domenica 18 ottobre 2009

NO NUKE! UNA RISATA SARDONICA VI SEPPELLIRA!!



NON PERMETTIAMO DI RENDERE INVIVIBILE LA TERRA DEI NOSTRI FIGLI CHE DEVONO ANCORA NASCERE!!

25 OTTOBRE ORE 9,30 CAGLIARI


AL SIT-IN PIAZZA GIOVANNI XXIII

CI SAREMO MA LA COSA DA QUANTO CI RISULTA SARA' SOLO UN COMIZIO DI SIAMOVIVI SARDEGNA,

ESPRIMIAMO IL NOSTRO NO AL NUCLEARE ATTIVAMENTE

SENZA DELEGARE NESSUN ALTRO AL POSTO NOSTRO!

ABBIAMO DISDETTO LA MANIFESTAZIONE DI PIAZZA GARIBALDI ,
LA RIMADIAMO A DATA FUTURA ....

AFFERMIAMO IL NOSTRO SI ALLE

ENERGIE ALTERNATIVE NON

INVASIVE

lunedì 12 ottobre 2009

NO NUKE! UNA RISATA SARDONICA VI SEPPELLIRA!!



NON PERMETTIAMO DI RENDERE INVIVIBILE LA TERRA DEI NOSTRI FIGLI CHE DEVONO ANCORA NASCERE!!

25 OTTOBRE ORE 9,30 CAGLIARI

MANIFESTAZIONE ANTI NUCLEARE

PARTENZA PIAZZA GARIBALDI ED ARRIVO AL SIT-IN PIAZZA GIOVANNI XXIII


PA
RTECIPIAMO NUMEROSI,

ESPRIMIAMO IL NOSTRO NO AL NUCLEARE ATTIVAMENTE

SENZA DELEGARE NESSUN ALTRO AL POSTO NOSTRO!


AFFERMIAMO IL NOSTRO SI ALLE

ENERGIE ALTERNATIVE NON

INVASIVE



Il governo italiano hai in cantiere un programma nucleare per dare una risposta alla sete di risorse energetiche e alleviare la dipendeza dal petolio il cui prezzo e acresciuto notevolmente.
Si parla di dieci dodici centrali nucleari di cui una di queste sarebbe destinata in Sardegna.

A nostro parere la scelta del nucleare è di difficile realizzazione perchè non esiste ancora il nucleare sicuro, per l'alto costo costruttivo, e per il tempo di realizzazione degli impianti.. circa otto-dieci anni di tempo.

Inoltre:


Per rimpiazzare la chiusura delle centrali attive (per es. nel mondo ed in italia), molte delle quali hanno più di 40 anni e vanno smantellate, bisognerebbe mettere in opera 290 centrali nuove da qui al 2025: una ogni mese e mezzo fino al 2015, una ogni 18 giorni negli anni seguenti.

Questo ritmo incredibile fu in realtà tenuto, negli anni '80.
Ma oggi non più.
L'industria specializzata non rius cirebbe a rispondere ad una tale concentrata domanda.
Esiste una sola acciaieria al mondo capace di forgiare un pezzo essenziale del cuore del reattore, e sta in Giappone.

Collo di bottiglia ancora più grave: non esistono abbastanza tecnici e ingegneri del livello necessario non solo per costruire, ma per far funzionare e con trollare tante nuove centrali.
Dopo decenni di abbandono di questo settore, le competenze non sono state formate.
Entro il 2015, ben il 40% dei tecnici che operano nelle centrali francesi saranno andati in pensione. Solo l'8% dei di

pendenti del settore atomico ha meno di 32 anni.

Ed ecco adesso un altro problem a: chi finanzia queste grandi opere?
A causa della liberalizzazione del mercato dell'elettricità, gli investitori-speculatori privati considerano questi investimenti a rischio.
Troppo costosi (un reattore ultimo tipo, EPR, costa 3 miliardi di dollari), un investim ento a troppo lungo termine e con sorprese lungo il percorso (certificazioni, permessi di costruzione, referendum anti-nucleari come dopo Chernobyl, che imposero chiusure da panico con perdite rilevanti (fdf ). http://www.facebook.com/event.php?eid=167043420128&ref=mf
Si deve sapere:


Nessun operatore privato può co
stru ire un reattore nucleare se non può beneficiare di enormi sovvenzioni pubbliche, dirette e indirette.

Uno studio scientifico tedesco ha mess
o in evidenza un aumento del 117% delle leucemie infantili fino a 5 km attorno ad alcune centrali nucleari.

Per un euro investito, una maggiore efficacia energetica e le energie rinnovabili possono ottenere una riduzione dei gas a effetto serra fino a 11 volte più dell’energia nucleare.


Più fa caldo, meno risulta sicuro far funzionare i reattori nucleari: 1/4 del parco nucleare francese ha dovuto essere fermato nel 2003 a causa della canicola estiva.

Il clima cambia, la frequenza degli episodi di siccità aumenta. Ora, il nucleare utilizza 25.000 volte più acqua delle energie eolica e solare per produrre 1 kWh elettrico…

La Sardegna dal canto suo, sul fronte dell'energia oltre che subire i problemi generali che affliggono l'italia, patisce di un maggior costo dell'energia tanto che imprese sarde la pagano il 40% in più dei loro concorrenti e delle altre imprese italiote. Senza contare che non abbiamo neanche bisogno di produzione di energia . Infatti noi ne producimo 2000 MW al giorno, ne consumiamo 1200 MW e 800 MW vanno esportati.


Se la vita al nucleare avrà vita difficile in Italia è comunque certo, e da affrontare , il problema dello stoccaggio delle scorie nucleari delle centrali dismesse (ed eventualmente di quelle da costruire) dallo stato italiano. Scorie che irradiano contaminazioni per un tempo inaccetabile per il troppo lungo tempo di pericolosità che varia da 20mila a 50mila anni.

Noi sardi non abbiamo mai voluto ne vogliamo centrali nucleari sul nostro territorio
Quella produzione di energia dal nucleare non nasce dall'esigenza di erogare energia anche per la Sardegna che di fatto l'energia la esportava e la esporta, ma solo dal bisogno italiota di imporci siti di stoccaggio per le scorie nucleari loro..


NO ALL'ENERGIA NUCLEARE FONTE RADIOTTIVA TRAGICA PER TUTTA L'UMANITA'

martedì 22 settembre 2009

NUCLEARE «Territori scavalcati» Nessuno vuole l'atomo

ADERISCI ALLA MANIFESTAZIONE ANTINUCLEARE CHE SI TERRA' A CAGLIARI IL 25 OTTOBRE IN PIAZZA DEL CARMINE , LINK PER ADESIONE SU FACEBOOK :
http://www.facebook.com/event.php?eid=167043420128&ref=mf

Sono cinque le Regioni contrarie

Guglielmo Ragozzino
ilmanifesto.it
Una corsa contro il tempo. La legge 99 del 23 luglio 2009, su «Sviluppo, internazionalizzazione delle imprese ed energia», pubblicata il 31 luglio, poteva essere impugnata dalle Regioni entro due mesi. Trascorso il periodo, il governo avrebbe deciso in totale autonomia dove collocare le sue otto/dieci centrali nucleari, i famosi siti, oggetto di preoccupazioni dei cittadini. Non finirà così. Cinque Regioni: Calabria, Toscana, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna hanno impugnato la legge e nelle prossime ore altre lo faranno.
Nella dichiarazione di Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna che si è unito per ultimo alla lista dei ricorrenti compare il concetto di «intesa forte» che si deve stabilire tra Stato e Regione, nel rispetto del ruolo e della funzione di entrambi, in via preliminare a ogni autorizzazione. «Non è possibile che l'eventuale contrarietà di una Regione ad accogliere un impianto possa essere considerata alla stregua di un semplice parere non vincolante. Per questo abbiamo deciso il ricorso alla Corte». Iinsomma, in tema specifico nucleare l'Emilia Romagna non dice né sì né no. Gli ambientalisti avranno il loro da fare per orientare e convincere tutti.
Il governo ha fatto un errore di faciloneria. Si è fidato troppo della disattenzione delle ferie. Non ha tenuto conto della presenza delle associazioni ambientaliste, Wwf, Legambiente, Greenpeace che l'11 settembre hanno inviato una lettera di 12 righe ai presidenti de
lle Regioni e agli assessori all'Energia e all'Ambiente per ricordare loro che la legge avrebbe escluso i territori da loro amministrati dalla scelta dei siti; e che avrebbero anche dovuto sopportare l'affidamento a imprese private senza avere voce in capitolo, tranne un parere non vincolante in sede di Conferenza unificata Stato Regioni.
Il Governo aveva anche pensato di sondare il terreno con una serie di indiscrezioni sulle aree da utilizzare per le centrali e per la discarica finale delle scorie nucleari, facendo seguire a ogni indiscrezione una smentita. Pensava di causare sufficiente sconcerto, evitando contrasti da parte delle Regioni: seminare il dubbio e irridere alle preoccupazioni «immotivate», mettendo tutti contro tutti.
La sollecitazione degli ambientalisti conteneva due punti chiave: per legge, l'iter avrebbe scavalcato il «territorio», ridotta la possibilità d'informazione dei cittadini, rischiato di militarizzare gli impianti la cui localizzazione sarebbe stata decisa, prevedibilmente, nei fatti, da operatori privati. Con il secondo punto si richiamavano le Regioni a decidere rapidamente, perché i termini di un possibile ricorso da parte loro alla Corte costituzionale erano in scadenza. Comunque la pensassero, in ordi
ne alle centrali nucleari, toccava a esse Regioni il compito di tutelare la democrazia del paese e la trasparenza della procedura.
La decisione della Corte nel conflitto sollevato dalle Regioni non sarà presa in un lasso di tempo breve. Non, con tutta probab
ilità, prima delle elezioni regionali di primavera. Al momento del voto vi saranno candidati contrari al nucleare in Regione e altri favorevoli, oppure accusati - e questo sarà ancora peggio - di non avere aperto bocca, di non avere difeso il territorio con abbastanza coraggio. Ma si pensi al caso della Sardegna, dove si è già votato per le elezioni regionali. Nell'isola circolano le voci più feroci, riportate per esempio da La nuova Sardegna del 9 settembre. Partendo dal presupposto che la Sardegna è l'area più stabile dal punto di vista sismico, le si attribuiscono tre se non quattro centrali nucleari, tutte «quelle che il governo intende costruire, anche se poi bisognerebbe risolvere il problema del trasferimento dell'energia». ma come è ovvio la Sardegna, a partire dalla sua amministrazione regionale di destra, non accetta il ruolo di sfogo nucleare ed elettrico per tutta l'Italia continentale.

venerdì 4 settembre 2009

NO NUKE! ALLA GUERRA NUCLEARE SI RISPONDE CON LA NOSTRA RISATA SARDONICA !

.. Voglio ringraziare tutti/e voi che con il cuore vorreste eeserci ma con il corpo non potete .. grazie di cuore per il vostro pensiero.
grazie a chi si sta attivando,per esserci ed a chi forse parteciperà, ma anche un grazie di cuore anche a tutti ...coloro che purtroppo hanno scelto di non esserci..
Mi auguro che gli eventi che si stanno costruendo in ogni dove contro la più grande ingiustizia che si sta per adempiere sul nostro popolo non accada, e che la risposta si forte e chiara , NO ala NUCLEARE
.. non possiamo permettere che venga ipotecata la vita dei futuri popoli della nostra terra , i nostri pro pro nipoti che a motivo di un manipolo di pazzi che ragionano con il cazzo ed il viagra stanno portandoci al baratro...
Forza e determinazione sono le cose più care in questo momento di grave carestia di spirito della nostra amata Gaia..

LOTTARE per non MORIRE
OPPORSI PER NON IPOTECARE LA VITA FUTURA... CREDERE NELLA VITTORIA DELLA NOSTRA LOTTA PER VEDERE IL FUTURO REALIZZATO...


Su facebook ci trovate attivi come sempre e potete visitarci e sostenerci con inizaitiva e partecipazione:
http://www.facebook.com/home.php?ref=home#/event.php?eid=167043420128&ref=mf

La questione nucleare non ha solo ricadute negative di tipo ambientale e salutare ma anche di tipo economico, intorno si coagula una forte lobby dei costruttori edili e politicanti collusi, inoltre il braccio delle mafie dei subappalti, il giro di soldi come sappiamo è vertiginoso, e la speculazione oltre che finanziaria è sopratutto artefattamente ideologica, di convenienza per la società conoscendo i risvolti delle scorie eccetera, in effetti non ce ne sono punti, perciò alla loro ideologia modernistà e ssfruttatrice alla "prendi tutto e scappa" dobbiamo contraporre l'idea della salvaguardia delle generazioni future e di Madre Terra...

Per rimpiazzare la chiusura delle centrali attive, molte delle quali hanno più di 40 anni e vanno smantellate, bisognerebbe mettere in opera 290 centrali nuove da qui al 2025: una ogni mese e mezzo fino al 2015, una ogni 18 giorni negli anni seguenti.
Questo ritmo incredibile fu in realtà tenuto, negli anni '80.
Ma oggi non più.
L'industria specializzata non riuscirebbe a rispondere ad una tale concentrata domanda.
Esiste una sola acciaieria al mondo capace di forgiare un pezzo essenziale del cuore del reattore, e sta in Giappone.

Collo di bottiglia ancora più grave: non esistono abbastanza tecnici e ingegneri del livello necessario non solo per costruire, ma per far funzionare e controllare tante nuove centrali.
Dopo decenni di abbandono di questo settore, le competenze non sono state formate.
Entro il 2015, ben il 40% dei tecnici che operano nelle centrali francesi saranno andati in pensione. Solo l'8% dei dipendenti del settore atomico ha meno di 32 anni.

Ed ecco adesso un altro problema: chi finanzia queste grandi opere?
A causa della liberalizzazione del mercato dell'elettricità, gli investitori-speculatori privati considerano questi investimenti a rischio.
Troppo costosi (un reattore ultimo tipo, EPR, costa 3 miliardi di dollari), un investimento a troppo lungo termine e con sorprese lungo il percorso (certificazioni, permessi di costruzione, referendum anti-nucleari come dopo Chernobyl, che imposero chiusure da panico con perdite rilevanti).

SA DEFENZA SOTZIALI

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