mercoledì 18 febbraio 2015

SARDINYA CAGLIARI: LA LOTTA DELLA GRECIA E' LA NOSTRA LOTTA FACCIAMO LA NOSTRA PARTE!

SARDINYA CAGLIARI: La lotta della Grecia è la nostra lotta facciamo la nostra parte!

CAGLIARI: Giovedì 19.02.2015 a partire dalle ore 17.00
Presidio di solidarietà in Via Garibaldi di fronte al Consolato greco

SARDINYA ΚΑΛΙΑΡΙ: Η ΚΑΤΑΠΟΛΕΜΗΣΗ ΤΗΣ ΕΛΛΆΔΑ ΚΑΙ «ΚΑΤΑΠΟΛΕΜΗΣΗ ΜΑΣ κάνουμε το μέρος μας!


Il ricatto della BCE al nuovo governo greco è un ricatto contro tutti noi. Il momento è ora, per fare in tutta Europa come hanno fatto i greci: alzare la testa e non avere paura.

Siamo tutte/i in gioco: La lotta della Grecia è la nostra lotta, facciamo la nostra parte

I promotori, nell’indire questa manifestazione pensano sia irrisoria la manovra del governatore della banca centrale europea di immettere sul mercato la somma di 720 miliardi di euro da parte della BCE. Si giudica ipocrita il comportamento di chi da un lato si dice amico e perfino fan di Tsipras e di Syriza e dall’altro saluta festante la manovra del governatore della banca europea, noi pensiamo che questa manovra riuscirà a chi fa il mestiere di speculatore di arricchirsi di più e a favorire ,  la perpetuazione dell'austerity e con essa l'abbattimento ulteriore delle condizioni di vita delle masse popolari . 

Il debito pubblico appositamente creato per mettere in ginocchio i paesi del'America latina e dell'Africa dall'impero americano e da quello europeo è stato lo strumento principale usato per imporre alla nazione aggredita politiche di tagli, di rinuncia alla difesa dei beni pubblici, di concessioni alle multinazionali per lo sfruttamento brutale del territorio, di privatizzazioni, condannando le popolazioni alla miseria e nei casi più gravi alla fame. 

Ora è la volta dell'Europa . Naturalmente le oligarchie politico-finanziarie iniziano con particolare avidità dalle vecchie periferie :IrlandaPortogallo, Spagna,  Italia, Grecia denominate con dispregio calcolato : PIIGS . Ed intanto si prepara la trappola per il resto del continente...

Chiariamo subito. Non è sul debito il vero scontro tra i PIIGS e la Troica ma è sulle "riforme" . La BCE ha elargito alle istituzioni finanziarie 4.000 miliardi di euro in pochi anni e può benissimo annullare parte del debito allo scopo di rilanciare un'economia asfittica che alla lunga non conviene neanche all'imperatrice Germania

Ma in questo caso la Troica, molto abile nel provocare ondate speculative , perderebbe il suo potere di ricatto per raggiungere i suoi veri obiettivi che coltiva fin dalle sue origini : le"riforme" necessarie al raggiungimento del potere assoluto delle multinazionali che dovrebbe compiersi definitivamente con accordi internazionali tipo: il TTIP , con le RDIE ,con TISA.

Il trionfo elettorale di Syriza segna una crepa nella rete politico-monetaria dell'Austerity e va salutato con grande partecipazione da chi ha sempre lottato contro l'austerity e i governi servili che la imponevano a tutto un popolo . 

La Grecia con Tsipras potrebbe costituire un esempio per tutta l'Europa mediterranea e ciò è fonte di grande preoccupazione per Berlino e per la Troica.

Il timore non è solo una possibile procedura di cancellazione di una parte del debito che venga richiesta dai Piigs ma anche e sopratutto il blocco delle "riforme" che potrebbe essere preteso non certo dai maggiordomi del potere ma da grandi manifestazioni di massa . 

Già oggi molte piazze europee hanno voluto dimostrare la loro solidarietà ad un programma politico che seppure ambiguo e in certi punti per nulla convincente ha avuto l'indubbio merito di smuovere grandi masse , di restituire dignità ad un popolo e di ridare fiducia a quanti in Europa hanno visto passo dopo passo perdere diritti conquistati lungo decenni di lotta

Beni pubblici svenduti, servizi esternalizzati, Atene non deve essere lasciata sola.  

I lavoratori europei non devono farsi abbacinare dai sacerdoti dell'austerity e devono invece occupare in massa le piazze e radicalizzare le lotte . 
La sconfitta di Syriza, un cedimento del programma elettorale sarebbe un disastro politico che riguarderebbe non solo la Grecia ma tutta l'Europa...e senza una grande partecipazione popolare-crediamo- sarebbe inevitabile.

CAGLIARI: Giovedì prossimo 19.02.2015 a partire dalle ore 17.00 

Presidio di solidarietà in Via Garibaldi di fronte al Consolato greco



per adesioni:
Salvatore  3472723955   salang@alice.it

Antonello 3477584275 antonelloboassa@gmail.com

La BAYER appare povera al fisco. Giuste tasse per le multinazionali!

La BAYER appare povera al fisco.
Giuste tasse per le multinazionali!



La compagnia chimica e farmaceutica BAYER sposta sistematicamente i profitti in paesi a tassazione ridotta. In questo modo, la multinazionale riduce il suo carico fiscale a spese dei contribuenti in Germania, Stati Uniti e Francia.

La BAYER, nella sola Olanda, ha 15 compagnie sussidiarie. Ma questo ha poco a che vedere con i sentimenti patriottici del suo amministratore delegato, Marijn Dekkers. La vera ragione è che l'Olanda promuove aggressivamente la sua offerta di risparmio sui profitti commerciali. L'uso di proprietà intellettuale e di marchi d'affari, per esempio nelle cosiddette "patent boxes", è tassato solo al 5%. Quindi le sussidiarie della BAYER in Germania o nel Regno Unito, possono portare le spese per la licenza dell'aspirina, in detrazione fiscale, mentre queste stesse spese fanno poca differenza sui profitti in Olanda. Il paese va bene anche per ospitare una banca interna della Compagnia che presta soldi alle varie divisioni per fare investimenti. L'interesse sui crediti riduce le tasse in Germania, ma non riduce i profitti a Mijdrecht, dove ha sede la BAYER WORLD INVESTMENTS B.V.

Nel 2012 la BAYER ha trasferito azioni per un valore di 1,4 miliardi di euro dagli Stati Uniti alla BAYER WORLD INVESTMENTS in Olanda. La sussidiaria BAYER GLOBAL INVESTMENTS ha ricevuto 536 milioni di euro dalle divisioni francesi e la BAYER CAPITAL CORPORATION ha concesso prestiti per 1,3 miliardi di dollari in Olanda.

La BAYER usa anche il Belgio per evadere le tasse, perché il paese consente gli interessi sulle azioni. Nel 2011 la Compagnia ha raddoppiato i fondi della sua sussidiaria ad Antwerp, portandoli a 8 miliardi di euro e ha poi trasferito quasi completamente un profitto di 254,8 milioni di euro in Germania. In Belgio ha dovuto lasciare solo 10,8 milioni di euro equivalente alla quota di tasse del 4,3 per cento. In Lussemburgo la BAYER approfitta delle concessioni sulle assicurazioni. In questo paese hanno la sede le sue due compagnie di assicurazioni, INDURISK RUECKVERSICHERUNG AG e PANDIAS RE AG.


Il trucco è quello di fare i profitti dove non vengono tassati e le perdite dove il fisco è minaccioso. Il Capo del settore Strategie e Portafoglio della BAYER, Werner Baumann, chiama questa tattica "variazione nella distribuzione geografica dei risultati". Baumann è il capo del dipartimento Progetto Fiscale Globale. Gli impiegati di questo dipartimento lavorano, tra le altre cose, sulla "pianificazione fiscale" e sui "prezzi di trasferimento", cioè calcolano i prezzi per gli scambi, tra compagnie interne, di marchi, licenze e prodotti finiti.
La fuga dalle tasse è molto dannosa per la società. Lo si può vedere nella città tedesca di Leverkusen, dove è situato il quartier generale della BAYER. Sebbene la BAYER sia la compagnia tedesca di maggior valore, Leverkusen ha problemi economici da due decenni. Alcuni anni la municipalità è stata costretta a introdurre bilanci di emergenza perché la BAYER paga pochissime tasse e in certi anni come il 1999, il 2001, il 2003 e il 2004 niente del tutto

L'ultima notizia catastrofica per Leverkusen è del maggio 2014 ed è collegata all'acquisizione, da parte della BAYER, della MERCK's per i prodotti da scaffale in libera vendita. Annunciando l'acquisto, la Compagnia ha dichiarato: "La BAYER si aspetta notevoli riduzioni fiscali a un anno dal completamento dell'affare". Nella sola Leverkusen si perderanno decine di milioni di tasse. Quest'anno la municipalità incasserà soltanto 60 milioni di euro dalle tasse sul commercio di tutte le compagnie. Per fare un confronto, nel 1990 la sola BAYER pagò oltre il doppio di quella cifra.


La riforma tedesca del 2001 del regime fiscale per le multinazionali, ha giocato un ruolo significativo nella riduzione delle tasse pagate dalle multinazionali tedesche. Da allora e per anni, la BAYER non ha pagato tasse sul commercio né sui profitti. Tra il 1997 e il 2000 la Compagnia ha pagato circa un miliardo di euro all'anno di tasse. Nel 2009 la cifra era scesa a 511 milioni e a 411 milioni nel 2010. La "legge d'oro" che ha reso possibile tutto questo è stata presentata da Heribert Zitzelsberger, ex capo del dipartimento fiscale della BAYER, spedito dalla Compagnia al Ministero delle Finanze della Germania


La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla BAYER (CBG GERMANIA) chiede la fine di questa distruttiva corsa all'eversione fiscale. Jan Pehrke del Consiglio della Coalizione afferma: "Il fatto che la BAYER, contribuisca poco o nulla al finanziamento della comunità è inaccettabile. La compagnia continua a non assumersi le sue responsabilità verso il pubblico, a spese del contribuente che deve saldare il conto pagando più tasse e imposte. E' ora di fare qualcosa perché le grandi compagnie si accollino la loro parte del peso fiscale!". La Coalizione sta monitorando la BAYER dal 1978


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