venerdì 11 ottobre 2019

QUANDO CICCIOFORMAGGIO PERSE L’ONORE

QUANDO CICCIOFORMAGGIO PERSE L’ONORE

Gavino Sanna
Sa Defenza 


"Abbiamo ricevuto da un'amico questo pdf di Gavino Sanna, un tomo leggero ma denso, da leggere e ridere assieme per non piangere; con la sua ilarità e schiettezza l'autore ha colpito nel segno del racconto e ci ha convinto decisamente a pubblicarlo sulla nostra modesta pagina, affinché gli amici di Sardinya possano leggerlo come e quanto vogliono; da dire anche che ci si fa una certa cultura su eventi a noi sconosciuti e benché non si conoscano tutti i soggetti citati in campo come Ciccioformaggio (per noi di Sa Defenza già Sergente Garcia) e molti altri, è per noi come il caccio sui maccheroni per la grazia discorsiva e avvincente, dobbiamo ringraziare sinceramente e con grande calore "il pubblicista" Gavino Sanna, un sardo vero, (oggigiorno rari difficili a trovarsi ) dicevamo che gli siamo veramente grati per averci  svelato questi retroscena  a tratti buffi benché drammatici per la mancanza di serietà di questi politicanti, altra pasta  dei Mario Melis o statisti d'altri giorni; fatti incontestabili e molto molto esplicativi sul carattere,  lealtà, signorilità e dignità mostrata da Ciccioformaggio e company, veramente una classe politica indegna di alcuna fiducia popolare, oggi come ieri al governo della RAS,  a Cagliari " 
Sa Defenza

NON FARTI FREGARE DAI SENTIMENTI O SARANNO QUELLI AD UCCIDERTI 


DI TUTTI I PRESIDENTI CHE NON HANNO FATTO NIENTE, LUI LO FARÀ MEGLIO

Alghero. Mercoledì 14 novembre 2018. Squilla il telefono “Gavino, vieni a Porto Torres, vieni a vedere un cantiere nautico. C’è una barca bellissima, tutta di legno. È una vecchia imbarcazione. La sta restaurando Antonio Polese, un mago del legno, ultimo discendente della vecchia dinastia dei Polese turritani, tutti maestri d’ascia”. Io amo il mio paese, Porto Torres. Mi fa felice tornarci. Dopo qualche giorno vidi perciò quel barcone: bello, imponente, quasi pronto per essere inaugurato. Mi accompagnò un amico giornalista. Nel cantiere c’era un cameraman della Rai, il padrone del cantiere stesso (figlio di un caro amico d’infanzia) ed altri conoscenti. Ma quello che mi colpì del gruppo fu un signore piccoletto, che si muoveva come un cagnetto, come quei bastardini che vogliono essere accarezzati perché tu possa volergli bene. Questa maniera goffa di comportarsi nei miei confronti, non usuale nei sardi, destò la mia curiosità. Alla fine della visita quel signore mi domandò, con fare circospetto “Lei è disposto ad incontrare il futuro Presidente della Sardegna?”. Io risposi “Volentieri!”. Il piccoletto si riferiva a Christian Solinas, che avevo anche incontrato in altre occasioni. Invitai tutti a casa mia ad Alghero e venerdì 16 novembre avvenne l’incontro, a cui parteciparono il mio amico giornalista, il cameraman della Rai, il piccoletto ed il futuro Presidente, che entrò nell’atrio del mio appartamento con tutta la sua stazza. Io sarei stato contento di fare l’ennesima campagna pubblicitaria per un presidente della Sardegna. Christian Solinas parlò cordiale, non molto a dir la verità. Chi parlo di più, sperticandosi in lodi ed iperboli verso il Presidente fu proprio il cagnolino, “Il Presidente Solinas è una persona di primo piano, un grande stratega, sarà il presidente migliore”. Dopo la discussione facemmo le foto di rito, alle quali il mio amico giornalista, notoriamente di sinistra, sembrava restio a partecipare. Con un poco di imbarazzo, dopo mie varie sollecitazioni, anche lui si fece una foto ricordo con Solinas. Una foto insomma non si nega a nessuno! E che diamine! Poi ce ne andammo tutti a pranzo al Pavone, noto ristorante d’Alghero, dove chiacchierammo del più e del meno, non molto di politica. Il giorno dopo al telefono chiesi un parere su Solinas al giornalista mio amico, che mi rispose solo con una frase “Mi sembra una brava persona”. Nulla più. La sua risposta in realtà nascondeva un giudizio politico ben più articolato e forse più severo, ma io allora non ci feci molto caso, poiché preso dall’entusiasmo di aiutare un nuovo presidente, per di più di un partito a me molto caro, un partito che tra le sue fila aveva annoverato un gigante, un mio grande amico: Mario Melis

NON HO MAI SAPUTO DISTINGUERE SE ERA UN COGLIONE GRANDE O UN GRANDE COGLIONE

L’unica cosa concreta di cui si parlò in quel pranzo fu il prossimo appuntamento a Milano, dove avremmo approfondito l’argomento. Dopo pochissimi giorni mi raggiunse a Milano il cagnolino e il futuro Presidente della Sardegna. Venne col suo piccolo scudiero turritano, che appena mi vide cominciò a saltarmi addosso e a farmi le feste “Devi avere fiducia Gavino, il nuovo Presidente è una persona seria. Io sono di Porto Torres e ti offro tutte le assicurazioni possibili. Devi fare una campagna elettorale per noi, devi avere fiducia” mi disse. Io risposi che avrei accettato, ma solo se mi avessero lasciato fare una campagna poco politica, ma di grande amore per la Sardegna. Il futuro Presidente mi rassicurò “E’ proprio quello che voglio fare. Vorrei circondarmi delle menti di maggior valore della Sardegna. Le chiedo se Lei accetterà il fatto di lavorare con me in questa campagna elettorale e poi diventare l’ambasciatore della Sardegna nel mondo”. Io risposi di sì in maniera naturale e ci salutammo cordialmente. Non l’avrei più visto, ma questo allora non potevo saperlo. Dopo due giorni ricevetti una telefonata dal suo cagnolino, in cui mi si pregava di fare in fretta, che la campagna sarebbe entrata nel vivo a giorni. Lo rassicurai e mi misi al lavoro. Pensavo ad un lavoro diverso rispetto a quello fatto con altri presidenti della Sardegna, come Renato Soru e Ugo Cappellacci, a cui molto modestamente avevo contribuito all’elezione. In pochi giorni scrissi tutto di getto, come sempre mi accade per le cose che amo fare. Come mi capitò per la Barilla, la birra Miller o Giovanni Rana. Mandai personalmente a Solinas, ed anche al suo cagnolino, 27 annunci più 5 per quelli che io chiamo “I vengo anch’io”, cioè le liste che accompagnano ogni Presidente, ma che avrebbero appoggiato qualsiasi altro, purché lo avessero ritenuto vincente. Non mi aspettavo una risposta immediata. Poi finalmente la risposta arrivò, di sera. Dall’altra parte della cornetta il piccoletto turritano “Gavino, abbiamo proposto la tua campagna alla direzione del partito: è stata bocciata, considerata banale, inoltre simile a qualche tua campagna precedente. Ma soprattutto è stata giudicata troppo semplice. Questa sera ti chiamerà Solinas”. Già, troppo semplice: a me, che vengo apprezzato da tutti per la semplicità con la quale ho costruito i miei successi di pubblicitario. Rimasi di stucco, meravigliato. Bocciato da un branco di incompetenti, bocciato uno che ha fatto migliaia di campagne tra cui una a Richard Nixon. Avrei voluto sapere chi fossero questi professori della comunicazione. Aspettando la risposta sono quasi invecchiato. Non ricevetti più nessuna telefonata. Scapparono tutti, Presidente e cagnolino compreso. A Milano avevamo anche parlato del mio compenso. Mi avevano accennato che avrebbero procurato degli sponsor e rispettato gli accordi. Con l’invio degli esecutivi, come da loro richiesto, il mio lavoro era finito, pertanto avrei dovuto ricevere il compenso stabilito, che in realtà era la questione che mi interessava di meno, visto che tra l’altro si trattava di una miseria. Con la loro fuga persi soprattutto il sogno di una Sardegna nuova che mi ero immaginato grazie al nuovo Presidente. Mi rimase solo l’emozione dell’incontro con Mario Melis di tanti anni prima. Sempre a Milano, senza nessun cagnolino. Mario mi regalò il suo distintivo, voleva che lo indossassi. Per me fu un onore e mi commossi tanto. Attraverso quei piccoli moretti del distintivo io pensavo che la Sardegna potesse essere la più bella terra del mondo.






































LA DIGNITÀ VALE PIÙ DELLA VITA

La Sardegna bisogna accudirla con amore, raccontarla con garbo, prenderla per mano. Ma tutte le volte che io rientravo nell’isola la trovavo sempre peggio. E allora mi veniva in mente una frase dell’ex presidente della Francia Charles De Gaulle di ritorno da un viaggio, quando gli chiesero un giudizio su una delle sue terre preferite: il Brasile. “Generale com’è il Brasile?” e lui rispondeva “Fantastico. È la terra del domani, peccato che rimarrà sempre cosi!”. Ecco, queste frasi mi facevano pensare alla Sardegna: la terra dell’eterno domani che non arriva mai. E lo dico da ottimista, anche se può apparire paradossale. Il sardo ce la mette tutta, ma poi per un motivo o per l’altro si ritorna al punto iniziale. Sembra la nostra condanna.

QUAQUARAQUA SI NASCE E SI DIVENTA

Un giorno di tanti anni fa venni invitato a Cagliari per una conferenza importante e proprio Mario Melis mi chiese “Gavino, cos’è la Sardegna per te?” io replicai senza pensarci sopra “Una bellissima cartolina illustrata poggiata su un bidone di spazzatura”. Gelo in sala e fine della trasmissione.  Tutte queste cose in realtà mi vennero in mente a Milano, dopo che ci lasciammo col futuro Presidente Solinas. Perciò il giorno dopo mi misi in pista, molto concentrato e cercando di trovare le frasi giuste, che ben rappresentassero l’essenza della nostra meravigliosa isola e le indicassero per lo meno una via d’uscita, che poi deve essere applicata. Specialmente dai politici. L’esito delle mie idee invece fu il siluramento da parte di quella specie di politburo sardista. Venni quasi assalito dalla paura e dall’incertezza: forse sarei dovuto tornare a scuola. Per una sorta di curiosità telefonai ad alcuni amici, legati al partito o vecchi militanti. Chiamai per primo un amico carissimo: Giacomino Sanna. Lo conoscevo dai tempi di Sassari Sera. Per tanti anni era stato segretario politico regionale del Psd’Az. Raccontai ciò che era successo e lui mi chiese chi fossero i garanti di quella specie d’imbroglio. Appena gli feci i nomi, specie del cagnolino, disse solo “per carità”. Non aggiunse altro. La sua era una sentenza, la mia una dabbenaggine per essermi fidato di quella gente. La seconda persona a cui telefonai fu un altro giornalista, ora Presidente dei Quattro Mori: Antonio Moro, quasi uno scherzo del destino. Saputa la cosa Moro replicò “Non è possibile, vedrai che Solinas ti chiamerà, tutto si sistemerà”. Le ultime  parole famose. Quasi beffarde. Tuttavia speravo che Antonio Moro fosse sincero. Mi venne in mente anche di pensare male, ossia che Salvini se ne infischiasse altamente di Solinas e che la campagna elettorale la conducesse direttamente lui, in sostituzione del Presidente. Avevo ragione. Infatti per un periodo a Cagliari si vedevano solo le “vele” di Salvini. Il suo faccione che troneggiava ovunque, assieme al simbolo della Lega. In piccolo, quasi con vergogna, la scritta: vota Christian Solinas Presidente. Io però mi rodevo dentro, quante storie avrei voluto raccontare: il turismo, la cultura, gli artisti, il mare, il pecorino, il viso antico degli anziani. Tutto soffocato da Salvini, che sotterrava la nostra cultura mettendoci sopra la sua faccia. E i sardi gli hanno pure creduto. Solinas ha vinto infatti scomparendo e con lui è scomparso un gran pezzo della nostra cultura, fagocitata dai leghisti, anche sardi, che nell’adesione al Carroccio vedevano una possibilità di sistemarsi senza lavorare. Già da quei giorni infatti era cominciato l’assalto alla diligenza, tutti a voler ricoprire una carica. Io immaginavo l’improvvisa apparizione del vaso di Pandora, che ha una storia affascinante. Pandora era la figlia di un adoratore di Zeus, che per il suo matrimonio regalò a lei ed alla famiglia uno stupendo vaso. Quel vaso doveva però rimanere intatto, poiché conteneva le meraviglie del mondo. In caso contrario, se si fosse rotto, sarebbero uscite dal suo interno delle sciagure, delle cose tremende. A me questa caccia alle poltrone dette l’impressione che il vaso di Pandora si stesse per rompere. Dentro c’erano indagati, disonesti e corrotti. Gente di ogni risma. Nel frattempo volevo capire chi fosse in realtà il Presidente, perché con me, in sua presenza, aveva quasi sempre parlato il suo cagnolino. Mi capitò di leggere, era gennaio, un articolo su Solinas di Gian Antonio Stella, famoso giornalista del Corriere della Sera, in cui era scritto che la Sardegna avrebbe avuto un nuovo Presidente: si sarebbe chiamato Ciccioformaggio. Stella immaginava Solinas da bambino con i suoi amichetti che lo prendevano in giro per la sua corpulenza e soprattutto per la sua faciloneria. Uno così, da grande, di quali personaggi si sarebbe potuto circondare

I SOGNI CHE NON DIVENTANO REALTÀ NON SERVONO A NIENTE

 Alla corte dei re si è sempre trovato di tutto, ma nel passato Re e Papi si sono spesso circondati di personaggi geniali, di grandi artisti e consiglieri. E poi c’erano i paggi ed i giullari, coloro che  facevano ridere, ma che non godevano di alcuna considerazione e si accontentavano di qualche mancia e pasto a scrocco. Ora le cose si sono capovolte. Alla corte dei politici sono scomparsi gli artisti e i consiglieri illuminati: i paggi, i cagnolini, sono quelli che mangiano di più e soprattutto (ancora peggio) sono tenuti in grande considerazione. Il loro piatto preferito si chiama appalto, la loro arma si chiama lusinga. E pazienza se dell’isola non hanno la ben che minima idea di sviluppo, basta solo qualche slogan in campagna elettorale, poi tutti insieme nella mangiatoia, pronti ad accaparrarsi pure le briciole. Io invece non ho bisogno di appalti, ma avrei nel mio piccolo un’idea precisa della Sardegna, magari sarà sbagliata, ma ce l’ho, specie sui borghi: la nostra anima. Avevo appuntato dei piccoli pensieri. Per me i borghi sono i luoghi dimenticati, dove bisogna ricollegare il proprio legame con gli antenati ed i posteri. Ma per me la Sardegna è anche un sasso liscio e rotondo raccolto sulla spiaggia, che lanciato in mare si riempie di vita e comincia a saltellare con grandissima gioia. Per me dare vita a qualcosa inanimata, farla morire in mare, che non è un cimitero delle emozioni, ma un luogo sacro che raccoglie tutto il nostro essere, è una cosa straordinaria. Io volevo raccontare questa Sardegna,  farla rinascere e fondere col mare che la circonda. Potrebbe essere un’immagine poetica, un sogno. Forse lo è. Quando affermiamo che i sogni sono solo fantasie commettiamo un grave errore, è proprio il contrario: i sogni sono obbiettivi da realizzare. Per questo, da sardo, volevo stuzzicare la sardità che è dentro ognuno di noi. Ce l’abbiamo tutti e molti non lo sanno. Volevo trasmetterlo questo concetto, glielo detto a Christian Solinas: “Voglio fare una campagna elettorale sulle emozioni, che è decisamente più bella e stimolante, soprattutto più utile”. Uno spunto me lo avrebbe dato la rivoluzione dei pastori, che mi ha profondamente colpito. Gettando il latte per terra i pastori hanno sprecato il sangue delle loro vene, che è bianco. Non tutti hanno colto questa provocazione e l’hanno ridotta ad un prezzo per litro. Ma il sangue bianco ed i pastori per la Sardegna sono molto di più. Salvini disse che avrebbe risolto tutto lui in pochi giorni: un euro al litro. Un ordine per gli industriali, un numero semplice da ricordare. Il dramma è che i sardi gli hanno creduto e non m’interessa se poi non è stato così. Questo era scontato. Sono amareggiato perché, a parte l’elemosina che hanno dato ai pastori, ben inferiore ad un euro, i problemi del latte, del formaggio e della pastorizia sono rimasti intatti, irrisolti. Rimane sempre la Sardegna dove il  tempo si è fermato, un’Africa alla deriva e nessuno che la riporti a terra. Ripenso quindi a quella frase di De Gaulle sul Brasile, ma fatta apposta per la nostra isola: la terra del domani che non arriverà mai. Salvini però la sa lunga, ha capito la frustrazione dei sardi ed ha giocato d’anticipo. Ha avuto il coraggio di dettare una campagna politica dove l’elettore è stato ridotto ad un poveraccio, che ha bisogno di tutti gli aiuti per cambiare la sua vita. Peccato che la Sardegna, per i nuovi padroni, rimarrà sempre quella terra ricordata nei due mesi in estate, perché ha il mare bello e ad Alghero si mangiano le aragoste migliori. Ma a molti sardi non è importato. Se qualcuno vuole cambiare l’isola al loro posto, ecco che in Sardegna viene idolatrato. Salvini ha fatto una corsa straordinaria in questo, a perdifiato per entrare nel vaso di Pandora senza romperlo (illuso!), promettendo l’impossibile. È stata la sua arma vincente, questa è la verità. Matteo Salvini ha trionfato nascondendo il Presidente. E con lui tutti i sardi. Nel vaso di Pandora sono entrati anche i mascalzoni, i Cetto la Qualunque, gente di ogni risma, la feccia popolare, che in queste elezioni si è fatta conoscere ed è diventata protagonista. Ma a comandare sinora è stato uno che con Noi non c’entra nulla. 

MI SONO LASCIATO ESSERE

L’italiano va sempre in soccorso del vincitore? Cosa vera purtroppo. E poi diventano tutti amici quando ti devono porre domande particolari. Ad esempio a me chiedono come abbia fatto a condurre campagne pubblicitarie per un esponente politico di centro, di sinistra e di destra. Io ho sempre risposto che non ho mai votato in vita mia e che non sono mai stato un uomo di partito. Scelgo di collaborare con chi penso che abbia voglia di aiutare la nostra isola a migliorarsi. Spesso sugli uomini mi sono sbagliato, anche con quelli profondamente diversi tra loro come Soru, Berlusconi, o addirittura Cappellacci. Io ho sempre eseguito il mio lavoro con grande passione, perché credo che l’Italia e la Sardegna debbano e possano migliorare con uomini capaci. Che lo faccia uno di destra, sinistra o centro a me poco interessa. Per cui se qualche fannullone mi critica per questo, non me ne importa assolutamente nulla. Ma ora voglio tornare al vaso di Pandora e di tutte le altre cose brutte che sono andate dentro, comprese quelle che riguardano il Presidente Solinas. Prendo spunto da alcune frasi che ha detto su di lui Mario Guerrini, uno dei più valenti giornalisti sardi “Massone, curriculum personale pari a zero, praticamente non ha mai lavorato. Ha usato una laurea fasulla acquisita in Usa”. Sono rimasto allibito, anche per la mia ingenuità nel non essermi informato prima. Di queste vicende si è occupata la Magistratura, ma senza alcuna conseguenza per Solinas. In campagna elettorale è successo pure di peggio. In una foto, accanto a Salvini e Solinas, in conferenza stampa importante, c’erano personaggi che definire poco raccomandabili è un eufemismo. Il vaso di Pandora stava per esplodere. All’interno però, bisogna dirlo, c’era una cosa buona: l’abolizione delle accise. Ma non quelle sulla benzina, come il leader del Carroccio aveva azzardatamente promesso in tv, bensì quelle sulla birra, straordinario regalo alla Sardegna contenuto in un Decreto di questo Governo. I sardi in questo modo potranno ubriacarsi meglio e a buon mercato.

IL SIGNORE È ASSERVITO

Finalmente arrivò il giorno fatidico delle elezioni: il 24 Febbraio. In Sardegna se al posto di Solinas c’era Salvini, al posto di quest’ultimo pareva ci fosse Trump, o il suo sosia. Allo stesso modo in cui il presidente americano si è presentato all’elettorato del profondo sud del proprio paese, il suo emulo Matteo Salvini ha esportato in Sardegna questa tecnica efficace, perfetta per i nostri tempi: venire incontro al desiderio attuale delle parti più deboli e numerose delle classi sociali, che hanno bisogno di sentirsi protetti. È stata infatti “protezione” l’arma e la parola vincente delle ultime elezioni sarde. Inoltre la gente ha bisogno di sentirsi dire frasi aggressive, di immedesimarsi in un progetto, di avere una scusa per dire alla fine “ho vinto”. Esattamente come un tifoso dopo la vittoria della squadra del cuore. Questo Salvini, come Trump, lo ha capito benissimo. Sarà banale e non sarà nemmeno giusto, ma oggi nel mondo le cose funzionano così.

°°°

Dopo la chiusura delle urne uno dei fatti più esilaranti fu la profezia dell’exit pool, che dava i due concorrenti più accreditati, Massimo Zedda del centro-sinistra e Christian Solinas del centrodestra alla pari. L’indomani mattina Salvini (ripeto non Solinas) ha spazzolato qualsiasi cosa che c’era davanti a lui. Tutti erano contenti? Si, tutti contenti. Tutti hanno vinto, ma nessuno ha ottenuto nulla: sulla cultura sarda, sul lavoro, sui trasporti. Vediamo che succederà, la cosa certa è che la Sardegna sarà l’isola privata di Salvini e di qualche suo amico. Ciccioformaggio, lo straordinario uomo delle navi, colui che non si taglia mai la barba per non scoprire cosa c’è sotto, l’uomo corpulento e invisibile, non conterà nulla. I suoi cagnolini mangeranno solo le briciole, la torta se la divoreranno i lombardi.

NÈ COGLIONI NÈ CON GLI ALTRI

Bastano le promesse di Salvini, il senso di “protezione”, le frasi ad effetto ad avere convinto l’elettorato a voltare pagina? La risposta ovviamente è no. Cinque anni di governo di Centrosinistra in Sardegna hanno deluso chiunque. Fortemente. Sanità a pezzi, tanti ospedali chiusi e riduzioni posti letto. Trasporti nel caos, la Sassari-Olbia peggio dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria, l’aeroporto di Alghero senza aerei. Sul fronte lavoro anche peggio: precariato e nessuna vertenza industriale risolta, dal polo del Sulcis a quello della Chimica Verde di Porto Torres. Insomma, un disastro, con qualche cosa buona, che non sono riusciti nemmeno a comunicare. Eppure l’ex Presidente Francesco Pigliaru è una persona di qualità, ma è capitato in un posto sbagliato nel momento sbagliato. Il massimo. Il Professore è uomo di riflessione, titubante per carattere, restio a prendere decisioni rapide per questioni difficili, come questo periodo purtroppo impone. Una parola inglese lo definirebbe bene in politica: unfit, inadatto a questo ruolo, con competenze magari per mille altri. Alcuni suoi assessori si sono dimostrati una frana. Arru e Deiana verranno ricordati tra i più scarsi della storia sarda. Massimo Deiana, dopo i danni ai trasporti, è stato addirittura premiato: ora è a capo dell’Authority portuale sarda. È chiaro che i sardi si sono scocciati, votando pure di peggio. Ma in Sardegna (e anche in Italia) non ci sono solo gli aspetti amministrativi a fare incazzare gli elettori, che pur di non votare a sinistra, si farebbero tagliare la mano. Ci sono quegli pseudo dirigenti, nazionali e locali (per fortuna non tutti), che francamente sono insopportabili e rendono la sinistra invisa. Essi hanno spinto milioni di persone (giovani, disoccupati, precari, ceto medio, fasce deboli) verso l’astensione o tra le braccia di Grillo o Salvini. La sinistra di oggi è invece amata dai capitani d’azienda e dalla ricca borghesia. In pratica un mondo che gira a rovescio. Ecco chi sono gli pseudo dirigenti del variegato mondo della sinistra, osteggiati come il demonio. I buoni dirigenti piangono anche per loro e per colpe che non hanno. I Professori. Sono spesso ex sessantottini, da giovani grandi critici del PCI, giudicato troppo di destra. I loro idoli erano Che Guevara o Fidel Castro, ma non sono mai stati nella Sierra Maestra, bensì annidati in posti di prestigio delle Pubbliche Amministrazioni, dai quali pulpiti pontificano. Dividono la società in caste. Chiaramente a guidarla devono essere loro, come certi filosofi per gli ateniesi. Si candidano solo se sicuri di elezione e accettano volentieri cariche, naturalmente ben retribuite. Quando sono a secco di poltrone, propongono tagli a tutti. Meno che a loro. I ma anche. Il loro leader riconosciuto è Valter Veltroni, quello che stava con gli operai ma anche con gli industriali, con Fellini ma anche con Pasolini. I “ma anche” infatti stanno con tutti: con la moglie ma anche con l’amante, con gli spaghetti ma anche con le pennette, con i cacciatori ma anche con gli uccelli. Sono sempre in mezzo e da lì non possono essere schiodati. Gli ambientalisti alle vongole. Soffrono di prurito cronico quando sentono la parola industria. Hanno in genere un lauto stipendio fisso, temono l’inquinamento, ma si fumano due pacchetti di Marlboro al giorno. Viaggiano in SUV e sono i professionisti dei flash mob. Non si mettono neanche il problema che la loro macchina vada a benzina, distillato del petrolio. Le raffinerie per costoro devono stare nel deserto o nei paesi del terzo mondo. In quei posti, senza tutele e diritti, gli operai possono morire come mosche, lontano da occhi indiscreti. La loro parola d’ordine è sviluppo eco-compatibile, una cosa che non vuol dire assolutamente niente. Gli ambientalisti alle vongole sono spesso dirigenti di sezione, contribuendo alla causa. Delle sonore batoste. Lo faccia lei. Quando sono al governo i “Lo faccia lei “ non vogliono essere criticati. E soprattutto disturbati. Il loro leader storico è Piero Fassino, che a Grillo quando lo incalzava rispose “Lo faccia Lei un partito, vediamo quanto è bravo”. Detto. Fatto. Il Movimento Cinque Stelle dopo pochi mesi diventò uno dei maggiori partiti italiani. I salottieri. Ogni paese che vai salottieri che trovi. D’ ideologia di sinistra estrema, svengono alla vista di un meccanico con le mani sporche. Sono bene accolti dalla borghesia, che se li coccolano bene e li votano pure. Visto che sono inoffensivi. Leader assoluto Fausto Bertinotti, parolaio e ora campione di Comunione e Liberazione. Gli analisti. Parola equivoca, ma sono quelli che in TV si sono specializzati nel riuscire a far perdere alla sinistra 2 mila voti al secondo. Prendono per coglione qualsiasi interlocutore con il loro sorrisino di disprezzo. Vivono infatti di certezze e i conduttori televisivi lo sanno, invitandoli in continuazione per fare danni. Leader emergente della categoria Matteo Orfini. I banchieri. Dopo la vicenda del Monte Paschi di Siena (forse anche prima) sono diventati di sinistra. Ricevono aiuti insperati e sono benvoluti da tanti dirigenti rossi, che non hanno nulla da eccepire quando producono disastri e vengono premiati da liquidazioni da nababbo. I banchieri ricambiano e quando vedono tipi come Renzi si commuovono, divorati dalla nostalgia. Gli internazionalisti. Alla disperata ricerca di un leader, appena ne intravvedono uno si buttano a capofitto, prendendo topiche colossali. Hanno amato la Boschi (perché?) e ora Greta, una bravissima ragazzina, ma che ha solo 16 anni. Senza speranza, in fondo rimarranno anch’essi bambini. Gli smentisco. Categoria diffusissima anche a sinistra. Smentiscono cose dette alcuni minuti prima. Smentiscono i loro stessi atti. Smentiscono tutto quello che gli capita a tiro. La loro guida spirituale è stato sindaco di Firenze. E a quanto pare Presidente del Consiglio. A meno di una smentita. Gli avevo detto. Sono perfetti nel commentare e criticare le cose quando sono già avvenute. “L’avevo detto!”. In realtà non avevano detto nulla, perché non gli cavi un pronostico neanche con la pinza. Non si sa mai. Spesso sono giornalisti figli di papà, sovente in TV a commentare i fatti con la loro prosopopea da intellettuali. Criticano tutti, hanno la barbetta e non usano la cravatta: solo una camicia leggermente sbottonata sotto una giacca triste, per incoraggiamento. Come vedete in questo modesto elenco, che potrebbe continuare, mancano elettricisti, infermieri, operai, più milioni di persone. Loro devono sudarsi la  pagnotta, perché a sinistra nessuno li rappresenta.

ERAVAMO UN POPOLO, SIAMO DIVENTATI GENTE

Durante lo spoglio delle schede si assistette a scene tipo Mundial: urla, grida, scene di giubilo. Specie da parte dell’esercito di vassalli, valvassori e valvassini, molti dei quali diventati all’improvviso leghisti. Salvini li aveva protetti e convinti, ma era Christian Solinas l’uomo invisibile, che ufficialmente stava stracciando Massimo Zedda, l’ultimo martire mandato al patibolo dal centro-sinistra, in piena crisi di nervi, di uomini e soprattutto di idee. Ciccioformaggio dopo poche ore sarebbe diventato il nuovo Presidente della Sardegna: l’erede di Mario Melis. Non è una bestemmia: i sardi hanno voluto questo, i sardi hanno voluto Ciccioformaggio. O forse non hanno voluto gli altri. Ma in fondo che differenza fa? Il disprezzo per cinque anni di delusioni ha preso il sopravvento sull’ignoto. Salvini, sempre lui, aveva dichiarato che in un quarto d’ora si sarebbe composta la Giunta. Ci vollero invece tre mesi: record sardo battuto. Dopo la vittoria arrivò infatti il silenzio: Ciccioformaggio si era volatilizzato, Salvini invece lo si vedeva in TV a tutte le ore, intento a fare campagna elettorale da altre parti, sempre e comunque in tutti pagnotta, perché a sinistra nessuno li rappresenta. i posti meno in quello dove sarebbe dovuto essere: al Viminale. Per fortuna. Poi comparve un tale, sempre leghista, il ministro Centinaio, che forse si chiama cosi per confondersi con quel centinaio di ministri giunti sull’isola a promettere e non mantenere. Ebbene, questo Ministro aveva condotto (anche lui) la trattativa con i pastori, che aveva definito sontuosamente “chiusa”. Nella realtà quell’accordo non è altro che un coperchio appoggiato su una pentola ribollente di rabbia, infuocata da decenni di soprusi. Le assemblee dei pastori scontenti di questi ultimi mesi lo dimostrarono. Il problema del latte e della pastorizia ancora incombe, pesante come un macigno, nella disastrata economia sarda. Il ministro Centinaio è scomparso dalla Sardegna. Come Ciccioformaggio, dicevamo. Che zitto, zitto continuava a occupare due scranni (e due stipendi): quello di Deputato e di Presidente della Regione. Tengo famiglia, non si sa mai. Ci vollero sentenze e cannonate per schiodarlo dal doppio incarico, che annunciò due mesi dopo la sua elezione, con la stessa addolorata enfasi di Madre Teresa di Calcutta in visita ai lebbrosi. Finalmente a maggio è stata varata la nuova Giunta, anzi una mini Giunta, perché per gli altri nomi le forze della coalizione si stavano ancora scannando. Ciccioformaggio decretò Assessore al Turismo un suo fedelissimo, un certo Gianni Chessa, anche lui del Psd’Az, un uomo buono e caritatevole, in perenne litigio col vocabolario italiano, che subito mostrò il suo valore di statista assoluto. Ad una affollata conferenza annunciò la creazione di nuovi 5.000 posti di lavoro per tutta la Sardegna. Come? Con la costruzione di decine e decine di campi da golf disseminati in tutta l’isola. Questa sì che sarebbe stata la valorizzazione della nostra cultura. Tutti infatti sanno quanto i nuragici, punici, romani e pastori giocassero a golf ed amassero le mazze. Ma c’era di peggio, per lo meno politicamente. Al Bilancio Solinas ha posto un certo Fasolino da Golfo Aranci, uno che, come narravano i giornali sardi, aveva con l’esattoria un debito di 425.000 euro. Quasi una provocazione. Pare comunque che il buon Fasolino stia risolvendo la sua questione personale e mentre tutti gli chiedevano conto della sua restituzione al fisco, lui vuole che lo Stato restituisca alla Sardegna 285 milioni di euro. Auguri.

NON ESISTONO INNOCENTI, MA COLPEVOLI CHE NON ABBIAMO ANCORA SCOPERTO

Quando Salvini nell’isola non c’è (sparito in pratica dopo la campagna elettorale), ha lasciato per vario tempo un suo amico a comandare: Eugenio Zoffili, 40 anni, proclamato capo della Lega in Sardegna, Deputato e vice burattinaio di Ciccioformaggio è riuscito persino a piazzare tre lombardi come primi funzionari di vari assessorati regionali. Inoltre, dopo avere dettato legge nella formazione della Giunta ha imposto un suo uomo alla guida del Consiglio Regionale: Michele Pais, di Alghero, leghista perché come tanti aveva fiutato il vento giusto. Ma Zoffili da Erba, provincia di Como, si è intromesso in qualsiasi vicenda locale, suggerendo assessori ed uomini a lui legati. Proibito dissentire, chi lo fa è perduto, praticamente espulso. Il bello è che i sindaci gli danno pure retta e si genuflettono alle sue brame. Nel frattempo, giusto per non farsi mancare nulla, l’esponente del Carroccio, nel suo paese natale, Erba, appunto, ha proposto che una piazza venga intitolata ad un gerarca fascista. Bene, uno come lui non solo ci governa, ma ci comanda. E stiamo pure zitti. Ad agosto Zoffili ha lasciato l’isola, verso nuovi incarichi. Non sentiremo la sua mancanza. Il vaso di Pandora nel frattempo si è davvero rotto, ha retto sino che ha potuto, ma la pressione interna era troppo forte. Dal vaso sono usciti tutti: approfittatori, imbroglioni, ignavi, cambia bandiera. Tutti a muoversi come delle trottole, a millantare nei territori amicizie per incassare consensi e prebende. Nessuna idea, nessuna programmazione, nessun progetto. Ognuno si alza la mattina e può spararla grossa: il dramma è che viene pure ascoltato. Dove finirà la mia povera Sardegna? Che cosa diranno dai cieli Enrico Berlinguer, Mario Melis o Francesco Cossiga? Che cosa penseranno di una terra profanata dai peggiori lombardi, per giunta acclamati dal popolo? Non lo sapremo mai. Io in questa vicenda sono stato imbrogliato, fidandomi di gente che non sa cosa sia la parola data od una stretta di mano. Ma questo è il minimo, un piccolo dettaglio in un oceano di guai. Quello che mi dispiace è vedere ancora la nostra terra senza prospettive. Abbiamo un cuore capace di ribellarsi, ma dobbiamo ritrovare lo spirito giusto. Questo è il problema, ma anche la soluzione. Forse.

LA DIGNITÀ VALE PIÙ DELLA VITA

Qualche tempo fa sono stato a Bonarcado, un piccolo paese sardo, di quelli che amo. Nella chiesa ho scoperto una cosa estremamente interessante, una tavola in cui era scritta una preghiera a S. Michele.  Un ruggito lontano di quelli che fanno tremare le vene: “S. Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio incatena nell’inferno Satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen”. Lasciai la Chiesa sperando nell’aiuto di San Michele

SIAMO FOTTUTI DA QUELLO CHE SIAMO: MAI TECCIU

Mai Tecciu è un sibilo. Fu un mio amico ristoratore a farmelo ascoltare la prima volta, appioppandolo ad un politico locale intrallazzone. Mai Tecciu, due parole che valgono più di un capitolo: significano mai sazio, uno che mangia, mangia ancora, non si accontenta mai e vuole mangiare di più. Provate ad immaginare nella vita quanti Mai Tecciu avete incontrato: nella politica, nel lavoro, tra gli amici. Mai Tecciu è vecchio quanto l’uomo e non si estinguerà mai. Ce ne sono diverse razze, ma ognuno di noi ne potrà scoprire delle nuove. Ad ogni modo è sempre lui il protagonista di ogni campagna elettorale.  Mai Tecciu della cultura. Sono quelli che parlano sempre dal pulpito. Dispensano consigli eruditi e poi si perdono in un bicchiere d’acqua. Famosi in questo molti professori sinistroidi, che nella vita non fanno altro che leggere. Senza capire. Il loro gusto della lettura è proprio far sapere che hanno letto. Così possono avere ragione su tutto, mentre il popolo li spernacchia e vota a destra. E loro neanche si chiedono il perché. Mai Tecciu delle cariche. È proprio una malattia, comunissima: a destra, sinistra e centro. Colpisce tutti, dalla metropoli all’ultimo villaggio. Ancora non si è scoperto l’antidoto e le cause che spingono un povero cristiano a candidarsi per 30 anni di seguito in un Consiglio Comunale, a recarsi dallo psicanalista qualora non venisse nominato Assessore, ad effettuare quattro salti in padella (carpiati) appena cambia il vento della politica. Anche per una poltroncina da cento euro al mese. Mai Tecciu delle trattative. Splendida razza. Sono quei politici che scrivono magnifici articoli e comunicati in cui dicono, come suore carmelitane, di non volere niente, nessun posto, nessun assessorato. Nelle trattative sono invece i peggiori ricattatori: minacciano fine di legislature, mancati appoggi e temporali vari se non verranno accolte le loro richieste. I più infidi sono quelli che prendono il 4 o il 5% dei voti e sanno di essere decisivi. Se non sono accontentati alla riunione con gli alleati finiscono con la frase di rito “te lo facciamo vedere Noi”. Nel comunicato finale, con discreta dose d’ipocrisia, affermeranno invece di votare secondo coscienza o ancora peggio secondo i programmi. Per il Presidente o Sindaco di turno è finita. Mai Tecciu per il Popolo. Sono i peggiori. Dicono di scendere in mezzo alla gente (che vuol dire?) e che la politica deve partire dal basso. Il popolo comanda, specie quando li vota, è bue quando vota gli altri. Confondono il benessere collettivo con il proprio. In genere questi Mai Tecciu annoverano tra le proprie file, trasversalmente, una masnada di opportunisti ed approfittatori, pronti per il bene comune a cambiare casacca in un secondo. Al potere rubano più degli altri. Sempre in nome del popolo sovrano. Mai Tecciu quindi non è un soprannome, ma un modo di essere, un modello di vita. A quanto pare contagioso.

L’ULTIMA META. IL CAMMINO DI SANTIAGO DI COMPOSTELA

Questa lunga e disgustosa storia mi aveva tolto il sonno. Una notte, però, mi venne in aiuto un ricordo straordinario della mia vita professionale. Sognai quando, molto tempo fa andai a trovare Walter Molino, l’uomo che disegnava quelle meravigliose tavole della Domenica del Corriere. Gli chiesi quale fosse la sua pagina preferita. Lui mi guardò negli occhi e mi rispose “Ce l’ha di fronte”. Io alzai lo sguardo e vidi Papa Giovanni XXIII che prendeva per mano John Kennedy e da soli s’incamminavano verso un domani che si sperava fosse migliore. Un’immagine poetica, l’icona di due culture che s’incontravano. Paragonai, con un po’ di ribrezzo, questa scena al Presidente Solinas che prende per mano il suo amato cagnolino, di nome Bastianino. Questi due, lontanissimi da quelli disegnati da Molino, ho immaginato che andassero via, da soli, in un viaggio politicamente senza ritorno e senza alcun rimpianto. Invece i cagnolini avevano vinto. Non è vero quindi che la vita da cani sia così penosa



COMUNICAZIONE DI SERVIZIO

Gavino Sanna è il più famoso e premiato pubblicitario italiano. Ha studiato architettura all’Istituto d’Arte di Sassari ed ha avuto come maestri: Filippo Figari, Stanis Dessy, Eugenio Tavolara, Vico Mossa, Mauro Manca e Salvatore Fara. Per un paio d’anni Gavino a Sassari ha avuto la cattedra all’Università dove insegnava “comunicazione” e all’Accademia di Belle Arti dove insegnava “design”. Ha fatto parte del Comitato Scientifico della Scuola Sperimentale del Cinema dove è stato anche membro del consiglio di amministrazione con: Francesco Alberoni, Dante Ferretti, Giancarlo Giannini e Carlo Rambaldi. In America ha conseguito un diploma alla New York University. Gavino da solo ha vinto più premi che tutte le agenzie italiane insieme. Tanto per ricordare: sette Clio, l’Oscar Mondiale della pubblicità; sette Leoni al Festival Internazionale di Cannes; l’unico Telegatto vinto da un pubblicitario italiano; quattro sono i Golden Pencil dell’Art Directors Club Italiano; due i riconoscimenti dell’International Film Festival di New York; sei Max Award; un Grand Prix italiano; sette Agorà. Gli sono stati assegnati: il Gran Premio Pio Manzù e il Premio Gianbattista Bodoni. Ha vinto due Gold Award all’Art Directors Club di New York e il Golden Pencil all’One Show in America. Sette sono stati gli Andy Award e quattro i Moebius Award di eccellenza. Sassari città lo ha gratificato con il Candeliere d’Oro per aver portato alto nel mondo il nome della Sardegna. Il Comitato Scientifico della Fondazione Lucio Colletti gli ha assegnato il “Temo d’Oro” per la comunicazione. Gavino ha ricevuto: il premio città di Trento, città di Bolsena, città di Nuoro, di Banari, di Oristano, di Cagliari, di Suvereto e di Orani. Il Pericle d’Oro, il premio Internazionale di Houston e quello internazionale Zenias. Le città di Sant’Anna Arresi, Varese, Busachi, Oristano gli hanno conferito la cittadinanza onoraria. La città di Arzana gli ha conferito il premio Porcino d’Oro oscar della gastronomia. Nel 1999 il gruppo sardo di giornalisti sportivi gli assegna il premio “Ussi” per il contributo al mondo dello sport come presidente onorario dell’Amatori Rugby Alghero e per il progetto “Ospedale Gaslini” di Genova con la squadra della Juventus. Nel 2001 gli è stato assegnato il premio “La Maschera Punica”. Nel 2003 lo premiano “Sardo dell’Anno”, la consulta provinciale del volontariato di Sassari gli assegna il premio “il Nuraghe” e Oristano il premio “Maschera della Sartiglia”. Nell’aprile del 2009 la Fondazione Rotary International ha attribuito a Gavino il Paul Harris Fellow. Nel 2017 gli è stato assegnato in Sardegna il premio “Filippo Figari”. Nel 1998 gli viene conferita dall’Università di Sassari la laurea “Honoris Causa” in sociologia della comunicazione di massa e scienze della comunicazione. Nel 1999 Gavino è chiamato dal Presidente Ciampi per realizzare la campagna per il lancio dell’Euro in Italia. Nel 2010 l’Università degli Studi di Ferrara gli ha assegnato la laurea “Honoris Causa” in neuroestetica. Dopo 10 anni trascorsi in America torna in Italia per fondare la Benton & Bowles. In seguito diventa presidente e direttore creativo della Young & Rubicam, l’agenzia più grande del mondo. Nel 1988 Gavino Sanna viene nominato dal Presidente della Repubblica Francesco Cossiga “Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Nel 2009 il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha conferito l’onorificenza di Grande Ufficiale all’Ordine e al Merito della Repubblica Italiana. Gavino Sanna ha pubblicato 34 libri. Nel 2000 lascia definitivamente l’attività di pubblicitario e dal 2008 si dedica alla sua azienda vitivinicola, Mesa, fondata nel sud Sardegna a Sant’Anna Arresi, oggi partner del Gruppo Santa Margherita.

Il volume non è in vendita

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giovedì 10 ottobre 2019

UN TUFFO NEL PEDOGATE

UN TUFFO NEL PEDOGATE

Alexandra Bruce
forbiddenknowledgetv

Dietro il giro pedofilo ci sono figure di primo piano della politica USA,  come, i Clinton e suoi accoliti come i fratelli Podesta che dirigono la macchina del partito Dem USA,  "artisti" come Marina Abramovic,  uomini d'affari , regnanti come il Principe Andrea d'Inghilterra ecc; e dietro di loro una lunga scia di bambini scomparsi usati nei loro festini pedo e pure nelle loro grasse ristorazioni , oltre a tutte le migliaia di bimbi scomparsi vi sono centinaia di investigatori morti o scomparsi , sia tra i giornalisti d'inchiesta che tra tutti coloro che denunciavano apertamente questo traffico di bambini ... Epstein è la punta di un iceberg che speriamo venga scalzato ed eliminato dal Potus, speriamo vivamente che ponga fine a questa mattanza degli innocenti che arresti i responsabili e condanni a morte tutti questi maledetti pedofili ovunque essi siano o si nascondano. #SaDefenza


La Truth Factory è tornata con un corso di aggiornamento sulle reti di pedofili che controllano così tante persone al potere.

La mafia della pedofilia a Hollywood è così pervasiva, che alcuni si riferiscono a tutto il settore come "Pedowood". Tra i trasgressori di alto profilo figurano Tom Hanks, Steven Spielberg e Stephen Colbert.

Isaac Kappy, 42 anni, era attore e scrittore a Hollywood e ha trascorso l'ultimo anno della sua vita a sensibilizzare sulla pedofilia dilagante a Hollywood prima di trovalo morto lo scorso maggio sotto un cavalcavia sull'Interstate 40, solo pochi giorni dopo aver pubblicato un video in cui dichiara di non avere idee suicide.

The Truth Factory ha curato insieme i frenetici post dei video di Kappy, insieme alle dichiarazioni di Corey Feldman, Bella Thorne e altri bambini attori che recentemente hanno riferito di essere stati maltrattati durante l'infanzia. Feldman ha dichiarato pubblicamente che i peggiori maltrattatori di minori "Lavorano ancora, sono ancora liberi, e sono tra le persone più ricche e potenti in questo settore."

Ovviamente, i bambini disordinati non si limitano a Pedowood e The Truth Factory ci ricorda l'ex presidente della Camera, Dennis Hastert,  condannato come stupratore in serie di bambini, è stato recentemente rilasciato dopo una lieve pena detentiva di 13 mesi. Si potrebbe legittimamente chiedere come un allenatore di wrestling pedofilo, come Hastert, sia potuto diventato membro del Congresso, e addirittura al  terzo ufficio più alto in grado del governo degli Stati Uniti?

Le accuse del giro di pedofilia a Washington si esauriscono nella pizzeria Comet Ping Pong di proprietà di James Alefantis, ex amante dell'uomo di punta di Soros, David Brock è stato urlato fosse una Fake News, ma rimangono le prove lampanti sul riciclaggio di denaro tramite i numerosi piccoli ristoranti di Alefantis, esistono i report dettagliati di The Truth Factory.

WikiLeaks ha rivelato come la Clinton Foundation di Haiti è intervenuta nel caso di Laura Silsby, che  è stata arrestata due volte per traffico umano con fini pedofili per un totale di oltre 70 bambini attraverso i confini di stato.

Dopo aver scontato una condanna molto lieve di 13 mesi, Silsby ha ottenuto un lavoro di comodo (e ironia della sorte) presso AlertSense, una società che fornisce tecnologia per Amber Alerts (America's Missing: Broadcast Emergency Response), che tratta  il  rapimento di minori e un sistema di risposta di emergenza FEMA.



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mercoledì 9 ottobre 2019

11 SETTEMBRE 2001: ANCORA UNA COSPIRAZIONE "TIN FOIL HAT"?

11 SETTEMBRE 2001: ANCORA UNA COSPIRAZIONE "TIN FOIL HAT"?


Whitney Webb
mintpressnews
Sa Defenza 

I lavoratori usano torce mentre sgombrano il sito degli attacchi dell'11 settembre al World Trade Center di New York, il 23 gennaio 2002. Richard Drew | AP

Più americani si interrogano sulla storia ufficiale dell'11 settembre e vedono le nuove prove che contraddicono la narrativa ufficiale

Le prove continuano a sostenere che la  narrativa ufficiale 
sull'11 settembre,  è una narrativa irrazionale,  e diventa sempre più chiaro che i media sono impegnati più ad impedire che a svelare le domande legittime che su quel giorno  ricevano l'attenzione e le risposte che meritano.



Oggi l'evento che ha definito la politica estera degli Stati Uniti nel 21° secolo, che ha segnato la distruzione di interi paesi, si trasforma. Gli eventi del 11 Settembre 2001 rimangono impressi nella memoria di americani e molti altri, come una tragedia collettiva ciò ha unito gli americani e ha portato anche una decisione generale tra loro che i responsabili fossero assicurati alla giustizia.

Mentre gli eventi di quel giorno unirono gli americani in questi modi per un certo tempo, le diverse traiettorie del funzionario relative alle indagini indipendenti sugli attacchi dell'11 settembre hanno spesso portato alla divisione negli anni dal 2001, con attacchi viziosi o licenziamento definitivo contro quest'ultimo.

Tuttavia, in 18 anni vanno e vengono - e  gli instancabili sforzi delle famiglie delle vittime, dei primi soccorritori, scienziati e ingegneri - la tendenza sembra cambiare, mentre continuano a emergere nuove prove e vengono fatte nuove indagini. Tuttavia, i media corporate americani sono rimasti in gran parte silenziosi, preferendo ignorare i nuovi sviluppi che potrebbero far deragliare la "storia ufficiale" di uno degli attacchi più iconici e devastanti che si siano mai verificati sul suolo americano.



Ad esempio, a fine luglio, i commissari sull'11 settembre, di un Corpo de Vigili del Fuoco della zona di New York, che ha risposto agli attacchi e  ha perso uno di loro proprio quel giorno, hanno chiesto una nuova indagine sugli eventi dell'11 settembre. Il 24 luglio, il consiglio dei commissari per Franklin Square e Munson Fire District, che servono una popolazione di circa 30.000 abitanti vicino al Queens, hanno votato all'unanimità nella loro richiesta di una nuova indagine sugli attacchi.

Mentre la richiesta di una nuova indagine da parte dei vigili del fuoco di New York coinvolti nello sforzo di salvataggio sembrerebbe normalmente degna di nota per i media che spesso convocano gli americani per "non dimenticare mai", la richiesta dei commissari per una nuova indagine è stata accolta con totale silenzio dal media mainstream. Il probabile motivo della mancanza di copertura su un voto altrimenti degno di nota era probabilmente dovuto al fatto che la risoluzione che chiedeva la nuova indagine conteneva la seguente clausola:

"Considerando che, le prove schiaccianti presentate in detta petizione dimostrano oltre ogni dubbio che esplosivi e / o incendiari erano pre-piantati - non solo aerei e  incendi conseguenti - hanno causato la distruzione dei tre edifici del World Trade Center, uccidendo la stragrande maggioranza delle vittime che è morto quel giorno; "

Nel mondo post 11 settembre, coloro che hanno avanzato tali affermazioni, indipendentemente da quanto possano essere fondate le loro affermazioni, sono stati spesso derisi e attaccati come "teorici della cospirazione" per aver messo in dubbio le affermazioni ufficiali secondo cui i tre edifici del World Trade Center  è crollato l'11 settembre non per un qualsiasi motivo ma per quello di essere stato colpito dagli aerei e dagli incendi risultanti. Tuttavia, è molto più difficile lanciare questi stessi attacchi contro membri dei vigili del fuoco che hanno perso un pompiere l'11 settembre e molti dei quali membri sono stati coinvolti nelle operazioni di salvataggio di quel giorno, e di cui alcuni continuano a soffrire di malattie croniche come risultato.



I soccorritori si arrampicano su mucchi di macerie al World Trade Center di New York, 13 settembre 2001. Beth A. Keizer | AP

Un'altra probabile ragione per cui i
 media hanno evitato monoliticamente la copertura del voto era perché preoccupati che avrebbero indotto un maggior numero di vigili del fuoco ad approvare risoluzioni simili, il che avrebbe reso più difficile a tali notizie evitare di avere la copertura nazionale. Tuttavia, il commissario Christopher Gioia, che ha redatto e presentato la risoluzione, ha dichiarato ai presenti alla conclusione della riunione che comunque tutti i distretti antincendio di New York erano a bordo ed era il loro piano.


"Siamo una comunità affiatata e non dimentichiamo mai i nostri fratelli e sorelle caduti. Faresti meglio a credere che quando l'intero corpo dei vigili del fuoco dello Stato di New York sarà a bordo, saremo una forza inarrestabile ", ha detto Gioia. "Siamo stati i primi vigili del fuoco a approvare questa risoluzione. Non saremo gli ultimi ", ha aggiunto.

Mettere in discussione le conclusioni ufficiali della prima indagine federale sull'11 settembre è stato trattato come un tabù nel panorama dei media americani per anni, vale la pena notare che anche coloro che hanno guidato la commissione hanno affermato che l'indagine è stata "avviata al fallimento" fin dall'inizio e che furono ripetutamente fuorviati dalle menzogne dei funzionari federali in relazione agli eventi di quel giorno.

Ad esempio, il presidente e il vicepresidente della Commissione sull'11 settembre, Thomas Kean e Lee Hamilton, hanno scritto nel loro libro 
Without Precedent che non solo la commissione era affamata di fondi e i suoi poteri di indagine stranamente limitati, ma che erano ostruiti e sono stati apertamente citati da alti funzionari di stato e funzionari del Pentagono presso la Federal Aviation Authority (FAA). Loro e altri commissari hanno affermato chiaramente che il rapporto "ufficiale" sugli attacchi è incompleto, imperfetto e incapace di rispondere alle domande chiave sugli attacchi terroristici.

Nonostante l'incapacità dei media corporate americani di riportare questi fatti, gli organi legislativi locali di New York, a partire dai distretti antincendio che hanno perso i loro cari e amici quel giorno, stanno aprendo la strada nella ricerca per risposte reali che persino quelli che hanno scritto il " storia ufficiale "dicono che sono state deliberatamente tenute lontano da loro.


Prove scientifiche persuasive continuano ad arrivare


Non molto tempo dopo che Franklin Square e Munson Fire District avevano richiesto una nuova indagine sull'11 settembre, uno studio universitario rivoluzionario ha aggiunto ancora più peso alla richiesta dei commissari di dare una nuova occhiata alle prove riguardanti il ​​crollo del complesso dei tre edifici al World Trade Center. Mentre la maggior parte degli americani sa perfettamente che le torri gemelle sono crollate l'11 settembre, meno sono consapevoli che anche un terzo edificio - World Trade Center Building 7 - è crollato. Quel crollo è avvenuto sette ore dopo la caduta delle torri gemelle, anche se il WTC 7, o "Edificio 7", non è mai stato colpito da un aereo.

Non è stato fino a quasi due mesi dopo il suo crollo che i 
rapporti hanno rivelato che la CIA aveva un "ufficio segreto" nel WTC 7 e che, dopo la distruzione dell'edificio, "una squadra speciale della CIA ha perlustrato le macerie in cerca di documenti segreti e rapporti di intelligence archiviati nella stazione, su supporto cartaceo o informatico." Il WTC 7 ospitava anche uffici per il Dipartimento della Difesa, il Servizio Segreto, l'ufficio del Sindaco di New York per la gestione delle emergenze e la banca Salomon Brothers. Anche se la storia ufficiale del crollo del WTC 7 cita "incendi di edifici incontrollati" che hanno portato alla distruzione dell'edificio, la maggior parte degli americani che ha visto il filmato della torre di 47 piani scendere da quattro diverse angolazioni respinge in modo schiacciante la storia ufficiale, basato su un nuovo sondaggio condotto da YouGov per conto di Architects &Engineers for 9/11 Truth e pubblicato lunedì.




Fonte | Architects & Engineers for 9/11 Truth



Quel sondaggio ha rilevato che il 52 percento di coloro che hanno visto il filmato erano sicuri o sospettavano che la caduta dell'edificio fosse dovuta a esplosivi e che fosse una demolizione controllata, con il 27 percento che affermava di non sapere cosa farne del filmato. Solo il 21% degli intervistati concorda con la storia ufficiale secondo cui l'edificio è crollato a causa dei soli incendi. Prima di vedere il filmato, il 36 percento degli intervistati ha dichiarato di non essere a conoscenza del fatto che un terzo edificio è crollato l'11 settembre e oltre il 67 percento non è stato in grado di nominare l'edificio che era crollato.
Ted Walter, direttore della strategia e dello sviluppo di architetti e ingegneri per la verità sull'11 settembre, ha detto a MintPress che la mancanza di consapevolezza del WTC 7 presso il grande pubblico "dimostra che i media mainstream non sono riusciti a informare il popolo americano sui fatti di base relativi all'11 settembre". In qualsiasi altro giorno nella storia, se un grattacielo di 47 piani cadesse sulla sua impronta a causa di "incendi negli uffici", tutti nel paese ne avrebbero sentito parlare. "


Il fatto che i media abbiano scelto di non coprire questo, ha affermato Walter, dimostra che "i media mainstream e l'establishment politico vivono in un universo alternativo e il resto del pubblico americano vive in un universo diverso e risponde a ciò che vede di fronte di loro ", come si evince dai risultati del recente sondaggio YouGov.

Un'altra scoperta significativa del sondaggio YouGov è stata che il 48 percento degli intervistati ha sostenuto, mentre solo il 15 percento si è opposto, una nuova indagine sugli eventi dell'11 settembre. Ciò dimostra che non solo è stata la recente richiesta del Franklin Square Fire District di una nuova indagine in linea con l'opinione pubblica americana, ma la visione delle riprese del crollo del WTC 7 solleva più domande che risposte per molti americani, domande che non sono state adeguatamente affrontate dalle indagini ufficiali della Commissione sull'11 settembre.

Gli americani  hanno ritenuto che le riprese video del crollo del WTC 7 non si adatta alla narrazione ufficiale e sembrava mostrare una demolizione controllata ora hanno più prove scientifiche su cui ripiegare dopo che il rilascio di un nuovo studio universitario ha scoperto che l'edificio non è crollato a causa di un incendio ma "dal cedimento quasi simultaneo di ogni colonna dell'edificio". L'ampio studio di quattro anni è stato condotto dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università dell'Alaska e ha utilizzato complessi modelli computerizzati per determinare se l'edificio è stato davvero il primo grattacielo con struttura in acciaio ad essere crollato a causa dei soli incendi degli uffici.

Lo studio, attualmente disponibile come 
bozza , ha concluso che "gli incendi dell'edificio incontrollati" non hanno portato l'edificio a crollare su se stesso sulla sua stess base - facendo precipitare più di 100 piedi al tasso di caduta libera per gravità di 2,5 secondi di crollo in sette secondi - come è stato affermato ufficialmente. Invece, lo studio - scritto dal Dr. J. Leroy Hulsey, dal Dr. Feng Xiao e dal Dr. Zhili Quan - ha scoperto che "il fuoco non ha causato il crollo del WTC 7 l'11 / 9, contrariamente alle conclusioni del NIST [National Institute di standard e tecnologia] e società di ingegneria private che hanno studiato il crollo ", pur concludendo" che il crollo del WTC 7 è stato un cedimento globale [cioè completo] e ha comportato il crollo quasi simultaneo di ogni colonna dell'edificio ".

Questo "fallimento quasi simultaneo di ogni colonna" nel WTC 7 suggerisce fortemente che gli esplosivi sono stati coinvolti nel suo crollo, che è ulteriormente supportato dalle dichiarazioni rilasciate da Barry Jennings, l'allora vicedirettore del dipartimento dei servizi di emergenza per l'edilizia abitativa di New York City Autorità.  Jennings ha detto a un giornalista il giorno dell'attacco che lui e Michael Hess, allora consigliere della Corporation di New York City, avevano sentito e visto esplosioni nel WTC 7 diverse ore prima del suo crollo e in seguito hanno ripetuto quelle affermazioni al regista Dylan Avery. I primi soccorritori che hanno aiutato a salvare Jennings e Hess hanno affermato di aver sentito esplosioni nel WTC 7. Jennings è morto nel 2008, due giorni prima della pubblicazione del rapporto ufficiale del NIST che incolpa gli incendi del crollo del WTC 7. Ad oggi, non è stata data ancora nessuna causa ufficiale sulla morte per Jennings.

Ancora "pazzi" dopo tutti questi anni?

Diciotto anni dopo gli attacchi dell'11 settembre, mettere in discussione la narrativa ufficiale del governo sugli eventi di quei giorni è ancora un tabù per molti, poiché il semplice porre domande o chiedere una nuova indagine su uno degli eventi più importanti della recente storia americana spesso porta a derisione e licenziamento.

Eppure, questo anniversario dell'11 settembre - con un nuovo studio che demolisce la narrativa ufficiale sul WTC 7, e un nuovo sondaggio che mostra che più della metà degli americani dubita della narrazione del governo sul WTC 7 e con i Vigili del Fuoco che hanno risposto  chiedendo una nuova indagine  sull'11 settembre - si è ancora "pazzi" perché scettici sulla storia ufficiale?


I pompieri rimuovono i resti fumanti del 7 World Trade Center martedì 18 settembre 2001 a New York. Ryan Remiorz | AP

Anche negli anni passati, porre domande difficili sull'11 settembre era ancora considerato "
off limits", spesso erano i primi soccorritori, i sopravvissuti e le famiglie delle vittime a porre il maggior numero di domande su ciò che era realmente accaduto quel giorno e che avevano condotto indagini alla ricerca della verità per quasi due decenni - non i "teorici della cospirazione" , come molti hanno affermato.

L'unico motivo per cui rimane tabù porre domande sulla narrativa ufficiale, i cui gli stessi autori ammettono che è sia imperfetto che incompleto, è che le forze dominanti nei media americani e il governo degli Stati Uniti hanno convinto con successo molti americani che farlo non è solo pericoloso ma irrazionale e non americano


Tuttavia, poiché le prove continuano a sostenere che la stessa narrativa ufficiale è narrativa irrazionale, diventa sempre più chiaro che il motivo di questa campagna mediatica è impedire alle domande legittime su quel giorno di avere l'attenzione che meritano, al punto di gettare discredito e fango sulle famiglie delle vittime e sui malati primi soccorritori. Per troppo tempo, "Never Forget" (non dimenticare mai)  è stato quasi sinonimo di "Never Question" (non chiedere mai). 

Tuttavia, il non riuscire a porre queste domande - anche quando più americani che mai sono a favore di una nuova indagine  scartando la spiegazione ufficiale del crollo del WTC 7 - è divenuta l'ultima ingiustizia, non solo per coloro che sono morti a New York l'11 settembre, ma anche per quelli che sono stati uccisi in loro nome negli anni che seguirono.





Whitney Webb è una giornalista di MintPress News con sede in Cile. Ha contribuito a diversi media indipendenti tra cui Global Research, EcoWatch, Ron Paul Institute e 21st Century Wire, tra gli altri. Ha fatto diverse apparizioni radiofoniche e televisive ed è la vincitrice nel 2019 del Serena Shim Award per l'integrità senza compromessi nel giornalismo.
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martedì 8 ottobre 2019

STEVE PIECZENIK: COSPIRAZIONI, COLPI DI STATO E TENTATIVI DI COLPI DI STATO

STEVE PIECZENIK: COSPIRAZIONI, COLPI DI STATO E TENTATIVI DI COLPI DI STATO



CONFERMATO COLPO DI STATO CIA

Il Dr. Steve Pieczenik è il figlio dei sopravvissuti dell'Olocausto, con una laurea in Psichiatria e Relazioni Internazionali da Harvard, Cornell e MIT. Ha lavorato come viceministro aggiunto aggiunto sotto Henry Kissinger, Cyrus Vance e James Baker e ha collaborato a due serie di libri di successo con il romanziere di spionaggio, Tom Clancy.

Il dott. Pieczenik pubblica di tanto in tanto i suoi approfondimenti, ma ultimamente ha pubblicato tutti i giorni. Il 30, aveva da dire queste cose:

"Voglio parlare del fatto che il colpo di stato della CIA è stato confermato, 1) da fonti che non posso menzionare, all'interno della comunità dell'intelligence e il secondo è del Dr. Rand Paul, che come me è un medico che ha prestato servizio militare. Ha chiarito in una delle sue brochure e dichiarazioni di rendiconto che si trattava di un colpo di stato della CIA.

"Ora, di cosa stiamo parlando? Numero uno, stiamo parlando del capo del Comitato di Intelligence della Camera, Adam Schiff, un membro del Congresso di Los Angeles, che ha assunto la posizione che avrebbe avuto Henry Waxman - c'è stato un trasferimento di potere da un membro del Congresso molto intelligente e capace , come Waxman a qualcuno che era altamente compromesso

“Quindi, quando fai un colpo di stato militare o un colpo di stato della CIA, ciò di cui hai bisogno è una persona altamente compromessa. Bene, cosa ha fatto Adam Schiff di compromesso? Numero uno, ha preso soldi dal signor Igor Pasternak in Ucraina, nel 2013 e in seguito, in un altro anno, ha preso centinaia di migliaia di dollari per finanziare la sua campagna elettorale.

“Quindi, abbiamo corrotto un oligarca ucraino. Numero due - e questo è stato confermato - Adam Schiff è stato catturato in un giro del traffico pedofilo, da qualche parte a Los Angeles  era allo Standard Hotel, gestito dalla signora Abramovic , che apparentemente pratica rituali satanici - ma la parte più importante è che è stato fortemente compromesso.

“Quando hai qualcuno che è altamente compromesso e non è così brillante, certamente non brillante come Waxman, hai qualcuno che puoi manipolare.

"Bene, chi lo manipolerebbe? Il numero uno, ovviamente, è il direttore della CIA. Ora, Gina Haspel, che non ha detto una parola ma, come ho detto prima, la CIA è una "organizzazione esclusa", il che significa che puoi sparare a piacimento. Dal 40 al 50 percento degli agenti e degli analisti della CIA sono tutti esternalizzati, quindi non c'è problema a licenziarli.

"Poi, abbiamo avuto Mike Morrell, che ha chiarito che Trump non è adatto per essere un presidente. Era DCI. Avevamo John Brennan, "Catholics In Action". Dichiarò che Trump era un disastro e un traditore. Quindi, abbiamo avuto Clapper, DNI, che ha dichiarato che Trump non andava bene e che non avremmo mai dovuto averlo come presidente. Poi, abbiamo avuto l'FBI, Comey, che è entrato e ha fatto tutti i tipi di bravate, ma ha anche dichiarato che Trump non era in forma.

"Allora, cosa abbiamo qui? Abbiamo un pasticcio ucraino che è stato creato nientemeno che dal braccio destro di Mitt Romney, Joseph Black, uno dei grandi agenti della CIA - che, tra l'altro, è stato coinvolto nell'11 settembre e nella falsa bandiera mentre era vicepresidente di Blackwater. Non è interessante?

"Questo è un Gruppo [mercenario] Hessian , finanziato da Erik Prince, che è stato espulso dagli Stati Uniti e ha dovuto recarsi a Dubai e negli Emirati Arabi Uniti per creare un altro gruppo mercenario.

"Quindi quello che abbiamo qui sono un sacco di collusioni tra ex agenti della CIA, agenti dell'FBI e quello che la vostra gente chiamerà" Deep State ", anche se il Deep State per me è molto più profondo di quanto si possa immaginare. Ha a che fare con altri membri delle altre 15 organizzazioni di intelligence, che sono molto più efficaci della CIA. Non devo occuparmene, ma ovviamente, ho già detto in precedenza, Defense Intelligence Agency, Military Intelligence G2 - i quali tutti avrebbero risposto e sono fedeli al Presidente degli Stati Uniti o, cosa più importante, alla Costituzione.

"Quindi, quello che abbiamo, ecco Hunter Biden. Non solo è inefficace e stupido come suo padre, Joe Biden, che aveva detto di avere un aneurisma, è demenziale, clinicamente demenziale, ora e Joe Biden ha una storia di plagio, per tutta la sua vita, mentendo e confabulando.

"Ora abbiamo Hunter Biden che è anche inefficace - e tra l'altro era anche corrotto oltre a essere stato espulso dalla Naval Reserve per, indovinate un pò, dipendenza da cocaina. Quindi, abbiamo un Joe Biden e Hunter Biden inefficaci e corrotti. Lascia che ti dia una citazione che dice quanto segue, ne "Il padrino".

"Abbiamo detto: 'Tieni i tuoi nemici vicini e i tuoi amici più vicini.' (sic?) Beh, questo è davvero il mio modo di vedere, ma il punto di fatto, qui è che quando questo colpo di stato è stato avviato - ed è in pieno vigore ora - vedrai persone come me e altri che sono nel settore del contro-colpo di stato impegnati a smontarlo.

"Grazie e buona notte."


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