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Yule |
di Donatella Manca
Sin dalla antichità a Nord
dell’Emisfero Boreale, dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando poi per
l’Europa centrale fino al Mediterraneo, fiorirono leggende e mitologie che
portarono a tradizioni, celebrazioni, rituali e festività che avevano come
oggetto, la notte più lunga dell’anno, il solstizio d’inverno.
Gli antichi osservavano il
mistero della notte, delle ore di luce durante la giornata, nello scorrere del
tempo del giorno e si stupivano dinanzi al fenomeno cosmico del Solstizio d’Inverno.
Osservavano la durata delle ore di buio e la notte in assenza del Sole, e
vedevano come quasi d’incanto poi il Sole, la Luce rinasceva, dopo la morte del
Sole, in modo immediato e con incremento rapido e progressivo. Dal 21 al 25
Dicembre la luce rinasceva ed era splendente di nuovo nonostante si entrasse nell’inverno
rigido e freddo.
Per questo presero a festeggiare il periodo di
preparazione al Solstizio d’Inverno, come momento di disporsi interiormente al
ritorno della Luce. La Luce che dona vita e vitalità come ritorno e presenza
tangibile nel mondo ed in ogni cosa, della Bellezza di Dio. Dio Padre infatti si
fa sentire dall’Umanità terrestre attraverso la bellezza del Mondo che è la Sua
Bellezza, quello che di Lui può essere percepito dall’Umanità. Così quei popoli
festeggiavano il ritorno del Sole, della sua Luce, la sua rinascita ed era una
grande Festa che univa tutti.