venerdì 8 giugno 2018

NASA: Mistero su Marte, trovato metano in atmosfera potrebbe provenire da una fonte biologica.

NASA: Mistero su Marte, trovato  metano  in atmosfera potrebbe provenire da una fonte biologica. 

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SA DEFENZA 



Molti di noi hanno visto ieri l'annuncio della NASA che è stata trovata  materia organica su Marte. Tuttavia, queste non sono forme di vita precedenti, ma solo materia organica da un punto di vista chimico.

Molto più interessanti sono i depositi di metano rilevati nell'atmosfera del pianeta rosso. Il metano era stato rilevato precedentemente nell'atmosfera di Marte in grandi pennacchi imprevedibili.

Qualcosa sta respirando su Marte

A seconda della stagione, ci sono diverse quantità di gas metano nell'atmosfera. La stessa NASA riscontra la presenza del "misterioso" gas. Gli scienziati dicono che NON possono escludere una fonte biologica.

Chris Webster del Jet Propulsion Laboratory della NASA:

"Questa è la prima volta che vediamo qualcosa di ripetibile nella storia del metano, quindi ci offre una mano per comprenderlo, tutto questo è possibile grazie alla longevità di Curiosity: la lunga durata ci ha permesso di vedere un campione "respirare'' in questa stagione" (Fonte)
Ci sono esseri viventi che respirano su Marte? Forse sotto la superficie?

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http://sadefenza.blogspot.com/2018/06/nasa-mistero-su-marte-trovato-metano-in.html

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IL GLIFOSATO E' GENOTOSSICO: STUDIO DELL'ISTITUTO RAMAZZINI

IL GLIFOSATO E' GENOTOSSICO: STUDIO DELL'ISTITUTO RAMAZZINI

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Sa Defenza 



Disponibili i primi tre articoli sulla fase pilota dello studio sul glifosato che l'Istituto Ramazzini sta conducendo grazie ai finanziamenti dei soci della Onlus. I risultati appaiono chiari: gli erbicidi a base di glifosato sono capaci di alterare importanti parametri biologici, danneggiano lo sviluppo sessuale e il microbioma intestinale e mostrano genotossicità.


Sono disponibili online i primi tre articoli sulla fase pilota dello Studio Globale sul Glifosato dell’Istituto Ramazzini; saranno pubblicati a fine maggio dalla prestigiosa rivista scientifica Environmental Health. Lo studio pilota ha indagato gli effetti degli erbicidi a base di glifosato (GBHs) su ratti esposti ad una concentrazione di glifosato equivalente alla dose giornaliera accettabile nella dieta secondo lo US Environmental Protection Agency (cRFD) (1)– 1.75 mg/Kg/die (somministrata in acqua da bere per un periodo 3 mesi). Lo studio si è focalizzato sui possibili effetti durante il periodo e ha coinvolto diverse Istituzioni ed Università in Europa e negli Stati Uniti.

I risultati mostrano che i GBHs sono capaci di alterare alcuni importanti parametri biologici, con particolare riguardo allo sviluppo sessuale, alla genotossicità, e al microbioma intestinale. I 300.000 euro che sono stati necessari per lo studio pilota sono stati raccolti grazie agli oltre 30.000 soci dell’Istituto Ramazzini Cooperativa Sociale ONLUS. E’ stata anche lanciata una campagna di crowdfunding (2) per supportare lo Studio Globale sul Glifosato a lungo termine che, alla luce di questi risultati, è ora ancor più necessario.

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Il glifosato è l’erbicida più usato della storia: 8.6 miliardi di chilogrammi di erbicidi a base di glifosato (GBHs) sono stati utilizzati nel mondo a partire dal 1974. L’uso di glifosato è inoltre aumentato di 15 volte a partire dall’introduzione nel 1996 delle coltivazioni geneticamente modificate (3).

Nel 2015 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo” (4). L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), in seguito alla valutazione dell’Istituto Federale Tedesco per la Valutazione del Rischio (BfR), ha successivamente affermato che il glifosato è “improbabile che ponga un pericolo cancerogeno per l’uomo” (5) e l’Agenzia Europea per la Chimica (ECHA) ha affermato che “le evidenze scientifiche disponibili non soddisfano i criteri necessari per classificare il glifosato come cancerogeno, mutageno o tossico per la riproduzione” (6). Una valutazione del glifosato da parte dello US Environmental Protection Agency (EPA) è attualmente in corso (7).

L’incertezza scientifica che circonda il glifosato e i GBHs ha inoltre determinato un’incertezza politica, come dimostrato dal rinnovo limitato a 5 anni della licenza per il glifosato che è stato concesso nel Novembre 2017 dagli Stati Membri dell’Unione Europea

L’Istituto Ramazzini e i partner dello studio, vista la situazione di incertezza, hanno cercato di fornire dati solidi e indipendenti per permettere agli enti regolatori, ai governi e ai cittadini di tutto il mondo di rispondere alla seguente domanda: il glifosato e i GBHs sono veramente sicuri alle dosi alle quali siamo esposti tutti i giorni?

Lo Studio Pilota

La fase sperimentale pilota dello Studio Globale sul Glifosato si è svolta presso l’Istituto Ramazzini di Bentivoglio, Bologna, a partire dal 2016. I 300,000 € per lo studio pilota sono stati raccolti grazie agli oltre 30.000 soci dell’Istituto Ramazzini Cooperativa Sociale ONLUS.

Per realizzare lo studio l’Istituto Ramazzini ha costruito una rete di partner autorevoli, che includono l’Università di Bologna (Dipartimento di Agraria, Veterinaria e Biostatistica), l’Ospedale San Martino di Genova, l’Istituto Superiore di Sanità, la Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York e la George Washington University.

Lo studio pilota, che costituisce la base per un successivo studio integrato a lungo termine, mirava ad ottenere informazioni generali sulla tossicità dei GBHS durante diversi periodi dello sviluppo (neonatale, infanzia, adolescenza), e ad identificare precoci marker espositivi. Il glifosato e un suo formulato (Roundup Bioflow, MON 52276) sono stati testati su ratti Sprague Dawley, a partire dalla vita embrionale fino a 13 settimane dopo lo svezzamento, esposti ad una dose di glifosato in acqua da bere equivalente alla dose giornaliera accettabile nella dieta secondo lo US Environmental Protection Agency (cRFD) (1)– 1.75 mg/Kg/die.

I risultati mostrano che I GBHs, anche a dosi considerate sicure e dopo un periodo relativamente breve di esposizione (equivalente nell’uomo ad un’esposizione dalla vita embrionale fino ai 18 anni), possono alterare alcuni importanti parametri biologici, in particolare relativi allo sviluppo sessuale, alla genotossicità e al microbioma intestinale. In particolare, i risultati hanno mostrano un alterazione di alcuni parametri dello sviluppo sessuale nei ratti trattati con GBHs, specialmente nelle femmine. Inoltre, i ratti trattati con GBHs hanno mostrato delle alterazioni statisticamente significative del microbioma intestinale, in particolare durante lo sviluppo. Per quanto riguarda la genotossicità, è stato osservato un aumento statisticamente significativo di micronuclei nelle cellule del midollo osseo nei ratti trattati con GBHs, in particolare nelle prime fasi della vita.

I ratti trattati con glifosato puro o con il suo formulato hanno mostrato livelli comparabili di glifosato e del suo principale metabolita (AMPA) nelle urine, dimostrando quindi un assenza di differenze significative nell’assorbimento ed escrezione di glifosato nei due gruppi di trattamento, ma suggerendo un effetto di bioaccumulo del glifosato proporzionale al tempo di trattamento.

Gli articoli peer-reviewed, già accettati per la pubblicazione , contenenti i dati sugli effetti sul microbioma e sui biomarker espositivi, saranno pubblicati a fine maggio nella prestigiosa rivista scientifica Environmental Health in formato open access (8, 9, 10). I dati sui parametri riproduttivi e sulla genotossicità sono attualmente in fase di peer review e saranno presto pubblicati.
La campagna di crowdfunding per lo Studio Globale sul Glifosato

L’Istituto Ramazzini, con il supporto di altri Istituti e Università indipendenti dall’Europa agli Stati Uniti, ha ora lanciato una campagna di crowdfunding per finanziare il più grande studio integrato a lungo termine sugli effetti dei GBHs. Infatti, uno studio a lungo termine risulta ora necessario per estendere e confermare le prime evidenze emerse nello studio pilota e fornire risposte definitive ai diversi dubbi che rimangono sugli effetti cronici sulla salute dei GBHs, inclusi gli effetti cancerogeni.

Il budget totale per questo studio è di 5 milioni di euro e la campagna sta già registrando il supporto di tanti cittadini, Istituzioni e ONG da tutto il mondo.

L’Istituto Ramazzini, in oltre 40 anni di attività, ha studiato oltre 200 composti presenti nell’ambiente generale e di lavoro e i suoi risultati hanno costituito una solida base scientifica per regolamentare e limitare l’esposizione ad un gran numero di sostanze. Esempi includono: cloruro di vinile, benzene, formaldeide, tricloroetilene e il pesticida Mancozeb.

Commenti degli Scienziati

Prof. Philip J. Landrigan, School of Medicine at Mount Sinai:

“L’obiettivo dello studio pilota, per sua natura, non è tanto quello di risolvere le incertezze sulla cancerogenicità del glifosato e dei pesticidi a base di glifosato (GBHs) che hanno fatto discute diverse agenzie (IARC, EFSA, ECHA), ma piuttosto ha saputo evidenziare alcuni effetti sulla salute che sono altrettanto importanti, che si possono anche manifestare a lungo termine con patologie oncologiche, e che possono affliggere un impressionante numero di persone, visto l’uso a livello planetario dei GBHs. Questi primi campanelli d’allarme devono essere necessariamente approfonditi con uno studio globale a lungo termine.”.

Dott.ssa Fiorella Belpoggi, Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni, Istituto Ramazzini

“Qualsiasi sia l’esito dello studio dell’Istituto Ramazzini, questo fornirà alle agenzie regolatorie e ai decisori politici solidi risultati indipendenti, ottenuti con un progetto di ricerca condiviso, sui quali potranno basare le loro valutazioni dei rischi e le loro scelte, incluso il futuro rinnovo dell’autorizzazione della licenza per il glifosato, previsto in Europa per il 2022.”.

Prof.ssa Jia Chen, Icahn School of Medicine at Mount Sinai in New York City

“I pesticidi a base di glifosato (GBHs) sono un importante fonte di preoccupazione per la salute pubblica a causa del loro diffuso e crescente uso. Come erbicida, il glifosato agisce inibendo la via di Shikimate che esiste non solo nelle piante, ma anche nei batteri, funghi e altri microbi. Ma attualmente non ci sono studi sui potenziali effetti dei GBHs sul microbioma intestinale nella popolazione umana. Il nostro studio fornisce le prime evidenze sul fatto che l’esposizione a GBHs di uso comune, a dosi considerate sicure, possa modificare il microbioma intestinale durante le prime fasi dello sviluppo, in particolare prima della pubertà. E’ ora necessario effettuare degli studi a lungo termine per dimostrare se le alterazioni del microbioma indotte dai GBHs possano causare ulteriori effetti sulla salute. In ogni caso, lo studio dei cambiamenti del microbiota durante alcune critiche finestre di suscettibilità è di grande importanza per la prevenzione”.

Prof. Giovanni Dinelli, Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari

“Lo Studio Globale dell’Istituto Ramazini è un valido approccio per conoscere e capire I potenziali effetti avversi sulla salute del glifosato, uno dei più controversi principi attivi utilizzati in agricoltura in tutto il mondo. Lo scopo principale non è solo quello di definire di per sé gli specifici effetti dell’erbicida, ma anche quello di definire e proporre un nuovo approccio per la valutazione tossicologica dei pesticidi: un nuovo paradigma per fornire ai decisori politici dati affidabili provenienti da istituti di ricerca indipendenti. Questo non è solo un nuovo paradigma, ma anche l’unica strada per evitare le incertezze e i dubbi relativi all’uso dei pesticidi in agricoltura.”.

Dott. Alberto Mantovani, Istituto Superiore di Sanità

“Un aspetto interessante è l’aumento correlato al tempo di esposizione del glifosato escreto immodificato nelle urine. Questo risultato potrebbe indicare un aumento della biodisponibilità del glifosato all’aumentare della durata dell’esposizione; un aumento della biodisponibilità, d’altro canto, potrebbe contrassegnare un aumento dell’esposizione interna di organi e tessuti bersaglio”

Prof.ssa Rossella Miglio, Università of Bologna, Dipartimento di Scienze Statistiche

“E’ stato interessante partecipare a questo progetto, che considero di grande importanza per la salute pubblica. Anche se questo studio pilota mostra alcuni risultati statisticamente significativi, è importante sottolineare che maggiori e solide evidenze scientifiche deriverebbero da studi di dimensioni maggiori. In particolare, questi permetterebbero di valutare alcuni effetti importanti che non possono essere valutati in un esperimento di piccole dimensioni”.

Prof.ssa Melissa J Perry, George Washington University:

“Anche se il glifosato è sul mercato da decenni, non è stato ben studiato, e sappiamo sorprendentemente poco sui suoi effetti sulla salute umana. Questo studio è stato progettato utilizzando dosi comparabili a quelle alle quali le persone sono esposte nel loro ambiente di vita di tutti i giorni, anche attraverso il cibo che consumano. Questo studio fornirà informazioni valide per una più chiara valutazione del rischio per la salute umana”.

Prof.ssa Marcella Spinaci e Prof.ssa Giovanna Galeati, Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie

“Pensiamo che questo lavoro sia di grande valore. Anche se i risultati preliminari su diversi parametri spermatici per ora non hanno mostrato effetti significativi (produzione giornaliera, conta e morfologia dello sperma) utilizzando il modello di ratto in vivo dell’Istituto Ramazzini, maggiori ricerche sono necessarie per studiare a fondo il possibile ruolo del glifosato e dei GBHs come interferenti endocrini su altri parametri riproduttivi, sia nei maschi che sulle femmine”.

Note:

(1) US Environmental Protection Agency (EPA). Glyphosate: Chronic Dietary Exposure Assessment for the Section 3 Registration Action . 2006.
(4) IARC (International Agency for Research on Cancer). Some Organophosphate Insecticides and Herbicides. IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans, Volume 112 (2017).
(5) EFSA (European Food Safety Authority). Conclusion on the peer review of the pesticide risk assessment of the active substance glyphosate. EFSA Journal 2015;13(11):4302, 107 pp. doi: 10.2903/j.efsa.2015.4302.
(7) US Environmental Protection Agency (EPA). Draft Human Health and Ecological Risk Assessments for Glyphosate. Accessed May 9th, 2018.
(8) Philip J Landrigan, Fiorella Belpoggi.The Need For Independent Research On The Health Effects Of Glyphosate-Based Herbicides . Environmental Health, 2018.
(9) Simona Panzacchi, Daniele Mandrioli, Fabiana Manservisi, Luciano C Bua, Laura Falcioni, Marcella Spinaci, Giovanna Galeati, Giovanni Dinelli, Rossella Miglio, Alberto Mantovani, Stefano Lorenzetti, Jianzhong Hu, Jia Chen, Melissa Perry, Philip J Landrigan, Fiorella Belpoggi. The Ramazzini Institute 13-Week Study On Glyphosate-Based Herbicides At Human-Equivalent Dose In Sprague Dawley Rats: Study Design And First In-Life Endpoints Evaluation . Environmental Health, 2018.
(10) Qixing Mao, Fabiana Manservisi, Simona Panzacchi, Daniele Mandrioli, Ilaria Menghetti, Andrea Vornoli, Luciano C Bua, Laura Falcioni, Corina Lesseur, Jia Chen, Fiorella Belpoggi, Jianzhong Hu.
The Ramazzini Institute 13-Week Pilot Study On Glyphosate And Roundup Administered At Human-Equivalent Dose To Sprague Dawley Rats: Effects On The Microbiome . Environmental Health, 2018.

Fonte: https://www.terranuova.it/News/Attualita/Il-glifosato-e-genotossico-lo-studio-dell-Istituto-Ramazzini

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giovedì 7 giugno 2018

Chernobyl: il fuoco radioattivo spazia su una delle aree più contaminate del mondo

Chernobyl: il fuoco radioattivo spazia su una delle aree più contaminate del mondo



Il 5 giugno 2018 è iniziato un grande incendio nella zona di esclusione di Chernobyl, che presto si è estesa alla "Foresta rossa", un'area di 10 chilometri quadrati (4 miglia quadrate) che circonda la vecchia centrale nucleare di Chernobyl.

Tristemente nota per essere una delle aree contaminate più radioattive al mondo , 126 vigili del fuoco sono attualmente sul luogo e tentano di spegnere l'incendio radioattivo. Nonostante l'evidente pericolo di incendio di un sito nucleare, i funzionari non hanno inviato ordini di evacuazione. Stanno affermando che l'incendio è stato un incendio di erba casuale e che il livello di radiazione è "normale".



I funzionari riferiscono che l'incendio, iniziato il 5 giugno intorno alle 10 del mattino, ha già bruciato circa 25 acri. A causa della radiazione e della posizione dell'incendio, non è possibile combattere correttamente il fuoco.

A causa dei forti venti, la fiamma tossica è particolarmente pericolosa e difficile da controllare. Finora, oltre a 126 vigili del fuoco che stanno cercando di spegnere l'incendio,ci sono anche gli elicotteri AN-32P e Mi-8  utilizzati per scaricare 41,5 tonnellate di acqua.



I meteorologi riferiscono oggi che il vento soffia verso nord - in direzione di Kiev, la capitale dell'Ucraina. Ecco perché Irma Krat, un'attivista nazionalista, ha pubblicamente invitato i suoi lettori e ascoltatori a "portare i bambini in casa, a chiudere le finestre e ogni 2-3 ore a lavare il pavimento delle camere". Ha aggiunto: "domani non camminate per le strade di Kiev a qualsiasi prezzo e non fatevi sorprendere  sotto la pioggia".

Ecco una foto di quanto sia grave la situazione sul posto.



A partire da ieri, ecco lo sfondo delle radiazioni in punti chiave in tutta l'Ucraina, secondo i rapporti ufficiali:
A Kiev, il governo afferma che il livello di radiazioni è di 10 microroentgen all'ora (un livello di fondo di radiazione sicuro è di 30 microroentgen all'ora). 
Nella città di Chernobyl stessa, il livello di radiazione è 24,1 microroentgen all'ora. 
Nell'attuale sito industriale della centrale nucleare di Chernobyl i livelli sono molto più alti: 50,7 microroentgen all'ora.

Non ci sono state notizie ufficiali di quante radiazioni ci sono oggi.

Ci sono stati altri incendi nella zona di esclusione di Chernobyl, anche se questo è molto grande e i venti aggiungono un altro livello di pericolo. Tali incendi spesso portano alla diffusione di elementi radioattivi ben oltre la zona di esclusione. Ovviamente, tali incidenti devono essere controllati il ​​più velocemente possibile.

Ci sono alcuni che sospettano che l'incendio sia doloso e potrebbe essere la vera causa dell'incendio, e molte persone non si fidano delle affermazioni del governo sul livello di radiazioni nell'aria. Ancora peggio, i venti potrebbero spostarsi in qualsiasi momento, e se lo fanno, non si sa fino a che punto le radiazioni potrebbero diffondersi. Mentre il fuoco sta ancora bruciando, continuerà a gettare nei cieli dell'Europa più radiazioni.



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I petroglifi di 3000 anni fa lasciati in Canada sono scandinavi?

I petroglifi di 3000 anni fa lasciati in Canada sono scandinavi?

Tara MacIsaac 



Peterborough Stone petroglyphs (Robin L. Lyke)

Centinaia di petroglifi sono incisi su una lastra di calcare cristallino di circa 180 piedi per 100 (un terzo delle dimensioni di un campo di calcio) a Peterborough, in Canada . Potrebbero essere stati lasciati dai nativi americani di Algonquin circa mille anni fa, o dai commercianti scandinavi qualche migliaio di anni fa. Quest'ultima affermazione sfugge alla comprensione comune della storia , che pone gli europei nel Nuovo Mondo molto più tardi. Ma ha avuto alcuni sostenitori di spicco.

Dicono che le raffigurazioni di animali, simboli solari, forme geometriche, barche e figure umane sulla cosiddetta Pietra di Peterborough riflettono uno stile usato nel Vecchio Mondo.
Una grande nave è stata disegnata in uno stile comune in Scandinavia.


Ad esempio, una nave di grandi dimensioni è stata disegnata in uno stile comune in Scandinavia, secondo il professore dell'Università di Boston Robert Schoch, un geologo istruito a Yale. Le opinioni di Schoch sulla Pietra di Peterborough sono state registrate dal giornalista Charles Giuliani nel suo articolo "An Alternative View of the Distant Past".

La nave è dotata di un ampio remo dello sterzo a poppa, che è incluso solo in navi lunghe più di 100 piedi. Non è noto che la popolazione locale nativa abbia prodotto tali vasi. Alcuni sostengono che i nativi lo immaginassero come una nave spirituale, che non intendeva raffigurare le proprie navi.




Esperti divisi su origini native americane

Il biologo di Harvard ha trasformato l'epigrafo Barry Fell e l'epigrafista istruito a Harvard e l'archeologo David Kelley entrambi hanno identificato i glifi come una scrittura proto-Tifinagh dal Nord Africa. Eppure questa antica scrittura dal Nord-Africa è stata apparentemente usata dagli scandinavi.

Scandinavi che usano una scrittura del Nord Africa?

Kelley ha paragonato i petroglifi di Peterborough ai glifi in Europa e Nord Africa. Scoprì che il proto-Tifinagh era usato nella Scandinavia dell'Età del Bronzo, più a sud in Italia e nel Nord Africa.
Il Proto-Tifinagh diede ai norvegesi illetterati la capacità non solo di registrare la propria lingua, ma di produrre record comprensibili per i loro partner commerciali mediterranei.

- Dott. Robert Schoch , Università di Boston

Nel suo libro del 1982, "Bronze Age America", Fell sosteneva controverso che i simboli della Pietra di Peterborough fossero raggruppati in modo significativo per documentare l'impresa commerciale di un re nordico dell'Età del Bronzo, Woden-lithi. La traduzione di Fell di parte delle iscrizioni recita: "Woden-lithi, di Ringerike, il grande re, ordinò che le rune fossero incise. Una nave ha preso. In-honor-of-Gungnir era il suo nome ... Per il lingotto di rame di ottima qualità è arrivato il re attraverso un processo ".

Mentre Kelley non era d'accordo con la traduzione esatta di Fell, era d'accordo sul fatto che la sceneggiatura fosse probabilmente lasciata dai commercianti scandinavi. Fell stimò che la data dei petroglifi fosse circa del 1700 aC . La stima di Kelley era dell'800 aC. Mentre molti accademici beffeggiavano le affermazioni di Fell, la reputazione di Kelley era più sicura, poiché si era guadagnato la fama per la sua decifrazione dei glifi maya.

Kelley ipotizzò che una singola rotta commerciale correva dal fiume Niger alla Scandinavia, e che gli scandinavi collegavano quella rotta al Canada .

Schoch elaborò il motivo per cui gli scandinavi avrebbero potuto usare la scrittura berbera nord-africana del proto-Tifinagh: "Molti di questi popoli erano abili navigatori e commercianti, come lo erano i norvegesi . Il commercio ha indubbiamente riunito berberi e norvegesi, e nel corso di quel contatto hanno imparato qualcosa delle rispettive lingue."



Nuove prove Gli antichi esploratori cinesi sbarcano in America, esperti di eccitazione

"Ma i norvegesi non avevano una lingua scritta. Il Proto-Tifinagh diede ai norvegesi illetterati la capacità non solo di registrare la propria lingua, ma di produrre record comprensibili per i loro partner commerciali mediterranei. I norvegesi portarono l'alfabeto ai loro fiordi e poi attraverso l'Atlantico al Nuovo Mondo ... Nel suo tempo e modo, l'Antico Norvegese nel Proto-Tifinagh non è più strano del moderno yiddish, un dialetto tedesco scritto nell'alfabeto ebraico, o maltese, il solo lingua araba scritta nell'alfabeto latino. "

Native Teaching Rocks

Il sito del petroglifo di Peterborough è noto ai nativi locali come il Teaching Rocks. La loro leggenda sostiene che sia un'entrata nel mondo degli spiriti, che un luogo in cui comunicare con gli spiriti.

Giuliani citava il giornalista freelance Patrick Huyghe: "Fell [era] ben consapevole che molte delle iscrizioni sul sito di [Peterborough] sono opera di artisti successivi di Algonquin che tentavano di imitare ciò che gli scandinavi avevano originariamente tagliato nel calcare. Ma le figure centrali della dea Sungod e della Luna e certi segni astronomici non sono chiaramente Algonquin. "


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mercoledì 6 giugno 2018

Monsanto, con l'inganno e silenziosamente, ha cambiato nome

Monsanto, con l'inganno e silenziosamente, ha cambiato nome

Sean Adl-Tabatabai 



Il gigante agricolo Monsanto è un serial killer. Da quando hanno iniziato a sviluppare l'erbicida cancerogeno a base di glifosato "Roundup" negli anni '70 e negli OGM negli anni '80 - milioni di persone in tutto il mondo sono morte come risultato diretto dei loro prodotti tossici.

A seguito di una valanga di denunce e critiche da parte dei leader mondiali , il gigante agricolo ha deciso di cambiare silenziosamente il suo nome nel tentativo di ingannare i consumatori e fargli pensare di non essere più esposti ai loro prodotti tossici e pericolosi.


Giovedì, la casa farmaceutica tedesca e l'azienda chimica Bayer hanno concluso il contratto da 66 miliardi di dollari per acquisire la Monsanto e il rebrand (solo di nome).

Businessinsider.com riporta: In una dichiarazione rilasciata lunedì , Bayer ha dichiarato di voler cancellare il titolo di Monsanto di 117 anni e d'ora in poi sarà conosciuto solo come Bayer.

"Bayer rimarrà il nome dell'azienda. La Monsanto non sarà più un nome aziendale ", ha affermato la società. "I prodotti acquisiti manterranno i loro marchi e diventeranno parte del portafoglio Bayer."

Il cambio del nome sembra essere parte di una mossa strategica orientata a distanziare il nuovo colosso dalla pubblicità negativa che circonda la Monsanto e gli organismi geneticamente modificati.

Prima annunciato a settembre 2016 come parte di una mossa volta a promuovere la ricerca e l'innovazione in campo agricolo, la fusione rappresenterà la più grande acquisizione della storia di Bayer e il radoppio delle dimensioni dell'azienda agricola.

Distanziandosi dall'etichetta Monsanto

Non si può pronunciare il nome di Monsanto in pubblico e non essere guardati con un 'occhiata fulminante. Per decenni, l'azienda è stata accolta con indignazione e disgusto pubblico a motivo della sua storia di rapporti controversi con gli agricoltori e al suo ruolo di spicco nella divulgazione degli OGM . Questa primavera, la Monsanto ha ottenuto un posto in un elenco molto noto delle 20 aziende più odiate in America .

La decisione di abbandonare il nome Monsanto, quindi, non è una grande sorpresa.

In una conferenza stanpa di Lunedi, Liam Condon, capo della divisione Crop-Science di Bayer, ha detto che la Monsanto aveva “in realtà  considerato di cambiare nome” in una sola volta, ma decise “di non farlo,per motivi di costi.”

Eppure, Condon ha detto, "è stato un problema per un certo tempo per la gestione della Monsanto ...  cercare di migliorare il marchio Monsanto."

"Siamo estremamente orgogliosi di tutto quel che abbiamo realizzato come Monsanto e desideriamo continuare ad accelerare l'innovazione in agricoltura mentre attendiamo un futuro con Bayer", ha detto Christi Dixon, responsabile delle relazioni pubbliche della Monsanto, in una dichiarazione rilasciata a Business. Insider, aggiungendo che nel frattempo, mentre la Monsanto opera indipendentemente da Bayer, "per noi sarà un business normale, compreso il nome della nostra società".

La Monsanto si sta anche muovendo per investire più profondamente in strumenti avanzati per l'editing genetico, un processo che può essere capitalizzato a fini agricoli per produrre prodotti più economici ma di qualità superiore. Molte aziende si stanno allontanando dal DNA delle colture modificate con OGM e altri metodi di modificazione genetica grezzi a favore di tecniche più precise come Crispr.

A marzo, Monsanto ha messo 125 milioni di dollari dietro la startup di editing genico Pairwise, una società il cui fondatore, Haven Baker, ha dichiarato a Business Insider che intendeva portare il primo frutto aggiustato con Crispr agli scaffali dei negozi, uno sviluppo che si aspetta in cinque o dieci anni. Tom Adams, che era il vicepresidente della biotecnologia globale della Monsanto, è partito per diventare questa primavera CEO di Pairwise .


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