Mohammed al-Ajami |
DOHA, 29 NOV - Il poeta del Qatar Mohammad Ibn al-Dheeb al-Ajami, che era stato arrestato per aver incitato a un colpo di stato e per aver insultato l'emiro, è stato condannato all'ergastolo, secondo quanto riferisce il sito di notizie Doha News.
La fonte non precisa i capi d'accusa dei quali al-Ajami è stato riconosciuto colpevole, ma aggiunge che ora il condannato ha una settimana di tempo per ricorrere in appello. L'arresto, nel novembre scorso, era seguito ad una sua poesia in cui diceva: "Siamo tutti la Tunisia di fronte all'elite repressiva". "Questa sentenza invia segnali allarmanti in tutto il Golfo, non solo in Qatar, dove gli attivisti sentono che vi è sempre meno spazio per loro" ha dichiarato Dina El-Mamoun, ricercatore per Amnesty International. Secondo Amnesty, il processo ad Al-Ajami si è svolto in maniera irregolare, con udienze segrete in cui non è stato ammesso l'avvocato difensore.
"E' da condannare il fatto che il Qatar, che si dipinge a livello internazionale come un Paese che promuove la libertà di espressione, stia permettendo quella che appare come una evidente violazione di questo stesso diritto" ha dichiarato Philip Luther, Direttore di Amnesty International Medio Oriente e Nord Africa, chiedendo la liberazione immediata di Al-Ajami.
Nel suo World Report del 2012, l'organizzazione Human Rights Watch afferma in merito all'emirato che, "mentre la costituzione tutela la libertà di espressione secondo le condizioni e le circostanze previste dalla legge, in pratica il Qatar limita la libertà di espressione e la libertà di stampa". (ANSAmed).
L'Emiro del Qatar investe in Sardegna e fa condannare all'ergastolo un poeta che chiede libertà. Il poeta Al-Ajani libero subito
di Mario Carboni
L'Emiro
del Qatar, il “nuovo benefattore” della Sardegna ha fatto condannare a
morte, convertita nell'ergastolo, il poeta Al-Ajami, di 36 anni , dopo
un anno di prigionia.
L'Emiro Hamad bin Khalifa, che ha recentemente acquistato la Costa Smeralda e che vorrebbe investire un altro miliardo in Sardegna attraverso il Fondo sovrano del Qatar non è un investitore qualsiasi.
Governa come monarca assoluto il suo paese, con il pugno di ferro rispetto alla maggioranza degli abitanti, emigrati asiatici senza diritti di nessun tipo, blandendo con ricchi stipendi la minoranza autoctona dei Qatairoti che attendono invano le prime elezioni legislative.
Le enormi ricchezze di questo paese più piccolo di metà Sardegna ma dotato di petrolio e gas, vengono investite in tutto il mondo, sostenute politicamente dal megafono televisivo satellitare di Al Jazeera basata a Doha capitale dello Stato.
L'emiro che è al potere dopo aver deposto il padre con un colpo di stato destina quasi un quarto del PIL alle spese militari necessarie anche per mantenere il potere insidiato da un movimento democratico duramente represso.
L'Emiro è più conosciuto per i suoi investimenti in Occidente con l'acquisto dei magazzini Harrods a Londra o della maison Valentino, per aver comprato arte moderna come i Giocatori di carte di Cèzanne e recentemente aver acquistato la Costa Smeralda .
Non esiste giustizia nel Qatar e se esiste è gestita secondo la legge islamica, la Sharia.
L'Emiro è un grande finanziatore del fondamentalismo islamico ed esportatore di quel pensiero tanto da aver finanziato recentemente con 500 milioni di euro l'organizzazione terrorista Hamas che tiranneggia i palestinesi a Gaza e promesso un analogo investimento nelle banlieu francesi per sostenere gli islamici, creando critiche e riserve nella società francese.
Nel Qatar non esistono partiti d'opposizione e il dissenso e represso.
La televisione Al Jazeera aveva dato molto spazio alla “Primavera araba” ed in particolare ai suoi inizi alla rivoluzione tunisina.
Forse intellettuali e politici democratici di Doha si erano illusi che anche nel Qatar potessero aprirsi spazi democratici.
Fra questi il poetaAl-Ajami che aveva scritto un poema “ Gelsomino tunisino”, nel quale aveva affermato “ siamo tutti tunisini di fronte alla repressione”.
Il 16 novembre 2011 il poeta convocato dai funzionari della sicurezza veniva arrestato.
Accusato di aver insultato l'Emiro Al Thani e di incitamento al rovesciamento del sistema di potere è stato tenuto un anno in carcere e cinque mesi in isolamento senza nessuna garanzia e prova per un'accusa che prevede la pena di morte.
Il 29 novembre 2012 il suo avvocato ha fatto sapere che Al-Ajami era stato condannato all'ergastolo dopo un processo segreto.
Secondo la Sharia sono stati consultati due esperti islamici di poesia impiegati nel Ministero della cultura che hanno certificato che la poesia “ Gelsomino tunisino” che si riferiva alla rivoluzione tunisina avrebbe offeso l'Emiro e il figlio.
La poesia, letta in una riunione privata nella quale errano stati criticati i governanti arabi era stata pubblicata da una persona presente on-line.
Il poeta ha confermato la paternità del poema smentendo un suo contenuto offensivo.
L'avvocato del poeta ha denunciato l'irregolarità del processo, la manomissione delle prove e la falsità delle accuse.
Anche Amnesty international ha denunciato questo atto repressivo che risulta un colpo durissimo all'espressione libera di opinioni politiche di un'area riformista che è comunque presente nel paese anche quando si esprime con una poesia.
Se è vero che pecunia non olet è anche vero che da investitori che vengono in Sardegna bisogna pretendere che abbiano una compatibilità democratica per evitare inquinamenti della nostra società che sarà pur povera e colonizzata ma ricchissima di tradizioni di libertà e democrazia.
E' indispensabile chiarire ai sardi che questo nuovo investitore non è come Karim Aga Kan, né come il Fondo Colony che ha sostituito nella proprietà della Costa Smeralda, ma è un Fondo sovrano di uno Stato.
Uno stato ricco ma ambiguo, liberticida e antidemocratico con un potere enorme di corruzione e che si presenta con le credenziali della condanna all'ergastolo di un poeta che ha scritto solo versi di libertà.
Il poeta Muhammad Ibn al-Dheeb al Ajami deve essere subito liberato, deve essergli permesso di esprimere il suo pensiero poetico e politico liberamente affinché anche nel Qatar si aprano spazi di libertà e venga posta fine alla dittatura feudale e garantiti i diritti civili con libere elezioni.
In caso contrario deve essere dichiarato l'Emiro del Qatar non gradito in Sardegna.
Spero che si possa creare anche in Sardegna un Comitato per la liberazione subito del poeta Al-Ajami e per vigilare attentamente su una operazione, apparentemente economica ma eminentemente politica di penetrazione dell'islamismo politico radicale che rischia di aggiungersi alle precedenti colonizzazioni della Sardegna e più velenosa di quella dei petrolieri che tanto danno hanno fatto alla Sardegna nel recente passato
L'Emiro Hamad bin Khalifa, che ha recentemente acquistato la Costa Smeralda e che vorrebbe investire un altro miliardo in Sardegna attraverso il Fondo sovrano del Qatar non è un investitore qualsiasi.
Governa come monarca assoluto il suo paese, con il pugno di ferro rispetto alla maggioranza degli abitanti, emigrati asiatici senza diritti di nessun tipo, blandendo con ricchi stipendi la minoranza autoctona dei Qatairoti che attendono invano le prime elezioni legislative.
Le enormi ricchezze di questo paese più piccolo di metà Sardegna ma dotato di petrolio e gas, vengono investite in tutto il mondo, sostenute politicamente dal megafono televisivo satellitare di Al Jazeera basata a Doha capitale dello Stato.
L'emiro che è al potere dopo aver deposto il padre con un colpo di stato destina quasi un quarto del PIL alle spese militari necessarie anche per mantenere il potere insidiato da un movimento democratico duramente represso.
L'Emiro è più conosciuto per i suoi investimenti in Occidente con l'acquisto dei magazzini Harrods a Londra o della maison Valentino, per aver comprato arte moderna come i Giocatori di carte di Cèzanne e recentemente aver acquistato la Costa Smeralda .
Non esiste giustizia nel Qatar e se esiste è gestita secondo la legge islamica, la Sharia.
L'Emiro è un grande finanziatore del fondamentalismo islamico ed esportatore di quel pensiero tanto da aver finanziato recentemente con 500 milioni di euro l'organizzazione terrorista Hamas che tiranneggia i palestinesi a Gaza e promesso un analogo investimento nelle banlieu francesi per sostenere gli islamici, creando critiche e riserve nella società francese.
Nel Qatar non esistono partiti d'opposizione e il dissenso e represso.
La televisione Al Jazeera aveva dato molto spazio alla “Primavera araba” ed in particolare ai suoi inizi alla rivoluzione tunisina.
Forse intellettuali e politici democratici di Doha si erano illusi che anche nel Qatar potessero aprirsi spazi democratici.
Fra questi il poetaAl-Ajami che aveva scritto un poema “ Gelsomino tunisino”, nel quale aveva affermato “ siamo tutti tunisini di fronte alla repressione”.
Il 16 novembre 2011 il poeta convocato dai funzionari della sicurezza veniva arrestato.
Accusato di aver insultato l'Emiro Al Thani e di incitamento al rovesciamento del sistema di potere è stato tenuto un anno in carcere e cinque mesi in isolamento senza nessuna garanzia e prova per un'accusa che prevede la pena di morte.
Il 29 novembre 2012 il suo avvocato ha fatto sapere che Al-Ajami era stato condannato all'ergastolo dopo un processo segreto.
Secondo la Sharia sono stati consultati due esperti islamici di poesia impiegati nel Ministero della cultura che hanno certificato che la poesia “ Gelsomino tunisino” che si riferiva alla rivoluzione tunisina avrebbe offeso l'Emiro e il figlio.
La poesia, letta in una riunione privata nella quale errano stati criticati i governanti arabi era stata pubblicata da una persona presente on-line.
Il poeta ha confermato la paternità del poema smentendo un suo contenuto offensivo.
L'avvocato del poeta ha denunciato l'irregolarità del processo, la manomissione delle prove e la falsità delle accuse.
Anche Amnesty international ha denunciato questo atto repressivo che risulta un colpo durissimo all'espressione libera di opinioni politiche di un'area riformista che è comunque presente nel paese anche quando si esprime con una poesia.
Se è vero che pecunia non olet è anche vero che da investitori che vengono in Sardegna bisogna pretendere che abbiano una compatibilità democratica per evitare inquinamenti della nostra società che sarà pur povera e colonizzata ma ricchissima di tradizioni di libertà e democrazia.
E' indispensabile chiarire ai sardi che questo nuovo investitore non è come Karim Aga Kan, né come il Fondo Colony che ha sostituito nella proprietà della Costa Smeralda, ma è un Fondo sovrano di uno Stato.
Uno stato ricco ma ambiguo, liberticida e antidemocratico con un potere enorme di corruzione e che si presenta con le credenziali della condanna all'ergastolo di un poeta che ha scritto solo versi di libertà.
Il poeta Muhammad Ibn al-Dheeb al Ajami deve essere subito liberato, deve essergli permesso di esprimere il suo pensiero poetico e politico liberamente affinché anche nel Qatar si aprano spazi di libertà e venga posta fine alla dittatura feudale e garantiti i diritti civili con libere elezioni.
In caso contrario deve essere dichiarato l'Emiro del Qatar non gradito in Sardegna.
Spero che si possa creare anche in Sardegna un Comitato per la liberazione subito del poeta Al-Ajami e per vigilare attentamente su una operazione, apparentemente economica ma eminentemente politica di penetrazione dell'islamismo politico radicale che rischia di aggiungersi alle precedenti colonizzazioni della Sardegna e più velenosa di quella dei petrolieri che tanto danno hanno fatto alla Sardegna nel recente passato
Il dittatore del Qatar: l'Emiro Ahmad bin Kalifa al Thani con il premier italiota Monti |