venerdì 25 luglio 2014

'Tokyo non dovrebbe essere più abitata,' medico giapponese mette in guardia i residenti per quanto riguarda le radiazioni...

'Tokyo non dovrebbe essere più abitata,' medico giapponese mette in guardia i residenti per quanto riguarda le radiazioni...



David Gutierrez
NaturalNews
tradusiu editau
de Sa Defenza


In un saggio indirizzato ai suoi colleghi, il medico giapponese Shigeru Mita ha spiegato perché si è recentemente allontanato da Tokyo per svolgere  la sua professione nel Giappone occidentale: Egli ritiene che Vivere a Tokyo non è più sicuro a causa della contaminazione radioattiva causata l'11 marzo 2011, dai crolli nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi. 
Il saggio, dal titolo "Perché ho ​​lasciato Tokyo?" è stato pubblicato nel bollettino dell'Associazione dei Medici di Kodaira, Tokyo.

Test del suolo dimostrano la contaminazione

Dr. Mita apre il suo saggio contestualizzando la sua decisione di lasciare Tokyo, facendo notare che vi esercitava la professione di medico da lunghi anni


Ha scritto: "Ho chiuso la clinica in marzo 2014, dopo aver servito la comunità di Kodaira per più di 50 anni, attività iniziata da mio  padre, ora ho aperto una nuova clinica Mita a Okayama-city il 21 aprile ". 

Dr. Mita rileva che, negli ultimi 10 anni, aveva lavorato per convincere il governo municipale di Tokyo a distribuire stock di  pillole di iodio  alla popolazione in caso di incidente nucleare. 

La preoccupazione del Dr. Mita è dovuta alle conseguenze che si avrebbero se un terremoto innescasse un tracollo alla centrale nucleare di Hamaoka. 

Tutte le sue richieste a favore della popolazione sono state respinte, con la scusa che non c'era motivo di aspettarsi un tale incidente. 

Quando il disastro si è verificato - anche se in un impianto diverso Dr. Mita si è allarmato - perché l'amministrazione della città di Tokyo non ha agito per proteggere la sua popolazione non prendendo alcun provvedimento in merito al pericolo delle radiazioni. 

Sulla base di indagini svolte sul suolo, il Dr. Mita ha osservato, "E 'chiaro che il Giappone orientale e l'area Metropolitana di Tokyo sono stati contaminati da radiazioni . " 


Dr. Mita ha confrontato la contaminazione radioattiva del suolo (misurata in becquerel per chilogrammo, Bq / kg) di varie parti della città di Tokyo con quella osservata in altre parti dell'Europa dopo il disastro di Chernobyl. 

Prima del 2011, Shinjuku (la regione di Tokyo, che ospita il governo municipale) ha testato in soli 0,5-1,5 Bq / kg. 

Oggi, i livelli della vicina Kodaira sono a 200-300 Bq / kg. Dr . Mita ha scritto "Entro i 23 quartieri di Tokyo Metropolitano, la contaminazione nella parte orientale è 1000-4000 Bq / kg e la parte ovest è 300-1000 Bq / kg," . In confronto, Kiev (capitale dell'Ucraina) ha testato il terreno a 500 Bq / kg (Cs-137). 

Dopo l'incidente di Chernobyl, Germania Ovest e Italia hanno registrato livelli di 90-100 Bq / kg, ed in entrambi gli effetti sulla salute erano sperimentati e misurabili sulle loro popolazioni. 

Dr. Mita osserva che la situazione delle radiazioni a Tokyo è sempre peggiore, non meglio, a causa della pratica urbana di concentrare i rifiuti solidi in piccole aree come le discariche comunali e impianti di depurazione. 

Ecco perché, dice, i livelli di radiazione in quartieri di Tokyo sono  effettivamente  aumentati nei precedenti due anni. 


La conclusione della relazione del Dr. Mita è chiara:"Tokyo non dovrebbe più essere abitata, e ... chi si ostina a vivere a Tokyo deve fare pause regolari in zone più sicure" . 

"Questioni come lo spopolamento e il declino dello Stato continuano a gravare sulla vita della seconda e terza generazione di ucraini e bielorussi d'oggi, e temo che questo possa essere il futuro del Giappone orientale".


I pazienti presentano malattie indotte da radiazioni

Nel saggio del Dr. Mita si racconta anche dei tanti casi che ha osservato nei pazienti che presentano problemi di salute indotti dalle radiazioni. 

Egli osserva che, dal 2011, ha osservato che il conteggio delle cellule del sangue è in calo nei bambini al di sotto dei 10 anni, ed anche nei bambini sotto un anno di età. In tutti questi casi, i sintomi di solito migliorano se i bambini migrano nel Giappone occidentale.

Allo stesso tempo ha osservato sintomi respiratori persistenti, che migliorano nei pazienti che si allontanano dalla zona altamente contaminata. 


Altri pazienti hanno mostrato sintomi tra cui "epistassi, perdita di capelli, mancanza di energia, emorragie sottocutanee, visibile emorragia urinaria, infiammazioni della pelle, tosse e vari altri sintomi non specifici. "  

Egli osserva anche livelli elevati di sintomi muscolari reumatici simili a quelli osservati in seguito al disastro di Chernobyl .


"Fin dal marzo 2011, tutti coloro che vivono in Giappone orientale tra cui Tokyo sono vittime, e tutti sono coinvolti". 

Fonti : 

http :/ / www.save-bambini-da-radiation.org 

http://science.naturalnews.com


Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte sadefenza e l'autore della traduzione Vàturu  

giovedì 24 luglio 2014

Finalmente riconosciuta come causa diretta di patologie la contaminazione da poligono, per la prima volta la Magistratura conferma anche la contaminazione da uranio impoverito.

 Il Tar Lazio riconosce come causa diretta di patologie la contaminazione da poligono, per la prima volta la Magistratura conferma anche la contaminazione da uranio impoverito.  

 Inoltriamo in allegato il comunicato dell’Osservatorio Militare sulla sentenza storica del TAR Lazio depositata avantieri 21 luglio.

Ricordiamo anche la sentenza della Corte dei Conti di Venezia del 17/7/2001 sul caso Lorenzo Michelini, in servizio di leva nel Poligono Salto di Quirra nel 1976,  ucciso il 8/7/1977 dalla “sindrome di Quirra”, leucemia mieloide acuta, leucosi recidiva. 

A distanza di 24 anni dalla morte del giovane militare, dopo un lunghissimo calvario di ricorsi e contro ricorsi della famiglia, la Magistratura riconobbe la causa di servizio e sancì “ Lo stretto nesso eziopatologico fra alcuni disagi sofferti in servizio (il frequente contatto con sostanze tossiche solide o disperse nell’aria) e l’insorgenza e repentina evoluzione dell’affezione mortale.(..) la documentazione sanitaria  evidenzia che il giovane militare cominciò ad accusare i primi sintomi della malattia fatale insieme con le affezioni per le quali subì ricovero (..) la sintomatologia non fu adeguatamente analizzata”.


Quirra
Quanti omicidi dobbiamo ancora contare prima che si ponga fine alla strage e arrivi un minimo di giustizia anche per le popolazioni colpite ed esposte ai veleni dei giochi di morte dei poligoni Salto di Quirra, Teulada, Capo Frasca - Decimomannu?

L’assoluzione senza processo, decisa venerdì 11 luglio dal giudice Clivio del Tribunale di Lanusei, di dodici su venti incriminati dal procuratore Fiordalisi per il disastro di Quirra, assume i contorni del segnale atteso da Stati Maggiori e Governo con il loro codazzo di politicanti isolani per dare il via, ormai senza ritegno, agli investimenti militari, all’intensificarsi di addestramenti e manovre di guerra, al potenziamento dei bombing test ranges per inchiodare la Sardegna al duplice ruolo di vittima e complice delle guerre Nato. 

L’arroganza e rapidità del giro di vite alla schiavitù militare dell’isola - dettagliato dall'Unione Sarda  di oggi 23/7/2014 “Poligoni, lo Stato rilancia” -  ha anche uno scopo immediato e urgente: bisogna  mettere a disposizione con la massima prodigalità la nostra terra al cliente pagante Israele per aiutarlo nell'atroce genocidio del popolo palestinese, bisogna sostenere il massacro in preparazione in Ucraina! 

BASTA!


 Comitato sardo Gettiamo le basi: 3467059885;


Note:
Sono oltre 35 mila gli ettari di territorio sardo sotto vincolo di servitù militare. L'Isola ospita strutture e infrastrutture al servizio delle forze armate italiane o della Nato: poligoni missilistici (Perdasdefogu) e per esercitazioni aeree (Capo Frasca) e a fuoco (Capo Teulada), aeroporti militari (Decimomannu) e depositi di carburanti.

Oltre alle api, i pesticidi neonicotinoidi uccidono anche gli uccelli...

Oltre alle api, i pesticidi neonicotinoidi uccidono anche gli uccelli...




David Gutierrez
NaturalNews
tradusiu editau
de Sa Defenza


Una classe di pesticidi sono largamente responsabili del collasso in tutto il mondo animale , specie  nelle popolazioni di impollinatori ed è giunta  anche a devastare le moltitudini di uccelli, secondo un nuovo studio condotto da ricercatori della Radboud University  e il Centre for Field Ornithology e Birdlife, Olandesi, pubblicato sulla rivista Nature il 16 luglio. Le sostanze chimiche, note come neonicotinoidi, sono sempre più sotto accusa per vasta distruzione di organismi diversi dai parassiti agricoli. "Penso che siamo i primi a dimostrare che questo insetticida può avere , effetti significativi su vasta scala sul nostro ambiente ", ha detto il ricercatore Hans de Kroon.



Veleno sistemico

Negli ultimi 20 anni, i neonicotinoidi sono diventati uno dei pesticidi a più rapida crescita nelle classi di pesticidi. Contrariamente alla maggior parte degli altri pesticidi, che devono essere spruzzati direttamente sulle piante vicino al periodo per  lo sterminio degli insetti desiderati, i neonicotinoidi sono  utilizzati per trattare i semi prima della messa in dimora. Come cresce la pianta trattata, assorbe il veleno in tutti i suoi tessuti, rendendola interamente pianta tossica. Ciò significa che anche i fiori della pianta, il nettare e il polline diventano mortali, uccidendo gli impollinatori che la visitano per il raccolto. "Le piante diventano veleno non solo per gli insetti nocivi a cui gli agricoltori si rivolgono, ma anche per gli insetti utili come le api [1] ", ha detto Jennifer Sass, uno scienziato senior con il Natural Resources Defense Council
Inoltre, i neonicotinoidi possono diffondersi nel terreno circostante e persistere per anni,  contaminando le future generazioni di piante  comprese le specie non agricole "So che in realtà finiscono in piante che crescono ai lati dei campi che non sono  destinate alla disinfestazione", ha detto Sass.
A causa dei loro effetti  preoccupanti sugli impollinatori, diverse varietà di neonicotinoidi (imidacloprid compresa, la varietà esaminata nello studio di Nature), sono stati vietati in molti paesi europei.


Una nuova "primavera silenziosa"

I ricercatori olandesi hanno confrontato i dati a lungo termine sulle concentrazioni chimiche nelle acque superficiali nei terreni agricoli in diverse aree del paese e sulle popolazioni di uccelli . Essi hanno scoperto che nelle aree a più alta contaminazione da imidacloprid, le popolazioni di 14 specie di uccelli  sono diminuiti in media del 3,5 per cento ogni anno. I ricercatori hanno anche cercato una correlazione tra le popolazioni di uccelli e di altri possibili fattori di rischio - come l'urbanizzazione dei terreni agricoli, l'uso di fertilizzanti, o cambiamenti nelle colture piantate - il calo della popolazione di uccelli è stata associata solo alla concentrazione di neonicotinoidi . 
Gli antiparassitari possono uccidere gli uccelli con due diverse strade, hanno suggerito  i ricercatori. In primo luogo, gli uccelli potrebbero aver mangiato parti delle piante contaminate, in particolare i semi; secondo uno studio condotto nel 1992 dalla US Environmental Protection Agency (EPA), passeri che mangiavano i semi trattati con neonicotinoidi hanno perso la capacità di volare. In secondo luogo, i neonicotinoidi potrebbero  distruggere la base alimentare di uccelli che si nutrono di insetti e altri invertebrati. 

Quest'ultima spiegazione è supportata dalle recenti conclusioni della Task Force sui pesticidi sistemici, un gruppo multidisciplinare di 29 scienziati che ha esaminato 800 studi separati su neonicotinoidi sulla fauna selvatica. La task force ha rilevato che i neonicotinoidi stanno uccidendo non solo i parassiti agricoli, ma anche insetti, lombrichi, invertebrati acquatici, e persino pesci e lucertole. 

Questi effetti accadono anche quando i prodotti sono stati utilizzati in conformità alle indicazioni fornite dal produttore. Sull'uso dei neonicotinoidi, la task force ha scritto, è "probabile si abbia una vasta gamma di effetti biologici ed ecologici negativi." Il ricercatore olandese Ruud Foppen ha affermato che vede un parallelo tra il nuovo studio e il  libro del 1962 sull'ambiente "Silent Spring"[2]  di Rachel Carson

Il libro di Carson, è visto come il libro che ha influenzato e dato il lancio al moderno movimento ambientalista,  avverte che i pesticidi organofosfati come il DDT sono stati devastanti per le popolazioni di uccelli. "In questo modo, possiamo confrontarlo con quello che è successo decenni fa", ha detto Foppen . "E se la si guarda da quel punto di vista, ne deduciamo di non aver imparato la lezione" 

Fonti: 
http://news.nationalgeographic.com 
http://www.nature.com 
http://www. weather.com

Note:
[1] Api: Ogni alveare raccoglie il nettare, in un raggio di 3 km, quasi 3.000 ettari; il polline, l'acqua e la propoli vengono raccolti più vicino all' alveare in un raggio di qualche centinaio di metri.
La presunta innocuità per l' uomo dei nuovi insetticidi neurotossici ad azione sistemica, ne ha portato ad un uso diffuso, tanto che è difficile trovare territori non contaminati. Non sono richieste particolari competenze da parte dell' acquirente o dell' utilizzatore, e vengono venduti anche in confezioni adatte per uso domestico.
Durante l' estate nei periodi caldi e siccitosi, tutti gli orti, i prati e i giardini con piante ornamentali e siepi dove si fa uso di insetticidi, anticrittogamici, diserbanti, costituiscono una trappola mortale per le api. Il nettare, il polline, l'acqua saranno contaminati. Un'altra possibile fonte di intossicazione viene dalla raccolta del succo dei frutti maturi.
Dopo che le vespe rompono la buccia del chicco d' uva l' ape succhia il liquido dolce, così sulle pesche o su altri frutti beccati dagli uccelli. Per l' uva la legge prevede un LMR (Limite Massimo di Residui negli alimenti) di Thiamethoxam di 0,5mg/kg, che equivale a 0,5 ng/mg; considerando che la DL50 è 3,7 ng/ape, con un solo carico un bottinatrice potrebbe trovarsi a trasportare fino a 20-30 ng di p. a. 

[2] Primavera silenziosa (titolo originale: Silent Spring) è un libro scritto da Rachel Carson e pubblicato nel settembre del 1962. Il libro è comunemente ritenuto una sorta di manifesto antesignano del movimento ambientalista e descrive con tanto di ricerche e analisi scientifiche i danni irreversibili del DDT e dei fitofarmaci in genere sia sull'ambiente che sugli esseri umani.
Il suo titolo deriva dalla constatazione del maggior silenzio nei campi primaverili, rispetto ai decenni passati, dovuto alla diminuzione del numero di uccelli canori provocato dall'utilizzo massiccio di insetticidi.
L'editore originale fu la Houghton Mifflin mentre in Italia la Feltrinelli.
Il libro è dedicato ad Albert Schweitzer che disse "L'uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra" wikipedia.


Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte sadefenza e l'autore della traduzione Vàturu  

mercoledì 23 luglio 2014

Fighter Jets Ucraini si nascosero dietro l’Aereo passeggeri M17, si allontarono per bombardare, e poi si sono rinascosti dietro l’Aereo abbattuto

Relazione:  Fighter Jets Ucraini si nascosero dietro l’Aereo  passeggeri M17, si allontarono per bombardare, e poi si sono rinascosti dietro l’Aereo abbattuto

È per questo che l’aereo malese fu abbattuto?

Alti funzionari degli Stati Uniti ora ammettono che l’aereo passeggeri della  compagnia aerea malese è stato probabilmente abbattuto accidentalmente.

Il governo russo sostiene che caccia ucraini volavano molto vicino al Volo Malaysian 17 quando è stato abbattuto. 

Altri sostengono che i caccia ucraini stavano scortando l’aereo malese attraverso lo spazio aereo ucraino .

Tuttavia, un video di Youtube  fatto un mese prima, sulla Malaysia Airlines Volo 17  abbattuto, sostiene che i jet da combattimento ucraini erano nascosti dietro l’aereo passeggeri, allontanandosi temporaneamente,  bombardando i separatisti ucraini, per poi nascondersi nuovamente dietro l’aereo M17 (piccole correzioni di ortografia e punteggiatura):
Cose terribili stanno accadendo. Ad esempio, un incidente che è accaduto di recente: un aereo passeggeri stava volando  e aerei d’attacco ucraini si sono  nascosti dietro  esso. Poi sono scesi di quota un po ‘e  bombardato sul quartiere residenziale della città Semenovka. Poi ha riguadagnato l’altitudine e  nascosti di nuovo dietro l’aereo passeggeri. Poi se ne se ne andato. 
Volevano provocare la milizia a sparare  l’aereo passeggeri. Ci sarebbe una catastrofe globale. I civili sarebbero morti.
Poi avrebbero accusato che sono stati  i terroristi . 
Perché ci sono terroristi qui? Non ci sono persone normali che sono uscite  in difesa della propria città? 

Si tratta di una coincidenza bizzarra … o video di propaganda pura? O era la forza aerea ucraina davvero impegnata in tali imbrogli, e ha fatto di tutto perché accadesse lo shootdown del volo Malaysian 17?
Poscritto: l’economista irlandese Constantin Gurdgiev - nato in URSS ed educato negli Stati Uniti -tweet :
Trovo che questo non è credibile, TBH.
Ma il punto non è la credibilità. Mi spiego con un’analogia …
Un manager del circo viene ucciso in uno strano incidente, quando il gran peso  cade  su di lui..

Un video - girato un mese prima l’incidente -  Bozo il clown dice che sull’uomo forte è caduto con un peso molto pesante e quasi l’ha ucciso,  stava sperimentando un modo per “barare” con il sollevamento di pesi più pesanti di quanto non fosse in grado di reggere, stando in movimento.

Bozo è non è un testimone credibile.  Ma la sua affermazione è molto simile e vicina all’incidente di un mese prima -  relativo alla comportamento altamente inusuale del pesista - e questo merita ulteriori indagini.

Allo stesso modo, il militante - o forse un attore di propaganda a pagamento - non può essere un testimone credibile. Ma il fatto che il suo video è stato pubblicato un mese prima che l’aereo fosse abbattuto - che mostra comportamenti insoliti dalla forza aerea ucraina - per questo merita ulteriori indagini.

Antoni Simon Mossa, l’Indipendenza e la lingua sarda

Antoni Simon Mossa, l’Indipendenza e la lingua sarda
Antoni Simon Mossa
Simon Mossa è un architetto di talento, arredatore, urbanista e artista di genio, insegnante dell’istituto d’arte e scenografo, intellettuale dagli interessi pressoché enciclopedici e dalla forte sensibilità artistica, viaggiatore colto e curioso del nuovo e del diverso tanto da spaziare con gusto e competenza nell’ambito di una pluralità vastissima di arti: dalla letteratura alla pittura e alle arti popolari. 

Ma è anche brillante ideologo indipendentista e di un nuovo Sardismo, giornalista e polemista ironico e versatile, viaggiatore colto e aperto alle problematiche delle minoranze etniche mondiali, ma soprattutto europee. 
Conoscendole direttamente, si rende conto della drammatica minaccia di estinzione che pesa su di loro: oramai sul bilico della scomparsa. 
Contro di esse è in atto infatti un pericolosissimo processo di “genocidio”, soprattutto culturale ma anche politico e sociale. Si tratta di “minoranze” che “l’mperiale geometria delle capitali europee vorrebbe ammutolire”.
Simon Mossa aveva infatti verificato la tendenza del genocidio culturale e non solo, dei popoli senza stato, delle piccole patrie, incorporate e chiuse coattivamente nei grandi leviatani europei e mondiali, “entro un sistema artificioso di frontiere statali, sottoposti a controllo permanente, con evidenti fini di spersonalizzazione, ridotti all’impotenza e di continuo minacciati delle più feroci rappresaglie, se mai tentassero di rompere o indebolire la sacra unità della Patria”.
All’interno di tali minoranze colloca la Sardegna che considera una “unità o comunità etnica ben distinta dalle altre componenti dello Stato Italiano” Per annichilire l’identità etno-nazionale dei Sardi è in atto –secondo Simon Mossa– “un processo forzato di integrazione che minaccia l’identità culturale, linguistica ed etnica”, anche con la complicità di molti sardi che “si lasciano comprare”.
Uno degli elementi che per Simon Mossa devasta maggiormente l’Identità di un popolo è l’attacco alla cultura e alla lingua locale: in Sardegna dunque il divieto e la proibizione della cultura e della lingua sarda, segnatamente dell’uso pubblico del Sardo.
L’ideologo nazionalitario e indipendentista sa bene che un popolo senza Identità, in specie culturale e linguistica, è destinato a “morire”: Se saremmo assorbiti e inglobati nell’etnia dominante e non potremmo salvare la nostra lingua, usi costumi e tradizioni e con essi la nostra civiltà, saremmo inesorabilmente assorbiti e integrati nella cultura italiana e non esisteremo più come popolo sardo. Non avremmo più nulla da dare, più niente da ricevere. Né come individui né tanto meno come comunità sentiremo il legame struggente e profondo con la nostra origine ed allora veramente per la nostra terra non vi sarà più salvezza. Senza Sardi non si fa la Sardegna. I fenomeni di lacerazione del tessuto sociale sardo potranno così continuare, senza resistenza da parte dei Sardi, che come tali, più non esisteranno e così si continuerà con l’alienazione etnica, lo spopolamento, l’emarginazione economica. Ma questo discorso è valido nella misura in cui lo fanno proprio tutti i popoli parlanti una propria originale lingua e stanzianti in un territorio omogeneo, costituenti insomma una nazione che sia assoggettata e inglobata in uno Stato nel quale l’etnia dominante parli una lingua diversa”.
      Poliglotta e appassionato studioso di lingua e di linguistica – fra l’altro traduce in Sardo il Vangelo e scrive ottave deliziose – ritiene che “Il sardo lungi dall’essere un dialetto ridicolo è già, ma in ogni modo può e deve essere una lingua nella misura in cui sia parlato e scritto da un popolo libero e capace di riaffermare la propria identità”. A questo proposito pone questo interrogativo “Hai mai meditato su ciò che significa l’esclusione della nostra lingua madre dalle materie di insegnamento delle scuole pubbliche e il divieto di farne uso negli atti “ufficiali”? Ci regalano insegnanti di un italiano spesso approssimativo e zeppo di provincialismo e noi non abbiamo il diritto di esprimerci adeguatamente nella nostra lingua! Ci hanno privato del primordiale e più autenticamente strumento di comunicazione fra gli uomini!”.
   Sostiene ciò nel Luglio del 1967, molto prima che in Sardegna la questione del “Bilinguismo perfetto” diventasse oggetto di discussione prima e di iniziativa politica poi: a buona ragione possiamo perciò considerare Simon Mossa, il vero profeta e anticipatore delle proposte prima e della Legge regionale 26 sul Bilinguismo poi. Con acume e perspicacia aveva capito che il problema della Lingua sarda non era tanto o soltanto parlarla, magari nell’ambito familiare, ma scriverla e soprattutto insegnarla nelle Scuole e usarla nella Pubblica Amministrazione: il problema era cioè la sua ufficializzazione.
Oggi noi nel 2014 sappiamo bene che la Lingua sarda, al di fuori di questa prospettiva è destinata a morire o, al massimo, a vivacchiare e languire, marginalizzata e ghettizzata. Simon Mossa questo lo aveva capito ben più di 45 anni fa.

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