mercoledì 15 luglio 2020

Manifesto per la tutela della Specie Umana

Manifesto per la tutela della Specie Umana
Sergio Martella* (psicologo psicoterapeuta).
Michela Maffei

Ben sappiamo come l’informazione sia lo specchio necessario per fornire quel feedback della coscienza collettiva indispensabile per il singolo individuo nell’orientamento del suo bisogno umano di essere e di capire ed ancor più importante per la collettività civile nel suo bisogno di avere un referente affidabile in cui riconoscersi come entità che vive, partecipa e si sviluppa nella costruzione del reale.
L’informazione è il senso stesso della dignità di vivere nella libertà possibile e condivisa dell’identità comune. È paragonabile agli specchietti retrovisori ed ai fari di un’auto come prolungamenti sensoriali del guidatore. A patto che sia lui a guidare, ovviamente.
La sensazione diffusa da molto tempo ormai è che, invece, ci sia una sorta di direttività esterna, una cappa opaca che filtra e predispone il flusso delle notizie riducendole ad una sorta di prescrizione di orientamento del pensiero e delle opinioni su una linea omogenea, diffusa su scala mondiale, che non ammette confronti o dubbi sull’interpretazione di eventi talvolta veri, spesso improbabili, ma a cui viene dato un risalto artificiale. Il marketing dell’informazione commerciale ci spiega che bisogna fornire uno specchio in cui l’opinione corrente possa riconoscersi, che ciò che si scrive o si mostra non è che il desiderio stesso della popolazione nella sua accezione più mediocre. Ma questo equivale già ad ammettere una manipolazione programmata, dal momento che l’informazione dovrebbe essere un processo autonomo e non influenzato da alcuna gamma di preconcetti. L’informazione è soprattutto un servizio, non solo un prodotto. Il suo potere è strategico, tant’è vero che la proprietà dei mezzi di informazione subisce le leggi della concentrazione commerciale anche a costo di vendere sottocosto la linea editoriale del gruppo dirigente.
Il problema già di per sé costituisce materia storica di conflitto con i principi democratici costituzionali, ma diventa addirittura drammatico quando assume le proporzioni direttive e prescrittive degli ultimi decenni. Si legge tra le righe di questo conformismo mediatico, ammaestrato da pochissime fonti internazionali, un vero e proprio disegno ideologico che crea, anziché descrivere, gli scenari e le narrazioni obbligate a cui tutti devono fare riferimento, tralasciando come invisibili temi anche di enorme importanza, per esempio il lavoro, la qualità della vita, l’uso migliorativo e compatibile della tecnologia, la ridistribuzione di ricchezza nata da uno sterminato benessere potenziale che l’umanità ha raggiunto in modo inedito nella storia.
Non si capisce come si possano coniugare paradigmi contraddittori come la retorica assordante dei viaggi spaziali e la reintroduzione forzata — ma descritta come migrazione “naturale” e “spontanea”  — della schiavitù di ritorno nelle metropoli occidentali. Come si può assistere alla massificazione dell’ingiustizia e della miseria quando si possono ipotizzare colonizzazioni umane su altri pianeti?
Qui gioca un ruolo significativo la constatazione innegabile che intorno a tutta questa complessità sociale vi sia però una ristretta cerchia di enti decisionali, finanziari e politici che accentrano tutto il potere e le decisioni in poche mani. E allora? Il sospetto dell’innaturalità degli scenari proiettati sullo schermo del sociale si fa certezza logica.
I vizi, le paure e le nevrosi radicate nel tessuto sociale diventano i vettori privilegiati attraverso i quali si legittimano le narrazioni pilota dei programmi di manipolazione geopolitica. Anzi, la nevrotizzazione del sociale è parte integrante del sistema di riforma dei rapporti tra i cittadini, le istituzioni ed il potere. Così il malessere dei minori intercettato nella scuola, che da sempre è un indicatore di allarme degli stati di crisi nelle famiglie, diviene un fenomeno di devianza sociale, è etichettato dalla stessa istituzione, ma soprattutto dal main stream come “Bullismo”, il bambino è cattivo per sua natura e reca disagio nell'ambiente; non è più un indicatore di allarme del nostro agire pedagogico, sintomo di verità e di un malessere più profondo: è un fenomeno da reprimere o da sedare con l'immancabile apporto della medicalizzazione farmaceutica e con il pieno supporto degli “specialisti”.
A scuola non si insegna igiene affettiva o etica o il rispetto nelle relazioni umane, si introducono però in modo più o meno palese stimoli di indifferenziazione sessuale, si parla di “gender”, di transessualismo, camuffando la questione sotto forma di contrasto al razzismo sessuale. Intanto i videogiochi, i film per l'infanzia, i programmi televisivi, i giornali e soprattutto i social propongono in modo asfissiante modelli asessuati o androgini di identificazione per i minori. Si arriva persino a minacciare velatamente i professionisti della psiche di espulsione dagli albi qualora osino avanzare dubbi sulla utilità di veicolare simili nevrosi.
Viene da pensare che siano proprio i giovani ed i giovanissimi i principali oggetti target delle “riforme” etiche e comportamentali veicolate dal cloud mediatico.
Il mondo degli adulti è pre-occupato da altre narrazioni ben più chiassose e catturanti legate alla infinita crisi finanziaria, al debito impagabile, al carosello dei politici, alla crisi internazionale; stragi e terrorismo assumono proporzioni hollywoodiane. E di fatto la regia raggiunge spesso le soglie drammatiche e suggestive dei colossal cinematografici.
Abbiamo assistito alla straordinaria performance di un King Kong in versione araba che nello skyline di New York abbatte con due aerei ben tre grattacieli in struttura d'acciaio facendoli collassare su se stessi fino a farli sbriciolare come grissini. Il tutto presentato come credibile, assolutamente verosimile, anzi elevato a costrutto obbligatorio intorno al quale giustificare nuove guerre e ancora scenari di repressione politica su scala globale. Il cinismo della narrazione si mimetizza nel drammatico verismo dei tremila morti sotto le macerie.
Gli effetti speciali incalzano, non c'è tempo per la pausa di una riflessione tra una sequenza e l'altra degli scenari che il carrozzone mediatico spara sugli schermi telematici nel circo multisala della globalizzazione. Non esiste più alcuna continuità con la politica e con la cultura dei confronti sociali. Non si parla più di contrapposizione tra capitale e lavoro; i diritti sociali vengono erosi verso il basso di pari passo ai salari, mentre la crisi sgretola le risorse private dei cittadini che devono far fronte ad una emergenza fiscale invadente fino all’usura. 
Il denaro è sempre più virtuale, perde la connotazione di strumento neutrale finalizzato allo scambio nelle transizioni economiche tra merci. Cessa di essere uno strumento di mediazione per assumere il ruolo di gradiente di valore di proprietà esclusiva dei centri finanziari. Il che significa semplicemente ridurre il contraente di uno scambio alla stessa stregua della merce, espropriato di ogni soggettività autonoma e privata del possesso.
Al tradizionale conflitto sociale tra le classi si sostituisce in modo pedante, fastidioso, polemico, provocatorio, regressivo e cacofonico l'infinito polpettone della guerra tra i sessi! Il poderoso Blob gelatinoso e del “conflitto di genere” che invade ogni ambito di trattazione culturale con la pietosa pretesa di riscrivere la storia dell'umanità in termini di sfruttamento della donna. Non più dell'uomo sull'uomo.
Ecco risolta una infinita diatriba che durava dall'inizio della storia umana: il conflitto di generazione tra potere costituito e nuove identità emergenti, tra dei-genitori e figli-eroi (mitica rappresentazione dell’intera civiltà della Polis greca), tra sfruttatori e sfruttati, tra capitale e lavoro, tra potenti e cittadini che lottano per l'emancipazione individuale e la liberazione sociale dei diritti per tutti. No, qui la questione si riduce alle molestie sessuali. Il conflitto non è di generazione o tra conservazione e rinnovamento. Si riduce all'isteria di un conflitto tra maschi e femmine in un crescendo ridicolo che se fosse applicato a qualunque specie vivente ne segnerebbe l’estinzione. 
E tutto questo è sostenuto dai maggiori centri di formazione ed informazione mondiali, è legge indiscutibile nelle scuole come sui giornali.
La nevrotizzazione è il filo conduttore del processo di imbarbarimento che da decenni ormai sopportiamo su tutta la linea delle rappresentazioni umane.
Torniamo alla questione centrale, a che pro tutto questo? Possibile che in questa accozzaglia di parzialità fumose non vi sia una razionalità al di là dello scopo evidente di confondere e di togliere comunque alla gente comune l’iniziativa, l’orientamento e la capacità di giudizio sulla realtà effettiva del nostro tempo? La globalizzazione geopolitica si definisce proprio per la oggettiva concentrazione nelle mani di un élite apolide dei poteri decisionali, delle proprietà delle produzioni, della finanza, dell’informazione e dunque anche della necessaria programmazione ideologica che l’accentramento del potere comporta come correlato logico dello stesso potere.
Ma dove vogliono arrivare? Perché distruggere l’evoluzione naturale delle cose per l’artificio inquietante e cronico di uno stato di crisi permanente? La risposta è nella semplice constatazione che ogni altra ipotesi di sviluppo spontaneo, a fronte della socializzazione dei poteri d’uso quotidiani che estende all’infinito i poteri di relazione e di realizzazione degli individui, porterebbe inevitabilmente al sovvertimento dell’ordine attuale costituito intorno alla Torre di Babele della plutocrazia delle multinazionali. Non a caso il processo politico in atto dichiara apertamente di voler sostituire tutte le sovranità politiche, territoriali e biologiche con un Nuovo Ordine Mondiale basato sui mercati della globalizzazione. Ci possono essere pochi margini di dubbio in proposito: o lo sviluppo esteso della tecnologia applicata alla biologia umana emancipa e incentiva il potere degli individui – e quindi la loro rappresentanza culturale e politica –, oppure, al contrario, può essere usata per asservire gli stessi individui in una forma di dipendenza forzata garantita da uno stato di confusione, di pandemia generalizzata e permanente tale da giustificare la riduzione in servitù telematica delle masse di miliardi di individui già convolti nei processi produttivi integrati.
Ecco che nei progetti del Creazionismo globalista si prospetta chiaramente la convergenza tra “Intelligenza delle cose” (Intelligence of things) e biologia umana. Ciò che era oggetto di fantascienza all’inizio degli anni Ottanta, all’uscita del film Blade Runner (diretto da Ridley Scott, 1982) oggi è programma operativo pianificato sotto la direttiva mondiale di vaccinazioni obbligatorie per tutti, tracciamento telematico degli individui, microchip sottocutanei e bitcoin correlati al registro delle attività fisiologiche, affievolimento dei diritti famigliari di podestà dei genitori sui figli, perdita dei diritti individuali costituzionali e di ogni sovranità territoriale, politica e biologica a favore di un potere centrale, apolide, non controllabile dai cittadini che si autolegittima come totalitarismo finanziario, mediatico e medicale.
Lo sviluppo della rete telematica 5G su scala mondiale non fa mistero di voler realizzare tutto questo. Ecco come si realizza la convergenza tra i programmi spaziali che forniscono la rete dei trentamila satelliti necessari al progetto, gli oligarchi della telefonia mondiale sia in Oriente che in Occidente, le intese con i governi-azienda in Europa e nei paesi avanzati, i centri di ricerca farmaceutici e di nanotecnologie specializzati nelle frontiere della cibernetica e, naturalmente, gli enti di manipolazione mediatica globale, tutti insieme forniscono la struttura di questa Matrix o Grande Fratello che dir si voglia, su cui si fonda il Nuovo Ordine Mondiale al di fuori di ogni possibile controllo politico di base.
La censura sempre più attiva sui social, la connivenza degli istituti che un tempo fornivano la rappresentanza popolare — dai sindacati ai partiti ridotti a caricature di un teatrino sterile e grottesco agli organismi internazionali OMS e ONU, sempre più privatizzati ed esecutori dei programmi multinazionali — tutti insieme recitano il copione di un programma di disumanizzazione già scritto i cui contorni si palesano in forme inquietanti, inverosimili, ma al tempo stesso pragmatiche ed attuali.
L’Imperialismo nella sua forma attuale della mondializzazione  chiamiamolo con il suo vero nome! — ha un progetto ideologico articolato, tanto folle quanto inevitabile dal punto di vista di un potere plutocratico che non ammette nessuna ipotesi di democratizzazione come effetto collaterale della Grande Rivoluzione Tecnologica Globale. Davvero non c’è scelta per l’umanità di fronte alla magia del potenziale della telematica: o la libertà più assoluta o la riduzione in schiavitù degli individui ridotti a terminali, semplici devices, di una programmazione centrale totalitaria, autoreferente ed altrettanto assoluta. Guardiamoci intorno e chiediamoci chi comanda, poi traiamo le nostre conclusioni.
Dal laboratorio di Wuhan è partita una prassi geopolitica chiara che non avrà fine con la narrazione vera o falsa della pandemia. In quel centro di ricerche, non a caso si sono consorziati gli interessi di governi, istituzioni internazionali, fondazioni di medicalizzazione vaccinale, sponsorizzazioni multinazionali; gli stessi enti che hanno interesse a modificare per sempre il DNA della identità storica dell’uomo su questo pianeta.
Da essere umano provo una sorta di vergogna, un vago senso di colpa o forse solo di pudore nel descrivere lo scenario che ho appena delineato, cercando di argomentare a partire da linee logiche elementari, però anche paradossali ed assurde sul piano della percezione morale, etica e storica della dignità umana. Mi chiedo come ciò possa accadere sotto i nostri occhi senza che si siano sollevate obiezioni forti da parte di istituzioni e soggetti che pure sono il frutto di una grande tradizione culturale e democratica in Occidente.
Torna attuale la questione di quanto possa essere diffusa, larvata ed efficace quella banalità del male che periodicamente dilaga nella storia fino a creare gli scenari più vergognosi e criminali di questa pur misera esistenza umana. A tal proposito va ribadito, fuori di ogni dubbio, che nessuna pianificazione di totalitarismo, comunque camuffato, sarebbe possibile senza la complicità attiva o passiva delle stesse masse di popolazione che ne sono vittime apparenti.
Detto questo, il mio contributo si risolve nel proporre un manifesto che riporti l’attenzione sulla dignità dell’uomo, sui principi di emancipazione e di libertà che hanno segnato la storia della sua evoluzione. Penso proprio che sia necessario schierarsi su questo spartiacque della civiltà umana: o democrazia o barbarie!
Alla sfacciata rassegna di propositi reazionari improntati alla mutazione biologica dell’identità umana, all’escalation di autoritarismo tecnologico che nasconde il disegno ideologico della riduzione in schiavitù della gran parte della popolazione umana, bisogna contrapporre la forza di affermare la centralità dei valori universali del rispetto, della reciprocità e della dignità di fronte alla vita, al mondo ed alla storia.
È allora il caso di fare esplicito riferimento ad un Manifesto per la Difesa della Specie Umana dal momento che è proprio la nostra identità che è in gioco in questo momento storico.
  1.  1) L’Uomo è Causa e Fine di se stesso, di ogni suo agire, di ogni progetto. In nessun caso può manipolare altri suoi simili come oggetti alienati dalla comune identità di unica specie e razza.
  2.  2) L’Uomo è stato ed è oggetto di Evoluzione nel miglioramento delle proprie condizioni di vita e della durata della sua esistenza, ma ciò si accorda con la naturale propensione al benessere che è la regola di ogni forma di esistenza sul pianeta. In nessun caso può ottenere giovamento se si discosta nel suo agire in modo strutturale e definitivo dal contesto armonico della complessità olistica che definisce su questo pianeta l’identità di ciascun essere, animato o inanimato, nell’unico Sistema di Interazione Naturale.
  3.  3) L’Uomo si evolve nel generale contesto naturale ponendosi come metodo la conoscenza approfondita dei processi di natura fisica, biologica e interattiva, in modo da non essere solo oggetto come prodotto del contesto ambientale terrestre, ma anche conoscitore e custode della macchina biofisica da cui è nato, ben consapevole che nessun altro “miglioramento” alla Natura è possibile senza mettere a repentaglio la propria stessa esistenza.
  4.  4) Il Soggetto Umano vive della duplice identità di “soggetto” sottoposto alle regole di natura e al tempo stesso di “Soggetto” sovrano e consapevole di poter interagire con efficacia nel contesto unico bio-fisico e gravitazionale a cui appartiene e senza il quale sarebbe privo di identità in quanto tale.
  5.  5) L’Uomo ha operato ed opera in deroga alle naturali leggi ambientali che lo hanno generato, ma solo al fine di evidenziare e di rappresentare in proiezione tecnologica ed oggettuale i processi produttivi ed energetici che sono alla base della riproduzione e dell’esistenza stessa della vita. Ogni rappresentazione in proiezione tecnologica ed oggettuale – che noi chiamiamo Scienza – non può che avere carattere transitorio e controllato in proporzione agli effetti di disordine e di inquinamento che necessariamente produce in quanto deroga provvisoria al contesto di compatibilità e sostenibilità ambientale. Non potremo dunque continuare a produrre motori endotermici o armi nucleari senza progettare anche il loro totale superamento in favore di tecnologie compatibili, pena la distruzione di noi stessi e del Sistema di Interazione Naturale.
  6.  6) L’obiettivo ultimo è quello di sviluppare una vera scienza del sapere così evoluta da ripristinare l’equilibrio unico a cui il pianeta è destinato per propria natura, pur garantendo un reale ruolo di centralità e di benessere evolutivo per l’essere umano, anche in riferimento agli sviluppi conoscitivi verso altri pianeti nell’esplorazione spaziale.
  7.  7) Per quest’ultimo fine, l’esplorazione spaziale, su cu si fa tanta retorica nella manipolazione mediatica, va ricordato che nessun proposito, progetto o ideazione umana possono conservare un senso logico o scientifico o semplicemente immaginativo se staccati dal contesto armonico della complessità olistica che definisce su questo pianeta l’identità di ciascun essere, animato o inanimato, nell’unico Sistema di Interazione Naturale terrestre. In altre parole è evidente, ma altrettanto trascurato il fatto che nello spazio finisce in modo definitivo e irreversibile ogni concetto di identità umana in quanto tale proprio perché inscindibile dall’identità terrestre.
  8.  8) L’Uomo non è un OGM, ossia non è in alcun caso modificabile geneticamente per scopi commerciali, adattativi, funzionali, di implementazione cibernetica, per più realistiche finalità di controllo e asservimento, di manipolazione per falsi miti di “miglioramento” della specie attraverso la psicosi del Creazionismo di “nuove razze” con funzionalità accresciute di tipo autistico, telepatiche o capaci di performances interattive nei progetti di “Intelligence of Things” già in fase attuativa nei progetti commerciali di telefonia 5G ad opera delle maggiori potenze di comando cinesi ed occidentali.
  9.  9) Ancor più gravi e condannabili come azioni criminali sono la messa in opera di stati di crisi, di pandemie procurate con la creazione di virus in laboratori militari, con strategie di impoverimento prodotto, di terrorismo mediatico e sociale, di pianificazione di stati di nevrotizzazione sociale, di sterilizzazione indotta, di guerre e omicidi politici, di medicalizzazione forzata e di tracciamento telematico obbligato per gli individui attuando di fatto l’abolizione di ogni sovranità politica, territoriale e biologica allo scopo di imporre un Nuovo Ordine Mondiale come soluzione obbligata in alternativa ad un “pericolo maggiore” da questo stesso potere programmato.
  10.  10) Devono essere affrontate le problematiche di sovrappopolazione, di ripristino degli equilibri compromessi del pianeta a causa di un industrialismo commerciale esasperato e finalizzato solo a scopi di profitto e di potere a vantaggio di una esigua popolazione di oligarchi, ma a scapito dell’intero Sistema di Interazione Naturale terrestre. Questo obiettivo è facilmente condivisibile da chiunque abbia un normale livello di comprensione e di rispetto dei principi fondamentali della dignità umana e può essere attuato garantendo una superiore qualità dell’esistenza per tutti, grazie allo sviluppo di tecnologie compatibili che andrebbero implementate tenendo conto che le risorse terrestri sono in grado di soddisfare i bisogni umani a patto di non essere asservite ad uno sfruttamento folle sul principio di uno “sviluppo illimitato” ai soli fini di dominio e di profitto, come è stato fatto impunemente fino ad ora. Basti solo pensare che i due terzi del pianeta costituiti dal mare sono ancora frontiere non utilizzate a dispetto dei programmi faraonici e improbabili di colonizzazione spaziale.
Queste considerazioni avrebbero dovuto fornire uno standard di qualità culturalmente acquisito, una base di riferimento logica elementare su cui sviluppare le infinite progettualità di crescita della civiltà umana e terrestre. Gli sviluppi geopolitici e sociali su scala planetaria purtroppo registrano da tempo ben altri scenari. Qualunque siano le motivazioni a pretesto indotte dagli enti della pianificazione mondiale nei centri di potere multinazionali, resta evidente la loro assoluta incompatibilità con le esigenze reali di sopravvivenza dell’uomo nel suo contesto ambientale. Di fronte alla sempre crescente egemonia manipolatrice dei mezzi di informazione urge l’aggregazione delle persone più consapevoli intorno ad un appello di salvaguardia della specie perché è di questo livello radicale la natura della posta in gioco nell’attuale sviluppo della civiltà umana.
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*Sergio Martella Psicologo Psicoterapeuta, specializzato in Ipnosi e in Psiconcologia; già docente di Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, già ricercatore presso la Divisione di Oncologia Medica di Padova. Autore di pubblicazioni scientifiche in ambito sanitario e sociale e di saggi di psicologia analitica. Tra i suoi saggi: “Pinocchio eroe anticristiano. Il codice della nascita nei processi di liberazione. Edizioni Sapere, Padova, 2000; Il furore di Nietzsche. La nascita dell’eroe e della differenza sessuale. CLEUP Edizioni, Padova, 2005. Info su http://www.arte-e-psiche.com. Numerosi anche gli interventi di divulgazione culturale pubblicati online. Attualmente svolge attività clinica a Lecce ed a Padova. 
Comunicazione a cura di Michela Maffei, giornalista.

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martedì 14 luglio 2020

Le bizzarre definizioni di Israele: sulla Cisgiordania già annessa

Le bizzarre definizioni di Israele: sulla Cisgiordania già annessa

Ramzy Baroud
geopolitics
Sa Defenza 

Foto di presentazione | I giovani palestinesi usano una scala per scavalcare il muro dell'apartheid di Israele ad Al-Ram, a nord di Gerusalemme. Majdi Mohammed | AP
La verità è che Israele si comporta raramente da "Potenza occupante",  da sovrano in un paese in cui la discriminazione razziale e l'apartheid non sono solo tollerate o accettabili ma, di fatto, sono "legali".
Mercoledì 1 luglio doveva essere il giorno in cui il governo israeliano annetteva ufficialmente il 30% della Cisgiordania palestinese occupata e la Valle del Giordano. Questa data tuttavia è passata  ma l'annessione non è stata realizzata.

"Non so se oggi ci sarà una dichiarazione di sovranità ", ha detto il Ministro degli Esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, con riferimento alla scadenza autoimposta dichiarata in precedenza dal Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Non è stata annunciata nessuna data alternativa.

Ma importa veramente?

Sia che l'appropriazione illegale di Israele della terra palestinese avvenga con la massiccia fanfara mediatica e una dichiarazione di sovranità, sia che accada in modo incrementale nel corso dei prossimi giorni, settimane e mesi, Israele ha, in realtà, già annesso la Cisgiordania - non solo il 30% ma, in effetti, l'intera area.

È fondamentale comprendere termini come "annessione", "illegale", "occupazione militare" e così via, nei rispettivi contesti.

Ad esempio, il diritto internazionale ritiene che tutti gli insediamenti ebraici israeliani, costruiti ovunque sulla terra palestinese occupata durante la guerra del 1967, siano illegali.

È interessante notare che anche Israele usa il termine "illegale" con riferimento agli insediamenti, ma solo agli " avamposti " che sono stati eretti nei territori occupati senza il permesso del governo israeliano.

In altre parole, mentre nel lessico israeliano la stragrande maggioranza di tutte le attività di insediamento nella Palestina occupata sono "legali", il resto può essere legalizzato solo attraverso canali ufficiali. In effetti, molti dei 132 insediamenti "legali" di oggi in Cisgiordania e Gerusalemme, che ospitano oltre mezzo milione di coloni ebrei israeliani, hanno avuto inizio come "avamposti illegali".

Sebbene questa logica possa soddisfare la necessità del governo israeliano di garantire che il suo implacabile progetto coloniale in Palestina segua un progetto centralizzato, nulla di tutto ciò è importante nel diritto internazionale.

L'articolo 49 della Quarta Convenzione di Ginevra stabilisce che "sono vietati i trasferimenti individuali o di massa, nonché le espulsioni di persone protette dal territorio occupato verso il territorio della Potenza occupante o verso quello di qualsiasi altro paese, occupato o no, indipendentemente da il loro motivo ", e aggiunge che" La Potenza occupante non deve espellere o trasferire parti della propria popolazione civile nel territorio che occupa ".

Israele ha violato il suo impegno per il diritto internazionale come "potenza occupante" in numerose occasioni, rendendo la sua stessa "occupazione" della Palestina, una violazione del modo in cui vengono condotte le occupazioni militari, che devono comunque essere temporanee.

L'occupazione militare è diversa dall'annessione. La prima è una transizione temporanea, alla fine della quale si prevede, in effetti, che la "Potenza occupante" rinunci alla sua presa militare sul territorio occupato dopo un periodo di tempo prestabilito. L'annessione, d'altra parte, è una netta violazione delle convenzioni di Ginevra e dei regolamenti dell'Aia. È equivalente a un crimine di guerra, poiché all'occupante è severamente vietato proclamare la sovranità unilaterale sulla terra occupata.

Il tumulto internazionale generato dal piano di Netanyahu di annettere un terzo della Cisgiordania è pienamente comprensibile. Ma la più grande questione in gioco è che, in pratica, le violazioni di Israele delle condizioni di occupazione gli hanno concesso un'annessione di fatto all'intera Cisgiordania.

Quindi, quando l'Unione Europea, per esempio, chiede che Israele abbandoni i suoi piani di annessione, sta semplicemente chiedendo ad Israele di riabbracciare lo status quo ante, quello dell'annessione di fatto. Entrambi gli scenari sono spaventosi e dovrebbero essere respinti.

Israele iniziò a utilizzare i territori occupati come se fossero parti contigue e permanenti del cosiddetto Israele proprio, subito dopo la guerra del giugno 1967. Nel giro di pochi anni, ha eretto insediamenti illegali, ora fiorenti città, trasferendo infine centinaia di migliaia di cittadini per popolare le aree appena acquisite.

Questo sfruttamento è diventato più sofisticato con il passare del tempo, poiché i palestinesi sono stati sottoposti a una lenta pulizia etnica, ma irreversibile. Quando le case palestinesi furono distrutte , le fattorie confiscate e intere regioni vennero spopolate , i coloni ebrei si trasferirono a prenderne il loro posto. Lo scenario post-1967 fu una ripetizione della storia post-1948, che portò alla fondazione dello Stato di Israele sulle rovine della storica Palestina.

Moshe Dayan, che fu ministro della Difesa israeliano durante la guerra del 1967, spiegò meglio la logica israeliana in un discorso storico presso la Technion University di Israele nel marzo 1969. “Siamo venuti in questo paese che era già popolato da arabi e lo stiamo stabilendo ebraico, quello è uno stato ebraico qui ", ha detto .
Furono costruiti villaggi ebrei al posto dei villaggi arabi. Non conosci nemmeno dei nomi di questi villaggi arabi e non li biasimo perché questi libri di geografia non esistono più; non solo i libri non esistono, non ci sono nemmeno i villaggi arabi ... Non c'è un posto costruito in questo paese che non avesse una precedente popolazione araba ”, ha aggiunto.

Lo stesso approccio coloniale fu applicato a Gerusalemme Est e in Cisgiordania dopo la guerra. Mentre Gerusalemme Est fu formalmente annessa nel 1980, la Cisgiordania fu annessa in pratica, ma non attraverso un chiaro proclama israeliano legale. Perché? In una parola: demografia.

Quando Israele occupò per la prima volta Gerusalemme est, subì una frenesia di trasferimento della popolazione: spostare la propria popolazione nella città palestinese, espandere strategicamente i confini municipali di Gerusalemme per includere il maggior numero possibile di ebrei e il minor numero di palestinesi, riducendo lentamente la popolazione palestinese di Al Quds attraverso numerose tattiche, tra cui la revoca della residenza e la totale pulizia etnica.

E così, la popolazione palestinese di Gerusalemme, che una volta costituiva la maggioranza assoluta, ora è stata ridotta a una minoranza in diminuzione.

Lo stesso processo è stato avviato in alcune parti della Cisgiordania, ma a causa delle dimensioni relativamente grandi dell'area e della popolazione, non è stato possibile seguire un analogo stratagemma di annessione senza compromettere la volontà di Israele di mantenere la maggioranza ebraica.

Dividere la Cisgiordania nelle aree A, B e C a seguito dei disastrosi accordi di Oslo, ha dato a Israele un'ancora di salvezza, poiché ciò le ha permesso di aumentare le attività di insediamento nell'area C - quasi il 60% della Cisgiordania - senza stressare troppo molto sugli squilibri demografici. L'area C, dove è prevista la realizzazione dell'attuale piano di annessione, è l'ideale per il colonialismo israeliano, poiché comprende le terre più coltivabili, ricche di risorse e scarsamente popolate della Palestina.

Poco importa se l'annessione avrà una data prestabilita o avverrà progressivamente attraverso le dichiarazioni di sovranità di Israele su piccoli pezzi della Cisgiordania in futuro. Il fatto è che l'annessione non è una nuova agenda politica israeliana dettata da circostanze politiche a Tel Aviv e Washington. Piuttosto, l'annessione è stata l'obiettivo coloniale israeliano definitivo sin dall'inizio.

Non lasciamoci impigliare nelle definizioni bizzarre di Israele. La verità è che Israele si comporta raramente come  "Potenza occupante", ma come un sovrano in un paese in cui la discriminazione razziale e l'apartheid non sono solo tollerate o accettabili ma, di fatto, sono anche "legali".

Ramzy Baroud è giornalista ed editore di The Palestine Chronicle. È autore di cinque libri. L'ultimo è " Queste catene saranno spezzate : storie palestinesi di lotta e sfida nelle carceri israeliane" (Clarity Press, Atlanta). Baroud è un ricercatore senior non residente presso il Center for Islam and Global Affairs (CIGA), Istanbul Zaim University (IZU). Il suo sito web è www.ramzybaroud.net

Potete partecipare agli sforzi globali per paralizzare la capacità della cabala criminale organizzata del Deep State per il genocidio, godendo allo stesso tempo della libertà sanitaria, boicottando definitivamente Big Pharma

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lunedì 13 luglio 2020

BENJAMIN FULFORD: Come gli Stati Uniti sono diventati uno Stato schiavista babilonese

BENJAMIN FULFORD: Come gli Stati Uniti sono diventati uno Stato schiavista babilonese

Sa Defenza 

La mia battaglia contro la mafia khazariana è iniziata in Giappone, dove vivo da oltre 30 anni come giornalista investigativo di prima linea, ho visto, Primi Ministri, 
assassinati  uno dopo l'altro e  smantellato un sistema economico di successo. Quando ho iniziato a scrivere sul Giappone nel 1985, avevano il reddito pro capite più elevato al mondo e il divario più basso tra ricchi e poveri di qualsiasi nazione sviluppata. Questo è stato il risultato di decenni di crescita economica a due cifre: il cosiddetto miracolo giapponese. Ora, il Giappone è governato dagli hedge found dei criminali Khazariani e dai loro schiavi. Il paese ha ora il secondo divario più grande tra ricchi e i poveri dell'OCSE (dopo gli Stati Uniti) e il giapponese medio sopravvive a malapena.

Fu la rabbia per ciò che era stato fatto ai giapponesi che mi mise sulla strada per la libertà di questo paese, cercando di convincerli a smettere di rendere omaggio ai loro schiavisti. Questa è divenuta una questione personale, perché molti giornalisti giapponesi, banchieri centrali e politici che conoscevo e rispettavo erano stati assassinati da queste persone. L'ho scoperto dai capi giapponesi di yakuza che mi svelarono d'essere subappaltatori della mafia Khazariana.

Quando le società segrete asiatiche accettarono di aiutare a liberare il Giappone e il resto del mondo dal dominio Khazariano, allora tutti i tipi di società segrete uscirono dal nascondiglio per parlare con noi.

Uno che fu particolarmente influente fu un agente britannico senior, il Dr. Michael Van de Meer, l'AKA Michael Meiring. Mi ha dato alcune schede da leggere in modo da sapere esattamente con che cosa avevo a che fare. Van de Meer ha combattuto i Khazariani per decenni e ha pagato un prezzo elevato. Gli hanno fatto saltare entrambe le gambe con una bomba, secondo lui, agenti di George Bush Sr. e David Rockefeller.


Le informazioni che mi ha girato mi hanno fatto capire che ciò a cui ho assistito in prima persona in Giappone era un processo graduale di schiavitù che era già stato completato negli Stati Uniti. Queste furono le stesse persone che uccisero Abraham Lincoln, John F. Kennedy, Martin Luther King e molti altri.

È interessante notare che anche se i documenti ufficiali sull'assassinio di Kennedy sono stati rilasciati dopo una lunga attesa, non un singolo media ha riportato che il suo omicidio è stato ordinato dal primo ministro israeliano David Ben Gurion. Ben Gurion, a sua volta,
 prendeva ordini dalla mafia Khazariana come parte del piano di uccidere il 90% dell'umanità e schiavizzare il resto per far governare il mondo da Gerusalemme.

JF Kennedy e D. B. Gurion

Prima di entrare nelle citazioni chiave di questi materiali di lettura, lasciatemi spiegare perché hanno torto quando incolpano del problema gli ebrei perché queste persone si definiscono ebrei, ma,  in realtà adoratori di Satana.

La mia famiglia è di origine ebrea. La famiglia di mia madre era una Horstein che significa la roccia del cavallo o montagna del cavallo. Erano le discendenti femminili dei cavalieri Khazariani sconfitte dai russi e dai mongoli. Mia nonna aveva tanta paura di essere identificata come ebrea e aveva un documento in cui affermava di essere stata battezzata come anglicana. Anche la madre di mio padre era ebrea e non lo disse a mio padre finché non fu sul letto di morte. Anche mio padre non me lo disse fino al sua morte.

Avevano molta paura di qualcosa, e quel qualcosa erano i satanisti Khazariani. Erano fuggiti dalla loro schiavitù ed erano riluttanti a ritornarvi ed è per questo che hanno tenuto segreto il loro lignaggio anche ai loro parenti più stretti. La maggior parte degli ebrei religiosi sono ancora loro schiavi. Se studiate la vera storia babilonese imparerai che la circoncisione era una castrazione rituale per farne schiavi, uomini delle tribù sconfitte.

In ogni caso, i miei antenati maschi anglosassoni erano discendenti di re guerrieri mai sconfitti del pianeta Terra, e non avevamo intenzione di farsi dominare o farsi impartire ordini da donne di una tribù sconfitta. Non eravamo circoncisi ne ridotti in schiavitù.

L'altra cosa da sapere è che viviamo secondo la regola d'oro: "Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te." Eravamo persone morali non perché avevamo paura dell'inferno o fossimo tentati dalle promesse del paradiso in cielo, ma perché era nel nostro interesse personale essere morali. Non rubare o uccidere in modo da poter vivere in una società in cui non si venisse derubati o assassinati.

Non eravamo cristiani perché Gesù Cristo era stato torturato a morte e i suoi assassini erano ancora al potere. Inoltre, non potevamo credere che un Dio giusto avrebbe permesso così tanta miseria e sofferenza sulla Terra. Quindi eravamo atei, il tipo di ebreo più perseguitato che ci fosse.

Personalmente, so che non ci siamo creati, quindi ci deve essere un creatore. Per rispettare il creatore, devi rispettare la creazione, in altre parole, rispettare le altre persone e tutti gli esseri viventi.

In ogni caso, citiamo ora tre elementi chiave degli "ebrei", a condizione che stiano parlando della sinagoga di Satana e non dei veri ebrei.

Benjamin Franklin

Cominciamo con un avvertimento del padre fondatore Benjamin Franklin:

“Concordo pienamente con il generale Washington, sul fatto che dobbiamo proteggere questa giovane nazione da un'influenza e una penetrazione insidiose. La minaccia, signori, sono gli ebrei. In qualunque paese gli ebrei si siano stabiliti in gran numero, hanno abbassato il tono morale; deprezzato la sua integrità commerciale; si sono separati e non si sono integrati; hanno deriso e cercato di minare la religione cristiana su cui si fonda la nazione obiettando alle sue restrizioni; hanno costruito uno stato all'interno di uno stato; e quando si sono opposti hanno cercato di strangolare finanziariamente a morte il paese come nel caso della Spagna e del Portogallo. 
Se non li escludete da questi Stati Uniti, in questa Costituzione in meno di 200 anni avranno sciamato in così tanti numeri da dominare e divorare la terra e cambiare la nostra forma di governo, per la quale noi americani abbiamo abbandonato il nostro sangue, dato le nostre vite, la nostra sostanza e messo a repentaglio la nostra libertà.
Se non li escludete, tra meno di 200 anni i nostri discendenti lavoreranno nei campi per fornire loro il sostentamento, mentre saranno nelle case dei conti a sfregarsi le mani. Vi avverto, signori, se non escludete gli ebrei per sempre, i vostri figli vi malediranno nelle vostre tombe ”.
Franklin aveva ragione. Lo confermiamo ora con una citazione esatta di Harold Wallace Rosenthal, ex assistente amministrativo dell'ex senatore Jacob Javits:
"Alla maggior parte degli ebrei non piace ammetterlo, ma il nostro Dio è Lucifero."

Harold Wallace Rosenthal
Rosenthal, che in seguito fu assassinato per aver dato ampia rivelazione, disse :
“Noi ebrei abbiamo messo in discussione il popolo americano. Quindi promuoviamo entrambe le parti del problema man mano che regna la confusione. Con gli occhi fissi sui problemi, non riescono a vedere chi c'è dietro ogni scena. Noi ebrei giochiamo con il pubblico americano come un gatto gioca con un topo ... 
Il sangue delle masse scorrerà mentre aspettiamo il nostro giorno della vittoria mondiale. Il denaro è più importante della moralità. Possiamo realizzare qualsiasi cosa con i soldi. Il nostro potere è stato creato attraverso la manipolazione del sistema monetario nazionale. Abbiamo creato la citazione. "Il denaro è potere." Come rivelato nel nostro piano generale, era essenziale per noi istituire una banca nazionale privata. Il Federal Reserve System si adattava perfettamente al nostro piano poiché è di nostra proprietà, ma il nome implica che si tratta di un'istituzione governativa. Fin dall'inizio, il nostro scopo era quello di confiscare tutto l'oro e l'argento, sostituendoli con inutili banconote non riscattabili. 
Abbiamo acquisito il monopolio totale dell'industria cinematografica, delle reti radio e dei media televisivi di recente sviluppo. L'industria della stampa, i giornali, i periodici e le riviste tecniche erano già caduti nelle nostre mani. La prugna più ricca sarebbe arrivata in seguito quando abbiamo assunto la pubblicazione di tutto il materiale scolastico. Attraverso questi veicoli, potremmo modellare l'opinione pubblica per soddisfare i nostri scopi. Le persone sono solo stupidi maiali che grugniscono e urlano canti che diamo loro, siano essi verità o bugie. "

Il testo completo dell'intervista può essere letto qui: https://archive.org/stream/ericsproat_gmail_Rosy/rosy_djvu.txt


Successivamente, abbiamo l'avvertimento dall'interno di alto livello sionista Benjamin Freedman (che era un uomo liberato da Khazariaion = schiavitù sionista).
I sionisti e i loro correligionari governano questi Stati Uniti come se fossero i monarchi assoluti di questo paese. [I sionisti] hanno detto all'Inghilterra: "Garantiremo di portare gli Stati Uniti in guerra come alleati, per combattere con te dalla tua parte se ci prometti la Palestina dopo aver vinto la guerra".
Quindi, cosa affrontiamo adesso? Se scateniamo una guerra mondiale che potrebbe trasformarsi in una guerra nucleare, l'umanità è finita. E perché avverrà? Si svolgerà a causa dell'atto III. . . si alza il sipario sull'atto III. Atto I era la prima guerra mondiale. Atto II era la seconda guerra mondiale. Il terzo atto sarà la terza guerra mondiale. Gli ebrei del mondo, i sionisti e i loro co-religiosi ovunque sono determinati a utilizzare nuovamente gli Stati Uniti per aiutarli a mantenere permanentemente la Palestina come punto d'appoggio per il loro governo mondiale.
Come possono gli Stati Uniti - che sono circa il cinque percento del mondo - uscire e combattere l'ottanta-novanta percento del mondo sul loro territorio? Come possiamo farlo ... mandare i nostri ragazzi laggiù per essere massacrati? Per cosa? Quindi gli ebrei possono avere la Palestina come "commonwealth"? Ti hanno ingannato così tanto che non sai se stai arrivando o uscendo. Non li chiamo ebrei. Mi riferisco a loro come ai cosiddetti ebrei, perché so cosa sono [satanisti] ..



Ok, ora gli Stati Uniti versano in una disperata battaglia per liberarsi dopo essere stati lentamente ridotti in schiavitù negli ultimi 200 o più anni. Il processo è ben avviato. Gran parte della leadership della mafia khazariana negli Stati Uniti è stata uccisa o arrestata. Tuttavia, l'intelligence militare giapponese stima che circa 1 milione di mafiosi Khazariani governino gli Stati Uniti. Fingono di essere ebrei, musulmani, cristiani, ecc. Ma adorano Satana. In questo momento stanno combattendo per le loro vite. Gli attivisti di Antifa e Black Lives Matter coinvolti nella rivolta e nel sabotaggio o sono agenti Khazariani o sono da loro imbrogliati, secondo fonti dell'NSA. Ad esempio, un'analisi di Pew mostra che solo uno su sei dei cosiddetti attivisti di Black Lives Matter è afroamericano. In altre parole, sono agenti Khazariani. Lo stesso si può dire di Antifa 


https://www.zerohedge.com/political/pew-analysis-shows-only-1-6-blm-protesters-are-black

Queste persone devono essere neutralizzate se gli Stati Uniti vogliono liberarsi dal sistema di schiavitù del debito babilonese controllato dai satanisti Khazariani.

La prossima settimana continueremo con uno sguardo su chi sta combattendo contro di loro e come non solo gli Stati Uniti ma il mondo intero può essere liberato da questo orrore.

Le roccaforti chiave da prendere sono i media corporate, l'industria "farmaceutica", i monopoli ad high-tech, le mega-banche, l'élite politica di Washington, la burocrazia sanitaria e molte compagnie energetiche.

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Nota per i lettori: i prossimi tre numeri della newsletter saranno pre-scritti in modo che possa fare le ferie annuali. Se succede qualcosa di veramente importante, vi informerò con un aggiornamento.

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LO STATO D’ECCEZIONE E L’ITALIA CAVIA DI UN NUOVO TOTALITARISMO. L’ALLARME DEL FILOSOFO GIORGIO AGAMBEN

LO STATO D’ECCEZIONE E L’ITALIA CAVIA DI UN NUOVO TOTALITARISMO. L’ALLARME DEL FILOSOFO GIORGIO AGAMBEN

Sa Defenza 



Proprio mentre Giuseppe Conte annuncia il prolungamento dello stato d’emergenza è uscito il libro di Giorgio Agamben, “A che punto siamo?”(Quodlibet) dove il filosofo raccoglie i suoi interventi, così controversi, scritti durante e contro il lockdown, e dove aveva previsto che lo stato d’eccezione sarebbe stato prolungato.

Agamben è uno dei filosofi italiani più tradotti e stimati all’estero. Infatti è stato intervistato da diversi giornali stranieri e (sebbene sia, da sempre, culturalmente “di sinistra”) è stato ignorato dai nostri media che non sopportano pensieri difformi.
Quello che vorrebbe farci vedere è “la trasformazione di cui siamo testimoni” nella vita politica e sociale, che “opera attraverso l’istaurazione di un puro e semplice terrore sanitario e di una sorta di religione della salute”.

Il pensatore denuncia la trasformazione dello stato d’eccezione in una prassi che diventerà sempre più normale, finendo per liquidare la democrazia borghese parlamentare così come l’abbiamo finora conosciuta, trasformandola in un’altra cosa che non è ancora definita.



OBIEZIONE E RISPOSTA

Certo, si può obiettare che la situazione per il Covid, a febbraio-marzo, era allarmante. Secondo i suoi critici, non si poteva fare diversamente: il filosofo dimentica il grave pericolo da cui eravamo minacciati. Ma la risposta di Agamben a questa obiezione, fa riflettere. Anzitutto – spiega – si è limitato senza motivo il primo dei diritti umani: “il diritto alla verità”. Egli parla di “una gigantesca operazione di falsificazione della verità”.

Si può obiettare che forse è stata più superficialità e dilettantismo che falsificazione. O almeno si spera. Però quando Agamben scrive che “i dati sull’epidemia sono forniti in modo generico e senza alcun criterio di scientificità”, che “dare una cifra di decessi senza metterla in relazione con la mortalità annua nello stesso periodo e senza specificare la causa effettiva della morte non ha alcun significato”, bisogna riconoscere che solleva un problema vero.

Dice: “non si tiene alcun conto del fatto, pur dichiarato, che viene contato come deceduto per Covid-19 anche il paziente positivo che è morto per infarto e per un’altra causa qualsiasi” (e non si ricordano mai le cifre annuali dei morti per le diverse cause e patologie, effettivamente superiori a quelle per Covid).

Bisognerebbe aggiungere la mancanza di verità sulle origini del virus e sui tempi della sua diffusione (di cui ha colpa il regime cinese), poi le indicazioni delle autorità date e poi capovolte (per esempio sulle mascherine), infine il grande punto interrogativo sulle terapie e i farmaci. È mancata perfino la verità su ciò che ha portato ai tagli alla sanità degli anni scorsi.


DIRE LA VERITA’

Per decidere una così drastica sospensione dei diritti fondamentali – dice in sostanza Agamben – le autorità potevano e dovevano prima spiegare esattamente, con estrema precisione e accuratezza, tutti i termini del problema al popolo e ai suoi rappresentanti e solo valutando l’autentica realtà dei fatti si potevano poi assumere certe misure di protezione, con tempi e modalità democraticamente deliberate e controllate (magari anche informando giorno per giorno sull’efficacia delle diverse terapie in corso).
In effetti così non è stato. E non si dica che non se n’è avuto il tempo, perché lo stato d’emergenza è stato decretato dal governo a fine gennaio e per più di un mese non è stato fatto praticamente nulla, passando da una sostanziale sottovalutazione a un improvviso allarme apocalittico.


ESPERIMENTO DI MASSA

Nella genericità dell’allarme si è poi prodotto un panico collettivo che ha reso accettabile tutto (“la diffusione del terrore sanitario ha avuto bisogno di un apparato mediatico concorde e senza faglie”).

Così – spiega Agamben – si è potuto verificare che per la paura della morte “gli uomini sembrano disposti ad accettare limitazioni della libertà che non si erano mai sognati di poter tollerare, né durante le due guerre mondiali né sotto le dittature totalitarie”.

Questo stato di eccezione, secondo il filosofo, “sarà ricordato come la più lunga sospensione della legalità nella storia del Paese, attuata senza che né i cittadini né, soprattutto, le istituzioni deputate abbiano avuto nulla da obiettare”.
Agamben dà un giudizio durissimo su ciò che è accaduto (agli storici futuri “questo periodo apparirà come uno dei momenti più vergognosi della storia italiana”) ed è ancora più duro su “coloro che lo hanno guidato e governato come degli irresponsabili privi di ogni scrupolo etico”. Forse eccede, si può pensare che vi sia stata semmai improvvisazione e carenza di sensibilità democratica e di senso delle istituzioni, ma ai posteri l’ardua sentenza: l’aspetto più importante della riflessione di Agamben è un altro.

Egli sostiene che “dopo l’esempio cinese, proprio l’Italia è stata per l’Occidente il laboratorio in cui la nuova tecnica di governo è stata sperimentata nella sua forma più estrema”.


LIQUIDAZIONE DELLA DEMOCRAZIA

Il fatto stesso che un totalitarismo sia stato il modello è emblematico, secondo Agamben, che poi scrive: “Se i poteri che governano il mondo hanno deciso di cogliere il pretesto di una pandemia – a questo punto non importa se vera o simulata – per trasformare da cima a fondo i paradigmi del loro governo degli uomini e delle cose, ciò significa che quei modelli erano ai loro occhi in progressivo, inesorabile declino e non erano ormai più adeguati alle nuove esigenze”.
Possiamo dissentire, ma è chiaro da anni che il liberismo non è più sinonimo di liberaldemocrazia, che il mercatismo e il grande potere finanziario che domina sugli stati hanno devastato l’economia reale, il tessuto produttivo industriale dell’occidente e la borghesia, quel ceto medio che era sempre stato il pilastro delle democrazie.

Ed è chiaro da anni che il mercatismo (propagandato da gran parte dei media in tutte le sue forme: non ultima quella dell’Europa maastrichtiana) ha sempre più in odio le democrazie, i parlamenti, le sovranità popolari e gli stati nazionali che rappresentano tanti ostacoli a un suo incontrastato dominio.
In Italia è lampante da anni che il Parlamento e gli elettori contano sempre meno e sempre più si cerca di commissariarci, di comandarci per interposta persona e che in nome del vincolo esterno finiranno per governarci totalmente da Berlino e Bruxelles (o dalle Borse). C’è dunque di che riflettere.


EFFETTO SINISTRO

Infine si segnalano due pensieri di Agamben. Il primo: “la biosicurezza si è dimostrata capace di presentare l’assoluta cessazione di ogni attività politica e di ogni rapporto sociale come la massima forma di partecipazione civica. Si è così potuto assistere al paradosso di organizzazioni di sinistra, tradizionalmente abituate a rivendicare diritti e denunciare violazioni della costituzione, accettare senza riserve limitazioni delle libertà decise con decreti ministeriali privi di ogni legalità e che nemmeno il fascismo aveva mai sognato di poter imporre”.

Viene da chiedersi: che avrebbero fatto se a decidere quelle misure fosse stato il centrodestra?

Il secondo pensiero: “La pandemia ha mostrato senza possibili dubbi che il cittadino si riduce alla sua nuda esistenza biologica. In questo modo egli si avvicina alla figura del rifugiato fin quasi a confondersi con essa”.


TRUMP E LA SINISTRA

E’ stato chiesto al filosofo di sinistra se è imbarazzato dal fatto che sono stati leader di destra come Trump e Bolsonaro i più critici del lockdown alla maniera cinese.
Risposta: “Anche in questo caso si può misurare il grado di confusione in cui la situazione di emergenza ha gettato le menti di coloro che dovrebbero restare lucidi, come anche a che punto l’opposizione fra destra e sinistra si sia completamente svuotata di ogni contenuto politico reale. Una verità resta tale sia che sia detta a sinistra che se viene enunciata a destra”.

Antonio Socci

Da “Libero”, 12 luglio 2020

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domenica 12 luglio 2020

MANIFESTAZIONE #RESTIAMOLIBERI A CAGLIARI

MANIFESTAZIONE #RESTIAMOLIBERI A CAGLIARI

Autore sconosciuto


Riceviamo un commento alla manifestazione di #RestiamoLiberi  a Cagliari, ieri sera alle 19,00 presso i Bastioni di Saint Remy si ritrovano un centinaio di persone che intendono manifestare la loro libertà di pensiero abbiamo intervistato uno degli organizzatori Avv. Alberto Agus, che ha esposto il motivo della loro opposizione al decreto antiomofobia dei PD  Zan-Scalfarotto...



Manifestazione per la libertà di pensiero e di opinione al Bastione S. Remy.

Si presenta una contromanifestazione organizzata dalla comunità LGBT che invece sostiene che vada sancito che le persone non possano essere omofobe, o che non possano esprimerlo.



Brevi momenti di concitazione, non sfociati in violenza fisica. La Digos non allontana la contromanifestazione non autorizzata. I reati connessi dai contromanifestanti sono 2, il primo è quello di non aver chiesto l' autorizzazione. Autorizzazione che va richiesta per la predisposizione da parte della questura delle forze di polizia atte alla garanzia dell'ordine pubblico. Il secondo è quello di incitamento all' odio e alla rissa, dovuto dal comportamento di sfida lanciato dai contromanifestanti.


Io e gli altri non ci siamo curati tanto di tutto questo, siamo persone con una mentalità aperta, al contrario degli LGBT che vogliono imporre agli altri cosa pensare e cosa non.

Sono salito su un cestino metallico per urlare a gran voce il nostro discorso, proprio verso i contromanifestanti. Un agente si è avvicinato e mi ha intimato di scendere, dopodiché mi ha detto di non far scaldare i contromanifestanti.

Quindi, tiriamo le somme. I manifestanti autorizzati NON possono manifestare il proprio pensiero per non "scaldare" i contromanifestanti non autorizzati. Ah.

Va beh, poi la cosa è finita con noi che parlavano con i contromanifestanti per fargli capire che nel 2020 in Italia nessuno va a rompere i coglioni agli omosessuali o alle lesbiche, e la loro imposizione del pensiero di accettazione è in realtà una non accettazione del pensiero altrui. Ma, tempo perso, soprattutto perché i loro "capi" (gente dei centri sociali) li aizzavano urlandoci dinosauri, arretrati e roba simile.

Noi arretrati capito, non loro, che vogliono imporre cosa può uno dire e cosa non. Ma vabbeh. Arriviamo al bello, il motivo per cui sto scrivendo questo post. Devi denunciare una cosa ESTREMAMENTE GRAVE. Il poliziotto che mi ha intimato di scendere, si è rivelato poi una persona con la nostra stessa mentalità, con valori quali la famiglia formata da mamma e papà, ma chiaramente indifferente all omosessualità. Come tutti nel 2020.


Ad un certo punto passa a fianco a noi una bella ragazza, ben vestita, con un bambino in braccio. Al suo fianco una ragazza. Si avvicina dal poliziotto e gli chiede: "è finita?".

Lui risponde: "."

Io le dico: "finita in che senso?"

Lei risponde: "dico posso stare tranquilla, è finito tutto?"

Io: "stai tranquilla guarda che non ci mettiamo mica a litigare"


Lei dice al poliziotto: "vabbeh noi allora andiamo a fare l' aperitivo"

Io dico al poliziotto: "andiamo anche noi con loro?"

Lei e la sua amica continuano a camminare. Non posso fare a meno di notare che la sua amica aveva l' arcobaleno disegnato in faccia, l arcobaleno LGBT. Camminando fa un cenno al vice-questore.


Mi chiedo: "ma questa, era qui per caso?". Cioè inizialmente pensavo fosse una persona che avesse assistito a tutta la scena da un lato della piazza, ma la sua amica aveva l' arcobaleno in faccia.

Il poliziotto mi risponde: "quella è la figlia di Soru"
Ora. La figlia di Soru... 


La figlia di Soru, lì con un amica che aveva l'arcobaleno disegnato in faccia, che si avvicina dal poliziotto a chiedere se potesse stare "tranquilla". Che andando via fa un cenno al vice-questore.

Soru=PD=europeista=neoliberista=globalista= 🤔🤔🤔 Faccio una ricerca in internet. 


Soru figli... 

Traetene le vostre deduzioni su chi finanzia chi e chi serve chi e a cosa...

SOR(U)S...






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https://sadefenza.blogspot.com/2020/07/manifestazione-restiamoliberi-cagliari.html


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