A poco più di due settimane dal trasporto di materiale nucleare dall’ITREC di Rotondella (Mt) verso l’aeroporto militare di Gioia del Colle (Ba), permangono inevasi numerosi interrogativi. Una delle tracce fosforescenti percorribile sembra essere quella del rimpatrio di uranio e plutonio da parte degli USA&partners, in ossequio ad accordi sanciti negli scorsi anni. Ma di che business si tratta? Dalla Lucania al Pianeta Urania, passando per una Letter to the USA.
A livello internazionale l’uranio altamente arricchito (HEU) significa tradurre materiale nucleare in potenziale energetico o in potenza militare e/o in tutt’e due.
Dal 2004 è attivo il GTRI (Global Threat Reduction Initiative) su iniziativa del NNSA (National Nuclear Security Admnistration). Scopo dell’ufficio? Nella maniera più veloce possibile identificare, mettere in sicurezza, rimuovere e/o facilitare la messa a disposizione di materiali nucleari vulnerabili ad alto rischio e radioattivi nel mondo che costituiscano una minaccia per gli Stati Uniti e per la comunità internazionale.
[traduzione] La missione del GTRI è di ridurre e proteggere il materiale vulnerabile nucleare e radioattivo situato in siti civili di tutto il mondo. Il GTRI porta a termine al propria missione attraverso tre iniziative che prevedono un approccio complessivo per prevenire l’accesso dei terroristi a tali materiali. Queste tre iniziative sono:
Convertire: convertire reattori di ricerca e strutture di produzione di isotopi dall’uso di uranio altamente arricchito (HEU) a uranio impoverito (LEU) o verificarne la loro chiusura;
Rimuovere: rimuovere i materiali nucleari e radioattivi; e
Proteggere: proteggere i materiali radioattivi e nucleari ad alta priorità dal furto.
Nello stesso comunicato si apprende che dal discorso tenuto da Obama a Praga il 5 di aprile 2009, il GTRI ha accelerato le proprie attività.
L’elenco delle azioni secondo i tre principi cardine della missione:
April 2009 to secure all vulnerable nuclear material in four years.
Since President Obama’s Prague speech, GTRI has:
Successfully converted to LEU fuel or verified the shutdown of 24 HEU research reactors in 14 countries, including Bulgaria, Canada, Chile, China, the Czech Republic, Hungary, India, Japan, Kazakhstan, the Netherlands, Poland, Russia, the United Kingdom and the United States, and verified the cessation of the use of HEU targets for isotope production in Indonesia.
Accelerated the establishment of a reliable supply of the medical isotope molybdenum-99 (Mo-99) produced without HEU by establishing partnerships with South Africa, Belgium, and the Netherlands to convert Mo-99 production from HEU targets to LEU targets, and with four domestic commercial entities to produce Mo-99 in the United States with non-HEU technologies.
Since President Obama’s Prague speech, GTRI has greatly accelerated the removal of weapons-usable nuclear material, including:
Successfully removed more than 1,450 kilograms of HEU and plutonium (enough material for more than 55 nuclear weapons); and
Removed all weapons-usable nuclear material from 10 countries and areas, including: Romania (June 2009), Taiwan (September 2009), Libya (December 2009), Turkey (January 2010), Chile (March 2010), Serbia (December 2010), Mexico (March 2012), Ukraine (March 2012), Austria (December 2012), and Czech Republic (April 2013).
Since President Obama’s Prague speech, GTRI has:
Completed physical protection upgrades at more than 1,000 buildings with high-activity radiological sources; and
Removed more than 10,000 at-risk radiological sources.
Cinque Aprile 2013. Qualche giorno dopo l’equinozio primaverile, e giusto quattro anni dopo il discorso di Obama, nel dettaglio si evince dal sito dell’ambasciata americana che:
68 kilograms of highly enriched uranium (HEU) – enough material for two nuclear weapons – from the Czech Republic. The HEU was securely transported to Russia, where it will be downblended into low enriched uranium (LEU) for use in nuclear power reactors
Tutto chiaro. 68 kilogrammi di uranio altamente arricchito dalla Repubblica Ceca verso la Russia su mandato statunitense. 68 kgs di HEU che possono costituire un potenziale di due armi nucleari, ma che, depotenziato in LEU, non offendono più nessuno.
Ma l’attività “veloce” per convertire/rimuovere e proteggere non finisce qui.
Siamo all’antivigilia dell’Independence Day e dal solerte sito della NNSA si apprende che:
The U.S. Department of Energy’s National Nuclear Security Administration (NNSA) and the Socialist Republic of Vietnam’s Ministry of Science and Technology (MOST), in a joint operation with the Russian Federation, announced today the successful removal of 11 kilograms of highly enriched uranium (HEU) from the Dalat Nuclear Research Institute in Dalat, Vietnam.
Quindi, gli USA in odore di amarcord – più amaro che ricordo – si recano in una delle nazioni devastate dalla loro Export Demo_Crazy – prim’ancora della recente epopea 20ale dei far western nel middle east – e prelevano 11 kgs di HEU. Aiutati dai russi.
Dunque, ci è dato leggere da comunicati dal vago sentore di editti imperiali che questi prelievi e trasporti verso altri siti, oltre che in madrepatria, sono dovuti a evitare l’occasione – che, per chi vive di luoghi comuni, fa l’uomo ladro – che tali quantità di uranio o di altro materiale radioattivo finiscano nella mani di terroristi.
Ma, l’ombra di Al Qaeda incombe. E allora, per non farsi mancare niente in questo grande scacchiere messo in piedi dall’impero in_tubato e con l’indice puntato, il 3 di agosto scorso, poco dopo il trasporto “secretato” dal’ITREC di Rotondella (di cui non viene ancora fornita notizia sul sito NNSA), l’amministrazione norteamericana si affretta a diffondere un incipiente allarme terrorismo e a chiudere diverse ambasciate e consolati in giro per il mondo (fonte ansa).
Intanto, il giorno 8 di agosto, in virtù di tale allarme, giunge notizia che a seguito di azioni di droni sono stati uccisi 7 yemeniti perché SOSPETTATI di essere terroristi. Forse affiliati di Al Qaeda. Il video-gioco al massacro continua imperterrito, come un buon impero-del-terrore sa fare.
A proposito di ciò, rimane fermo l’obiettivo di non vedere il MUOS di Niscemi (CL) sorgere per fare da sponda e centro strategico a questo gigantesco play-station for human detection/protection/conversion and destruction.
E_nucleando i fatti del nucleare, quindi, ci si imbatte nella recrudescenza allarmistica del terrorismo con principale matrice islamica. Si sa, di questi tempi, a quasi 12 anni tondi-tondi da gound zero, e dopo la caccia a Bin Laden, v’è estrema o estremistica necessità di trovare un capro espiatorio per tenere alta l’atten(s)zione.
Perciò, ambasciate chiuse, all’armi generali, Ue-ropa che segue timidamente a ruota.
Un primo interrogativo nasce spontaneo: se il materiale potenziale preda di probabili terroristi è ben custodito in centrali nucleari/depositi di stoccaggio e se i trasporti vengono effettuati in totale sicurezza (quale?NonDsiponibile), da dove nasce l’urgenza di dover spostare l’uranio manco fossero delle fiches da piazzare sulla roulette (russa, effettivamente) in ossequio alla prevenzione per proseguire l’export democratico a suon di droni e di ingerenze politico-militari in giro per il mondo?
Cioè: se la detenzione manageriale è a titolo stelle e strisce, se sono gli Usa a promuovere la maggior parte delle guerre sul globo terracqueo – ufficiali o innescate da think tanks o varie agenzie e sub-agenzie di non-assicurazione della pace – come farebbero mai dei terroristi a entrare in possesso di un materiale tanto difficile da maneggiare? Vero è che dicono si possa portare pure in una valigetta. Ma è altrettanto vero che entrare in un deposito e prelevarlo vuol dire dover necessariamente fare ammenda dei propri peccata mundi e farsi emendare o mondare la vita. Con tutta st’abbondanza di prevenzione&protezione levata sugli scudi e sugli sportelli (della polizia), risulta veramente difficile riuscire a immaginare un’irruzione in un deposito nucleare con relativo prelievo di materiale e susseguente fuga.
Dove poi? In Nepal? In Kyrgyzstan? O, tanto per rimanere in Italia e all’ultimo trasporto effettuato, a Craco, paese-fantasma? Fiction-Non Fiction, questo è il problema!
Innanzitutto, mi pare illuminante – praticamente: fosforescente – questo sito, in cui vengono riportate con molti particolari presenza, disponibilità, sostenibilità, riciclo, uso civile e militare e altre notizie sull’uranio: il sito è il World Nuclear Association.
Prendendo le mosse dalla disponibilità, potrebbe esserci un altro tra i tanti motivi che sottendono a questo tipo di operazioni, quali quelle messe in campo in maniera veloce dall’ammnistrazione USA&colonies. Ed escludendo la fantasiosa pista della prevenzione delle ruberie qaediste o terroristiche in generale – e_seguendo come sempre la pista del soldo – si può arrivare a ipotizzare che i trasferimenti di uranio arricchito (altamente o meno) servano a qualcos’altro.
Leggendo le quotazioni delle azioni e dei fondi di investimento minerario che riguardano proprio questo minerale facilmente reperibile in natura, si nota un declino di valore negli ultimi tempi. Uno dei motivi principali risiede certamente nell’incidente di Fukushima del 2011.
Tale tragedia ha comportato un giudizio negativo sull’espansione dell’energia nucleare in tutto il mondo. Tant’è vero che molti progetti sono stati sospesi. Benché
62 reactors will be under construction worldwide in 2013, with another 484 either planned or proposed. Chinaleads the way14 with 26 nuclear reactors under construction and a five-year plan for growing its nuclear program to an installed capacity of between 70 and 80 GWe by 2020.
Sì, 62 reattori. E altri 484 panificati o proposti. Considerato l’incidente occorso alla Tepco, pare che non vi sia alcun freno alle ambizioni del nucleare nel mondo! Certamente neanche la notizia secondo cui l’acqua del Pacifico sarebbe stata contaminata e radioattiva fermerà i piani di sviluppo. Quelli asiatici in particolare.
that uranium should trade in a range of $80/lb to $90/lb for 2013. JP Morgan, equally bullish, anticipates a range of $78/lb to $85/lb.
Detto da JP Morgan è una sicurezza. E forse anche una prevenzione. O una rimozione. Addirittura: una (ri)conversione!! Fatti di Banksters&Gangsters!
Sempre al sito di cui sopra, è importante far notare che il maggior player del mondo nel settore è la
Cameco [is one of the world’s largest uranium producers and nuclear fuel suppliers], accounting for nearly 16 percent of world U3O8 production from its mines in Canada, the US and Kazakhstan. The company recentlyacquired31 BHP Billiton’s (ASX:BHP32,NYSE:BHP,LSE:BLT) Yeelirrie uranium project in Western Australia.
La Cameco Corp, di stanza canadese, ma più naturalmente nordamericana nei fatti. Come si evince dalla storia del loro sito ufficiale, nasce nel 1988, ma da allora si è attestata come il player più importante e influente del settore uranio. Infatti, recitano in ridondante sovrabbondante baldanza
Cameco is one of the world’s largest uranium producers accounting for about 14% of the world’s production from its mines in Canada, the US and Kazakhstan. Our leading position is backed by about 465 million pounds of proven and probable reserves and extensive resources. Cameco holds premier land positions in the world’s most promising areas for new uranium discoveries in Canada and Australia as part of an intensive global exploration program. Cameco is also a leading provider of processing services required to produce fuel for nuclear power plants, and generates 1,000 MW of clean electricity through a partnership in North America’s largest nuclear generating station located in Ontario, Canada. (fonte: Cameco Corp/about)
A parte la disparità di percentuali (16 contro 14, in evidente stridore di modestia sull’egemonia percentuale mondiale), dalla loro breve presentazione risulta evidente di quale colosso energetico si stia parlando.
E il passaggio dell’acquisizione di NUKEM Energy GmbH la dice lunga sulla capictà nordamericana di determinare le sorti dell’uranio, energetiche civili o militari che siano:
NUKEM Energy GmbH (NUKEM), one of the world’s leading traders and brokers of nuclear fuel products and services.
Nei fatti, questo il link per chi volesse gettare un occhio sull’esercizio del secondo trimestre di questa corporation con numeri esplosivi. +100% sullo stesso periodo 2012 di utile lordo (gross profit). Nello stesso profilo statistico si trovano anche i numeri che riguardano il mercato azionario e quelli della recente acquisizione di NUKEM.
Perciò, fatte salve le prerogative tutte nordamericane (e del bacino russo-kazako) di detenzione del materiale – e quindi di determinazione del valore di mercato azionario – potrebbe avvalorarsi l’ipotesi economica, enrgetico-strategica e finanziaria del programma che gli USA&partners stanno portando avanti.
E in tutto ciò, il materiale prelevato all’ITREC di Rotondella è finito chissà dove, visto che non compare ancora su alcuna nota o comunicato ufficiale statunitense. Considerando che oltre atlantico ci tengono all’esposizione muscolare, non si comprende come mai non sia stata fatta alcuna pubblicità al caso in questione.
Quindi: su quale pianeta sarà finito l’uranio arricchito prelevato in terra di Lucania? Un pianeta chiamato Urania?
Dove Urania sta per un anagramma cri(p)tico o (demo)cratico di USA/Canada/Russia?
Colgo l’occasione per tornare sull’argomento e volgere delle domande all’amministrazione statunitense.
Lettera agli USA
A:
USA Embassy, Roma
Department of Health and Human Services, USA
Eia Director, USA
Department of Defense, USA
NNSA, USA
Mr John Kerry, Secretary of State, Washington D.C. (MA) USA
Mr Barack Obama, President of the USA, Washington D.C. (MA), USA
Da:
Francesco Giannatiempo|unlucano
Subject: chiarimento trasferimento HEU da ITREC di Rotondella (Mt); scopo dell’uso dell’uranio prelevato (civile o militare); abbandono del suolo italiano con immediato disimpegno militare.
Egregi Signori,
Vi scrivo questa lettera per chiederVi di informare e chiarire i fatti che seguono.
Sono originario della Lucania, regione del Sud Italia. In questo territorio c’è l’ITREC situato nel centro per l’energia nucleare ENEA, a Rotondella (Provincia di Matera).
In quel deposito nucleare sono custodite le barre nucleari provenienti da Elk River. Vi sono state trasportate lì alla fine degli anni 60. E ancora là stanno.
Nella notte tra il 28 e il 29 Luglio scorsi, alle 3:00 am c’è stato un trasferimento secretato di materiale nucleare dall’iITREC. Poche ore dopo, e attraverso un comunicato stampa della SOGIN, si è appreso che l’operazione riguardava il trasferimento di 1 kg circa di uranio destinato all’aeroporto militare di Gioia del Colle (Bari).
Si è venuti a conoscenza del fatto che il materiale nucleare oggetto dell’operazione doveva essere consegnato alla vostra nazione, gli USA. O meglio, questa è una supposizione indotta, dato che niente altro è stato detto e non esistono notizie a copertura dei fatti.
Non vi sto chiedendo di rivelare o aprire files segreti della vostra amministrazione. Bensì vi sto chiedendo di:
Attivarvi immediatamente per rimpatriare tutte le barre di Elk River dall’ITREC;
Informare dove il materiale nucleare fosse o è tuttora destinato;
Se il materiale nucleare trasferito sarà usato per scopi energetici o militari;
Chiarire perché un’operazione civile su suolo italiano abbia necessitato l’intervento dell’Esercito e delle Agenzie di Sicurezza di entrambe le nazioni coinvolte, Italia e USA;
Considerando che il governo italiano, i suoi ministeri dell’Interno, della Salute, dell’Ambiente, della Difesa, del Turismo e dello Sviluppo Economico non stanno rilasciando comunicati/informazioni a mezzo stampa che siano soddisfacenti, vi chiedo di chiarire quanto accaduto, cioè:
se il trasferimento del materiale nucleare fosse in entrata o in uscita dall’ITREC;
perchè i sindaci delle città e dei paesi interessati dal presunto itinerario del trasferimento non sono stati informati;
perché la vostra amministrazione non ha ancora rilasciato alcuna notizia o nota su questi fatti;
Superando gli accordi di Seoul dell’Ottobre 2012 o qualunque accordo stabilito tra il vostro e il governo italiano, vi chiedo di scrivere immediatamente un documento in cui venga riportato senza ulteriori ritardi il disimpegno dell’Italia da qualsiasi protocollo nucleare con gli USA, cioè:
liberare immediatamente l’Italia da tutto il vostro materiale nucleare e radioattivo;
Vi chiedo di rilasciare una nota in cui possiate dichiarare se l’ITREC sia sotto controllo militare, vostro o del governo italiano o di entrambi, e quali sono i documenti siglati per questo; ma, soprattutto, le ragioni di questo controllo militare;
Infine, considerate che il Mediterraneo è una base strategica – tanto quanto la posizione centrale dell’Italia - per il Vs Governo, le Forze Militari USA e della NATO, vi chiedo di abbandonare il suolo italiano. Ovvero che tutte le basi militari vengano chiuse e smantellate.
Perchè non si può pagare con la nostra salute, con la mancanza di sicurezza e di libertà, con la mancanza della possibilità di muoversi la vostra presenza in nome di una sicurezza che di fatto non esiste. Sono spaventato e terrorizzato dall’avere incidenti nucleari nel Sud e/o nel resto d’Italia, tanto quanto ritorsioni per le vostre azioni militari di aggressione a nazioni del Mediterraneo o del Medio Oriente con cui l’Italia ha da sempre rapporti di grande amicizia, condividendo interessi sociali, economici, geopolitici, ma soprattutto culturali.
Cultura ultra-secolare ormai preda dell’occupazione del bacino Mediterraneo e colonia perenne in collusione con le amministrazioni italiane ed europee. Amicizia e libertà che dovevano tornare a proliferare con la restituzione del debito contratto a mezzo dell’ERP. Ma, grazie alla costituzione dell’EBRD, si vede ancora protagonista la vostra nazione con investimenti molto ingenti nell’area a far data dal 1991.
Rapporto di collaborazione tra nazioni non significa ospitarne gli eserciti, i mezzi militari, averne basi, materiale nucleare – attivo o rifiuti che siano. No: non possiamo continuare a pagare per decisioni prese dall’alto.
Scrivendo a voi, questo testo è estensibile anche ai governi del Regno Unito e della Francia, imperialisti-colonialisti e nondimeno guerrafondai e interventisti, oltre che impegnati in azioni nel settore dell’energia insostenibile.
Sono certo che comprenderete la mia posizione, anche se è fin troppo particolare rispetto al “big picture” delle strategie geopolitiche che voi vendete continuamente in giro per il mondo.
Rimango in attesa di un vostro riscontro a questa semplice lettera.