella seconda ipotesi. Vada pure, per assurdo, la validità del rapimento, ma
illogico si configurerebbe l'omicidio, per un aspetto di fondamentale importanza:
Moro era stimato ed amato dai Servizi italiani, da quegli stessi Servizi che
continuarono ad osservare fedelmente il patto con i palestinesi per il trasporto di armi in
territorio italiano in cambio dell'assenza di attentati (il cosiddetto Lodo Moro). Un
omicidio Moro avrebbe generato un guerra interna agli stessi Servizi, a meno che
quest'ultimi non fossero stati ingannati da altri servizi meglio preparati e con
maggiori dotazioni. Ricordiamo che il democristiano Galloni solo recentemente ha
parlato della presenza di truppe israeliane all'interno delle Brigate Rosse. Dunque,
quest'ipotesi si rende leggermente più credibile rispetto all'esclusiva partecipazione di
Gladio, o meglio nell'omicidio dello statista.
Nei riguardi di Falcone e Borsellino non abbiamo molte prove per dubitare di Gladio.
Basandoci su di un collegamento di fatti, e non di opinioni, dobbiamo escludere la
partecipazione diretta dell'organizzazione, poiché sciolta completamente e sotto i
riflettori della pubblica opinione già nel 1990. Potremmo invece ipotizzare arruolamento di alcuni suoi componenti fanatici di estrema destra, la cosiddetta Gladio Nera, nelle fila della Falange armata, poiché vicini per ideologia ad alcuni esponenti della criminalità organizzata e della P2.»

Una Gladio all'nterno di Gladio?

«Gladio, per quanto "Stay Behind", fu pur sempre un apparato militare italiano,
dunque suscettibile anch'essa di sviste e goffaggini all'italiana, nonché di
infiltrazioni e manipolazioni. Non sono rari casi di analogie tra esponenti della
criminalità, figure massoniche ultra atlantiche e militari di apparati segreti.
Ricordiamo che tutti i maggiori attentati di quel periodo vennero rivendicati dalla
Falange Armata, in una non casuale confusione di chiamate fatte da sedi dei servizi
segreti e da voci marcate dai più disparati dialetti ed accenti stranieri. Se poi
volessimo citare Elio Ciolini, terrorista nero che seppe predire le azioni falangiste, o il
pentito Messina Denaro, padre di Matteo Messina Denaro, che per primo parlò di una
commistione tra mafia e massoneria, entriamo in un circuito composto da terroristi
neri, criminalità organizzata e massoneria. Tutte entità che ebbero in comune il
medesimo interesse: divenire decisori della nuova politica italiana.»

Se non sbaglio fu questa l'ossatura della Falange Armata.

«Esatto.»

Quindi, se non direttamente ci fu sempre una partecipazione esterna?

«Assolutamente, sì. Gli esplosivi, le tecniche d'azione militari, il radiocomando nel
citofono della madre di Borsellino, l'elicottero che sorvolò le strade al momento degli
attentati, strane figure viste e riviste in più di un'occasione: se non mercenari,
sicuramente personaggi assoldati da interessi non prettamente nazionali.»

Come è stato possibile che personaggi quali Cossiga od Andreotti non si resero

conto di ciò che stava accadendo?
«Andreotti non venne mai seriamente indagato, al massimo i suoi Pomicino e
Vitalone pagarono le conseguenze della sua condotta. Cossiga, ex amministratore
politico della Gladio, poté parlare in futuro liberamente, e senza remore, dei più
oscuri segreti di Stato. Pensiamo ai premi carriera per gli ottimi impiegati che rifilano
dopo un quasi decoroso licenziamento...
Sicuramente i due democristiani compresero che piega stesse prendendo il divenire
nazionale, ma non poterono opporre significative resistenze, poiché impossibilitati.
Andreotti puntò su Berlusconi e sul tentativo di conservare una radice culturale
politica della Prima Repubblica, così da rallentare il processo di svuotamento e
finanziarizzazione. Cossiga, invece, si ritirò a vita privata, dedicandosi sì alla politica,
ma al racconto degli inconfessabili segreti. Spazi d'azione, concessi, come ho detto,
poiché in fondo i due avevano ubbidito bene ai loro padroni sino all'ultimo momento.
Di una loro partecipazione diretta negli omicidi dei Giudici e nella strategia della
tensione, è difficile dire. Ma di sicuro non si sono opposti al cambiamento. Hanno
cercato solo di mitizzarlo. Come sempre hanno fatto.»

Che ruolo ebbe Di Pietro? Si vocifera di tutto, dall'essere un agente della Cia ad

un agente di Andreotti.
«Vi è un ottimo articolo, scritto dal direttore Andrea Cinquegrani, uomo che stimo
moltissimo e che reputo un'eccellenza del giornalismo italiano, che mette in risalto
tutte le sfaccettature del caso Di Pietro. L'articolo è rintracciabile su internet al nome
di "Di Pietro chi?".
Ho avuto il piacere di guardare Di Pietro negli occhi, di riderci e scherzarci, ed anche
di parlare in dialetto. Di Pietro, posso affermare, è stato implicitamente aiutato da
quel sistema che poi ha deciso di farlo cadere. Il carisma di Di Pietro e la sua volontà
di dirigere una Mani Pulite Internazionale è stata, indirettamente, l'incarnazione delle
stesse forze che hanno poi benedetto il governo Berlusconi per poi successivamente
delegittimare Mani Pulite e l'operato del PM Di Pietro, in sintesi, è stato una pedina
poco consapevole, come tutti in quel momento, delle reali direzioni che stava
assumendo la politica italiana. Il futuro leader dell'Italia dei Valori venne invitato
anche negli U.S.A. e sarebbe interessante conoscere per filo e per segno i contenuti di
quelle conversazioni, ma noi curiosi sappiamo per certo che non furono altro che
tentativi di carpire le intenzioni del magistrato, nonché la profondità raggiunta dalle
inchieste di Mani Pulite. Una volta stabilizzatosi il sistema, iniziano gli attacchi della
magistratura al pool di Milano. Non solo nei confronti di Di Pietro, ma di Gherardo
Colombo e di tutti i suoi componenti.
Per le ipotesi di Cia, Fbi o agente di Andreotti, tutto è possibile. Specialmente nella
prima Repubblica. Ma su questo non posso affermare niente, poiché non ho studiato
nello specifico il caso. Tuttavia consiglio la lettura di "L'odore dei soldi" di Elio
Veltri, autore a cui ho dedicato in primis la tesi di laurea e poi questo libro.»

Nel tuo libro poni l'accento su di un'ipotetica trattativa tra mafia e quella che tu

definisci "corrente De Benedetti". Pensi sia tutt'ora valida?
«Autori come Travaglio lasciano intendere che i politici della sinistra democristiana
abbiano trattato con la mafia servendosi di esponenti dell'arma dei Carabinieri.
Dovremmo avere il coraggio di definire ciò che è empirico, ovvero che la sinistra Dc
aspirava da sempre alla guida del paese, anche in virtù di una sua posizione di
apertura a sinistra. E sembra inoltre strano che De Mita, capo corrente della sinistra
Dc, non avesse conoscenza delle azioni dei suoi sottoposti. Come ha potuto uno come
De Mita non conoscere i polli del suo recinto?
Non solo la sinistra Dc, ma anche la sinistra ebbe un ruolo non trascurabile. Vengono
fatti nomi quali quelli di Violante e De Gennaro, rispettivamente politico ed
esponente del mondo di polizia. Le accuse mosse verso quest'ultimi sono di
faciloneria, incompetenza ed omertà. Come verrà espresso nel libro,  l'isolamento di
Borsellino da parte della sinistra culminerà non con la sua morte, ma con le bombe di
San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano, secondo alcuni messaggi rivolti a
Giorgio Napolitano e Giovanni Spadolini. Cose strane, certo, non prove, ma
collegamenti di fatti, non complotti. Bisognerebbe guardare a sinistra e non solo alla
Dc per la trattativa Stato-Mafia, poiché se una delle due fazioni politiche avesse
avuto intenzione di salvare la vita dei giudici, l'avrebbe fatto. In passato sono stati
sventati colpi di stato grazie al Pci, alzando solo una cornetta telefonica. Figuriamoci
salvare la vita di un giudice quando questi già è stato oggetto di minacce.»

Ultima domanda. Perché le dediche a Veltri e Giannuli?

«Originariamente, Storie di prima Repubblica nasce come un lavoro di tesi di laurea.
L'idea me la diede Aldo Giannuli, che volli incontrare per ricevere consiglio.
Naturalmente io ho stravolto il progetto originario, mettendoci del mio. E devo dire
che il risultato finale non è stato affatto male. Non potevo non affrontare il tema
stragi di stato poiché tuttora ritengo sia strettamente connesso al passaggio Prima-
Seconda Repubblica. E spero che se un giorno il proff. Giannuli leggerà il mio libro,
non la prenderà a male.
Per quanto riguarda la dedica ad Elio Veltri, mi sono ispirato molto a lui. Il suo modo
di raccontare la storia è simile, per aspetti, a quello di Montanelli. Indro Montanelli,
nella sua storia d'Italia, critica, giudica ed analizza spietatamente personaggi, luoghi e
circostanze. Veltri le chiarifica e le spoglia delle sofisticazioni. Grazie a Veltri ho
scoperto un nuovo modo di leggere la storia e di definire la politica passata e
corrente. Non a caso mi definisco un "socialista Veltriano".
Per la "simpatia" delle interviste ho pensato che non bastasse riadattare i contenuti e
stilare le necessarie definizioni, già presenti in forme diverse, e con diverse
argomentazioni, negli innumerevoli libri degli autori della vecchia classe dirigente.
Storie di prima Repubblica è un libro per i ragazzi che vogliono conoscere il vero
significato dei concetti della politica. E'  un libro pensato per chiarire e per spiegare,
non per romanzare. Quello lo lasciamo fare ai politici della Seconda Repubblica. Per
quelli come me conta sì il politichese, ma la fede nei confronti della verità, del
proprio Paese e della memoria storica che andrebbe preservata ad ogni costo.»

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venerdì 30 novembre 2018

Riguardo Alla Tensione Tra Russia e Ucraina, L'ammiraglio Britannico Consiglia Missione Con Cacciatorpediniere ...

Riguardo Alla Tensione Tra Russia e Ucraina, L'ammiraglio Britannico Consiglia Missione Con Cacciatorpediniere ...

Sa Defenza 



LONDRA, Regno Unito - Emergono  commenti dell'ammiraglio britannico sul contesto delle crescenti tensioni tra Russia e Ucraina dopo che tre navi hanno attraversato illegalmente il confine russo.

Parlando con il Daily Star Online, l'Ammiraglio Lord Alan West ha detto che l'invio di una nave di sorveglianza della Royal Navy britannica in Ucraina come contrappeso alla Russia non sarebbe un'idea intelligente, suggerendo l'invio di un cacciatorpediniere Tipo 45.

"Se stiamo inviando una nave in un'area che potrebbe divenire un conflitto, sarebbe sensato inviare una nave che possa badare a se stessa e che possa combattere", ha detto l'Ammiraglio.

Ha anche avvertito che le azioni della NATO potrebbero alimentare le tensioni nella regione in seguito all'incidente nello stretto di Kerch.

"Bisogna meditare molto attentamente a schierare forze militari vicino alla Russia. Se inviamo un'enorme forza NATO in prossimità dei confini russi sarà vista come una misura aggressiva - ma potremmo avere un numero limitato di navi che si occupano di gestire la libertà di navigazione ", ha detto l'ammiraglio, senza rendersi conto dell'ironia che anche questo sarebbe visto allo stesso modo , aggressivo.

La realtà è che alla NATO manca la coesione e la volontà di unirsi attorno a questa missione, coinvolgendo allo stesso tempo elementi della flotta dei suoi Stati membri nel Mediterraneo orientale che circondano il conflitto siriano. La NATO non è ufficialmente coinvolta nel conflitto siriano, mentre diversi Stati membri come Inghilterra e Francia gli Stati Uniti e Israele stanno assistendo  .

La scorsa settimana, il segretario alla Difesa britannico Gavin Williamson ha annunciato che Londra avrebbe inviato più truppe e una nave della Royal Navy in Ucraina per difendere la "libertà di navigazione".

"Finché l'Ucraina affronterà le ostilità russe, troverà un partner risoluto nel Regno Unito", ha riferito alla sua controparte ucraina.

In risposta all'incidente, l'ufficio del primo ministro britannico Theresa May ha rilasciato una dichiarazione in cui condanna l'atto di aggressione della Russia.

"Condanniamo l'aggressione della Russia nel sequestro di tre navi ucraine e del loro equipaggio. Questo incidente fornisce ulteriori prove del comportamento destabilizzante della Russia nella regione e della sua continua violazione dell'integrità territoriale ucraina ", si legge nella nota.

Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l'incidente nello stretto di provocazione di Kerch, osservando che tra i membri degli equipaggi delle navi ucraine che hanno violato il confine russo c'erano due agenti dei servizi segreti ucraini che di fatto hanno guidato questa operazione speciale.

Domenica, tre navi della Marina ucraina, in violazione degli articoli 19 e 21 della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, hanno attraversato il confine marittimo russo.

Le navi entrarono nella zona d'acqua che è stata  temporaneamente chiusa e hanno portato a termine manovre pericolose per diverse ore senza rispondere alle richieste delle navi russe che accompagnavano le navi ucraine.

Di conseguenza alla mancata risposta e continua provocazione, è stata presa la decisione di utilizzare le armi e arrestare le navi ucraine. Durante l'incidente, tre ufficiali militari ucraini sono stati leggermente feriti ma non corrono pericolo di vita. La Russia ha aperto una istruttoria penale contro i  militari ucraini per aver violato il confine.




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giovedì 29 novembre 2018

Dove Cercare Asilo Nell'eventualità Di Una Terza Guerra Mondiale? Ecco Una Lista Dei Paesi Più Sicuri

Dove Cercare Asilo Nell'eventualità Di Una Terza Guerra Mondiale? Ecco Una Lista Dei Paesi Più Sicuri

 Sa Defenza 


Di recente un'organizzazione internazionale ha preparato un elenco di paesi, in cui le persone godrebbero di maggiore sicurezza e protezione. Ed è in questi luoghi che sarebbe meglio essere nel caso di un conflitto militare mondiale.

Esperti di International SOS e Control Risks -  leader mondiali nei servizi di sicurezza medica e internazionali - hanno pubblicato una mappa sui rischi di viaggio per l'anno 2019, che copre l'intero globo, e mostra anche i paesi più sicuri al mondo.




La mappa del mondo, che stabilisce vari livelli di rischio contrassegnati dal colore, ha diversi fattori, come la qualità delle cure mediche, il livello di criminalità, il grado di minaccia terroristica e gli standard di sicurezza del traffico.

Secondo il portale britannico Express, uno dei migliori paesi per chiedere asilo in caso di terza guerra mondiale è il piccolo stato del Liechtenstein, principalmente a causa della sua posizione tra l'Austria e la Svizzera, che sono anche considerati paesi sicuri.

In termini di sicurezza, il Liechtenstein è il paese con bassi livelli di criminalità e un alto numero di agenti di polizia, ha detto il portale.

Un'altra destinazione sicura è la Groenlandia, una delle isole più grandi del mondo, politicamente costituita come regione autonoma appartenente al Regno di Danimarca (anch'essa molto apprezzata come stato sicuro). Nel caso della Groenlandia, l'alto livello di sicurezza in questa regione risiede nella sua lontananza dai luoghi a rischio di conflitto.

Inoltre, l'elenco include l'Islanda, spesso considerata un paese neutrale, in cui il livello di criminalità è uno dei più bassi del mondo. Tuttavia, questo paese è tra i più costosi insieme al Lussemburgo.

Altri paesi menzionati in cui il rischio per la sicurezza è molto piccolo sono il Lussemburgo, la Norvegia e la Finlandia.

Nel frattempo, il Medio Oriente (in particolare la Siria, l'Iraq, lo Yemen e l'Afghanistan) e alcuni paesi africani (come Libia, Mali, Somalia, Sudan) sono considerati regioni molto pericolose.



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ELON MUSK: "E' MOLTO PROBABILE CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE DISTRUGGA L'UMANITA'..."


ELON MUSK: "E' MOLTO PROBABILE CHE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE DISTRUGGA L'UMANITA'..."


Ivan
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SA DEFENZA 

Nonostante il fatto che in molti accolgano l'intelligenza artificiale (IA) come il prossimo passo per la nostra civiltà, ci sono molti esperti in materia che hanno emesso un forte allarme sulla IA.

Elon Musk, fondatore delle due aziende  Tesla e SpaceX sostiene che l'Intelligenza Artificiale è molto probabile che sia una minaccia per le persone.

L'uomo che dirige le aziende SpaceX e Tesla volevano che una manciata di grandi aziende finissero per controllare i sistemi di IA con un livello di potenza "estremo".

Questo, secondo Musk, non è una buona idea e può risultare estremamente pericoloso per la nostra civiltà.

"Forse c'è una probabilità del 5-10% di successo [di rendere l'intelligenza artificiale sicura]", ha detto al personale di Neuralink dopo aver mostrato loro un documentario sull'intelligenza artificiale, riferisce la rivista Rolling Stone .

Mr. Musk avverte che dobbiamo procedere con attenzione quando si tratta di AI, e abbiamo chiesto alle compagnie che sviluppano sistemi di IA di rallentare al fine di garantire che non creino involontariamente qualcosa di estremamente pericoloso per gli umani.

"Tra Facebook, Google e Amazon - e probabilmente Apple- , sembrano preoccuparsi della privacy , ma hanno più informazioni su di te di quanto tu stesso possa ricordare", ha detto a Rolling Stone.
"C'è  rischio molto alto nella concentrazione del potere. Quindi, se l'AGI [intelligenza artificiale in generale] rappresenta un livello estremo di potere, non dovrebbe essere controllato da poche persone su Google senza essere sorvegliata, non vi pare? "

E probabilmente Musk ha ragione, sai, non possiamo lasciare una tecnologia potenzialmente pericolosa per la civiltà nelle mani di poche aziende, giusto? Questo è il motivo per cui Mr. Musk crede che dovremmo regolare proattivamente lo sviluppo dell'IA.

 L'ultima volta che Mr. Musk ha parlato delle minacce che rappresenta l'intelligenza Artificiale ha detto:   "Ho un'esposizione all'IA più all'avanguardia e penso che le persone dovrebbero essere veramente preoccupate. Continuo a suonare il campanello d'allarme ma fino a quando la gente non vedrà i robot andare in strada a uccidere la gente, non sapranno come reagire perché ora sembra etereo ".

Il presidente della Russia, Vladimir Putin condivide, in parte, la sua opinione, ma allo stesso tempo la vede come una "opportunità colossale".

In una dichiarazione agli studenti, il leader russo ha affermato che qualsiasi paese che conduce la ricerca sull'intelligenza artificiale dominerà il pianeta.

L'IA è un grande potenziale sia nel bene che nel male

Putin non può renderlo più chiaro e assicura che "l'intelligenza artificiale è il futuro, non solo per la Russia ma per tutta l'umanità".

Voleva anche avvertire dei possibili pericoli che, come sappiamo, sono difficili da prevedere:

L'intelligenza artificiale offre opportunità colossali, ma anche minacce difficili da prevedere.

Questa tecnologia aiuterà a progredire nella ricerca medica e in tutti i tipi di industria, ma il vero timore è che possa essere anche la chiave, in termini, di una possibile futura guerra, ha avvertito Putin.

Subito dopo le dichiarazioni di Putin, Elon Musk ha usato il suo account Twitter per chiarire che è molto preoccupato, assicura che la forte competizione per la superiorità di IA porterà verso la terza guerra mondiale.



China, Russia, soon all countries w strong computer science. Competition for AI superiority at national level most likely cause of WW3 imo.

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May be initiated not by the country leaders, but one of the AI's, if it decides that a prepemptive strike is most probable path to victory

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