Definisco "fare sistema ".
E' l'attuazione di azioni per le quali il mio impegno per il mio personale benessere, non intralcia, anzi, collabora, con altri soggetti che operano nel mio stesso campo di intervento.
Ho lavorato per lungo tempo in alcune cantine in Emilia e in Friuli, ebbene, quando un cliente cercava una certa tipologia di vino, e noi ne eravamo sforniti, ci facevamo in 4 per indicare altri produttori di quel vino, e altrettanto facevano loro, indicando la nostra azienda.
Questo vuol dire fare sistema, il progresso del singolo è il progresso della collettività.
Mettere tutte le eccellenze professionali al servizio di tutti, spendere tutti insieme, realizzare tutti insieme, evolvere tutti insieme.
Questo noi sardi non lo abbiamo ancora capito, e, vista la nostra predisposizione all'individualismo, penso che estirpare questa pratica irrazionale, sarà un tantino in salita. A volte preferiamo che un cliente vada via a mani vuote, piuttosto che favorire un altro sardo, che evidentemente consideriamo un nostro concorrente, piuttosto che un collaboratore per il settore che entrambi abbiamo scelto. Ma non ci arrendiamo a questa riprovevole usanza, proveremo comunque a variare questi concetti poco ortodossi.
Certo è che la nostra attitudine a cooperare, è ancestralmente assente, anche se il sardo, di fronte ad eventi umani eccezionali, come disastri ambientali e non, ha dimostrato grande altruismo e intelligenza.
Questo non avviene nel commercio, e nemmeno nel progresso tecnologico.
E' come se le varie figure professionali siano a tenuta stagna l'una con l'altra, non esiste collaborazione, piuttosto esiste quella forma penalizzante per tutti che si chiama gelosia reciproca. Quando poi si parla di innovatori, posso portare decine di esempi in agricoltura: chi ha la fortuna di aver coltivato in modo proficuo, un determinato, nuovo prodotto agricolo, l'anno successivo viene imitato da una miriade di altri coltivatori, che non fanno altro che intasare il mercato di quel determinato prodotto.
Questa non è intelligenza commerciale, è ottusità congenita.
Lo stesso avviene in ambiti sociologici e politici.
E se non fare sistema in ambiti economici e professionali, è penalizzante, rinunciare a voler fare sistema in ambiti sociologici o politici, è addirittura da imbecilli patentati.
Raggruppare dieci, venti, cinquanta mila sardi, per contrapporci ad aberrazioni del sistema italico che ci opprime, è impresa ardua, in effetti non si capisce perchè questo avviene.
Pressochè tutti abbiamo interesse a buttare fuori dall'isola i militari italiani, sfavorire imprese di grande commercio globalizzato, manifestare in opposizione alle tante leggi inique che vengono varate, eppure se non è il nostro schieramento ad aver organizzato una certa azione, siamo restii a parteciparvi.
Perchè?
Contrastare equitalia è justo per tutti.
Contrastare la agenzia delle entrate italiana è obbligatorio, mobilitarci per impedire l'ingresso nell'isola di scorie radioattive è vitalmente indispensabile per tutti, impedire la costruzione di mostri che insozzano il nostro ambiente naturale, è necessario, buttare fuori l'italia dalla sardegna, è storicamente inderogabile, perchè non collaboriamo tra noi, per una diffusa e sistematica decolonizzazione dal sistema italiano?
PERCHE' ?
Il periodo nel quale il Patriota Doddore da carcerato aveva bisogno della vicinanza di tutti i sardi è stato sintomatico, uno sparuto gruppo di Veri Sardi per molti giorni sotto le scalinate del potere giudicante del colonizzatore disgustati dal fatto che non solo i sardi, ma nemmeno gli indy davano supporto all'azione del Patriota Meloni.
Era più importante fare i flash-mob per i catalani €uropeisti che difendere la sardità di un popolo sonnolento.
Sarà questione di cultura che manca?
No cirkeisi atras arrexonis, ki no seus liberus esti poita no eusu scipiu difendi sa istoria e sa kultura nosta.
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