Valentina Sanna est una politica chi no tenit nudha de perdi e totu de guadangiai aintru de sa realidat indipendentista, poita est onesta, no ndi praxit cument si funt movius in sa casta de su PD sardu .
Sa Sanna at nau ca no cundividiat nudha de su chi at bistu aintru de cussu partidu (su PD) et at scerau de ndi bessiri a sa bell'e mellus dimostrndi d'essi femina sarda.
Beniennida Valentina, in s'area noa de su populu sardu...
Sa Defenza
Dopo l'addio al Pd Valentina Sanna sosterrà la Murgia
Giuseppe Meloni
www.unionesarda.it
Dopo l'addio al Pd Valentina Sanna sosterrà la Murgia
«Il progetto di Michela Murgia è anche il mio».
Dai vertici del Pd all'ignoto in meno di un mese: fino al 18 luglio Valentina Sanna era ancora la presidente dell'assemblea regionale dei democratici. Ora, dopo il clamoroso addio, l' endorsement per la candidata che unirà Progres a liste civiche non indipendentiste: «Michela - spiega lei - non propone l'indipendenza della Sardegna, ma la sua uscita dalla subalternità».
Sembrava che lei fosse comunque interessata a restare nel centrosinistra.«Uscendo dal Pd, ho rifiutato un sistema di potere che vale per tutto il centrosinistra. Le regole le fa il Pd. Io non sono riuscita a cambiarle dall'interno, e mi sono stancata di fare il criceto nella ruota, mentre spostavano sempre più in là il cambiamento».
Eppure alle primarie il Pd propone due nomi che provengono dagli enti locali, una donna... Non i soliti noti.«Non sono comunque nomi di rinnovamento. Francesca Barracciu poteva esserlo, se fosse stata una candidatura di rottura con l'apparato. Ma non è così, basta vedere chi c'è dietro».
Cosa la convince di Michela Murgia?«Intanto, mi convincono a non smettere di fare politica i tanti che ho sentiti dopo l'addio al Pd. C'è un pezzo di sinistra abbandonato, che vuole riporre fiducia in qualcosa di nuovo».
Ma lei non era indipendentista.«Non lo sono. Ma Michela è molto chiara su questo, il progetto va oltre. Ci si vuole assumere la responsabilità di dire cosa è meglio per l'Isola, nel confronto con il quadro normativo dello Stato. Nel Pd criticavo sempre il fatto che si decidesse tutto a Roma».
C'è chi dice che, se non è nato il Pd sardo, è perché lei non convocò l'assemblea sfidando il segretario Lai.«Non la convocavo proprio perché non si voleva discutere lo statuto del Pd sardo ma solo i criteri per le candidature, per un regolamento di conti».
Murgia ha detto: che vinca il Pd o il Pdl, è lo stesso. Condivide?«Non credo che il pensiero della sinistra sia uguale a quello della destra, ma il sistema in cui agiscono i due poli è lo stesso, ed è ciò che intendeva Michela. Moltissimi, nel Pd, non condividono le scelte dei loro dirigenti».
Che condizioni ha posto per l'accordo con Murgia, e cosa ha contrattato?«Nessuna condizione, non ho niente da chiedere per me, semmai molto da fare. Ma ho iniziato un cammino che mi sta facendo riscoprire l'entusiasmo».
Sa Sanna at nau ca no cundividiat nudha de su chi at bistu aintru de cussu partidu (su PD) et at scerau de ndi bessiri a sa bell'e mellus dimostrndi d'essi femina sarda.
Beniennida Valentina, in s'area noa de su populu sardu...
Sa Defenza
Dopo l'addio al Pd Valentina Sanna sosterrà la Murgia
Giuseppe Meloni
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Dopo l'addio al Pd Valentina Sanna sosterrà la Murgia
«Il progetto di Michela Murgia è anche il mio».
Dai vertici del Pd all'ignoto in meno di un mese: fino al 18 luglio Valentina Sanna era ancora la presidente dell'assemblea regionale dei democratici. Ora, dopo il clamoroso addio, l' endorsement per la candidata che unirà Progres a liste civiche non indipendentiste: «Michela - spiega lei - non propone l'indipendenza della Sardegna, ma la sua uscita dalla subalternità».
Sembrava che lei fosse comunque interessata a restare nel centrosinistra.«Uscendo dal Pd, ho rifiutato un sistema di potere che vale per tutto il centrosinistra. Le regole le fa il Pd. Io non sono riuscita a cambiarle dall'interno, e mi sono stancata di fare il criceto nella ruota, mentre spostavano sempre più in là il cambiamento».
Eppure alle primarie il Pd propone due nomi che provengono dagli enti locali, una donna... Non i soliti noti.«Non sono comunque nomi di rinnovamento. Francesca Barracciu poteva esserlo, se fosse stata una candidatura di rottura con l'apparato. Ma non è così, basta vedere chi c'è dietro».
Cosa la convince di Michela Murgia?«Intanto, mi convincono a non smettere di fare politica i tanti che ho sentiti dopo l'addio al Pd. C'è un pezzo di sinistra abbandonato, che vuole riporre fiducia in qualcosa di nuovo».
Ma lei non era indipendentista.«Non lo sono. Ma Michela è molto chiara su questo, il progetto va oltre. Ci si vuole assumere la responsabilità di dire cosa è meglio per l'Isola, nel confronto con il quadro normativo dello Stato. Nel Pd criticavo sempre il fatto che si decidesse tutto a Roma».
C'è chi dice che, se non è nato il Pd sardo, è perché lei non convocò l'assemblea sfidando il segretario Lai.«Non la convocavo proprio perché non si voleva discutere lo statuto del Pd sardo ma solo i criteri per le candidature, per un regolamento di conti».
Murgia ha detto: che vinca il Pd o il Pdl, è lo stesso. Condivide?«Non credo che il pensiero della sinistra sia uguale a quello della destra, ma il sistema in cui agiscono i due poli è lo stesso, ed è ciò che intendeva Michela. Moltissimi, nel Pd, non condividono le scelte dei loro dirigenti».
Che condizioni ha posto per l'accordo con Murgia, e cosa ha contrattato?«Nessuna condizione, non ho niente da chiedere per me, semmai molto da fare. Ma ho iniziato un cammino che mi sta facendo riscoprire l'entusiasmo».
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