mercoledì 16 maggio 2018

PIGLIARU è come CIMABUE: UNA NE PENSA, NE COMBINA DUE!

PIGLIARU è come CIMABUE: UNA NE PENSA, NE COMBINA DUE!  

INIZIA LA SVENDITA  DEL PATRIMONIO TURISTICO SARDO AI CINESI...




Che in Sardinya avessimo la classe politica più inetta al governo della RAS era risaputo a tutti noi Sardi, e che fossero anche dei venditori di fumo lo sapevamo, non tanto per una visione politica  contrapposta per forza al PD, ma per la sola e concreta analisi delle azioni economiche mancate e il menefreghismo verso le problematiche profonde che affliggono la società sarda (disoccupazione ai massimi livelli in Italia e Europa, malasanità , abbandono dell'agricoltura e allevamento, politica inesistente  sul turismo e sulla archeologia) , onde per cui la sola visione meramente superficiale della realtà politica della RAS  risulta essere catastrofica;

Ora dopo aver già svenduto parte della sanità agli arabi con il Mater di Olbia,  lasciando sprovvista  la capitale sarda di un centro sanitario efficiente a favore del privato arabo , poi con la compartecipazione cinese al Centro ricerche di Pula, con il laboratorio misto fra Huawei e il Crs4,  ora si cimenta nella svendita del turismo nel sud Sardinya, ai cinesi della Holding Fosun.
Hotel e strutture turistiche da comprare, da costruire o da inventare. E posti che possono diventare miniere d'oro. Nella lista dei possibili investimenti ci sono anche ex arsenale (La Maddalena), aeroporti (forse quello militare di Cagliari) e Burgos. E addirittura collegamenti: i turisti cinesi potrebbero sbarcare nell'isola con un diretto Shangai-Sardegna. L'ipotesi di un ponte aereo intercontinentale non era mai saltata fuori. A suggerirla è stata Julia Gu, vice presidente della Holding Fosun, proprietaria di Club Med e di tanto altro, evidentemente convinta dal viaggio non proprio facilissimo per arrivare in Sardegna, per parlare con i vertici della Regione. Un consiglio che non ha lasciato indifferente Francesco Pigliaru: «Ci lavoreremo», ha detto il presidente.   lanuovasardegna
Mentre  il professorino , sorride  ai nuovi colonialisti pieni di soldi, immaginiamo cosa accadrà al turismo nostrano già in difficoltà per i costi eccessivi dei trasporti di cui la RAS e Giunta del PD e soci se ne fregano beatamente, inoltre sappiamo di quanto siano bravi i cinesi nell'emulare imitare il nostro artigianato le produzioni manuali di  tessitura così rinomate e belle, cosa accade alla nostra  filiera artigianale.
Come dice e suggerisce l'amico Alessandro  : "Hanno osservato e dato vita a imitazione del nostro artigianato, immettendo nel mercato prodotti che sono tutto fuorché prodotti nati dalle mani sapienti dei nostri artigiani "made in Sardinia", cercando di distruggere la creatività del nostro popolo.L'artigianato in Sardegna sta morendo, l'agricoltura e la pastorizia sono in ginocchio, le infrastrutture scarseggiano. Invece di cercare soluzioni, di proteggere e preservare la creatività, di dare speranza e dignità ad un popolo, "taluni" svendono tutto il patrimonio sardo, con tanto di catalogo!"
Ci pare di vederlo il presidente PIGLIARU mentre si accinge a prendere in mano il megafono per gridarci dentro, mentre gli astanti compratori si fanno attorno,  " ...prego signori , fatevi avanti che la Sardinya è in vendita a prezzi stracciati, venite e prendetevi tutto quel che vi pare.."
Il gruppo Fosun non scherza. È un nome serio. Anche finanziariamente: può vantare un fatturato di 14 miliardi di euro con un utile di 1,7 miliardi l'anno. Alla guida del Cda c'è un imprenditore, il fondatore, che si chiama Guo Guangchang, 51 anni. Nel suo impero c'è un po' di tutto. Sembra un governo con i ministeri: salute (ospedale e farmaci), turismo (club Med e partecipazioni alla Thomas Cook) e sport. Soprattutto calcio: la squadra dei Wanderers è neopromossa in Premier League e giocherà il prossimo anno con Manchester, Liverpool e tutto il top del calcio inglese. 
Ieri il gruppo si è presentato a Cagliari con tre delegati: oltre la vicepresidente c'erano il direttore degli investimenti Bruce Zhou e un altro rappresentante del colosso, Elmer Cai. Dall'altra parte del tavolo Pigliaru e il vicepresidente Raffaele Paci. In mezzo a loro uno schermo collegato a internet per andare subito a vedere posti e possibilità. Ad esempio, nelle battute finali dell'incontro è comparso sul monitor il porto canale di Cagliari. Ma la delegazione vuole vedere i siti anche da vicino. E infatti ha cominciato un tour che andrà avanti sino a domani. Ma non solo per vedere genericamente le bellezze della Sardegna. Ma per studiare ipotesi concrete di investimentolanuovasardegna 
 Non che non ci piacciano gli investimenti esteri nella nostra terra, ma dobbiamo sapere che il signor Pigliaru  potrebbe trasformare la Sardinya in un "Eldorado"  semplicemente applicando la legge esistente sulla Zona Franca, ma  da buon professore stipendiato e benestante al servizio di
"Roma Ladrona" si ostina a disattendere le aspettative della micro, piccola e media impresa sarda e pure italiana,  ne impedisce il suo sviluppo , espansione e ripresa per caparbia e indolente incapacità di ascolto e di azione di un fattore enorme come questo della Zona Franca.

L'esasperazione di fronte a tanta ipocrisia e ostinazione di fare il proprio dovere  al servizio dei sardi ci induce a chiedere a viva voce  l'intervento della magistratura sarda affinché rivolga la sua attenzione a questi comportamenti illegali nella disapplicazione di una Legge Nazionale e pure Regionale  sulle ZONE FRANCHE  e i PUNTI FRANCHI, che giacciono fermi e disattesi da almeno un ventennio!

Inoltre da non dimenticare come ha ben detto la Dr.sa Randaccio,  parlando delle Zone Franche , afferma : " Sono tutte vendite NULLE ...perché nelle zone franche gli stranieri non possono comprare ..svegliamoci e denunciamo la truffa della Regione.."



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COMPRENDERE LA QUARTA TEORIA POLITICA DI DUGIN

COMPRENDERE LA QUARTA TEORIA POLITICA DI DUGIN

FRANCESCO MAROTTA
GEOPOLITICA
SA DEFENZA 






In questo scritto, vogliamo analizzare e provare a dare una chiave di lettura della “Quarta Teoria Politica” del filosofo e saggista Aleksandr Gel’evic Dugin. Non mancheranno degli spunti di riflessione come ha scritto lo stesso Dugin, trattasi di un “cantiere aperto”, accessibile a tutti ed in fase di osservazione e studio. Nella seconda edizione dell’opera, pubblicata da Nova Europa Edizioni il 1 novembre 2017, troviamo dei testi inediti e la Prefazione scritta dell’autore per il pubblico italiano. L'introduzione dell’editore a cura di Luca Siniscalco, invoglia a comprendere l’ispirazione ermeneutica di Dugin, i suoi studi antropologici, sociologici, filosofici, dell’economia, della geopolitica, delle civiltà e dei tempi in cui viviamo. Anche se non ci convince pienamente… Un primo doveroso e sentito ringraziamento va a Camilla Scarpa.

Metastoria e Quarta Teoria Politica


Il corso degli eventi storici che ha sancito la fine della Modernità e l’inizio della post-modernità, spesso viene interpretato quale fosse una linea retta che contempla un approccio riguardante il futuro mai improntato sull'avvenire, bensì su ciò che possiamo scorgere e che è di lì a poco a venire. La lettura del passato, viene mortificata dall'adorazione di uno e più periodi storici, quando nulla nella Storia si è mai riproposto in maniera identica. Simile ma non identica. Comprendere il presente è sempre più difficile, poiché viene intrappolato dalla fenomenologia del presentismo e da «La Cultura del narcisismo», divenendo pressappoco un oggetto inanimato del solipsismo del desiderio — qui, ora e subito — che va ad aggiungersi al condizionamento della futurologia contemporanea. A distanza di anni dal 9 novembre 1989, la data dell’abbattimento del Muro di Berlino, la convinzione di impiantare le tre ideologie moderne, il liberalismo, il comunismo ed il fascismo, all'interno di una attualità, che non dimentichiamolo è dominata esclusivamente dal neo-liberalismo, spinse Dugin ad elaborare La Quarta Teoria Politica, intensa come il superamento delle ideologie dell’epoca moderna. La sua volle essere — lo è tuttora — una critica ed uno sprono a trovare un'alternativa al liberalismo e alla globalizzazione, privi di una visione ideologica. Nonostante il perdurare del nichilismo capitalistico dove però, è ancora possibile scorgere un’alternativa a questa visione del mondo.


La Quarta Teoria Politica e il Dasein di Heidegger
Riprendendo giustamente quello che ha scritto Luca Siniscalco nella sua Introduzione, capire la visione del proprio mondo richiede un esercizio che pochi hanno voglia di intraprendere, per il motivo che implica Fare i conti con se stessi. E questo, ancor prima di osservare scrupolosamente il modello geopolitico unipolare guidato dagli Stati Uniti e dai loro alleati occidentali; l’esempio di quanto l’Occidente sia in grado di auto-produrre un americanismo automatico, nonostante il declino del soft power sia evidente ovunque, i meccanismi che regolano l’economia di mercato della globalizzazione, la «società depressiva» e lo sfascio dell’ideologia neo-liberale. Insomma, prima di porre una critica serrata al «Pensiero Unico», dobbiamo necessariamente rafforzare il processo di completamento con il proprio Sè attraverso ciò che non è l’Io, individuabile nell'Altro; ovvero, in quelle realtà che non siano parte completa e non vogliono sottostare al nichilismo post-moderno. Presenti, anche in Nord America, in America Latina, in Medio Oriente, in Europa, in Asia, ecc… A tal proposito, il professor Dugin pone l’attenzione su l’uomo in quanto Dasein — l’Esserci, o Essere Qui — di Heidegger, libero dall'individuo empirico e conscio della categoria ontologica. Suggerendoci, nella Quarta Teoria Politica, una netta distinzione dalle tre ideologie della Modernità in quanto «è pluralista» e «crede nella molteplicità e nella diversità dei Dasein di ogni cultura e civiltà», per la motivazione che ogni società possiede il proprio Dasein, malgrado la Concezione del mondo neoliberale continui ad anteporre l’individuo al posto dell’uomo.


La teoria di un inizio aperta ad ogni contributo
Se il Dasein riveste il ruolo di “soggetto” della Quarta Teoria Politica, ognuno può cimentarsi nelle riflessioni che ritiene opportune. Per quello che ci riguarda, siamo propensi a pensare che il Dispotismo senza frontiere e il nuovo regime di libero scambio che cita in giudizio gli stati in tribunale, quando nei rari casi la Politica fa il proprio mestiere e fissa un argine alle de-regolamentazioni che gli impediscono di sfruttare al massimo gli investimenti a costo zero dai facili profitti, tutto sommato non sia poi così in crisi. Per riappropriarci della natura implicita del Politico che Dugin riprende dal filosofo Giorgio Agamben, il Politico o è verticale oppure non esiste, bisogna porre un occhio di riguardo al neo-liberalismo che pur di non scomparire, «orienta i suoi sforzi sulla forza di espandersi e contrarsi a seconda dell’utilizzo degli spazi perfino temporali, volgendo lo sguardo avanti e rifacendosi al passato». Ma contemporaneamente anche al Capitalismo, il quale pur di aumentare la sostenibilità del profitto, favorisce la dialettica dell’illimitatezza per giustificare ogni nefandezza possibile ed inimmaginabile. In breve, dobbiamo considerare l’ideologia liberale e del Progresso, la pastoia dottrinale di cui si serve il Capitalismo post-moderno e non il contrario.


La filosofia politica della Quarta Teoria Politica
Addentrandoci nel pensiero di Dugin, è possibile intravedere l’essenza della metapolitica che racchiude in sé le cose al di fuori della politica, al suo interno, nell'ambito dell’antropologia politica, diventando fonte di ispirazione per la Politica. Evidenziando, l’esistenza di un asse orizzontale della governance «che ha cancellato il nostro patrimonio di riferimenti politici per sostituirli con i termini tendenziosi del management» cui si contrappone un asse verticale dal basso verso l’alto, del popolo contro le élite. La Quarta Teoria Politica, intravede le storture dei «politici diventati biopolitici» e della Politica che da qualsiasi parte la si guardi, da destra come da sinistra, riflette le principali declinazioni del liberalismo politico. Ma soprattutto, vuole anche indicare che esiste un altro modo di intendere la Politica che esula dall'utilitarismo, dalla metodologia del “coaching” politico, della gestione-azienda e dell'economizzazione amministrativa della Politica. È un dato di fatto che il ritornello dell’ideologia dei diritti umani che impone un egualitarismo totalizzante senza riconoscere le differenze, convince sempre meno. Il mondo, contrariamente a quello che ha scritto Dugin, non si appresta ad assistere all'imminente Apocalisse e tanto meno, la post-modernità non somiglia al “regno dell’Anticristo”. Piuttosto…


Capire il momento storico che non è un continuum
Tralasciando l’ambito teologico, la comparsa del deismo, dell’ateismo e del materialismo delle «società monoteiste che erano influenzate dal razionalismo» citati da Dugin, dobbiamo fare un ulteriore ragionamento. Per comprendere a pieno la società della post-modernità, dobbiamo pensare ad una forma di liquidità quasi onnicomprensiva. Al giorno d’oggi, sono davvero pochi i popoli che riescono a sottrarsi da una governance in cui è mentalizzata nel profondo, l’idea che la società sia un qualcosa di diverso dal mercato (dal latino. sociětas -atis, der. di socius «socio»), senza rispettarne alla lettera il significato etimologico. Il dibattito verte sul tipo di «Comunicazione Emozionale» che intercorre tra la governance e la società: l’uomo non è più il bersaglio della programmazione della coscienza di un mercato, oppure, un consumatore famelico come negli anni ‘90. Da inizio secolo, è entrato a pieno titolo nel processo di produttività accelerata della logica della merce come fruitore non più subordinato. Questa mentalità è diffusa in ogni affranto delle società: trattasi ormai di un automatismo rispondente alle consuetudini umane. Il primo nemico è la società in quanto tale, e, la sua forma mentis non è circoscritta, al solo Occidente. Ed è per questa ragione, come ha scritto Dugin, dobbiamo fare il massimo sforzo per costruire «un’ontologia fondamentale e lo studio dell’Essere», lasciatici in eredità da Heidegger. Nell'insieme, trattasi di una congiuntura che non è irreversibile ma temporale. Sta solo a noi capire il «momento», facendo il possibile per sancire la fine.


Il concetto degli spazi e della geografia
Dal mondo unipolare a guida americana e occidentale, in realtà qualcosa è cambiato. Innanzitutto, abbiamo davanti ai nostri occhi un assetto internazionale sempre più multipolare, rappresentato in prevalenza dalle alleanze di Europa, Russia, Stati Uniti, Cina-India, Centro-Sud America, Giappone e Corea. La guida unica, quella del blocco dei Paesi aderenti al Patto Atlantico e l’intera civiltà occidentale che sotto la guida degli Stati Uniti diedero il via al mercato economico globale, sono costretti a rivedere i loro piani. Nel saggio che vi proponiamo e che molti di voi avranno già letto, emerge il configurarsi del Nomos della terra di smithiana memoria. Le potenze di mare, difensori della globalizzazione e della “Modernità liquidità”, si confrontano con un ritrovato senso di «Spazio» e le derivazioni del Nomos della terra, riaffiorano: la spinta primigenia del legame smarrito fra Ordnung e Ortung, dello stabilire un ordine, di ubicarlo e localizzarlo hanno rivitalizzato l’arcaica pulsione dell’occupazione del suolo. La Geografia dei luoghi, andata continuamente scemando per via dell’impossibilità di definire delle coordinate spaziali nell'epoca della globalizzazione, torna ad essere di primaria importanza. E con lei, la nozione di ethnos: intesa come «una comunità caratterizzata da omogeneità di lingua, cultura, tradizioni e memorie storiche, stanziata tradizionalmente su un determinato territorio», composta da tutte le distinzioni del caso ma nell'insieme, con molte più cose in comune, all'Origine, di qualsiasi altre.


La Grande Europa è la sfida alla globalizzazione
In ultimo, per lasciare al lettore un ampio margine di considerazioni sulla Quarta Teoria Politica e sui tanti argomenti del saggio, quali sono: il simbolismo — interessante—, l'escatologia dell’esistenza —apprezzabile—, l'ermeneutica —notevole—, senza tergiversare sui richiami alchemici dell’Introduzione di Siniscalco —ultimamente, pare siano di gran moda— che troviamo azzardati, preferiamo occuparci d’altro. E lo stesso discorso, vale per le argomentazioni sullo « spirito dell'angelomorfismo» della Quarta Teoria Politica ed «il sesso del soggetto di questa come il sesso degli angeli», descritto da Dugin. Francamente, non capiamo cosa c’entri con l’antropologia politica e la Teoria in questione. Cosa ben diversa dai pensieri espressi su una “Grande Europa” che de-occidentalizzata e sempre meno soggetta ad essere la periferia della centralizzazione americana potrebbe riscattare una sua autonomia, politica e culturale. Volgendo lo sguardo «ai suoi vicini, a Occidente, a Oriente e a Sud» , purché recuperi una forma di polo e/o ente con una visione d’Impero: tornando a Carl Smith, alla nozione di Grossraum degli «spazi» e delle regioni. Per concludere, pensando sia pertinente, quello che abbiamo scritto in “Il mondo multipolare e l’Italia dei giocolieri”: «I piccoli stati che si impegnano in un protezionismo sono ammirevoli ma, pressoché inefficaci nel neutralizzare le spire della globalizzazione, sono messi dinanzi ad una scelta: come ha scritto giustamente Alain de Benoist, essere una parte attiva di «spazi ampi “omogenei”, costituendo altrettanti poli politici, economici e civili», cioè della stessa natura e affini, oppure scegliere di continuare ad adattarsi agli eventi». Possiamo dire che è un nodo focale, parecchio importante, della Quarta Teoria Politica. Buona Lettura

http://sadefenza.blogspot.it/2018/05/comprendere-la-quarta-teoria-politica.html


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VOLONTARI SCANDINAVI HANNO PARTECIPATO A BATTAGLIE CONTRO ISIS A FIANCO DEL GOVERNO SIRIANO

VOLONTARI SCANDINAVI HANNO PARTECIPATO A BATTAGLIE CONTRO ISIS A FIANCO DEL GOVERNO SIRIANO


South Front 
Sa Defenza 


Fonte: Skandinavisk
Il 18 aprile, il sito di Skandinavisk frihet  ha pubblicato un'intervista dal titolo "Intervista esclusiva: Scandinavi che combattono contro l'ISIS". Secondo un volontario intervistato, la sua subunità "agiva in Siria durante l'inverno, la primavera e l'estate del 2017".
Skandinavisk frihet è un ente della destra Skandinaviska Förbundet in Svezia, fondato nel febbraio 2018.
Il volontario presentato come norvegese ha affermato che la subunità "scandinava" aveva ricevuto ordini dalle forze armate russe ed era stata inclusa nella struttura operativa delle forze filogovernative che operavano in Siria.

L'intervistato descriveva la subunità come una sezione di una fanteria a cavallo, che possedeva l'accesso a carri armati e armi pesanti. Gli obiettivi principali erano la raccolta di informazioni di sorveglianza, l'esplorazione dello schieramento nemico e il numero di forze di ISIS. La maggior parte dei membri proveniva da paesi scandinavi: Norvegia, Svezia e Islanda.

Secondo il volontario, la subunità scandinava ha anche ricevuto il sostegno dell'artiglieria russa durante le azioni contro l'ISIS.

L'11 maggio, l'agenzia di stampa norvegese AldriMer.no ha pubblicato un articolo "I norvegesi hanno combattuto in Siria dalla parte russa" citando l'intervista al sito di Skandinavisk frihet. Secondo AldriMer.no, il servizio di sicurezza della polizia norvegese (PST) ha risposto che la partecipazione dei cittadini norvegesi alle azioni militari straniere potrebbe essere soggetta a norme penali.

AldriMer.no ha analizzato le foto dei soldati norvegesi e scandinavi pubblicati da Skandinavisk frihet. I risultati hanno mostrato che alcune di quelle foto erano state scattate in aprile e maggio del 2017, a dimostrazione delle testimonianze del soldato. Tuttavia, altre foto erano chiare metadati.

Altre foto rilasciate da Skandinaviskfrihet:
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk
I volontari scandinavi hanno partecipato a battaglie contro ISIS a fianco del governo siriano
Fonte: Skandinavisk


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