FT: L’ECONOMIA GRECA SI CONTRAE DI NUOVO E PEGGIO DEL PREVISTO
Proseguendo sul tema di cui ci siamo occupati ieri, questo articolo del Financial Times conferma che l’economia greca nell’ultimo trimestre si è nuovamente contratta, e in misura molto superiore alle stime precedenti. Anche se per noi non è una sorpresa, questo dimostra come un paese periferico dell’eurozona, pur avendo già perduto l’enorme cifra di un quarto del proprio PIL, non abbia ancora terminato di recedere.
di Mehreen Khan, 06 marzo 2017
È molto peggio di quanto ci si aspettasse.
L’economia greca ha subito un duro colpo alla fine dello scorso anno, essendosi contratta dell’1,2 percento nell’ultimo trimestre. Ciò sottolinea il duro colpo alla crescita che ha fatto seguito al nuovo arresto delle trattative per il salvataggio da 86 miliardi ad Atene.
I dati di Elstat mostrano che l’economia si è contratta tre volte più quanto stimato inizialmente, cioè rispetto allo 0,4 percento previsto nel primo trimestre del 2016.
Proseguendo sul tema di cui ci siamo occupati ieri, questo articolo del Financial Times conferma che l’economia greca nell’ultimo trimestre si è nuovamente contratta, e in misura molto superiore alle stime precedenti. Anche se per noi non è una sorpresa, questo dimostra come un paese periferico dell’eurozona, pur avendo già perduto l’enorme cifra di un quarto del proprio PIL, non abbia ancora terminato di recedere.
di Mehreen Khan, 06 marzo 2017
È molto peggio di quanto ci si aspettasse.
L’economia greca ha subito un duro colpo alla fine dello scorso anno, essendosi contratta dell’1,2 percento nell’ultimo trimestre. Ciò sottolinea il duro colpo alla crescita che ha fatto seguito al nuovo arresto delle trattative per il salvataggio da 86 miliardi ad Atene.
I dati di Elstat mostrano che l’economia si è contratta tre volte più quanto stimato inizialmente, cioè rispetto allo 0,4 percento previsto nel primo trimestre del 2016.
Si tratta del trimestre peggiore dall’estate 2015, quando ci fu il culmine della tensione sui salvataggi per la Grecia, il paese era sull’orlo del default e fu costretto a imporre controlli di capitale sul suo sistema bancario.
L’economia greca si è contratta dello 0,1 percento complessivamente nel corso del 2016. Il dato è stato pubblicato proprio mentre il primo ministro greco Alexis Tsipras diceva di attendersi una crescita “eccezionalmente alta” per il paese nell’anno in corso.
Ma l’economia greca non è riuscita a riprendersi nonostante il governo sia giunto infine ad un accordo per il terzo salvataggio internazionale con i creditori dell’Unione Europea nel luglio 2015. Si può ora dire che il paese stia soffrendo una depressione economica peggiore di quella che colpì gli Stati Uniti negli anni ’30 del Novecento, avendo perso oltre un quarto del suo PIL dall’inizio del 2007, secondo il Fondo Monetario Internazionale.
Nonostante ciò i creditori della Grecia si aspettano una netta ripresa della crescita nel 2017, a seguito dei grandi progressi fatti da Atene nell’applicazione delle riforme a cui i prestiti di salvataggio erano condizionati. L’Unione europea ha messo in conto una crescita pari al 2,7 percento per il 2017.
Al momento la Grecia sta ancora aspettando l’ultima iniezione dei prestiti della seconda tranche di salvataggi concordati coi creditori, a seguito di una situazione di stallo causata dal disaccordo tra UE e FMI rispetto agli obiettivi del salvataggio e alle misure di riduzione del debito.
Klaus Regling, del Meccanismo Europeo di Stabilità, ha detto che non è “escluso” che si raggiunga un accordo entro la fine del mese, ma tutte le parti coinvolte hanno ancora molto da fare per riavvicinare le distanze, nel corso delle prossime settimane.
Elstat ha detto che la contrazione dell’ultimo trimestre è guidata essenzialmente da una diminuzione del 2,1 percento della spesa pubblica, una caduta dell’1,4 percento delle esportazioni e la contrazione dell’1,1 percento nella domanda interna da parte dei consumatori.
Un rallentamento dell’economia getta dubbi anche sulla capacità della Grecia di raggiungere l’obiettivo del 3,5 percento per il bilancio primario entro il 2018 – un punto critico fondamentale della discussione tra UE e FMI.
L’economia greca si è contratta dello 0,1 percento complessivamente nel corso del 2016. Il dato è stato pubblicato proprio mentre il primo ministro greco Alexis Tsipras diceva di attendersi una crescita “eccezionalmente alta” per il paese nell’anno in corso.
Ma l’economia greca non è riuscita a riprendersi nonostante il governo sia giunto infine ad un accordo per il terzo salvataggio internazionale con i creditori dell’Unione Europea nel luglio 2015. Si può ora dire che il paese stia soffrendo una depressione economica peggiore di quella che colpì gli Stati Uniti negli anni ’30 del Novecento, avendo perso oltre un quarto del suo PIL dall’inizio del 2007, secondo il Fondo Monetario Internazionale.
Nonostante ciò i creditori della Grecia si aspettano una netta ripresa della crescita nel 2017, a seguito dei grandi progressi fatti da Atene nell’applicazione delle riforme a cui i prestiti di salvataggio erano condizionati. L’Unione europea ha messo in conto una crescita pari al 2,7 percento per il 2017.
Al momento la Grecia sta ancora aspettando l’ultima iniezione dei prestiti della seconda tranche di salvataggi concordati coi creditori, a seguito di una situazione di stallo causata dal disaccordo tra UE e FMI rispetto agli obiettivi del salvataggio e alle misure di riduzione del debito.
Klaus Regling, del Meccanismo Europeo di Stabilità, ha detto che non è “escluso” che si raggiunga un accordo entro la fine del mese, ma tutte le parti coinvolte hanno ancora molto da fare per riavvicinare le distanze, nel corso delle prossime settimane.
Elstat ha detto che la contrazione dell’ultimo trimestre è guidata essenzialmente da una diminuzione del 2,1 percento della spesa pubblica, una caduta dell’1,4 percento delle esportazioni e la contrazione dell’1,1 percento nella domanda interna da parte dei consumatori.
Un rallentamento dell’economia getta dubbi anche sulla capacità della Grecia di raggiungere l’obiettivo del 3,5 percento per il bilancio primario entro il 2018 – un punto critico fondamentale della discussione tra UE e FMI.