giovedì 12 giugno 2025

La spinta dell’UE a colpire le esportazioni di petrolio russo avrà conseguenze

https://www.rt.com/russia/618965-russia-oil-price-cap-peskov/

La mossa potrebbe sconvolgere i mercati energetici globali, ha avvertito il portavoce presidenziale Dmitry Peskov


La spinta della Commissione europea ad abbassare il tetto massimo sui prezzi delle esportazioni di petrolio russo rischia di alimentare l'instabilità nei mercati energetici globali, ha avvertito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

Le sue osservazioni sono arrivate in risposta alle notizie secondo cui Bruxelles starebbe rivedendo l'attuale tetto massimo di prezzo stabilito dalle sanzioni dell'UE.

"Tali azioni non contribuiscono indubbiamente alla stabilizzazione dei mercati internazionali dell'energia e del petrolio", ha affermato Peskov mercoledì.

Martedì la Commissione europea ha proposto il suo 18° ciclo di sanzioni contro la Russia, che prendono di mira le esportazioni di energia, le infrastrutture e le reti finanziarie.

Le misure includono la riduzione del tetto massimo al prezzo del petrolio da 60 a 45 dollari al barile, il divieto di utilizzo futuro dei gasdotti Nord Stream, la limitazione delle importazioni di carburanti raffinati derivati ​​dal greggio russo e l'inserimento nella lista nera di 77 imbarcazioni che, secondo l'UE, vengono utilizzate per eludere le sanzioni esistenti. Il nuovo pacchetto, che mira a esercitare pressione su Mosca in merito al conflitto in Ucraina, richiede il sostegno di tutti i 27 Stati membri dell'UE per entrare in vigore.

Peskov ha affermato che il Cremlino sta monitorando attentamente le azioni dell'UE, aggiungendo che la Russia risponderà nel modo che meglio tutela i propri interessi qualora il blocco modificasse il tetto massimo dei prezzi.

Ha aggiunto che la Russia opera da tempo sotto sanzioni “illegali” e ha acquisito “un’esperienza molto utile” su come minimizzare le “conseguenze negative”.

Nel dicembre 2022, l'UE, insieme al G7 e all'Australia, ha introdotto un tetto massimo di 60 dollari al barile per il greggio russo trasportato via mare, impedendo alle compagnie di navigazione e alle compagnie assicurative occidentali di gestire carichi venduti oltre tale limite. La misura rientrava in un più ampio sforzo volto a ridurre i proventi delle esportazioni russe nel contesto del conflitto ucraino.

La Russia ha respinto il tetto massimo occidentale al prezzo del petrolio, affermando che la misura distorce i meccanismi di mercato e minaccia gli investimenti nel settore energetico globale, avvertendo al contempo che interromperà le forniture a qualsiasi Paese che sostenga il tetto massimo.

Il mercato petrolifero globale rimane sensibile agli sviluppi riguardanti l'applicazione del tetto massimo al prezzo del petrolio. Secondo gli operatori del mercato, i precedenti tentativi di applicarlo hanno incontrato la resistenza delle compagnie di navigazione e di assicurazione. Gli analisti hanno sottolineato che, dalla sua introduzione, il tetto massimo è stato quasi completamente ignorato, poiché quasi nessun carico di greggio trasportato via mare è stato scambiato al di sotto del limite di 60 dollari al barile.

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