domenica 25 dicembre 2016

MINNITI AL MINISTERO DEGLI ATTENTATI “ISLAMICI”

MINNITI AL MINISTERO DEGLI ATTENTATI “ISLAMICI” 

Di comidad


L’uguaglianza non è un’utopia ma un dato di fatto, purtroppo al ribasso. Si può essere il rampollo di una delle più antiche famiglie d’Europa, aver ricevuto tutte le opportunità di istruzione e dimostrarsi comunque un povero deficiente. Molti commentatori si attendevano dal nuovo Presidente del Consiglio un mutamento di stile rispetto al predecessore, ma le attese sono rimaste deluse.

Nella prima delle sue sortite internazionali, Paolo Gentiloni ha riproposto infatti il velleitarismo e la scompostezza comunicativa che già avevano contraddistinto Renzi. L’occasione della brutta figura è stato l’incontro con il Primo Ministro colombiano, Juan Manuel Santos, chiamato da Gentiloni con il suo nome di battesimo, Manuel, come se fosse il suo amichetto del bar. Ma la conversazione da bar ha caratterizzato anche le dichiarazioni di Gentiloni, il quale, nel congratularsi con i risultati del suo omologo colombiano, non ha esitato a compiere un impietoso paragone tra la situazione in Colombia e quella in Italia, in quanto mentre i Colombiani avrebbero dimostrato di saper superare le difficoltà di una guerra civile, noi Italiani rimarremmo impantanati in guerre di parole.

Che ad un capo di governo estero in visita si facciano i complimenti per il suo accordo interno di pace (ancorché sconfessato da un referendum popolare) e per aver ricevuto il premio Nobel per la pace (per quello che vale, visti i precedenti), fa parte del bon ton diplomatico. Il fatto però, che nel fare tali complimenti, il rappresentante di un Paese denigri pubblicamente il Paese che dovrebbe rappresentare, costituisce non solo un esempio di irresponsabilità comunicativa, ma anche il segnale che egli interpreta la propria pubblica funzione come un mero strumento di salvezza personale. Gentiloni non si è posto infatti come chi svolgesse una pubblica funzione, bensì come un privato che intrattiene rapporti con un altro privato.
Molti commentatori hanno classificato come ennesimo caso di demeritocrazia la promozione di Angelino Alfano a ministro degli Esteri. Sarebbe stato forse più consono collocarlo in quel generale processo di privatizzazione e cialtronizzazione della politica estera italiana di cui sono stati manifestazione prima il Buffone di Arcore, poi Renzi e lo stesso Gentiloni. La nomina di Alfano può infatti vantare una sua logica, poiché dal 2011, anno del disastro diplomatico dell’intervento militare italiano in Libia (imposto dalla NATO per tramite di Giorgio Napolitano) l’Italia non detiene più qualcosa di simile ad una politica estera. L’Italia è notoriamente occupata da basi militari NATO e USA, basi che, come ha ricordato tempo fa anche l’ex deputato verde Mauro Bulgarelli, sono in gran parte pagate dal contribuente italiano, o direttamente o con la fornitura di servizi. Può essere quindi considerato normale che il contribuente italiano paghi anche per una politica estera non propria; e da un Alfano messo a fare il ministro degli Esteri nessuno si attenderà nulla di diverso.




D’altra parte si può esser certi che verrà rimpianto l’Alfano ministro degli Interni ora che a sostituirlo è stato chiamato un “esperto di servizi segreti” come Marco Minniti, il quale vanta un curriculum quasi ventennale in questo campo. Una scelta, quella di Minniti a ministro degli Interni, davvero “preveggente”, visto l’attentato a Berlino di appena due giorni fa.
Nella sua veste di sottosegretario agli Interni come addetto appunto alla “Intelligence”, Minniti aveva tenuto nel novembre scorso una conferenza all’Università di Milano Bicocca nella quale aveva pubblicizzato il ruolo dei servizi segreti lanciando persino un appello per il reclutamento degli studenti in quel campo. L’aspetto contraddittorio ed inquietante del quadro offerto dalle dichiarazioni di Minniti è che in definitiva viene a cadere proprio la “intelligence”, cioè l’esigenza di sapere, di acquisire nuove informazioni. Per Minniti infatti il terrorismo sarebbe inequivocabilmente islamico, i testi da scrutare sarebbero immancabilmente arabi, cioè si hanno già pronte le etichette da appiccicare agli attentati passati, presenti e futuri. Ogni volta che si mette in dubbio la matrice di un attentato, dall’altra parte si grida immediatamente al “complottismo”, uno slogan che in effetti non c’entra assolutamente nulla. Il terrorismo è infatti, per definizione, un’arma ambigua, nella quale l’incertezza dell’attribuzione costituisce un elemento caratterizzante. Una “intelligence” che non dubita della matrice di un attentato non è una “intelligence”, perché rinuncia alla ricerca.
Si potrebbe quindi dedurre che i servizi segreti abbiano ben poco a che fare con la “intelligence” e molto più a che fare con la provocazione e l’intossicazione dell’informazione. Del resto oligarchie che hanno azzerato ogni spazio di mediazione sociale, per cui si drammatizzano all’estremo questioni ovvie come il salvataggio di una banca o come l’eliminazione dei voucher, non dispongono ormai di altro strumento di controllo che il terrore.

BUONE FESTE A TUTTE LE LETTRICI E LETTORI DI SA DEFENZA

BUONE FESTE A TUTTE LE LETTRICI  E  LETTORI DI SA DEFENZA

VI AUGURIAMO UN FELICE NATALE E UN FUTURO ANNO NUOVO MIGLIORE DI QUELLO CHE CI PROSPETTANO LA CASTA DEI POLITICANTI DEL MALAFFARE E LE ELITE DEI POTENTATI MONDIALI

VI DEDICHIAMO QUESTA CANZONE  "UNU DILLU DE BRULLA" UNA PARODIA DI UNA CANZONE CHE CONOSCETE ESEGUITA DA ARTISTI SARDI , CHE VI ACCOMPAGNI CON GIOIA IN QUESTE GIORNATE DI FESTA E SERENITA'  UN SOLLIEVO CON BUON CUORE




sabato 24 dicembre 2016

I Droni in un prossimo Futuro sono destinati a sostituire le guardie di sicurezza ed anche la Polizia locale

I Droni in un prossimo Futuro sono destinati a sostituire le guardie di sicurezza ed anche la Polizia locale


Ieri, ho coperto un annuncio della marina americana che hanno in programma di potenziare la capacità degli sciami di droni per  le loro motovedette e includere il processo decisionale, senza intervento umano. Nel video dimostrativo da tale articolo, chiamata Swarm 2 - Mission: Safe Harbor, vari ricercatori e funzionari mettono in chiaro che sciami di veicoli autonomi sono il futuro della sicurezza marittima.

Come sappiamo, i droni nell'aria sono stati impiegati da più a lungo tempo e, presumibilmente, si sta ulteriormente migliorando lungo il percorso di sviluppo. Infatti, come la corsa agli armamenti globali con i droni continua, vi è ora una fiorente industria che deve creare non solo i droni del domani, ma anche contrastare i droni che sono destinati ad essere creati, in risposta, da avversari. Questo è uno scenario perfetto per il complesso militare-industriale ... 
non tanto per quelli come noi che desiderano invece un mondo libero dalla guerra e dalla sorveglianza.

Anche, un'altra complessità è stata introdotta è, quella dei droni per il consumo. Questi si sono moltiplicati ad un ritmo esponenziale, che ha portato ad un'ampia gamma di legislazioni locali che ha come proposito l'obiettivo di richiedere ai proprietari di acquistare l'assicurazione, ottenere le targhe, e di essere sottoposti a in certi casi al monitoraggio GPS . Così com'è a livello federale, la FAA ha infatti imposto l'obbligato di registrazione del drone. La Marina è perfino arrivata al punto di arruolare il pubblico per vedere qualcosa di loro, la campagna Say Something, fammi vedere qualcosa, per sollecitare i cittadini a segnalare i droni da hobby vicini alle basi militari.

Queste preoccupazioni, e molte altre, sono state affrontate in occasione della recente Conferenza  Contrastare i Droni , tenutasi a Londra, UK- dal 06 al 08 dicembre. Uno degli sviluppi emergenti può essere visto nel video qui sotto: La sicurezza autonoma con pattuglie di droni. Come si vedrà, questi droni avrebbero la capacità di avviarsi da soli, identificare degli intrusi (da database di riconoscimento facciale?), E coordinare una risposta.


Il concetto è molto simile a quello che è stato proposto per la sicurezza, per i privati. L'articolo "Smart Neighborhood Watch 2025: rilevamento biometrico di antifurto r,  Armi a energia diretta dal tetto deo Droni" comprende un video che mostra un sistema avanzato del futuro di ADT .

How to Disappear Off the Grid Completely (Ad)

Come sparire completamente Fuori dalla rete (Ad) Tutto questo per dire che un altro settore dell'economia umana è impostato per essere sostituito dall'automazione. Inoltre, la cancellazione dell'umana libertà è ora un impegno molto redditizio davvero.


L’Ucraina concima la terra con il sangue dei suoi cittadini


L’Ucraina concima la terra con il sangue dei suoi cittadini

Andrey Uvarov 
da Newsfront.info
sakeritalia

Il giorno di San Nicola, particolarmente venerato in Ucraina, il comando delle Forze Armate ucraine o, meglio, della 54a Brigata Meccanizzata, con a capo il colonnello Vladimir Gorbatyuk, ha deciso di celebrarlo attaccando le postazioni delle milizie della Repubblica di Lugansk nella zona di Debaltsevo, cittadina che ha lasciato funesti ricordi all’esercito ucraino. La storia dell’inverno 2015 si è ripetuta, anche se su una scala minore, nell’inverno del 2016.

Dopo un avvicendamento, la 54a Brigata motorizzata è arrivata nella zona del cosiddetto arco di Svetlodarsk a novembre, dopo il completamento del personale e le esercitazioni nel poligono di Shirokolansk. Una volta sul posto, la 54a brigata è stata attivamente coinvolta nel processo di “pacificazione” della Nuova Russia sulla principale direzione strategica. Nei piani dello Stato Maggiore delle forze armate ucraine, l’arco di Svetlodarsk è la direzione principale dell’offensiva verso Debaltsevo e Uglegorsk, che divide le autoproclamate repubbliche, prevedendo poi l’accerchiamento di Gorlovka e l’attacco a Krasnyj Luch. Qui nell’estate 2016 c’è stata un’offensiva fallita dell’esercito e dei militanti di Pravyj Sektor [Settore Destro] che si è conclusa con la morte degli attaccanti.

Cos’ha spinto lo Stato Maggiore ad iniziare un’altra offensiva nella stagione invernale, alla quale l’esercito ucraino non è pronto, non si sa. Secondo alcune indiscrezioni, i comandanti hanno dato l’ordine di attaccare dopo aver ingerito una gran quantità di alcol, anche se è probabile che l’offensiva possa essere parte di una campagna invernale prevista dai consiglieri americani. La durezza dei combattimenti e gli attacchi continui lo confermano.

Come a luglio, un’offensiva delle compagnie rafforzate è stata condotta verso i villaggi Lozovoje, Logvinova e Kalynovka, con la stessa tattica: con un tentativo di sopprimere le difese con l’artiglieria, e una successiva offensiva dei gruppi d’assalto. Nella giornata del 18 dicembre, dopo i bombardamenti di artiglieria, la fanteria ucraina è arrivata con i mezzi corazzati, quattro dei quali sono stati immediatamente bruciati dai lanciagranate anticarro delle milizie. Poi in campo sono entrati cecchini, mitragliatrici e mortai, ma l’offensiva ucraina si è bloccata di nuovo.

Per distrarre l’attenzione, l’esercito ucraino ha lanciato un attacco in località Kalinovo, verso l’estremità settentrionale dell’arco. Sono state attaccate le posizioni delle milizie vicino a Sanzharovka per imitare l’aggiramento di Debaltsevo alla sinistra. Gli scambi di colpi di artiglieria sono continuati nei pressi di Mariupol.

I gruppi d’assalto ucraini sono stati fermati, hanno subìto pesanti perdite e si sono ritirati, dopo di che hanno di nuovo cominciato a bombardare le posizioni non solo delle milizie, ma anche i centri abitati di Uglegorsk, Debaltsevo e Donetsk. I colpi di artiglieria si sono intensificati presso Bryanka e Irmino. In serata, l’artiglieria della Repubblica di Donetsk ha risposto, e – a quanto pare – la parte ucraina non era pronta ad una tale svolta; per questo a Svetlodarsk e dintorni hanno tagliato l’energia elettrica, per consentire il ritiro delle truppe verso sud-ovest e l’evacuazione dei feriti.

I bombardamenti sono continuati per tutta la notte fino al mattino. Alle 11 del 19 dicembre i reparti ucraini hanno tentato di nuovo di attaccare le posizioni delle milizie di Lugansk vicino a Sanzharovka e Kalinovo, e quelle delle milizie di Donetsk a Logvinovo.

Com’era previsto, il capo dell’ufficio stampa dello Stato Maggiore dell’operazione “antiterroristica”, Leonid Matyuhin, ha accusato dell’escalation le Repubbliche di Donetsk e di Lugansk, riferendo delle pesanti perdite del nemico a Debaltsevo ma, secondo militari e volontari, le perdite più significative (più di una decina di morti e decine di feriti) le ha subite proprio la parte ucraina. Il primo a riconoscerlo è stato il redattore del sito censor.net Yuri Butusov, propagandista dell’operazione “antiterroristica”, che ha parlato di 30 persone uccise. Il volontario Vladimir Runets ha riferito di grandi perdite. La presenza di un gran numero di feriti gravi è stata ammessa in un’intervista al canale televisivo 112 dal primario dell’ospedale Mechnikov di Dnepropetrovsk Sergey Rizhenko, e il consigliere del presidente dell’Amministrazione regionale di Dnepropetrovsk, Tatiana Guba, ha detto che a Dnepropetrovsk sono atterrati due aerei con i feriti.

A Kiev hanno ammesso ufficialmente la morte di 6 militari ma, invece di analizzare il fallimento, i media e il comando generale hanno cercato di convincere la gente di una vittoria.

Il vice comandante del Comando operativo congiunto delle Forze Armate, maggior generale Alexander Syrsky, ha detto che causa della sconfitta dell’esercito è stato il divieto di fuoco d’artiglieria sui centri abitati, dove “c’erano le postazioni dei miliziani”. I comandanti ucraini non cambiano la retorica risalente al 2014. Contemporaneamente, Syrsky ha rivelato che l’esercito gode di un vantaggio tattico. Della vittoria dell’esercito ucraino ha dato comunicazione anche l’«analista militare» Yuri Misyagin, che ha riferito che la 54a brigata ha occupato nuove posizioni strategiche.

Quindi, mentre decine di persone si contorcono dal dolore negli ospedali, e le madri ordinano le bare, lo Stato e il comando dell’esercito continuano a mentire. Inoltre, non è da escludere che il trasferimento di mezzi militari verso il sud-ovest sia il preludio di nuovi assalti su Dokuchaevsk ed Elenovka, dove si trova una grande stazione ferroviaria.

Già all’inizio di novembre gli esperti militari ucraini parlavano di una possibile offensiva su Dokuchajevsk, e ora, forse, il piano verrà attuato. I media già informano che “la popolazione di Dokuchajevsk sostiene tradizionalmente l’Ucraina, e ha aiutato il battaglione Azov a distruggere le truppe russe”. E “l’elmetto parlante dell’operazione antiterroristica”, Dmytro Tymchuk, ha spifferato che dopo Svetlodarsk le forze della repubblica di Donetsk attaccheranno a Dokuchaevsk. L’attività dell’esercito ucraino si spiega soltanto in un modo: il regime ha un disperato bisogno di una vittoria, anche piccola, sullo sfondo di una serie di fallimenti e difficoltà (difficoltà col gas, irraggiungibile abolizione dei visti, criminalità dilagante e impotenza della polizia). La guerra rimane l’unica cosa che lega il governo a una parte della popolazione, e in guerra le vittorie sono indispensabili. Le terre nere ucraine continuano a essere concimate con il sangue dei cittadini.

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Traduzione a cura di Elena per SakerItalia.it

venerdì 23 dicembre 2016

Il segretario generale di Hezbollah: la vittoria di Aleppo è dovuta, grazie, alla fermezza dei siriani

Il segretario generale di Hezbollah: la vittoria di Aleppo è dovuta, grazie,  alla fermezza dei siriani

sana.sy


Beirut, SANA- Il segretario generale di Hezbollah Sayyed Hassan Nasrallah ha affermato,  Venerdì, che la vittoria di Aleppo è un  risultato del popolo siriano, della sua leadership e la fermezza dell'esercito.

In un discorso pronunciato nel corso di un incontro il Venerdì con gli studenti universitari, Nasrallah ha detto che i siriani stanno ponendo le basi per il futuro del loro paese e della regione, aggiungendo che la vittoria di Aleppo è militare, un trionfo politico e morale per la Siria e una grave sconfitta per il regime terrorista .

Ed ha aggiunto che i paesi che sostengono i terroristi hanno usato tutti i tipi di contraffazione e disinformazione su Aleppo, tra cui foto del Libano, della Palestina e dello Yemen, sottolineando che il partito al governo della Turchia ha offerto sostegno a ISIS  un'organizzazione terrorista che nessun altro stato ha fatto.

Nasrallah ha detto che il supporto di denaro, armi e mezzi di comunicazione che è stato fornito ai terroristi in Siria da parte dei paesi arabi supera di dieci volte il sostegno fornito al popolo palestinese in oltre 60 anni.

Manar Al-Frieh / Manal


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