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IL GRAFOLOGO Romanzo di Mariano Abis Sedicesima puntata
Il giorno stesso noto che ogni volta che può vedere la sua moto, la scruta intensamente, e il suo sguardo si posa su di essa troppo spesso. Sono certo che il segreto che nasconde ha una relazione con il suo mezzo di trasporto, decidiamo di impossessarci di una motocicletta simile alla sua, la sera stessa abbiamo il doppione, che facciamo in modo che possa essere vista da lui solamente da lontano, e smontiamo pezzo per pezzo la sua moto, le mie impressioni erano esatte, difficilmente sbaglio quando metto in campo la mia capacità di valutare la gestualità delle persone, e scoviamo nel serbatoio un doppio fondo che contiene informazioni molto più riservate. Valutiamo che i documenti in nostro possesso sono di rilevanza storica, così importanti da decidere di dedicare ad essi tutto il tempo necessario. Documenti indirizzati al capo dell’esercito Jugoslavo, ai capi dei partigiani Slavi e Italiani dello stesso indirizzo politico, e persino al capo di stato Sovietico. È specificata in dettaglio tutta la futura strategia del movimento comunista internazionale, la necessità di occupare ampie zone di territori in modo di avere più carte da giocare quando si dovranno decidere i prossimi confini al termine del conflitto, creare una fasulla affermazione che storicamente potrebbe giovare all’accoglimento delle loro istanze alla fine della guerra, e cioè evidenziare il fatto che questi ampi tratti di territori, oltre che militarmente controllati da loro, siano anche abitati da popolazioni a loro favorevoli, la possibilità che la guerra possa continuare anche dopo la prossima, probabile sconfitta dei Tedeschi. Valutazioni, in questo caso divergenti, dall’atteggiamento dei capi Slavi, sulle assurde problematiche che comporta la decisione unilaterale e non certo concordata di effettuare la più odiosa delle pratiche umane, quella della pulizia etnica, indirizzata stavolta verso la nostra popolazione residente nei territori da loro occupati, e verso gli oppositori interni, una miriade di domande rivolte verso i dirigenti Sovietici, tra le più banali e insignificanti, che mettono in evidenza la totale sottomissione del partito comunista italiano allo strapotere dei Sovietici.