lunedì 11 febbraio 2019

PROTESTIAMO CONTRO LA #RAI PER AVER BLOCCATO LE DIRETTE STREAMING DEL CANALE YOUTUBE DI #SADEFENZATM PER ABUSO DEL COPYRIGHT RAI


PROTESTIAMO CONTRO LA #RAI PER AVER BLOCCATO LE DIRETTE STREAMING DEL CANALE YOUTUBE DI #SADEFENZATM PER ABUSO DEL COPYRIGHT RAI

Sa Defenza 



... intanto paghiamo il canone e come tale la #TVpubblica RAI deve essere libera e accessibile a tutti i cittadini , e non trincerarsi dietro il #copyright per impedire di fare girare le contestazione delle #fakenews che diffonde con la trasmissione  #Mezzorainpiù di #LuciaAnnunziata .

Abbiamo il diritto di prendere una parte del video della trasmissione della signora Annunziata per poterne fare dibattito libero, visto le gravi affermazioni sui gilet gialli e loro azioni, fatte dal miliardario sionista  Bernard-Henri Levy,  
tal signore, sputa sentenze e vomita affermazioni pesanti contro il popolo francese e le mobilitazioni dei gilet gialli in atto da diverse settimane in Francia contro il governo delle élite globaliste di Macron; 
non permettiamo che una Rai pubblica impedisca l'uso di trasmissioni discutibili e impedisca la libertà di espressione e critica sancita dalla costituzione.

Si vuole impedire ai cittadini di poter dire la nostra , e tapparci la bocca con l'assurdo uso indiscriminato del copyright nella pubblica informazione , questo non è accettabile in una repubblica democratica dove si antepone l'univocità delle informazioni drogate e deviate dalla realtà, dove il Levy accusa senza alcuna controparte di difesa alcuna i i glilet gialli francesi di essere le nuove CAMICE BRUNE NAZISTE usando una trasmissione in modo indiscriminato privato della TV pubblica come cassa di risonanza di opinioni personali su un movimento di massa qual'è quello dei gilet gialli, opinioni che vengono diffuse a favore del sistema globalista contro la volontà del popolo italiano a cui si vuole far intendere siano oro colato.

Questo inaccettabile atteggiamento dittatoriale della RAI impedisce e limita le libertà di parola delle piccole realtà d'informazione libera del WEB e dell'opinione pubblica in generale, perciò chiediamo di levare questa inveroconda abominievole blocco posto al canale SADEFENZA cambiando atteggiamento per darci la possibilità, levando il blocco per abuso di copyright, di poter continuare a fare la controinformazione che è nostra prerogativa con il nostro canale youtube SADEFENZA in modo da poter tornare a trasmettere liberamente in streaming , come fatto sino ad ora.


https://www.youtube.com/channel/UCgLyHB8-idyyUbnD-6MY69A…

#sadefenza #Macron #BernardHenriLevy #èliteglobalista #sionista#giletgialli #giletsjaunes #nazisme #chemisesbrunes https://sadefenza.blogspot.com
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domenica 10 febbraio 2019

ECCO PERCHE’ UN PAPA PUO’ ESSERE ELETTO SU ISPIRAZIONE DELLO SPIRITO SANTO E UN ALTRO SU PRESSIONE DEI POTERI MONDANI

ECCO PERCHE’ UN PAPA PUO’ ESSERE ELETTO SU ISPIRAZIONE DELLO SPIRITO SANTO E UN ALTRO SU PRESSIONE DEI POTERI MONDANI 
(A PROPOSITO DI UNA FRASE DI SAN VINCENZO)


Antonio Socci
Sa Defenza 


Risultati immagini per ECCO PERCHE’ UN PAPA PUO’ ESSERE ELETTO SU ISPIRAZIONE DELLO SPIRITO SANTO E UN ALTRO SU PRESSIONE DEI POTERI MONDANI (A PROPOSITO DI UNA FRASE DI SAN VINCENZO)

Ci sono zelanti scribi e turiferari di vario peso che da sei anni si trovano ad applaudire papa Bergoglio anche se, ogni giorno, ne dice di tutti i colori VEDI QUI LE ULTIME:  https://www.lifesitenews.com/news/papal-theologian-never-saw-final-draft-of-human-fraternity-doc-contrary-to-#When:23:49:00Z

E’ una vitaccia la loro, perché devono magnificare continuamente le splendide “vesti”, cioè le gesta, di un sovrano che è palesemente inadeguato (per questo personalmente sento di dover pregare tanto per lui).

E’ un papa sprovvisto di una seria preparazione teologica, troppo desideroso di compiacere i potenti padroni del mondo, clamorosamente privo delle basi culturali minime oltreché di prudenza, di misericordia evangelica e di sensus Ecclesiae.

Costoro lo sanno bene perché da tempo ci sono liberi intelletti che – con dolore – segnalano le cose più stravaganti e inaudite. Ma gli zelanti scribi non cercano di correre ai ripari, diradando i loro elogi al sovrano o invitandolo alla prudenza. No. 

Si avventano su coloro che hanno il torto di amare la verità e di dirla. Così qualche zelante scriba non ha trovato di meglio che mettere sotto il microscopio me, che pure non sono nessuno, per una mia citazione di san Vincenzo che costoro credono (erroneamente) falsa. 
Vedremo dopo di cosa si tratta. Prima devo esprimere la mia divertita sorpresa. Abbiamo infatti un papa che, proprio in fatto di citazioni, manifesta una disinvoltura sconcertante una fantasia straordinaria, un caso unico nella storia del papato, eppure a questi scribi non interessano le strane citazioni papali. A loro interessa una mia citazione.

Non è curioso? Eppure papa Bergoglio è immensamente più importante di mee le sue citazioni (come vedremo) hanno conseguenze pesanti sulla vita della Chiesa.

Faccio un esempio. Nel mio libro Non è Francesco” riportavo proprio – fra tante altre cose – il singolare caso di una sua citazione che (questa sì) sembrerebbe davvero inventata. 

Ecco cosa scrivevo:

C’è una citazione prediletta da papa Bergoglio. La ripropone di continuo. La prima volta da Papa citò questa frase subito dopo l’elezione, durante il discorso ai cardinali nella sala clementina:

“Egli, il Paraclito, è il supremo protagonista di ogni iniziativa e manifestazione di fede. … Io ricordo quel Padre della Chiesa che lo definiva così: «Ipse harmonia est». Il Paraclito che dà a ciascuno di noi carismi diversi, ci unisce in questa comunità di Chiesa”.
Dopo di allora ha citato quel «Padre della Chiesa» e la frase «Ipse harmonia est», riferita allo Spirito Santo, una miriade di volte. Per esempio il 19 maggio 2013 (omelia di Pentecoste, nella messa con i movimenti ecclesiali) o il 4 ottobre 2013, ad Assisi, nella cattedrale di San Rufino, parlando ai religiosi. Ma già la citava da cardinale, come si vede nell’intervista rilasciata a «30 Giorni» nel 2007. 
C’è solo un problema: che non esiste un Padre della Chiesa che abbia detto quella frase.Pure in Vaticano, dove sistemano tutti i discorsi papali per la pubblicazione sugli «Acta Apostolicae Sedis», non l’hanno trovato e quindi la frase compare senza attribuzione.
Tuttavia, nessuno glielo dice, quindi Bergoglio continua a citare quel – non meglio identificato – «Padre della Chiesa».
 
Avrei taciuto volentieri anch’io se alla fine quella citazione improbabile, durante l’incontro di Caserta del 28 luglio 2014 con il pastore pentecostale Giovanni Traettino, non fosse diventata la base «teologica» della nuova visione ecumenica che Bergoglio vuole dare alla Chiesa. 
Infatti ha detto: «La Chiesa è una nella diversità. E, per usare una parola bella di un evangelico che io amo tanto, una “diversità riconciliata” dallo Spirito Santo. [Perché] Lui fa entrambe le cose: fa la diversità dei carismi e poi fa l’armonia dei carismi. Per questo i primi teologi della Chiesa, i primi padri – parlo del secolo III o IV – dicevano: “Lo Spirito Santo, Lui è l’armonia, perché Lui fa questa unità armonica nella diversità». 
Considerato che nessun Padre della Chiesa ha mai pronunciato quella frase, sembra un po’ debole una teologia ecumenica fondata su di essa che – addirittura – spazza via la Dominus Iesus, la quale ha dietro di sé tutta la solidità della teologia cattolica. 
Ho scritto queste cose nel libro del 2014. Evidentemente la citazione fantasma – ripetuta di continuo – creava un certo imbarazzo in Vaticano. Così, nel 2017 (ci sono voluti tre anni), hanno cercato (maldestramente) di metterci una toppa e un articolo dell’Osservatore romano attribuisce quella “citazione” a Basilio di Cesarea.

Solo che il passo che citano di san Basilio non contiene affatto questa espressione. Eccolo qua: 
«Se dunque lodano Dio tutti i suoi angeli, se lo lodano tutte le sue potenze, questo avviene per il concorso dello Spirito. Se accanto a lui stanno migliaia di migliaia di angeli e infinite miriadi di ministri è nella potenza dello Spirito che essi compiono irreprensibilmente il loro ufficio. Tutta quell’armonia sovraceleste e indicibile (pàsan oun ten hyperourànion ekèinen kài àrreton harmonìan) nel servizio di Dio e nel mutuo accordo delle potenze sovracosmiche non potrebbe conservarsi senza che le presiedesse lo Spirito».
L’Osservatore romano, con evidente imbarazzo, commenta: L’aforisma latino ‘ipse harmonia est’ non può e non vuole essere, proprio in quanto tale, una traduzione letterale del passo in questione”.

In effetti quella frase “citata” da Bergoglio non c’è proprionon c’è per nulla, né come traduzione letterale, né, in senso lato, come sintesi concettuale. 

Perché Basilio (che peraltro scrive in greco e non in latino) parlava del canto di lode a Dio degli angeli nei Cieli, mentre Bergoglio parla, confusamente, di carismi nella Chiesa oltretutto alludendo alle confessioni protestanti (come se i cori angelici e i seguaci di Lutero fossero la stessa cosa e come se fosse stato lo Spirito Santo a suscitare lo scisma protestante…).

Ognuno può trarre le sue conclusioni. Ma gli scribi bergogliani dovrebbero rispondere al quesito: è una citazione vera o inventata?

Non solo. Anche facendo il taglia e cuci a una citazione si può far dire a un autore l’opposto di quello che lui effettivamente afferma.

Prendiamo proprio san Vincenzo di Lérins (di cui parleremo dopo): Papa Bergoglio più volte cita il celebre passo sullo sviluppo del dogma del Commonitorium, ma non lo cita per intero, fa un taglia e cuci da cui – guarda caso – restano escluse proprio le frasi che contraddicono la sua idea.

Per esempio, nel discorso al Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione cita questo passo affermando:
D’altronde, come già ricordava san Vincenzo di Lérins: «Forse qualcuno dice: dunque nella Chiesa di Cristo non vi sarà mai nessun progresso della religione? Ci sarà certamente, ed enorme. Infatti, chi sarà quell’uomo così maldisposto, così avverso a Dio da tentare di impedirlo?» (Commonitorium, 23.1: PL 50)”. (…) 
Questa legge del progresso secondo la felice formula di san Vincenzo da Lérins: «annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate» (Commonitorium, 23.9: PL 50), appartiene alla peculiare condizione della verità rivelata nel suo essere trasmessa dalla Chiesa, e non significa affatto un cambiamento di dottrina”.
Anche nell’intervista a padre Antonio Spadaro per “Civiltà Cattolica”, Bergoglio cita una frase tratta da quel passo di san Vincenzo di Lérins:
“Anche il dogma della religione cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l’età”.
Poi Bergoglio prosegue:
“San Vincenzo di Lérins fa il paragone tra lo sviluppo biologico dell’uomo e la trasmissione da un’epoca all’altra del ‘depositum fidei’, che cresce e si consolida con il passar del tempo. Ecco, la comprensione dell’uomo muta col tempo, e così anche la coscienza dell’uomo si approfondisce”.
Adesso leggiamo quel brano integrale del “Commonitorium” segnalando in neretto le parti omesse da Bergoglio:
Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande.
Chi infatti può esser talmente nemico degli uomini e ostile a Dio da volerlo impedire?
 
Bisognerà tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento.Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno.Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un’altra. 

È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano quanto più possibile la comprensione, la scienza e la sapienza così dei singoli come di tutti, tanto di uno solo, quanto di tutta la Chiesa.
 
Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. 
La religione delle anime segue la stessa legge che regola la vita dei corpi.
Questi infatti, pur crescendo e sviluppandosi con l’andare degli anni, rimangono i medesimi di prima.
E’ evidente che il taglia e cuci bergogliano al “Commonitorium” fa dire a san Vincenzo di Lérins una cosa molto diversa da quanto lui davvero afferma. Anzi, più che diversa, gli fa dire una cosa antitetica.

Egualmente sconcertanti sono altre citazioni bergogliane contenute addirittura nei suoi documenti ufficiali. Penso ad esempio a un testo come l’Amoris laetitia che ha un impatto devastante nella pastorale della Chiesa.

In quel testo le citazioni vengono disinvoltamente “trattate” e usate proprio per giustificare la nuova dottrina bergogliana in materia di unioni.

E’ il caso della citazione di un paragrafo della Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II, dove si omette il seguito (nello stesso paragrafo), perché contradice la tesi che si vuol sostenere, e che poi rifluisce nella più sconcertantenota 329in cui Bergoglio cita poche parole della Gaudium et spes” (n. 51)per applicare in modo fuorviante,a coppie divorziate o risposate civilmente, quello che il documento del Concilio applica alle sole coppie validamente sposate. Facendo dire così alla “Gaudium et spes” un’enormità che è totalmente opposta al suo vero contenuto.

Sandro Magister così ha sintetizzato la disinvolta operazione bergogliana:
In effetti nella nota 329 della “Amoris lætitia” papa Francesco rivolge ai divorziati risposati che hanno scelto di convivere non più da adulteri ma “come fratello e sorella”, e quindi con la possibilità di fare la comunione, un esplicito rimprovero: quello di recare un possibile danno alla nuova famiglia, poiché – parole letterali – “se mancano alcune espressioni di intimità, ‘non è raro che la fedeltà sia messa in pericolo e possa venir compromesso il bene dei figli'”. Questo con tanto di citazione – in realtà ritagliata da tutt’altro contesto – della costituzione conciliare “Gaudium et spes”. E, peggio, col sottinteso che fanno meglio gli altri a condurre una piena vita da coniugi anche in seconde nozze civili, magari facendo anche la comunione”.
Un altro caso clamoroso è la citazione a sproposito di san Tommaso d’Aquino (cap. 304) per fargli dire l’opposto di quello che il grande teologo insegnava. Come è stato scritto, è un modo di “valorizzare l’adulterio citando (male) san Tommaso” VEDI QUI:

Tutto questo sembra davvero sconcertante, ma non interessa i nostri studiosi clericali che si applicano con accanimento a me.  

Eppure una mia citazione non cambia nulla, mentre le tante citazione disinvolte di Bergoglio cambiano la dottrina e l’insegnamento della Chiesa.

Comunque è a me che costoro rivolgono le loro attenzioni critiche. E – dopo tanto studio – è arrivato finalmente il “formidabile” colpo: insinuano che io abbia inventato una citazione.

Ora, mi corre l’obbligo di ringraziare sinceramente questi zelanti scribi clericali, sia per l’importanza che mi attribuiscono (decisamente esagerata); sia per l’ingrato lavoro che si sono accollati.

Infatti in questi sei anni (oltre a qualche centinaio di articoli) ho scritto tre libri dedicati al “caso Bergoglio/Benedetto XVI”, cioè: “Non è Francesco”(Mondadori), “La profezia finale” (Rizzoli) e “Il segreto di Benedetto XVI” (Rizzoli).

Se consideriamo pure il capitolo che ho dedicato a Bergoglio in “Traditi, sottomessi, invasi”, siamo quasi a 800 pagine complessive(senza contare qualche centinaio di miei articoli).

In circa 800 pagine che ho pubblicato, dense di tantissime citazioni, con riferimenti bibliografici e note, pensavo sinceramente di poter incorrere in diversi errori e imprecisioni, cosa più che normale e scontata.

Invece i miei zelanti scribi non sono riusciti a trovare nient’altro che un banale errore di nome, cioè una citazione di san Vincenzo Pallotti che io ho erroneamente attribuito a un altro san Vincenzo (cioè san Vincenzo di Lérins).

Mi dispiace che abbiano faticato così tanto, per trovare così poco. Sicuramente se si applicano di più potranno trovare altri miei errori e li ringrazierò se me li segnaleranno, come già li ringrazio per questa segnalazione.

In ogni caso aver attribuito a san Vincenzo di Lérins una frase di san Vincenzo Pallotti non mi sembra una cosa da perderci il sonno. 

E’ vero, loro l’hanno sbandierata come se avessero scoperto chissà quale misfatto e addirittura hanno titolato “Una citazione inventata da Antonio Socci?”. Avevano l’aria di chi finalmente ha preso in castagna  questo giornalista che critica papa Bergoglio.

Ma era il loro stesso articolo a smentire l’insinuazione malevola contenuta nel titolo, infatti il loro articolo riportava una fonte autorevole della citazione del Pallotti che è l’introduzione al volume, curato da Giovanni Cittadini, “Pio IX, Lettere” (vol. I, Laurenziana, Roma), pubblicato nel 1990

Se cercano meglio potranno trovare pure altre fonti. A me basta prendere atto che questi affannati scribi si contraddicono da soli, smentendo nel loro stesso articolo ciò che insinuano nel titolo

La citazione originale di san Vincenzo Pallotti è questa: Alcuni papi Iddio li vuole, alcuni li permette, altri li tollera. Quella che mi era stata riportata e trasmessa diceva: Alcuni papi Iddio li dona, altri li tollera, altri li infligge.

Come si vede c’è una difformità lessicale sul verbo “infliggere”, ma non c’è una sostanziale differenza concettuale, anzi: mi sembra molto migliore e più corretta la versione di Cittadini, perché fa capire che Dio non ha nessuna parte (nemmeno come intento punitivo) nell’elezione dei cattivi papi (non ce li “infligge” Lui, ma gli uomini che li eleggono)

Dunque adotto volentieri la prima versione che mi è più utile per far capire il cuore del problema. Ringrazio i miei critici per la segnalazione, perché così rafforzano il concetto che volevo esprimere.

Oltretutto aver riportato la seconda versione in miei scritti del 2011 esclude del tutto che sia stata modificata deliberatamente quella parola di san Vincenzo Pallotti contro l’attuale pontificato, perché nel 2011 Bergoglio stava a Buenos Aires e regnava Benedetto XVI. 

Del resto – ripeto – se nel 2014, riprendendo quella stessa citazione del 2011, avessi avuto quell’intenzione “antibergogliana” sarebbe stato per me più efficace e utile citare la prima versione.

In ogni caso si tratta di in una citazione che veniva fatta discorsivamente(infatti non aveva un rimando bibliografico  in nota), per esprimere un concetto che dovrebbe essere noto a tutti i cattolici.

L’importante, al di là delle diverse sfumature linguistiche, è proprio il concetto espresso da quel santo, che è lo stesso in entrambe le versioni. Ma i miei zelanti inquisitori si guardano bene dall’andare alla sostanza ed evitano di riflettere su quella frase di san Vincenzo.

Si fermano a criticare il dito, perché serve ad attaccare polemicamente il proprietario del dito, ma – per un animo che ha a cuore la Chiesa – è molto più importante guardare la luna che quel dito indica.

Quella espressa nella frase di san Vincenzo è una concezione perfettamente cattolica che dovrebbe mettere in guardia dal rischio, oggi devastante, della papolatria.  
Infatti lo stesso identico concetto è stato espresso dall’allora cardinale Ratzinger, in una dichiarazione riportata da “Avvenire”, nel 1997.

Il mio critico – tal Marcotullio – definisce famigerata dichiarazione” quella del futuro Benedetto XVI. Io invece seguo questo grande teologo e papa che tuttora è fra noi il grande maestro della fede. 

Dunque Ratzinger, con la sua nota chiarezza, alla domanda se è lo Spirito Santo il responsabile dell’elezione di ogni papa, dette testualmente questa risposta:
Non direi così, nel senso che sia lo Spirito Santo a sceglierlo. Direi che lo Spirito Santo non prende esattamente il controllo della questione, ma piuttosto da quel buon educatore che è, ci lascia molto spazio, molta libertà, senza pienamente abbandonarci. Così che il ruolo dello Spirito dovrebbe essere inteso in un senso molto più elastico, non che egli detti il candidato per il quale uno debba votare. Probabilmente l’unica sicurezza che egli offre è che la cosa non possa essere totalmente rovinata. Ci sono troppi esempi di Papi che evidentemente lo Spirito Santo non avrebbe scelto.
In effetti la storia della Chiesa offre molti esempi di papi indegni (anche senza ricordare i papi che Dante mette all’Inferno). Così Ratzinger conferma proprio quanto affermato da san Vincenzo.

Si possono usare parole diverse, si può argomentare con uno stile diverso, ma resta la stessa concezione cattolica dei papi.

Per questo la Chiesa, durante i Conclavi, chiede ai fedeli di pregare affinché i cardinali eleggano il candidato che è nel cuore di Dio: proprio perché è possibile che eleggano qualcuno che non è adeguato al pontificato o che sarebbe pernicioso e magari è spinto da lobby e poteri di questo mondo.

In questo ultimo caso, lo Spirito Santo – diceva il card. Ratzinger – garantisce solo che costui non possa distruggere del tutto la Chiesa, anche se può fare danni immensi.

C’è di che riflettere… Facciamolo dunque con serenità e senza paraocchi, cari amici scribi. Riflettiamo con la pace di Cristo nel cuore.

Antonio Socci

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giovedì 7 febbraio 2019

ADERISCI AI GILET GIALLI , PASSAPAROLA !

ADERISCI AI GILET GIALLI , PASSAPAROLA !

Sa Defenza 




VOGLIAMO, POSSIAMO , DOBBIAMO, PER IL BENE NOSTRO E DELLE FUTURE GENERAZIONI TUTTI CON IL GILET GIALLO: CAMBIAMO IL PARDIGMA A FAVORE DEL POPOLO , BASTA SUICIDI, LOTTA DI POPOLO PER UNA NUOVA REPUBBLICA VERAMENTE DEL POPOLO!

Sa Defenza aderisce e promuove con il passaparola e il nostro blog l'iniziativa dei Gilet Gialli




...Noi siamo disponibili, e voi? Tenete conto che come gilet gialli vogliamo mettere assieme tutti gli uomini e donne che siano di destra di centro o della sinistra , tutti gli uomini e donne di buona volontà, vogliamo svegliare gli addormentati dalla TV , uscire di casa e parlare con i nostri vicini, andare in piazza a farci vedere , basta fare le tartarughe in casa , mettere al primo posto gli interessi del popolo , la nostra dignità di persone , perciò chiunque zona franchisti , no vax, libera scelta, lavoratori, commercianti, artigiani, pensionati , disoccupati, intellettuali , giornalisti , persone libere , cani sciolti o iscritti ai partiti e sindacati, tutti insieme per il nostro bene comune , uniti si può! come abbiamo detto al flash mob di Sarroch se si vuole si può! perciò si deve usare il gliet giallo , se siamo commercianti al mercato ci mettiamo il gilet giallo , così quando passeggiamo con gli amici o quando facciamo un flash mob , il gilet deve essere un fattore unificante e simbolo della nostra lotta trasversale e unitaria di tutte le specializzazioni e categorie , uniti si può!




DIMOSTRIAMO AI POLITICANTI CHE NE ABBIAMO PIENE LE TASCHE DEI LORO VUOTI MANTRA CHE NON PORTANO A NULLA. BASTA VACCINI, BASTA TASSE , BASTA ACCISE , BASTA VITA GRAMA, BASTA SUICIDI, E' L'ORA DELLA LIBERTA' DI TUTTI! SALARI ADEGUATI E REDDITO DI DIGNITA' PER TUTTI!‎



Aderisci alla chat pubblica per parlare e agire : 
Apri questo link per entrare nel mio gruppo Gilet Gialli Sardinya
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Care amiche e amici vi comunichiamo che abbiamo aperto la email per le comunicazioni di servizio e organizzative: giletgiallisrd@gmail.com , siete pregati di comunicare i vostri dati per l'organizzazione territoriale : Nome e Cognome ,  numero di cellulare e possibilmente paese di residenza ed  e-mail 

ovviamente sono dati trattati con la massima discrezione ,  saranno utilizzati solo ed esclusivamente per comunicazioni di servizio e organizzativi

Come tutte e tutti sapete amici , abbiamo la chat su wahtapp , ma stiamo migrando su telegram perchè migliore e senza censura ...

la nostra mail giletgiallisrd@gmail.com invito tutte le amiche e amici a trasferirsi su telegram 

Invitiamo gli amici ad unirsi ai Gilet Gialli Sardinya 
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grazie a tutte e tutti per la collaborazione 


Pastori in piazza

La situazione in Sardinya è effervescente per la grave crisi economica che colpisce tutti i settori di produzione agricola e degli allevamenti oltre al settore caseario dove gli industriali la fanno da padroni imponendo prezzi del latte sottocosto , a 50 cent il litro, che portano le aziende familiari e pastorali al fallimento...

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ANCHE I RADICAL CHIC SBAGLIANO I CONGIUNTIVI COME I GRILLINI

ANCHE I RADICAL CHIC SBAGLIANO I CONGIUNTIVI COME I GRILLINI


Antonio Socci 
Sa Defenza




Ma davvero i (cosiddetti) populisti grillini e le (cosiddette) élite ora si contrappongono sulla “sgrammatica”? 

In effetti gli esponenti del M5S fanno spesso a pugni con la lingua italiana, come dimostra un recente intervento alla Camera della deputata grillina Teresa Manzo.

C’è poi la guerra del congiuntivo. Nei mesi scorsi è stato Luigi Di Maio a scivolare, ripetutamente, sui verbi. Poi Di Battista: “Lei non mi interrompi”, “che le banche scrivino le manovre finanziarie”, “mi facci finire” (che ricorda il “batti lei” di Fantozzi).

Così ieri Aldo Grasso, in un corsivo sulla prima pagina del Corriere della sera, ha tratto le sue ironiche conclusioni: “Il congiuntivo è solo un modo verbale che appartiene alla cultura radical-chic, un inutile orpello anti-populista? Parrebbe di sì. La sgrammatica (si dice?) produce nuove parole d’ordine contro la perfida élite, insegna a non vergognarsi dell’errore e a prefigurare una vita in brutta copia”.

Ma siamo proprio sicuri che ci sia una contrapposizione così netta sul congiuntivo tra populisti grillini e radical-chic?
In questi giorni, per esempio, è stato il nuovo segretario della Cgil, Maurizio Landini, a “Piazza pulita”, a far notizia sul congiuntivo: “vadi in qualsiasi posto di lavoro, vadi in un centro commerciale, vadi in un ospedale, vadi in un’azienda vadi…” 
Era inevitabile che quel “vadi” ricordasse a tutti Il secondo tragico Fantozzi, la scena in cui la contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare deve varare la nave: “Vadi, contessa, vadi…”.

Ma Landini è un populista o un radical-chic? E i grillini non sono poi culturalmente di sinistra come i radical-chic?  
La contrapposizione schematica di Grasso non torna più. Del resto la cronaca non è avara di congiuntivi sbagliati pure da esponenti eccelsi dell’élite. La rete non perdona e conserva le tracce. 

Qualcuno, implacabile, segnala per esempio il congiuntivo sbagliato da Massimo Cacciari e poi – a ruota – da Massimo Francoin una puntata di “Otto e mezzo”.
C’è cascato anche il premier Conte, che pure è docente universitario e appartiene all’élite (“si arricchischino”, “non so perché i giornali scrivino”).

E ci sono cascati i più veementi polemisti anti populisti, come Giuliano Ferrarache pure accusa i grillini di attentato al congiuntivo (“a Roma è in stato patologico un intero progetto antipolitico fondato sul pressapochismo, la demagogia, l’inettitudine, l’obliquità, l’uso sbagliato del congiuntivo“).

Come segnalò tempo fa Filippo Facci, una volta, sul Foglio, proprio Ferrara è riuscito a scrivere in poche righe: “Penso che quella è stata ed è una guerra giusta”, “Penso che è una benedizione” e un “Penso che la guerra americana non ha decretato il terrorismo”. 
Anche usare il congiuntivo per contrapporre l’Italia colta che ha studiato (radical-chic) all’Italia plebea che non ha studiato (populista) è del tutto sbagliato.

Come ricordava Oriana Fallaci, che era molto affezionata al congiuntivo, non c’è un solo contadino toscano che sbagli un congiuntivo, pur avendo appena la quinta elementare(confermo per conoscenza diretta).

D’altra parte un libro di qualche tempo fa, Viva il congiuntivo, sosteneva che spesso certe espressioni verbali che consideriamo sbagliate potrebbero essere accettabili scelte stilistiche che intendono riprodurre la lingua parlata.

Citavano frasi di tre scrittori moderni (che direi radical-chic) dai loro libri. Antonio Tabucchi: “entrambi facendo finta che non erano affatto rivali”. Sandro Veronesi: “Io dovrei credere che l’unica persona importante nella vita di mio figlio è l’intercettatore delle sue telefonate”. E Alessandro Baricco: “tutto è relativo, questo già lo si sapeva, meglio che guardo per terra, meglio che guardo il tubo”.

Prendete nota: i congiuntivi sbagliati dai radical-chic non sono errori, ma licenze poetiche.
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Antonio Socci
Da “Libero”, 4 febbraio 2019

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mercoledì 6 febbraio 2019

Zona Franca e Decreto Legge 135/18 Dr.sa Randaccio


Zona Franca e Decreto Legge 135/18 Dr.sa Randaccio


Il governo italiota il 29 gennaio 2019 ha confermato il D.L.135/18 mutandolo in Legge , si parla di sterilizzazione del dl 75/98 che istituisce la zona franca in Sardegna, ma come affermato dalla Dottoressa Randaccio , non si può bloccare quanto istituito dai Trattati di Roma e confermato da quello di Lisbona...



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