giovedì 10 ottobre 2013

Teatro Zona franca: nuova formulazione o invenzione dell'acqua già bollita?

Teatro Zona franca: nuova formulazione o invenzione dell'acqua già bollita?


L'Ufficio stampa del Presidente Cappellacci ha diramato la seguente notizia e la setta  zonafranchista esulta per la "nuova formulazione" 
"La Giunta Regionale presenterà un proprio emendamento di modifica all'articolo 12 dello Statuto, prevedendo l'estensione della Zona franca a tutto il territorio regionale. E' quanto comunicano il presidente della Regione, Ugo Cappellacci e l'assessore della Programmazione Alessandra Zedda in merito alla Zona Franca integrale. La nuova formulazione, concordata con i rappresentanti dei Comitati per la Zona Franca della Sardegna, Maria Rosaria Randaccio, Francesco Scifo e Andrea Impera, prevede che: "Il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori dalla linea doganale e costituisce zona franca interclusa dal mare territoriale circostante". 

Tanta creatività è stata concentrata in poche e chiare parole una nuova formulazionefrutto della spremitura di meningi del Presidente Cappellacci  assieme agli onnipresenti santoni-embedded, chissà dopo quante dotte e lunghe discussioni . 
Sono contento di questa che non è una novità ma è una doppia novità, anzi una tripla novità come i tripli salti mortali che fanno gli acrobati ed i giocolieri nei circhi per farsi applaudire da un pubblico affezionato ed in attesa però di una accidentale caduta che ecciti gli istinti oscuri dei sans coulottes e delle tricoteuses che affollano i movimenti millenaristi, populisti e imbroglioni che a volte nascono per sostenere anche buone cause ma che possono finire anche in tragedia ma più spesso in commedia e in buffonate da strada.

La caduta anche in questo episodio di bassa macelleria in zona franca è facile da prevedere quando le folle festanti si accorgono, perchè non si quaglia mai e qualcuno glielo dice, che il concetto " Il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori della linea doganale e costituisce zona franca" è presente come fulcro della proposta sardista di Zona franca integrale codificata poi nella  proposta di legge di iniziativa regionale , approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 22 luglio 1988 su iniziativa della Giunta guidata dal sardista Mario Melis.

Allora vuol dire che la proposta Cappellacci, Seddda, santoni misti, non è affatto una novità bensì un plagio di un concetto notissimo e del quale si conoscono i creatori e comunque è da valutare positivamente perchè forse questi neozonafranchisti fantasy stanno rinsavendo.

Anche la trovata di presentare un emendamento alla proposta di legge esitata recentemente dalla Commissione competente  nel Consiglio regionale per modificare l'Art.12 dello Statuto vigente non è una novità perche anche nella proposta di legge Melis di ben 25 anni or sono si proponeva di porre la "Sardegna fuori della linea doganale dello Stato" modificando l'art.12 dello Statuto.

Non si può chiedere di conoscere un po' di storia e fatti così lontani a chi pensa che l'idea di zona franca sia nata con loro, ma stupisce che non si conoscano fatti recentissimi come la proposta di legge sardista n. 22 primo firmatario   SANNA Giacomo - DESSÌ - PLANETTA - SOLINAS Christian e l'On Artizzu Presidente della Commissione presentata il 14 maggio 2013. 
Anche in questa proposta, seguendo la tradizione sardista nel modificare l'art.12 dello Statuto ( di nuovo? ) si scrive :

"Nel quadro di una organizzazione politico-economica tendente a promuovere lo sviluppo autopropulsivo dell'Isola e la compensare le diseconomie geografiche dovute all'insularità ed alla grande distanza dal continente, secondo il principio di continuità geografica, coesione sociale e autogoverno dell'economia, con il concorso dell'Unione europea e dello Stato, il territorio della Regione autonoma della Sardegna è posto fuori della linea doganale dello Stato e costituisce zona franca."

Sulle prime e con una certa virulenza e certamente senza averla letta o pur leggendola non avendo gli strumenti per capirla gli shamani neozonafranchisti inviarono messaggi virulenti e di condanna ai propri adepti generalmente molto entusiasti, mobilitanti, disinteressati ma molto ignoranti, non per offendere ma perchè ben più dei loro sacerdoti di fede neozonafranchista ignoravano, come purtroppo temo che ignorino, l'ABC della storia della zona franca sarda, sostenendo che la proposta sardista e l'iniziativa del Consiglio fosse non solo di nocumento alla lotta per la zona franca ma un tentativo di bieco sabotaggio delle loro molto ispirate lotte.

Bisogna dire che inascoltato scrissi che giudicando positiva la proposta della Commissione, questa  pur accettando lo spirito della proposta sardista e permettendo la creazione di una zona franca sarda integrale, conteneva delle criticabili omissioni perchè rinunciava alla descrizione puntuale della zona franca presente nella proposta sardista, espungendo fra l'altro l'Agenzia delle entrate e la Tesoreria sarda,  limitando la potesta della Sardegna alle entrate di competenza sarde e derivate ma escludendo le percentuali destinate allo Stato dallo Statuto vigente. In più pur crendo la zona franca , questa parola scompariva con lo scomparire di "saranno creati punti franchi" dallo Statuto così riformato e questo non era in alcun modo accettabile e poteva costituire un trappolone.
Consigliai quindi ai sardisti di preparare degli emendamenti da presentare in aula, quando la proposta vi fosse andata per la discussione e votazione,  per riproporre appunto le loro posizioni caratteristiche pur accettando la sintesi della Commissione perchè l'unanimità era stata un successo e sarebbe stato un bene prezioso anche con la legge votata unanimamente ed inviata al Parlamento come volontà del Parlamento dei sardi. CioèSardegna fuori dalla linea doganale, Agenzia delle entrate e Tesoreria sarda.

Poi gli sciamani, ormai in palese gara fra di loro ci ripensarono, invece di sollecitare Cappellacci a delimitare le 6 zone franche secondo il Dpcm 75/98 cambiarono obiettivo concentrandosi sul Consiglio regionale. Furbi vero? Incontrarono la Commissione e richiesero guarda caso cambiamenti già contenuti nella proposta sardista. Poi inviarono una lettera minacciosa nei toni ed ultimativa alla Commissione chiedendo, guarda guarda di emendare la proposta che la Commissione, mi pare all'unanimità aveva distillato dalla proposta sardista, ma a causa  dai cetrioli e carote  allucinogene che forse mangiano in insalata e che in genere sulla zona franca fa vedere loro lucciole per lanterne, chiesero sì di inserire un emendamento ma riproponendo pedissequamente il testo dello Statuto Valdostano e con la potesta per lo Stato di realizzare la zona franca con proprie leggi romane, alla faccia dell'autodecisione. 
Cioè con lo scopiazzato schema che non ha permesso dal 1948 alla Val d'Aosta di avere la loro zona franca. 
In più per pasticciare ancora meglio e dimostrare la totale incomprensione di che cosa possa essere una zona franca sarda e pensata per la Sardegna reale, in coda al pensierino era posta la specificazione che la zona franca fuori dalla linea doganale dovesse essere come Livigno e Campione, cioè una zona franca come la festa di Santa Rega o del Rimedio o di San Mauro che io rispetto e venero, mentre detesto che qualcuno pensi di aumentare la dipendenza coloniale della Sardegna puntando a fare ancora più buchi nella pentola bucata sarda ben illustrata dall'economista Paolo Savona.

Il neo consigliere regionale  Arbau ha pensato bene di presentare un suo emendamento che ricalca quello dei movimentisti consumisti sciamanici compreso il richiamo a Livigno e Campione d'Italia dimostrando che nulla sa della zona franca sarda e che ha solo strizzato maldestramente gli occhi ad un movimento populista per ingraziarselo elettoralmente.

Questo emendamento è divenuto carta straccia e scavalcato dalla proposta di emendamento Cappellacci e più.

Devo ammettere che però Cappellacci e l'Assessora alla programmazione hanno sì plagiato la tesi sardista ma a fin di bene e almeno sono riusciti a togliere quel ciarpame aggiunto dai giocolieri ed illusionisti neozonafranchisti su Livigno e Campione che fa ridere tutta l'Europa.
L'importante è che non continuino a chiedere che l'extraterritorialità venga inserita nel nuovo Codice doganale comunitario confondendo la extraterritorialità della zona franca sarda che deve essere de iure, cioè per finzione di legge come tutte le vere zone franche europee e non de facto come appunto sono Livigno o la Groenlandia, cosa anche questa che fa morire dal ridere mezza Europa e squalifica ogni richiesta di zona franca in tal senso.

Concludendo, sono felice che finalmente ci sia una convergenza con ciò che penso da oltre 30 anni e che sostengo anche adesso e cioè che la Sardegna debba essere posta fuori dalla linea doganale dello stato e quindi zona franca integrale fiscale e doganale. 

Per farmi un'ultima risata agrodolce mi sembra assolutamente lapalissiano che la zona franca sarda estesa a tutta l'isola abbia come perimetrazione il mare e quindi ridicolo inserire questa precisazione nell'emendamento. Mi stupisco che non abbiano chiesto anche il cielo  come perimetrazione perchè anche il cielo isolano è un confine. 
Facciamoci una risata per non piangere e nel frattempo dato che la modifica statutaria è cosa giusta e lunga da ottenere e quindi rappresenta la gallina domani alla quale abbiamo diritto, attendiamo la gallina oggi che sono ancora le perimetrazioni delle sei zone franche sarde della 75/98 che la Giunta avrebbe deliberato il 1 ottobre dopo aver solennemente dichiarato con pagine acquistate sui quotidiani sardi che sarebbero state rese pubbliche il 30 settembre e che sono ancora fantasma.

Per ultimo un suggerimento al Presidente: se il Consiglio regionale, anche per questa positiva convergenza di idee riuscisse ad approvare in tempi brevi la proposta di legge sulla zona franca, sarebbe una buona cosa fare una battaglia perché questa legge venisse inserita nella prossima Legge di Stabilità che il Governo proporrà al Parlamento e che si potrà approvare entro dicembre. Avremo così la zona franca integrale in pochi mesi....





martedì 8 ottobre 2013

Fukushima: Giappone chiede aiuto alla comunità mondiale

Come al solito , quando si parla di nucleare le aziende coinvolte in questo campo sfuggono alle loro responsabilità , e vogliono sottacere la gravità del problema, imponendo un blackout informativo nella speranza che non ci si accorga della gravità e pericolosità del settore nucleare in modo che non si bandisca una volta per tutte questa tecnologia mortifera. La cronologia degli eventi che si stanno succedendo a Fukushima a ritmo frenetico è preoccupante, perché la Tepco non sa come uscirne.

Sa Defenza


Fukushima: Giappone chiede  aiuto alla comunità mondiale


Il primo ministro giapponese Shinzo Abe chiede ora che la comunità mondiale aiuto: il suo governo e la società di gestione Tepco sono irrimediabilmente sopraffatti con la situazione a Fukushima.  (Foto: Reuters)

Il primo ministro giapponese Shinzo Abe chiede ora che la comunità mondiale aiuto: il suo governo e la società di gestione Tepco sono irrimediabilmente sopraffatti con la situazione a Fukushima. (Foto: Reuters)













In Giappone,  sta aumentando il nervosismo del governo per la situazione a Fukushima.
Due anni e mezzo dopo il disastro il problema non  è risolto.
Al contrario: Ogni giorno messaggi  che sono motivo di preoccupazione.
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha chiesto in una conferenza di scienziati a Kyoto  aiuto alla comunità internazionale per evitare una catastrofe nella centrale nucleare di Fukushima. Abe ha detto : "Siamo pronti ed aperti ai consigli che vengono da fuori, la conoscenza esistente è necessaria per consentire la soluzione del problema e metterlo sotto controllo." Abe parlando ad un simposio con  scienziati dei settori dell'ambiente e dell'energia ha detto: " Il mio paese ha bisogno della vostra conoscenza e competenza ".
Così, per la prima volta Abe ha ammesso che la sua precedente strategia ha fallito: il Giappone ha detto deve avere la situazione di Fukushima sotto controllo. Non ci sarebbe alcun rischio per la salute. I Giochi Olimpici di Tokyo potrebbero essere effettuato senza alcuna preoccupazione.
Abe dunque :
"C'è stata un po 'di preoccupazione per la fuoriuscita di acqua contaminata da Fukushima, ma il governo avrà un ruolo di primo piano nel contribuire a trovare una soluzione efficace a questo problema. Noi facciamo del nostro meglio, siamo determinati a che nel 2020,  in sette anni, il problema sia risolto definitamente ".
Il drammatico appello Abe viene dopo un altro incidente  Venerdì, dove ancora una volta una perdita è stata scoperta in un contenitore con liquido irradiato radioattivo. Abe aveva visitato Fukushima il 27 Settembre scorso. Egli ha detto ai tecnici di Tepco che il futuro del Giappone è nelle loro mani - ma è stato un annuncio mass-mediatico di un evento che è stato dipinto come  gestibile. Abe aveva anche incluso una dispersione precedentemente verificata nel serbatoio. A quanto pare, il premier ha ormai acquisito l'impressione che la società-operatrice Tepco non è in grado di garantire l'impianto distrutto in modo che un altro disastro possa essere prevenuto.
L'Ingegnere nucleare Arnie Gundersen ha criticato in un'intervista  la Tepco , per lui, è responsabile del danno e lo deve ripagare e risolvere. Gundersen: " la Tepco è una società operativa.Ha la capacità di far funzionare le centrali nucleari, ma non ha ingegneri in grado di risolvere tale problema. Abe ha mentito al pubblico. "
Il primo ministro giapponese durante la sua recente visita alla centrale nucleare di Fukushima.  (Foto: Reuters)
Il primo ministro giapponese durante la sua recente visita alla centrale nucleare di Fukushima. (Foto: Reuters)

In Giappone, la critica della Tepco è sempre più forte. L'ingegnere Tetsuro Tsutsui ha detto alla Associated Press che le misure precedenti erano del tutto inadeguate: era "inconcepibile"  riempire il serbatoio con le barre di combustibile. La Tepco aveva precedentemente segnalato come la misura più importante da farsi. Ma senza fondazioni questo era completamente inefficace. Tsutsui: ". Devo dire, questi non sono incidenti che accadono, lì  ci deve essere un problema sistemico , come  cose che prendono un attacco. "
L'agenzia nucleare giapponese è inorridita. Uno scienziato da parte dell'autorità ha detto: "Ai dipendenti  Tepco sembra mancare  la conoscenza di base sulle radioattività.  C'è bisogno di avere aiuto dall'estero. "
Uno dei motivi per cui Fukushima si sta dirigendo verso un disastro, è l'enorme costo finanziario che è necessario per proteggere il reattore . Gundersen dice che la Tepco non ha nel suo bilancio la somma necessaria per eseguire la riparazione: "Il premier Abe nasconde al suo popolo, quello che costerebbe bonificare Fukushima: 500 miliardi dollari è il costo , ma il Giappone non ha il denaro, proprio come la Tepco. " (vedi video a fine articolo)
Il problema dei 1300 elementi di combustibile parzialmente danneggiati potrebbe diventare un disastro globale. Un'esplosione come quella di Hiroshima bomba atomica sarebbe in confronto un'ombra,  la conseguenza di un piccolo errore nel funzionamento ( più qui ). 

Tepco vuole aumentare l'estrazione degli elementi di combustibile nei prossimi due mesi dal contenitore per portarli altrove. Gli scienziati vogliono  la tedesca Öko-Institut ( qui ).
Il problema: Questo è  un'operazione molto complessa . Essa deve essere controllata dai computer, per evitare che il carburante entri in contatto tra loro. Tepco invece  vuole eseguire l'azione manualmente.
E 'incredibile come  gli operatori e il governo siano dei dilettanti in questo affare, data la dimensione del disastro con la situazione a Fukushima. Un portavoce del governo ha detto che le misure non erano sufficienti a tappare le falle, però, certificata Tepco ma che la società avevano trovato l'errore questa volta prima che l'ultima volta.
Tuttavia, il governo giapponese è sempre più incerto se TEPCO è davvero in grado di risolvere il problema Fukushima.  Pertanto,  le valutazioni riportate dal Japan time , sulla Tepco dividono.

Il  piano di salvataggio è la parte che preoccupa,  l'eliminazione del danno sarà coperto dai contribuenti giapponesi.
Conclusione: L'autorità di vigilanza deve certificare i soccorritori che non hanno le conoscenze di base sulla radioattività.
Il tempo stringe.
Per due anni è stato calcolato  che per la soluzione della causa del disastro le strutture e idee usate sono state rudimentali.

Il denaro è mancante.
La cosa peggiore che può capitare a Tepco, è che la società sia alleviata dall'onere della  crisi - e i  contribuenti giapponesi non solo  subiscono le conseguenze del mostro nucleare, ma devono  sostenere anche i costi del disastro.
Il governo giapponese ha recentemente consultato esperti provenienti da Francia, Gran Bretagna e Russia per discutere con Tepco le misure di salvataggio.
Ma l'internazionale industria nucleare ha poco interesse a essere troppo coinvolta negli eventi di Fukushima. Il medico e autore Helen Caldicott ha detto in un'intervista che le società che gestiscono le centrali nucleari, vogliono evitare che la misura massima di un incidente in una centrale nucleare sia nota, perché questa sarebbe una grossa minaccia per l'industria nucleare nazionale.
Il premier giapponese Abe non ha commentato in particolare di Domenica sulla situazione degenerata a Fukushima. Il suo governo è stato criticato perché avevano procrastinato finora  l'aiuto di esperti stranieri. Tale scopo  per la soluzione e suggerimenti di come affrontare le masse di acqua contaminata è stato pubblicato solo in Giappone.
Solo dopo le proteste è stat fatta una versione inglese.
Lei arriva in ritardo.
Speriamo che non sia troppo tardi.

lunedì 7 ottobre 2013

TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO USA-UE OSSIA AVANZAMENTO DELLA NUOVA FRONTIERA AMERICANA E CADUTA D'IDENTITA' DELL'EUROPA

TRATTATO DI LIBERO SCAMBIO USA-UE 

OSSIA AVANZAMENTO DELLA NUOVA 

FRONTIERA AMERICANA

E CADUTA D'IDENTITA' DELL'EUROPA

Antonello Boassa



l'obiettivo esterno

Come il trattato sia innanzitutto un accordo di guerra contro le nazioni non ancora americanizzate si evince da un capoverso del documento di Confindustria " UE ed USA si riconoscono rilevanza strategica non solo vicendevolmente , ma anche impegnandosi a contrastare il protezionismo a livello globale , agendo di comune accordo per combattere comportamenti anti-concorrenziali , sussidi statali , sostegni alle aziende di stato , restrizioni all'export di materie prime ...sostegno discriminatorio ad imprese nazionali...



"Si rende necessario perciò rafforzare " le norme multilaterali ed internazionale sui diritti di proprietà intellettuale , sul lavoro e sull'ambiente "

In poche righe , che purtroppo a tanta sinistra nostrana potranno apparire innocenti o addirittura ovvie , vengono indicati gli obiettivi che messi in pratica abbatterebbero l'indipendenza delle nazioni che per sostenere i loro popoli non si sono arresi ancora al neoliberismo ,cioè allo strapotere della finanza e delle multinazionali .

La nazione che voglia mantenere il controllo statale sui trasporti , sulla sanità , sull'istruzione... diventerebbe una nazione fuorilegge .
Allo stesso tempo qualora disponesse di meccanismi protezionisti per tutelare l'agricoltura o ponesse dei limiti alle esportazioni di materie prime necessarie al paese . Neanche alla difesa dello stato sociale potrebbe opporsi in nome della libera concorrenza . Non potrebbe disporre di una sua legislazione in materia di diritti di proprietà intellettuale ,sul lavoro ,sull'ambiente .
Creare difficoltà a un paese che voglia disobbedire è molto facile : restrizioni al credito , difficoltà di accesso ai mercati , embargo . Altrimenti ci sono dei modi più spicci che gli USA e le altre minori potenze imperiali hanno sempre saputo praticare con perizia : l'omicidio mirato , il colpo di stato ,l'intervento militare diretto , favorendo l'ascesa al potere di personaggi ignobili che hanno fatto collassare il paese e l'hanno reso facile preda degli avvoltoi .

Transatlantic Trade and Investment Partnership ( TTIP ) .
E' vero . La civiltà per imporsi deve ricorrere suo malgrado alle guerre e ai genocidi ma ciò avviene perché chi si deve subordinare invece inopinatamente si ribella . Ma se si accettasse con serenità lo stile di vita americano , o per dirla meglio , lo spirito del capitalismo neoliberista ... 


l'obiettivo interno

L'accordo dovrebbe entrare in vigore nel 2017 ed essere definitivamente attuato nel 2027 . L'avvio dei negoziati è stato annunciato come buona novella per i popoli da Obama e per la Commissione europea da Barroso e da Van Rompuy durante il G8 in Irlanda .
Le due potenze garantiscono il 50% del PIL mondiale e 1/3 degli scambi commerciali . Se ne vuole di più . Si dice ,tanto per non apparire avidi ed egocentrici, che tale accordo genererebbe un aumento della ricchezza globale di 100 miliardi di euro ,secondo quella storica propensione del capitalismo a regalare benessere e prosperità a tutte le nazioni del mondo . 

Mentre in Europa si avrebbe un aumento del reddito annuale medio di 545 euro per una famiglia di quattro persone e negli Stati Uniti di 655 .

Le due comunità d'affari (è detto proprio così nel documento della Confindustria) ritengono che tale accordo si rende necessario per riavviare il rilancio dei flussi commerciali dato il "sostanziale declino verificatosi nell'ultima decade" a causa del disturbo creato dall'affermarsi dei mercati dei paesi "emergenti" oltre che dalla crisi economica e finanziaria .


Nello sport si dice squadra che vince non si cambia . Per l'economia neoliberista vige la stessa regola . Dato che le ricette neoliberiste hanno registrato in questi ultimi trent'anni risultati largamente positivi , sopratutto per chi di denaro ne aveva già tanto, continuano con le stesse ricette dandole un'accelerata a livello europeo e mondiale , sbarazzandoci di tutti quei lacci e lacciuoli che impediscono l'impetuoso galoppo dell'economia : si allude all'eccessivo peso dello stato nelle faccende dell'imprenditoria , all'enorme patrimonio mobiliare e museale dello stato così avaro di fruttuosi profitti , agli inutilizzati beni comuni , alla scuola , alla sanità , allo stato sociale , all'acqua così barbaramente deprivati di un massiccio intervento privato che ne garantirebbe l'efficenza , la funzionalità e che sopratutto favorirebbe ingenti guadagni per le tasche dei soliti noti .


L'obiettivo interno si può raggiungere con una certa facilità per quanto riguarda gli ostacoli costituzionali e popolari da abbattere data la progressiva opera di smantellamento già sapientemente avviata durante quest'ultimo trentennio dai governi che si sono succeduti .

Quei pochi potentati che governano il pianeta attraverso i loro maggiordomi di spicco , gli Obama , il Van Rompuy , il Barroso , il Cameron , il Napolitano ... hanno imposto questo accordo devastante in totale assenza di partecipazione popolare nell'ormai acclarato dispregio delle regole democratiche ma si illudono se ritengono credibili le ipotesi di crescita indicata . Con gli Stati Uniti che hanno serie difficoltà a pagare i suoi debitori ,con le sventagliate di dollari immesse nel circuito senza l'avallo della base produttiva , con il motore Cina in netto calo nella crescita , gli indicatori previsti sono una bufala . E forse chi governa il pianeta, non i maggiordomi, lo sa bene . Perché ciò che interessa realmente è un ulteriore arretramento dei diritti conquistati dai lavoratori e dalle masse popolari nei primi decenni del dopoguerra .

Esaminiamo le tematiche principali della bozza di mandato negoziale : cooperazione doganale ; adozione di standard comuni ; liberalizzazione dei servizi
Prendiamo in considerazione in breve sintesi le tematiche principali della bozza di mandato negoziale : cooperazione doganale ; adozione di standard comuni ; liberalizzazione dei servizi .

COOPERAZIONE DOGANALE : si aspira con l'entrata in vigore dell'accordo all'azzeramento dei dazi che allo stato attuale già presentano un livello di protezione tariffaria media"relativamente basso"( 3,5% USA ; 5,2% UE) . Molto gradita in Italia ad alcuni settori(vedi calzaturiero) perché verrebbero abbattuti specifici picchi elevati , risulta evidente dall'esperienza storica e da un'ampia letteratura che l'eliminazione dei dazi favorirà un ampliamento del divario tra aree ad alto sviluppo e aree depresse , tra settori che si avvantaggeranno ed altri che subiranno una profonda crisi , tra il "centro" dell'Europa e la sua periferia .

ADOZIONE DI STANDARD COMUNI : la differenza tra le misure regolamentari , tra gli standard relativi alla sicurezza ,alla salute e alla tutela dell'ambiente costituirebbero degli ostacoli -si dice- alla conquista dei mercati e perciò si promuove la rimozione degli stessi . Ora risulta pacifico che Statunitensi ed Europei hanno visioni diverse sulla tutela dell'ambiente , sugli Ogm , sulla ricerca sugli esseri viventi , sul ruolo dei servizi pubblici ,sulla privacy ... e risulta altresì evidente che il partner più forte riuscirà ad imporre la sua visione ad un partner che una volta ridimensionato il peso delle sinistre e dei sindacati sta già demolendo di par suo un modello di società cui avevano concorso proprio quelle forze politiche che ora sono messe all'angolo ( contro l'accordo solo la sinistra della Gue e i Verdi) . Come ci ricorda Mauro Miccolis su "Sbilanciamoci" potremmo mangiare carne agli ormoni , prodotti Ogm , importare carcasse di animali lavate con la varechina , consumare senza disporre delle denominazioni di origine ...


LIBERALIZZAZIONE DEI SERVIZI : gli imprenditori europei gongolano dato il livello altamente protezionista degli USA nel settore dei servizi ( trasporti aerei e marittimi , poste ...) e negli appalti pubblici (aperti alle imprese europee soltanto per poco più del 30%) . Gli USA altresì pretendono protezione non discriminatoria (secondo loro) degli investimenti il che significa aggressione legale a tutto ciò che può essere oggetto di profitto : scuola , istruzione universitaria, ricerca , salute ,acqua ... 

Un'autostrada , tanto per intenderci , per sbarazzarsi di opinione e di protesta popolare , di referendum e di altri simili fastidiosi ostacoli che impediscano la riuscita di un ricco bottino (volevo dire profitto).

Transatlantic trade and Investment partnership (TTIP) , tra l'altro lo diciamo per inciso , assieme al "filo di perle" militare USA che sbarra il transito della Cina verso le risorse petrolifere in caso di guerra e il Trans Pacific Partnership (libero scambio USA con i paesi asiatici) , costituisce un ulteriore rafforzamento dell'accerchiamento del più importante creditore USA :la Cina .




Info VIDEO di euroneuws sul trattato: http://it.euronews.com/2013/07/12/libero-scambio-ue-usa-chiuso-il-primo-round-di-negoziati/

domenica 6 ottobre 2013

ARREXONAMENTU APITZUS DE SU SARDU LINGUA NORMALI.

ARREXONAMENTU APITZUS DE SU SARDU 

LINGUA NORMALI. 

Massimo Madrigale



Oi totus ndi bessint scriendi lìburus, abastat a scriri unu lìburu (opuru duus o tres) e a s'acabu ses un'"intelletuali" (no nci bolit nudda a sterri unu lìburu). Abastat scriri de linguìstica e, mancai no ses laureau in linguìstica o filologia, illuegus ti faint spertu de linguìstica. Ma su Sardu est una lingua normali ? Provaus a arrespundi a custa pregonta. Eja, su Sardu est giai una lìngua normali: mancai lìngua <> o a duas cambas est una sceti. 

Chini ndi bit dexi, centu o milli tenit problemas mannus medas. Sa literadura scientìfica de su sèculu XVI, est a nai de Sigismondo Arquer, finsas a is scritus de oindii de Massimo Pittau e de Eduardo Blasco Ferrer, custa literadura stravanada chistionat de Sardu che a lìngua e, mancai a duas cambas, comenti lìngua normali. Chini dda at fata custa normalisadura ? Innoi puru fait a arrespundi ca nci ant giai pensau is poetas e is scridoris ca impari ant donau una letzioni a totus is intelletualis de tzilleri chi tambeni chistionant de Sardu partziu in milli fueddadas.


 Duncas oi nemus podit nai chi su Sardu no est una lìngua ca finsas sa Corti costitutzionali de su Stadu italianu ddi arreconnoscit su <> de lìngua (apustis de duas leis: L.R.nr 26/1997 e L.nr 482/1999). Podeus chistionai nendi finsas chi is duas bariedadis mannas de su Sardu funt normalisadas. Calincunu in malafidi at nau ca seu contendi faulas, calincunu (e scieus chini) at nau ca no, ca su Sardu est partziu e chi deu i àterus boleus sa <> de sa Lìngua nosta. 

Ainnantis nau luegus chi no mi-ndi afuti nudda de is chi mi podint cuntestai su chi apu scritu apitzus. Deu mi aguantu a sa Scièntzia e a sa literadura scientìfica, sigu a essi ortodossu. Ma finsas chi su Sardu no fessit normalisau sigu a essi contras a imponni normas imbentadas o lìnguas de plàstica. S'arreferimentu, candu chistionu de lìngua de plàstica, est a sa Limba Sarda Comuna. Custa , acanta meda a su logudoresu prus che a su campidanesu, no fait a dda imparai che a lìngua de bartzolu (L1). 

Ita faeus, torraus a mandai a scola is bècius e ddi naraus chi su Sardu chi chistionant est de fuliai ? Opuru pigaus is pipius: cussus de su Cabu de Bàsciu ant a tenni prus barrancus de is pipius de su Cabu de Susu a imparai sa neo-lìngua. Ddi naraus chi si scriri abba ma podint <> ligi àcua ? Candu in sa Primu Gherra Mundiali is sordaus Sardus ddus ant imbiaus a cumbati in sa campeda de Asiagu no teniant abisòngiu de perunu standard (mancai in sa literadura ddoi fiat giai). Donniunu chistionàt su Sardu cosa sua e si cumprendiant apari. 

Boleus biri ita est sutzèdiu in àterus logus ? 
Duncas, apu intèndiu ca no fait a fai s'esempru de su norvegesu. deu nau: e poita no ? In Norvegia tenint duas bariedadis de sa pròpiu lìngua de manera ofitziali. M'ant arrespùndiu chi su bokmal no est norvegesu. 


No est norvegesu ? A chi est danesu. 
Est comenti mai is danesus no ddu cunsiderant unu dialetu insoru ? Andaus a biri ita ant fatu in Còssiga aundi ddoi funt unu sciacu mannu de bariedadis: ant pigau is duas cun cunsideru literàriu prus mannu e imoi funt ofitzialis. In Svìtzera in su Cantoni de is Grigionis sa lìngua romància tenit assumancus seti bariedadis, ddu ant normalisau fendi bessiri su Interromonsch, arresurtau: nemus chistionat su romànciu aunificau. 

Finsas s'armenu e su frisoni no tenint unu standard ùnicu. Chi boleus potzu sighiri sa lista de is lìnguas chi tenint caraterìsticas simbillantis a su Sardu. 


Chi de su Sardu no nd'est bessiu una norma ùnica bolit nai ca is sardus no ndi intendiant s'abisòngiu. Apu intèndiu su sciollòriu chi su Stadu italianu no donat dinai po adelantai su Sardu chi nosu sigheus a ddu partziri in dialetus. A parti chi tambeni mi depint nai chini de is chi traballant cun su Sardu ddu at partziu in dialetus. A parti ca is chi ant bogau a pillu custu sciollòriu funt narendi una faula manna che a unu monti. 


Nosu depeus sighiri is abisòngius de sa genti e de is utentis de su Sardu: no mi-ndi afuti nudda chi unu Stadu stràngiu che a s'Itàlia bolit o no bolit una norma ùnica (amìtiu perou chi siat diaici ma no nci creu). 


Is baronis de sa Lìngua Sarda adelant una polìtica linguìstica risorgimentalista italianista chi de democràticu no tenit nudda. Finsas unu cantu partidus indipendentistas, addolumannu, faint sa pròpiu faddina mala.


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