mercoledì 15 giugno 2016

I MEDIA NEGANO, MA NUMEROSI TESTIMONI SI CHIEDONO, QUANTI FOSSERO I TIRATORI NEL MASSACRO DI ORLANDO

I MEDIA NEGANO, MA NUMEROSI TESTIMONI SI CHIEDONO, QUANTI FOSSERO I TIRATORI NEL MASSACRO DI ORLANDO 

Claire Bernish





I titoli dei media tradizionali indicano e consolidano il loro racconto su un singolo tiratore, responsabile della carneficina alla discoteca di Orlando, mentre i dettagli richiamano, altro che la storia ormai ufficiale, ovvero, che la questione deve essere presa in considerazione nei diversi aspetti.

Mentre dubbi vengono sollevati, su Omar Mateen, sul ruolo avuto durante l'attacco, le testimonianze oculari - durante la varie fasi e senz'altro soggettive, considerando il caos del momento dell'attacco - non concordano con l'opinione unanime di azione solitaria.

"Voglio dire, io sono abbastanza sicuro che è stata più di una persona," il testimone Janiel Gonzalez ha detto uno stuolo di giornalisti. "Come ho detto, ho sentito due pistole sparare, allo stesso tempo," e ha proseguito , indicando, con le dita, avanti e indietro da dove provenivano gli spari , dalle diverse direzioni.

Inoltre, ha spiegato, che in preda al panico, al Clubgoers,  ha avuto grande difficoltà ad uscire durante la sparatoria, che ha stimato della durata di otto minuti - un sacco di tempo per un tiratore, per ricaricare più volte. Quando Gonzalez e gli altri fuggitivi  hanno finalmente trovato una porta nascosta dietro ad una tenda,
C'erano probabilmente 50 persone che cercano di scavalcarsi, l'un sopra l'altro, solo per cercare di riuscire e sfuggire da quel posto, ma c'era un ragazzo che teneva bloccata la porta. Il ragazzo manteneva la porta in modo da non farci uscire.
Quando hanno chiesto perché stava bloccando la loro unica via d'uscita - mentre i colpi  sembravano avvicinarsi - Gonzalez ha detto che l'uomo ha risposto loro: "No, voi ragazzi dovete stare dentro . Resta dentro " Disperati, il gruppo ha chiesto di spostarsi per dare loro una uscita sicura - ma il fermo rifiuto dell'uomo nel farlo ha suscitato una seri domanda.

Come ha spiegato Gonzalez, il fatto che c'era un fucile semi-automatico, e non una pistola, impiegato nella sparatoria, gli fece rendere conto che questo doveva essere un criminale pieno di odio - e poi ho "fatto due più due, e mi sono detto, che forse questo tipo cerca di impedirci di lasciare il club, lo faceva perché stavano lavorando insieme. "

Megyn Kelly di Fox News ha intervistato l'uomo, Luis Burbano, che ha ammesso di aver bloccato l'uscita, e gli chiede : "Tu tenevi le porte in modo che il tiratore non potesse uscire, ma non avevi alcuna preoccupazione che, in questo modo stavi di fatto impedendo alle persone in fuga dal tiratore di uscire?"

"Sì, ehm ... sì. E' stato un mio pensiero. C'era sbattere, c'era da spingere la porta. Ho avuto un pensiero; ma a quel punto in quell'attimo, ho solo provato a fare quello che pensavo sarebbe stato meglio fare in quel momento ", perché, come ha spiegato, la porta si apre in un vicolo molto stretto e avrebbe creato un inganno. Burbano era preoccupato da fatto che aprire la porta desse una via di fuga al tiratore e che potesse fuggire, così ha pensato da tenerla chiusa, non pensando alle vittime.

Così, mentre le azioni di Burbano sono forse motivate ​​dal 'fare la cosa giusta', ha messo in pericolo direttamente la vita delle persone intrappolate all'interno. Stava lavorando di concerto con l'aggressore o gli aggressori? Probabilmente no. Doveva affrontare le conseguenze del bloccare uno dei pochi luoghi sicuri, di uscita, perché le persone dentro sfuggissero a un tiratore? Senza dubbio.

Per quanto riguarda la descrizione fatta , forse più di un tiratore era stato coinvolto, Gonzalez in realtà non era solo.

Un secondo testimone ha descritto in un'intervista andata in onda su Today Show , " Doveva esserci più di una persona , anche perché [gli spari] erano troppo continuati ... E' come se fossi in un poligono di tiro e tutto quello che senti è solo, BOOM, bang, bang ... non riesco nemmeno descriverlo per bene. "





"I don’t think anybody really knew what was going on": Orlando shooting witness describes the scene

Nelle riprese acquisite da più testimoni fuori del club, la polizia sembrava essere impegnata in uno scontro a fuoco con una materia ignota. Mateen, tuttavia, è stato ucciso all'interno del club, secondo la maggior parte clienti.
"Stanno sparando davanti e dietro," la persona ripresa dal video può essere sentita dire che più di una raffica di arma da fuoco si sentiva in sottofondo. "Oh. Mio. Dio. Stanno sparando avanti e indietro. "

Potrebbe anche questo dare credito ai clienti sulla presenza di molti attaccanti?

Ancora un altro testimone oculare del massacro si è fatto avanti per descrivere gli eventi per ABC News '20/20 - e il suo dettagliato resoconto potrebbe essere critico. Dopo che Mateen ha raccolto i telefoni degli ostaggi, secondo un testimone, ha chiamato sia le forze dell'ordine che una stazione di notizie e ha detto, "l'America deve smettere di bombardare ISIS ... in Siria."

"Poi ha chiamato qualcuno che conosceva," ha ricordato l'uomo, "e ha rammentato che era il quarto tiratore, e che gli [sic] altri tre, ha citato, credo anche un nome femminile, che stava giocando con la  morte anche se aveva un giubbotto antiproiettile. E poi ha detto che c'erano tre cecchini là fuori in attesa che arrivassero i poliziotti  per sparare a loro".
E anche un altro testimone degli eventi ha descritto la situazione come con più tiratori. Notando il gran numero di colpi di pistola che risuonavano, al testimone è stato chiesto da Infowars , "Allora, credi che ci fosse più di un uomo armato lì?"

"Credo ,"  ha risposto il giovane  "perché è  impossibile, per me, che una persona spari con due pistole". Ha anche descritto, vedendo la foto di Mateen sui social media, di avere il sospetto che l'indagine ha fatto in modo di non far sembrare credibile, con la ricostruzione materiale, l'impiego di due armi necessarie per tenere conto della raffica di spari che sono stati uditi.


"Non sarebbe riuscito a sparare con due pistole", ha ipotizzato.

Decidete voi stessi, come sempre, quello che dicono i clienti -  contraddice il racconto corrente principale ora uniformato - cosa potrebbe significare.

Ma ricordate, questo, mettere in discussione quello che stanno per imboccarci il governo e i media delle corporate è irriguardoso per le vittime. Piuttosto, è per rispetto dei morti e dei feriti che le parti adeguate devono essere chiamate a rispondere - l'accuratezza e di fatto di importanza fondamentale al fine che la giustizia possa essere servita appropriatamente


Claire Bernish scrive per TheFreeThoughtProject.com , dove questo articolo è apparso per prima .

''LA UE, UNO STRUMENTO DEI FORTI PER SFRUTTARE I DEBOLI'' STRAORDINARIO ARTICOLO SCRITTO DA BORIS JOHNSON

''LA UE, UNO STRUMENTO DEI FORTI PER SFRUTTARE I DEBOLI'' STRAORDINARIO ARTICOLO SCRITTO DA BORIS JOHNSON

il nord


Pubblichiamo integralmente l'articolo apparso in Gran Bretagna del leader del fronte del #Brexit, #Boris_Johnson. E' la più lucida e spietata analisi della Ue delle profonde ragioni per abbandonarla al suo infausto destino, mai scritta.

"Alla conferenza del partito Tory dell’anno scorso ho attirato l’attenzione su di una statistica preoccupante sul modo in cui sta cambiando la nostra società. È la proporzione tra lo stipendio medio dei top manager del Ftse100 e quello del suo dipendente medio – ribadisco, medio – in azienda. Questa proporzione sembra in fase di esplosione a un ritmo straordinario, inspiegabile e francamente sospetto. Platone diceva che nessuno dovrebbe guadagnare più di cinque volte di chiunque altro.

Be’, Platone si sarebbe stupito dalla crescita della disuguaglianza aziendale odierna. Nel 1980 la proporzione era 1 a 25. Nel 1998 era salita a 47. Dopo 10 anni di Tony Blair e Peter Mandelson – e del loro atteggiamento “intensamente rilassato” nei confronti degli “schifosamente ricchi” – i massimi dirigenti delle grandi aziende britanniche guadagnavano 120 volte la retribuzione media dei dipendenti di basso livello.

Lo scorso anno la proporzione è arrivata a 130.


Quest’anno – stappando una bottiglia di champagne – i pezzi grossi hanno sfondato la barriera magica di 150. Il Ceo medio del Ftse100 si porta a casa 150 volte lo stipendio del suo dipendente medio – e in alcuni casi molto di più. Non usiamo mezzi termini: queste persone guadagnano così tanti più soldi degli altri nella stessa società, che volano su jet privati e costruiscono piscine sotterranee, mentre molti dei loro dipendenti non possono nemmeno permettersi di acquistare alcun tipo di casa.

C’è un signore là fuori che guadagna 810 volte la media dei suoi dipendenti. 

Cosa sta succedendo? È solo avidità, o favori reciproci dei comitati di remunerazione? Non c’è dubbio che ci racconteranno, come sempre, che questi sono “i prezzi di mercato”. Ma ho notato un’altra cosa di questi uomini del Ftse100 (e ho paura che siano quasi sempre uomini): che sono sempre felicissimi di sfilare per Downing Street e dichiarare la loro eterna devozione verso la Ue. Firmano entusiasticamente lettere ai giornali, spiegando come sia fondamentale che restiamo nella Ue. Credono che la Ue faccia bene al loro business.

Ma come, esattamente?


Il mercato unico è un microcosmo di bassa crescita.
E’ cronicamente affetto da un elevato tasso di disoccupazione. I paesi della Ue sono gli ultimi della fila in quanto a crescita tra i paesi dell’Ocse; ed è incredibile che ci siano 27 paesi extracomunitari che hanno goduto di una crescita più veloce delle esportazioni di merci verso la Ue della Gran Bretagna, a partire dall’avvio del mercato unico nel 1992, mentre 20 Paesi hanno fatto meglio di noi nell’esportazione di servizi.

Far parte della Ue non è poi così conveniente per le aziende britanniche. Perciò che cosa piace della Ue a questi pezzi grossi? Sostanzialmente due cose. 1. A loro piace l’immigrazione incontrollata, perché aiuta a mantenere bassi i salari dei lavori meno qualificati, e quindi aiuta a controllare i costi, e quindi ad 2. assicurarsi che vi sia ancora più grasso da spartirsi per quelli che comandano. Un rifornimento costante di solerti lavoratori immigrati significa non doversi preoccupare più di tanto delle competenze o delle aspirazioni o della fiducia in sé stessi dei giovani che crescono nel loro paese.

E in quanto clienti di Learjets e frequentatori di salotti esclusivi, essi non sono solitamente esposti alle tipiche pressioni causate dall’immigrazione su larga scala, come quelle sull’intrattenimento, sulla scuola o sugli alloggi. Ma poi c’è una ragione ancor più sottile – il fatto che l’intero sistema di regole Ue è così lontano dai cittadini e opaco, che i pezzi grossi possono volgerlo a loro vantaggio al fine di mantenere le loro posizioni oligarchiche e, tenendo lontana la competizione, spingere la propria busta paga ancora più in alto.

Nel loro ottimo libro “Perché le Nazioni falliscono”, Daron Acemoglu e James A. Robinson spiegano come istituzioni politiche trasparenti siano essenziali per l’innovazione e la crescita economica. Distinguono tra le società “inclusive”, dove le persone si sentono coinvolte nelle loro democrazie ed economie, e società “esclusive”, dove il sistema è sempre più manipolato da una élite per proprio esclusivo vantaggio. L’Ue sta cominciando ad assumere alcune caratteristiche delle società “esclusive”. E’ dominata da un gruppo di pochi politici internazionali, lobbisti e affaristi.

Queste persone si conoscono a vicenda. Essendo parti di grandi aziende, possono permettersi di assumere qualcuno per seguire le complesse regole che vengono da Bruxelles. Possono fissare appuntamenti coi responsabili delle Commissioni. Possono perfino incontrarli alle conferenze o agli eventi – il più famoso di questi è Davos. In questo senso, hanno un immenso vantaggio rispetto alla maggioranza delle aziende del paese.

La maggior parte delle aziende (e in effetti la maggior parte degli inglesi) non hanno alcuna idea di chi lavori per la Commissione, o di come mettersi in contatto con queste persone, e non saprebbero distinguere i loro euro-parlamentari da dei marziani. Solo il 6% delle aziende britanniche in realtà esportano in Ue, e ciò nonostante il 100% di esse deve sottostare al 100% delle leggi Ue, che si tratti di aziende piccole o grandi – un peso normativo che costa circa 600 milioni di sterline alla settimana.

La scorsa settimana ho visitato la Reid Steel, un’azienda britannica di successo a Christchurch, nel Dorset. Esportano acciaio per costruire ponti in Sudan, alberghi alle Mauritius, hangar di aerei in Mongolia. L’unica cosa che li frena, dicono, sono le regole Ue – generate attraverso un incomprensibile processo che coinvolge i lobbisti di grosso calibro, le grosse multinazionali e i governi di paesi stranieri. Non vedono l’ora di uscire dall’Ue, e hanno ragione. Pensano che le altre nazioni Ue stringerebbero rapidamente nuovi trattati commerciali. E che le aziende britanniche, liberate dalle catene europee, finirebbero per esportare in Europa di più anziché meno di quanto facciano ora.

Naturalmente, i pezzi grossi del Ftse100 firmeranno per poter rimanere in Ue: a livello personale stanno diventando sempre più ricchi – sfruttando manodopera immigrata per le loro aziende e manipolando le regole Ue a vantaggio dei grandi attori, gli unici a poterle comprendere – mentre i meno fortunati hanno invece visto una diminuzione in termini reali delle loro retribuzioni. Questa è una delle ragioni per le quali la Ue ha una bassa innovazione, bassa produttività e bassa crescita. Se volete sostenere gli imprenditori, i faticatori, gli innovatori, i lavoratori, le imprese dinamiche e fiorenti dell’Inghilterraallora votate per uscire dalla Ue il 23 giugno, e date a questi parassiti il calcio nel sedere che si meritano".


Articolo titolato nel testo originale - qui tradotto - “L’Ue, uno strumento dei forti per sfruttare i deboli”. Ed è l'appello agli inglesi pubblicato anche sulla pagina Facebook dell'autore.

Boris Johnson attualmente è un parlamentare britannico eletto tra i conservatori. Johnson è stato anche sindaco di Londra fino a maggio 2016.


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