Inchiesta 'Ndrangheta a Salerno: Caro De Luca, lo sai chi davvero comanda?
Magistrati corrotti
Come abbiamo avuto modo di vedere, i presupposti fondamentali della presenza della 'Ndrangheta sono confermati, e da diversi anni. Inutile parlare dunque di ''camorra'' o di ''clan del salernitano'' senza focalizzarli in un'ottica di più ampio respiro e che riguardi la mafia italiana più importante e possente in Europa, quella che ogni anno fattura 45 miliardi di euro e che detiene l'esclusiva con i narcos colombiani per l'importazione di cocaina in Europa.
Se ancor oggi non si parla di 'Ndrangheta, non dobbiamo meravigliarci. Come su espresso, la presenza di una magistratura collusa e deviata, probabilmente appartenente alla massoneria, è una delle caratteristiche fondamentali della 'Ndrangheta, senza la quale non potrebbe affermarsi ed operare.
Veniamo ora al dunque: abbiamo avuto casi di corruzione nel mondo della magistratura salernitana? La risposta non può essere che affermativa.
Nel maggio del 2019 detona il famoso scandalo delle ''mozzarelle''.
Un gruppo di giudici, di concerto con alcuni imprenditori, in cambio di alcune ''mozzarelle'', nome in codice per indicare le tangenti, venivano pagati per aggiustare dei processi. Gli indagati che hanno confessato nell'immediato son stati ben 14, con altri 7 che sono seguiti nel corso nelle indagini. Leggiamo dal sito Punto Agro News:
Ma ciò che più sconvolge - come era già di per sé logico ipotizzare - è che non si tratta di un caso isolato:
Spaccio e forze dell'ordine colluse
Ripetiamo: se vi è 'Ndrangheta vi sono forze dell'ordine corrotte e magistratura massonica deviata.
Tanto per non essere da meno, ritorniamo al luglio del 2017.
I Carabinieri del comando Provinciale di Salerno, a seguito di alcuni indagini, scoprono e smantellano una rete di spaccio composta da un sodalizio attivo tra Napoli e Salerno, che si occupava di rifornire le piazze di hashish ed eroina, servendosi della collusione di un carabiniere.
Le indagini partono nel dicembre del 2015, guarda caso anno delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Titta, a seguito dall'omicidio di Massimiliano Nastri, il quale, stando agli inquirenti, avrebbe cercato di sfidare il monopolio dei capi spaccio, venendo per tali ragioni assassinato.
Il record mondiale dello smercio di droga appartiene a Salerno
Nel dicembre del 2019 un sottomarino artigianale dei narcos, a causa di un'avaria interna, viene rintracciato dalle forze dell'ordine portoghesi e spagnole. Al suo interno vengono ritrovati 152 pacchi di cocaina, per un peso complessivo di 3 tonnellate.
Roberto Pannunzi, nel corso della sua mirabolante carriera di broker - sponda tra i narcos e le organizzazioni mafiose in Europa - arrivava a contrattare l'invio, anch'egli, un massimo di 3 tonnellate di cocaina a commessa. Pannunzi è stato definito il piu' grande broker della storia, il ''Pablo Escobar italiano''.
Il 1' luglio del corrente anno, battendo i record dei più abili trafficante della storia del crimine mondiale, a Salerno giungono - in una sola volta! - ben 14 tonnellate di metanfetamine prodotte dallo Stato Islamico. Una novità, sia in termini di quantità che di importanza di spedizione. Il carico, infatti, ha un valore di 1 miliardi di euro.
La domanda che dovrebbero porsi gli inquirenti è: ''Chi ha dato l'ordine di inviare il container a Salerno? E chi è in grado di organizzare una simile spedizione?'' La risposta è ovvia: la 'Ndrangheta.
Essendo la padrona ufficiosa del Porto di Gioia Tauro e la detentrice dell'esclusiva per l'importazione di cocaina in Europa, chi mai potrebbe? Ma ancora nessuno ha il coraggio di pronunciare la parola 'Ndrangheta nel Salernitano, nemmeno De Luca.
Vuoi vedere che vi è ancora qualcuno che non riesce a vedere quello che sta accadendo? O semplicemente vi sono collusi?
******
Traffico
internazionale di stupefacenti, estorsioni, corruzione di pubblici
impiegati, collusione di avvocati compiacenti, immigrazione
irregolare, prostituzione e compra vendite di sentenze.
Napoli?
Torino? Milano? No, Salerno. Un città attualmente nelle mani della
'Ndrangheta.
L'esistenza
di un polo universitario di primaria
importanza per il sud Italia; la presenza di un porto secondo solo a quello di Gioia Tauro; l'assenza totale di criminalità organizzata locale(i clan autoctoni
sono stati decimati dalle indagini); la costruzione e l'apertura di
attività ristorative in blocco perfettamente uguali; l'incremento di
immigrati irregolari di origine africana dediti allo spaccio; traffico internazionale di auto di lusso e rifiuti: tutti sintomi
dell'inconfutabile infiltrazione della 'Ndrangheta nella
provincia di Salerno.
Esagerazioni?
Complotti? Assolutamente, no. Poiché a sostenerlo non è solo l'autore di
queste righe, ma esponenti di primo piano delle forze dell'ordine e del mondo dell'antimafia.
Il
primo pentito e la trasformazione di Salerno
Il
collaboratore di giustizia Antonio Femia, detto Titta, nel lontano 2015 riferisce agli inquirenti di Reggio Calabria ciò che da tempo
già si conosce, ma che pochi hanno il coraggio - addirittura - di
rivelare a mezzo stampa: il porto di Salerno rappresenta lo scalo
numero due, a livello di importanza, per l'immissione di cocaina e
per i traffici continentali europei. Il numero uno? Quello di Gioia
Tauro, d'esclusiva proprietà della 'Ndrangheta.
Dalle
dichiarazioni del collaboratore di giustizia Titta ad oggi poco è
cambiato. Eppure, la conformazione della città di Salerno è
irreversibilmente mutata.
Da
quando il porto ha aumentato il numero di spedizioni ed il regime di
lavoro, parallelamente sono comparsi i primi immigrati nigeriani
attivi nello spaccio di droga, addirittura in pieno lungo mare. L'apparizione dei primi spacciatori nord africani coincide con l'acquisto
massiccio di attività di ristorazione, a cui è seguito uno strano
convergere di prezzi e servizi, livellati da una somiglianza
spaventosa, che nel concreto infrange le leggi della domanda e
dell'offerta e della competitività in tempi, e non, di crisi.
Salerno
si trasforma, senza turisti, in una città per turisti. Si riforma,
si costruisce, si importa, ma la città continua lentamente a morire,
e non bastano le luci di Salerno o qualche passeggiata per il corso a
risollevare l'economia di un agglomerato urbano che conta 130 mila e più
abitanti. E non serve nemmeno un genio per comprendere che Salerno è
diventata, stando così le cose, una lavatrice per ripulire capitali,
poiché nel deserto non crescono fiori se qualcuno non decide di
portarvi acqua.
'Ndrangheta
e immigrazione
Criminalità
nigeriana e 'Ndrangheta, da una decina di anni a questa parte,
costituiscono un connubio indissolubile nel nord Italia. Città come
Milano e Torino, senza dimenticare al Sud Castel Volturno e Mondragone,
rappresentano vere e proprie basi di smercio di immigrati irregolari provenienti dal centro nord Africa.
I flussi migratori, come evidenziano i rapporti antimafia della metà degli anni '90, costituiscono prerogativa della criminalità organizzata italiana e
turca, le quali non si limitano alla sola supervisione delle rotte,
ma all'immissione nei circuiti criminali della futura manovalanza a basso costo.
E' dalla crisi jugoslava, fino a giungere a quella albanese, che le
associazioni per delinquere sfruttano donne e uomini una volta giunti in territorio nazionale. E' stupido, dunque, far finta di non
vedere o di non capire che la storia oggi si ripete con gli sbarchi di
africani, in particolare di Nigeriani, che ben si prestano, in
ragione di un loro intrinseco razzismo contro l'occidente, a
delinquere con il favore delle organizzazioni criminali italiane (l'ideologia
della Black Axe e simili è quella della superiorità del nigeriano rispetto
sia all'occidente che a molti popoli dell'Africa medesima).
Abbiamo
per questo interi quartieri, come quello di Barriera di Milano a Torino, che sono completamente in mano alle organizzazioni criminali
Nigeriane, che da anni spacciano per conto di referenti, molto
probabilmente calabresi, egemoni, stando alle indagini, nelle
capitali del nord Italia.
Le
dichiarazioni di Titta, risalenti - le prime- al 2015, avrebbero dovuto innescare
un'attività di prevenzione da parte dello Stato, sia in termini di
stabilità sociale che in materia di trasparenza economica. Ciononostante, a nulla è servito ed il porto ha continuato
normalmente a ''lavorare''. Traffico dopo traffico. Container dopo
container.
Il
primo salernitano della 'Ndrangheta
Siamo
nel dicembre del 2018. Per la direzione nazionale e distrettuale
antimafia di Reggio Calabria non è festa, ma il regalo di Natale è bello che pronto.
Un blitz di livello internazionale, che coinvolge diversi paesi, tra cui
Germania, Olanda, Belgio e America Latina, porta alla scoperta di una
fitta rete di affiliati alla 'Ndrangheta, composta da capi cosca e
centri di interesse decisionali, tra cui spicca anche un salernitano
di 48 anni. Gli arresti sono in totale 90 e 70 le misure cautelari
predisposte.
Alcuni
giorni dopo la maxi operazione, tanto per ribadire la gravità della
situazione, il generale dei Carabinieri Giuseppe Governale,
ospite nella
sala Fadda, del convitto nazionale Tasso, dichiara senza mezzi
termini: «Mafia e camorra hanno subìto battute d’arresto sul
piano investigativo, meno la ‘Ndrangheta». L'appello
di Governale, come gli avvertimenti dello stesso Cafiero de Raho,
cadranno nel vuoto. E nessuno chiederà: ''Ma perché? A Salerno comanda la 'Ndrangheta?''.
L'operazione
Tortuga
L'esistenza
dell'onorata società, che di ''onorata'' ha ben poco, è stata dimostrata, anche se non ufficialmente, con la conclusione
dell'operazione Tortuga; operazione che ha portato alla scoperta
di una diffusa rete di corruzione e collusioni che ha riguardato il
personale doganale portuale ed alcuni personaggi del mondo delle
istituzioni: forze dell'ordine, firme dell'avvocatura salernitana e
campana, liberi professionisti. Leggiamo dal quotidiano online positanonews:
''L’operazione
Tortuga ha «smantellato» quasi per intero l’ufficio della Dogana
di Salerno coinvolgendo ben 17 funzionari (tra i quali il direttore
dell’epoca, Stefano Fasolino, e il funzionario delegato Felice
Pessolano), sei funzionari sanitari, ventidue spedizionieri, 10
operatori portuali, ma anche due avvocati penalisti, un dipendente
amministrativo dell’Ufficio Registri della procura di Salerno, un
militare della guardia di finanza, e dieci persone (in gran parte
imprenditori interessati alle agevolazioni). Sono complessivamente 69
i destinatari di misure restrittive, 87 gli indagati.''
''(...) Gli
indagati sono tutti residenti nelle province di Salerno, Napoli,
Caserta ed Avellino, dove ieri mattina sono state eseguite dai
finanzieri del Gruppo Salerno (agli ordini del colonnello Sebastiano
Barbato) anche 84 perquisizioni domiciliari. I reati contestati sono
diversi: peculato, corruzione per un atto contrario ai doveri
d’ufficio, abuso d’ufficio, rivelazione ed utilizzazione di
segreti d’ufficio, traffico di influenze illecite, omessa denuncia
di reato da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento, falsità
ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, accesso
abusivo ad un sistema informatico o telematico, ricettazione,
traffico Internazionale di rifiuti, contrabbando di tabacchi lavorati
esteri. Cento i capi di imputazione contestati a vario titolo a tutti
gli indagati.''
Il
traffico di auto internazionale. I contatti tra 'Ndrangheta, Turchia
e narcos
La 'Ndrangheta è una struttura criminale organizzata di rilevanza mondiale e di carattere federale. Ove vi è 'Ndrangheta vi sono contatti con criminalità turca, narcos colombiani, immigrati irregolari e 'ndrine del Canada(paese nel quale la 'Ndrangheta ha costituito una diretta proiezione del proprio io reggino, ma non autonoma rispetto alla cupola). Le collusioni di natura fisiologica, che rendono la 'Ndrangheta una potenza geopolitica di livello mondiale, sono tuttavia quelle con la magistratura/massoneria e le forze dell'ordine ''deviate''. Ove vi è 'Ndrangheta non può non esistere magistratura massonica e forze dell'ordine corrotte.
Il postulato appena enunciato si dimostra nella sua veridicità nel giugno del
2020, a seguito della scoperta di un traffico internazionale di auto di lusso, che toccava i seguenti paesi: Canada, Turchia, Libia, con
scali nei porti di Homs, Gioia Tauro e Salerno.
Come abbiamo avuto modo di vedere, i presupposti fondamentali della presenza della 'Ndrangheta sono confermati, e da diversi anni. Inutile parlare dunque di ''camorra'' o di ''clan del salernitano'' senza focalizzarli in un'ottica di più ampio respiro e che riguardi la mafia italiana più importante e possente in Europa, quella che ogni anno fattura 45 miliardi di euro e che detiene l'esclusiva con i narcos colombiani per l'importazione di cocaina in Europa.
Se ancor oggi non si parla di 'Ndrangheta, non dobbiamo meravigliarci. Come su espresso, la presenza di una magistratura collusa e deviata, probabilmente appartenente alla massoneria, è una delle caratteristiche fondamentali della 'Ndrangheta, senza la quale non potrebbe affermarsi ed operare.
Veniamo ora al dunque: abbiamo avuto casi di corruzione nel mondo della magistratura salernitana? La risposta non può essere che affermativa.
Nel maggio del 2019 detona il famoso scandalo delle ''mozzarelle''.
Un gruppo di giudici, di concerto con alcuni imprenditori, in cambio di alcune ''mozzarelle'', nome in codice per indicare le tangenti, venivano pagati per aggiustare dei processi. Gli indagati che hanno confessato nell'immediato son stati ben 14, con altri 7 che sono seguiti nel corso nelle indagini. Leggiamo dal sito Punto Agro News:
''Una
mazzetta da 10 mila euro per aggiustare una sentenza su un ricorso da
35 milioni di euro presentato da un imprenditore dell'Agro nocerino
sarnese. E' quanto emerge dall'inchiesta "Ground zero 2"
che ha portato in manette sette persone tra giudici tributari e
imprenditori delle province di Avellino e
Salerno. E' il prosieguo di una precedente inchiesta che aveva
portato agli arresti 14 persone sempre per corruzione in atti
giudiziari nell'ambito delle indagini sulla Commissione Tributaria di
Salerno.''
''(...)I protagonisti di tali vicende, mostrando un individualismo forsennato capace con il danaro di travolgere anche le garanzie minime di uno Stato democratico, sono portatori di rara delinquenza certamente da arginare con l'applicazione di misure cautelari". Così il Gip del Tribunale di Salerno Pietro Indinnimeo nell'ordinanza di custodia cautelare che dispone il carcere per sette indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle sentenze tributarie pilotate. Ordinanza di custodia cautelare che è stata notificata questa mattina dagli uomini della Guardia di Finanza di Salerno.''
Seguiamo con Repubblica:
''(...)Tra
gli arrestati compaiono anche un giudice tributario non togato, un
segretario della Commissione Tributaria Provinciale, un produttore
televisivo dell'Avellinese, altre quattro persone, tra cui
imprenditori e commercialisti della provincia. Tra i capi di accusa
vi sono la cancellazione di un debito con l'Erario di oltre 35
milioni di euro ottenuto da una società di Sarno; per un'altra
società di Angri, invece, l'indebito vantaggio ottenuto supererebbe
i cinque milioni; per una terza società avellinese, infine, la somma
contestata dal Fisco e annullata dai giudici raggiungerebbe quasi il
milione. Sale così a venti il numero complessivo di provvedimenti di
secondo grado, al centro dell'inchiesta, che sarebbero stati pilotati
dal 2016 a maggio di quest'anno.''
''Viste
le confessioni di molti degli indagati e l’acquisizione di nuove
elementi, la procura di Salerno continua le indagini.(...) Si sa che l’indagine si sta allargando. Del resto il Gip
del tribunale di Salerno aveva sottolineato, nell’ordinanza di
custodia cautelare a carico dei 14 indagati, che quello scoperto era
solo parte di un sistema corruttivo nella sezione salernitana della
commissione tributaria regionale.''
Spaccio e forze dell'ordine colluse
Ripetiamo: se vi è 'Ndrangheta vi sono forze dell'ordine corrotte e magistratura massonica deviata.
Tanto per non essere da meno, ritorniamo al luglio del 2017.
I Carabinieri del comando Provinciale di Salerno, a seguito di alcuni indagini, scoprono e smantellano una rete di spaccio composta da un sodalizio attivo tra Napoli e Salerno, che si occupava di rifornire le piazze di hashish ed eroina, servendosi della collusione di un carabiniere.
Le indagini partono nel dicembre del 2015, guarda caso anno delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Titta, a seguito dall'omicidio di Massimiliano Nastri, il quale, stando agli inquirenti, avrebbe cercato di sfidare il monopolio dei capi spaccio, venendo per tali ragioni assassinato.
Il record mondiale dello smercio di droga appartiene a Salerno
Nel dicembre del 2019 un sottomarino artigianale dei narcos, a causa di un'avaria interna, viene rintracciato dalle forze dell'ordine portoghesi e spagnole. Al suo interno vengono ritrovati 152 pacchi di cocaina, per un peso complessivo di 3 tonnellate.
Roberto Pannunzi, nel corso della sua mirabolante carriera di broker - sponda tra i narcos e le organizzazioni mafiose in Europa - arrivava a contrattare l'invio, anch'egli, un massimo di 3 tonnellate di cocaina a commessa. Pannunzi è stato definito il piu' grande broker della storia, il ''Pablo Escobar italiano''.
Il 1' luglio del corrente anno, battendo i record dei più abili trafficante della storia del crimine mondiale, a Salerno giungono - in una sola volta! - ben 14 tonnellate di metanfetamine prodotte dallo Stato Islamico. Una novità, sia in termini di quantità che di importanza di spedizione. Il carico, infatti, ha un valore di 1 miliardi di euro.
La domanda che dovrebbero porsi gli inquirenti è: ''Chi ha dato l'ordine di inviare il container a Salerno? E chi è in grado di organizzare una simile spedizione?'' La risposta è ovvia: la 'Ndrangheta.
Essendo la padrona ufficiosa del Porto di Gioia Tauro e la detentrice dell'esclusiva per l'importazione di cocaina in Europa, chi mai potrebbe? Ma ancora nessuno ha il coraggio di pronunciare la parola 'Ndrangheta nel Salernitano, nemmeno De Luca.
Vuoi vedere che vi è ancora qualcuno che non riesce a vedere quello che sta accadendo? O semplicemente vi sono collusi?
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