giovedì 18 maggio 2017

Gli USA Attaccano Militari Siriani Vicino al-Tanf, al Confine Giordano

Gli USA  Attaccano Militari Siriani Vicino al-Tanf, al Confine Giordano

Brandon Turbeville
activistpost.com

18 MAGGIO 2017
Sa Defenza 





Sono stati confermati i rapporti di movimenti militari siriani verso Deir ez-Zour e al-Tanf, sembrava quasi inevitabile che ci sarebbe stato uno scontro tra le forze governative siriane e quelle degli Stati Uniti e del Regno Unito, così come con i terroristi alloggiati e formatosi alla Base occidentale di Tanf. vedi mappa https://syria.liveuamap.com/

Infine, il 18 maggio, la Air Force di al-Qaeda ha colpito ancora una volta quando gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo su un convoglio militare delle SAA. Secondo la CBS News ,

Gli Stati Uniti hanno inviato aerei per colpire i veicoli del regime siriano Giovedi che hanno violato una zona di deconfliction istituito intorno al-Tanf, una base militare in cui le forze speciali stanno addestrando le milizie siriane, la sicurezza nazionale dice  il corrispondente David Martin a CBS News . 
Il regime siriano ha violato la zona due volte negli ultimi giorni, relaziona Martin.

In un incidente, 27 veicoli del regime entro le 18 miglia da al-Tanf, hanno violato il raggio di 34 miglia del convoglio dell'esercito. Aerei americani hanno tentato di sorvolare i veicoli del regime, ma quando il convoglio non ha fatto marcia indietro, hanno condotto uno attacco contro alcuni veicoli. 
Nel secondo incidente, un cacciabombardiere SU-22 siriano disarmato entrato nella zona di deconfliction è stato ricevuto da una coppia di aerei da combattimento F-22 .

Più in particolare, secondo le notizia di al-Masdar , le posizioni della SAA sono state attaccate nei pressi del Rasi'i Well, dopo che le SAA sono avanzate per 35 km nel territorio in mano ai terroristi  vicino al confine con la Giordania.

Studi precedenti hanno inoltre dichiarato che il contingente militare siriano in direzione di al-Tanf è comandato da ufficiali iraniani ed è assistita da combattenti di Hezbollah. Tuttavia, è ben noto, ormai, che le forze militari siriane sono concentrate per la liberazione a est del paese.

Ora attendiamo la risposta da parte dei militari siriani e, cosa ancora più importante, la risposta della Russia. Mentre la Siria è focalizzata sulla liberazione delle parti orientali e meridionali del paese, non può continuare a consentire agli Stati Uniti di occupare e agire impunemente all'interno dei suoi confini. Ad un certo punto, gli Stati Uniti devono essere affrontati. Come verrà affrontato, tuttavia, nessuno lo sa , è tutto nelle mani di un indovino.

MACRON MESSO A GESTIRE LA FINE DELL’EURO MA NON DEL PAUPERISMO

MACRON MESSO A GESTIRE LA FINE DELL’EURO MA NON DEL PAUPERISMO
Sa Defenza


Era irrealistico credere che il sistema bancario francese lasciasse gestire la fine, più o meno prossima, dell’euro a Marine Le Pen. Come pure era irrealistico ritenere che, una volta che il sistema bancario francese avesse confezionato un candidato, non lo conducesse poi alla vittoria con largo margine tramite qualsiasi mezzo. 

Questi “mezzi” potrebbero rimanere per sempre segreto di Stato, anche se in epoca di software informatici non ci vuole un grande sforzo di immaginazione. Il “sovranismo” sconta quindi il suo vizio di origine, cioè quello di non essersi confrontato con il potere suggestivo e illusionistico del denaro. 

Il “sovranismo” ha puntato sul movimento delle opinioni pubbliche, senza tener conto del fatto che è il denaro a creare l’opinione pubblica, convincendola magari di aver votato come non ha votato.

Dall’osservatorio italiano questa saldatura tra banche ed apparati dello Stato non può essere del tutto percepibile, perché in Italia il sistema bancario non ha un potere interno ed internazionale paragonabile a quello del sistema bancario britannico, tedesco o francese. 

Del resto l’Italia è stata per oltre un quarantennio una potenza manifatturiera, ma non è più stata una potenza finanziaria almeno dai tempi dei Medici

A differenza delle banche italiane, avvolte nel coro del colpanostrismo e prone all’idolo Draghi, le banche francesi hanno aperto un contenzioso giudiziario con la Banca Centrale Europea per contestarne i parametri di solvibilità e di “sofferenza”. 


La sfida delle banche francesi alla BCE indica chiaramente che sono pronte a cannibalizzare il patrimonio bancario altrui, ma non a farsi cannibalizzare a propria volta. 

Che in Francia un “banchiere” venisse chiamato a gestire la fine dell’euro, era quindi scontato.

Molte delle sbracate aperture di Macron alla Germania, come pure la rispolverata dell’asse franco-tedesco, appaiono quindi come tattica diplomatica, probabilmente mirata a scaricare interamente sulla controparte il fallimento della trattativa. 

I media nostrani hanno celebrato il presunto nuovo feeling tra la Merkel e Macron, fantasticando su un rilancio dell’Unione Europea e rinfocolando gli entusiasmi europeistici, peraltro presto spenti dalla nuova procedura d’infrazione che la Commissione Europea ha avviato contro l’Italia per le emissioni illegali dei veicoli FIAT in base al consueto criterio dei due pesi e due misure. 

Di fatto la cancelliera non ha concesso nulla alla Francia; ed è molto dubbio che i mandanti di Macron queste concessioni se le aspettassero davvero. 

La finanza francese deve avviare una fittizia trattativa con Berlino per far dimenticare la diretta responsabilità francese sia nella nascita dell’euro che nel massacro della Grecia, facendo apparire la Germania come l’unica colpevole dell’euro-disastro. Cosa che non dovrebbe risultare difficile, poiché storicamente i tedeschi sono specialisti nell’arte di addossarsi tutte le colpe.


La Francia ha più urgenza dell’Italia a chiudere i conti con l’euro e, a differenza dell’Italia, ha ancora gli strumenti per farlo. Il problema è che la fine dell’euro non comporta affatto la dismissione delle politiche di austerità, cioè di pauperizzazione, poiché queste sono funzionali alla finanziarizzazione dei rapporti sociali. 

La stessa confezione di Macron contiene una chiara indicazione in tal senso.
Macron ha tutte le caratteristiche del candidato artificiale e costruito a tavolino: ha l’aspetto di un attore, somiglia vagamente al Daniel Auteuil di una ventina di anni fa e può vantare anche una biografia trasgressiva ad uso del gossip più progressista. 

Persino la presenza nel suo curriculum di un’esperienza come dirigente in una delle banche Rothschild potrebbe essere soltanto un fittizio elemento di lustro nella costruzione del personaggio. Ma se i Rothschild non sono stati davvero in passato i datori di lavoro di Macron, lo sono comunque ora, dato che hanno concorso a piazzarlo all’Eliseo

I Rothschild costituiscono un cancro con molte metastasi, quindi esistono più gruppi bancari europei che possono essere fatti risalire ai vari rami di questa famigerata famiglia. Sta di fatto che questa esclusiva dinastia finanziaria non disdegna affatto di impegnarsi in un business solo apparentemente “povero”, ma in realtà ricco di prospettive di profitto, come la microfinanza, cioè il microcredito a famiglie e piccole imprese, con iniziative come il St. Honoré Microfinance Fund. Ciò significa che la pletora di ONG dedite al microcredito ai poveri ha alle spalle i gruppi bancari più potenti.


Molti commentatori hanno sottolineato che le ultime elezioni francesi hanno spazzato via il sistema politico tradizionale, sia di destra che di sinistra, quel sistema dedito alla redistribuzione sociale attraverso clientele e welfare. 

Ciò significa che si prospetta un modello di società in cui il microcredito va a svolgere sia la funzione di business che di strumento di controllo sociale. La caduta tendenziale del saggio di profitto c’entra solo sino ad un certo punto in questa finanziarizzazione dei rapporti sociali. 

La realtà è che il capitalismo, non appena cessata la minaccia del comunismo, ha potuto ritornare alla sua vocazione originaria del business della povertà; un business già teorizzato da un filosofo vissuto a cavallo del XVII e del XVIII secolo, Bernard de Mandeville.

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