I G7 SENZA SPERANZA DI FRONTE ALLA MATEMATICA CERTEZZA DELLA BANCAROTTA...
Benjamin Fulford
Sa Defenza
I leader del Gruppo dei Sette paesi più industrializzati o G7 hanno avuto una riunione di emergenza in Germania in un vano tentativo di evitare il loro inevitabile fallimento.
I leader parlano di Grecia, Ucraina, Cina, Medio Oriente e altre questioni come se avessero in qualche modo ancora il controllo.
I leader devono capire che c’è una cosa là fuori che si chiama realtà e, non importa per quanto tempo si cerca di evitarla, essa, trova comunque il modo per arrivare a voi. Il fatto è che, con le eccezioni del Canada, il Giappone e la Germania, le nazioni del G7 e loro alleati occidentali sono Stati in deficit con il resto del mondo negli ultimi 40 anni. L’elefante nella stanza di cui nessuno parla è il fatto che il più grande debitore di tutti è la corporazione degli Stati Uniti.
Il resto del mondo ha preso la decisione collettiva di fermare il finanziamento di questi governi occidentali fino a che non fermeranno la loro costante istigazione alla guerra e il loro continuo furto di risorse. Dal momento che il resto del mondo controlla la maggior parte del denaro reale (ossia il denaro collegato a oggetti fisici) Controllano la realtà sottostante.
Si può mangiare pane ma, non si possono mangiare fatture di oro, derivati o banconote di dollari.
È possibile barattare cose reali come automobili, petrolio, riso o grano ma, se si perde fiducia, nessuno vorrà scambiare i tuoi pagherò con cose cose reali. I paesi del G7, in particolare la corporazione degli Stati Uniti (in contrasto con la Repubblica degli Stati Uniti), sono riusciti a rinviare l’inevitabile con dati economici fraudolenti, fondi neri in mare aperto, e derivati dal valore teorico astronomico.
Tuttavia, nessuna quantità di zeri aggiunti ai numeri astronomici all’interno di banche occidentali farà alcuna differenza finché tali zeri-non avranno un collegamento con il mondo reale.I cinesi hanno insistito con pagamenti regolati da cose concrete, come l’oro, che esiste nella realtà. Il governo corporativo americano ha, come un ex ricco caduto in disgrazia, impegnato i cimeli di famiglia, preso a prestito da amici, rubato e mentito finora per pagare il proprio debito.
Questi hanno rubato il petrolio iracheno, l’oro africano, i risparmi giapponesi e di tutti gli altri paesi su cui potevano mettere le loro mani. Tuttavia, dato che il PIL reale degli Stati Uniti si è ridotto del 21,4% dal 2011, non è possibile che il governo corporativo degli Stati Uniti riesca a pagare i propri debiti che stanno crescendo a valanga.
La risposta ovvia è quella di dichiarare il fallimento.
Il problema è che pochissime persone che sono vive oggi ricordano l’ultima volta che un paese europeo è fallito. Nessun paese anglosassone è fallito da un migliaio di anni quindi, gli americani hanno poca familiarità con ciò che comporta il fallimento reale .
Per quelli di noi che hanno assistito in prima persona a cose come il crollo della bolla giapponese e il fallimento dell’Argentina il futuro è più facile da vedere.Confrontiamo questi due casi con ciò che sta accadendo al G7, al fine di prevedere il futuro.
Nel caso del Giappone, la bolla è scoppiata negli anni 1990-1992. Il governo giapponese sapeva già nel 1992, che il cattivo debito ammontava a trilioni di ¥en (circa 2.000 miliardi di dollari). TUTTAVIA, annunci pubblici li mettevano falsamente a soli 3 o 4 miliardi di yen. La società A avrebbe passato il debito inesigibile alla società B che l’avrebbe passato alla società C, ognuno con una scadenza contabile differente.
E’ stato per loro come, per un individuo che utilizza la propria carta American Express per pagare Visa e quindi utilizza Visa per pagare MasterCard, e poi usa MasterCard per pagare American Express.
Questa truffa fa guadagnare loro tempo.
Alla fine, però, alcune delle peggiori aziende non furono più in grado di nascondere il loro fallimento. Mi ricordo di aver intervistato Kichinosuke Sasaki, presidente della Togensha, una di quelle aziende, alla fine del 1990. E’ diventato, in seguito, l’uomo più povero del mondo, con un patrimonio netto di meno 9 trilioni di yen (Circa poco meno di 90 miliardi di dollari).
Indossava un vestito di seta che doveva essergli costato milioni di dollari quando l’ha comprato ma era piuttosto logoro e malandato quando io l’ho intervistato. Mi ha detto che i banchieri lo mantenevano in una parvenza di vita da miserabile. I banchieri non gli avrebbero permesso di dichiarare fallimento perché questo avrebbe innescato un effetto domino che avrebbe portato inevitabilmente al fallimento le più grandi banche giapponesi.
Nel caso dell’Europa, la Grecia sta svolgendo il ruolo di Togensha. Se alla Grecia fosse permesso di andare in fallimento le grandi banche europee dovrebbero dichiarare il debito greco verso di loro in default ed essere costretti ad ammettere di essere esse stesse in default.
Nessuna meraviglia che i top manager di gruppi come Deutschebank continuino a dare dimissioni. Nessuno vuole essere il capitano di una nave che affonda.
Tuttavia, l’esperienza giapponese con la bolla rende molto chiaro che rimandare l’inevitabile aumenta solamente il dolore.
I greci già lo sanno perché sono costretti a svolgere il ruolo di Mr. Sasaki, ed essere spremuti di tutto in modo da permettere ai loro banchieri di fingere che tutto va bene.
Il reddito medio greco è precipitato del 40% negli ultimi cinque anni affinché i banchieri possano fingere di essere solventi. Questo stato delle cose può solo peggiorare fino a che la Grecia non dichiara fallimento.
E’ molto meglio dichiarare il fallimento che rimanere incatenati a un oneroso debito impagabile.
Il fallimento non deve essere una cosa negativa. La prima cosa che la gente deve capire è che la finanza è spirituale o psicologica. Se la Grecia va in bancarotta, la gente, gli edifici, le fabbriche, le fattorie, le spiagge, le case etc. non scompariranno. L’unica cosa che cambierà è cosa la gente deciderà di fare in futuro con questi beni reali.
Nel caso dell’Argentina, così come nel caso dell’Islanda, il dichiarare fallimento fu una breve scossa tagliente seguita da un rapido aumento del tenore di vita. Il popolo fu quindi liberato dalle grinfie dei banchieri parassiti.
Dal momento che non vi è alcuna altra fonte di denaro abbastanza grande per salvare l’euro delle banche tedesche, il sistema finanziario tedesco di conseguenza rischia di diventare insolvente molto velocemente.
Il risultato finale sarà un ritorno al marco tedesco, la dracma e altre e valute legate alle culture storiche.
Ora qui c’è qualcosa su cui riflettere.
Alla fine, però, alcune delle peggiori aziende non furono più in grado di nascondere il loro fallimento. Mi ricordo di aver intervistato Kichinosuke Sasaki, presidente della Togensha, una di quelle aziende, alla fine del 1990. E’ diventato, in seguito, l’uomo più povero del mondo, con un patrimonio netto di meno 9 trilioni di yen (Circa poco meno di 90 miliardi di dollari).
Indossava un vestito di seta che doveva essergli costato milioni di dollari quando l’ha comprato ma era piuttosto logoro e malandato quando io l’ho intervistato. Mi ha detto che i banchieri lo mantenevano in una parvenza di vita da miserabile. I banchieri non gli avrebbero permesso di dichiarare fallimento perché questo avrebbe innescato un effetto domino che avrebbe portato inevitabilmente al fallimento le più grandi banche giapponesi.
Nel caso dell’Europa, la Grecia sta svolgendo il ruolo di Togensha. Se alla Grecia fosse permesso di andare in fallimento le grandi banche europee dovrebbero dichiarare il debito greco verso di loro in default ed essere costretti ad ammettere di essere esse stesse in default.
Nessuna meraviglia che i top manager di gruppi come Deutschebank continuino a dare dimissioni. Nessuno vuole essere il capitano di una nave che affonda.
Tuttavia, l’esperienza giapponese con la bolla rende molto chiaro che rimandare l’inevitabile aumenta solamente il dolore.
I greci già lo sanno perché sono costretti a svolgere il ruolo di Mr. Sasaki, ed essere spremuti di tutto in modo da permettere ai loro banchieri di fingere che tutto va bene.
Il reddito medio greco è precipitato del 40% negli ultimi cinque anni affinché i banchieri possano fingere di essere solventi. Questo stato delle cose può solo peggiorare fino a che la Grecia non dichiara fallimento.
E’ molto meglio dichiarare il fallimento che rimanere incatenati a un oneroso debito impagabile.
Il fallimento non deve essere una cosa negativa. La prima cosa che la gente deve capire è che la finanza è spirituale o psicologica. Se la Grecia va in bancarotta, la gente, gli edifici, le fabbriche, le fattorie, le spiagge, le case etc. non scompariranno. L’unica cosa che cambierà è cosa la gente deciderà di fare in futuro con questi beni reali.
Nel caso dell’Argentina, così come nel caso dell’Islanda, il dichiarare fallimento fu una breve scossa tagliente seguita da un rapido aumento del tenore di vita. Il popolo fu quindi liberato dalle grinfie dei banchieri parassiti.
Naturalmente, se la Grecia andasse in bancarotta Alla fine sarà lo stesso per il resto dei paesi che utilizzano l’euro.
Dal momento che non vi è alcuna altra fonte di denaro abbastanza grande per salvare l’euro delle banche tedesche, il sistema finanziario tedesco di conseguenza rischia di diventare insolvente molto velocemente.
Il risultato finale sarà un ritorno al marco tedesco, la dracma e altre e valute legate alle culture storiche.
Ora qui c’è qualcosa su cui riflettere.
Il Palazzo del Parlamento dell’Unione Europea è stato deliberatamente costruito perché assomigli alla torre di babele.
È possibile vederla visivamente in questo link: deadlinelive.info
La storia della Torre di Babele ci dice che alla fine è crollata e tutti i diversi popoli si sono separati. La nuova torre di babele è stata completata nel 1999.
Il problema è: i progettisti che hanno progettato l’opera sapevano che l’UE era destinata a fare la fine della torre di Babele?