mercoledì 28 novembre 2018

PUTIN ACCUSA DIRETTAMENTE POROSHENKO DI AVER ORGANIZZATO LA PROVOCAZIONE NEL CANALE DELLO STRETTO DI KERCH

PUTIN ACCUSA  DIRETTAMENTE  POROSHENKO DI AVER ORGANIZZATO LA PROVOCAZIONE NEL CANALE DELLO STRETTO DI KERCH 

Joaquin Flores





MOSCA, Federazione Russa - Con un'audace mossa diplomatica, che senza dubbio porterà conseguenze, il presidente russo Vladimir Putin accusa il leader ucraino Petro Poroshenko di aver organizzato una provocazione nello Stretto di Kerch.
"Ci sono chiari segni di una provocazione preparata in anticipo, progettata per usare questo come pretesto per imporre la legge marziale nel paese. Non ha nulla a che fare con i tentativi di regolare le relazioni tra Russia e Ucraina. Questo è un gioco dell'esasperazione ", ha detto il presidente, parlando al forum VTB Capital" La Russia chiama! ”.

Ha ricordato che le navi ucraine sono entrate nelle acque territoriali russe, che erano tali anche prima dell'annessione della Crimea.

"Senza rispondere alle richieste delle nostre guardie di frontiera, sono andati  direttamente verso il ponte. Non hanno reagito alle richieste di aspettare nell'area di attesa, gli è stato ordinato di tornare nell'area di attesa - anche dopo aver violato il nostro confine di stato, ma, sono rimasti in silenzio, e non hanno risposto ", ha aggiunto il presidente.

Le guardie di frontiera russe, come ha osservato dal capo dello stato, stavano facendo il loro dovere. "E come dovrebbero agire le guardie di frontiera? Quando navi militari invadono le acque territoriali della Federazione Russa e non rispondono, non è chiaro che cosa vogliono fare. Come dovrebbero agire? Se avessero agito in modo diverso, [le guardie di frontiera] sarebbero stati consegnati tutti alla giustizia ", ha detto Putin.

Gli esperti concordano ampiamente sul fatto che la provocazione di Poroshenko avesse lo scopo di provocare proprio la reazione russa che gli avrebbe dato il capitale politico per chiedere lo stato di legge marziale. È stato in grado di ottenere questo risultato dopo un combattimento con la Rada, arrivando a una condizione di compromesso la legge marziale per 30 giorni, e limitata a determinate regioni.

l'immagine riguarda la provocazione messa in atto dalla Marina Militare ucraina nello stretto di Kerch vicino al nuovo ponte che collega la Russia alla penisola della Crimea


Medvedev: "È Ovvio" - Poroshenko Non Ha alcuna Possibilità Di vincere le Elezioni

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MOSCA, Russia - Il primo ministro russo Dmitry Medvedev ha detto oggi che il presidente ucraino Petro Poroshenko non ha alcuna possibilità di vincere le elezioni in Ucraina il prossimo anno. E accade che quando il presidente ucraino ha imposto alla Rada la condizione di legge marziale "limitata" di 30 giorni, che sia gli analisti che i critici sono d'accordo nel dire che serva per migliorare le probabilità di restare al potere, tramite qualsiasi  meccanismo utile da giocare.

"È ovvio che l'attuale presidente Poroshenko non ha possibilità di vincere le elezioni da come stanno le cose al momento, e potrebbe non avere la possibilità di passare al secondo turno", ha detto Medvedev ai giornalisti.

Medvedev ritiene che le provocazioni dell'incidente nello stretto di Kerch siano state motivate per avere quei vantaggi politici che servono a Poroshenko per vincere.

Il primo ministro russo ha anche detto che l'incidente potrebbe portare a problemi economici per l'Ucraina.

"Ovviamente, questo incidente è un'ulteriore complicazione dei procedimenti in corso in Ucraina", ha affermato. "Ciò creerà seri problemi per l'economia ucraina", aggiunge, ed è ovvio che sia dannoso per le relazioni tra Russia e Ucraina.

Domenica, tre navi ucraine - Berdyansk, Nikopol e Yany Kapu - sono entrate illegalmente nel confine marittimo della Russia e sono state arrestate dalla marina russa.

In seguito, il servizio di sicurezza federale russo (FSB) ha dichiarato che le navi, che hanno tentato di utilizzare lo stretto di Kerch come ingresso al Mar d'Azov, dove le navi sono state messe in stato di detenzione dalla Russia, perché non hanno risposto ai requisiti legali di Stop.

Per il ministero degli Esteri russo, le azioni delle navi ucraine erano una provocazione e una violazione del diritto internazionale.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato durante un'intervista che potrebbe annullare il suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin, programmato per la riunione del G20 in Argentina a causa dell'incidente navale che ha coinvolto Russia e Ucraina nello stretto di Kerch.

Trump ha anche detto di aver richiesto un rapporto completo dalla sua squadra di sicurezza nazionale che dettagli le azioni di domenica della Russia nel Mar Nero.

Il martedì precedente, la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha detto in una conferenza stampa che Trump prevede di tenere diversi incontri bilaterali durante il vertice del G20. Nel suo discorso ha citato, tra gli altri, l'incontro con il presidente Putin.

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L’ENORME RAZZIA DI OPERE D’ARTE FATTA IN ITALIA DA FRANCIA NAPOLEONICA E GERMANIA NAZISTA.

L’ENORME RAZZIA DI OPERE D’ARTE FATTA IN ITALIA DA FRANCIA NAPOLEONICA E GERMANIA NAZISTA. PRIMA DI DAR LEZIONI DI EUROPEISMO RESTITUISCANO QUELLE MERAVIGLIE CHE RACCHIUDONO LA NOSTRA IDENTITA’

Antonio Socci  

“E credo che per ristabilire l’amicizia europea, sarebbe bene che – prima di tutto – i ladri restituissero la refurtiva”

Così tuonò Piero Calamandrei, nel suo storico discorso del 1951, a Londra, parlando delle “Opere d’arte in Italia e la guerra”.


Chi sono stati coloro che hanno “spogliato” l’Italia trafugando i suoi tesori? 


Anzitutto Germania e Francia, proprio quei paesi che oggi pretendono di insegnare l’europeismo e di condannare gli italiani come “nazionalisti” perché cercano di difendere i loro interessi.


Due volte hanno provato con le armi e il sangue a “unire l’Europa” sotto il loro dominio: prima con Napoleone e poi con Hitler. In entrambi i casi sono venuti in Italia a massacrare e derubare i nostri immensi tesori d’arte (che poi sono la nostra anima e la nostra identità).


Chi oggi vuole davvero “fare l’Europa” dovrebbe cominciare a chiedere – con Calamandrei – la restituzione della “refurtiva”. Ma non facciamoci illusioni. In questa Europa all’Italia si riservano solo attacchi. A noi nessuno restituisce alcunché.


Il British Museum di Londra ha appena deciso di far tornare in Nigeria (non definitivamente peraltro) i Bronzi del Benin, un’enorme quantità di oggetti artistici che gli inglesi si presero nel 1897.


Analoghe rivendicazioni arrivano da altre parti del mondo. Per esempio la Grecia chiede la restituzione dei marmi del Partenone portati via dall’Acropoli, verso Londra, nell’Ottocento. E l’Egitto vuole la restituzione della preziosa Stele di Rosetta che fu “presa” dall’esercito napoleonico e poi ceduta alla Gran Bretagna


Proprio la Francia napoleonica è, storicamente, fra i peggiori trafugatori di tesori artistici altrui. Ora a Parigi, una commissione insediata da Macron, ha raccomandato la restituzione delle opere portate in Francia nel periodo coloniale. Ma si tratta, appunto, delle razzie fatte in Africa (circa 46 mila pezzi).


Ciò che muove queste “restituzioni” è l’ideologia “politically correct” che alimenta i sensi di colpa delle potenze occidentali per il loro passato colonialista in Africa.

Ma all’Italia nessuno pensa di restituire nulla. L’Italia, che è lo scrigno più prezioso del mondo, dove la Francia napoleonica e la Germania nazista sono venute a fare razzia, non è nemmeno presa in considerazione.

Ogni tanto c’è da parte nostra qualche isolato sussulto. 


Proprio nei giorni scorsi il tribunale di Bologna ha disposto la confisca di otto opere di Tiziano, Tintoretto, Carpaccio e Veneziano – oggi esposte al museo nazionale di Belgrado – perché durante l’occupazione tedesca furono sottratte a una famiglia fiorentina dal gerarca nazista Hermann Göring e finirono, dopo la guerra, in Serbia. Ma quante speranze ci sono di riaverle?


D’altronde questa è solo la punta dell’iceberg. Salvatore Giannella, nel libro “Operazione salvataggio” (Chiarelettere), c’informa che “restando solo ai beni trafugati in Italia durante il fascismo e la Seconda guerra mondiale, l’elenco è lunghissimo. Non sono mai tornati almeno 1653 pezzi: 800 dipinti, decine di sculture, arazzi, tappeti, mobili, strumenti musicali, tra cui violini Stradivari, e centinaia di manoscritti”.


E stiamo parlando di “capolavori di Michelangelo, del Perugino, di Marco Ricci, oltre a sculture greche e romane e a tavole di primitivi di ottima fattura”.

Molte opere furono recuperate dopo la guerra e si tratta di autori come Leonardo, Michelangelo, Masaccio, Botticelli, Tiziano, Raffaello e Pollaiolo.

Ma oggi sembra che nessuno si occupi più di quei “prigionieri di guerra”. Anzi, probabilmente è proprio per un malinteso “spirito europeista” che negli anni scorsi si è voluto evitare di riaprire il problema (non sia mai che l’Italia difenda i suoi diritti), così restano da recuperare – come si è detto – quasi duemila pezzi di cui, talora, si sono completamente perse le tracce.


C’è poi il capitolo francese. Dopo le immani distruzioni di chiese monasteri e opere d’arte perpetrate dalla Rivoluzione francese, Napoleone – con il suo progetto di conquista dell’Europa – varò anche uno dei più colossali piani di rapina di oggetti artistici che si ricordi. L’Italia fu, ovviamente, la vittima principale della razzia.


Paul Wescher nel suo prezioso libro I furti d’arte. Napoleone e la nascita del Louvre” (Einaudi) descrive questo colossale ladrocinio che produsse “il più grande spostamento di opere d’arte della storia”, e che provocò anche immensi danni: “è difficile stabilire con esattezza quante opere d’arte di valore unico andarono distrutte o disperse in quei giorni”, scrive Wescher.


Impressionanti le pagine in cui racconta “il sistematico saccheggio di Roma”, oltre a quello di Torino, Napoli, Venezia e Firenze.


Dopo la sconfitta di Napoleone anche gli stati italiani cercarono di tornare in possesso delle opere “sequestrate”. Ma, a quanto pare, “su 506 dipinti di provenienza italiana, ben 248, ossia circa la metà, rimasero in Francia, e buona parte di questi provenivano dagli Stati della Chiesa”.


Fanno bella mostra di sé al Louvre e non solo. L’Italia da anni tace e acconsente. Questo è l’europeismo che piace a francesi e tedeschi.

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Antonio Socci

Da “Libero”, 25 novembre 2018


https://sadefenza.blogspot.com/2018/11/lenorme-razzia-di-opere-darte-fatta-in.html


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