giovedì 26 gennaio 2017

Il piano russo-turco per il cessate il fuoco in Siria (IL TESTO UFFICIALE E LA SUA ANALISI)

Il piano russo-turco per il cessate il fuoco in Siria (IL TESTO UFFICIALE E LA SUA ANALISI)

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Anche se l’accordo russo-turco per il cessate il fuoco offre il miglior percorso verso la pace in Siria e, in teoria, dà all’esercito siriano lo spazio necessario a ricostituirsi e affrontare la guerra contro Al Qaeda e ISIS, i suoi risultati in definitiva dipendono troppo dall’impegno del Presidente turco Erdogan per riporre grandi speranze sul suo successo.

Come riportato in precedenza dal mio collega Adam Garrie, il 31 dicembre del 2016 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità la Risoluzione 2336, presentata dalla Russia, che sancisce il piano russo-turco per il cessate il fuoco in Siria.

Prima di discutere nel dettaglio il piano, voglio dire in breve che è pratica corrente della Russia presentare documenti di questo genere al Consiglio di Sicurezza, e averli sanciti in una risoluzione approvata dallo stesso. Un buon esempio è l’accordo Minsk II del febbraio 2015 per il quale i Russi seguirono la stessa via e fecero lo stesso per i falliti accordi di tregua che negoziarono col Segretario di Stato statunitense Kerry nel febbraio dell’anno scorso.

La ragione di questo modo di comportarsi risiede non solo nel fatto che è nel loro interesse, ed è parte importante della loro strategia diplomatica il sottolineare l’importanza cruciale del Consiglio di Sicurezza dell’ONU nel sistema internazionale, e questo per usarlo al meglio come freno per trattenere gli Stati Uniti, ma anche nell’autorità della legge internazionale che hanno le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per la quale i piani e gli accordi sanciti da queste risoluzioni assumono il peso di legge internazionale. Ciò risulta particolarmente importante quando vi siano violazioni di questi piani e accordi, perché vuol dire che la parte che li viola sta violando la legge internazionale e sta agendo illegalmente.

Il testo della Risoluzione 2336 è corto e sbrigativo, mentre il reale piano di tregua russo-turco è illustrato in una serie di documenti forniti dai governi russo e turco al Segretario Generale dell’ONU e al Presidente del Consiglio di Sicurezza. Quest’ultimi documenti non hanno avuto un’ampia diffusione e sono difficili da rintracciare, così li riporterò qui per esteso. Vorrei sottolineare che quei vari documenti apparsi finora sui media, specie quelli mediorientali, diffusi soprattutto da fonti turche, e che pretendono di illustrare i dettagli del piano russo-turco, si basano in realtà sulle bozze di questo, non ancora approvate formalmente al momento della loro pubblicazione. Invece il testo dei documenti che riporto nel seguito è stato approvato dai governi russo e turco e illustra il piano per il cessate il fuoco concordato fra loro.


Lettera, datata 29 Dicembre 2016, del Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite e dell’incaricato d’affari ad interim della Missione Permanente della Turchia presso le Nazioni Unite, inviata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
Abbiamo l’onore di trasmettere con la presente un pacchetto di documenti relativi agli accordi raggiunti oggi nel contesto della soluzione del conflitto in Siria (si vedano gli allegati I-V).
Saremmo grati se voleste far circolare la presente lettera e i suoi allegati presentandoli come documento del Consiglio di Sicurezza.
Allegato I della lettera, datata 29 dicembre 2016, del Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite e dell’incaricato d’affari ad interim della Missione Permanente della Turchia presso le Nazioni Unite, inviata al Segretario generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
[L’originale è in russo]
Dichiarazione sulla istituzione di un regime di cessate il fuoco nella Repubblica Araba Siriana
Al fine di favorire le condizioni necessarie per stabilire un dialogo politico diretto tra tutte le parti in conflitto nella Repubblica Araba Siriana, oltre che per ridurre la violenza, prevenendo gli incidenti tra i civili e fornendo libero accesso agli aiuti umanitari, la Federazione Russa, guidata dalle disposizioni della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254 (2015) [in inglese], propone di istituire un regime di cessate il fuoco in tutta la Siria (escluse le aree di operazioni di combattimento contro i gruppi terroristici dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL) e del Fronte al-Nusra) dalle ore 00:00 del 30 dicembre 2016 (ora di Damasco).
Da quel momento in poi, tutti i gruppi armati delle opposte fazioni e le loro forze di supporto sono invitati a rispettare i seguenti impegni:
Cessare gli attacchi con qualsiasi arma, tra cui razzi, mortai e missili guidati anticarro, e interrompere l’utilizzo delle forze aeree da combattimento;
Evitare di catturare o cercare di catturare il territorio occupato dalle altre parti al momento del ​​cessate il fuoco;
Utilizzare una forza di rappresaglia proporzionata (solo nella misura necessaria per proteggersi contro una minaccia immediata) agli scopi dell’autodifesa;
La Federazione Russa esorta il governo della Siria, i gruppi armati di opposizione che sostengono una soluzione pacifica del conflitto e non affiliati alle organizzazioni terroristiche internazionali, e gli Stati con un’influenza sulle parti in conflitto, ad aderire alle condizioni proposte per il cessate il fuoco.
Allegato II della lettera, datata 29 dicembre 2016, del Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite e dell’incaricato d’affari ad interim della Missione Permanente della Turchia presso le Nazioni Unite, inviata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
[L’originale è in inglese]
Dichiarazione del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Turchia
Comunicato stampa riguardante l’annuncio di un cessate il fuoco a livello nazionale tra le parti in conflitto in Siria
La Turchia ha intrapreso intensi sforzi per porre fine alla violenza, per far iniziare il flusso di aiuti umanitari in Siria e per la ripresa dei colloqui tra il regime e l’opposizione in vista di una soluzione politica globale del conflitto siriano.
Come risultato dei nostri sforzi, le parti in conflitto in Siria hanno raggiunto un’intesa su un cessate il fuoco a livello nazionale, che entrerà in vigore alle 00:00 del 30 dicembre 2016. Accogliamo con favore questo sviluppo.
Le organizzazioni terroristiche designate tali dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sono escluse da questo cessate il fuoco.
La Turchia e la Federazione Russa sostengono questo accordo in qualità di garanti.
Ogni parte, con questo accordo, si impegna a cessare tutti gli attacchi armati, inclusi quelli aerei, e ad astenersi dall’espandere i territori sotto il suo controllo a scapito di un’altra.
L’adesione di tutte le parti a questo cessate il fuoco è di fondamentale importanza. La Turchia e la Russia sostengono con forza il cessate il fuoco e lo sorveglieranno congiuntamente.
Per il mantenimento del cessate il fuoco sarà vitale anche il sostegno dei paesi che hanno influenza sulle parti in causa.
La Turchia pochi giorni fa ha giocato un ruolo decisivo nella realizzazione delle evacuazioni umanitarie ad Aleppo e nel garantire l’entrata in vigore, a partire da domani, del cessate il fuoco a livello nazionale.
Speriamo che, con il pieno rispetto del cessate il fuoco per realizzare una transizione politica vera e propria, sulla base del comunicato di Ginevra e la risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254 (2015) [in inglese], il regime e l’opposizione si incontrino presto ad Astana, alla presenza dei paesi garanti, affinché adottino misure concrete per il rilancio del processo politico guidato dalle Nazioni Unite. La Turchia a tal fine proseguirà i suoi sforzi incessantemente.
Allegato III della lettera, datata 29 dicembre 2016, redatta dal Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite e dall’Incaricato d’affari della Missione Permanente della Turchia alle Nazioni Unite, inviata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
[L’originale è in russo]
Accordo sul meccanismo di rilevamento delle violazioni al regime di tregua dichiarato in Siria, che entrerà in vigore il 30 dicembre 2016, e sulle modalità per l’applicazione di sanzioni ai trasgressori.
La Federazione Russa e la Repubblica della Turchia,
Assumendo obblighi, in quanto Garanti (nelle parti designate a ciascuno) del regime di tregua in Siria, che entrerà in vigore il 30 dicembre 2016;
Tenendo presente che i gruppi di opposizione armata siriana (definiti come “Opposizione”) e il Governo della Siria acconsentono all’elaborazione e all’adozione di un documento separato che definisca un accordo sul meccanismo per rilevare le violazioni del cessate il fuoco durante il regime di tregua dichiarato in Siria, che entrerà in vigore nel dicembre 2016, e sulle modalità per l’applicazione di sanzioni contro i trasgressori;
Concordano sul seguente:
Articolo 1. Commissione Congiunta
1. I Garanti devono istituire una Commissione Congiunta che funzionerà quale organo principale per esaminare tutti i reclami e le questioni relative alle violazioni del regime di cessate il fuoco.
2. La Commissione Congiunta:
(a) Si impegna a gestire le attività di controllo per verificare il rispetto del regime di cessate il fuoco da parte dei gruppi coinvolti nella crisi siriana (di seguito designati come le “Parti”);
(b) Presenterà proposte alle Parti per indicare le persone colpevoli di aver violato il regime di cessate il fuoco. Dovrà, inoltre, presentare proposte ai Garanti sulle sanzioni da imporre alle Parti in violazione.
Articolo 2. Posti di Blocco
1. Al fine di rilevare le violazioni del cessate il fuoco compiute dalle Parti, i Garanti dovranno stabilire posti di blocco in aree residenziali in prossimità della linea di contatto tra le Parti, al fine di garantire la conformità con il regime di cessate il fuoco da entrambe le Parti.
Articolo 3. Sanzioni imposte alle Parti che violano la tregua
1. I Garanti dovranno prendere tutte le misure possibili per risolvere le differenze tra le Parti in conformità con il regime di cessate il fuoco e per risolvere i conflitti tra di loro.
2. Qualora le Parti non raggiungessero un accordo, la Commissione Congiunta dovrà inviare alla Parte in violazione una richiesta di cessare le violazioni, e di adottare misure per compensare la Parte interessata del danno inflitto sulla popolazione e sulle infrastrutture. Se la richiesta non sarà rispettata, i Garanti applicheranno le misure di imposizione alla Parte che ha violato l’accordo.
Articolo 4. Misure Conclusive
1. Questo Accordo sarà in vigore per la durata del regime di cessate il fuoco.
2. Alla fine del regime di tregua, i Garanti concordano nel formulare e firmare un piano più esteso che elaborerà le ulteriori misure.
3. Firmato ad Ankara il 29 Dicembre 2016 in tre copie, ciascuna con eguale forza legale, in russo, turco e arabo.
Allegato IV della lettera, datata 29 dicembre 2016, del Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite e dell’incaricato d’affari ad interim della Missione Permanente della Turchia presso le Nazioni Unite, inviata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
[L’originale è in russo]
Accordo sulla creazione di delegazioni per l’avvio di negoziati su una soluzione politica volta alla risoluzione completa della crisi siriana con mezzi pacifici
Il governo della Repubblica Araba Siriana, dopo aver dichiarato un cessate il fuoco in Siria il 30 dicembre 2016,
Conferma che non vi è alcuna alternativa ad una soluzione globale della crisi siriana e che vi è la necessità di avviare un processo politico in Siria ai sensi della risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254(2015) [in inglese];
Riconoscendo la necessità di rispettare pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica Araba Siriana, di salvaguardare gli interessi del popolo siriano, di interrompere lo spargimento di sangue e garantire la sicurezza nazionale, e di cercare una rapida stabilizzazione del paese in coordinamento con i rappresentanti della Federazione Russa, da qui in avanti definita come il “Garante”:
1. Il governo della Repubblica Araba Siriana si impegnerà a formare una Delegazione, prima del 31 dicembre 2016, per proseguire i negoziati per una soluzione politica. Il governo della Repubblica Araba Siriana stabilirà la composizione della Delegazione in modo indipendente.
2. La Delegazione inizierà a lavorare con la Delegazione della parte avversa il 15 gennaio 2017, nella città di Astana (Kazakistan), con la partecipazione delle Nazioni Unite.
3. Il risultato del lavoro congiunto di entrambe le Delegazioni servirà come base per l’elaborazione, entro e non oltre il __ _______ 2017, di un percorso per risolvere la crisi politica interna in Siria.
4. Il lavoro di entrambe le Delegazioni sarà condotto con il sostegno del Garante.
5. Il presente accordo entra in vigore al momento della firma da parte del rappresentante plenipotenziario del governo della Repubblica Araba Siriana e diverrà giuridicamente vincolante, a condizione che un accordo con contenuti simili a questo accordo venga firmato dai rappresentanti della parte avversa, con la partecipazione della Federazione Russa. Il Garante informerà il governo della Repubblica Araba Siriana circa la firma di tale accordo nel più breve tempo possibile.
In seguito, entrambi gli accordi verranno considerati dal governo della Repubblica Araba Siriana e dalla parte avversaria, e anche dal Garante, come un unico documento riguardante la creazione di delegazioni per l’avvio di negoziati su una soluzione politica volta alla completa risoluzione della crisi siriana con mezzi pacifici.
Redatto a Damasco il _ dicembre 2016 in due copie, aventi uguale forza legale, in russo e in arabo.
Allegato V della lettera, datata 29 dicembre 2016, del Rappresentante Permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite e dell’incaricato d’affari ad interim della Missione Permanente della Turchia presso le Nazioni Unite, inviata al Segretario Generale e al Presidente del Consiglio di Sicurezza
[L’originale è in russo]
Accordo sulla creazione di delegazioni per l’avvio di negoziati su una soluzione politica volta alla risoluzione completa della crisi siriana con mezzi pacifici
I leader dei gruppi armati d’opposizione siriani, da qui in poi definiti come la “Opposizione”, sostengono il regime di cessate il fuoco dichiarato in Siria il 30 dicembre 2016 e vi aderiscono;
Riconoscono che non vi è alcuna alternativa ad una soluzione politica globale della crisi siriana e che l’avvio di un processo politico in Siria deve essere accelerato, come previsto dal Comunicato di Ginevra (2012) e dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza 2254 (2015) [in inglese];
Riconoscono il pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale della Repubblica Araba Siriana e la necessità di salvaguardare gli interessi del popolo siriano, cessare lo spargimento di sangue e permettere ad uno Stato che rappresenti tutti i Siriani di esercitare la sua autorità;
Dichiarano un impegno globale per stabilizzare rapidamente la situazione nel paese, con la partecipazione della Federazione Russa e della Repubblica di Turchia come garanti (da qui in poi definiti come i “Garanti”); e
Convengono quanto segue:
1. Entro il 16 gennaio 2017, l’Opposizione, con la partecipazione diretta dei Garanti, deve impegnarsi a creare una delegazione che prosegua i negoziati per una soluzione politica, finalizzati alla risoluzione completa della crisi siriana con mezzi pacifici (da qui in avanti definita come la “Delegazione”) .
L’Opposizione deve determinare autonomamente la composizione della Delegazione.
2. La Delegazione deve iniziare un lavoro congiunto con la Delegazione della parte avversa, dal 23 gennaio 2017, che avrà luogo nella città di Astana (Kazakistan) con la partecipazione delle Nazioni Unite.
3. Sulla base dei risultati del lavoro congiunto delle due Delegazioni, verrà redatto al più presto un percorso per risolvere la crisi siriana.
4. Il lavoro di entrambe le Delegazioni, deve essere effettuato con il supporto dei Garanti.
5. Il presente Accordo entrerà in vigore al momento della firma da parte dell’Opposizione e diverrà giuridicamente vincolante, a condizione che un accordo con contenuti simili a questo Accordo venga firmato da un rappresentante del governo della Repubblica Araba Siriana, con la partecipazione della Federazione Russa. I Garanti informeranno l’Opposizione circa la firma di tale Accordo nel più breve tempo possibile.In seguito, entrambi gli Accordi verranno considerati dall’Opposizione e dal governo della Siria, come pure dai Garanti, come un unico documento – un Accordo sulla creazione di delegazioni per l’avvio di negoziati per una soluzione politica volta alla risoluzione completa della crisi siriana con mezzi pacifici.
Redatto ad Ankara il 29 dicembre 2016 in tre copie, aventi uguale forza legale, in russo, turco e arabo.

Per capire meglio ciò che è stato concordato, è necessario far riferimento anche al riassunto [in inglese] dell’incontro tenuto al Cremlino il 29 Dicembre 2016 dal Presidente russo Putin con il Ministro della Difesa Shoigu e con il Ministro degli Esteri russo Lavrov.

Principalmente è stato il Ministro della Difesa Shoigu a parlare all’incontro, un fatto che per inciso conferma come il piano di cessate il fuoco sia il risultato di negoziati fra i militari russi e quelli turchi piuttosto che fra le diplomazie dei due paesi. Il 2 novembre 2016 ho scritto un articolo [in inglese] per The Duran nel quale ho evidenziato che i militari russi e turchi erano impegnati in un negoziato diretto fra loro e che i russi, perse le speranze di raggiungere un accordo con gli USA su Aleppo e Siria, stavano ora trattando direttamente con i turchi. Ecco quello che ho scritto:

Gerasimov è attualmente impegnato in alcuni incontri [in inglese] a Mosca con il generale Hulusi Akar, il capo dello stato maggiore militare in visita da lui.
Avendo perso le speranze di ottenere dagli USA la separazione di Al-Qaeda/Jabhat Al-Nusra dagli altri jihadisti ad Aleppo per ottenere la ritirata di quest’ultimi, è verosimile che i russi stiano cercando di concordare la stessa cosa con i Turchi. In effetti, i commenti odierni di Gerasimov fanno essenzialmente intendere questo.
Dato che i jihadisti, per lottare in Siria, dipendono totalmente dalla Turchia per i loro rifornimenti, se i vertici turchi dicono loro di lasciare Aleppo est c’è una possibilità che possano finalmente accettare che la partita è finita e fare quello che gli viene detto. Dopo tutto la stessa cosa è accaduta in altre città e paesi della Siria, incluse le periferie di Damasco un tempo controllate dai jihadisti.
Da notare che l’ultimatum di Putin è formulato diversamente dal precedente.
L’accordo Kerry-Lavrov del 9 settembre 2016 ha offerto ai jihadisti che non fanno parte di Al-Qaeda l’opzione di rimanere ad Aleppo est, dopo essersi separati da Al-Qaeda/Jabhat Al-Nusra, ai quali l’accordo chiedeva implicitamente di andare via.


Nelle discussioni successive, svolte al Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla risoluzione francese proposta, i russi avevano messo in chiaro che Al-Qaeda/Jabhat Al-Nusra sarebbe dovuta andare via e questa era stata la richiesta appoggiata presumibilmente anche dal delegato delle Nazioni Unite Staffan de Mistura, sebbene come ho già evidenziato in precedenza, le modalità con cui lo ha fatto in realtà l’avrebbero poi invalidata.
Ora Putin, attraverso Gerasimov, sta chiedendo che tutti i combattenti jihadisti ad Aleppo est abbandonino il campo, appartenti o meno ad Al-Qaeda/Jabhat Al-Nusra.
In altre parole nel corso dell’autunno, visto che gli Stati Uniti hanno esitato e sono venuti meno alle loro promesse, i russi hanno pacatamente avanzato le loro richieste e ora vogliono Aleppo totalmente libera dai combattenti jihadisti e che venga consegnata interamente al governo siriano.

Questo accordo riuscito fra Putin ed Erdogan e il piano per il cessate il fuoco sono i frutti di questi negoziati e mostrano quanto i Russi siano riusciti a raggiungere tutto ciò che in autunno si erano proposti di fare.

All’incontro del 29 dicembre 2016 con Putin e Lavrov al Cremlino, il Ministro della Difesa Shoigu ha spiegato il senso del piano russo-turco per il cessate il fuoco.


Sergei Shoigu: Signor Presidente, agendo secondo le sue istruzioni, il Ministro della Difesa, con l’azione di intermediazione della Turchia, si è dedicato a due mesi di colloqui con i capi dei gruppi che formano l’opposizione moderata della Siria. Questi gruppi controllano la maggior parte delle aree della Siria centrale e del nord, quelle che non sono sotto il controllo del governo di Damasco. Questi distaccamenti hanno più di 60.000 combattenti. Il comandante sul campo più influente ha preso parte alle discussioni.
Nel frattempo abbiamo eseguito lo stesso lavoro con il governo siriano. I colloqui hanno reso possibile per le parti il raggiungimento di una posizione comune e la firma di questi tre accordi base che introducono un cessate il fuoco, stabiliscono un regime di monitoraggio e definiscono delle procedure per l’organizzazione di dialoghi su una soluzione pacifica del conflitto siriano.
Per mantenere la cooperazione con la Turchia, garante insieme alla Russia del cessate il fuoco e del rispetto degli accordi raggiunti, il Ministro della Difesa ha stabilito una linea diretta di comunicazione con essa.
Se lei decide di lasciare che questi accordi entrino in vigore, siamo pronti a garantire l’introduzione del cessate il fuoco e a organizzare un controllo costante per esser certi che venga rispettato.
Penso che ora le condizioni siano favorevoli affinché abbia luogo un cessate il fuoco sul territorio siriano e sia stabilito un dialogo diretto fra il governo della Siria e i gruppi di opposizione che preservi l’integrità e la sovranità territoriale della Siria. Ciò rende anche possibile ridurre la presenza militare russa sul territorio siriano.
Signor Presidente, i gruppi con cui si sono tenuti gli incontri sono presentati qui, (guarda la presentazione). Tutti hanno firmato questi accordi in mattinata. Parlando in termini di posizione sul territorio, qui può vedere le zone sotto controllo di questi gruppi.
Vladimir Putin: Signor Shoigu, questi sette gruppi armati di opposizione, cosa e chi rappresentano?
Sergei Shoigu: Ahrar al-Sham, per esempio, ha 80 distaccamenti sul suolo siriano, insieme ad attrezzatura militare, carri armati T-55 e T-72 e artiglieria. Per quanto riguarda i territori, signor presidente, questo…
Vladimir Putin: Di quanti combattenti armati stiamo parlando qui?
Sergei Shoigu: Sessantadue mila persone armate. In questi due mesi abbiamo passato la maggior parte del tempo a far sì che le mappe indicassero ciò che, ad un certo punto, chiedemmo ai nostri colleghi americani di fare.
Vladimir Putin: Quindi, questi gruppi sono il cuore essenzialmente, il nucleo. Sono loro a formare le principali forze armate di opposizione.
Sergei Shoigu: Sì, signor Presidente. Loro costituiscono le principali forze di opposizione.
Queste sono le aree attualmente sotto il loro controllo. Qui c’è Aleppo e qui Damasco, e quest’area è praticamente tutta sotto il loro dominio. Inoltre, hanno indicato le coordinate esatte delle sedi e degli insediamenti sotto il loro controllo. Lo stesso vale per la regione centrale e la situazione nei distretti intorno Damasco e da ciò capiamo che quest’area è sotto il controllo di questi distaccamenti.
Abbiamo inoltre stabilito una linea di comunicazione diretta con i nostri colleghi turchi, i quali stanno agendo da garanti per assicurare che tutti i termini degli accordi vengano rispettati e stanno monitorando soprattutto l’osservanza degli impegni assunti. I fini principali di questo lavoro di controllo sono quello di indicare come organizzazioni terroristiche quelle organizzazioni che non cessino le ostilità e quello di intraprendere contro di loro lo stesso tipo di azioni esercitato contro ISIS e Jabhat al-Nusra nel territorio restante.

L’agenzia di stampa Al-Masdar, che ha collegamenti con l’esercito siriano, ha fornito un elenco [in inglese] dei “sette gruppi armati d’opposizione” che fanno parte del cessate il fuoco. Essi sono:

1. Feilak al-Sham

19 distaccamenti, forza totale: oltre 4.000 uomini.

Le sue formazioni conducono azioni di combattimento nelle provincia di Aleppo, Idlib, Hama e Homs.

2. Ahrar al-Sham

Il nome completo è Harakat Ahrar al-Sham al-Islamiyya.

Oltre 80 distaccamenti, forza totale: circa 16.000 uomini.

Formazioni del raggruppamento conducono azioni di combattimento nelle province di Aleppo, Damasco, Dar’a, Idlib, Laodicea, Hama e Homs.

3. Jaysh al-Islam

64 distaccamenti, forza totale: circa 12.000 uomini.

Formazioni di Jaysh al-Islam conducono azioni di combattimento nelle provincie di Aleppo, Damasco, Dar’a, Deir el-Zor, Laodicea, Hama e Homs.

4. Thuwar al-Sham

8 battaglioni, forza totale: circa 2.500 uomini.

Formazioni armate conducono azioni di combattimento nelle province di Aleppo, Idlib e Laodicea.

5. Jaysh al-Mujahideen

13 distaccamenti, forza totale: circa 8.000 uomini.

Formazioni armate conducono azioni di combattimento nella città di Aleppo e nelle province di Aleppo, Idlib e Hama.

6. Jaysh Idlib

3 grandi distaccamenti, forza totale: più di 6.000 uomini.

Jaysh Idlib conduce azioni di combattimento nella provincia di Idlib.

7. Jabhat al-Shamiyah

5 grandi distaccamenti, forza totale: circa 3.000 uomini.

Distaccamenti del raggruppamento conducono azioni di combattimento nelle province Aleppo, Idlib e Damasco.

Si noti che i due gruppi terroristici – Al Qaeda (alias “Jabhat Al-Nusra” o “Jabhat Fateh al-Sham”) e ISIS – sono specificamente esclusi.

C’è una discrepanza tra i numeri di Shoigu e quelli forniti da Al-Masdar sul numero di combattenti jihadisti coperti dal cessate il fuoco. Secondo Shoigu sono 62.000, mentre il totale cumulativo secondo Al-Masdar è 51.500. Quasi certamente la differenza si spiega con le diverse fonti di informazione: Shoigu prende i suoi numeri dai Turchi e dai gruppi jihadisti stessi, mentre la fonte di Al-Masdar sono quasi certamente le forze armate siriane.

Il punto chiave, tuttavia, non è la differenza nei numeri, ma il fatto che Shoigu conferma che i Russi e i Turchi hanno fatto per tutto novembre e dicembre – in altre parole, tutto il periodo coperto dai negoziati tra le due forze armate che sono cominciati a inizio novembre – quello che gli Stati Uniti hanno più volte promesso di fare, ma mai fatto, ovvero delineare le aree controllate dai jihadisti “moderati” in modo da distinguerle dalle zone controllate dai due gruppi terroristici esclusi dal cessate il fuoco: Al Qaeda e ISIS. Secondo Shoigu:

…….con la Turchia nel ruolo di intermediario, [noi] abbiamo trascorso due mesi in trattative con i leader dei gruppi che compongono l’opposizione siriana moderata …..Allo stesso tempo, abbiamo svolto lo stesso lavoro con il governo siriano…….Nel corso di questi due mesi abbiamo trascorso la maggior parte del tempo ad assicurarci che le mappe indichino ciò che a un certo punto abbiamo chiesto ai nostri colleghi americani di fare.

(Corsivo in grassetto aggiunto)

Le parole di Shoigu a Putin confermano anche qualcos’altro che è diventato apparente: i negoziati di Lavrov con Kerry in seguito al collasso dell’accordo Kerry-Lavrov del 9 settembre 2016 non erano altro che un gioco diplomatico di copertura. Mentre la ribalta continuava ad essere tenuta da questi finti negoziati fra Lavrov e Kerry, la vera trattativa avveniva dietro le quinte fra i militari di Russia e di Turchia, senza che gli Stati Uniti fossero consultati o coinvolti.

Inoltre, è ora chiaro dalle parole di Shoigu che i Turchi presero la decisione politica di arrivare ad una intesa sulla Siria coi Russi in ottobre, al più tardi, per cui le discussioni avvenute a novembre e dicembre furono essenzialmente di natura tecnica: determinare i territori controllati dai vari gruppi soggetti all’accordo di cessate il fuoco, convincere i gruppi a firmare il piano di tregua e accordarsi sulla parte tecnica di come supervisionare e far rispettare il cessate il fuoco. La maggior parte del piano di tregua, il cui testo ho fornito più sopra, definisce le procedure per supervisionare il cessate il fuoco e per farlo rispettare, e conferma che la Turchia si è fatta garante del suo rispetto da parte dei sette gruppi che lo hanno firmato finora.

Il coinvolgimento nel piano di tregua della Turchia come garante è la chiave per il suo successo. Come ho già scritto nel mio articolo del 2 novembre 2016, i vari gruppi jihadisti che operano in Siria dipendono dalla Turchia per i loro rifornimenti di uomini e mezzi. Questo dà alla Turchia una immensa influenza potenziale su di loro, e ciò vuol dire che se essa è totalmente impegnata nel far rispettare il piano di tregua allora i sette gruppi jihadisti che lo hanno firmato non hanno altra scelta che rispettarlo.

Perché dovrebbero avere successo i negoziati fra Russia e Turchia, quando quelli fra Russia e Stati Uniti sono stati un così completo fallimento?

Dal punto di vista dei Russi, il cessate il fuoco ha dato loro ciò che volevano. Il problema principale dei Russi in Siria è la dimensione limitata dell’esercito siriano. Poiché questo vuol dire che l’esercito siriano non può essere forte ovunque – il fattore chiave che ha permesso all’ISIS la riconquista di Palmira il mese scorso – e poiché è stato scartato il dispiegamento di truppe terrestri russe in Siria, la diplomazia russa, fin dall’inizio dell’intervento della Russia in Siria nel settembre 2015, ha avuto l’obiettivo di ridurre il numero di nemici che l’esercito siriano doveva fronteggiare in modo che potesse concentrare le proprie forze contro i suoi due nemici più pericolosi: Al Qaeda e ISIS.

Se i Russi riescono davvero a siglare una tregua con sette gruppi armati controllanti fra i 50.000 e i 60.000 uomini, permettendo così all’esercito siriano di focalizzarsi sulla guerra contro Al Qaeda e ISIS, allora lo sforzo sarà valso la pena, perfino se due dei sette gruppi erano stati in precedenza designati come organizzazioni terroristiche dalla Russia.

Nel frattempo, assicurando la restituzione di Aleppo, la più grande città della Siria e il suo principale centro industriale, al controllo del governo siriano, i Russi non hanno solo assicurato la sopravvivenza di esso, visto che la possibilità di un cambio di regime è scomparsa dall’agenda, ma hanno anche fornito una base sicura, nelle popolose regioni costiere della Siria occidentale, all’esercito siriano in cui ricostituire le sue forze.

Per quanto riguarda la Turchia, con la rimozione delle prospettive di un cambio di regime in Siria a seguito del ripristino dell’autorità del governo siriano nella città di Aleppo, l’offerta russa di presiedere assieme la conferenza di Astana fornisce alla Turchia l’occasione, perfino generosa, di uscire, salvando la faccia, dall’impegno ormai fallimentare del cambio di regime in Siria.

Tuttavia, la conferenza di pace ad Astana non è solo un contentino per la Turchia. Per i Turchi, un punto chiave del piano per il cessate il fuoco è che qualsiasi successivo accordo raggiunto ad Astana sul futuro della Siria deve basarsi, come specifica il piano, sul “pieno rispetto della sovranità e della integrità territoriale della Repubblica Araba Siriana”. In altre parole, è esclusa ogni possibilità di ritagliare con porzioni di territorio siriano uno stato curdo indipendente.

Funzionerà il piano?

Se l’impegno turco nei confronti del piano è la condizione per il suo successo, è anche la sua maggiore debolezza.

Come adesso dovrebbe essere ovvio per chiunque abbia seguito da vicino il conflitto siriano, il Presidente turco Erdogan non solo si è finora impegnato personalmente per arrivare ad un cambio di regime in Siria, ma egli non è un tipo che tende a seguire i suoi impegni con un certo grado di coerenza.

Lui è preparato ad affrontare l’inevitabile contraccolpo violento da parte dei gruppi di quei militanti jihadisti ormai inseritesi nella società turca come risultato della sua politica di cambio di regime in Siria e di cui l’attacco di oggi a Istanbul è probabilmente solo un assaggio?

Poiché il futuro dell’accordo di cessate il fuoco dipende in definitiva da Erdogan, non sarebbe accorto investirci troppe speranze.

Che i Russi non lo stiano facendo è dimostrato dai commenti guardinghi dei partecipanti alla riunione al Cremlino del 29 dicembre 2016. Putin ha apertamente definito “fragile” l’accordo per il cessate il fuoco, e sebbene sia stata discussa la possibilità di un ritiro dei militari russi dalla Siria, nessuna decisione in tal senso è stata annunciata.

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Articolo di Alexander Mercouris apparso su The Duran il 1 gennaio 2017
Traduzione in italiano di Fabio_San, Raffaele, Voltaire1964, Chiara per SakerItalia

[le note in questo formato sono dei traduttori]

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