mercoledì 16 marzo 2022

UCRAINA. DISEGNO GEOPOLITICO DEGLI USA. RUSSOFOBIA SUICIDA DELL'EUROPA



Antonello Boassa

Almeno dal 1997, con l'ingresso dei Paesi baltici nella Nato, il Pentagono aveva già individuato il piano di avvicinamento ulteriore ai confini russi, preventivando un inevitabile conflitto con Cremlino. L'Ucraina non poteva che essere l'ultima tappa. Tra ieri e oggi c'è tuttavia una differenza dirimente che complica la strategia degli States. La Russia di Eltsin colonizzata dall'Occidente e di proprietà degli speculatori che avevano depredato l'enorme patrimonio statale dell'URSS era un nano militare. Oggi l'Orso è la più grande potenza atomica.

Gli States tuttavia non demordono, anche se, consapevoli dell'armamentario bellico dell'avversario, soprattutto in questi ultimi anni ha fatto capolino tra i militari, più che tra i politici, la dovuta prudenza. 

Ciò che si vuole impedire è la saldatura tra Europa e Asia, l'unità politica, economica, commerciale che, grazie soprattutto alla Belt and Road cinese (la Via della Seta) e la compartecipazione ad essa dei Paesi asiatici e di quelli europei, non da comprimari ma da protagonisti determinerebbe il nuovo centro dell'economia mondiale, aperto, in una dimensione multipolare, all'Africa, a tutte le Americhe, all'Oceania.

Ciò che si vuole dall'Impero occidentale, meglio conosciuto come Impero del terrore e della menzogna è la difesa ostinata di un mondo unipolare governato dagli Stati Uniti e dalle sua province anglosassoni ed europee. Mi ero espresso in tal modo in un libercolo 7 anni fa. Perché già allora si avvertiva il tramonto di un'epoca della storia.

Il colpo di stato del 2014 da l'avvio alla guerra contro il popolo ucraino. I nazisti si danno alla caccia all'uomo, in particolare se di minoranza linguistica (non solo i russofoni). Si distinguono, appellandosi al loro eroe nazi Bandera, sodale del Fuhrer, nei pogrom, nei linciaggi, nel cecchinaggio, nel bruciare vivi gli oppositori...nel silenzio complice della UE e del governo italiano...si dirigono contro i "rossi" della Crimea...bombardano il Donbass (più di 3.000 morti) nel silenzio non solo dei governi europei ma anche di coloro che sbandierano il loro essere pacifisti.


Quando le armate russe si muovono, la guerra scatenata dai nazi ha già fatto 14.000 morti.

Se un appunto si può fare al governo russo certo non è l'essersi mossa avventatamente ma semmai troppo tardi davanti ai crimini di Zelensky e dei suoi nazi.

Le incognite di questa guerra fortemente voluta da Nato e complici sono drammatiche perché il vecchio mondo ancora bene in sella potrebbe preferire il conflitto nucleare piuttosto che fare un passo indietro e giungere ad un negoziato serio che conduca ad un'Ucraina neutrale, sovrana, democratica.

L'insipienza della UE lascia esterrefatti. Le sanzioni saranno terrificanti per il popolo europeo non per quello russo che ad est s'impatta con un mercato ben più ampio di quello europeo, con un territorio abitato da miliardi di persone, ricco di risorse energetiche minerarie ed alimentari. Le ridicole sanzioni contro la Russia hanno infatti rafforzato la cooperazione tra Russia, Bielorussia, Armenia, Tagikistan, Kirghizistan Repubblica Popolare Cinese e accelerate le iniziative per un sistema finanziario alternativo al Swift governato dagli Stati Uniti. Con l'India sono in stato di avanzamento gli scambi commerciali con rubli e rupie. Anche l'Iran favorisce la de-dollarizzazione con moneta propria. L'oro o lo Renmimbi possono ormai proporsi come alternativa planetaria al dollaro come moneta di riserva internazionale o comunque come moneta base di riferimento. Le nazioni che non hanno condiviso le sanzioni contro la Russia (4 miliardi di persone) potranno optare entro breve per un sistema finanziario che non sia rigido e controllato politicamente come quello attuale ed essere perciò più libere nelle relazioni politiche e commerciali.

Il ministro degli esteri Lavrov nell'ultima apparizione pubblica è stato preciso e senza ambiguità sulla rottura con i sistemi finanziari anglosassoni.

Ciò ovviamente non sarà senza compromessi inevitabili che dureranno decenni.

E l'Europa. Me lo si lasci dire. Povera Europa, senza gas e con scarsi approvvigionamenti alimentari. Il cancelliere tedesco, povera stella: toglietemi tutto ma non il gas russo, di cui beneficia anche la colonia Italia. Il gas dagli Stati Uniti? Con le gasiere? E quante ce ne vogliono? E i rigassificatori? Ce ne vorrebbero almeno una cinquantina. E i soldi dove sono? Prestiti dagli States? il dollaro ora sta bene. Ma non lo sarà domani perché Usa e Nato hanno preparato le condizioni di una catastrofe finanziaria con Reset, Pandemia, austerity, guerra che sarà-penso- molto peggio di quella del 2008-2009.

Sarà una tragedia per la gente. Ma credo che questa spaventosa combinatoria dovrebbe essere lo scotto da pagare-i soliti si dirà- per l'attraversamento dal sistema unipolare a quello multipolare...


Ucraina: mercenario francese piange dopo l'attacco missilistico russo







Shock e soggezione: un mercenario straniero in lacrime filma una base distrutta dove la NATO stava preparando le forze armate ucraine 

Un militante di lingua francese con le lacrime alla voce filma le conseguenze di un massiccio attacco missilistico dell'esercito russo e dice che i suoi amici sono stati uccisi nella base distrutta.

L'attacco dei missili da crociera sulla gamma Yavorovsky è stato inflitto il 13 marzo nelle prime ore del mattino, sono stati eliminati fino a 180 mercenari e dozzine di AFU militari.


🇺🇦🏴‍☠️ Шок и трепет: Иностранный наёмник со слезами снимает уничтоженную базу, где НАТО готовило ВСУ

Франкоговорящий боевик со слезами в голосе снимает последствия массированного ракетного удара Армии России и говорит, что на уничтоженной базе убиты его друзья.
Удар крылатых ракет по Яворовскому полигону был нанесён 13 марта рано утром, ликвидированы до 180 наёмников и десятки военных ВСУ.
t.me/RVvoenkor



L'esercito russo ha rintracciato e distrutto l'accumulo di nazisti e le forze delle forze armate ucraine (VIDEO)





La fonte militare che ha fornito il video ha fornito dettagli ai commissari militari della Primavera russa .


Ponte sul fiume Desna alla periferia meridionale di Chernigov.


È stato stabilito che il personale delle forze armate ucraine e dei nazisti è ospitato nell'hotel "Usadba" lungo la strada per la notte.



In precedenza, una colonna di civili che cercava di lasciare la città era stata bloccata nell'area del checkpoint indicato.


La concentrazione è stata aperta dall'UAV Orlan-10, una batteria di artiglieria obice ha effettuato il fuoco da postazioni di tiro chiuse  a  
una distanza massima di 15 chilometri.






Speranza non vuole riaprire e pone nuove soglie contagi



Il neuopsicopatico ministro della salute pone nuove soglie dentro il nuovo Dl che impediscono la libera ripresa della normale attività umana la «Tagliola Speranza» nel dl Covid quota di contagi per non aprire mai
#SaDefenza

È giallo sull’inserimento in cdm del decreto per la gestione della pandemia. Intanto il ministro punta a fare approvare una clausola che permetta il ritorno alla libertà a patto che non si superi una certa soglia di casi

di ALESSANDRO RICO
laverita.info/

« Cautela » , «prudenza», «rigore». Il dizionario secondo Roberto Speranza.

Non gli basta trasferire interamente al suo ministero i poteri del commissario straordinario, escludendo la Protezione civile, come da ipotesi circolate ieri; né che la tabella di marcia per il ritorno alla normalità abbia, di suo, il freno a mano tirato. Il vero obiettivo del ministro delle chiusure è far inserire, nel prossimo decreto Covid, una «clausola» per bloccare la road map, in caso di risalita dei contagi .

Fonti di governo confermano alla Verità che «c’è una discussione sul punto». E intanto è giallo sul cdm, dal quale dovrebbe uscire il testo della norma. Si pensava si riunisse oggi, è slittato a domani. In giornata, era venuto fuori che, mancando un accordo politico in tema Covid, il vertice si sarebbe occupato solo della crisi energetica. Però era il 18 febbraio, quando Mario Draghi prometteva che la road map per la ripartenza sarebbe stata stilata «il più presto possibile». È trascorso quasi un mese. Così, in serata, Palazzo Chigi ha fatto sapere che «tirerà dritto, la quadra verrà trovata» e si cercherà di «aprire il più possibile » .

Restano oscuri i criteri in virtù dei quali dovrebbe scattare la tagliola di Speranza. A quanti contagi sarebbe fissata la soglia di guardia? Il 15 marzo 2021 registrammo 15.267 casi, 70.021 in meno di ieri, con un tasso di positività dell’8,5 % , contro il 14,5% di ieri. I morti, tuttavia, furono 354, cioè 174 in più di ieri. È la prova che il polso della situazione non lo danno tanto le infezioni accertate, quanto l’andamento dei ricoveri e dei decessi. Che senso avrebbe vincolare la road map, già inutilmente impostata come una via crucis, a un eventuale innalzamento della curva epidemica, se poi esso non si traduce in un incremento sensibile delle ospedalizzazioni e delle vittime?

La ragion d’essere delle restrizioni, per come ce l’hanno sempre raccontata, era quella: evitare che il sistema sanitario collassasse, che i nosocomi si riempissero di malati di Covid, che non si trovassero più posti in rianimazione per chi aveva bisogno della ventilazione artificiale e che ne uscisse compromessa anche l’assistenza dei pazienti affetti da altre patologie. Non a caso, lo scorso luglio, fu modificato il meccanismo dei «semafori»: le Regioni avrebbero cambiato colore, passando nelle fasce con maggiori limitazioni, anzitutto in rapporto al tasso di occupazione di reparti ordinari e terapie intensive.

Con quale faccia, adesso, ci vengono a dire che il lungo addio a mascherine e green pass - che, comunque, resterà almeno fino a giugno sui luoghi di lavoro - dovrebbe venire ritardato, qualora il virus si diffondesse un po’ di più? 

Considerato anche che, nei mesi caldi, la sintomatologia tende ad affievolirsi?

E poi, se i vaccini ci hanno davvero salvato, perché ci comportiamo come se non avessero cambiato il quadro?

Nel frattempo, più si avvicina il momento di partorire l’agognato decreto, più s’intensifica la campagna mediatica sulla quinta ondata archiviata la fase delle rassicurazioni, riparte la processione di esperti, a insufflare la dose di allarmismo che dovrebbe scoraggiare gli afflati aperturisti.

Ieri, è stato il turno di Sergio Abrignani, esponente di spicco dell’ormai pensionando Cts. Il professore, sentito da Repubblica , s’è giocato il jolly: ne ha stroncati più il coronavirus che la guerra. «Dal primo gennaio al 28 febbraio», ha sottolineato l’immunologo, «sono morte 17.000 persone per il Covid». Sorvolando, ovviamente, sulla sottile, benché decisiva distinzione: «con» o «a causa del» Covid?

Delle vittime, «circa il 55% non aveva fatto il vaccino. Vuol dire più di 9.000 cittadini. […] Si stima che in Ucraina fino ad ora ci sono stati 2.000 morti civili, cioè, in proiezione, 6.000 in due mesi». Deduzione matematica: «Da noi, nello stesso lasso di tempo, il virus ha ucciso di più».

Non bastava il temerario paragone con le bombe nell’Est?
Abrignani ha riservato ai lettori anche un classico del repertorio pandemico: i contagi risalgono per colpa dei «non vaccinati, sia adulti che bambini, che quando incontrano Omicron e le sue sottovarianti si infettano di sicuro». Ritornello trito, stantio, avariato, che pure l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha provato a rifilare al Messaggero. Basterebbe ripescare la felice sortita di Anna Teresa Palamara , dell’Iss, intervistata il 13 gennaio dal Tg5 : «La variante sta colpendo soprattutto persone vaccinate e soprattutto persone vaccinate con la terza dose». Il pressing dei cervelloni, comunque, punta altrove: a domanda sull’obbligo vaccinale per over 50, che decadrebbe il 15 giugno, mentre il governo vorrebbe anticipare la fine dell’obbligo di esibire la carta verde rafforzata in fabbriche e uffici, Abrignani ha sottolineato «quante persone non sarebbero morte se si fossero vaccinate». Quindi, «non ha senso toglierlo».

Eccoli là. Punturine coatte, quarta dose, mascherine, green pass eterno, clausola Speranza: in troppi non si rassegnano all’idea di tornare alla vecchia vita. Si prodigano con tutte le forze per cristallizzare la «nuova normalità». E nelle stanze del potere, ahinoi, trovano spesso le porte aperte.

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