Fermo restando che compiere opere di solidarietà verso quei Paesi ancora in via di sviluppo (mettiamoci anche la Grecia, retrocessa, grazie all’euro) sia un atto nobile, questi necessiterebbero una vera e propria indipendenza economica dal neocolonialismo mondialista e non una indipendenza puramente formale.
Il punto su cui si deve riflettere invece verte sul fatto che oggi in Italia si reclama spesso con il solito mantra del più Europa, il desiderio di un continente della solidarietà.
La cosa dovrebbe destare rabbia, dal momento che il nostro Paese fino a dieci anni fà era la sesta potenza economica del mondo e già dagli anni 70′ davamo fastidio alla Germania, mentre ora ci siamo ridotti a chiedere o peggio ancora sognare un’ Europa solidale per il nostro Paese.
Insomma dovremo “auspicare” la questua nel tentativo di ottenere donazioni da chi ci ha voluto prima impoverire e continua a farlo… Non è difficile capire qualora un’ipotetica Europa che si farebbe portavoce di questo “principio nobile”, in cui i Paesi a dover fare la carità sarebbero quelli del Nord, in primis la Germania, (cosa comunque improbabile http://scenarieconomici.it/per-un-inferno-solidale/) vorrebbe significare un continente ancora più polarizzato tra Paesi donatori e quelli del Sud che riceverebbero l’elemosina per tirare avanti, una volta impoveriti proprio dai loro donatori.
Chi urla nei salotti televisivi :”Europa della solidarietà”, non ha capito che per il fatto stesso di domandarla, ammette che il proprio Paese sarà per sempre economicamente depresso, quindi senza nessuna autodeterminazione politica e quanto meno economica.
Ripeto, chi chiede solidarietà NON potrà mai essere indipendente, questa prevede una dipendenza totale dal donatore! Non siamo in crisi perchè manca un continente solidale, lo siamo perchè mancano quelle sovranità indispensabili, a partire da quella monetaria.
Pertanto se questo scenario “solidale” dovrebbe essere la realtà futura, ci troveremo davanti a noi un’ Europa del Sud resa mendicante e totalmente dipendente da quella del Nord donatrice.
Il riscatto per ciascun Paese del Sud Europa NON è sperare in una “solidarietà europea”, ma riottenere quell’indipendenza politica ed economica, partendo dal principio della sovranità assoluta, nulla a che vedere con i nazionalismi del passato, esempio squinternato citato spesso nei media…
Ciò non significherà isolarsi dal resto d’Europa, bensì evitare un continente polarizzato, come già spiegato, magari creando una realtà di Stati sovrani indipendenti che potranno collaborare tra di loro a parità di condizioni.
Con la solidarietà NON esiste parità. In conclusione, il voler trasmettere a noi italiani, ma anche greci, spagnoli, il principio di un’Europa solidale, indica una strategia subdola e latente per far accettare una condizione di futura e perpetua passività con totale perdita della nostra dignità.
Quando l’industria nostrana dava fastidio ai tedeschi, chi sognava in Italia l’Europa solidale?