giovedì 30 settembre 2010

1-2-3 ottobre: campeggio libertario antinucleare e antimilitare

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Quello del Salto di Quirra è il poligono sperimentale più grande d’Europa. In questo poligono fabbricanti di morte e militari sviluppano e sperimentano nuovi sistemi d’armi, uomini e donne si addestrano per uccidere.

Negli anni ’50 quando basi e poligoni in Sardegna vennero istituiti, essendo appena terminata la guerra, il rifiuto del militarismo era patrimonio diffuso nelle nostre comunità. Per questo a maggior ragione lo Stato fece credere alle popolazioni che quello che si andava a creare non fosse un luogo di guerra, bensì un poligono dedicato alla ricerca spaziale e civile. Questa favola continua ancora oggi, infatti il ritornello è sempre lo stesso; propagandando un uso civile dell’area si vuole imporre un ampliamento vero e proprio per esigenze strategiche a scopo militare. E anche su quest’imbroglio si basa tutt’ora la pacifica convivenza tra la popolazione e il poligono.

Un’altra favola è quella secondo cui la base è portatrice di ricchezza, benessere e posti di lavoro: a fronte di poche centinaia di civili impiegati occupa 12.000 ettari di territorio, una quindicina di comuni limitrofi sono esposti direttamente alle conseguenze delle attività e sperimentazioni belliche. Decine di ettari di terra per ogni lavoratore assunto in base! Nel frattempo l’emigrazione continua come cinquant’anni fa.

Ciò che realmente la base ha portato è un aumento del controllo e della militarizzazione, un inquinamento insidioso e invisibile, ma che causa in ogni momento malattie e morte tra la popolazione. Basta dire che nella frazione di Quirra si osserva un incidenza di tumori emolinfatici mortali almeno dieci volte superiore alla media regionale, mentre a Escalaplano in un solo anno si sono verificate 8 malformazioni gravissime su 21 bambini nati. Malformazioni, aborti e terribili malattie si verificano con grande frequenza tra il bestiame presente in prossimità del poligono.

Fino a poco tempo fa la risposta dello Stato è stata quella di negare l’evidenza, fino alla grottesca affermazione dell’allora generale Molteni che arrivò a dichiarare che le deformazioni sono dovute al fatto che i sardi si accoppiano tra parenti!

Nel momento in cui non si poteva più fare finta di niente lo Stato ha ammesso le sue colpe concedendo degli indennizzi alle popolazioni colpite dalle attività belliche; ammettendo che le basi sono pericolose, dannose e mortali. Ma al posto di eliminare le cause di morte, inquinamento, malattie e sofferenze dai territori interessati, i progetti delle istituzioni politiche militari prevedono un ampliamento della militarizzazione e un’intensificazione delle attività del poligono, alla ricerca di armi di distruzione sempre più letali e sofisticate.

I fatti dimostrano che la possibilità di convivere con il poligono militare è una pura illusione, alimentata dalla propaganda militarista. Conviviamo con lo sviluppo e la produzione di armi distruttive, utilizzate ogni giorno nelle guerre di sterminio in tutto il pianeta, i soldati nelle strade. Accettare questa convivenza ci rende le prime vittime e i primi complici di questa vergogna.

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