Come ben si sa, in Sardegna il referendum del 2 giugno vide la vittoria dell'opzione monarchia. la Natzione sarda votò per la monarchia. Mi piace pensare che i sardi di allora, nel loro animo, nella volontà collettiva espressa anche a convinzioni inconscie, intendessero non certo votare per i Savoia, bensì per il Regno di Sardegna. Anzi ne sono certo.
I sardi intendevano riconfermare il loro attaccamento allo Stato sardo, al diritto per la Nazione sarda alla propria statualità libera indipendente e sovrana. La caduta della monarchia Savoia, significava che il Regno di Sardegna, che era stato ceduto in "unione personale" dal Re spagnolo a un "non Re " piemontese , era ritornato libero di autodeterminarsi.
I sardisti, che erano repubblicani fin dalla nascita, intendevano il passaggio dalla monarchia alla repubblica come un recupero in chiave moderna degli "antichi privilegi" statuali della Sardegna cancellati dai piemontesi, con la complicità dei coloni continentali e di cittadini sardi della borghesia compradora, con la cosiddetta "Fusione perfetta" del 1847/48.
Sappiamo come andò a finire: la Costituzione non fu federale ma centralista. L'Autonomia sarda non fu statuale ma amministrativa.
L'Autonomia sarda fu definita "speciale" ma la sua specialità fu che fosse inferiore a tutte le altre autonomie speciali, siciliana, valdostana e sud tirolese.
Come è noto la Sardegna è stata soggetta ad un enorme carico di basi, poligoni e servitù militari, ad uno sfruttamento feroce di industrie coloniali distruttive ed inquinanti, oggi tutte chiuse senza alcun ricambio di modello di sviluppo. La lingua è ancora soggetta ad un genocidio culturale e le scuole sono palestre di assimilaziione e desardizzazione per i nostri figli.
Molto ancora si può dire ed è stato detto in tutte le salse dai sardi liberi che mai hanno rinunciato alle proprie idee di libertà.
Mentre deve andare al popolo italiano l'augurio di cose migliori il giorno della sua festa nazionale, ricordando che "un popolo che ne tiene un altro in catene sta forgiando le proprie catene ", è un fatto che questa giornata non è una festa dei sardi, ma ne ricorda come la Repubblica italiana sia la continuazione del colonialismo monarchico sabaudo.
Allo stesso tempo in questa giornata vanno anche ricordati tutti i caduti per la libertà della Sardegna nei secoli fino ad oggi ed in particolare i caduti sardisti e tutti quelli che hanno dato la vita nella guerra di Liberazione sul continente contro il nazifascismo e l'antisemitismo, che sono stati traditi da questa Repubblica di mafiosi, corrotti e centralisti che sotto mentite spoglie di comunisti e democristiani e loro eredi politici sono i continuatori del fascismo mussoliniano e monarchico sabaudo.
Purtroppo in Sardegna in questi anni, tutto è potuto accadere perché non pochi sardi si sono opposti alle nostre libertà e operato a favore del colonialismo. Si è visto nella Costituente e sopratutto nella Consulta sarda che avrebbero dovuto approvare lo Statuto di Autonomia sulle linee guida sardiste e invece non lo fecero e si opposero ai punti qualificanti.
Tuttavia lo spirito di autodecisione e di indipendenza nazionale, di federalismo europeo e di libertà è ripreso a volare alto fra i sardi.
Ancora una volta bisogna sottolineare che senza Fortza Paris non si procede ma si arretra.