domenica 15 dicembre 2013

L'INDIPENDENZA DELLA SARDEGNA , PER CAMBIARE E GOVERNARE IL PRESENTE..

L'INDIPENDENZA DELLA SARDEGNA , PER CAMBIARE E GOVERNARE IL PRESENTE


Vàturu Erriu Onnis Sayli 

Intendiamo dare voce non solo all'evento , ma essere anche coscienza critica d'esso;

Franciscu Sedda  nella sua enfatica esposizione ci ha raccontato di quanto gli stava più a cuore in questo progetto elettorale; una disquisizione che toccava tutti i punti salienti esposti nel libro, come Lui dice dei "professori" impegnati , che danno vita e forza ad un partito che si propone di raggiungere un traguardo di benessere economico e sociale, oltre che ad un governo di proposta e autodeterminazione; partito sardo che si prepara a passare  attraverso la "purificazione" delle elezioni regionali dell'anno che viene. 

La questione che mi turba e non mi fa dormire sonni tranquilli , sta nel fatto che mi è parso di capire, (spero di sbagliarmi) forse, in modo velato che l'unità di azione la si voglia fare con il PD(?), PD, un partito di vocazione e disposizione tutta continentale, che non pensa agli interessi dei sardi ma etero-diretto dai fori imperiali romani. 

Ancora più allarmante l'intervento dell'ospite Gesuino Muledda, che dopo essersi autoelogiato per tutta la "ventennale" carriera politica nelle istituzioni locali e regionali,  si è sbellicato nel tessere elogi, e porre anche veti, sull'importanza di essere europeisti (sembrava il megafono di LETTA nella sua dissertazione alla camera prima della fiducia);

un'Europa che vediamo e conosciamo nei suoi aspetti più abietti e antisociali, che se ne fotte dei bisogni dei più deboli, con verve antisolidale , tutta pronta e  prona a fare gli interessi delle banche e delle multinazionali e delle élite private.. che ci vogliono far del bene come fosse il nostro bene comune... mi viene da dirgli: ma per favore exonorevole la smetta di fare demagogia ...

Ci auguriamo che non si prenda come esempio politico da seguire, uno o più dei vecchi politici navigati da prima repubblica che abbiamo in patria, ma che si pensi a percorrere una via  per il futuro di liberazione della nostra Nazione, che sia al contempo  liberazione anche da oligarchi e caste di vario genere e di tempo .

Franciscu Sedda , Nicola Scano, Paolo Manninchedda
Venerdì 13 alle 17,30 nella Hall del teatro Massimo di Cagliari è iniziata la chiacchierata politica dei due estensori del libro omonimo che da nome a questo post.

Il giornalista Nicola Scano, introduce la serata che si intuisce piena di contenuti;
la serata è per presentare il libro scritto a quattro mani da Paolo Manninchedda e Franciscu Sedda.

Il libro è scritto per rappresentare i valori e le idee che si vogliono portare alle prossime elezioni regionali sarde da parte del Partito dei Sardi,.

Per cambiare e governare il presente, sotto-titola il punto notevole dell'idea "L'indipendenza della Sardegna", si parla di sovranità del futuro stato sardo, si soprassiede sulla evoluzione della storia sarda, poiché si vuole essere vettori di superamento delle divisioni politiche nell'ambito dell'indipendentismo.

La premessa sull'autonomia è che l'autonomia è fallita perché l'autonomia è nata morta; 

Il libro contiene una dura critica alla classe politica sarda, che si è avvicendata al potere in tutti questi lunghi anni dal dopoguerra ad oggi.


Nei cinquanta punti che vengono trattati , si parte dalla enunciazione dal primo dei sei sottotitoli, iniziano con:
i Princìpi;  é determinante che si ponga l'uomo, la persona al centro del fattore dominante,  come "individualità portatrice di complessità irriducibile. .. ove, la singolarità di ciascuno non si può esaurire né nei rigidi confini di una struttura amministrativa né attraverso il riferimento a un'unica forma dell'appartenenza collettiva."

Il rifiuto , di "ogni totalitarismo ideologico, di qualunque integralismo religioso, di qualsiasi fondamentalismo etnico, di ogni genere di assolutismo, sia ..di mercato,  o dello Stato, italiano  o sardo che sia. Le istituzioni della Sardegna devono essere al servizio della persona  e della sua libertà." 

 La politica, la storia  e la Nazione; seguono subito dopo.
..si afferma che : ".. va .. detto che la volontà dei sardi di essere liberi , solidali e organizzati in uno Stato giusto trova fondamento nell'attualità come fatto civile e politico..." si dice anche che: ".. I sardi devono poter riconoscere nella loro storia quelle emergenze che sono in sintonia con l'attuale maturazione della loro coscienza, con la maturità di responsabilità e di volontà rispetto  all'esercizio di tutto il potere legittimamente necessario a un popolo di vuol farsi nazione e Stato..."

La fine dell'autonomia; 'il lungo autunno dell'autonomia, come lo ha definito uno dei padri nobili dell'autonomismo isolano , è giunto al termine. L'autonomia è morta e moribondo è iil sistema di rapporti politici, sociali ed economici  a cui si è nutrita. Il grande quesito è. "Cosa viene dopo?". "...Chi determinerà l'avvenire incerto della Sardegna?".. "Verso quale direzione? Come?" ..

Interessante , leggere e vedere i fatti storici ed eventi, enunciati che sanno di vera e propria denuncia dei fatti accaduti negli ultimi anni,  le contraddizioni che hanno portato a rapporti sempre più sfavorevoli della economia dei sardi attuata dalla strafottenza dello Stato italiano, esacerbando  la relazione politica ed economica con la  Regione sarda e i suoi abitanti.

Alle radici de discorso indipendentista; si ragiona e si disquisisce degli ultimi quindici anni dell'indipendentismo sardo , delle tendenze insite nei movimenti, dall'esorcismo dell'indipendentismo armato, che turbava gli animi dei militanti degli anni ottanta,  alle lotte ideologiche e culturali, del folklorismo e del patrittiosmo civile, alla rivendicazione de saper progettare ed alla capacità di governo.

La ricchezza della Sardegna; .."il tema della sovranità .. della indipendenza morale e materiale di ciascuno attraverso il proprio lavoro, è il tema principale di un nuovo programma di governo."

"La ricchezza della Nazione intesa come creazione di valore e dunque ancora una volta , come innesco concreto di autostima, e autodeterminazione che porta alla creazione di sé, al coraggio e alla capacità di divenire Stato indipendente."

La critica si affina , sull'inefficienza sanitaria e del welfare (stato sociale), sulle complicanze dovute alla burocrazia, al costo dell'energia, alle imposizioni degli oligopoli, alle inefficienze  dei trasporti della scuola e università... "fattori che non solo limitano la produzione di valore  ma sopratutto intaccano la ricchezza esistente."

Per giungere al clou del climax espositivo a cui si pone il concreto della situazione della domanda di governo che è logicamente il tema finale del libro.

I temi di un programma di governo; al primo punto si rivendica : "Democrazia, libertà, indipendenza." Si guarda aldilà dei confini ad altri stati fratelli in via di formazione, la Catalunya... Si guarda alle realtà politiche ed al loro agire come all'esempio del "Tripartit" un aglomerato di movimenti e partiti indipendentisti,  federalisti , e della sinistra catalana..

Si fantastica su come potrebbe essere bello un governo in mano agli indipendentisti e sovranisti assieme..  " uno schema ... interamente votato all'interesse nazionale dei sardi e a far rispettare il programma che sta alla base di un patto di governo."

... "Il fatto che fra gli indipendentisti ci siano coloro che rifiutano di stringere accordi con chi è solamente sovranista e viceversa , la dice lunga sulla difficoltà di una tale operazione. Per non parlare delle convetio ad excludendum -o se si preferisce dei veti incrociati- interne allo stesso mondo indipendentista, che molto spesso nascondono per una inadeguatezza o addirittura una paura dell'assumersi  l'onere di governare e uscire dunque dalle purezze tanto comode quanto sterili."...

... "la legge elettorale sarda, con il suo sistema maggioritario, prevede accordi prima e poi ci si conti.... Per questo la definizione dell'ipotesi di un accordo programmatico alla base dell'ipotesi di  alleanza diventa così centrale."

.."la legge elettorale presidenzialista attualmente vigente in Sardegna... forza il sistema democratico rispetto alla perfetta corrispondenza  tra consensi e rappresentanza, premiando  invece, in nome della governabilità, la maggioranza assoluta (che passerebbe dal 51% dei consensi al 60% dei seggi), qualora si esprima,  o comunque  quella relativa (che passerebbe come minimo dal 31% al 55% o dal 40 % al 60%)."

l'aspetto che riteniamo il punto focale che determina le alleanze è riassunto in questo punto:.. "La definizione di nodi tematici attorno a cui confrontarsi per definire un programma di riforme nazionali per la Sardegna  va dunque  nella direzione di un governo di cambiamento e sovranità, inclusivo e democratico, capace di dare massima risposta alle esigenze concrete dei sardi tanto quanto al loro crescente desiderio di autodeterminazione."

Vi lasciamo il piacere di leggervi il libro da VOI.
Sa Defenza




IL FINTO FRONTE ANTI-EURO

IL FINTO FRONTE ANTI-EURO

Sul suo blog su "Il Fatto Quotidiano" il giornalista Furio Colombo ha recentemente prestato la sua attenzione critica al variegato fronte anti-euro che sembra affacciarsi sulla politica italiana, non soltanto paventando i pericoli che tale fronte rappresenta, ma anche sciogliendosi in accorate rimembranze sulle nobili origini dell'europeismo. 

Furio Colombo
Furio Colombo è un noto commentatore di parte sionista; anzi, contor-Sionista, poiché mescola le sue professioni di granitica fedeltà allo Stato di Israele con una ridda di suggestive enunciazioni progressiste ed umanitarie, che ne fanno una delle penne più prestigiose ed influenti di quella "sinistra" con alone di purezza ideale.
In realtà, analizzate in tutte le loro componenti, le posizioni anti-euro oggi all'attenzione dei media segnalano molto poco da prendere sul serio. 

Le osservazioni di buon senso dell'economista Alberto Bagnai non sono inquadrate in alcun contesto che consenta di individuare e combattere i potentati internazionali che stanno dietro la moneta unica europea, e quindi sono posizioni prive di effetti sul piano strettamente politico. L'area di Forza Italia appare di tale inconsistenza, che assolutamente nulla di ciò che dice può essere ritenuto come espressione di effettive intenzioni. 

Sulle ambiguità ed i voltafaccia di Beppe Grillo, si potrebbe poi già scrivere un ricco florilegio di dichiarazioni e contro-dichiarazioni, perciò si tratta soltanto di aspettare la prossima ritrattazione. Rimarrebbe quella che oggi sembrerebbe la "punta di diamante" del presunto schieramento anti-euro ed anti-UE, e cioè il neo-segretario della Lega Nord, Matteo Salvini. 


Matteo Salvini neo-segretario  Lega Nord
Ma Salvini ha pensato bene di screditarsi immediatamente da solo, adottando una propaganda che riecheggia i consueti toni dell'anticomunismo, arrivando a definire la UE come "Unione Sovietica Europea", e come un "gulag"


Salvini si rivolge a quella parte di opinione pubblica sempre pronta a scaricare tutte le colpe sulla "sinistra", come se il Trattato di Maastricht non proclamasse la "concorrenza" come principio fondante dell'Unione Europea, imponendo così la privatizzazione dell'economia. 

Un Trattato internazionale ha stabilito un potere assoluto, che subordina i governi ed i loro programmi a direttive precostituite e rende vano ogni tentativo di controllo parlamentare. Anzi, i parlamenti sono stati costretti ad accogliere nelle Costituzioni nazionali norme come l'obbligo del pareggio di bilancio, che nessuno Stato liberale aveva in precedenza ritenuto compatibili con una Carta Costituzionale. 

Che un nuovo totalitarismo abbia potuto insediarsi sulla base di un mito apparentemente innocuo come la "concorrenza", costituisce un dato che spiazza completamente il "liberalismo" contemporaneo, il quale non lo percepisce neppure, convinto com'è che il sedicente "realismo borghese" costituisca una garanzia contro le utopie totalizzanti. Ma quando si abbandona Montesquieu per un agit-prop come Popper, non c'è da sorprendersi che si prendano cantonate del genere. 


Assumere la concorrenza come principio fondante non significa affatto ammettere l'esistenza di più competitori, ma semplicemente proclamare la legge del più forte, cioè quel razzismo della superiorità occidentale che usa i diritti umani come pretesto per aggredire chiunque venga ritenuto un ostacolo. Suscita un po' di sarcasmo la prospettiva di un Salvini che impugni la bandiera dell'antirazzismo contro la UE. 


Certo, se paragonati alle fiabe disneyane dell'altro Matteo, i discorsi di Salvini possono sembrare Pulp Fiction. Mentre Renzi cerca ancora di farci baloccare con questioni futili come il numero dei parlamentari o i rimborsi elettorali, Salvini sembrerebbe talvolta persino affrontare i nodi del declino economico italiano dell'ultimo ventennio.

Ma il dare la colpa dell'euro a Prodi, ai comunisti, o magari ai soliti meridionali, o al massimo alla Merkel, non consentirà certo di identificare il vero nemico; tanto più che serve a poco proporre l'uscita dalla UE senza sottrarsi al controllo dei suoi veri "protettori" e sponsor, e cioè il Fondo Monetario Internazionale e la NATO. 


Salvini arriva a prendersela per i cinquanta milioni che l'Italia ha dovuto sborsare per le banche spagnole, tedesche e francesi; ma non vede i centoventicinque miliardi (sic!) che l'Italia sta versando al Meccanismo Europeo di Stabilità. 

L'ESM è una creatura del Fondo Monetario Internazionale già perfettamente operante, mentre Salvini si ricorda ogni tanto del FMI solo per commentare ipotesi e annunci come quello dei prelievi sui conti correnti. 

Le posizioni anti-UE di Salvini denotano un respiro cortissimo, con un orizzonte che non va oltre una polemica elettorale "di bassa Lega" con quella "sinistra" che si ostina a rimanere in difesa dell'indifendibile, poiché, evidentemente, non ha ancora ricevuto direttive diverse. 


In questo senso gli struggimenti europeistici di Furio Colombo risultano del tutto funzionali ad alimentare il gioco delle parti tra una destra pseudo-antagonistica ed una "sinistra" invariabilmente timorosa di distaccarsi dalla retorica dell'establishment. Senza un Furio Colombo a fargli da spalla ed a porgergli la battuta in un finto contraddittorio, Salvini si troverebbe ben presto a corto di slogan.

Del resto si tratta di reggere questo talk-show per poco più di un annetto, dato che dal 2015 lo scenario cambierà completamente, con l'avvento del mercato unico euro-americano, il TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). 



La grande truffa della Nato economica, il Ttip 

L'euro infatti è stato un semplice Giovanni Battista, mandato avanti per annunciare il vero Messia, il mercato transatlantico, con l'ovvio addentellato dell'aggancio della valuta europea al dollaro statunitense. Nel 2015 gli USA arriveranno nuovamente a salvare l'Europa dalle orde del Crucco lurco e invasore; ciò, ovviamente, secondo la propaganda ufficiale a cui tutti si inchineranno, dato che invece i negoziati per l'instaurazione del TTIP procedono a Washington avendo come principale partner proprio la Germania. 

La demagogia mistificatoria di Salvini trova un illustre precedente nel suo mentore, Roberto Maroni. Nel 2011 Maroni guidò addirittura la corrente di opinione contraria all'aggressione alla Libia, cosa che però non impedì assolutamente alla Lega Nord di continuare a stare nel governo che collaborava attivamente a quella aggressione. 


Un Maroni più "muscolare" che mai, all'epoca spinse i suoi finti atteggiamenti di dissenso al punto da "imporre" al governo di cui faceva parte una serie di "ultimatum" e "penultimatum", fino ad accordarsi per una data limite alla partecipazione italiana alla missione NATO contro la Libia. 

La data indicata fu quella del settembre 2011. Evidentemente Maroni aveva origliato da qualche riunione della NATO che quella era proprio la data in cui la stessa NATO avrebbe avviato le sue operazioni militari di terra per infliggere la spallata decisiva al regime di Gheddafi.

sabato 14 dicembre 2013

OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA . FONDAMENTI LEGALI INTERNAZIONALI PRESUNTI DEL SIONISMO E COMPLICITA' PASSATE E PRESENTI DELLE GRANDI POTENZE

OCCUPAZIONE DELLA PALESTINA . 

FONDAMENTI LEGALI INTERNAZIONALI 

PRESUNTI DEL SIONISMO E COMPLICITA' 

PASSATE E PRESENTI DELLE GRANDI POTENZE

A.Boassa


“Conferenza internazionale di pace di Sanremo” 

La pietra miliare su cui si fondano le "rivendicazioni" sioniste sulla Palestina è la Conferenza di Sanremo del 1920 (un'estensione della Conferenza di pace di Parigi del 1919) cui parteciparono le potenze vincitrici ad eccezione degli Stati Uniti 


In tale occasione venne affidato alla Gran Bretagna il Mandato per la Palestina , come "impegno sacro" per "la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico". 

Le potenze coloniali ritennero di nessuna importanza il fatto che la "terra santa" fosse abitata da un popolo di cui di fatto venne riconosciuto uno stato illegittimo di occupazione ." E' stato dato riconoscimento alla connessione storica del popolo ebreo con la Palestina e alle basi per ricostituire la loro nazione in quel paese" . 


PALESTINA E TRANSGIORDANIA. - La Palestina, occupata militarmente dall'Inghilterra nel 1917, le fu assegnata come mandato dalla conferenza di San Remo (25 aprile 1920), confermato dalla Società delle Nazioni (24 luglio 1922). Essa comprende un territorio di 26 300 kmq. con una popolati­ne salita da 757 000 abitanti nel 1922 a 1591000 nel 1939. Il Governo britannico si era impegnato con la nota Balfour (2 novembre 1917) a costituire in Palestina un centro nazionale ebraico. La Transgiordania, unita dapprima con la Palestina sotto mandato britannico, ne fu staccata il 25 maggio 1923. La superficie è calcolata di 86 300 kmq. e la popolazione di 300 000 abitanti. L'appartenenza del territorio di Maan e porto di Aqaba nel golfo omonimo, annesso alla Transgiordania nell'ottobre 1925, non fu mai riconosciuta dall'Arabia Saudiana.
Nel Mandato veniva specificato "Nulla deve essere fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche esistenti in Palestina". Meglio ancora se i naturali abitanti della Palestina si ritirano da terre non loro . Dove? Prima della firma del Mandato , la Gran Bretagna sottrasse al territorio mandatario in questione la Cisgiordania che venne aggiunta ai territori sotto sovranità araba . Tutto a posto ? Per il professor Yehuda Zvi Blum ex ambasciatore delle Nazioni "Gli Arabi palestinesi godono da lungo tempo dell'autodeterminazione nel proprio stato , lo stato arabo della Giordania"

Nel luglio del 1922 il Mandato venne approvato dalla Società delle Nazioni e in tal modo divenne vincolante per tutti i 51 membri della Società . La dichiarazione Balfour del 1917( che riconosceva i legami storici e religiosi degli Ebrei "con la terra dei loro padri che sotto la dominazione greca e romana divenne nota come Palestina") ebbe dunque la consacrazione di un riconoscimento giuridico internazionale che dava il via successivamente, alla "legittima" conquista della Palestina e con essa agli "illegali" atti di terrorismo e alle espulsioni "illegali" di massa .

Il sionismo rifiuta il concetto di occupazione sia che lo si esprima in termini giuridici o in termini politici . Infatti secondo il Sionismo il termine Palestina utilizzato nel Mandato venne designato per la "ricostituzione" del "focolare nazionale" del popolo ebraico "soltanto" . Se è un territorio è "ricostituito", secondo dettato internazionale , per un popolo senza patria , risulta evidente che il territorio , cioè la Palestina appartiene di diritto "soltanto" agli Ebrei. Churchill 
" E dove altro potrebbero essere gli Ebrei se non nella terra di Palestina , con la quale sono stati intimamente e profondamente associati per oltre tremila anni?"
Winston Churchill

Gli Arabi Palestinesi non sono perciò i legittimi abitanti del territorio proprio come un tempo i pellerossa in America . Perciò giusto eliminarli o espellerli .


Di occupazione non si tratta perchè non vi è invasione di un altro stato . Il territorio non è mai stato una nazione araba . Il territorio infatti era storicamente designato per l'insediamento di un "focolare nazionale ebraico" .


La questione dei rifugiati non avrebbe avuto ragione di esistere in tutta la sua evidente drammaticità se gli Arabi l'avessero affrontata adeguatamente . Molte aree arabe avevano guadagnato già l'indipendenza e avrebbero potuto facilmente accogliere gli sfortunati rifugiati in modo che si potessero integrare nella loro gente . 

Del resto la Cisgiordania venne ripartita proprio per gli Arabi Palestinesi che così potevano disporre di uno stato legittimo all'interno di quella Palestina destinata originariamente al "focolare"ebraico .
 La Dichiarazione Balfour fu  rilasciata sotto forma di lettera dal ministro degli Esteri britannico, Lord Arthur James Balfour, a Lord Rothschild. Fu consegnata a Chaim Weizmann, attivista sionista, per attestare l'appoggio britannico al progetto di un  "focolare nazionale" ebraico in Palestina.

La pretesa sionista di vantare dei diritti legittimi su una terra abitata da tutto un popolo si è valsa di una concezione imperiale e razzista del diritto che era patrimonio di tutto l'Occidente che già nell'ottocento aveva saputo esprimere la sua indomita ferocia . Il diritto internazionale su cui il sionismo fonda le sue deliranti teorie è del tutto marcio e deve essere completamente respinto come è stato respinto a suo tempo il diritto di schiavitù .


mercoledì 11 dicembre 2013

L’ex ministro Guarino scrive a Rehn "Niente lezioni da chi è complice della violazione dei Trattati"


L’ex ministro Guarino scrive a Rehn
"Niente lezioni da chi è complice della violazione dei Trattati"
Ex Ministro Guarino


Gentile Commissario, ho letto nei trascorsi giorni su Repubblica e sulla Stampa, quotidiani le cui informazioni sono da ritenersi attendibili, frasi a Lei attribuite. Ieri Lei si è incontrato con il presidente del Consiglio italiano. Sull’esito delle conversazioni non si leggono notizie precise. Lo si deve all’accumularsi di nuovi problemi e alla scarsa chiarezza formale che da qualche tempo caratterizza i rapporti tra l’Ue e gli stati membri. Mi pongo una domanda. Le è stato attribuito un preannuncio di quanto l’Unione potrebbe fare. E’ legittimo? E’ corretto? E’ utile? Ritengo di no.

L’anticipazione di provvedimenti non ancora formalizzati genera turbamenti nei rapporti tra il governo dello stato membro e i cittadini, mina la fiducia nei confronti dello stato, influisce sulle decisioni dei mercati. E’ un costume che si è diffuso nei rapporti tra Ue e stati membri. Genera confusione. Nella situazione grave in cui versano parecchi degli stati senza deroga, l’Eurozona e la stessa Unione, attenersi al Trattato in vigore, e solo al Trattato, è indispensabile. E’ dovere della Commissione europea rispettare il Trattato e farlo rispettare. E’ diritto dello stato membro esigerne la scrupolosa attuazione.
Se non erro, Lei ha assunto funzioni di Commissario europeo il 22 novembre 2004. E’ probabile, e lo darei addirittura per certo, che nell’assumere l’Ufficio, Lei non sia stato informato che negli anni dal 1996 al 1.1.1999, gli organi competenti dell’Unione, con una operazione illecita, nella sostanza truffaldina, a partire dalla data prescritta per il lancio dell’euro (1.1.1999), avevano sostituito la disciplina giuridica posta dal Trattato sull’Unione (Maastricht) a base della nuova moneta, l’euro, con una diversa, anzi opposta, quella del reg. 1466/97. Sintetizzo, in un modo che spero risulti sufficientemente chiaro, la differenza tra le due discipline. Il Tue, con una clausola giuridicamente qualificabile come “essenziale”, vincolava il sistema a un obiettivo preciso, quello di realizzare uno sviluppo “sostenibile, armonioso, non inflazionistico e che rispetti l’ambiente”, che garantisse anche “un elevato livello di occupazione e di protezione sociale” (art. 2 Tue). La crescita era la controprestazione dell’Unione a fronte della rinuncia all’esercizio della propria sovranità cui gli stati si assoggettavano con l’adesione all’euro. Il compito di realizzare l’obiettivo è stato affidato dal Tue (Maastricht) agli stati membri. Vi avrebbero provveduto, nell’interesse proprio e insieme dell’Unione, avvalendosi di due specifici poteri.
Avrebbero perseguito ciascuno una propria “politica economica”, il cui oggetto si sarebbe esteso a tutti gli aspetti della convivenza, anche quelli economici, non dipendenti dalla disciplina della moneta. L’Unione si sarebbe limitata a coordinare gli stati con direttive di massima. Distintamente veniva garantito agli stati, nel settore specifico della moneta, un secondo potere, quello di indebitarsi entro limiti indicati che avrebbero evitato che la crescita assumesse carattere inflazionistico. Al regolamento 1466/97, hanno fatto seguito due regolamenti, il n. 1055/2005 e il n. 1175/2011. Entrambi si sono collocati nel solco del primo, aggravandone la disciplina. Le date mi fanno ipotizzare che Lei abbia concorso alla deliberazione sia della proposta, che della adozione del secondo come del terzo regolamento, assumendone la corresponsabilità. Negli stessi anni in cui i regolamenti del 2005 e del 2011 si aggiungevano al primo, al Tue (Maastricht) subentravano i Trattati di Amsterdam e di Lisbona, quest’ultimo in vigore dal 1° dicembre 2009. Il secondo e il terzo Trattato riproducono testualmente, per la parte che interessa, le disposizioni del Tue.
Non le sembra assurdo che, nonostante l’entrata in vigore dei nuovi Trattati, la Commissione, di cui Lei fa parte ormai da dieci anni con responsabilità crescenti, abbia persistito nell’applicare i regolamenti orientati in una direzione del tutto opposta? Poiché al 1.1.1999 la condizione di un bilancio in pareggio era presente solo in qualcuno dei paesi membri, forse soltanto in uno, doveva essere chiaro che per tutti gli altri il risultato del pareggio avrebbe potuto essere realizzato solo se fosse stato ammesso l’impiego degli strumenti indispensabili. In concreto i poteri attribuiti dal Tue agli stati.
Olli Rehn
L’obbligo generalizzato del pareggio del bilancio li aveva invece soppressi. Era prevedibile che dai tre regolamenti sarebbe derivata non crescita, ma depressione. I dati statistici, univoci e impietosi, lo confermano. Nelle classifiche delle economie che sono cresciute meno fino al decennio dal 1990 al 2000 non era presente nessuno degli stati Ue. Nel decennio posteriore al vincolo della parità del bilancio, dal 2000 al 2010, nella graduatoria dei 35 peggiori, figurano l’Italia al terzo posto, la Germania al decimo, la Francia al quattordicesimo, più altri 10 paesi euro. Si deduce che il fattore depressivo che attanaglia l’Eurozona e più in generale l’Unione deve essersi prodotto tra il 1999 e il 2000. Se ne trova uno solo, il vincolo del pareggio del bilancio, imposto con regola generale agli stati dell’euro. E’ questo il fattore comune della quindicennale depressione dei paesi europei. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Una depressione generalizzata e progressiva, disoccupazione, imprese costrette a cessare l’attività, caduta della domanda, deperimento del territorio e dei beni culturali e ambientali, senso di impotenza, inefficienza delle istituzioni, spazi crescenti di corruzione e di illiceità. E tanto altro.
Sono persuaso che i titolari degli organi che hanno realizzato l’operazione surrettizia di sostituzione della disciplina del regolamento a quella dettata per l’euro dal Tue (Maastricht) non fossero consapevoli delle conseguenze che si sarebbero prodotte. Di queste una è tra tutte la più grave e nello stesso tempo la più ignorata. Con l’eliminazione di ogni potere degli stati in materia monetaria ed economica i regolamenti hanno eliminato le condizioni della “democrazia” la cui base è costituita dal potere periodico di voto con il quale i cittadini influiscono sugli indirizzi che il governo adotterà, ai cui effetti gli stessi cittadini saranno assoggettati. Non si può influire sui governi se i governi sono stati privati della titolarità di qualsiasi potere. I governanti dei paesi membri che accedessero alla applicazione del regime instaurato con i regolamenti, in sostituzione di quelli contemplati dai Trattati debitamente ratificati, potrebbero, loro malgrado, trovarsi coinvolti in processi nazionali per attentato alla Costituzione. La responsabilità si estenderebbe ai Commissari europei.

Il rigorismo che perpetua il golpe dell’euro 


Anche nelle condizioni di progressiva e generalizzata depressione, nella conformazione determinata dalla surrettizia applicazione dei regolamenti, i titolari di responsabilità nell’Unione e negli stati membri restano assoggettati alle condotte imposte, senza potersene discostare. Col tempo si formano usi applicativi. Ma il dato formale è decisivo. Se vige una fonte di rango superiore è a questa che bisogna attenersi. E’ un dovere assoluto, specie nel caso in cui l’applicazione corretta dei Trattati sia l’unico mezzo per uscire dalla gabbia in cui si è rinchiusi, per tornare al regime di libertà umana, di progresso e di democrazia in funzione del quale i Trattati sono stati stipulati. L’autore delle singole condotte, in caso di violazione dei Trattati, ne assume interamente la responsabilità. Secondo le notizie pubblicate, Lei avrebbe fatto riferimento a un tetto del 3 per cento nell’indebitamento, alla necessità di rispettare annualmente l’equilibrio del bilancio, all’obbligo di introdurre misure “strutturali”. Nessuno di questi adempimenti è previsto dal Trattato di Lisbona in vigore dal 1° dicembre 2009. L’art. 126 Tfue, nel n. 2, lett. a), secondo alinea, dispone che si può andare oltre il 3 per cento nell’indebitamento se il superamento “sia solo eccezionale o temporaneo”. L’“eccezionalità” e la connessa temporaneità sussistono quando il superamento sia dovuto a “eventi al di fuori del controllo dello stato membro”.

Nel nostro caso l’evento è identificabile nell’obbligo del pareggio del bilancio imposto a tutti gli stati membri, al quale è stato aggiunto l’obbligo di attenersi al programma approvato dalla Commissione distintamente per ciascuno stato. Nell’art. 126 Tfue non si rinviene una qualsiasi clausola che, in modo diretto o indiretto, possa addursi a sostegno della pretesa di impartire istruzioni specifiche agli stati. E quanto alle strutture, nell’art. 126 Tfue non ve ne è alcun cenno, né diretto né indiretto. E’ disposto Lei ad assumersi la responsabilità di comportamenti illeciti cui si connettono gravi responsabilità? Una esposizione completa del quadro istituzionale europeo è contenuta nel “Saggio di verità sull’Europa e sull’euro”, inserito nel mio sito e riprodotto per intero, per sua autonoma iniziativa, sul Foglio, quotidiano che ospita oggi questa mia. La mia lunga esperienza accademica, professionale, politica, mi induce a suggerirle di assoggettare le considerazioni che le ho esposto e le conclusioni del saggio a un critica severa. Sono a disposizione, sua e dei suoi uffici, per qualsiasi delucidazione. La mia responsabilità è diversa, ma forse non inferiore alla sua. Se venisse dimostrato che le riflessioni e le conclusioni che ne traggo sono erronee per incompletezza o per inesattezza dei dati statistici o documentali o per illogicità nell’argomentazione, ne darei pubblicamente atto, in modo immediato. E’ la sanzione massima che può imporsi a un antico e, se posso permettermi di aggiungere, rispettato accademico. Mi auguro di avere occasione di conoscerla di persona. Con cordialità e auguri di buon lavoro!
di Giuseppe Guarino

*Giurista, classe 1922, uno dei primi professori ordinari di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma, poi anche ministro delle Finanze (1987) e dell’Industria (1992-’93). Il suo saggio “No euro” è disponibile, a puntate, qui.


PRO FRAIGARE SA DOMO DE CUMONE E S'ALTERNATIVA A SU SISTEMA ITALIANISTA

PRO FRAIGARE SA DOMO DE CUMONE E S'ALTERNATIVA A SU SISTEMA ITALIANISTA 

BUSTIANU CUMPOSTU


su 13-12-2013 a  is cincu e mesu de meria, a su Teatro Massimo, in Via E Demagistris 12 a

Casteddu


 SEIS TOTUS CUMBIDAUS A DDU ESSIRI
PRO COMO ABERIMUS S'ARREGIONU, A PUSTIS E A COITU SI BI SUNT SAS CUNDITZIONES CUMINGIAMUS SU FRAIGU

 Chie este interessadu abojet chenapura a casteddu a sa presentada de su libru “L’indipendenza della Sardegna. Per cambiare e governare il presente” Chenapura 13 de Nadale a sas 17.30 in su foyer de su Teatro Massimo in Casteddu.


Sunt presentes sa maioria de sos partidos e movimentos de su sovranismu, de s'indipendentismu e in prus artigianos, cummerciantes e zonafranchistas.

EST DOVEROSU DE FRAIGARE SA DOMO DE CUMONE DE SOS SARDOS LIBEROS PRO CUNTRASTARE SU SISTEMA ITALIANU DE SU DISASTRU E SOS PARTIDOS SARDOS CHI LU SUSTENINT.


martedì 10 dicembre 2013

A FORAS EQUITALIA DE SA SARDINYA!! BASTA USURA! CONTRO IL GOVERNO DELLE BANCHE... BLOCCO SOCIALE!!

 A FORAS EQUITALIA DE SA SARDINYA!! 
BASTA USURA! CONTRO IL GOVERNO DELLE BANCHE... BLOCCO SOCIALE!!
A FORAS EQUITALIA DE SA SARDINYA!!

Vàturu Erriu Onnis Sayli 

In medas amigus cumpantzus e patriotas narant ca su movimentude is fruconis  no est de origini sarda e ddu cumprendu poita est aici; ma a si domandai: poita fiat sarda sa DC o su PCI o is Fascistas? 

Deu creu et biu ca seus agoa dde is tempus, nosus indipendentistas, c'est una specie de diametria de sfalzamentu temporali in su tempus noshtu cun sa realitat;

.. et  invecis de si prangi apitzus s'unu a s'atru, depeus essiri nosus prus lucidus e determinaus a no perdi in custu tempus, nisciunu in sa bia che su populu noshtu,  et a si oberri po inglobai su sentidu gherradori e no hddu lassai a is istrangius e no at abarrai agoa a su populu sardu;

..mi pranxit su coru at essiri ch'entza istantzia politica e de bisus de liberatzioni ca si lassant intrai istrangius a s'indi pigai chini est giai prontu a gherrai contra su stadu italiota,  e mi parit ca oj is gentis de Sardinya funt prus innantis de nosus. 

..tandu, chi sa cosa no est cument naraus, carus amigus criticus , a su matessi dd'as boleus biri in s'otica ca nc'est in Sardinya genti chi dda pentzat cuntra s'istadu italiota e nosus no dd'eus ancora intercetat? 


Est a si 'onai dde fai e meda dde prus chi no boleus abarrai agoa a su populu noshtu atru ca ciaciaras in libertat, est a si movi, e, dde pressi... oh patriotas!!!


La spontaneità sociale, attraversa la società civile in Sardinya.

I movimenti spontanei di persone stanche dell'apatia generale che si sente in questa aria da dittatura tributaria, si batte contro l'usura e si autorganizzano alla bell'e meglio;

si fanno dei sit in per strada , si coinvolgono i cittadini che con le loro auto si fermano volentieri a prendere il volantino offerto loro;

i commenti che vengono fatti dagli automobilisti che si fermano ad accettare il volantino sono di stima e solidarietà con i manifestanti mentre hanno parole pesanti e taglienti contro il governo del malaffare italiota. 

La protesta in mattinata qui a Cagliari si svolge con ordine e pacatezza, a parte qualche raro fischio e incazzo contro quei pochi automobilisti stupidi e maleducati che non capiscono l'importanza della protesta, che facevano si dileggiavano con il "ghigno" verso chi manifestava e volantinava pacificamente.

Da dire che la maggioranza degli automobilisti accettava di buon grado il volantino e come si diceva prima avevano parole riprovevoli verso i governanti.. 
Gli automobilisti si fermano e dialogano con i manifestanti che volantinano

La maggior parte delle persone fermate di fronte all'invito di muoversi per  cambiare acconsentivano sornioni , i dialoghi volgevano ad imprimere l'importanza  della liberazione dall'usura e per liberarsi dalle catene dello stato canaglia usuraio  italiota.

Sì la maggioranza dei fermati oltre a solidarizzare con NOI che volantinavamo  con brevi blocchi del traffico cittadino , a cui autisti del CTM a momenti aderivano stando fermi per pochi minuti con sincera solidarietà, hanno mostrato quanto ampia sia la voglia di bloccare questo fetido sistema usuraio sostenuto dai partiti e dalle elite private sia italiote che europee.

I movimento spontaneo , chiede che si ponga fine alle cartelle usuraie di Equitalia, che non si aggravi ulteriormente di tasse i già provati cittadini e lavoratori subordinati e autonomi, la si finisca con i privilegi  dei politici con stipendi da nababi, taglio degli stipende della dirigenza delle aziende autonome dello stato, blocco di tutte le cartelle abusuive, basta con l'usura sugli indebitati a motivo del lavoro o dei mutui per la casa.

CAMBIARE ROTTA SI PUO', FUORI DALL'EURO, DA QUESTA EUROPA DI USURAI E DI SERVI DELLE ELITE PRIVATE!

BASTA CON I POLITICANTI CAMERIERI DELL'USURA EUROPEA!



i brevi fermi del traffico presso l'Agenzia Entrate di Cagliari


BASTA CON L'USURA DI STATO CON DISEQUITALIA!!

MORATORIA ASSOLUTA, FUORI I PARASSITI ASSASSINI DALLA NOSTRA TERRA!

AGIRE OGGI PER NON MORIRE DOMANI!

SOSTENIAMO LA LOTTA ANTICOLONIALE!

W LA SARDINYA 

W IL POPOLO SARDO




venerdì 6 dicembre 2013

OGM, additivi, contaminanti e pesticidi. L'EFSA Europea quali interessi serve nella "sicurezza alimentare"?

Articolo di notevole importanza informativa, mettiamo a disposizione dei nostri lettori la traduzione che abbiamo fatto e la  pubblichiamo;

vista l'importanza che riveste l'essere attenti osservatori  dei comportamenti dell'agenzia europea di controllo sulla salute degli alimenti e le bevande EFSA;

una denuncia fatta da esperti nel campo giornalistico scientifico,  deve essere un albo notorio per far chiudere comportamenti promiscui di influenza delle lobby plurimiliardarie (Monsanto) agro-indiustriali legate alle multinazionali  sull'EFSA ; 

multinazionali che producono sia  OGM che agenti chimici teratogeni , mutageni oltre che cancerogeni, ed a molti altri surrogati che entrano nel ciclo alimentare.

Informare per non cadere nella trappola delle lobby è di importanza vitale per tutti NOI e le future generazioni, prepararsi con la conoscenza dovuta per contrastare gli avvelenatori significa lottare per non morire.

Sa Defenza


di Colin Todhunter
globalresearch.ca

tradusiu de Sa defenza


Il nostro cibo nelle loro mani: Quali interessi

 serve  l'Autorità europea per la sicurezza 

alimentare ?

Secondo il sito web dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA)la valutazione dei rischi in materia di alimenti e mangimi è la chiave di volta dell'Unione europea (UE) . Il sito afferma che l'EFSA fornisce consulenza scientifica indipendente nonché una comunicazione chiara sui rischi esistenti ed emergenti e che si tratta di un'agenzia europea indipendente finanziata dal bilancio dell'UE. L'autorità opera separatamente dalla Commissione europea, dal Parlamento europeo e dagli Stati membri dell'UE.
Parole dal suono dolce,  più della metà dei 209 scienziati dirigenti nei  vari settori dell'agenzia hanno legami diretti o indiretti con le industrie che hanno lo scopo di regolamentare. Infatti, secondo una recente analisi indipendente effettuata da Corporate Europe Observatory (CEO) il giornalista freelance Stéphane Horel, osserva che  quasi il 60% degli esperti, i vari quadri esperti scientifici dell'EFSA hanno legami diretti o indiretti con le  industrie che dovrebbero poi regolamentare con l'agenzia.
Il rapporto "Unhappy Meal". Pone il problema dell'indipendenza dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare e individua le principali lacune nella politica di indipendenza dell'EFSA e trova che le nuove regole dell'EFSA per la valutazione dei propri esperti, attuate nel 2012, dopo diversi scandali e conflitti di interesse , non sono riusciti a migliorare la situazione.
Gli autori avvertono che questa situazione getta un grave dubbio sulla credibilità scientifica del fattore fondamentale nella sicurezza alimentare  dell'Unione Europea,  l'agenzia che rilascia valutazioni sui rischi in materia di salute pubblica cruciali come gli additivi alimentari, imballaggi, OGM , contaminanti e i pesticidi.
Secondo il rapporto, le nuove regole di valutazione dell'EFSA permette ai  suoi esperti  di avere molteplici interessi commerciali (contratti di consulenza, di finanziamento della ricerca, ecc), ciò nonostante, alla maggioranza di quadri e vice -dirigenti può essere concessa la piena adesione ai protocolli dell'EFSA.
Stéphane Horel giornalista controinformatore ha detto:
"Siamo rimasti scioccati dai risultati. Anche senza controllare  gli interessi non dichiarati, il numero di conflitti di interesse in questa agenzia è molto preoccupante. Esperti con conflitti di interesse dominano tutti i settori. Abbiamo scoperto che la maggior parte dei conflitti sono dovuti  da finanziamento della ricerca e contratti di consulenza privati, alcune istituzioni determinanti per gli scienziati (società scientifiche, riviste) sono anche bersaglio delle lobby del settore, e l'EFSA sembra ignorare tutto questo ".
 La relazione indica inoltre che l'EFSA ha omesso di attuare adeguatamente la propria nuova normativa in diversi casi  che non vi è alcuna differenza visibile tra i protocolli raccolti nel quadro della nuova politica e di quelli composti utilizzando la vecchia politica.
Martin Pigeon, ricercatore e attivista di CEO, ha dichiarato:
"Ci sono casi specifici, l'agenzia è stata avvertita anni fa, che c'erano problemi ... Ci auguriamo che questa relazione apra gli occhi sulla necessità di difendere l'integrità della ricerca pubblica dalle minacce poste sulla salute pubblica dalla influenza delle industrie".
Ulteriori preoccupazioni
Sulla scia di tale relazione ora arriva la notizia che la salute dei consumatori è a rischio (SANCO) la Commissione europea ha la possibilità di eleggere  tra i candidati come direttore del consiglio di amministrazione dell'EFSA il dirigente  della più grande industria alimentare UE Food Drink Europe  (2).
La signora Beate Kettlitz lavora in una posizione di leader nel gruppo di pressione, e rappresenta tutte le grandi aziende alimentari e di bevande europee. Inoltre, è il secondo anno di fila che la Commissione ha cercato di nominare rappresentanti di Food Drink Europe come membri del consiglio di amministrazione dell'EFSA.
Un anno fa, la Commissione europea ha nominato direttore esecutivo Mella Frewen di Food Drink Europe (ex lobbista Monsanto). La sua nomina è stata respinta dal Parlamento europeo e dagli Stati membri.
Il Consiglio di amministrazione dell'EFSA è fondamentale: è l'organo di governo dell'agenzia per il cibo. Ognuno che mangia cibo in Europa è influenzato dalle sue decisioni.
Martin Pigeon del CEO:
"Il fatto che la Commissione europea preseleziona un lobbista dell'industria alimentare, ancora una volta, per il consiglio di amministrazione dell'EFSA è un segnale incomprensibile per tutti gli interessati circa la protezione dei consumatori e dell'ambiente. Tale professionista a bordo dell'EFSA sarebbe, per definizione, una minaccia permanente per l'indipendenza della agenzia per la sicurezza alimentare dell'UE "
Sette seggi in consiglio di amministrazione dell'EFSA del rinnovo nel mese di giugno 2014. La Commissione europea ha pubblicato un elenco di 23 nomi, per lo più da agenzie per la sicurezza alimentare nazionali, istituti di ricerca e università all'esame del Parlamento UE e la decisione 'degli Stati membri. Ma quattro persone tra quelle in lizza hanno anche interessi nel settore alimentare:
  •  Jan Mousing,  in lizza per la posizione, è l'amministratore delegato della Knowledge Centre danese per l'agricoltura, una società privata si descrive come "il principale fornitore di conoscenze professionali per le professioni agricole" in  Danimarca ;
  • Piet Vanthemsche, che è anche lui in corsa per la posizione, detiene una posizione di leader in campo industriale agricolo nell'unione COPA e detiene la maggioranza di MRBB, un fondo di investimento agricolo che ha anche partecipazioni in aziende che vendono gli OGM.
  • Alan Reilly, Direttore esecutivo dell'Autorità per la sicurezza alimentare irlandese (amministrazione della sicurezza alimentare pubblica dell'Irlanda), è anche membro del Comitato Scientifico della European Food Information Council (EUFIC), una lobby alimentare con sede a Bruxelles, finanziata da alcuni degli il più grande cibo e bevande aziende private in Europa.
  • Milan Kovac, dal Ministero dell'Agricoltura slovacco, era un membro del consiglio di ILSI Europa fino al 2011. ILSI Europa, è un istituto di ricerca industriale supportata da tutte le più grandi multinazionali agroalimentari, è un attore centrale di influenza scientifica del settore agroalimentare su dell'EFSA.
La Commissione giustifica  queste nomine con una interpretazione ideale  l'industria del regolamento istitutivo dell'EFSA, in cui si afferma che quattro dei 14 membri del consiglio "deve avere una esperienza in associazioni che rappresentano i consumatori e altri interessi nella catena alimentare".
Nel loro recente comunicato stampa congiunto, CEO e  Testbiotech notano che in nessun luogo si è detto che l'industria alimentare dovrebbe essere coinvolta, infatti, è tutto il contrario: il punto 2.011 nelle regole di indipendenza dell'EFSA stabiliscono che "le persone impiegate dall'industria non sono autorizzate a diventare membri dell'EFSA nel Comitato scientifico, gruppi di esperti scientifici e gruppi di lavoro. "
Queste tendenze sono preoccupanti a dir poco. Lo scrittore e ricercatore William F Engdahl ha già accennato ad un 'cancro della corruzione' tra il settore biotech e dall'EFSA (3). 

E quest'anno, Friends della Earth Europe (FoE) e GM Freeze ha pubblicato il proprio rapporto di ricerca che ha espresso gravi preoccupazioni relative alla salute rispetto all'uso eccessivo e senza controllo di glifosato (diserbante) in Europa (4). Preoccupazioni molto solide, considerando recenti ricerche relative agli effetti sulla salute (5). 
Nel 2011, la Hearth of Open Source ha detto che l'approvazione ufficiale del glifosato era stato avventato, problematico e profondamente sbagliata. Una rassegna completa dei dati esistenti rilasciato nel giugno 2011 da Hearth Open Source ha denunciato che le autorità di regolamentazione del settore in Europa conoscevano bene da anni i danni che procura  il glifosato, causa difetti genetici nei nascituri e negli embrioni di animali da laboratorio. Le domande che sono state quindi sollevate sul ruolo del potente agro-industria dei dati relativi alla sicurezza del prodotto e la influenza indebita, sulle autorità di regolamentazione, effettuate (6).

L'obiettivo delle potenti imprese private è quello di fare soldi, per massimizzare il profitto per gli azionisti. Eventuali requisiti di sicurezza sono preoccupazioni secondarie, o non sono neppure considerate preoccupazioni. Pertanto, ci aspettiamo che organismi come l'EFSA  occupino  queste preoccupazioni per conto  nostro e  resistano alle lobby alimentare e agro-alimentare nei loro tentativi di tradurre il loro massiccio peso finanziario in influenza politica, non da ultimo immettere proprio nel consiglio di amministrazione i loro quadri esperti » a questo siamo molto interessati che non avvenga, per il bene dei consumatori.
Sul suo sito web, l'EFSA afferma:
"Il cibo è essenziale per la vita. Siamo impegnati a garantire la sicurezza alimentare in Europa. "

Ci auguriamo che non sia solo uno slogan ma una pratica di vita vera e costante.    Sa Defenza
Mettersi in gioco, essere informati e resistere alla corruzione e l'acquisizione societaria d'Europa: Visita  http://corporateeurope.org/get-involved #
 Note

► Potrebbe interessare anche: