giovedì 9 aprile 2020

Sardegna laboratorio e cavia del sistema sanitario globale contro la pandemia ...

Sardegna laboratorio e cavia del sistema sanitario globale contro la pandemia ... 

Sa Defenza 

Dal momento che il primo genoma del coronavirus è stato sequenziato in gennaio, i ricercatori di tutto il mondo hanno sequenziato più di 3.000, alcuni dei quali sono geneticamente identici, mentre altri portano mutazioni distintive.  Istituti nazionali di salute/EPA, via Shutterstock




Vi riportiamo stralci di un articolo della Nuova Sardegna, per dibattere ed essere informati su quanto vogliono imporci dal sistema sanitario nazionale, prima ci derubano dei nostri dati sul DNA e tutte le informazioni possibili e immaginabili del nostro popolo,  ora partono con sproloqui di vari virologi asserviti al sistema per propinare al popolo sardo un laboratorio dove veniamo trasformati nelle loro CAVIE.  Ci mettono davanti la carota virtuale  dell'uscita dall'emergenza facendo sperare la gente ormai esausta del confinamento  in casa  di poter tornare finalmente ad essere liberi di uscire dagli illegali arresti domiciliari in cui siamo stati messi senza  alcuna motivazione valida, inoltre è evidente l'abuso di potere usato dai politici benché siano stati delegati dal voto popolare, a cui non rispondono con responsabilità di mandato, ma hanno trasformato e reso l'intero territorio italico in un vero e proprio carcere con gli arresti domiciliari a cui ci hanno imposto e sottomessi,  inoltre hanno trasformato i vari soggetti preposti all'ordine pubblico,  CC, GdF, Guardie Forestali, i Sanitari e addirittura i vari corpi Militari in carcerieri che ledono la dignità di liberi cittadini ogni qualvolta chiedono loro  il motivo dei loro spostamenti per fattori personali stressando  intimorendo e incolpando ingiustamente con ammende esagerate penali oltreché illegali in base alla Costituzione ; tutti loro sono agli ordini di  criminali golpisti, si deve evocare un  tribunale speciale per giudicare questi stolti carcerieri e loro comandanti sia politici che militari, pensiamo a una nuova Norimberga 2.0.  

"Coronavirus, il virologo Burioni: «In Sardegna si può riaprire per gradi» Gli esperti appoggiano l’idea lanciata da Crisanti di fare dell’isola un laboratorio. «Sì ad aree pilota dove monitorare l’evoluzione del contagio». Cautela sui tempi"

«Sì, quella della Sardegna rispetto al quadro nazionale sembra una situazione fortunata, quindi l’idea di creare delle aree pilota circoscritte dove in prospettiva ridurre gradualmente le misure di contenimento e tracciare il contagio è realizzabile»: a parlare è Roberto Burioni, virologo, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e star della divulgazione scientifica via web e televisione, che ha accettato di commentare l’idea lanciata dal collega Pietro Crisanti dell’Università di Padova, fare dell’isola un laboratorio in vista della fase 2, primo step verso il riavvicinamento del Paese alla normalità. 

Verrebbero create zone protette, dove chiunque entri deve avere a disposizione uno smartphone e un’applicazione che lo mantiene all’interno di una rete in cui movimenti e contatti siano immediatamente visibili e registrabili. Questo sistema pregiudicherebbe la privacy ma garantirebbe la possibilità di muoversi, perché l’eventuale contagio risulterebbe mappabile. L’idea è che i cittadini dovrebbero partecipare a un Grande fratello in chiave di prevenzione sanitaria.

 «Non si può parlare di tempi, bisognerà valutare in base ai dati disponibili – sono le parole del virologo – la certezza per il prossimo futuro è che dovrà essere imposto l’uso delle mascherine a tutti e in tutte le situazioni, mentre l’ipotesi di distanziare anche i conviventi dipende dalla presenza in casa di una persona positiva. In quel caso è inevitabile».

 Pregliasco spiega subito perché: «Si tratta di allestire un sistema di tracciamento e individuazione dei focolai da realizzare in modo molto sistematico con l’informatica che consenta di avere sempre sotto controllo la situazione su aree da circoscrivere a cerchi concentrici. Direi che alcune zone della Sardegna si prestano bene e si potrebbe cominciare da quelle indicate, come Cagliari e Oristano». 

Dunque siete sempre sotto controllo di un grande fratello che nel caso  vai fuori dal territorio assegnato vengono a prelevarti e mettono nei loro campi (carceri) e devi collaborare altrimenti nn esci più, i tamponi li portano loro e con lo scandalo dei tamponi già positivi al virus notizie di cui abbiamo sentito nei TG ,  voglio vedere poi se siete/siamo veramente come loro poi asserirebbero POSITIVO devi essere separato dagli altri ecc... se vogliono discriminare un qualsivoglia cittadino hanno tutte le armi e strumenti per poterlo mettere in quarantena (carcere) quando vogliono , ricordatevi che il piano a cui ci hanno assoggettato a casa è piano criminale perciò in loro non c'è verità ne volontà di aiuto sanitario ma in armonia con il piano paneuropeo Kalergi ci vogliono perseguire e mettere a tacere.

" «Se i cittadini collaborano, segnalano prontamente ogni eventuale nuovo caso non vedo pericoli, sempre che i dati sul contagio siano precisi».

L’utilità però non è discutibile: «Conosco i dati sardi sul contagio, sui ricoveri e sui decessi - conferma Burioni - e se sono esatti, come non ho alcuna ragione di dubitare, non vedo rischi ad avviare al momento opportuno la nuova fase. Cagliari e Oristano potrebbero essere le aree più indicate per cominciare, ma tutta la Sardegna gode di una situazione favorevole, se non altro perché si tratta di un’isola». "

"Sui tempi per un’eventuale partenza Burioni non si sbilancia «Non si può parlare di tempi, bisognerà valutare in base ai dati disponibili – sono le parole del virologo – la certezza per il prossimo futuro è che dovrà essere imposto l’uso delle mascherine a tutti e in tutte le situazioni, mentre l’ipotesi di distanziare anche i conviventi dipende dalla presenza in casa di una persona positiva. In quel caso è inevitabile».

L’ipotesi Sardegna-laboratorio contro la pandemia da coronavirus sembra incontrare pareri favorevoli fra gli scienziati impegnati nella lotta al Covid-19, dalla trincea sanitaria di Milano manifesta interesse anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università meneghina e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi: «La vedo come una via da seguire, sempre che ci sia la piena collaborazione della popolazione che deve partecipare con grande senso di responsabilità. Non solo, serve anche una grande capacità organizzativa e ampia condivisione»."

In pratica dobbiamo essere servi fedeli disponibili ad asservire le loro volontà , dunque disposti ad accettare ogni cosa ci venga richiesta in nome della scienza,  vaccini che servono a nulla , quando chiunque sensato e ben disposto a guarire dalla malattia sa che deve rafforzare il sistema immunitario e questo lo fai stando all'aria aperta al sole e facendo attività fisica, in questo  modo ci si rende immuni e forti da qualsiasi virus...

Pregliasco infatti non ha a cuore il nostro benessere ma il portafoglio delle multinazionali del farmaco;  di  cui la Fondazione Melinda e Bill Gates, che è proprietaria molte aziende produttrici di vaccini,  insieme alla OMS gestita da un criminale, l'ex ministro etiopico Tedros Adhanom, già reo di genocidio, hanno assassinato decine di migliaia di persone della tribù etiopica Amhara tramite vaccini procurati dai già riconosciuti criminali della Melinda & Bill Gates Foundation, e dunque ora il virologo insiste nel volerci mantenere in carcere tra le mura domestiche: 

"«Sulla riduzione delle misure di contenimento andrei cauto – avverte – perché non siamo ancora alla fase 2 e siamo lontani dalla fase 3, qualsiasi scelta non ci porterà al contagio zero ma potremmo andarci vicino. In una situazione come quella sarda, dove il focolaio del contagio è piccolo, si possono ottenere i risultati migliori»."

Blondet ci spiega alcuni aspetti da tenere bene in considerazione prima di assoggettarci impunemente a questo sistema sanitario totalizzante e criminale: 

“Dai loro test sui topi di un vaccino-cerotto che rilascia il principio attivo nella pelle hanno riscontrato risultati positivi contro la battaglia del COVID-19. I risultati di questi test sono stati pubblicati su EbioMedicine. […] L’Esperimento vaccinale si chiama PittCoVacc ed è una specie di cerotto con 400 microaghi che non entrano profondamente nella pelle e in 2-3 minuti si sciolgono, senza dolore e senza sanguinamento rilasciando l’antigene che scatena la risposta immunitaria.

Il cerotto con 400 micro-aghi è quello finanziato e raccomandato dalla Bill e Melinda Gates Foundation, di cui abbiamo parlato di recente.  





Lascia nella pelle un tatuaggio quantico, a voi invisibile, ma leggibile da chi dispone dell’apposito lettore elettronico: il tatuaggio è fatto di microscopici cristalli semiconduttori, e informa il lettore di chi voi siete, e se avete ricevuto il vaccino – cosa essenziale, altrimenti non vi lasciano tornare al lavoro. Ma contiene un quantità di altre informazioni su di voi, sanitarie e no. Domani, potrà contenere informazioni sul vostro conto corrente, i vostri gusti sessuali, la vostra fedina penale…

Cominciamo col dire che un vaccino contro il coronavirus è una truffa intellettuale, morale e scientifica. Per il fatto che il corona muta con frequenza frenetica – 30 volte l’anno. Il che significa che una settimana o due dopo che siete stati vaccinati, non siete comunque immunizzati perché il virus è cambiato.

 https://www.maurizioblondet.it/arriva-la-truffa-chiamata-vaccino/?fbclid=IwAR2B3Hac1-yjeHukIrIw0RkfBSEn_YqfaQmVVdFZyEvVef6PEJeSgEijOpQ


Ma come dicono gli esperti svizzeri questa clausura non è la cura giusta per le persone : 

"La rapida adozione nella maggior parte dei paesi della strategia di controllo della diffusione virale con misure di confinamento , per quanto ne sappiamo, senza un'analisi approfondita, aperta ed equilibrata di tutti i pro e contro riguardanti questo approccio...

L'applicazione di misure generali di allontanamento e di confinamento porta inevitabilmente a ogni sorta di decisioni discutibili. Ancora peggio, diverse misure, che hanno un minimo o addirittura nessun senso, possono essere imposte dagli stati e implementate / aumentate da individui paurosi.


In ogni caso, in nome della sicurezza di tutti, gli Stati fanno appello al dovere di tutti gli individui di accettare le limitazioni dei loro diritti civili e della loro libertà. Questa mossa dovrebbe essere limitata alle raccomandazioni e non agli ordini accompagnati da una punizione: la prontezza delle persone deve rimanere il fattore dominante e le persone non dovrebbero essere minacciate da un governo che hanno scelto loro stessi.



Il nostro nemico principale è la paura attivata da una scienza parziale e senza cuore. Siamo con la maggior parte dei virus in una situazione win / win e abbiamo need/need di interazione: non possiamo vivere l'uno senza l'altro. Nessuna parte ha il vantaggio di sradicare l'altro. Le pandemie più vecchie, che sono alla fonte di profondi ricordi di peste atavica, erano nella maggior parte dei casi dovute a batteri e strettamente legate a precarie condizioni igieniche della vita umana."https://sadefenza.blogspot.com/2020/04/pensate-con-profondita-fare-buona.html

La Costituzione dice che il Popolo è sovrano, siamo uomini e donne liberi di poterci esprimere e  muovere liberamente ovunque si voglia; ma i criminali al governo che hanno fatto questo golpe bianco ci impediscono le nostre libere attività quotidiane sia in campo lavorativo che sociale ed intellettuale, dunque vanno processati espropriati dei beni rubati al popolo e allo stato e messi a pubblico ludibrio nelle piazze e poi al lavoro volontario per servizi sociali per il resto della loro vita .

DOBBIAMO RIVENDICARE LA NOSTRA LIBERTÀ SENZA SE E SENZA MA, SIAMO ESSERI UMANI LIBERI PERCHÉ QUESTA È VOLONTÀ DEL NOSTRO CREATORE!








Note 

Brevi da La Nuova Sardegna di Mauro Lissia, Roberto Petretto

https://www.lanuovasardegna.it/regione/2020/04/07/news/burioni-in-sardegna-si-puo-riaprire-per-gradi-1.38693293
 https://www.lanuovasardegna.it/regione/2020/04/04/news/sardegna-prima-ad-allentare-le-chiusure-dubbi-e-perplessita-degli-esperti-isolani-1.38679891


Coronavirus, il virologo Burioni: «In Sardegna si può riaprire per gradi»

Gli esperti appoggiano l’idea lanciata da Crisanti di fare dell’isola un laboratorio. «Sì ad aree pilota dove monitorare l’evoluzione del contagio». Cautela sui tempi 

CAGLIARI. «Sì, quella della Sardegna rispetto al quadro nazionale sembra una situazione fortunata, quindi l’idea di creare delle aree pilota circoscritte dove in prospettiva ridurre gradualmente le misure di contenimento e tracciare il contagio è realizzabile»: a parlare è Roberto Burioni, virologo, docente all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e star della divulgazione scientifica via web e televisione, che ha accettato di commentare l’idea lanciata dal collega Pietro Crisanti dell’Università di Padova, fare dell’isola un laboratorio in vista della fase 2, primo step verso il riavvicinamento del Paese alla normalità. Burioni non vede controindicazioni e neppure rischi in una scelta che farebbe della Sardegna il battistrada scientifico nella lotta alla pandemia da Covid-19, un’isola dove il monitoraggio del contagio potrebbe essere eseguito con rigore e precisione grazie agli strumenti offerti dalla tecnologia. Verrebbero create zone protette, dove chiunque entri deve avere a disposizione uno smartphone e un’applicazione che lo mantiene all’interno di una rete in cui movimenti e contatti siano immediatamente visibili e registrabili. Questo sistema pregiudicherebbe la privacy ma garantirebbe la possibilità di muoversi, perché l’eventuale contagio risulterebbe mappabile. È un’idea che piace alla scienza ma che potrebbe suscitare reazioni diverse fra i cittadini, forse non tutti disponibili a partecipare a un Grande fratello in chiave di prevenzione sanitaria.

L’utilità però non è discutibile: «Conosco i dati sardi sul contagio, sui ricoveri e sui decessi - conferma Burioni - e se sono esatti, come non ho alcuna ragione di dubitare, non vedo rischi ad avviare al momento opportuno la nuova fase. Cagliari e Oristano potrebbero essere le aree più indicate per cominciare, ma tutta la Sardegna gode di una situazione favorevole, se non altro perché si tratta di un’isola». Sui tempi per un’eventuale partenza Burioni non si sbilancia, allineandosi alla posizione ormai diffusa nella comunità scientifica nazionale, mai più previsioni di fronte a un virus che ancor’oggi offre più misteri che certezze: «Non si può parlare di tempi, bisognerà valutare in base ai dati disponibili – sono le parole del virologo – la certezza per il prossimo futuro è che dovrà essere imposto l’uso delle mascherine a tutti e in tutte le situazioni, mentre l’ipotesi di distanziare anche i conviventi dipende dalla presenza in casa di una persona positiva. In quel caso è inevitabile».

L’ipotesi Sardegna-laboratorio contro la pandemia da coronavirus sembra incontrare pareri favorevoli fra gli scienziati impegnati nella lotta al Covid-19, dalla trincea sanitaria di Milano manifesta interesse anche Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università meneghina e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi: «La vedo come una via da seguire, sempre che ci sia la piena collaborazione della popolazione che deve partecipare con grande senso di responsabilità. Non solo, serve anche una grande capacità organizzativa e ampia condivisione». Pregliasco spiega subito perché: «Si tratta di allestire un sistema di tracciamento e individuazione dei focolai da realizzare in modo molto sistematico con l’informatica – spiega il virologo – che consenta di avere sempre sotto controllo la situazione su aree da circoscrivere a cerchi concentrici. Direi che alcune zone della Sardegna si prestano bene e si potrebbe cominciare da quelle indicate, come Cagliari e Oristano». In queste aree, ha sostenuto il virologo di Padova, le misure potrebbero essere gradualmente allentate fino a riportare la situazione alla condizione di normalità: «Se i cittadini collaborano, segnalano prontamente ogni eventuale nuovo caso non vedo pericoli, sempre che i dati sul contagio siano precisi». Per Pregliasco infatti è indispensabile che la situazione non sia stata sopravvalutata o sottovalutata, quindi che i dati disponibili fotografino la realtà: «Sulla riduzione delle misure di contenimento andrei cauto – avverte – perché non siamo ancora alla fase 2 e siamo lontani dalla fase 3, qualsiasi scelta non ci porterà al contagio zero ma potremmo andarci vicino. In una situazione come quella sarda, dove il focolaio del contagio è piccolo, si possono ottenere i risultati migliori».

Indecifrabile perché non esposta l’opinione di Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’istituto Spallanzani di Roma. Non appena il cronista ha fatto riferimento nella prima domanda al collega Crisanti il celebre virologo ha chiuso bruscamente la conversazione: «No, non rispondo a queste provocazioni – ha detto con tono alterato – il collega... no, non si mischia la lana con la seta, buonasera».
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https://sadefenza.blogspot.com/2020/04/sardegna-laboratorio-e-cavia-del.html



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