lunedì 23 giugno 2014

LA NORMALE BARBARIE QUOTIDIANA DEL BEL PAESE. ASSUEFAZIONE ALL'ORRORE ?

LA NORMALE BARBARIE QUOTIDIANA DEL BEL PAESE .

ASSUEFAZIONE ALL'ORRORE ?

A. Boassa


Non voglio riferirmi alle violenze della polizia , alla tortura esercitata come fatto ordinario , ai Grandi delinquenti in libertà , agli stupri e agli omicidi praticati nelle famiglie del Mulino bianco e neanche al silenzio del Parlamento , dei quotidiani , delle televisioni sui crimini di massa della UE e degli USA in Ucraina .


No , solo qualche osservazione sul comportamento abituale degli "eroi" che umiliano quotidianamente la dignità ... nostra...mia...



"Qui perché brave a fare pompini" . Il culmine della volgarità non l'ha raggiunta chi l'ha pronunciata per primo ,il deputato M5S De Rosa (al quale non si può certo assegnare un premio di bon ton) ma chi l'ha usata strumentalmente , la deputata PD Alessandra Moretti

Vestita di bianco candore (il bianco è una sorta di divisa per le deputate PD) , con grande sapienza dell'effetto spettacolare , assicurato dall'attesa , ha dosato le sue parole. " E penso che urterò la sensibilità di molte donne che stanno seguendo da casa . Ma la ripeterò " Le donne del PD sono arrivate qui soltanto perché capaci di fare pompini" . 

Non avrebbe potuto esprimersi in altro modo al riguardo? Certamente sì. Ma non avrebbe ottenuto quell'effetto morboso che davanti ad una alta audience composta anche da preadolescenti ha saputo raggiungere , mancando di rispetto per i telespettatori che si stanno oramai assuefando alle vagonate di volgarità e di bassezza .

Assicurato comunque l'alto indice di gradimento .




















E che dire degli albergatori veneziani ? Una lettera ai turisti indiani sui Marò che hanno assassinato due pescatori
Si esprime rammarico per la detenzione dei "nostri cittadini". "Il popolo italiano si sente umiliato da questa vicenda , e l'umiliazione spesso porta ad incrinare amicizie storiche" Questa è l'accoglienza ! 
E dalla lettera (una copia per conoscenza inviata all'ambasciata indiana) trapela una non troppo velata minaccia


L'episodio è significativo perché rappresentativo di un diffuso malessere di non poche persone dovuto all'irresponsabile comportamento politico da parte delle così dette Alte Istituzioni che hanno stravolto la vicenda , facendo passare per "eroi" perseguitati due personaggi che hanno invece compiuto un crimine. 

La volgarità e la bassezza , come si vede , ben insegnata dall'Alto che alto non è.

E per concludere una chicca del nostro caro Angelino Alfano . Dopo aver

gridato ai quattro venti abbiamo preso l'assassino di Yara , ha voluto far ammenda su Twitter affermando prima perentoriamente che il caso era stato risolto ma che in effetti valeva ancora la presunzione d'innocenza (qualcuno deve averglielo ricordato) . E qui angelino ha dato il meglio di sè , facendo a pezzi i principi elementari della logica .

Per altri casi di orrore quotidiano si rimanda ad altri post

E che dire degli albergatori di Venezia...

domenica 22 giugno 2014

PERCHE' SI PARLA DELLA solitudine di Altiero Spinelli ?...

STRUMENTO PER UN'ANALISI POLITICA INDIPENDENTE E TRASPARENTE SU ALTIERO SPINELLI E L'EUROPA D'OGGI... 

I valori espressi da Spinelli erano e sono condivisibili, il fatto è che con il senno di poi i giochi fatti in nome di questi valori sono stati usati per intruppare i popoli e farli schierare a favore di un progetto rivelatosi falso e mistificante  , oltre che invasivo  delle libertà personali e distruttore dei valori come solidarietà democrazia e comunità, divenendo di fatto il cavallo di troja  del LIBERISMO  più inumano e mistificante della "sinistra" europea.
Quando Spinelli afferma:".. una società polarizzata in interessi organizzati che si precipitano sullo Stato e lo paralizzano quando sono in equilibrio, e ne rafforzano sempre più il carattere dispotico, quando un gruppo o una coalizione di gruppi ha potuto sopraffare l’avversario e prendere il potere…"  

eppoi si ribadisce il ruolo della Commissione: “Il nostro progetto fa della Commissione un vero esecutivo politico, mantiene un ruolo legislativo e di bilancio per il Consiglio dell’Unione, ma lo definisce e lo limita, dà al Parlamento un vero potere legislativo e di bilancio….” 

Queste concezioni si sono rivelate essere false,  sia la prima in quanto nella nazione in realtà vi è più possibilità di espressione democratica e non come si afferma  situazioni di carattere dispotico come si vuol far credere, ma, al contrario questa realtà si è avverata e rivelata vera invece per l'Europa , ove una Commissione non eletta  anziché essere al servizio  dei popoli , si dimostra affine agli interessi delle multinazionali.  

SE NON E' QUESTO UN FALLIMENTO DEGLI INTENTI INIZIALI, COME POTREMO DEFINIRLO? 

Abbiamo avuto già modo di dimostrare che la globalizzazione è solo un'artefizio contro i popoli,  invece necessità ci impone di mettere al centro la dimensione umanista;  significante una dimensione di libertà nazionale, in quanto espressione di comunità sociale, paritaria sia  negli intenti che nei valori solidali e democratici di uomini liberi.
Oltre la globalizzazione per una società a dimensione umana: la nazione è indipendenza e libertà delle comunità. 

Sa Defenza

PERCHE' SI PARLA DELLA  solitudine di Altiero Spinelli?...

Altiero Spinelli

di Roberta De Monticelli


Oggi, mentre ancora sembra in questione chi sarà infine il Presidente della Commissione Europea, se sarà nominato in base all’indicazione uscita dalle urne – purtroppo non incoraggiante per il rinnovamento radicale dell’Unione Europea che sarebbe necessario – credo che sarebbe doveroso per ogni cittadino, studioso, studente, docente, pubblicista interessato ai destini della democrazia riflettere a fondo sull’intuizione che governò la vita di Altiero Spinelli (1907-1986), alla quale il pensiero filosofico e politico contemporaneo non ha ancora affatto reso giustizia – né l’ha tradotta nel nuovo linguaggio dei fini – e dei mezzi appropriati – di cui oggi abbiamo tanto bisogno, se continuiamo a riconoscerci nei sei valori che sorreggono la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (Nizza 2000, Strasburgo 2007): Dignità, Libertà, Eguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza e Giustizia. Spero che queste poche note servano ad aprire una libera e non frettolosa discussione che potrà servire anche a suggerire iniziative di studio, libri da leggere, seminari e attività per il prossimo anno (anche) accademico. 

Nel luglio 1939 Spinelli sbarcava a Ventotene, dopo aver scontato fra carcere e confino dodici anni dei sedici inflittigli – a neppure vent’anni – dal Tribunale Speciale fascista per la sua opposizione attiva al regime. Nel ’37, a Ponza, era stato espulso dal Partito Comunista, perché, come Spinelli scrive nella sua autobiografia – una delle più intense della letteratura mondiale (Come ho cercato di diventare saggio, Il Mulino 1999) – era stato “tutto un monologo sulla libertà” quello che aveva iniziato “dal momento che le porte del carcere si erano chiuse alle [sue] spalle”. Nel ’41 nasce – sotto la sua penna e in parte quella di Ernesto Rossi, frutto delle conversazioni con Eugenio Colorni e pochi altri, il Manifesto di Ventotene, con il suo memorabile attacco: “La civiltà moderna ha posto come proprio fondamento il principio della libertà, secondo il quale l’uomo non deve essere un mero strumento altrui, ma un autonomo centro di vita. Con questo codice alla mano si è venuto imbastendo un grandioso processo storico a tutti gli aspetti della vita sociale, che non lo rispettassero”. Tutti: e fra questi il contrasto fra la politica concepita sulla base degli Stati nazionali e l’economia globale. Vere democrazie che siano esclusivamente interne ai singoli stati – soprattutto quelli europei – , oggi, non sono più possibili. (sadef.?fraula) Quell’uomo visionario, eppure profondamente realista, lo vide settant’anni fa.


Chi ne dubita vada a rileggersi passi come questo: “…oggi lottare per la democrazia significa rendersi anzitutto conto che occorre arrestare questa insensata corsa, non solo italiana, ma europea, verso una società polarizzata in interessi organizzati che si precipitano sullo Stato e lo paralizzano quando sono in equilibrio, e ne rafforzano sempre più il carattere dispotico, quando un gruppo o una coalizione di gruppi ha potuto sopraffare l’avversario e prendere il potere…”  

E’ del ’46 ’(Relazione al II Congresso del Partito d’Azione, in A. Spinelli, Come ho tentato di divenire saggio, II, La goccia e la roccia, Il Mulino 1987, pp. 105-106). E vi chiedete come abbia a tal punto saputo cogliere l’essenziale che il suo pensiero sembra attraversare la stagione dei partiti di massa – e da noi della Prima Repubblica – poi volare alto sulla “liquidità” post-ideologica – e da noi sopra il liquame immobile della cosiddetta Seconda Repubblica – fino a fotografare il perdurante terribile ingranaggio delle “macchine d’affari” partitiche di oggi e della loro ormai spensierata delinquenza, con il tristo contrappeso delle involuzioni autoritarie con annesse rottamazioni della Costituzione. 

Il 3 luglio del 1970 Spinelli entrava a far parte della Commissione – di quella Comunità Europea che dal suo pensiero e da quello di pochi altri “legislatori del futuro” aveva – tanto faticosamente, tanto contraddittoriamente anche – preso le mosse. Erano passati esattamente quarantatre anni e un mese dal suo arresto a Milano, il 3 giugno del 1927, e quasi ventisette dal primo convegno del Movimento Federalista Europeo a casa Rollier in via Poerio 38 a Milano, il 27 agosto 1943. 
Ebbe, questa Europa “figlia dell’economia ma orfana della politica”, anche grandi momenti o almeno grandi progetti. Come scrive Salvatore Veca nel suo recente Non c’è alternativa – Falso! (Laterza 2014, 9) sono le politiche dell’austerità che “hanno condannato alla damnatio memoriae il grande progetto alla Delors di uno spazio sociale europeo”. Eppure anche durante la presidenza di Delors alla commissione, il Parlamento Europeo stentò a inserirsi nella dialettica sempre intergovernativa delle decisioni, nonostante l’approvazione su iniziativa di Spinelli, nel luglio dell’81 di una Commissione istituzionale permanente, che finalmente doveva dare all’Europa il volto di una Unione sovranazionale europea, invece che di un’istituzione intergovernativa.


E’ il progetto per cui Spinelli chiedeva il voto positivo del Parlamento nel 1984: 
“Il nostro progetto fa della Commissione un vero esecutivo politico, mantiene un ruolo legislativo e di bilancio per il Consiglio dell’Unione, ma lo definisce e lo limita, dà al Parlamento un vero potere legislativo e di bilancio….” (P.S. Graglia, Altiero Spinelli, Il Mulino 2008, p. 603). 

Era ancora quella, la speranza suscitata da queste ultime elezioni del Parlamento Europeo, che – su iniziativa, va riconosciuto, del suo Presidente nella passata legislatura, Martin Schultz (Il gigante incatenato – Un’ultima opportunità per l’Europa? Fazi 2014) le aveva promosse con l’esplicita indicazione che le famiglie politiche europee si riunissero in raggruppamenti sovranazionali. Proprio perché erano concepite per passaredall’Europa inter-governativa del Consiglio europeo, (quello che riunisce i capi di Stato e di governo europei, e che fa dell’Europa sostanzialmente il luogo del dominio degli interessi nazionali più forti) all’Europa sovranazionale della cittadinanza, che sarà effettivamente rappresentata nel Parlamento solo quando la Commissione europea sarà l’effettivo governo dell’Unione. Proprio la Risoluzione del Parlamento del 4 luglio 2013 aveva stabilito la necessità di “parlamentarizzare” l’elezione del Presidente della Commissione, e cambiare i rapporti di forza fra la Commissione e il Consiglio, in modo che la prima diventasse gradualmente il vero organo di governo dell’Unione Europea, e il suo presidente, il capo del governo, al diretto servizio del bene comune dell’intera Unione.

Peccato che pochissimi in Italia abbiano compreso che era questa la posta in gioco – e che perfino i pochi sostenitori della sola lista nata internazionale, che da noi ha preso il nome de l’Altra Europa con Tsipras, non abbiano fatto abbastanza per dare questo spinelliano respiro progettuale, in primo luogo europeo e solo in quanto tale anche italiano, all’esigenza radicale di rinnovamento della sinistra italiana. Che la renda capace di portare e realizzare la domanda di dignità, libertà, eguaglianza, solidarietà e giustizia. E legalità, onorabilità delle istituzioni, decenza di pubblici costumi. 

E allora bisogna ricominciare a chiedersi il perché di questa tenace rimozione dell’intuizione di Altiero Spinelli.


Che sembra – a voler prendere sul serio certe polemiche piccine nate e speriamo defunte nei giorni passati – ignorata perfino da quei piccoli partiti italiani che oggi hanno contribuito a portare al Parlamento Europeo chi per nome e impegno rappresenta, pur nella sua completa autonomia di studiosa e pensatrice – anche l’eredità di Altiero: Barbara Spinelli. 
Sì, bisogna capire le ragioni dell'infinita solitudine di Spinelli, e della ricorrente sua sconfitta – che ancora una volta sembra delinearsi in questa grigia Europa della quale peraltro non si ha più notizia da giorni dalla stampa italiana, totalmente disinteressata a questo fronte. 

Bisogna, per capire come trasformare in nuova speranza quella che fu speranza ricorrente e rinascente, e se ogni volta fu, alla fine, sconfitta, ogni volta si lasciò alle spalle il meglio che l’umanità europea di questa nostra epoca abbia saputo costruire. Spinelli ebbe come compagni vicini e lontani, oltre a Ernesto Rossi, a Eugenio Colorni, a Ursula Hirschmann, e agli amici ed eredi più prossimi, i migliori europei della sua generazione: da Albert Camus a Ignazio Silone, da Adriano Olivetti ad André Malraux, da Jeanne Hersch a Czeslaw Milosz, da Norberto Bobbio a Mario Dal Pra…. 

Le radici del suo pensiero affondano profondissime, nel socratismo del faccia a faccia e del ragionare pacatamente dei fini, più che nel potere delle piazze ateniesi. E nei dolci lumi della notte stellata di Kant, e poi – io credo – nell'Idea husserliana di Europa, che vedeva il culmine dei Lumi moderni nell’inno alla gioia di Schiller e Beethoven. 

Questo almeno dobbiamo a noi stessi: spiegarci come abbiamo potuto quasi-dimenticare le scoperte di tutti quei grandi, e di molti altri. Disinteressarci di quella ragione pratica che alle nostre menti e alle nostre mani affidava i suoi fini. 

E’ anche colpa nostra, della nostra latitanza e della nostra sfiducia infine. Se il linguaggio della politica si è ridotto a quell'urlìo di imbonitori che è divenuto oggi. E in assenza ormai di un governo della legge, il governo degli uomini italiani si è ridotto, secondo le facili profezie degli antichi, a qualcosa di troppo simile a una banda di briganti. 


RAFSANJANI : E' in ATTO una COSPIRAZIONE TERRORISTICA CONTRO TUTTI, questo è ISIL... Rafsanjani : ISIL terrorist acts conspiracy...!!!

RAFSANJANI :E' in Atto una COSPIRAZIONE TERRORISTICA CONTRO TUTTI, questo è ISIL...

Rafsanjani : ISIL terrorist acts conspiracy...!!!



presstv.ir
tradusiu de Mihaela Bruja
editau de Sa Defenza


Il Presidente del Consiglio  iraniano ha descritto come una "cospirazione" gli attacchi del terrorismo da parte del cosiddetto Stato islamico dell'Iraq e il Levante (ISIL).

In una riunione di Sabato del Consiglio , l'ayatollah Akbar Hashemi Rafsanjani ha detto che gli attacchi di terrore  di ISIL ha come  obiettivo l'intera regione.

"I giocatori dietro le quinte hanno complicato le dimensioni di questa cospirazione contro il popolo iracheno fornendo  supporto tecnico, medico e politico a questo gruppo attraverso alcuni paesi all'interno e all'esterno della regione".

Il politico iraniano ha anche sottolineato che l'attuazione di politiche in Afghanistan come in Iraq è tra gli  obiettivi di nemici interni ed esteri dell'Iraq, che ora si sono inseriti la scena come "salvatori".

L'Ayatollah Rafsanjani ha concluso che l'unico modo per affrontare i problemi del mondo islamico e risolvere l'attuale crisi in Iraq è il mantenimento  " dell'unità l'integrità interna, ed il bando all'interferenza straniera."

Il 10 giugno, i militanti ISIL hanno preso il controllo della città di Mosul, capitale della provincia irachena di Ninive. Hanno poi preso il controllo della città di Tikrit, che si trova a circa 140 km (87 miglia) a nord ovest della capitale, Baghdad.

Negli ultimi giorni, le forze armate irachene sono state impegnate in scontri feroci con i terroristi, che hanno minacciato di prendere altre città irachene, compresa la capitale con la loro prerogativa di atti di violenza gratuita.

Ciò nonostante, la loro avanzata è stata rallentata dalle truppe militari irachene e dai combattenti volontari che hanno iniziato il loro coinvolgimento su più fronti, spingendo i militanti , nei settori più diversi al combattimento impostogli dalla corsa alla difesa.

venerdì 20 giugno 2014

CONOSCERE LA CINA: Il più grande passo sotto il cielo, ai confini dell’Impero

CONOSCERE LA CINA: Il più grande passo sotto il cielo, ai confini dell’Impero

farfalleetrincee.

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Il forte di Jiayuguan
 Il Gansu rappresenta una regione molto particolare della Cina, l’estremità occidentale della Grande Muraglia, dove gli imperatori cinesi erano impegnati in annose guerre con i nomadi delle steppe. 
Nel Gansu si toccano Cina ed Asia Centrale, questi mondi diversi si confondono, si mescolano, dando a questa regione un carattere unico, estremamente affascinante. Nello stretto corridoio di Hexi, schiacciato tra il deserto del Gobi e le montagne che portano in Tibet, correva la Via della Seta che proprio nei forti del Gansu aveva degli importanti punti di riferimento.
Il forte di Jiayuguan si trova a circa sei chilometri dalla cittadina omonima, e sarebbe stato costruito nel 1372 durante la dinastia Ming. Adagiato sui monti Jayu, le cui cime innevate danno al forte un panorama unico, questo luogo rappresenta l’estremo limite occidentale della linea di fortificazioni, collegate alla Grande Muraglia, risalente – come detto – alla dinastia Ming. L’importanza di questa postazione era fondamentale, al punto da segnare il vero e proprio confine dell’impero. Gli storici ritengono che Jiayuguan non venne mai conquistata dai nemici della Cina, ergendosi quindi ad ultimo baluardo.
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I camminamenti del forte di Jiayuguan
Tuttavia se questo forte, ed il suo paesaggio hanno nel corso dei secoli ispirato poeti ed artisti oggi anche questo luogo non sfugge al progresso, che in Cina è spesso caotico e apparentemente fuori controllo. Al forte si giunge infatti attraverso le periferie industriali di Jiayuguan, e se da un lato le mura sono incorniciate dalle vette innevate dei monti Jiayu, dall’altro si nota la presenza di fumi inquietanti provenienti da fabbriche e centrali varie. Vai poi segnalato il museo presente nel forte, molto interessante per gli amanti della Via della Seta, nonostante la costruzione della Grande Muraglia venga descritta come un’opera che ha unito le varie popolazioni della Cina in nome del bene comune…
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Il progresso a Jiayuguan
Spesso al di fuori dei confini imperiali era invece Dunhuang, una città oasi davvero bella, strategicamente posizionata all’ingresso dell corridio di Hexi ed importante snodo delle vie carovaniere. Vicino a Dunhuang ci sono due fortezze di epoca più antica, chiamate rispettivamente Yumen e Yangguan, quest’ultima situata più a sud. Di queste due costruzioni militari non è rimasto molto, in particolare della seconda, tuttavia anche qui il paesaggio che le circonda è davvero bello, sebbene non montuoso come nel caso di Jiayuguan. Lo Yumen pass, detto anche Porta di Giada, si trova ai confini del deserto del Gobi, e regala dei panorami dallo spazio infinito.
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I resti del forte Yumen
Mentre la fortezza di Jiayuguan è stata nel corso del tempo ampiamente ricostruita, favorita anche dal suo non essere mai stata conquistata, le fortune della Porta di Giada, e con lei di Dunhuang, non sono state altrettanto fortunate ma venendo caratterizzate, invece, da frequenti occupazioni da parte di popoli non cinesi, e quasi sempre nomadi. Nonostante ciò la città-oasi di Dunhuang è stata nel corso dei secoli un vero e proprio centro culturalelungo la Via della Seta, in particolare quando la regione era ancora buddhista, prima della conversione all’Islam, ancora oggi religione che caratterizza gli abitanti del Gansu, gli Hui (detti anche Dungani), che si differenziano dagli Han proprio per la fede islamica.
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Panorama intorno al forte Yumen
Il forte di Jiayuguan ospita sulle sue mura una targa che lo definisce “il più grande passo sotto il cielo”, forse una definizione che rende bene la bellezza dell’intera regione: il Gansu, l’estremo ovest della Storia imperiale cinese.

RUSSIA E CINA RISPONDONO DURAMENTE ALLE REITERATE PROVOCAZIONI DI OBAMA . LA POSSIBILITA' DI UN CONFLITTO NUCLEARE NON E' PIU' UN'IPOTESI REMOTA .

RUSSIA E CINA RISPONDONO DURAMENTE ALLE REITERATE PROVOCAZIONI DI OBAMA . LA POSSIBILITA' DI UN CONFLITTO NUCLEARE NON E' PIU' UN'IPOTESI REMOTA .



A. Boassa


Quattro bombardieri russi capaci di portare testate nucleari si sono avvicinati alle coste degli States a meno di 50 miglia ridicolizzando i sistemi di difesa , come mai era successo . 
Una dimostrazione di forza che ha suscitato grande allarme nel Pentagono . 
Quasi in contemporanea la Cina ha voluto avvertire Obama che la flotta di sottomarini nel Pacifico è in grado di colpire con testate nucleari le più importanti città degli States .


Gli Stati Uniti stanno giocando pesante . 



Mentre nell'estremo oriente sono all'ordine del giorno le farneticazioni di Obama sul primato degli Usa nel Pacifico, primato che dovrà essere difeso strenuamente contro qualsiasi potenza asiatica che voglia osare , in Europa e nel Medioriente l'aggressione Usa si manifesta con estrema virulenza , addestrando , armando , finanziando nazisti, jihadisti, mercenari, tagliagole per seminare terrore e morte in Ucraina ,in Siria, in Iraq .


Obama , i neocon . Le terribili Erinni che lo incalzano (Clinton ,Rice , Nuland) ritengono che la deterrenza nucleare non è più perseguibile come un'utile strategia dell'equilibrio del terrore . 


Perché ? Perchè sta scemando rapidamente il primato planetario di cui gli Usa hanno potuto godere fin dall'immediato dopoguerra . Il tempo sarà impietoso . Altre potenze verranno alla ribalta ed una in particolare (la Cina) è già in via di sorpasso .

E questo per i signori e per le signore della guerra non è concepibile . 

Prende sempre più piede la possibilità del"first strike" , del primo colpo atomico . 
E' fuori discussione per questi personaggi l'eventualità che gli States perdano il loro tanto amato primato . 


Affinché non ci sia la rappresaglia russo-cinese si rende necessario circondare i due colossi con sistemi di difesa ABM in grado di intercettare e distruggere i missili balistici intercontinentali . 

Da qui l'ossessiva ricerca di posizionare basi militari a ridosso delle frontiere russa e cinese .


Del resto gli States possono vantare intellettuali come Paul Craig Roberts che ritengono che la guerra nucleare sia probabile perché con tali apparati di difesa non ci sarebbero per il popolo americano grandi rischi. 


Bisognerebbe dire innanzitutto ad intellettuali di tanta portata che finora non è mai risultato scientificamente che i sistemi ABM siano in grado di bloccare realmente la rappresaglia .


E c'è da chiedersi che se fosse vero che il Pentagono sta preparando una barriera impenetrabile da realizzare nel giro di pochi anni perché Russia e Cina devono aspettare il proprio olocausto e non sferrare loro il primo colpo atomico ?


Ringrazio Maurizio Blondet per le tante preziose informazioni 





Note:


in altro articolo su sa defenza : a  Bruce Gagnon, della Rete Globale contro le Armi nello Spazio. Si chiede, cosa sappiamo dei piani per l’attacco?
 Bruce Gagnon: Al momento  stanno  pianificando. Il Comando Spaziale USA sta compiendo esercitazioni per la possibilità di sferrare  un primo attacco, e questo è l’elemento chiave. 
Sono progetti di primo attacco, e i cosiddetti sistemi missilistici di difesa sono elementi chiave del progetto di primo attacco statunitense. L’idea è di colpire la Cina o la Russia con un primo colpo e poi, quando queste tentano di lanciare la ritorsione nucleare, usare i sistemi "di difesa" per intercettarla, in modo tale che, dopo che la prima spada viene conficcata nel cuore della Cina o della Russia, lo scudo missilistico eliminerebbe ogni risposta. Non ha niente a che fare con la difesa, niente a che fare con la libertà o la democrazia, o con tutte queste parole che vengono sempre usate per mascherare le vere intenzioniè solo per il dominio a tutto spettro.

giovedì 19 giugno 2014

EUROPA: Il Commissario László Andor avalla il punto di vista euroscettico

EUROPA: Il Commissario László Andor avalla il punto di vista euroscettico

vocidallestero

Dal suo Blog sul Telegraph, A. E. Pritchard riporta la conferenza tenuta a Berlino il 13 giugno dal commissario europeo  László Andor: una vera e propria esplicita ammissione di fallimento, in cui il commissario all'occupazione e agli affari sociali (mestiere difficile nella UE!) deve ammettere che la UEM è incompatibile col modello sociale europeo.


 László Andor

Non avrei mai pensato di vivere abbastanza per vedere un commissario europeo in carica ammettere che è stato "imprudente" lanciare l'euro senza un prestatore di ultima istanza o un'unione fiscale in grado di sostenerlo.
O che le politiche UEM hanno portato ad un circolo vizioso e a una catastrofica recessione double-dip interamente dovuta al carattere disfunzionale del progetto.

O che la crisi del debito greco è stata raffazzonata alla meno peggio perché i leader tedeschi stavano piegando la politica ai loro interessi nelle elezioni del Nord-Reno Westfalia.
O che che le politiche di svalutazione interna imposte agli stati vittimsono crudeli e intrinsecamente controproducenti.
O che il regime di stabilizzazione della UEM non è arrivato nemmeno vicino a portare l'unione monetaria su un sentiero sostenibile, capace di produrre un consenso duraturo.


Ma oggi 
è successo, è stato László Andor, ed è un fatto straordinario avvenuto a Berlino. Il Commissario europeo per l'Occupazione e gli affari sociali è andato molto vicino ad una vera e propria rivolta, la cosa non sorprende dal momento che il suo compito è quello di affrontare le terribili conseguenze di queste politiche.

C'è almeno qualcuno della sinistra moderata che sta parlando, in questa Europa di Omertà dove
 il codice del silenzio soffoca le critiche di quelli i cui valori politici sono stati più offesi. La sua proposta - per cominciare - è un sussidio di disoccupazione in tutta la UEM che agisca come stabilizzatore fiscale e permetta di condividere l'onere degli shock asimmetrici.

E' assolutamente giusto, per un certo aspetto. Le politiche pro-cicliche dei tagli di austerità (che vanno oltre la dose terapeutica) nei paesi già più in difficoltà - senza alcun ammortizzatore per compensare le svalutazioni intra-UEM o alcuno stimolo monetario - sono intellettualmente criminali e saranno giudicate dagli storici nel modo più duro. Mettono in moto una spirale terribile di isteresi del lavoro, carenza di investimenti, e declino tecnologico.

Ma questa proposta romantica crea un problema diverso, che è ugualmente ingestibile. Andor non affronta la vera questione, e posso capire perché, dato che l'implicazione è che l'UEM non può mai essere fattfunzionare, e dovrebbe pertanto essere smantellata nel modo meno traumatico possibile, prima che faccia più danni.

Se ci deve essere una unione fiscale in cui almeno dal 5pc al 7pc del PIL siano destinati a un bilancio centrale, questa trasferisce automaticamente i poteri di bilancio del Bundestag e degli altri parlamenti sovrani ad un organismo transnazionale europeo

Svuota il potere fondamentale dei parlamenti nazionali: il potere impositivo e di spesa (il principio per cui furono combattute la guerra civile inglese e la rivoluzione americana).

Implica una unione politica in piena regola sotto un parlamento sovrano superiore (o un regime autoritario sacerdo
tale), con la sostanza l'apparato di uno stato unitario. Ciò significa che gli Stati nazionali storici devono abolire se stessi, diventare province linguistiche o culturali di un'unione federale.

Niente di tutto questo è lontanamente possibile. La Corte costituzionale tedesca si è pronunciata 
coun linguaggio chiaro cristallino per sostenere che una mossa del genere è una violazione del Grundgesetz e sarà vietata (a meno che la Costituzione stessa non venga cambiata). Forse è possibile leggere in molti modi le elezioni europee, ma ritenere che il popolo francese - per esempio - chieda a gran voce una ulteriore erosione della sovranità nazionale sottende una eroica volontà di trascurare i fatti reali


Ma non facciamo polemiche. Ecco alcuni estratti:

"Credo che sia mia responsabilità condividere le principali conclusioni tratte dall'esperienza dei miei quattro anni e mezzo da membro della Commissione europea - lezioni di anni di crisi finanziaria ed economica senza precedenti nella storia europea e che non dovrebbero mai ripetersi.

L'Europa ha attraversato due crisi, non unaLa primal'abbiamo condivisa con il resto del mondo, mentre laseconda ha una origine specifica nelle intrinsechefragilità della attuale architettura UEM e ci ha portato su un percorso diverso rispetto al resto del mondo industrializzato."

Andor ha detto che tutta la sequenza di eventi che hanno mandato fuori controllo la crisi del debito sovrano nei primi mesi del 2010 –eventi cui hanno fatto seguito dei pacchetti di prestiti che si sono limitati a guadagnare tempo, senza ridurre il debito - hanno portato a un disastro economico e politico.

"I debiti coi mercati finanziari sono stati sostituiti dai debiti con fonti ufficiali, che hanno trasformato la zona euro in un club di debitori e creditori, messi l'uno contro l'altro.

I governi eletti della Grecia e 
dell'Italia sono stati sostituiti con delle amministrazioni di tecnocrati, perché i governi democraticamente eletti non erano in grado o non erano disposti ad attuare il riequilibrio fiscale, particolarmente intenso nella fase iniziale.

Da una fragile ripresa siamo entrati in una doppia recessione nel 2011. Questa è diventata una crisi esistenziale dell'unione monetaria e dell'Unione europea nel suo complesso.

Mentre l'Europa è entrat
a in una seconda recessione nel 2011, l'economia statunitense era già in decisa crescita, perché gli Stati Uniti disponevano di strumenti adatti e il governo degli Stati Uniti e la banca centrale non hanno esitato ad usarli per generare crescita e posti di lavoro.

L'UE aveva appena iniziato a emergere dal vortice finanziario quando la BCE ha annunciato che sarebbe stata pronta ad agire come fa una banca centrale in una crisi. In breve, la crisi del debito sovrano degli ultimi quattro anni ci ha dimostrato che senza un prestatore di ultima istanza, un bilancio centrale o un quadro di coordinamento orientato a stimolare la domanda aggregata, l'UEM è stata - nel migliore dei casi - una struttura adatta ai tempi tranquilli, ma non a una crisi finanziaria ed economica.

Anche l'euro è stato una trappola, perché gli Stati membri non possono più adattarsi agli shock economici attraverso politiche monetarie su misura e svalutazioni del loro tasso di cambio, mentre allo stesso tempo sono soggetti a norme rigorose in materia di politica fiscale."

Andor ha detto che la zona euro non 
è riuscita a rispettare l'obbligo posto dal suo Trattato, che stabilisce degli "obiettivi di crescita economica equilibrata in un'economia sociale di mercato altamente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale."

L'Unione europea non solo 
non ha raggiunto gli obiettivi chiave di welfare concordati nel 2010. Ma è arretrata. Il numero di persone a rischio di "povertà ed esclusione sociale" è salito da 118m a 124m, con la maggior parte dei danni concentrati in una gruppetto di stati.

Come altri, 
egli dà la colpa al peccato originale dell'UEM: una politica monetaria centralizzata sotto la BCE senza una controparte fiscale.

"Ciò significa che gli strumenti che sono stati storicamente utilizzati per limitare l'impatto sociale della crisi non erano più disponibili, mentre non è stato  introdotto nulla di nuovo per sostituirli.

Il punto è che l'instabilità macroeconomica in Europa 
è derivata prevalentemente dalla progettazione incompleta dell'Unione economica e monetaria: i paesi in difficoltà non potevano unilateralmente svalutare, non potevano invocare un prestatore di ultima istanza e non potevano contare su alcun sostegno fiscale di altri Stati membri che potesse consentire loro non solo di sopravvivere, ma di stimolare la ripresa economica.

L'unico meccanismo attraverso il quale i paesi in difficoltà all'interno della UEM sono in grado di ritornare alla crescita economica è la cosiddetta svalutazione interna, cioè la riduzione dei costi sia nel settore pubblico chnel privato, con disoccupazione e riduzione dei salari. La svalutazione interna ha portato ad un alto tasso di disoccupazione, al calo dei redditi delle famiglie e all'aumento della povertà - letteralmente miseria per decine di milioni di persone.

Inoltre, è una ricetta che non può essere applicata in molti paesi allo stesso tempo, perché 
indebolisce la domanda complessiva. Se molti paesi tagliano i loro salari e licenziano i lavoratori, nessuno vince in termini di competitività relativa, ma tutti perdono."

In altre parole, si tratta di un sub-ottimo Paretiano, come questo giornale ha sostenuto fin dall'inizio. L'UEM è negativo per tutti.

"In un momento in cui l'Europa avrebbe bisogno di investire in modo significativo nel suo capitale umano al fine di far fronte alla crescente sfida demografica, abbiamo lasciatche una crisi finanziaria spinga milioni di persone fuori dal mercato del lavoro e nella povertà. Questo ha danneggiato il potenziale economico dell'Europa e la coesione sociale per molti anni a venire."

I pericoli di una moneta orfana senza unione fiscale sono statesplorati nel lontano 1970 nella Relazione Werner. Essa sosteneva che la moneta avrebbe agito come un "lievito per lo sviluppo di un'unione politica, di cui a lungo andare non si può fare a meno".

Il Rapporto Marjolin del 1975 ha proposto un "
Fondo comunitario di sussidio alla disoccupazione". La relazione MacDougall del 1977 ha dichiarato che l'unione monetaria avrebbe avuto bisogno di un bilancio comune del 5-7pc del PIL comunitario.


"La proposta era, infatti, che le regioni con un surplus delle partite correnti avrebbero dovuto contribuire e le regioni deficitarie avrebbero ricevuto dei finanziamenti, come avviene normalmente all'interno degli stati-nazione, in modo da poter salvaguardare la coesione sociale e la domanda aggregata.
Helmut Kohl, François Mitterrand, Jacques Delors e altri padri fondatori della UEM non capivano forse che la struttura incompleta che stavano mettendo su sarebbe stata incline a crisi? Non è stato avventato da parte loro lanciare una unione monetaria irreversibile senza un adeguato pilastro fiscale? Non si sono preoccupati delle possibili conseguenze sociali dell'aggiustamento macroeconomico basato prevalentemente sulla svalutazione interna?

In realtà, i leader politici nei primi anni '90 erano tutt'altro che inconsapevoli dell'importanza della coesione sociale, ma credevano che potesse essere raggiuntessenzialmente attraverso la legislazione e il dialogo sociale.

Come a partire dalla metà degli anni '80 è stato costruito il mercato unico, è stato anche sviluppato un importante corpus di diritto del lavoro. Per Jacques Delors e altri politici di spicco del tempo, la dimensione sociale del mercato unico e dell'UEM aveva prevalentemente lo scopo di prevenire una corsa al ribasso in materia di occupazione e di condizioni di lavoro."

Naturalmente questo è  esattamente ciò che l'UEM è diventato. E' una corsa deflazionistica verso il basso in stile beggar-thy-neighbor degli anni '30.

Andor 
lo chiama il paradosso Delors.

"Da un lato, si introduce una legislazione sociale per migliorare gli standard del lavoro e creare una concorrenza leale nella UE. D'altra parte, si entra in una unione monetaria che approfondisce le asimmetrie ed erode la base fiscale dei sistemi di welfare nazionali.

La legislazione sociale non può supplire alla mancanza di un bilancio dell'euro zona o di un vero e proprio prestatore di ultima istanza. L'idea di Delors di un'Europa sociale è purtroppo messa fuori gioco dal modello Delors dell'UEM.

Questo non vuol dire che l'UEM fosse fondamentalmente in
iqua già allora. Prendendo in prestito una famosa metafora, l'UEM potrebbe essere anche stata progettata dietro un velo di ignoranza (Schleier des Nicthwissens). Nessuno sapeva esattamente come l'euro avrebbe funzionato per un determinato paese.

Tuttavia, oggi è abbastanza chiaro che il funzionamento dell'UEM, in pratica, non è stato equo. Sappiamo ora che la UEM contiene un errore intrinseco sulla svalutazione interna come meccanismo prevalente, se non unico, di aggiustamento delle crisi economiche. Con una tale ripartizione asimmetrica dei costi e dei benefici, l'UEM non sta funzionando bene e la sua sostenibilità non può essere datper scontata.

Nella storia delle Comunità europee, due tentativi di cooperazione monetaria sono già saltati perché il sistema non era abbastanza resiliente. L'esistenza di una moneta unica in sé non dovrebbe essere vista come una garanzia sufficiente contro la possibilità di una rottura.

L'UE non può stare insieme per troppo tempo con il rischio di 
un crollo dell'unione monetaria, che potrebbe anche portare con sé una crisi sociale e politica. Se la nostra Unione economica e monetaria deve essere irreversibile, deve anche essere equa e basata sulla solidarietà. O rinunciamo al dogma di "nessun trasferimentfiscale" nell'UEM, o rinunciamo al modello sociale europeo."

Ben 
detto Andor.

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