martedì 16 dicembre 2014

LA SCONFITTA È LA VITTORIA

LA SCONFITTA È LA VITTORIA

DI DMITRY ORLOV

Sul muro del Ministero della Verità nel romanzo di George Orwell 1984 c’erano questi tre slogan:

LA GUERRA E’ PACE 
LA LIBERTA’ E’ SCHIAVITU’ 
L’IGNORANZA E’ FORZA

Mi è capitato di pensare che si applicano fin troppo bene al modo in cui opera l’ establishment di Washington, DC.
Che la guerra sia pace, non ho dubbi! Basta guardare quanto sono diventati pacifici Iraq, Afghanistan, Yemen, Libia, Siria e l'Ucraina, grazie agli sforzi di pace.

Gli unici che in quei paesi non hanno ancora la pace assoluta sono quelli ancora in vita. Ma a questo si può sempre provvedere, soprattutto in Ucraina, dove la gente ha ora di fronte a sé la prospettiva di dover sopravvivere a un inverno freddo, senza calore e senza elettricità.

La libertà è schiavitù: per godersi la loro "libertà" gli americani trascorrono la maggior parte della loro vita lavorativa con dei debiti, siano essi un mutuo, un prestito per le spese mediche sostenute a causa di una malattia o prestiti per studio. In alternativa, potrebbero anche godersela marcendo in una prigione. Inoltre, sono quelli che lavorano più ore e hanno meno tempo libero e vantaggi che in qualsiasi altro paese sviluppato, e i loro salari non aumentano da due generazioni.

E quello che consente tutto questo è il fatto che l'ignoranza è veramente la forza; se non fosse stato per la travolgente e deliberata ignoranza degli americani sia per gli affari interni sia per quelli in giro per il mondo, da tempo si sarebbero ribellati e il castello di carte sarebbe crollato già molto tempo fa.

Ma c’è un quarto slogan da aggiungere al muro del Ministero della Verità, ed è questo:

LA SCONFITTA E’ LA VITTORIA

L’assurda natura dei primi tre slogan può essere dimostrata in vari modi. E’difficile sostenere che il coinvolgimento americano in Iraq, Afghanistan, Yemen, Libia, Siria o Ucraina abbia prodotto proprio "pace", tuttavia vari funzionari e pappagalli nazionali continuano ancora ad affermare che in qualche modo si sono evitati pericoli (completamente costruiti) peggiori, come le armi di distruzione di massa siriane/irachene. Quello che in realtà hanno provocato è una guerra infinita finanziata da un debito galoppante che sta portando il paese alla rovina economica. Ma l'ignoranza in questo aiuta molto.

Allo stesso modo, è possibile, anche se un po’ scomodo, affermare che la schiavitù è libertà, perché, vedete, una volta che vi siete liberati dai vostri doveri di schiavi, potete tornare a casa vostra e leggere qualunque follia assurda che troverete su questo o quel blog o altro. Sì, è stupido. Potete riempirvi la testa di qualunque “informazione” vogliate, ma se provate ad agire scoprirete che non vi è consentito. “Rimettiti in riga, schiavo!” Si può anche prendere una strada opposta e sostenere che la libertà è per i fannulloni, mentre noi, popolo produttivo, dobbiamo correre da un’attività pianificata a un’altra, crescendo ed educando i nostri figli di conseguenza, evitando il “tempo non strutturato” come fosse la peste, e continuare a credere che questa non sia schiavitù. Affatto. Per niente proprio. ‘Nessuno mi dice cosa devo fare!’ (e poi guardi sul tuo smartphone per sapere qual è la prossima cosa che devi fare oggi).

Con l'ignoranza che regna, non vi sono dubbi: le persone ignoranti sono tra le più informate ed esperte sulla terra, secondo loro. Lo scopro spesso in centinaia di commenti che elimino dal mio blog. Particolarmente esilaranti sono quelli che esordiscono con: “Sicuramente è necessario sapere che [qualcosa che io non so]" oppure "A questo punto dovrebbe essere chiaro a tutti che [qualche dubbio no?]". A volte trovo questa ignoranza particolarmente insopportabile: ecco che l’ignoranza diventa davvero una forza.

Ma è molto difficile sostenere che la sconfitta è la vittoria, è una grande sfida per l’establishment di Washington, DC. Quando vincono, i vostri leader hanno avuto la meglio sul mondo; quando sono sconfitti, il mondo ha avuto la meglio su di loro. Questa è una cosa difficile da nascondere: i vostri capi vi dicono cosa vogliono fare, poi riescono in questo oppure falliscono. Quando non riescono, continuano a chiamarlo un successo, ma se si va a guardare bene le loro dichiarazioni originali e poi i risultati finali, le due coso non corrispondono affatto; sembra un qualcosa che assomiglia sempre più a una sconfitta, ma loro continuino a dire e a fare e a contorcersi e a farfugliare. Con tutta la propaganda che esce dal Ministero della Verità, è difficile per la persona media verificare la natura dei "fatti reali”. Ma quando si tratta di una vittoria contro una sconfitta, allora è come andarla a prendere direttamente dal retto del cavallo. Sì, i consulenti di PR del Ministero possono pure venirci a dire che "abbiamo costretto il nemico a farci un massaggio nel tessuto profondo dei nostri glutei maximi”, ma anche un bambino di terza elementare capirebbe che intendono dire “Ci hanno preso a calci in culo”.

Quindi, permettetemi di enumerare alcune delle ‘vittorie’ Americane. O dovrei meglio dire sconfitte? La scelta a voi: è la stessa cosa.

• Grazie al miliardo o giù di lì speso per lo sforzo bellico, all’1,5 milioni di vittime irachene e ai 5.000 soldati americani morti, ora non c’è più nessuno di al Qaeda in Iraq (proprio come quando c’era Saddam Hussein) e il paese è libero e democratico.
• Grazie agli anni di continui sforzi che sono costati più di mezzo trilione di dollari e la vita di circa 3500 soldati della coalizione, i Talebani in Afghanistan sono stati sconfitti e il paese ora è in pace.
• Il Regime Siriano è stato deposto e oggi la Siria è un paese pacifico e democratico, per niente affatto un contenitore flagellato dalla guerra che ha prodotto un milione di rifugiati, di cui una gran parte controllati da militanti islamici troppo radicali persino per quelli di al Qaeda.
• Nel complesso, il problema dell'estremismo islamico è stato risolto una volta per tutte, e gli “islamofascisti” di George W. Bush (ricordate il termine?) non sono che un vago ricordo. ISIS o ISIL o lo Stato Islamico sono qualcosa di completamente diverso, inoltre il fatto di averli sporadicamente bombardati (a caro prezzo) li ha un po’ “degradati”, forse…
• Grazie ad un colpo di stato manovrato dagli USA, perfettamente legale e molto necessario, l'Ucraina è sulla buona strada per diventare un membro stabile e prospero dell’U.E. e della NATO, e gli ucraini amanti della libertà non sono più del tutto dipendenti dal gas, dal carbone e dal combustibile nucleare russo che gli consentirebbe di sopravvivere solo all’inverno del 2014-15, sperando nella buona volontà dei Russi che mandino dei convogli di aiuti umanitari per dare un tetto e nutrire i rifugiati della guerra civile, o facciano da mediatori per i reciproci accordi di pace interni.
• In conformità con la nostra grande strategia geopolitica di eterno dominio nel mondo, siamo riusciti a cacciare via la Russia dalla Crimea e ci siamo impegnati a costruirci una grande base militare NATO lì per assicurarci che la Russia non diventi di nuovo una grande potenza mondiale e sia costretta ad accettare ogni nostro capriccio.
• Grazie ai nostri incessanti sforzi diplomatici, la Russia ora è completamente isolata, che è il motivo per cui ora non è più in grado di continuare a firmare giganteschi accordi commerciali con i paesi di tutto il mondo, o sostenere la causa delle nazioni non occidentali che non amano essere prese in giro dall’occidente o che non hanno alcuna voglia di occidentalizzarsi.
• Le nostre sanzioni hanno davvero danneggiato la Russia e per niente l’Unione Europea, che non ha perso così un enorme mercato di esportazione e non è affatto a rischio di perdere l’accesso al gas naturale russo, di cui non ha affatto bisogno. E né hanno provocato il protezionismo dei produttori interni russi o un grande mercato di esportazione ai nostri rivali economici.
• Il cambio di regime a Mosca è come un nastro bianco gettato via, e i nostri politici amici che abbiamo coltivato all’interno della Russia ora sono più popolari che mai e tutti in Russia li adorano. Dopo tutto, meno del 90% dei russi rispettano e sostengono Putin per le grandi cose che ha realizzato per loro, così i nostri tirapiedi come Khodorkovsky o Kasparov non avranno alcun problema a strappare almeno l'1% nelle prossime elezioni presidenziali, così da poter andare dritti dritti al Cremlino.
• Grazie alla nostra implacabile pressione politica, Putin è ormai un uomo sconfitto, disposto ad essere ragionevole e a piegarsi alla nostra volontà, e non si sognerebbe mai di dire "Questo non accadrà mai!" durante un discorso televisivo annuale internazionale di leader eletti della sua nazione. In ogni caso, nessuno ascolta i suoi discorsi, perché i nostri media nazionali non hanno alcun bisogno di sentirli, perché sono così lunghi e noiosi…
...e ultimo, ma non meno importante…
• L’America è una nazione indispensabile per il mondo, la (seconda) grande potenza economica mondiale (e in rapido sviluppo) e la leadership americana è rispettata in tutto il mondo. Quando il Presidente Obama ha detto questo durante un recente discorso in Cina, il pubblico non gli è affatto scoppiato a ridere in faccia, o ha alzato gli occhi, o ha fatto smorfie o ha scosso la testa aggrottando le sopracciglia.

Come si può evitare di riconoscere l'importanza di queste cose e il fatto che rappresentino una sconfitta? E’ facile! Aiuta l’ignoranza! L'ignoranza non è solo una forza: è la forza più impressionante dell'universo. Considerate questo: la conoscenza è sempre limitata allo specifico, ma l'ignoranza è infinita e del tutto generale; la conoscenza è difficile da trasmettere e mai più veloce della luce, l’ignoranza invece è immediata e istantanea in ogni punto dell’universo noto e non noto, compresi gli universi paralleli e le dimensioni della cui esistenza siamo completamente all’oscuro. In breve, c'è un limite a quanto possiamo sapere, ma non c’è limite a quello che non sai ma che credi di sapere!
Ecco qualcosa che probabilmente pensate di sapere. L'impero americano è un "impero del caos”. Sì, in qualche modo sembra non riuscire mai a raggiungere la pace, la prosperità, la democrazia, la stabilità, a evitare le crisi umanitarie o porre fine a un gran numero di orribili crimini. Ma il caos, quello lo raggiunge. Per di più, raggiunge un gran bel nuovo tipo di caos appena inventato, chiamato “caos controllato”; una specie di “carbone pulito”, qualcosa che puoi pure spalmarti per tutto il corpo tranquillamente, da provare! Sì, ci sono lì degli scettici che dicono cose come: “Si raccoglie ciò che si semina, e se si semina il caos, caos raccoglierete”. Credo che a questi il caos non piaccia molto. A ciascuno il suo. Comunque sia, chi se ne importa.

Ne volete ancora? Pensate questo. Se vivete negli Stati Uniti, probabilmente avete festeggiato da poco il Giorno del Ringraziamento, vi siete rimpinzati di tacchino ripieno con la salsa di mirtilli e forse anche di qualche torta di zucca. Credete di sapere che questa festa è legata ai Padri Pellegrini che per primi celebrarono il Ringraziamento a Plymouth, Massachusetts, ma sono quasi certo che non sapete in che anno esatto. Sono sicuro invece che pensiate che questi Pellegrini abbiano festeggiato il Ringraziamento insieme ai nativi. Potete anche raccontare questa storia ai vostri figli, e pensare che gli state impartendo delle vere lezioni di storia passata e non che stiate invece allargando il loro campo d’ignoranza.

Ora, ecco qui alcuni fatti puntuali. I pellegrini non erano dei pellegrini, ma dei coloni. Sono stati rinominati “pellegrini" nel 19° secolo. Credetemi, nessuno è mai andato in pellegrinaggio a Plymouth nel Massachusetts! Questi coloni finirono lì perché, non essendo dei buoni marinai, oltrepassarono il Porto di Boston di mezza giornata di navigazione e finirono al Porto di Plymouth, che è esposto, inutile e squallido più o meno come appare oggi. Non celebrarono il Ringraziamento: essendo dei fanatici di strane religioni, non festeggiarono neanche il Natale. Nonostante le “false prove” fornite dai media dell’epoca, di certo non festeggiarono insieme ai nativi del luogo, che già parlavano un discreto inglese e commerciavano con tutto il mondo.

La gente del posto pensò che fossero una bizzarra setta religiosa (che in effetti erano), che fossero degli schifosi puzzolenti (non si lavavano mai e tantomeno facevano uso di saune o bagni turchi) e avevo abitudini repellenti (come ad esempio quella di andare in giro con il proprio moccio avvolto in uno straccio). Non erano neanche bravi cacciatori e pescatori e sopravvissero saccheggiando gli orti dei locali e poi morivano di fame. E in ultimo, ciliegina sulla torta, la festa "nazionale" è stata istituita da Abraham Lincoln al culmine della guerra civile, che (e questo si deve sicuramente sapere) è avvenuta molto, molto più tardi. E Lincoln non lo chiamò “Ringraziamento”, ma “Giorno dell’Espiazione”, per gli orribili crimini che gli americano commisero, gli uni verso gli altri, durante il conflitto.

Ma tutto questo prima che l’Associazione dei Commercianti del Tacchino andasse lì a cambiare un po’ la versione dei fatti. Un piano tanto semplice quanto geniale: una bella overdose di triptofano e poi, il giorno dopo, ancora mezzi intontiti, si viene pervasi da un’irresistibile frenesia da shopping, che finirà, quasi certamente, per andare ad accumulare un’altra bella porzione di debito sulla propria carta di credito con alti interessi che riuscirete a ripagare, se tutto va bene, l’anno prossimo. Convoglia un po’ di questi interessi nel business del tacchino e delle vacanze ed ecco che ti creo un’industria nazionale, un’industria che spinge la gente a pagare interessi su interessi per comprare oggetti importati di cui non ha bisogno (e ricordate che se non c’e’ scritto “Made in China" allora probabilmente è un falso), finché tutti poi non restano al verde.

Con una storia talmente falsa, il Ministero della Verità americano può continuare tranquillamente a proiettarla nel futuro. Può produrre un livello di ignoranza talmente alto che gli americani in generale non sapranno mai di essere loro gli sconfitti, pensando che quella pioggia torrenziale di marciume proveniente dal mondo esterno sia pioggia di Dio ed essere grati per questo. A meno che una buona parte di Americani non si sveglino e inizino a far proprio il termine di “SCONFITTA”, ben presente nel vocabolario nazionale. Questa non è una nazione eccezionale, non è una nazione indispensabile, ma un paese sconfitto. Sconfitto con le sue stesse mani, attenzione, poiché nessuno lo ha affrontato direttamente nel tentativo di sconfiggerlo. Si sono sempre fatti avanti loro per primi, e le hanno prese, le hanno prese finché non hanno avuto quello che si meritavano.

Ora, la sconfitta per molti paesi ha dimostrato di essere un’esperienza di grande insegnamento per riuscire a diventare un paese di successo: la Germania (dopo due tentativi), il Giappone, la Russia dopo la Guerra Fredda. Ovviamente, il primo passo in questo processo formativo è quello di ammettere la sconfitta. Ma se non lo vuoi fare, OK, c’e’ sempre l’ignoranza pronta lì a darti tutta la forza di cui hai bisogno.




9.12.2014

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63

lunedì 15 dicembre 2014

Vaccino contro l'epatite B causa la sclerosi multipla...

Vaccino contro l'epatite B causa la sclerosi multipla...

Ethan A. Huff, Staff Writer
NaturalNews 
tradusiu editau 
de Sa Defenza


Un aumento improvviso e brusco del numero di casi di sclerosi multipla (SM) diagnosticati in Francia, si torna alla metà degli anni 1990 dove sembra avere le sue radici dopo  una campagna di vaccinazione di massa per l'epatite B  lanciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS ), secondo nuovi dati epidemiologici pubblicati nella rivista Immunologic Research .

In accordo con le raccomandazioni dell'OMS, la Francia ha attuato una campagna di promozione di vaccini per l'epatite B nel 1992 , per cui 20 milioni di adulti francesi - circa un terzo del Paese - hanno accettato ad essere vaccinati tra gli anni 1994 e 1997. Nel 1998, tuttavia, enormi picchi di casi di SM ha cominciato a dominare i titoli dei media francesi

Prima del 1993, quando la campagna di vaccinazione epatite B è iniziata, si verificavano circa 2.500 nuovi casi di SM in Francia ogni anno. Subito dopo la campagna è stata lanciata, e in particolare dopo il 1996, il numero è quasi raddoppiato a 4.500 nuovi casi di SM all'anno. La causa più evidente, secondo molti esperti di salute, è stato il vaccino. 

Subito dopo questa rivelazione, i tassi di vaccinazione sono crollati in Francia mentre son cominciati ad emergere i sospetti sul vaccino contro l'epatite B  che avrebbe innescato la SM. Una ipotesi ha suggerito che una proteina nel vaccino potrebbe essere molto simile ad una proteina naturale presente nella mielina, il rivestimento protettivo attorno alle fibre nervose che viene attaccato dal sistema immunitario in chi soffre di sclerosi multipla. 

Da quel momento, più progetti di ricerca si son posti lo scopo di capire meglio la correlazione tra epatite B vaccini e SM. Uno studio francese ha rilevato che il numero effettivo di casi di SM legati a vaccini per l'epatite B è 2,5 volte superiore a quanto precedentemente ipotizzato, mentre un altro studio epidemiologico caso-controllo ha osservato un aumento del rischio di SM definitiva entro tre anni successivi alla vaccinazione

Questi studi ed altri sono stati inclusi nell'ultima revisione, che ha confermato una "correlazione significativa" tra B dell'epatite vaccini e casi di SM. Un grafico presente nello studio mostra un picco di massa in casi di SM nel 1996, che corrisponde esattamente al periodo di 2-3 anni dopo la vaccinazione che studi precedenti avevano comprovato che la maggior parte dei casi di SM sarebbe probabilmente emersa a causa del vaccino

"La positiva significativa  correlazione statistica  tra l'esposizione al vaccino HB e la segnalata incidenza di SM è costantemente osservata in diversi luoghi, circostanze e tempi ", hanno scritto gli autori. "I dati disponibili in Francia mostrano un così preciso segnale statistico a favore di un nesso di causalità tra l'evento del vaccino HB e l'apparizione di SM con una correlazione massima nei 2 anni successivi la vaccinazione". 

SENZA ALCUNA MINIMA RAGIONE IN ASSOLUTO... il carcere i carcerieri e la sofferenza dell'ingiustizia.. l'Amerika è anche questo

SENZA ALCUNA MINIMA RAGIONE IN ASSOLUTO...  

Il carcere i carcerieri  e la sofferenza dell'ingiustizia... l'Amerika è anche questo.



For No Reason What So Ever !!! di f100002296933738

sabato 13 dicembre 2014

SARDINYA: MANIFESTAZIONE CONTRO LE BASI MILITARI ... il leitmotiv dell'intento: A FORAS, BAXEISINDI ! [in sardo: andatevene]

SARDINYA: MANIFESTAZIONE CONTRO LE BASI MILITARI ... il leitmotiv dell'intento: A FORAS , BAXEISINDI ! [in sardo: andatevene]


Vàturu Erriu Onnis
la manifestazione giunge sotto gli uffici della RAS 
si attaccano gli striscioni [regione sarda]
Stamani mattina è una stupenda giornata di sole e una brezzolina pungente giunge dal mare sardo; Apre la manifestazione contro le basi militari in Sardegna una banda di donne tamburine, seguite da migliaia di persone che si sono date appuntamento presso il molo Ichnusa del porto di  Cagliari per rivendicare la chiusura e la bonifica di tutte le basi militari.
Il programma della manifestazione e i punti rivendicati sono i seguenti:


nella cartina sono evidenziate le dimensioni
dell'occupazione militare Italica e NATO in Sardinya


*liberare la Sardegna dall’occupazione militare

*bandire le esercitazioni militari

*chiudere le basi della guerra

*bonificare le aree contaminate, usate da oltre mezzo secolo come pattumiera bellica.



Uno slogan che si raddensa nella parola sarda SERRAI [chiudere], coniato dal Comitato sardo Gettiamo le Basi di Mariella Cao usato come un acronimo, chiede non solo la chiusura di tutte le basi militari in Sardinya ma anche altre importanti azioni che servono di sostegno alla terra sarda inquinata e depauperata; cose che devono essere fatte dallo stato italiota dopo la loro chiusura:
S Sospensione delle attività dei poligoni dove si sono registrate le    patologie di      guerra;
E Evacuazione dei militari esposti alla contaminazione dei poligoni di  Teulada,  Decimo-Capo Frasca Quirra
R Ripristino ambientale, bonifica seria e credibile delle aree  contaminate a terra e a mare
R Risarcimento alle famiglie degli uccisi, ai malati, agli esposti,  Risarcimento al  popolo sardo del danno inferto all’isola.
A Annichilimento, ripudio della guerra e delle sue basi illegalmente  concentrate  in Sardegna in misura iniqua
I Impiego delle risorse a fini di pace.
La manifestazione sfila senza incidenti lungo tutto il  percorso,  nonstante la nutrita presenza di forze dell'ordine.

Gli slogan sono tanti e coloriti, le persone mostrano empatica felicità al pensiero della liberazione della Sardinya da queste servitù militari.













Nel video abbiamo chiesto al Sindaco di Laconi Paolo Pisu , cosa muove le amministrazioni locali a mobilitarsi contro le basi , alla poeta sarda Sa Cantadora [Paola Alcioni] invece chiediamo cosa spinge le soggettività ispirate a scendere in piazza in difesa della terra sarda;
ascoltiamoli subito dopo la partenza del corteo:


Cagliari in marcia contro le basi militari
Pigliaru: "Regione aprirà tavolo con lo Stato" 
unionesarda
Un dialogo con lo Stato con la parola dismissione al centro delle trattative. E poi chiarezza sui dati sanitari e sui danni legati al "mancato sviluppo alternativo".

Sono le garanzie offerte dal presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, alla delegazione di manifestanti ricevuta oggi nel palazzo di viale Trento, durante l'iniziativa contro le esercitazioni e le basi militari in Sardegna.


Una delegazione - composta tra gli altri da Mariella Cao di Gettiamo le basi e Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione - è stata ricevuta dal governatore Francesco Pigliaru. Al presidente è stato consegnato un documento con il quale i movimenti chiedono il blocco immediato di tutte le esercitazioni militari, la chiusura di ogni base e poligono presente nell'isola, le bonifiche delle aree interessate e la riconversione a uso civile dei territori. "Se non ci sarà alcun riscontro - si legge nel comunicato - torneremo in piazza". 
Un dialogo con lo Stato con la parola dismissione al centro delle trattative. E poi chiarezza sui dati sanitari e sui danni legati al "mancato sviluppo alternativo". Sono le garanzie offerte dal presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, alla delegazione di manifestanti ricevuta oggi nel palazzo di viale Trento, durante l'iniziativa contro le esercitazioni e le basi militari in Sardegna. "Apriremo un tavolo con lo Stato - ha detto Pigliaru - e questo tavolo non potrà prescindere dalla questione dismissioni. Confermo la convocazione della Conferenza regionale sulle servitù militari: siamo pronti a parlare con lo Stato ma vogliamo sentire le esigenze delle popolazioni". Al termine dell'incontro, concluso poco dopo le 14, i delegati hanno riferito i contenuti del faccia a faccia ai manifestanti, un centinaio circa, rimasti ad aspettare davanti alla Regione. 
LA MANIFESTAZIONE - Le bandiere bianche del Comitato Lago Omodeo con la scritta 'No al poligono, quelle rosse di Rifondazione comunista, poi quelle arcobaleno della pace, ma soprattutto tantissimi quattro mori. Centinaia di persone si sono radunate in porto al molo Ichnusa per la manifestazione regionale anti-esercitazioni, in pratica la seconda puntata dell'iniziativa che aveva portato lo scorso 13 settembre migliaia di persone davanti alla base di Capo Frasca. Il corteo attraverserà la città, sono attesi pullman da diverse parti della Sardegna. Tra gli striscioni esposti anche uno nero con una maschera antigas e la scritta 'Iniziamo dalle bonifiche. Colonna sonora diffusa dalle casse sistemate su un fuoristrada con musica rigorosamente in limba tra rock, canzone d'autore e rap.
Il corteo, organizzato dal comitato Gettiamo Le Basi e altre associazioni arriva - scrive Enrico Fresu sull'Unione Sarda oggi in edicola - quando si scopre che il calendario 2015 prevede un aumento della portata delle esercitazioni nei poligoni sardi. Si sparerà di più e per più tempo, anche durante l'estate.

venerdì 12 dicembre 2014

SA DEFENZA – Fueddus po una resisténtzia ativa.





SA DEFENZA – Fueddus po una resisténtzia ativa.

Is feras arestis, ma fintzas cussas masedas, pigant is fillus in buca po ddus amparai portendiddus in logu seguru candu funt in perìgulu, e tambeni est cun sa buca chi cumbatint po ddus difendi apustis.
Fintzas poi s òminis sa buca – logu de su fueddu – est, in cobertàntzia, logu de amparu, de defensa e de cumbata.


SA DEFENZA, cun artìcolus, acraramentus, spuntus de dibata e de ideas noas, punnat a portai chini ligit in su logu seguru de su pentzamentu lìbberu, aundi su ciorbeddu s’acostat a cumprendi ita si podit e si depit fai po tenni connoscéntzia de sei etotu e de su chi est bonu po sa genti e po sa terra de Sardìnnia.




SA DEFENZA – Parole per una resistenza attiva.

Le belve feroci, ma anche quelle addomesticate, prendono in bocca i cuccioli per proteggerli portandoli in un luogo sicuro quando sono in pericolo, ed ancora è con la bocca che dopo li difendono, combattendo.
Anche per gli uomini la bocca – luogo della parola – è, metaforicamente, luogo di protezione, di difesa e di lotta.


SA DEFENZA, con articoli, chiarimenti, spunti di dibattito e di idee nuove, intende portare chi legge nel luogo sicuro del libero pensiero, dove la mente si avvicina a comprendere cosa si può e si deve fare per avere consapevolezza di sé stessi e di ciò che è positivo per la gente e la terra di Sardegna.





Grazie di questo contributo dato a sa Defenza da Sa Cantadora, pensiero e slogan, che rispecchia appieno il nostro intento,  forma le coscienze  alla consapevole azione di liberatzione della nostra terra; 

gratzias meda  a sa poeta sarda Sa Cantadora

Sa Defenza

giovedì 11 dicembre 2014

CASTEDHU - CAGLIARI: MANIFESTATZIONE - SIT-IN E CORTEU CONTRA A S’OCUPATZIONE MILITARE DE SA SARDINNIA


CASTEDHU: MANIFESTATZIONE - SIT-IN E CORTEU CONTRA A S’OCUPATZIONE MILITARE DE SA SARDINNIA - 13-12-14

DE IMPORTU MANNU - A H.12.30-13 IN SU SIT-IN CARA A SA REGIONE VIALE TRENTO, CUNSIGNAMUS UNU DOCUMENTU A SU PRESIDENTE PIGLIARU CHI AT ESSERE PRESENTE

Luoggu de Aboju - Casteddu - PORTU MILITARE zona Molo Icnusa e Piatza Darsena .

Percursu corteu – Molo Icnusa – Viale Colombo, Via Campidano, Via E. Pirastu, Viale A. Diaz, Via Regina Margherita, Via G. Manno, Corso V. Emanuele II, Viale Trento, Palazzo Regione , con interessamento anche delle vie laterali, Via Rovereto e Via Zara.

1° Sit-In - Porto Militare zona Molo Icnusa e Piatza Darsena. Dae sa h. 9.30 a sas 11.

Corteu - dae sas h. 11 a sas h 12

2° Sit-In - Palazzo della Predidenza e Giunta Regionale, viale Trento. Dae sas h. 12 a sas h. 16


ITALIANU


CAGLIARI: MANIFESTAZIONE - SIT-IN E CORTEO CONTRO L’OCCUPAZIONE MILITARE DELLA SARDEGNA - il giorno 13-12-14



Luogo di concentramento - Cagliari, Porto Militare nella zona che comprende il Molo Icnusa e Piazza Darsena .

Tracciato corteo – Molo Icnusa – Viale Colombo, Via Campidano, Via E. Pirastu, Viale A. Diaz, Via Regina Margherita, Via G. Manno, Corso V. Emanuele II, Viale Trento, Palazzo Regione , con interessamento anche delle vie laterali, Via Rovereto e Via Zara.



1° Sit-In - Porto Militare nella zona che comprende il Molo Icnusa e Piazza Darsena. Dalle ore 9.30 alle ore 11.30

2° Sit-In - Palazzo della Predidenza e Giunta Regionale, viale Trento. Dalle ore 11 alle ore 16

Giorno - sabato 13-12-2014.

Orario - Dalle ore 9.30 alle ore 16

Gli Stati Uniti ed il piano per dividere la Siria

Gli Stati Uniti ed il piano per dividere la Siria



tradusiu po 
Sa Defenza de
M.Bruja


L’amministrazione statunitense sta preparando i piani per dividere la Siria in due o più territori, come la Casa Bianca ha fatto con l’Iraq, diviso in tre entità – a nord i curdi, al centro i sunniti e a sud gli sciiti - dopo l’invasione e l’occupazione del paese all’inizio del decennio scorso.

Da questo punto di vista la Siria, abitata da popolazioni di lingua e religione differenti – sunniti, curdi, alawiti, drusi, cristiani – si presterebbe notevolmente a diventare una nuova vittima della “destabilizzazione creativa” della Casa Bianca.

Gli Stati Uniti Sta stanno preparando la frattura della Siria e la formazione di uno stato a nord con capitale Aleppo, dominato dagli integralisti sunniti e sotto l’influenza della Turchia e delle petromonarchie arabe, e un altro a sud con capitale Damasco sostenuta dall’Iran e dalla Russia. 

Di fatto una riedizione odierna della divisione del paese ai tempi del mandato franco-britannico del 1924. Siria starebbe succedendo qualcosa di simile anche se il regime di Bashar al Assad mantiene il controllo su più della metà del territorio del paese o forse proprio per questo. 

L’intervento straniero nel paese, la destabilizzazione e il sostegno estero ai gruppi estremisti sunniti hanno fatto saltare la convivenza secolare tra le varie componenti del paese.

Ma regime sionista non accetterebbe comunque una Siria del sud sotto l’influenza iraniana e sarebbe comunque instabile anche se comunque a favore di Tel Aviv giocherebbe l’indebolimento di un suo nemico storico.

La Turchia potrebbe accontentarsi di dominare un eventuale stato del nord della Siria anche se il suo obiettivo strategico rimane la rimozione del governo Assad e il riconoscimento della sua egemonia su tutto il paese. 

Ma Washington non vedrebbe di buon occhio un controllo totale della Siria da parte di una Turchia che negli ultimi anni è entrata più volte in rotta di collisione con gli interessi statunitensi nell’area perseguendo un’agenda propria e scontrandosi con la Casa Bianca sulla strategia da adottare contro le milizie Isis che Ankara continua esplicitamente a sostenere.

Ma anche all’interno dell’amministrazione Obama i punti di vista non sarebbero convergenti. 

Secondo il quotidiano arabo ‘Al Hayat’ esistono differenze radicali tra il Dipartimento di Stato e la Casa Bianca. 

Stando al giornale, mentre l’equipe di John Kerry sostiene un intervento militare diretto contro la Siria, i consiglieri del Presidente Obama considerano con apprensione la possibilità di impantanarsi in un nuovo fronte come è già accaduto in passato in Afganistan e in Iraq. 

Incredibilmente alcune ore fa proprio John Kerry ha accusato il regime di Damasco e Daesh di collaborare (!) e di aver pattuito un accordo reciproco di non aggressione. 

In realtà i combattimenti tra l’esercito di Damasco e le milizie Isis non sono mai cessati, anzi, e pochi giorni fa un video ha mostrato che Isis decapitare decine di soldati siriani.

Mentre Washington appare sempre più decisa e contraddittoria nel suo intervento in Medio Oriente, sembra che regime sionista abbia deciso di dare il via ad una vera e propria escalation militare contro la Siria e nella collaborazione con i ribelli dall’altra parte del confine, dopo che nel fine settimana i caccia di Tel Aviv hanno bombardato alcune postazioni di Hezbollah e dell’esercito di Damasco.

Nella capitale iraniana il ministro degli Esteri Javad Zarif ha incontrato il collega siriano Walid Muallem nell’ambito di una conferenza contro il terrorismo, puntando decisamente il dito contro Israele che secondo Muallem «aiuta i terroristi a compensare le perdite subite». Secondo il consigliere di Putin Alexander Prokhanov gli «agenti del Mossad addestrano l’Isis in Iraq e Siria» perché «Isis è uno strumento degli Stati Uniti in Medio Oriente». 

In realtà le strategie di Washington e Tel Aviv sul Medio Oriente da tempo divergono ampiamente, ma Mosca è incollerita per i bombardamenti israeliani sulla Siria e chiedono conto ai protettori statunitensi di Israele.

Da parte sua il governo iraniano ha auspicato una soluzione 'regionale' per la crisi in Iraq e in Siria per scongiurare l'intervento di forze straniere. 

"Se i paesi della regione trovano un accordo potranno contribuire a eliminare gruppi antislamici come Daesh (l'Isis in arabo) e liberare migliaia di uomini, donne, e bambini che hanno perso le loro case" ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani in apertura della conferenza a Teheran alla quale partecipava anche una delegazione del governo di Baghdad. 

Rohani, alludendo ad Arabia Saudita e Qatar, ha esplicitamente chiesto ai "paesi che hanno contribuito a finanziare il terrorismo… di interrompere ogni aiuto finanziario diretto o indiretto a questi gruppi terroristi" e di "modificare il sistema educativo e gli insegnamenti delle scuole religiose per lottare contro le interpretazioni estremistiche e violente della nostra religione e presentare invece la natura clemente dell'Islam".

martedì 9 dicembre 2014

NO ALLE SCORIE NUCLEARI IN SARDEGNA!

NO ALLE SCORIE NUCLEARI IN SARDEGNA !



COMITATO SARDO CONTRO IL DEPOSITO DELLE SCORIE NUCLEARI RADIOATTIVE IN SARDEGNA



APPELLO  A TUTTE LE ISTITUZIONI DELLA SARDEGNA


Raccogliamo le preoccupazioni, i timori e la volontà diffusa delle popolazioni sarde di respingere la imminente decisione del Governo Italiano di stoccare le scorie nucleari nella nostra isola.

Il territorio sardo, ricco di gallerie e pozzi di miniere dismesse, per le caratteristiche del suolo, per la scarsa presenza di residenti e la enorme estensione di terreno non soggetto a sciami sismici, infatti, è ritenuto dallo stesso Ministero dell’Ambiente, il più adatto  e sicuro  per lo stoccaggio delle scorie nucleari.

Altre volte il Governo Italiano ha tentato di portare in Sardegna dette scorie,ma ha trovato l’opposizione unanime delle popolazioni, dei mass- media e delle stesse Istituzioni Regionali.

Lo prevede l'ordine del giorno unitario approvato il 29 maggio 2014 dal Consiglio Regionale, che ribadisce il NO alla possibilità di inserire l'Isola tra le aree idonee per un deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, dopo il referendum del 15 e 16 maggio 2011 che ha sancito la volontà della maggioranza del popolo sardo di opporsi  al conferimento di scorie nucleari e radioattive in Sardegna.

Ora però la legislazione è cambiata in peggio e con l’approvazione della Legge 164/2014 di conversione del D.L. 133/2014 recante "Misure urgenti per l'apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la ripresa delle attività produttive"-il cosiddetto decreto "sblocca-Italia"- approvato dal Consiglio dei Ministri il 12 settembre 2014,  viene accentrata su Roma la  competenza esclusiva per quanto riguarda i controlli e le autorizzazioni relative all’ambiente.

Questo può significare che il Governo Nazionale potrebbe non tener conto dei pareri della Giunta e del Consiglio Regionale della Sardegna sia in materia di trivellazioni sia, fatto ancora più grave , nella stessa decisione rispetto alla localizzazione dei depositi delle scorie nucleari.

Noi sardi a queste decisioni  funeste e portatrici di morte e malattie invalidanti,oltre al blocco delle attività turistiche e commerciali,  ci opporremo con tutte le nostre forze;manifesteremo la volontà di resistere perché le scorie nucleari non siano stoccate in Sardegna .

Grideremo che “dovranno passare sui nostri corpi” prima di obbligarci a subire quest’onta e disastro ambientale.

Ma questa fermezza presuppone una forte unità del popolo sardo dalle Istituzioni Regionali (Giunta e Consiglio) a tutti i Comuni della Sardegna,alle forze sociali e sindacali,agli intellettuali,alle Scuole e Università,ai Mass-media. 
Tutti uniti in una sola battaglia: NO ALLE SCORIE NUCLEARI IN SARDEGNA.


Cagliari, 9 dicembre 2014


                     COMITATO SARDO CONTRO IL DEPOSITO DELLE SCORIE
                                   NUCLEARI RADIOATTIVE IN SARDEGNA


Via Roma, 72, 09123 Cagliari – Tel. - Fax 0706842814 – Cellulare 3477255895


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