lunedì 24 agosto 2015

I TRAVESTIMENTI DELLE "FORZE SPECIALI" BRITISH SAS, IN SIRIA

I TRAVESTIMENTI DELLE "FORZE SPECIALI" BRITISH SAS, IN SIRIA

Di comidad

[Come possiamo essere sicuri che le SAS 'forze speciali' d'elite inglesi sono stati coinvolti nelle prime fasi della guerra in Siria? Perché loro avevano fatto la stessa cosa in Libia nel 2011.] syrianfreepress
sa defenza
"Più di 120 membri appartenenti al reggimento d'elite SAS sono attualmente nel paese devastato dalla guerra" in segreta contumacia "vestita di nero e battenti bandiera ISIS",impegnati in quella che viene chiamata Operazione Shader - attacca bersagli siriani con il pretesto di combattere ISIS.
L'Italia in questo periodo è segnata da eventi epocali come la visita di lunedì scorso della cancelliera Merkel all'Expo di Milano, con la sua susseguente "cena di lavoro" con Renzi
Non c'è quindi lo spazio per far passare notizie che potrebbero turbare gli scenari consolidati che vengono offerti dai media.

Dall'inizio di agosto circola la notizia secondo cui militari delle forze speciali SAS britanniche combatterebbero in Siria contro Assad. 

La cosa in sé non sarebbe una novità, ma il dato interessante è che queste operazioni militari britanniche anti-regime sarebbero compiute sotto le "mentite spoglie" di ribelli ISIS. 

La notizia potrebbe essere sbrigativamente catalogata come una delle tante "bufale di internet", ma, in effetti, nel contesto siriano ha una sua plausibilità.

Intanto spiegherebbe l'accento "british" dei "jihadisti" che compaiono nelle video-esecuzioni. 

I "corpi speciali", o di "élite", come le SAS costituiscono una delle tante truffe ai danni del contribuente, chiamato a pagare in nome della sicurezza; salvo poi scoprire che l'insicurezza la creano proprio i corpi speciali. 

Una volta i corpi di élite erano quelli che si sacrificavano in battaglia, mentre oggi, nell'epoca dell'imperialismo unico, sono quelli che fanno terrorismo e trafficano in armi e droga. 

La critica del militarismo si deve adeguare ai tempi.

Ma ci sono anche altri aspetti più propriamente diplomatici da considerare, dato che sino al 2013 il governo britannico non dissimulava affatto la propria ostilità verso il regime di Assad e le conseguenti azioni delle SAS sul terreno siriano. 

Cameron non era isolato in Europa, anzi, anche il governo del "socialista" Hollande perseguiva la stessa linea con toni persino più accesi, tanto da giungere al riconoscimento diplomatico della "opposizione" siriana. 

L'opinione pubblica "progressista" era stata convinta della necessità dell'operazione "umanitaria" contro il dittatore di turno.

E non era stato difficile conquistare tante persone di "sinistra" al colonialismo dei "diritti umani"; poiché, da quando ha abbandonato l'idea della rivoluzione, la sinistra ha adottato come sua bandiera l'educazionismo. 

E cos'altro è l'educazionismo, se non un colonialismo mentale? 
Del resto anche il colonialismo si presenta come un programma educativo verso i popoli minorenni. 

L'intenzione del primo ministro Cameron era perciò di cavalcare sino in fondo l'onda di opinione pubblica e di allargare le operazioni anti-Assad sino al punto di avviare una guerra dichiarata, ma tutto fu bloccato da un inatteso voto del parlamento.
Per la verità Cameron non era apparso eccessivamente dispiaciuto di quel voto contrario, ma poi gli sono arrivati gli ordini da Washington e la macchina anti-Assad si è rimessa in moto. 
Vale tuttora quel voto del parlamento britannico che ha vietato azioni militari contro Assad, ma per aggirare l'ostacolo a Cameron è bastato dire che le SAS combattevano contro l'ISIS. 

Anche in fatto di "rispetto del parlamento", tutto il mondo è paese. All'inizio di quest'anno Cameron ha fatto sapere che forze britanniche addestrerebbero ribelli siriani "moderati" in funzione anti-ISIS.

Ma qualcuno non ci ha creduto. 

La risposta indiretta dei media britannici alle voci insistenti di un coinvolgimento delle SAS con l'ISIS, è stata quella di lanciare la fiaba di un eroico cecchino delle SAS, il quale, con un colpo ben assestato da un chilometro di distanza, avrebbe bloccato un carnefice ISIS prima che potesse uccidere un ragazzo e suo padre. 

La fonte di questa "notizia" è di inattaccabile attendibilità, in quanto si tratterebbe delle stesse SAS. 

Quando la propaganda militare fa ricorso a queste storie cinematografiche, ciò significa che non vi sono dati concreti da opporre

Non solo non si forniscono dati precisi, ma si scade addirittura nel grottesco. Pochi giorni fa la stampa britannica ha infatti riportato la notizia secondo cui le SAS in Siria agirebbero davvero travestite, ma da ... soldati statunitensi! 
L'accorgimento dovrebbe scongiurare l'inconveniente del "fuoco amico" in caso di operazioni congiunte anglo-statunitensi. 
Ma, a parte il fatto che i soldati USA dovrebbero aver imparato a distinguere una divisa britannica, c'è anche da ricordarsi che il "fuoco amico" di marca USA non ha mai fatto discriminazioni di alcun genere, ammazzando chiunque capitasse a tiro. 

L'unico risultato di tutti questi camuffamenti sarà, probabilmente, che i reduci delle SAS dovranno sottoporsi a psicoterapia per risolvere i loro problemi di identità.




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